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dell'infanzia e primaria di
Licia Mari
Musica
Università Cattolica del Sacro Cuore - Brescia
43 pag.
CAPITOLO 1: INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO E NUOVI SCENARI: DALLA LETTURA DEL TESTO
MINISTERIALE ALL’AZIONE DIDATTICA ATTRAVERSO LA PROGETTAZIONE
INDICAZIONI NAZIONALI E NUOVI SCENARI
Le indicazioni nazionali per il curricolo del 2012 sostituiscono quelle del 2007, sono il testo di riferimento
per la scuola dell’infanzia e primaria; definiscono il ruolo della scuola, i principi fondanti, le finalità, la
formazione dell’alunno.
Il rapido sviluppo tecnologico consente la disponibilità di informazioni e conoscenze, accessibili a chiunque:
ciò genera nuovi rischi e marginalità; i cambiamenti in atto aumentano la vulnerabilità, molte persone
rinunciano a servizi e beni primari come le cure e l’istruzione per bambini e giovani.
La scuola ha dovuto interrogarsi sui temi della convivenza civile e democratica, dal confronto interculturale
e delle politiche di inclusione. Importanti istituzioni sovranazionali (ONU, UE) hanno raccolto sollecitazioni
dalla società emanando documenti che richiamano gli stati a un maggior impegno per la sostenibilità,
cittadinanza europea e globale, coesione sociale.
L’azione educativa e didattica va rivista nell’ottica della formazione del cittadino.
Nel 2018 il CNS, guidato dal prof. Italo Fiorin ha prodotto indicazioni Nazionali e nuovi scenari con lo scopo
di guidare la scuola nella predisposizione della loro offerta formativa e della progettazione nel complesso
scenario sociale e culturale. Questo documento rilegge quello del 2012, riflettendo sullo sviluppo di
competenze per la cittadinanza attiva e la sostenibilità, ciò ha come fine la formazione di competenze
metacognitive, metodologiche e sociali che promuovono lo sviluppo integrale della persona.
Questo percorso si attua attraverso:
Sviluppo di competenze linguistiche per l’inclusione sociale e la partecipazione democratica;
Studio della storia, come componente per la consapevolezza, costruzione e rispetto della propria
identità culturale;
Studio della geografia per la comprensione di temi economici, sociali, ambientali di attualità,
sviluppando competenze di cittadinanza attiva e senso di responsabilità;
Sviluppo di competenze matematiche e del pensiero computazionale per acquisire capacità logiche
e critiche, risolvere i problemi, applicando strategie conoscitive e ricercandone di nuove;
Educazione motoria per promuovere esperienze cognitive, culturali, sociali, affettive, per sviluppare
la consapevolezza di sé stessi e il rispetto del proprio corpo.
Arte e musica, sono fondamentali per lo sviluppo armonioso della personalità, formazione della
persona e di cittadino capace di esprimersi con modalità diverse.
Si ribadisce il valore della musica nello sviluppo della persona, occasione per fare esperienza di cittadinanza
attiva.
Pe il valore formativo della musica è necessario riferirsi alle indicazioni Nazionali del 2012 al campo di
esperienza immagini, suoni e colori e alla disciplina della musica nella scuola primaria.
LA SCUOLA PRIMARIA
Nella scuola primaria la musica è trattata come disciplina separata e i traguardi che le indicazioni
propongono sono legati a competenze di tipo musicale.
Nelle indicazioni nazionali nelle competenze troviamo l'uso di verbi come: comunica, esprime, racconta,
utilizza, inventa, scopre, ascolta, sperimenta, esplora, ai quali nella scuola primaria si aggiungono: esegue,
conosce, descrive, comprende, elabora, interpreta. Il soggetto è sempre il bambino, l'insegnante nella
stesura degli obiettivi deve prestare attenzione:
- alla centralità del bambino come protagonista attivo della sua esperienza;
- il carattere pratico ed esperienziale delle attività;
- la gradualità degli apprendimenti in relazione allo sviluppo dei processi cognitivi.
L'insegnante guida il bambino nell’esplorazione, nella scoperta, nella sperimentazione, nel raggiungimento
di competenze.
LA PERCEZIONE E LA SCOPERTA
La percezione è per il bambino il primo approccio conoscitivo e di scoperta del mondo. La percezione inizia
dai primi mesi di vita: il neonato riconosce la voce della mamma, i suoni e rumori dell'ambiente. Si avvia poi
alla scoperta della propria voce e del proprio corpo e successivamente degli oggetti. Il bambino nella scuola
dell'infanzia ha già esperienze uditive pregresse ma non sempre ne ha consapevolezza. L'alunno va
accompagnato nel suo processo di esplorazione affinché prenda coscienza dell'ambiente sonoro
circostante, imparando a cogliere il fatto che il dato uditivo è portatore di informazioni e di significati,
attraverso i quali il bambino costruisce una rappresentazione simbolica della realtà. Il percorso di
esplorazione parte dal proprio corpo, dalle voci dei compagni, dai rumori della scuola, per poi prendere in
esame eventi sonori non presenti nella scuola, ma che rientrano nell’esperienza del bambino.
L’ASCOLTO GUIDATO
Il bambino diventa consapevole della realtà che lo circonda se ha gli strumenti per interpretarla, ma ciò può
avvenire se prima è in grado di ascoltarla e di cogliere gli elementi costitutivi. L' ascolto è un'azione
intenzionale e impegnativa. Prima dell’inizio dell’attività di ascolto è fondamentale esplicitare al bambino
perché gli chiediamo di ascoltare. L'ascolto richiede capacità di attenzione e di autocontrollo, deve essere
breve e chiara. Bisogna inoltre creare un ambiente idoneo, trovare uno spazio e un tempo dedicato. Le
attività di discriminazione uditiva dei suoni e dei rumori devono essere strutturate dall’insegnante e
calibrate nei contenuti e nei tempi. La capacità di ascolto nel bambino è limitata in termini di tempo, ma
aumenta se si inserisce l’ascolto in una narrazione mimata o accompagnata da immagini. Si può per
esempio far ascoltare al bambino una sequenza di suoni e poi muoversi per andare a cercare l'immagine
corrispondente alla fonte sonora, mimare con il proprio corpo un oggetto, posizionarsi in luoghi. Gli aspetti
tecnici che il bambino ha imparato a discriminare e ha sperimentato con il corpo e la voce subiscono un
processo di astrazione e teorizzazione. Si impara ad ascoltare per riconoscere le caratteristiche del suono,
affinare l'orecchio musicale per cogliere i gradi dell’intensità, percepire le diverse altezze per ricostruire una
sequenza di suoni e comprendere che cos'è una melodia, analizzare il timbro degli strumenti. Il lavoro di
percezione e comprensione è finalizzato all'ascolto competente e alla comprensione di brani musicali.
