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KLANG
Analisi di Francesco Cardelli
Conservatorio di musica G. Martini
Docente Lelio Camilleri
1. Introduzione l’opera si muove e che ne contribuisce
alla resa strutturale. In maniera analoga
“Klang” (in tedesco “suono”) è un brano anche l’accumulazione e la rarefazione
del compositore inglese Jonty Harrison, degli elementi percussivi, a volte presentati
realizzato tra il 1981 e il 1982 a cavallo quasi isolati e a volte organizzati in
fra Inghilterra e Ungheria. Il brano gli fu complessi fraseggi, contribuiscono a creare
infatti commissionato dal Fondo Nazionale la macrostruttura dell’opera, così come il
del Cinema Ungherese e venne ultimato a movimento progressivo dai suoni di natura
Budapest nello studio di musica elettronica concreta ai suoni generati elettronicamente,
della radio nazionale, Magyar Ràdiò. organizzato in un quasi perfetto, graduale,
Come lo stesso Harrison racconta nelle note crescendo e diminuendo che si sviluppa
di sala, avendo poco tempo per realizzare dall’inizio fino alla fine.
un intero brano a Budapest, egli comincia
a collezionare il materiale per “Klang” 2. Metodi analitici
nell’estate del’’81, quando nello studio
dell’Università dell’East Anglia, nella città Data la complessa articolazione e
di Norwich, registra i suoni delle pentole organizzazione del materiale sonoro,
di ceramica che diventeranno il materiale la struttura a fraseggi di forte richiamo
sonoro portante del pezzo. alla musica strumentale tradizionale e
Accostando il risultato di queste sessioni a le profonde relazioni con le sonorità del
dell’altro materiale sonoro precedentemente mondo reale ho trovato efficace applicare il
acquisito (sia di origine “concreta”, come modello di analisi funzionale codificato da
suoni di campanaccio, aste di metallo e Stèphane Roy.
barre d’alluminio sia di origine sintetica, Basato sugli scritti di Leonard Meyer,
ottenuto mediante processi analogici l’analisi funzionale di Roy si basa sulla
e digitali), il compositore realizza descrizione delle interrelazioni contestuali
quasi l’intera parte iniziale negli studi tra gli oggetti sonori. Lo stesso Roy
dell’Università di Birmingham prima del descrive il suo metodo come “analitico” e
suo viaggio a Budapest, dove il processo “interpretativo”, ispirato al funzionalismo
creativo di “Klang” giungerà al termine. del linguaggio (ossia che il ruolo o la
La natura onomatopeica del titolo funzione di una unità semantica può
suggerisce nell’immediato il mondo sonoro cambiare a seconda della sua posizione
che il brano descrive. I suoni delle pentole di nel flusso sintattico).
ceramica sono caratterizzati da una fattura L’analisi comincia con una segmentazione
tipicamente percussiva e differenti tipi di dell’opera, basata sulla percezione uditiva,
attacco; questi elementi fortemente gestuali in ciò che Roy definisce “unità sintattiche”.
sono quasi sempre seguiti da una coda Dopo aver acquisito queste informazioni,
formata dalle naturali risonanze armoniche l’analisi funzionale quindi procede
tipiche dei contenitori di ceramica o ascrivendo queste unità minime in una
terracotta. Queste “scie” di armonici creano definita tabella di “funzioni”, a seconda del
un tessuto nodale che si mantiene per gran ruolo contestuale che ne viene percepito.
