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Prospettiva normativa: studio e analizzo i film dal lato tecnico (inquadratura, recitazione, musica...)
Le due linee possono unirsi, ad esempio in Iron Man fanno vedere Tony che lavora
sull'armatura definitiva a casa sua alternando scene dove mostrano i talebani che
ricostruiscono l'armatura che aveva usato per scappare dalla grotta. Le due linee si sono
unite quando Tony va nel villaggio a uccidere i talebani.
4. simbolico o retorico: oltre a raccontare bene “seguendo le regole”, lo faccio con un mio
stile originale.
5. stilistico: lo stile di un regista mi permette di riconoscere immediatamente un suo film,
stessa cosa per dire se il film è francese, italiano o americano. Caratteristiche di un genere di
film o del regista.
6. (non è studiato) comprende una serie di strumenti che non hanno l'obiettivo di raccontare
qualcosa ma quello di convincere di qualcosa (per esempio la pubblicità).
1. FASE IDEATIVA: scrivo il film, la sua struttura è più o meno di ferro ovvero lascio un
margine più o meno ampio all'improvvisazione.
2. SCENEGGIATURA (RIPRESA): scrivo la sceneggiatura, i dialoghi, la musica e la
recitazione.
3. SPOGLIO DELLA SCENEGGIATURA (MONTAGGIO): faccio l'elenco di cosa mi servirà
(luoghi, attori, strumenti, auto...)
4. RIPRESE
Il campo
Il campo di un'inquadratura è l'ampiezza di ciò che viene ripreso, dipende dalla distanza tra la mdp
e il soggetto inquadrato, ma anche dall'angolazione della ripresa e dall'obiettivo scelto.
Le definizioni usate per distinguere i vari campi derivano dal rapporto che si viene a creare
all'interno dell'inquadratura tra il soggetto e l'ambiente che lo circonda. I campi sono quelli in cui
l'ambiente è prevalente, i piani sono quelli in cui il soggetto è prevalente.
campo lunghissimo
Il paesaggio è inquadrato il più possibile, in modo da essere nettamente predominante rispetto al
soggetto, il quale spesso non è presente.
campo lungo
Il paesaggio è predominante rispetto al soggetto, ma questo è ben riconoscibile nonostante la
distanza che lo divide dalla mdp.
campo totale
Un'inquadratura che mostra l'ambiente nella sua interezza, compresi tutti i soggetti che vi sono
all'interno.
campo medio
Il soggetto è ripreso in modo da essere incorniciato dall'ambiente che lo circonda, dando così una
visione di insieme della situazione in cui si trova ma lasciando che sia l'azione il punto centrale
dell'inquadratura.
figura intera
La figura umana è ripresa interamente ed è l'elemento più importante dell'inquadratura, si tende a
lasciare un po' di cielo sopra la testa.
Può essere sia verticale sia orizzontale, quando il soggetto è sdraiato.
piano americano
Riprende la persona dalla punta della pistola nella fondina (circa mezza coscia, a volte dalle
ginocchia) alla testa (cappello compreso). Anche qui si lascia un po' di cielo sopra la testa.
piano medio (mezza figura)
La figura umana è inquadrata solamente a mezzo busto, dalla cintura in su.
Se è dal petto in su è un mezzo primo piano.
primo piano
Inquadratura ravvicinata che mostra solamente il volto e le spalle del soggetto, dalle spalle in su.
Viene usato molto per mostrare i sentimenti dei personaggi o durante i dialoghi.
primissimo piano
è inquadrato solamente il volto del personaggio, a volte viene tagliata la fronte o addirittura il
mento.
particolare
E' l'inquadratura di una piccola parte del corpo umano: gli occhi, le labbra, una cicatrice...
dettaglio
Viene mostrato un oggetto o un particolare di questo.
L'inquadratura soggettiva rispecchia ciò che vedono gli occhi di un personaggio, pov.
L'inquadratura oggettiva invece è esterna, come se lo spettatore fosse un osservatore invisibile.
fuoricampo
Nel cinema esiste:
• fuoricampo attivo, ciò che vediamo e sentiamo ci spinge a porci delle domande (cos’è quel
rumore? Cosa sta succedendo? Cosa sta guardando il personaggio?)