L'ascolto guidato è un'attività che va iniziata presto e portata avanti con gradualità. L'ascolto permette di
provare emozioni, viaggiare con la fantasia, stupirsi, incontrare nuove culture, costruire nuovi bagagli di
LA PRATICA STRUMENTALE
Quando si affronta la pratica strumentale a scuola è impossibile pretendere che i nostri alunni guardino lo
strumento suonato dall’insegnante e che resistano alla tentazione di provarli. La musica è un'attività
rumorosa, ma strutturata con regole ben precise. Importante è l'attività di manipolazione, esplorazione
sperimentazione poiché contribuiscono alla maturazione psicofisica del bambino e le competenze le abilità
acquisite gli permettono di intervenire nel mondo musicale con maggiore precisione e affinate capacità
motorie e coordinative. Partendo dalla semplice presa di coscienza della sensazione tattile del contatto con
lo strumento che vibra per produrre il suono, si arriva alla ricerca delle modalità per ottenere un
determinato effetto in relazione le caratteristiche del suono: intensità, dinamica, timbro.
Si possono progettare semplici attività come individuare gli elementi di un ambiente sonoro e riprodurlo
utilizzando oggetti e strumenti oppure inventare un ambiente e sonorizzarlo. L'aspetto più importante della
pratica strumentale e lo sviluppo del senso ritmico. Il ritmo non si può spiegare al bambino, ma bisogna
sentirlo sulla pelle, nelle mani, nei piedi, cantarlo, suonarlo, batterlo, marciarlo.
Nella progettazione delle attività dobbiamo tenere in considerazione gli obiettivi di apprendimento che
suggeriscono tre principi fondamentali:
- partire dal corpo;
- porre le attività in forma ludica;
- rispettare la progressione degli apprendimenti.
Lo sviluppo del senso ritmico coinvolge sfera cognitiva, motricità fine, prassie e capacità di coordinazione.
Attraverso il canto di filastrocche accompagnate dall’esecuzione di gesti sonori e la partecipazione a giochi
musicali l'alunno inizia a entrare in contatto con un'esperienza ritmica strutturata e a sentire il bisogno di
accordarsi con altri. L'esperienza ritmica vissuta in gruppo permette la percezione del ritmo, un
coinvolgimento maggiore, il bambino è consapevole di essere o meno in armonia con gli altri e di
autoregolarsi. Importante è il contatto fisico, sentire il ritmo sul proprio corpo.
Le richieste sono poi più complesse, le cellule ritmiche legate alla recita di una filastrocca diventano
combinazioni più lunghe, da eseguire con voce o strumenti e possono richiedere una maggiore padronanza
tecnica. Si può arrivare a seguire la pulsazione ritmica di un brano, creare ed eseguire un
accompagnamento a una canzone o un brano orchestrale registrato.
LA PRATICA VOCALE
La produzione vocale parte dall’esplorazione dalla scoperta delle proprie potenzialità e deve rispettare le
possibilità fisiche del bambino. Sperimentare la propria voce significa scoprire di poter emettere suoni di
diverse intensità e altezze, arricchire la voce di possibilità espressive e timbriche nuove. Si può provare il
piacere di rompere la voce ossia emettere un suono lungo mentre si batte sul petto o si salta.
Sperimentare onomatopee, sonorizzare ambienti, partecipare a giochi musicali di gruppo, sono attività che
arricchiscono la voce di nuove possibilità espressive e aiutano il bambino ad andare oltre la postura del
parlare quotidiano. Il canto è un'attività complessa che implica la percezione delle altezze dei suoni e della
melodia, il controllo della voce, la capacità di riprodurre combinazioni ritmiche, abilità linguistiche, capacità
di accordarsi. Carl Orff e Kodaly raccomandavano di utilizzare canti strutturati sulla scala pentatonica,
composti all'interno di una scala di 5 note, poste tutte alla distanza di un tono l'una dall'altra, è la scala sulla
quale si basano filastrocche e canzoni per bambini.
CONSERVAZIONE E TRASMISSIONE
La musica è regolata da leggi precise e al contempo irrazionali. Il bambino prende coscienza della
caratteristica di presenza-assenza e della necessità di trovare un modo per non perdere quanto è stato
eseguito, inventato e imparato, un modo per ricordare. L'esigenza di trovare un modo per scrivere la
musica nasce infatti dall’esigenza di conservare, trasmettere. Scrivendo utilizzando sia il sistema di
notazione convenzionale che simboli inventati, il bambino compie un processo di astrazione e
simbolizzazione. Così, ad esempio, dopo avere imparato a sonorizzare un ambiente, si potranno produrre
partiture non tradizionali, ma si presenta la necessità di trovare simboli condivisi e di accordarsi sui
significati. Un altro problema sarà di rappresentare la successione di suoni e la simultaneità.
L'orizzontalità e la verticalità della scrittura e della lettura sono il primo approccio alla melodia come
sequenza di suoni e all'armonia come combinazione simultanea.
La rappresentazione grafica di suoni rispetto a una o due linee di riferimento ci porta all'introduzione del
pentagramma come sistema per la rappresentazione delle altezze.