parte del brano, dando così origine ad un Per realizzare tale segmentazione e
profilo di massa in continua modulazione, individuare le unità sintattiche non ho
che svuota e satura lo spazio spettrale. potuto esimermi dall’utilizzare i più classici
Questo è uno dei tanti assi lungo il quale criteri spettromorfologici teorizzati da
Smalley, che al meglio permettono di - Metallo (nodale)
descrivere le caratteristiche e le peculiarità - Suoni sintetici (nodale - nota)
di un oggetto sonoro e del suo sviluppo e le tipologie di moto nello spazio spettrale:
nell’arco temporale. - Statico
- Ascendente
3. Analisi delle unità minime. - Discendente
- Incrociato
Per meglio cogliere le relazioni sul piano - Oscillatorio
temporale e spettromorfologico tra i Non riusciamo mai, tranne nella parte
vari materiali sonori nell’arco di tutta la centrale, a percepire delle altezze definite
durata del brano è indispensabile operare durante il brano. Data la natura ampiamente
un’indagine e un’identificazione delle unità gestuale/percussiva di “Klang” ci troviamo
minime. quasi sempre sull’asse nodo-rumore. Nella
La terminologia spettromorfologica è ideale parte iniziale e finale del brano ascoltiamo
per raggruppare e catalogare le differenti i suoni delle pentole di ceramica, brevi
tipologie sonore presenti in “Klang”, mentre e articolati tra loro su differenti livelli di
per una più ampia segmentazione del brano complessità e densità, sempre insieme alle
sono utilizzati i classici criteri gestalitici loro risonanze; quest’ultime ci sembrano
come “somiglianza”, “buona continuità”, naturali all’inizio, ma poi si arricchiscono
“pregnanza”. con ciò che sembra un suono di origine
Basandosi sullo spettrogramma è stata più metallica (probabilmente generato
prodotta una partitura grafica che meglio dalla vibrazione delle aste in alluminio),
agevola la percezione degli elementi molto simile spettromorfologicamente
sonori e la loro posizione sul piano delle alle dissonanti risonanze delle pentole.
componenti spettrali, insieme al grado di Queste tipologie sonore non ci vengono
iterazione, accumulazione e dispersione mai presentate se non all’immediato seguire
che costituiscono i cardini compositivi e degli elementi gestuali/percussivi, ai quali
strutturali dell’opera. sono indissolubilmente legati, creando di
Le tipologie morfologiche individuate sono fatto un unico oggetto sonoro. Essendo
le seguenti: queste risonanze quasi sempre presenti si
- Gesti senza rilascio (diversi tipi di attacco, potrebbe avere la sensazione che creino
più o meno netto) una sorta di tessitura, una fascia nodale, in
- Gesti con rilascio (sempre presente una contrasto con gli oggetti percussivi in primo
coda di armonici, diversi tipi di attacco, più piano, specialmente quando assistiamo ad
o meno netto) un più forte addensamento e interazione di
- Gesti con rilascio glissante (coda di questi elementi gestuali; ma la loro natura
armonici che glissa verso l’acuto o il grave, morfologica, che ci viene presentata in
mai un attacco netto) maniera chiara dai primi istanti, di suoni
- Tessiture gestuali (iterative, presentano un con un graduale ma netto decadimento,
moto interno, come una pulsazione ritmica) accompagna la loro presenza per tutto il
- Tessiture (più statiche delle tessiture brano, non riuscendo mai a conferire una
gestuali, collocate nel registro grave, vera natura continua a questa categoria
assente una netta pulsazione ritmica) sonora, soprattutto se confrontata con
Seguono gli indici materici individuati: gli eventi nella parte centrale, di ben più
- Ceramica (rumore) ascrivibile matrice tessiturale.
4. Analisi di Klang
1. Introduction
9.
Lo stesso Harrison divide “Klang” in 7 2. Development 1 - duet
10.
sezioni 11.
3. Development 2 - interruption of duet
and increase in complexity towards the first
2. Introduction
1. climax
3. Development 1 - duet
2.
4. Development 2 - interruption of duet
3. - A 1 - Introduzione (fino a 0’.55’’)
and increase in complexity towards the first
climax Il principale materiale sonoro del brano
5. Development 3 - relatively static
4. ci viene immediatamente presentato
section nella sua forma più tipica e semplice, un
6. Development 4 - proliferation of
5. colpo percussivo con un netto e distinto
material from Development 3 into glissando attacco. Non sembra esserci nessun
structures; build-up to the second tipo di trasformazione del suono, solo
7. (main) climax, and slow release to:
6. la classica percussione della ceramica
8. Coda
7. seguita dalle sue naturali risonanze che
lentamente decadono. Quindi sin dal primo
ma l’ascolto del brano può suggerire istante il compositore ci lascia ascoltare la
un’ulteriore macro segmentazione in tre figura attacco/rilascio che caratterizzerà
sezioni, a causa delle tipologie di materiale, formalmente tutta la sezione A. Questi
della sua articolazione e organizzazione nel primi gesti iniziali hanno una funzione
tempo. di INTRODUZIONE. Dopo il primo netto
colpo di creamica ne cominciano a seguire
Sezione A - 00.00 / 03.55 immediatamente altri, dando origine
Sezione B - 03.55 / 07.40 alle prime, più semplici, articolazioni
Sezione C - 07.40 / Fine a CHIAMATA e RISPOSTA. In questa
sottosezione si individuano due tipologie
Questa suddivisione è dettata soprattutto morfologiche:
dalla somiglianza tra la sezione A e C,
caratterizzate, come si vedrà nel dettaglio Gesti percussivi con attacco netto e rilascio
in seguito, dallo stesso mondo sonoro. (G1).