• fuoricampo passivo, non ci crea nessun desiderio di scoprire cosa sia quel rumore che
abbiamo sentito, degli esempi sono i rumori di contestualizzazione che creano un ambiente,
contestualizzano l’immagine
• fuoricampo interno, qualcosa che si trova all’interno dell’inquadratura ma che non
vediamo perché è nascosto da un altro elemento profilmico come può essere una tenda o
un’anta
• fuoricampo esterno, quello di cui abbiamo parlato finora (nel film?)
• Fuoricampo concreto: si rivela tale dopo aver visto le scene che lo seguono, ad esempio
prima vedo un totale, poi vedo una parte limitata di esso. Ho visto prima il fuoricampo.
• Fuoricampo immaginario: so che esiste ma non mi viene mai mostrato (i rumori del
traffico che si sentono in scene girate in casa).
Fuoricampo narrativo: il film ci nasconde qualcosa che è appena accaduto, usato molto nel
montaggio alternato per creare suspance.
Messa in scena: pensare come illuminare la scena, come posizionare e far muovere gli attori,
scenografia.
Scena: insieme di fotogrammi, la scena cambia quando c’è un salto temporale nello stesso spazio
oppure un cambio di luogo. Un inseguimento è un insieme di scene.
Sequenza: insieme di scene legate tra loro da una continuità di personaggi o azioni, le scene
dell’inseguimento hanno in comune l’azione, quindi è una sequenza.
Il cambio di scena o le diverse sequenze sono determinate dal contenuto ripreso (l'ambiente, le
azioni, ecc...)
Piano sequenza: una scena che si risolve in un'unica inquadratura, girata in continuità temporale
senza stacchi. E’ un segmento narrativo autonomo.
Stacco: un taglio che separa due inquadrature, lo uso per togliere le scene che non utilizzerò nel
film
Fotografo di scena: fa le foto di momenti del film, ad esempio per darle alla stampa. Sta vicino alla
mdp perché cerca di avere la stessa inquadratura.
Profilmico: ciò che sta davanti alla mdp, l’oggetto ripreso e la sua predisposizione nell’ambiente,
preparato proprio per essere ripreso (personaggio che viene truccato, vestito, addestrato, proprio per
l’azione che deve compiere nella ripresa).
Filmico: tutte le strategie e le scelte che vengono prese da chi sta dietro alla mdp, possibilità della
mdp (punto di vista, tipo di inquadratura, prospettiva, luce…).
Per dare profondità all'immagine metto un oggetto in primo piano per far capire quanto è lontano il
soggetto sullo sfondo.
Lo sguardo in macchina è un errore almeno che non sia richiesto dal regista (interpellazione).
Quando la macchina non segue le azioni più importanti è solo registrazione, quando invece insegue
e va dietro alle azioni rilevanti diventa film.
Plongèe: la macchina è a piombo sulla scena ma dall'alto, non è uno sguardo di un personaggio, è
un'oggettiva irreale, ovvero non può essere il punto di vista di un personaggio umano. Comunica
che quello che succede è fuori dal controllo dei personaggi, è il fato, destino.
Degli esempi sono l'inquadratura dall'alto fatta con la gru in “Effetto notte” e il passare attraverso le
pareti sempre con un'inquadratura dall'alto come in “Kill Bill” nella scena del letto in ospedale.
Questo effetto era tipico di Brian de Palma.
Al contrario Tarantino usa spesso un'inquadratura dal basso, la quale è spesso il punto di vista di un
cadavere.
Nel cinema si usa un formato 1: 2,85. Per un centimetro nel lato verticale ne ho 2,85 in quello
orizzontale.
1/1 4 sulla tavoletta significa:
• inquadratura 1
• scena 1
• take 4
si usa il rumore del ciack di quando sbatte la tavoletta per tagliare la pellicola e sincronizzare con
l'audio in modo da avere il rumore del ciak come punto di riferimento.