L'introduzione dei valori ritmici può essere introdotta nei primi anni della scuola primaria, come corollario
alle attività pratiche. I sistemi di notazione non tradizionale sono propedeutici e funzionali all' introduzione
del sistema tradizionale e si scelgono proprio per le caratteristiche di maggiore immediatezza, perché i
simboli sono di più facile codifica. Il loro scopo è di facilitare il percorso, ma devono avere il carattere della
scientificità, fornire strumenti necessari per comprendere la struttura del ritmo e consentire il
raggiungimento dell'obiettivo. La melodia è combinazione di altezze, di durate dei suoni, per leggere e
scrivere una melodia bisogna conoscere la posizione delle note sul pentagramma e leggere il ritmo. Un
bambino prenderà coscienza di cos'è una melodia se avrà la possibilità di sperimentare e di eseguire
melodie con strumenti e con la voce.
DIDATTICA DELL’INTENSITÀ
L’INTENSITÀ E LE SUE GRANDEZZE
L'intensità è la grandezza del suono che quantifica il volume e permette di distinguere i suoni deboli da
quelli forti. L'intensità fa parte della comune esperienza quotidiana. Insegnare l'intensità significa mostrare
tutte le sue sfumature e le diverse gradazioni sonore: fortissimo-forte, mezzo-forte, piano, mezzo piano,
pianissimo. Nell’intensità è compreso anche il silenzio, inteso come assenza di suono, un non suono,
fondamentale per dar respiro alla musica.
IL SILENZIO
Abituare i bambini ad apprezzare il silenzio è importante soprattutto nella realtà in cui viviamo, circondata
da suoni sia piacevoli che fastidiosi.
Il rischio è di non riuscire a sviluppare la capacità di gustarsi la bellezza della tranquillità e di abituarsi a
comprare azioni con la presenza di un sottofondo sonoro. Il silenzio è alleato della concentrazione e risulta
fondamentale in un percorso di educazione musicale e nell’apprendimento. Uno dei maggiori problemi per
ogni maestro è quello di ottenere il silenzio. L'educazione musicale può aiutare in questo. Bisogna
innanzitutto riflettere con gli allievi su cosa sia il silenzio e a che cosa serve. Si possono porre alla classe
alcune domande stimolo:
- posso ascoltare il silenzio? Come mi devo comportare per poterlo sentire? Cosa devo usare per
sentirlo? A cosa serve e quando può essere utile stare in silenzio?
È opportuno invitare i bambini ad ascoltare il silenzio. Il silenzio assoluto non esiste, sono presenti sempre
altri suoni, è difficile che tutti gli alunni stiano fermi e immobili per un lasso di tempo senza creare un flebile
suono. L'intento è quello di dimostrare come si possono ottenere momenti di pace di calma. Alcuni alunni
potrebbero mettersi a ridere creando confusione, non è opportuno sgridarli, vanno indotti a riflettere su
cosa ha creato in loro queste difficoltà.
Per apprezzare il silenzio sono utili gli esercizi di rilassamento. Far stendere gli alunni per terra a pancia in
su, mettere come sottofondo una musica lenta e rilassante. Con voce calma proponiamo ai bambini di
chiudere gli occhi e li invitiamo ad inspirare ed espirare profondamente.
Un'altra attività da realizzare con una musica tranquilla è il massaggio musicale. Dopo aver richiesto ai
bambini di disporsi in coppia, si invita uno dei due massaggiare la schiena e il corpo del compagno. Stesso
gioco si può fare con tutta la classe disponendosi in cerchio e massaggiare la schiena del compagno di
fianco.
Si può proporre il mimo musicale: l'insegnante esegue dei movimenti lenti, delicati e leggeri seguendo
l'andamento della musica, i bambini devono riprodurli. Tutte queste attività devono essere svolte in silenzio
SILENZI E SUONI
Si può introdurre la pausa sonora al mondo dei suoni che ci circondano utilizzando il binomio silenzio-
suono. Importante è l'attività corporea.
Un esercizio potrebbe essere move and freeze. È necessario una musica piacevole che simuli la voglia di
ballare. Quando è presente la musica i bambini possono muoversi a piacimento, quando viene interrotta
devono rimanere immobili e in silenzio. L'obiettivo è riconoscere i momenti di suoni, di pausa e saperli
interpretare gestendo il proprio corpo e la propria voce. L'attività può essere riproposta con la regola
inversa: stare fermi quando c'è la musica e muoversi quando c'è il silenzio.
Un'altra variante è quella di utilizzare gli strumenti musicali o gli oggetti sonori. Si suonano le maracas o i
cucchiai quando c'è la musica, si rimane in silenzio quando c'è pausa. Si possono inventare molte varianti
creative anche insieme ai bambini.
È opportuno iniziare dalla scuola dell'infanzia a proporre lavori sul silenzio, i bambini vedono l'insegnante
come figura di riferimento da seguire. Se riusciamo a tenere il silenzio senza urlare significa che abbiamo
ottenuto la loro fiducia e il loro rispetto.
LE GRADUZIONI DELL’INTENSITA’
Possono essere svolte attività sulle altre gradazioni di intensità: piano e forte. I bambini sanno distinguere
se un suono è debole e forte. Il problema è che non ne sono consapevoli e non sempre usano un tono di
voce consono. una proposta potrebbe essere la creazione di un cartellone nel quale inserire da una parte i
luoghi e le situazioni nelle quali è richiesto di mantenere un volume di voce basso o di stare in silenzio,
dall’altra i luoghi in cui è possibile sfogarsi.
Si può usare la posizione corporea per rappresentare i vari gradi di intensità (PAG.47 ESEMPI). Quando si
utilizza lo strumentario Orff avvalersi di tutte le gradazioni di intensità rende la musica più varia e
coinvolgente. Con l’ascolto di brani di epoche e di generi diversi è possibile affinare l'ascolto, sottolineando
come uno strumento possa suonare sia pianissimo che il fortissimo, come si possono ottenere effetti di
dinamica con l'uso di più o meno strumenti.