Il finale è un chiaro richiamo a tutte le Gesti percussivi con attacco meno netto e
caratteristiche che si ascoltano nella parte rilascio (G2).
iniziale del brano, con un’articolazione Gesti percussivi con attacco meno netto e
leggermente rovesciata, non verso un rilascio, provocati dallo sfregamento dei
moto addensante e più complesso ma coperchi con le pentole (G3).
verso una rarefazione che ci conduce Gesti senza rilascio, con attacco meno netto
in maniera graduale ma ben percepibile ma con una netta conclusione (G4).
verso la fine.
Le figure gestuali private del loro naturale
SEZIONE A decadimento hanno una importante
funzione GENERATIVA, dato che anticipano
La sezione A comprende le tre sottosezioni sempre la comparsa di una nuova tipologia
Harrisoniane sonora come il primo suono G3 che sembra
nettamente trasportato verso il grave (a lascia che il nostro ascolto si focalizzi solo
0’.28’’) o la prima risonanza che sembra sulle risonanze, durante la rapida assenza di
estranea a quelle finora prodotte dai elementi dal carattere percussivo/gestuale.
suoni percussivi (a 0’.39’’). Questa lunga
risonanza artificiale interrotta bruscamente - A 3 - Interruzione del duetto e aumento
da un gesto G3 ha una funzione di in complessità fino al primo climax (2’.43’’/
TRANSIZIONE verso la sottosezione ‘3.55’’)
successiva.
In questa sezione il materiale presentato
- A 2 - Duetto (0’.55’’ / ‘2.43’’) nelle due antecedenti subisce un
ulteriore SVILUPPO. Mentre assistiamo
In questa sezione si comincia ad ad un processo di DISPERSIONE e
ESTENDERE e SVILUPPARE il materiale DECELERAZIONE rispetto ai fitti fraseggi
presentato nell’introduzione e ad aumentare del duetto, il grado di trasformazione
il grado di complessità del fraseggio, aumenta. Gli elementi G2 e G3 vengono
organizzandolo in vere e proprie FIGURE. gradualmente trasportati verso l’acuto e il
Dal carattere totalmente percussivo, il grave aumentando la densità spettrale in
duetto produce un lento ma costante questa sezione rispetto alle precedenti.
processo di accumulazione. Il materiale è Anche le code di armonici vengono
sempre delle tipologie morfologiche della enfatizzate e stratificate con risonanze
sezione precedente, G1 (meno frequenti) artificiali (forse di origine sintetica) e con
ma soprattutto G2 e G3 costituiscono risonanze di altri materiali percossi, come
l’ossatura dei complicati fraseggi. ad esempio a 2’.54’’, quando ascoltiamo
L’oggeto G4 (assenza di rilascio) ha come un materiale metallico con la sua risonanza
nell’introduzione una funzione (G1) che sembra molto diversa da quelle
GENERATIVA e la sua comparsa ci generate dalla ceramica. Questo suono ha
ANNUNCIA nuovi gradi di trasformazioni una chiara funzione di ANTICIPAZIONE,
e la comparsa di suoni nuovi, come i due infatti sarà questo tipo di risonanza che
colpi di cowbell a 2’.24’’ (sempre sotto la prenderà il sopravvento al termine di questa
categoria G1). sezione e attraverso diversi e graduali
In questa sezione le trasformazioni processi di trasformazione (sovrapposizione
(perlopiù trasposizioni verso il grave o con le risonanze delle pentole di ceramica,
acuto) sono quasi assenti e faranno la loro trasposizione) ci guida alla sezione centrale.