La data ufficiale della nascita del cinema è il 28 dicembre 1895, nella quale si attribuisce al cinema
una funzione sociale:
• conservazione e archiviazione
• supporto alla ricerca e documentazione scientifica
• informazione (nuovo tipo di giornalismo)
In pratica tutte le funzioni che fino all'altro ieri appartenevano al cinema documentario.
I cineasti-scienziati sono interessati alla riproduzione meccanica del movimento.
La linea Marey – Muybridge – Edison – Lumière è una lunga serie di esperimenti che portano alla
realizzazione di apparecchiature capaci di scomporre il movimento in immagini fisse e di
ricomporlo in sequenze continue (cinematografo).
A differenza di adesso il cinema ai suoi inizi non era rivolto al puro intrattenimento.
Dal 1895 al 1915 si ha il cinema delle attrazioni, per qualche tempo l'attrazione è costituita da
semplici scene di vita quotidiana (tranches de vie), se lo spettacolo è presente lo è a livello di
profilmico (sport, imprese di aviazione, Buffalo Bill e gli indiani, ecc...).
I Lumière facevano del mondo il loro set, Méliès faceva del set il suo mondo.
Da una parte il documentario il quale è la riproposta di un avvenimento accaduto nella realtà e che
per il fatto stesso di essere stato ripreso è diventato “spettacolo”, dall'altra il film di finzione che è
la ricostruzione di fatti dei quali si è intuita l'intrinseca spettacolarità.
Il film della fabbrica dei Lumière non è un documentario inteso come registrazione della realtà ma è
una realtà mediata, poiché sono tutti vestiti bene ed escono tutti insieme in 50 secondi, ecc... E' una
ricostruzione della realtà.
I fratelli francesi registravano come può fare una videocamera di sorveglianza, non modificavano
l'inquadratura.
La semplice riproduzione di eventi non si può definire racconto cinematografico.
Un racconto per essere tale deve essere costituito almeno da due eventi (reali o immaginari) i quali
devono essere orientati verso uno scopo, non si limita a rispecchiare ciò che accade ma dà una
forma, interpreta i fatti come parti significanti di un insieme dotato di senso.
L'azione narrativa è una sequenza di azioni ognuna delle quali ha una propria funzione e partecipa a
un progetto.
Si possono distinguere due tipi di sequenze:
• sequenze elementari: sono articolate secondo una successione lineare del tipo esposizione-
sviluppo-conclusione.
Esposizione: arriva il treno / il tipo innaffia
Sviluppo: la gente scende dal treno / arriva il ragazzo che pesta il tubo e viene picchiato
Conclusione: la gente cammina sulla banchina / dopo le botte torna a innaffiare
• sequenze complesse: giocano su varie relazioni di intreccio tra sequenze elementari, più la
storia è intrecciata, più il racconto finale sarà interessante e robusto.
La storia l'ha scritta il cinema narrativo, nei film dei Lumière il carattere narrativo sembra nullo.
Accanto ai film dei Lumière e di Méliès, a fine Ottocento e nei primi anni del Novecento furono
prodotti centinaia di film. In Francia (con Charles Pathé e Ferdinand Zecca), in particolare, ma
anche negli Stati Uniti, in Gran Bretagna (con la cosiddetta scuola di Brighton) e via via negli altri
Paesi europei.
Le informazioni:
• servono a identificare un luogo, un personaggio, a situare un evento nel tempo e nello spazio
• sono dati puri portatori di significati espliciti, sono l'insieme degli elementi denotativi,
caratteristiche che identificano qualcosa: azioni, gesti, discorsi dei personaggi o prodotti
delle loro azioni (abbigliamento, arredamento, ambienti). La divisa mi induce a credere che
lui sia un carabiniere fino a prova contraria
• portano il lettore / spettatore a un'azione di riconoscimento
Il cinema si basa su informazioni iconiche, ovvero su immagini che riproducono il reale o qualcosa
che ha dei connotati fondamentalmente realistici (qualcosa che potrebbe essere reale in quanto gli
assomiglia), un'azione sullo schermo viene compresa perché assomiglia a un'azione reale.