LA SCRITTURA MUSICALE
La musica è una scrittura fatta di simboli e segni. Non è opportuno insegnare i bambini la decodifica dei
segni musicali convenzionali, ma è più adatto e stimolante trovare simboli di altro tipo che fungano da
propedeutica. Si può chiedere agli alunni di rappresentare suoni di diversa intensità. Spesso risulta che il
cerchio è un simbolo facile e chiaro per identificare un suono. Si preparano brevi spartiti redatti con i segni
non convenzionali scelti e si impara a leggerli decodificando i simboli, utilizzando un suono onomatopeico
come Bum (pag. 49). L'utilizzo di una figura geometrica risulta utile, crea uno spartito intercambiabile: Può
essere riprodotto utilizzando timbri diversi: la voce, gli strumenti, gli oggetti sonori o i suoni corporei. Si può
dividere la classe in due gruppi e ad ogni gruppo assegnare una consegna diversa: uno esegui suoni forti,
l'altro i suoni deboli. Variando l'esecuzione si rinforzano i concetti in modo dinamico e coinvolgente. Ogni
alunno può comporre un suo spartito dell’intensità sul proprio quaderno per poi realizzarlo con i compagni.
Utilizzando delle immagini di oggetti, parti del corpo, animali è possibile costruire uno spartito più semplice
e di immediata comprensione che possono leggere e realizzare anche i bambini della scuola dell'infanzia.
Ad esempio (pag. 50-51-52), mano piccola batto le mani piano, mano grande batto le mani forte. Una volta
interiorizzati i concetti di piano e di forte si può inserire anche un simbolo per il silenzio, ad esempio
l'immagine di un dito portato la bocca.
È importante che l'insegnante dia l'attacco a ogni simbolo in modo che gli alunni li eseguono con le stesse
velocità o la stessa durata. Con i bambini di sei anni si può realizzare uno spartito adoperando le lettere
dell'alfabeto di due grandezze diverse. Ad esempio, la lettera grande viene pronunciata forte, quella piccola
piano.
Un passo successivo è rappresentato dai segni di dinamica usati convenzionalmente dai musicisti, che si
iniziano utilizzare con la scrittura convenzionale si del ritmo che delle altezze.
CATALOGAZIONE
Con cd, dvd, video è possibile avere a disposizione suoni lunghi e corti che il mondo attorno a noi offre. Con
l'aiuto di disegni, immagini e fotografie si possono preparare cartelloni, inserire storie inventate e proposte
dall'insegnante.
LO STRUMENTARIO ORFF
Si chiede ai bambini di mettere in un gruppo tutti gli strumenti che producono suoni lunghi, come triangolo,
piatti, xilofono, campanelle; in un altro quelli brevi, come tamburo, legnetti, maracas. Si può approfondire
la scoperta utilizzando un cronometro e misurando la lunghezza dei suoni prodotti. L'inserimento dei dati in
una tabella mostra che alcuni strumenti producono suoni molto lunghi, altri invece molto brevi e difficili da
misurare. Se gli strumenti vengono suonati una seconda volta la tabella potrebbe portare valori diversi.
Con i bambini si scopre che questo dipende dalla forza adoperata per percuotere uno strumento: maggiore
è la forza, più lungo il suono prodotto. Si nota come in uno stesso strumento può essere percosso con
modalità differenti producendo suoni di lunghezze diverse. Si comprende con uno strumento che l'oggetto
produce un suono più lungo di un altro per quanto è maggiore la loro capacità di vibrare. Ciò introduce la
necessità di sapere quanto far durare un suono mentre si esegue un pezzo insieme e se esiste un'unità di
misura comune che permette di calcolare la lunghezza dei suoni da realizzare. La durata dei suoni è
congiunta al concetto di tempo ma anche a quella di battito e di velocità.
USIAMO IL CORPO
LA BODY PERCUSSION
Si tratta di far diventare il nostro corpo uno strumento musicale, attraverso variazioni: battere le mani sul
petto, sulle cosce, sulle guance, battere i piedi a terra. Utilizzando una base musicale si possono suonare i
timbri corporee trovati dall’insegnante insieme con gli alunni. Utilizzando due suoni diversi si possono
creare delle sequenze semplici poi più complesse. Si forniscono strumenti con cui i bambini possono creare
la loro personale sequenza. È importante cercare di mantenere la stessa velocità di pulsazione, abituando i
piccoli ad ascoltare e percepire i battiti regolari e costanti della musica, ricordando che ogni suono corporeo
rappresenta una pulsazione. Questi esercizi prevedono degli obiettivi secondari: accrescere la capacità di
attenzione e concentrazione, stimolare fantasia e creatività, insegnare ad ascoltare se stessi, gli altri e la
musica, migliorare la memorizzazione, suonare tutti insieme, prendere coscienza del proprio schema
corporeo.
Bisogna poi riprendere le musiche usate per le attività motorie e accompagnarle con lo strumentario Orff. Il
suono eseguito con il battito delle mani viene suonato con i legnetti, quello dei piedi con il tamburo.
È opportuno eseguire i primi esercizi con la body percussion o con lo strumentario Orff senza lo spartito in
modo che gli alunni si concentrino sulla velocità delle pulsazioni e sulla successione dei suoni corporei.
Si avvia poi a una prima scrittura musicale non convenzionale utilizzando delle immagini. La musica si
compone sia di pulsazioni sonore che silenziose: si può introdurre il concetto di pausa (pag. 67-68-69).
Un altro gioco può essere quello del detective. L'insegnante suono uno spartito e i bambini, scegliendolo tra
tutti quelli riportati su una scheda, devono identificare quello corretto. Si possono utilizzare anche suoni
onomatopeici.
Una volta consolidato il concetto di battito costante, con la possibilità di rappresentarlo graficamente, non
risulta difficile trasformare immagini e simboli scelti nella notazione convenzionale, introdurre quindi un
unico un segno che rappresenta le note di valore 1/4, si chiama semi-minima e alla durata di una
pulsazione.
Con i bambini del secondo ciclo della scuola primaria si può iniziare un primo approccio alla scrittura
musicale utilizzando note e pause da ¼. le note vanno scritte su una linea orizzontale chiamata linea del
ritmo, incasellate in battute.
