Sei sulla pagina 1di 32

IL RUMORE NEL SUONO (E NELL’ARMONIA)

RIFLESSIONI SU UN’INTUIZIONE DI JEAN-JACQUES ROUSSEAU

Alessandro Arbo (Université de Strasbourg)


0. Introduzione

1. Significati del rumore

2. L’armonia come rumore

3. Rumore e imitazione

4. Il rumore nell’armonia
0. Introduzione

Suono ßà Rumore

Armonia ßà Rumore


1. Significati del rumore

1) Rumore come disturbo à ogni sorta di segnale che confonde o


intorbida la ricezione di un messaggio

— Teoria dell’informazione
— Parlare comune (tropo: metonimia)
2) Rumore come suono confuso e/o sgradevole

(fenomenologico: 2.1)

Significato psico-acustico

(soggettivo: 2.2)
3) Rumore come suono complesso e irriducibile (opposto a suono
armonico)

Significato musicale (fondato su una distinzione percettiva)


4) Rumore come somma di oscillazioni irregolari, intermittenti o
statisticamente casuali
Significato fisico-acustico

à riferimento esplicito a una sorgente (causa) del rumore (corpi


solidi oscillanti, colonne d'aria oscillanti, corpi in movimento rapido,
gas rapidamente fuoruscenti, incrementi rapidi di pressione) e a un
mezzo elastico di propagazione (l’aria).
2. L’armonia come rumore

Jean-Jacques Rousseau:

— Lettre sur la musique française (1754)


— Essai sur l’origine des langues (ca 1760)
— «Bruit» in Dictionnaire de musique (1768)
Lettre sur la musique française (1754)

Musicisti francesi

à impossibile trasformare in canti gradevoli le espressioni di una


lingua « qui ne serait composée que de sons mixtes, de syllabes
muettes, sourdes ou nasales, peu de voyelles sonores, beaucoup
de consonnes et d’articulations ».
Strategia à “supplenza”
Al posto di una bella melodia, tanti ornamenti, un accumularsi di
dettagli, una cura del dettaglio armonico, un moltiplicarsi degli
accompagnamenti. Insomma: « pour ôter l’insipidité, ils
augmenteraient la confusion ; ils croiraient faire de la musique et ils
ne feraient que du bruit ».

Bruit = proliferare di segnali/interferenze che generano confusione

[à significati 1 e 2]

— Contrappunto (portali gotici nell’architettura religiosa)


— b.c. con armonie troppo riempite
Essai sur l’origine des langues (ca 1760)

Confronto con Rameau


Questione centrale: l’armonia può veramente considerarsi come
fondata in natura?

Natura (a), pre-umana à vibrazione, suono, armonici

Natura (b), umana à parola, linguaggio, melodia


Armonia musicale = pretende fondarsi su (a) ma in realtà:

à deforma il suono naturale (alterazione delle proporzioni naturali)

Congettura: all’orecchio di un selvaggio le consonanze


suonerebbero come del rumore

[significato 1 e, con una torsione semantica, 3]

Tesi di Rousseau: la sola armonia naturale è l’unisono


Armonia à bellezza presunta naturale, ma in realtà è
convenzionale (bisogna abituarsi, non si giustifica su basi naturali)
3. Rumore e imitazione

à imitazione della natura (dall’antichità a Charles Batteux)

Imitazione della natura (in musica) = imitazione dei rumori naturali

Funzione insufficiente in musica (è necessaria una forma di


supplenza):
« il faut toujours dans toute imitation qu’une espèce de discours supplée à
la voix de la nature. Le musicien qui veut rendre du bruit par du bruit se
trompe ; il ne connaît ni le faible ni le fort de son art ; il en juge sans goût,
sans lumières ; apprenez-lui qu’il doit rendre du bruit par du chant, que s’il
faisait croasser des grenouilles il faudrait qu’il les fit chanter ; car il ne suffit
pas qu’il imite, il faut qu’il touche et qu’il plaise, sans quoi sa maussade
imitation n’est rien, et ne donnant d’intérêt à personne, elle ne fait nulle
impression ».

à in senso stretto il rumore rimane fuori (conviene che rimanga fuori)


dall’espressione musicale (fondo oscuro, sordo, indeterminato)
Lettre e Essai (conclusioni):

1) un modo comune di concepire il rumore come disturbo


(soprattutto significato 1);
2) un quadro (tradizionalmente) scettico nei confronti della
possibilità d’integrare il rumore nell’espressione musicale.
4. Il rumore nell’armonia
Obiettivo: descrizione degli usi del termine nel lessico musicale

Due modi di considerare il rumore:


1) (di maggiore sviluppo nell’articolo) opposizione concettuale
rispetto al suono (possiamo riferirci al significato 3 ma poi le
osservazioni toccano anche 2 e 4). Rousseau intende discutere
questa opposizione
2) fa riferimento al significato più generico (1)
Ipotesi:
Suono = « [il] n’est appréciable que par le concours de ses
harmoniques »
Rumore = « ne l’est point parce qu’il en est dépourvu ».