Se c'è troppa informazione lo spettatore non si incuriosisce e non pensa a possibili interpretazioni
(ad esempio “L'arrivo di un treno” dei Lumiére).
Non si può dire lo stesso del film “L'uscita degli operai”, qua è la didascalia a dirci che si tratta di
operai e che quella è una fabbrica, altrimenti noi non l'avremmo capito poiché l'apparenza di queste
persone non è sufficientemente significante. E' quindi necessario un supplemento di informazione
scritta ai fini della comprensione dell'informazione visiva.
Ne “L'innaffiatore innaffiato” dei Lumière vediamo due azioni più o meno contemporanee e
antagoniste, ciascuna delle quali influisce più o meno sull'altra, che racconto di merda sarebbe se
vedessimo solo un uomo che innaffia le piante o uno che pesta il tubo?
Il salto di qualità sta nel fatto che due azioni elementari si uniscono in un'azione complessa.
In questo film c'è un fuoricampo quando entra il ragazzo
Gli indizi:
• rinviano ad un carattere, ad un sentimento, ad un'atmosfera
• a differenza delle informazioni hanno sempre dei significati impliciti, sono l'insieme degli
elementi connotativi
• implicano un'attività di decifrazione per il lettore / spettatore, si tratta di fare la conoscenza
di un carattere, di un'atmosfera
• possono essere anche legati ad aspetti linguistici del testo, sono attivi sul piano del racconto
o discorso
Nel film dell'omicida di donne, il treno in piena notte accompagnato da quei suoni indica l'arrivo in
città di un personaggio cattivo (rimanda a un sentimento, atmosfera).
Il cinema fantastico ha dato un modesto supporto allo sviluppo delle tecniche e strutture narrative
cinematografiche
Nel 1917 si crea un linguaggio/canone (cinema classico) che si stabilizza fino al 1960 quando si
decide di stravolgere tutto, grazie all’origine della novella vague che infrange le regole che
caratterizzavano il cinema classico. Tuttavia il linguaggio del cinema classico esiste ancora, tra il
1917 e il 1960, invece, era predominante se non l’unico.
Il modello attanziale di Greimas analizza i personaggi in base alle loro funzioni in termini di
attanti. Questo modello individua: soggetto, oggetto (obiettivo dell’azione), aiutante, opponente,
destinante (mandante del soggetto all’inizio del film) e destinatario (viene affidato alla fine
l’oggetto, chi ne beneficia). Il limite di questo modello è che riduce i personaggi al loro agire senza
considerare il ruolo giocato dal mezzo cinematografico, è come se fatto letterario e fatto filmico
fossero la stessa cosa, analizza il personaggio dalla sceneggiatura senza considerare l’effetto che
genera l’uso delle inquadrature, i costumi, la mimica dell’attore ecc…
Il soggetto attua una performance verso l’oggetto, è dotato di una competenza, agisce perché un
mandante l’ha invitato a muoversi e ottiene una sanzione, la quale può essere una ricompensa o una
punizione, così viene misurata la sua performance.
CINEMA CLASSICO 1917-1960
Il punto di vista dello spettatore (il quale è passivo) è centrale, come a teatro si trova davanti alla
scena, è collocato nella “quinta fila”. Questa trasformazione porta il cinema ad essere visto come un
racconto, narrazione.
Il punto di vista centrale ha origine a metà degli anni '10, prima la ripresa, il movimento della mdp
era casuale.
Il periodo del cinema classico contiene delle trasformazioni, come ad esempio:
• passaggio dal muto al sonoro verso gli anni '20
• uso del colore e abbandono quasi totale del bianco e nero
Sempre nel cinema classico avviene la nascita dei generi (western, commedia, musical...).
Il cinema classico viene anche chiamato “cinema della trasparenza” perché si fa di tutto per
nascondere il lavoro della troupe e quindi il montaggio, si vuole farlo sembrare il più naturale e
realistico possibile cosicché lo spettatore si dimentichi totalmente di essere in sala a vedere un film.
avanguardia sovietica
Il cinema sovietico è un elemento di rottura nel cinema classico, questi avevano intuito che il
montaggio ha un'enorme importanza, una singola inquadratura non ha significato fino a quando non
viene affiancata da una successiva.