Nella scrittura musicale c'è un simbolo per ogni valore di durata del suono, si deve quindi affrontare il
ritmo.
DIDATTICA DELL’ALTEZZA
L’ALTEZZA
L'altezza risulta essere la caratteristica più astratta e la più problematica da definire da far comprendere agli
alunni. Risulta complesso collocare il termine di altezza in campo sonoro.
Quando si spiega il concetto di altezza si utilizza come punto di riferimento un pianoforte o una tastiera.
L'altezza di un suono è prodotta dalla vibrazione di un corpo elastico e, tanto maggiore è il numero delle
vibrazioni in un secondo, tanto più acuto il suono corrispondente. L'altezza è direttamente riferibile a un
numero più alto di vibrazioni. Per convenzione si è stabilito di attribuire al di sopra il sol della chiave di
violino la frequenza di 440 Hz.
Si utilizza il termine scala musicale per accentuare l'idea di note che salgono e scendono, metaforizzando in
senso spaziale il suono, come appare sul pentagramma. La sensazione nel sentire un suono acuto è quella
di immaginarlo in alto, un suono più grave lo si intuisce verso il basso. I suoni acuti e gravi traducono la
sensazione che una certa regione sonora suscita nella psiche umana. Se ascoltiamo dei suoni gravi essi
richiamano una sensazione di robustezza, mentre suoni molto acuti dando l'idea di qualcosa che si eleva.
LA SCRITTURA CONVENZIONALE
Prima di iniziare il percorso alla scrittura delle note, si può far giocare i bambini con i loro nomi, affinché ne
memorizzino la sequenza, ad esempio attraverso delle tessere con le quali si ricompone la scala musicale. Il
percorso preparatorio porta ad assimilare gli elementi della musica, a sentirli dentro di sé, così che diventi
una necessità. Si introduce il rigo musicale o pentagramma: una serie di 5 linee orizzontali parallele tra loro
che determinano e includono quattro spazi. Linee e spazi si contano dal basso verso l'alto.
All'inizio del pentagramma viene scritta la chiave musicale che serve per fissare la posizione delle note e
l'altezza dei relativi suoni. La chiave utilizzata nella scuola primaria è chiave di violino o chiave di sol. È
posizionata sulla seconda linea la cui nota prenderà il nome di sol. I bambini diventano in grado di
comprendere una sequenza musicale in due aspetti fondamentali: il ritmo e la melodia, applicabile alla voce
e agli strumenti intonati.
Nell'occidente medievale per identificare le note si utilizzava il sistema di notazione sillabica. Questo fu
valorizzato e da Guido d’Arezzo, tanto che a lui sono legati il tetragramma e la scelta dei nomi dei sei suoni
con le sillabe UT, RE, MI, FA, SOL, LA tratte dalle sillabe iniziali dei versi di un inno molto conosciuto,
composto da Paolo diacono: l'inno a San Giovanni (pag. 76 esempio).
Nella tradizione anglosassone tedesca si usano le lettere dell'alfabeto.
I tagli addizionali quando le note superano, al grave o l'acuto, i limiti del pentagramma, si aggiungono
dei frammenti di linee chiamate tagli addizionali; i tagli possono essere di testa, posizionato sul cerchio, o di
gola, posizionato sul gambo delle note.
Una difficoltà che alcuni bambini possono riscontrare è proprio quella grafico spaziale: si è notato che
faticano a comprendere la terminologia utilizzata, ossia le tre posizioni articolate sulla linea e nello spazio.
Un modo per aiutarli a sottolineare che sulla intende che la testa della nota va appoggiata sopra la linea e
nello spazio significa che la testa della nota va posizionato in mezzo a due linee. Un supporto mnemonico di
vecchio usa è quello di memorizzare la sequenza delle note scritta sulle linee e quella negli spazi. Può
essere adottato come gioco la mano Guidoniana, usata ai tempi di Guido d’Arezzo per aiutare i cantori nella
pratica della solmisazione, che serviva per imparare a leggere e intonare, e riadattata per insegnare ai
bambini la posizione delle note sul pentagramma.
Giriamo il palmo della mano sinistra verso di noi, osserviamo come essa sia simile a un pentagramma. Le
nostre 5 dita sono le linee, mentre tra un dito l'altro ci sono gli spazi.
Si possono proporre agli alunni alcuni giochi, come la tombola musicale. In un sacchetto si mettono le
tesserine contenenti le note scritte sul pentagramma. Un bambino estrae la tessera, legge la nota e i
bambini devono cercare le note citate sulla propria cartella e mettere un bottone sulla casella
corrispondente. Bisogna dire se le note DO, RE, MI, FA sono acute o gravi.
Un altro gioco è il rebus musicale: moltissime parole contengono le sillabe di note musicali e utilizzandole si
possono inventare tantissimi rebus.
Nella scuola primaria è possibile che si cantino o suonino, è bene che l'insegnante le conosca dato che
potrebbe incontrarla nella ricerca di musica per gli alunni, si tratta delle alterazioni che permettono
l'innalzamento o l'abbassamento della nota cui vengono apposte. il re diesis rende la nota acuta, il bemolle
la rende più grave, il bequadro toglie l'alterazione e la notte ritorna allo stato naturale (pag. 78)
Molte volte la terminologia relativa all' intensità viene utilizzata in modo inesatto e porta a confondere le
idee in campo musicale. Nel linguaggio quotidiano si tende ad associare il forte al veloce, il piano al lento
considerando gli elementi di questi due binomi come dei sinonimi.
SUONARE, SUONARE
I modi di suonare gli strumenti a percussione sono diversi, infatti questi si prestano ad un uso che stimola la
creatività e l' nventiva. Gli strumenti a percussione sono ripartiti in due gruppi: quelli ad altezza indefinita e
quelli ad altezza definita.
L'etnomusicologo tedesco Curt Sachs distingue gli strumenti, in base a come producono il suono, nelle
seguenti categorie:
- idiofoni: producono il suono con lo stesso materiale con cui sono costruiti, triangolo, piatti,
maracas.