comparsa più prominente nella successiva Verso la fine di questa terza sottosezione
sottosezione. Il duetto è caratterizzato più troviamo diversi elementi con funzione di
che altro da un virtuoso lavoro in fase di ANTICIPAZIONE e INNESCO: innanzitutto
montaggio. Gli oggetti G2 e G3 vengono notiamo il graduale spostamento da un moto
organizzati dal punto di vista temporale in statico nello spazio spettrale ad un moto
complessi pattern e sequenze, a volte quasi caratterizzato da glissandi. Le risonanze
sovrapponendosi e coesistendo a formare degli elementi percussivi infatti vengono
una sorta di macro oggetti. In questa parte trasportate gradualmente verso il grave e
si avverte una forte sensazione di tensione l’acuto in un fitto intreccio vorticoso che
musicale che non si interrompe nemmeno ci preannuncia, in maniera meno articolata
nei brevi momenti di respiro acustico, e di più breve durata, le sonorità che
quando per brevi istanti il compositore caratterizzeranno la fine della sezione B.
Un altro importante elemento che compare causate da rapidi glissandi mentre un
gradualmente verso la fine della sezione A è suono più continuo, polarizzato circa su
la tessitura gestuale (T1) che sarà l’elemento un MI bemolle, viene anch’esso perturbato
portante della macro sezione centrale. in altezza, con rapidissimi glissandi ma in
Nel contesto della sezione A questo maniera molto sporadica. Questo produce gli
elemento ha sicuramente una funzione di unici elementi micro gestuali che si mettono
INTENSIFICAZIONE e ACCUMULAZIONE in ANTAGONISMO SIMULTANEO con il
ma è sicuramente associabile ad un ruolo flusso ritmico della tessitura pulsante. Non
di INNESCO e INTRODUZIONE rispetto sono di grande rilevanza ma sicuramente
alla sezione B, è un suono che non ha alcun si percepisce una funzione IMITATIVA dei
legame con quello che abbiamo ascoltato suoni percussivi caratteristici della sezione
fin’ora, la sua comparsa viene solo preparata A, tipo G1.
dalle risonanze glissanti, anch’esse in un In questa sezione compare anche la
ruolo anticipatorio nella sezione A per poi tessitura grave T2. Quest’ultima è generata
divenire uno degli elementi tematici e più dai suoni di ceramica tipo G3, trasportati
rilevanti in quella seguente. verso il basso e montati in modo da creare
La sezione A si conclude con un un continuo costante nel moto nella
“cluster” formato dalle varie trasposizioni durata; scomparirà gradualmente fagocitato
sovrapposte degli oggeti G2 e G3, le dall’accumulo di materiale che conclude
code risonanti, giunte al massimo grado la sezione B. Possiamo dividere questa
di accumulazione, si diradano in un lento macro sezione in almeno due parti: una
glissato divergente. Quest’ultimo macro relativamente statica e una seconda in
gesto non ha un carattere conclusivo ma cui si assiste di nuovo ad un importante
piuttosto una funzione di SOSPENSIONE e processo accumulativo (comprende
ancora ANTICIPAZIONE. le sezioni 2 e 3 di Harrison). Veniamo
quindi condotti ad un secondo climax che
SEZIONE B conclude l’intera sezione.
BIBLIOGRAFIA
5. Conclusioni
S. Roy, “L’analyse des musiques èlectroacoustique: Modèles et
propositions” [ L’Hattarman 2003]
“Klang” è sicuramente un brano molto vario
che suggerisce un accenno ad una storia o L. Camilleri - Metodologie e concetti analitici nello studio di musiche
elettroacustiche [Rivista Italiana di Musicologia, 28(1), 1993]
ad una riconoscibile progressione temporale
ma non è così chiaro e letterale da mettere Camilleri L. e Smalley D. (a cura di) - Analysis of Electroacoustic
Music, [ Journal of New Music Research, 27 (1-2), 1998]
l’ascoltatore in condizione di individuare
schemi ricorrenti e regolari. Smalley, Denis - The Listening Imagination: Listening in the Electro-
acoustic Era [ in companion to Contemporary Musical Thought, J.
E’ una composizione a livello sonoro molto Paynter, R. Orton et al. eds., Vol. 1. (London: Routledge, 1992)]
G3 T2
G1
T1
G2
GLISSANDI
G4 DENSITÀ SPETTRALE