Kulesov fa un esperimento, crea tre brevi sequenze in cui lo stesso primo piano di un attore,
volutamente inespressivo, viene montato ogni volta a un'inquadratura diversa. Alterna quindi una
volta il primo piano a un piatto di minestra sul tavolo, una volta a una bambina che gioca e una
volta a una donna morta.
Lo spettatore legge negli occhi dell'attore ogni volta un'emozione diversa: fame, tenerezza, dolore.
Kulesov dimostra che una stessa inquadratura assume significati diversi in base alle immagini che
seguono, e che è solo il loro montaggio a darle un senso.
Egli, come Pudovkin, vede il montaggio come una sequenza di mattoncini che sono collegati in
maniera continua, non ce n'è uno più importante dell'altro perché il loro significato è dato dalla loro
unione.
Ejzenstejn crede che l'inquadratura non sia un elemento di montaggio ma una cellula di questo.
Inoltre egli ritiene che il montaggio non sia un collegamento ma una collisione che dà origine al
significato delle scene
Al contrario di quello che farebbe Griffith, in “October” Ejzenstejn racconta la rivoluzione tramite i
suoi concetti di base, fondamenti, non vuole raccontare una storia ma documentare e commentare. Il
commento è come una didascalia delle immagini.
Presenta i personaggi utilizzando figure retoriche, assolutamente non naturalistico.
Un forte punto di rottura è il neorealismo italiano, anche se si esaurirà molto presto morendo nel
1948.
Alcune delle principali caratteristiche del neorealismo italiano sono:
• il forte bisogno di concretezza, realtà
• la rappresentazione di una realtà che doveva essere cronaca e non ricostruzione
• una preferenza per le riprese esterne
• volontà di usare attori non protagonisti
Nouvelle vague (1959) è il termine con cui venivano indicati una cinquantina di registi divenuti
“famosi” in quel periodo.
Il film che ha dato inizio a questa fase è “I 400 colpi” di Truffaut 1959.
Le principali caratteristiche che accomunavano questi registi sono:
• inesistenza di un decoupage predefinito (il decoupage è l'operazione durante la quale il
regista scrive sulla sceneggiatura che tipo di inquadratura andrà fatta in quella scena)
• improvvisazione
• riprese esterne
• film economici
• rumori in presa diretta
Questo film è un esempio di metacinema, ovvero un film nel film, il regista non vuole solo
raccontare come avviene la creazione di un film ma anche cosa si vive durante la creazione di un
film. Il metacinema produce straniamento, sfonda la IV parete.
Infatti questo film è composto in realtà da 2 film:
• Effetto notte
• Vi presento Pamela
Quando inizia il film lo spettatore crede di star vedendo “Vi presento Pamela” ma dopo lo schiaffo
si accorge che in realtà sta guardando una scena tagliata di quel film, questa scena va a comporre
una parte di “Effetto notte”, per di più con la colonna sonora definitiva quando il film non è
nemmeno completato.
Nei titoli di testa c'è una dissolvenza che fa passare dalle prove al film vero e proprio.
Il metafilm apre uno spiraglio su ciò che sta dietro al film, ciò che l'ha creato.
Il film invece cerca di nascondere in tutti i modi la mano che sta dietro al film.
Allo stesso modo le foto di set mostrano il lavoro ed il processo di creazione del film, mentre le foto
di scena mostrano parti del film che finirà in sala, il vero prodotto completato.
E' un'opera di ricapitolazione e bilancio verso un nuovo periodo di sperimentazione del regista, è
una dichiarazione della sua poetica.
Si preferisce usare scenografie ricostruite per la facilità con cui ci si può muovere, gestire le
comparse e il tempo che si ha a disposizione.
La gru è un soggetto della scena del film “Effetto notte” ma allo stesso tempo permette le riprese
del film “Vi presento Pamela”.
L'autobus che passa occupando tutta l'inquadratura per poi svelare la scena è una tendina, più in
generale è una tecnica di transizione di un oggetto o soggetto che entra da un lato dell'inquadratura
ed esce dall'altro, si usa al posto dello stacco.