- Membranofoni: producono il suono con la vibrazione di membrane tese, tamburello, bongos,
congas.
- Cordofoni: producono il suono con la vibrazione di corde tese, tastiere, cimbalo.
- Aerofoni: producono il suono mediante la vibrazione di una colonna d'aria, fischietto, sirena.
Gli strumenti a percussione grazie alla varietà timbrica permettono un utilizzo funzionale nell’educazione al
suono e alla pulsazione e all'aspetto etnomusicale. Ogni strumento si colloca storicamente e culturalmente.
Lavorare su elementi come suono, ritmo, timbro e intonazione può portare a risultati soddisfacenti
nell'ottica di espressività.
IL LABORATORIO
Secondo Malavasi educazione e musica designano un orizzonte di riflessione la cui rilevanza non è sovente
riconosciuta in modo adeguato. L'impegno per una maggiore sensibilizzazione delle esperienze musicali
passa attraverso l'impegno di molteplici attori dell’azione educativa.
Sono state condotte due importanti ricerche:
- una svolta per sei anni nelle scuole elementari di Berlino: si notò che già dopo soli quattro anni di
studio di uno strumento musicale il quoziente intellettivo dei bambini osservati aumentava in
LA PROGETTAZIONE
Lo schema di progettazione si pone come cardine per pianificare un’attività di laboratorio.
ESEMPI DI ATTIVITA’
1.L’inizio è sempre rappresentato dalla conoscenza. La musica è molto presente nella vita dei bambini,
questo permette di lavorare con bambini già abituati alle fonti sonore, ma spesso non consapevoli nella
discriminazione delle stesse fonti. Si potrebbero mostrare agli alunni delle Cards raffiguranti alcuni
strumenti musicali conosciuti, ognuno appartenente a una famiglia diversa, come la chitarra, la tromba e il
tamburo. Si può ragionare poi sull’evoluzione storica degli strumenti. Si può chiedere i bambini di disegnare
sul quaderno lo strumento preferito tra quelli esposti e verificare il livello nel definire i dettagli delle
rappresentazioni.
2.Si può organizzare un'attività basata sullo spazio delle emozioni e su quello delle sensazioni. Si possono
stimolare gli alunni chiedendo loro quali siano le sensazioni provate all'ascolto della musica; si può chiedere
ai bambini di esprimersi nel disegno rappresentando le immagini che un ascolto stimola. Può essere
necessario invitare degli alunni a chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dalla musica. L'ascolto di un brano
interessante potrebbe essere la danza antioraria del cerchio di origini Sami. Gli alunni potrebbero cogliere i
5 elementi della natura, che è il tema trattato nella canzone.
3.Si possono portare i bambini nel laboratorio di musica e si può chiedere loro con quali strumenti si
possono riprodurre i suoni della natura. Per esempio, il suono della pioggia è ottenibile attraverso l'utilizzo
delle mani per gli alunni si passa dal semplice gioco alla conoscenza graduale che, al variare del numero
dei partecipanti all'attività varia anche il livello sonoro, trattando così i concetti di piano e forte nella
musica.
Bastone della pioggia: è uno strumento musicale della famiglia degli idiofoni a scuotimento. Appartiene alla
tradizione dell’America centro meridionale, è presente anche in Africa e Oceania. Era costituito da un
tronco di cactus essiccato e reso cavo, dentro al quale erano conficcate le spine del cactus, insieme a
pietruzze o conchiglie. Queste ultime col movimento urtano le spine e le fanno vibrare producendo dei
suoni delicati che ricordano il rumore dell'acqua.
Thunder maker: strumento che imita il suono del tuono. È composto da un cilindro con un’estremità chiusa
alla quale è attaccata una lunga molla, si suona scuotendolo e i bambini sono molto attratti dalla prova
concreta.
Guiro: è uno strumento musicale a percussione della famiglia degli idiofoni, importante nella musica
cubana e caraibica. Viene realizzato svuotando i frutti della guira. Oggi esistono versioni anche in fibra di
vetro, plastica e metallo. La tecnica di esecuzione è semplice: un bastoncino viene sfregato contro la
scanalatura dello strumento producendo suoni brevi e secchi simili a quelli della raganella. Viene utilizzato
nella musica latino-americana.
Caxixi: è uno strumento musicale idiofono a percussione indiretta di origine africana, diffuso poi in Brasile.
Veniva usato per richiamare la presenza di spiriti buoni. È un cesto di vimini intrecciato, si sorregge con una
mano infilando due dita nel semicerchio che si trova nell’estremità superiore. All'interno vengono posti dei
semi o delle conchiglie il cui movimento genera il suono, la base è costituita da una zucca essiccata.
Rosa Agazzi pone maggiore interesse per il canto, primo mezzo per l'educazione musicale dei bambini da
affrontare con indicazioni precise. Dichiara infatti: il canto va fatto allorché il corpo e lo spirito si trovano in
perfetto stato di calma e di benessere. Il canto deve essere effettuato in momenti di calma e non quando si
Negli anni 90 Giuseppina Stefani Bertacchi ritiene importante educare l'udito attraverso la natura e l'arte.
Propone esercizi per conoscere i rumori, a partire dai corpi che cadono, per passare a quella dei mestieri,
ambienti, eventi naturali.
Maria Montessori invece parte da una visione scientifica della didattica, coltivata attraverso gli studi di
medicina, poi apre le case dei bambini. Alla base del suo metodo vi è l'educazione dei sensi, da coltivare in
un ambiente a misura di bambino, in cui la libertà di muoversi e di agire viene indirizzata dall’insegnante
verso scopi utili al suo sviluppo. Per affrontare la conoscenza del mondo sonoro è necessario cogliere
l'importanza del silenzio per la concentrazione, l’autocontrollo e l'ascolto di sé e dell’esterno. Bisogna
catturare l'attenzione e affascinare i bambini con varie modulazioni vocali sempre più piano, invitarli ad
ascoltare i suoni leggeri e chiamare ogni bambino sussurrando il suo nome, come un premio per il silenzio
collettivo ottenuto, frutto della collaborazione di tutti. Le percezioni uditive vanno stimolate con materiali
didattici appositi, con cui i bambini possano giocare, scoprire le caratteristiche: scatole dei rumori e cilindri
sonori, campanelli intonati che i bambini devono sistemare nell’ordine di altezza, sentendone il suono
corretto. Ascoltare in modo appropriato favorisce una buona intonazione vocale. Per la Montessori la
musica favorisce anche il coordinamento motorio, fondamentale per l'equilibrio fisico e psichico del
bambino.
