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SPECTROMORPHOLOGY

explaining sound-shapes
Articolo di Denis Smalley

Al giorno d’oggi non utilizziamo più soltanto i suoni strumentali o vocali per comporre, ma anche
quelli ambientali.

La SPETTROMORFOLOGIA (da morphé = forma) è il comportamento dello spettro sonoro nel tempo.
Lo spettrogramma (o sonogramma) è l’analisi spettrale grafica del suono: rappresenta lo sviluppo
delle frequenze nel tempo.

➔ Con Spear o Sonic Visualiser possiamo allargare lo spettro e studiarlo per


capire come si comporta nel tempo.

Reduced listening. L’ascolto ridotto è un tipo di ascolto che si concentra sulle caratteristiche di un
suono, senza domandarsi quale sia la fonte da cui proviene.

Da qui la distinzione in:

– POTENZIALE ASTRATTO, legato al suono per sé;

– POTENZIALE CONCRETO, legato alla fonte sonora.

Il SOUNDSCAPE è un esempio di potenziale concreto: i suoni di un paesaggio sonoro come la


natura sono perfettamente riconoscibili e vengono associati dalla nostra mente ad immagini reali.

➔ Se durante una composizione vogliamo rendere un suono inizialmente


astratto più interessante, possiamo trasformarlo in concreto con il
passare dei minuti.

In base alla spettromorfologia, Smalley fa una catalogazione delle tipologie di suono in base alle loro
caratteristiche. Ecco le principali:

INVILUPPO L’inviluppo è lo sviluppo dell’ampiezza sonora nel corso del tempo.


È costituito da 4 fasi transitorie:
1. ATTACK. Aumento dell’ampiezza da 0 al picco massimo.
2. DECAY. Diminuzione dell’ampiezza fino a un certo livello.
3. SUSTAIN. L’ampiezza rimane costante.
4. RELEASE. Diminuzione dell’ampiezza fino al valore 0.
Anche il suono della stessa nota di uno strumento può avere inviluppi diversi: per esempio, se premo
ripetutamente un tasto del pianoforte con diverse intensità, questa non sarà mai uguale.

Di solito, nella musica elettronica si taglia la testa (attacco) ai suoni per renderli irriconoscibili
e confondere l’ascoltatore.

MOTO .
schema

Smalley elabora anche il concetto di CAUSALITÀ, un’importante caratteristica del


comportamento acusmatico: si verifica quando un evento sonoro sembra causare l’inizio di
uno successivo.

Si parla di musica acusmatica quando, nelle performance dal vivo, le fonti sonore
sono invisibili (per esempio una musica per soli altoparlanti). Il termine deriva dalla
scuola pitagorica, i cui discepoli ascoltavano il maestro parlare dietro ad un velo,
senza vederlo. Nella musica acusmatica, il velo è una metafora dell'altoparlante.

RANGE FREQUENZIALE .

Nello spettro sonoro, Smalley definisce la zona più acuta delle frequenze come CANOPY
(tetto) e quella più grave come ROOT (radice). Entrambe costituiscono la cornice del suono,
ovvero le sue estremità: ciascuno di noi percepisce maggiormente un range di frequenze
centrale.

SPAZIO .
Oltre allo spazio esterno nel quale il suono viene riprodotto, esiste anche uno spazio interno al
suono: si verifica quando una spettromorfologia stessa sembra racchiudere uno spazio, per
esempio quando sentiamo la risonanza di uno strumento a corde.

Più aspetti del suono si riescono ad individuare, più sarà facile ricostruire un suono da capo mediante
la sintesi.

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