Il personaggio
Rapporto persona-personaggio: posso vedere figure così verosimili che non sembra
siano attori, sembra come di farci amicizia, non sembra il magico mondo del cinema
ma quello reale.
Homo fictus: creato nella mente dei romanzieri, di solito nasce ed è in grado di
morire, gli basta poco sonno o cibo perché nel cinema non c'è tempo, devi mandare
avanti la narrazione.
Sappiamo moltissimo di lui, perché il regista vuole farcelo conoscere e svuota il
sacco, a volte più che non gli altri personaggi.
Le passioni o interessi dei personaggi influenzano il film anche se essi hanno svolto
quest'attività nella backstory. Se ad esempio uno è un esperto di vini, in una scena al
ristorante sceglierà un vino pregiato, particolare. Se uno è un personaggio sportivo
dovrà essere muscoloso, in caso di necessità dovrà essere in grado di correre perché è
allenato.
Il trucco ed i vestiti sono due esempi di informazioni, se vedo uno vestito in divisa
penso sia un poliziotto.
Modello attanziale: ci sono attori che hanno il compito di far proseguire il film,
questo ci rimanda al quadrato semiotico.
Effetto personaggio: i personaggi sono completati da chi guarda. Ogni personaggio è
un fascio di relazioni, è importante decidere chi sono gli amici, chi i nemici, ecc...
Vin Diesel ha il physique du role (aspetto fisico adatto) per fare il cattivo, ovvero
ha il fisico adatto per quel ruolo. Channing Tatum ha il physique du role per fare il
playboy.
Diversi film sono stati riscritti perché si è dovuto cambiare l’attore, ad esempio
“Ultimo tango a Parigi” quando al posto di Trintignant è arrivato Marlon Brando.
L’attore invece è un ruolo sociale che ogni personaggio gioca, abbiamo quindi attori
sociali
Il mandato in Fast and Furious 6 è Hobbs perché spinge Dom ad aiutarlo siccome
Toretto vuole ritrovare Letty. La sanzione (sotto forma di ricompensa) è la
riconciliazione di Dom con Letty.
In Triple Frontier (film netflix dove gli ex Seal derubano il narcos) i soldi sono
l’oggetto.
Nel film ogni scena è lì per contribuire alla creazione del racconto, non è mai lì tanto
per.
Una volta che siamo in grado di riconoscere i modi linguistici possiamo passare
dall’abitudine di guardare il film alla capacità di vedere il film, acquisendo la
consapevolezza della convenzione, comprendendo appieno il film.
Nei film ben fatti il non detto è un buco molto importante che dev’essere interpretato
attentamente dallo spettatore. La maggior parte della TV e del cinema americano non
ti richiede questo impegno poiché essendo pensati per un pubblico stanco, distratto,
disinteressato, ti spiattella tutte le informazioni.
Definizione
Il montaggio è l’operazione che unisce la fine di un’inquadratura con l’inizio di
un’altra, l’accostamento di due inquadrature crea un significato che prima non
esisteva. L’inquadratura in sé per sé ha solo potenziali significati, ma è il montaggio a
dare il significato ultimo al film.
Messa in quadro: tipo di sguardo con cui mostro quello che devo riprendere,
si decide punto di vista, movimento della mdp e durata delle varie inquadrature
Messa in scena: insieme di tutti gli elementi che costituiscono la scena, sia
quelli ripresi sia quelli esclusi, dal punto di vista analitico è il profilmico
(scenografia, illuminazione, personaggi…)
Messa in serie: (in fase di montaggio) analizza un insieme di immagini e
intreccia la relazione che un’immagine ha con la precedente e con la
successiva.
In grammatica i tre puntini … lasciano aperta la frase, mentre i due punti: vogliono
dire “ti spiego meglio questa frase”. Nel cinema invece i segni di interpunzione
(stacco (separa), raccordo (unisce), dissolvenza incrociata…) non hanno significati
unitari.