Dopo la prima fase di ritmica, Dalcroze propone il solfege, sempre cantato e mai parlato, che educhi
l'orecchio e risvegli la capacità di riconoscimento dei gradi della scala e dei rapporti tra le altezze, la
capacità di riconoscere i timbri. Il solfege insegna agli allievi ad ascoltare e a rappresentarsi mentalmente le
melodie, in tutte le tonalità e le combinazioni armoniche.
Ultimo passaggio è l’improvvisazione pianistica, in cui l'allievo applica sullo strumento quanto appreso
attraverso la ritmica e il solfege, interpretando il pensiero musicale di natura melodica, armonica e ritmica.
Dalcroze rivolge le sue riflessioni anche ai problemi della scuola, infatti scrive: mi sembra che la scuola
trascuri l'educazione della sensibilità, le cui conseguenze si ripercuotono sullo sviluppo della personalità.
Agli occhi degli educatori la musica è una materia secondaria, poco degna di attenzione e non può che
occupare l'ultimo posto nei programmi scolastici. Il fatto però che le scuole dedicano alla musica 1-2 ore alla
settimana si dice che la parola musica abbia assunto un altro significato, di studio meccanico, di produzione
e riproduzione dei suoni. Vi è un grande desiderio di riformare l'insegnamento musicale. Vi è però una
confusione riguardo i mezzi per attuare tale riforma. Nella maggior parte delle scuole si continua a far finta
di fare musica. Bisogna capire l'utilità dell’insegnamento musicale. La musica è una sola e il suo
insegnamento non è così difficile come le autorità scolastiche vogliono farci credere nelle loro riunioni.
Possiamo chiedere a chi ha il compito di insegnare la musica ai bambini di non considerarla un passatempo,
ma un'arte. Il compito dell’educazione è lo sviluppo progressivo dell’umanità, l’affinamento del modo di
pensare e di giudicare. L'educazione della sensibilità e della personalità deve precedere quella dell’orecchio,
poiché il ritmo è un elemento primordiale della musica. Si sviluppa anche l'immaginazione, poiché la mente
libera da ogni tensione da ogni resistenza potrà abbandonarsi alla fantasia. L'attività sviluppa l'organo, la
coscienza delle attività organica sviluppa quella del pensiero. Il dono di conoscersi da un senso di libertà e di
indipendenza.
LAURA BASSI
Frequenta un corso tenuto Ginevra da Dalcrose nel 1931-1932 e condivide l'importanza dell'educazione
ritmica e dell'uso del corpo. Laura Bassi elabora la ritmica integrale, primo metodo italiano che vede la
musica come mezzo per la crescita e la formazione del bambino. Nel 1949 il Conservatorio di Santa Cecilia a
Roma istituisce una cattedra di didattica della musica affidata alla Bassi e poi alla sorella Emma, che cerca di
portare avanti il progetto pubblicando nel 1964 un volumetto più agile per gli insegnanti.
Anche per la necessità di preparazione scientifica da parte dei docenti per poter sfruttare tali indicazioni la
ritmica integrale viene dimenticata e solo di recentemente recuperata nel suo valore storico e di legame
con la didattica europea. Gli esercizi proposti dalla Bassi sono in forma di gioco collettivo dando valore alla
socialità, a rispetto reciproco e alla collaborazione. Mirano a sviluppare la motricità, il linguaggio verbale,
l'espressione grafica, la creatività. Per arrivare ai segni ritmici tradizionali la Bassi propone l'uso di pupazzi
disegnati su sostegni, usati per riconoscere il valore di suoni proposti al pianoforte. Questi pupazzi
diventano sillabe, infine segni.
Il ritmogramma è un disegno sui ritmi dati, prima libero e poi proposto con segni scelti per convenzione. L'
intuizione della Bassi si inserisce nelle riflessioni del ventesimo secolo che animano l'ambiente della
musicoterapia e usare segni per rappresentare la musica, in ritmo, il fraseggio, l'espressività è un'attività
usata per i disgrafici, ma che si rileva significativa per tutti i bambini.
ZOLTAN KODALY
Kodaly ha influenzato il sistema di educazione musicale ungherese, ricevendo dal suo paese riconoscimenti
ufficiali per l'opera svolta. Alla base della sua proposta vi è la convinzione che la musica aiuti il bambino
nella sua maturazione cognitiva-psicologica, che l'educazione musicale debba partire dalle tradizioni
popolari, dalle ninne nanne, dalle filastrocche che formano il patrimonio di un popolo.
EDGAR WILLEMS
E allievo di Dalcroze e diventa insegnante di solfége al Conservatorio di Ginevra. Si occupa dell'utilizzo
terapeutico della musica a favore di soggetti con difficoltà. Grazie agli studi di pedagogia e psicologia della
musica si interessa degli effetti che il suono ha sull’uomo nella sua totalità e ritiene che la musicalità sia
potenzialmente presente in tutti: va risvegliata, stimolata fin dalla prima infanzia, attraverso la formazione
dell'orecchio musicale. L'ascolto per Williams si esplicita in tre valenze:
- la percezione sensoriale del suono, che coinvolge il corpo e si può tradurre con il verbo dire, si Lega
con l'aspetto ritmico della musica.
- La reazione affettiva che riguarda le emozioni suscitate e si può tradurre con ascoltare, si esplica
nella melodia
- l'ascolto analitico e consapevole, che coinvolge la mente che analizza, distingue, memorizza e si può
tradurre con sentire/comprendere, si coglie nell’armonia e nelle strutture formali.