Fonti?

J.-P. Rameau, Génération harmonique (1737)


D. Diderot, Principes généraux d’acoustique (1748)
Diderot:

« Le bruit est un ; le son au contraire est composé : un son ne


frappe jamais seul nos oreilles ; on entend avec lui d’autres sons
concomitants, qu’on appelle ses harmoniques ».

Rousseau:
Osservazione empirica: la risonanza per simpatia di una corda
vibrante mostra che le sue aliquote sono sollecitate sia in presenza
di un suono sia in presenza di un rumore.
à Il rumore contiene numerose aliquote e non deve essere di una
natura diversa da quella del suono

Ipotesi di Rousseau: il rumore risulta dalla “somme d’une multitude


confuse de sons divers, qui se font entendre à la fois, et contrarient
en quelque sorte mutuellement leurs ondulations”.

Osservazione: un rumore prodotto nelle vicinanze di un


clavicembalo fa risuonare più corde insieme (“perché non ce n’è
una che non trovi il suo unisono o i suoi armonici”).
à Il suono come una sottospecie del rumore
Articolo “Son”:
(Encyclopédie) à il suono come “une espèce de bruit permanent et
appréciable”
(Dictionnaire de musique) à il suono come “un bruit résonnant et
appréciable”

Rumore à significato 3

(Non apprezzabile = troppo complesso perché riusciamo a


identificare il suo unisono)
Rumore: suono in senso generico
[Claude Perrault, Traité du bruit, 1680]

Articolo “Bruit”

à con il rumore è possibile produrre suono


à con il suono è possibile produrre rumore (esempi: clavicembalo e
campana)
J.-F. Rebel, “Chaos” (1737)
à intensità (campana)
à somma di frequenze (cluster sul clavicembalo)

L’argomento fa valere essenzialmente i significati 2 e 4 (ragioni


percettive e fisico acustiche)

[nel campanile] à l’intensità delle vibrazioni finisce per rendere


sensibile la risonanza di un numero più elevato di suoni parziali
(aliquote) e precisamente questo mélange di suoni tanto diversi fra
loro (non solo i primi armonici, ma i parziali corrispondenti a sezioni
della corda come la settima, la nona o la centesima parte) fa l’effetto
di un rumore.
à “tout cela fait ensemble un effet semblable à celui de toutes les
touches d’un clavecin frappées à la fois, et voilà comment le son
devient bruit”.

à il confine fra suono (armonico) e rumore non può essere tracciato


in modo netto (differenza di grado e non di natura)
à nel suono prodotto dalla vibrazione di un corpo vibrante — cioè
proprio nel cuore del fenomeno sul quale Rameau aveva inteso
fondare la teoria armonica — di fatto c’è già del rumore (basta
saperlo scovare e ingrandire)
Intuizione in linea con quella che farà da sfondo al progetto di
esplorazione della materia sonora perseguito due secoli più tardi
dallo spettralismo

à l’analisi microscopica del suono prodotto da uno strumento rivela


che, accanto alla presenza degli armonici principali — sui quali
Rameau aveva imperniato tutta la sua teoria armonica — esistono
dei parziali inarmonici la cui amplificazione traccia il passaggio
progressivo dall’impressione di un suono a quella di un rumore.
[à da questa visione si può facilmente giungere all’idea di una
integrazione di suoni complessi e del rumore nella logica musicale]
Divergenze dallo spettralismo:

à manca una considerazione dinamica e temporale del fenomeno


sonoro
à manca una considerazione delle potenzialità simboliche ed
espressive del suono-rumore

L’analisi “fotografa” due istanti fuori dal tempo: dalla somma delle
aliquote effettivamente rese percettibili si può desumere che il
corpo vibrante sta producendo suono o rumore.
Spettralisti à la complessità della composizione di un suono va
pensata insieme alla sua natura intimamente dinamica: è isolando
e amplificando i parziali prodotti da transitori di attacco o di
estinzione che viene resa sensibile, in un ascolto dilatato, la sua
periferia rumorosa.

Rousseau = l’unico elemento in grado di assicurare al suono della


musica un’autentica dimensione temporale è quello che ne
garantisce anche il suo potere d’imitazione: la melodia.
à Per scoprire fino a che punto il rumore è annidato nel suono e
nell’armonia, c’era bisogno di entrare nella vita del suono (Grisey)
non di esaminarlo in una sua immobile istantanea.

In un secolo [XVIII] che ha segnato l’apoteosi del modello teorico di


Rameau e in particolare dell’idea che l’armonia possa considerarsi
fondata sul fenomeno della risonanza di una corda vibrante, le
considerazioni di Rousseau manifestano un sicuro interesse: se
proseguiamo nell’osservazione della serie delle aliquote, il rumore
ci apparirà non come l’opposto del suono, ma come la sua ombra.

Potrebbero piacerti anche