Il regista sceglie i movimenti di macchina, il tipo di raccordi, il tipo di obiettivo
ecc… in base al genere e di conseguenza al suo pubblico, ogni regista ha un pubblico
ideale.
Immagini contigue: il personaggio viene tagliato in due, nel film si vede o la parte 1 o
la parte 2 alternate, MAI insieme (Taxi driver-scena della pistola, si alternano
inquadrature del busto a quelle delle gambe, ma non si vedono gambe e busto
insieme).
La durata dei piani è variabile infatti “Sleep” e “Empire” di Andy Warhol durano
rispettivamente 5 e 8 ore e le inquadrature sono fisse sullo stesso soggetto, mentre in
“Dracula” il viso del mostro viene mostrato per circa 3-4 frame in tutto il film.
Durata reale
Durata apparente
La durata apparente è una sensazione, la percezione del tempo quando
guardiamo un film. Più il piano è stretto e maggiore è la staticità della scena,
più lunga sarà la durata apparente.
Durata normale
La durata normale si ha quando il tempo della storia e del discorso coincidono
o sembrano coincidere, seppur in scala (un volo Milano-Roma nel film non
può occupare 4 ore di pellicola).
Durata abnorme
La durata dell’evento rappresentato non coincide con quella dell’evento stesso.
Troviamo due modalità:
1. Contrazione
2. Dilatazione
La contrazione si può dividere a sua volta in riassunto e in ellissi.
Nel riassunto il tempo della storia è maggiore del tempo del discorso, il
riassunto ordinario è un’ellissi di minima incidenza che non evidenzia i salti
temporali (usato nelle scene di pedinamenti), al contrario il riassunto
marcato evidenzia questa condensazione degli eventi.
La dilatazione viene rappresentata dalla pausa, nella quale il tempo si
ferma, è tipico il fermo del fotogramma mentre procede il film con solo
l’audio (il finale de “I quattrocento colpi-Truffaut”, il bambino che scappa e
corre verso il mare).
Sintesi visiva: si fa vedere una cosa che può durare anche anni, ma la si mostra in
pochi minuti. Ad esempio quando in “Quarto potere” marito e moglie parlano
dell’adozione del figlio da parte della banca.
Overlapping editing: la durata della scena va oltre il reale, vien mostrata la scena da
diverse angolazioni, più volte. Usato molto per scene con esplosioni o combattimenti.
Fuoricampo visivo e sonoro: a teatro faccio fatica a entrare nel dramma perché vedo
il contorno (pubblico, palco, rumori provenienti da dietro le quinte…) quindi devo
sforzarmi di accettare la finzione. Il cinema invece mi fa accettare il fuoricampo
attivo (acusma, rumori del traffico, dialoghi…)
Non bisogna fare stacchi da un campo/piano a un suo contiguo. Non posso passare da
una mezza figura ad un primo piano, invece posso passare da un campo lungo a un
primo piano perché nella scala dei campi/piani non sono contigui.
Per poter fare lo scavalcamento di campo e infrangere la regola dei 180° devo
inserire in mezzo un’inquadratura di qualcosa di diverso dai due personaggi, come
potrebbe essere ad esempio un terzo personaggio che entra nella stanza.
I raccordi hanno in comune la preoccupazione di rappresentare chiaramente lo spazio
in modo che lo spettatore possa rendersi conto della posizione dei personaggi al suo
interno. Se lo spazio disorienta lo spettatore questo si distrae dalla storia del film, due
principi fondamentali sono:
Verosimiglianza dello spazio, nella quale è sempre determinata la posizione del
personaggio nello spazio anche quando si è in un primo piano che esclude
l’ambiente circostante
L’importanza del “fuori campo”, ogni immagine ha il suo fuori campo e per
far sì che si instauri una relazione corretta tra due inquadrature è necessario
tenerne conto
Il nuovo motto è “cito dunque creo”, poiché citando (usando una parte) di un
contenuto già esistente posso creare qualcosa di nuovo (montaggio di interviste di
Trump che diventa una canzone, video del tg cinese fatto diventare una canzoncina,
ecc).
Tuttavia, brevità ≠ semplicità.