Se sviluppato l'ascolto diventa interiore e permette di sentire in anticipo ciò che si sta per eseguire.
Abbiamo in noi la musica e acquisiamo i mezzi per esprimerla. Williams propone anche una serie di canti
che facciano cogliere i tre elementi della musica: ritmo, melodia ed armonia, ed esercizi per l'avviamento
alla scrittura della notazione.
CARL ORFF
L' Orff schulwerk è una linea pedagogica delineata nel corso di decenni e ancora in evoluzione.
Nel 1924 Orff fonda la Guntherschule, una scuola di ginnastica, musica e danza con allieve tra i 18 e 22 anni
da formare come danzatrici, in grado di comporre proprio musica e coreografie, o come insegnanti. La sua
collaboratrice Keetman indirizza l'attenzione verso la formazione dei bambini. La scuola viene distrutta da
un bombardamento nel 1945. Nel 1948 la radio bavarese chiede a Orff di curare un ciclo di 14 trasmissioni
dedicate all’educazione musicale infantile. Vengono coinvolti i bambini dagli 8 ai 12 anni e il successo è tale
che si continua per 5 anni e le indicazioni fornite si diffondono in molte scuole. Dato il mezzo radio
telefonico, si trascura il movimento per utilizzare le parole e il canto, accanto alla produzione strumentale,
proposta con strumenti a barre percussioni. Questo materiale viene raccolto in 5 volumi: l’Orff-schulwerk.
Musica per bambini: si tratta di un suggerimento, uno stimolo, un modello per elaborazioni personali.
Purtroppo, è stato interpretato come semplice antologia di brani.
Una corretta visione dell'opera di Orff viene realizzato negli anni 60 presso il Mozarteum di Salisburgo,
all'interno del quale si costituisce l'Orff Institute, diventato dipartimento per la pedagogia della musica e
FRANCOIS DELALANDE
Didatta francese importante per l'approccio legato al valore del gioco e l'attenzione alla musica
contemporanea. Il suo punto di partenza è rappresentato dalle condotte musicali: azioni coordinate aventi
un fine, una motivazione sono distinte dai comportamenti. Si tratta di manifestazioni che si riscontrano
fin dalla più tenera età e si attivano anche nei confronti dell’esperienza musicale. Trovano un riscontro nella
distinzione effettuata da Piaget rispetto ai diversi tipi di gioco, che Delalande associa alle condotte musicali
relative e mantenute anche nell'età adulta.
Al gioco senso motorio corrisponde la condotta esplorativa: il bambino interagisce, gioca con il corpo,
l'esterno, gli oggetti che producono suono. Nella musica esiste la componente senso motoria legata al
ritmo, alla manipolazione degli strumenti, della voce per imparare a suonare e cantare. Il gioco simbolico si
relaziona con la condotta espressiva: dai tre ai sei anni è evidente evocare qualcosa che suscita immagini
visive, associazioni, sentimenti. Il gioco di regole attiva la condotta organizzativa: si apprezza il piacere della
costruzione, delle regole, in un gioco dove si può vincere oppure ottenere particolari risultati, dove le abilità
logiche trovano soddisfazione. Si apprezzano le regole di concatenazione della musica, la possibilità di
costruire forme musicali, di organizzare gli oggetti sonori, gli strumenti.
L'educatore si affianca al bambino: simula, valorizza le scoperte, guida comportamenti spontanei. Prima di
insegnare la musica si devono portare alla luce nel bambino le qualità musicali in lui insite: Delalande
definisce il percorso proposto con una pedagogia del risveglio che, insieme alla pedagogia delle condotte
(scoperta e apprezzamento del suono, ritmo, piacere di fare musica insieme), prepara la pedagogia delle
acquisizioni (teoria musicale, pratica della voce dello strumento).
Il mondo degli adulti non va separato da quello dei bambini, stimoli interessanti possono provenire dalla
produzione contemporanea, dalla musica concreta in cui i bambini ritrovano i suoni del loro quotidiano in
cui si possono riconoscere. Si ascolta solo se si hanno buone ragioni per farlo. I bambini possono ascoltare
EWIN E. GORDON
Si è occupato di come si impara la musica: ha fornito un percorso di insegnamento che può essere integrato
con altre metodologie e approcci.
Gordon suona per diversi anni il contrabbasso in un'orchestra jazz, si è poi dedicato all'insegnamento della
musica ai bambini e ne ha studiato il comportamento elaborando la Music learning Theory il cui
presupposto è che la musica si possa apprendere secondo analoghi processi di apprendimento e del
linguaggio. È necessario porre con i suoni la stessa cura con cui gli adulti espongono i piccoli alle parole,
pronunciati correttamente con chiarezza. Gordon sostiene che fino a un anno e mezzo la capacità di
assorbimento è a livello massimo e va stimolata al meglio. L'essere umano ascolta fin dal grembo della
madre, da neonato piange con modalità diverse e dialoga con la madre tramite espressioni facciali e
vocalizzazioni. Il bambino prova con lallazioni le varie intonazioni, imita suoni onomatopeici e parole. Tutti
nasciamo con una memoria musicale e con un'attitudine musicale. Questa attitudine deve crescere in un
ambiente favorevole, coltivando l'audiation e fa corrispondere al pensiero nel linguaggio. Attraverso
l’audiation la musica è dentro di noi, anche se non fisicamente udibile, siamo in grado di capirne la sintesi,
di ascoltarla e praticarla veramente.
Gordon elabora un percorso di sviluppo della audiation considerando le modalità di crescita del bambino.
Nell'età prescolare abbiamo l'audiation preparatoria, ricca di stimoli sonori vari e diversificati a cui il
bambino risponde spontaneamente. L' adulto canta, si muove in modo fluido mentre canta o ascolta una
musica e si comporta come una guida informale. che ripropone espressioni vocali o motorie del bambino
per avviare una comunicazione, e lascia che i piccoli si guardano fra loro e si muovono liberamente. Gordon
sostiene che i bambini in modo naturale sono mossi dalla musica in tutto il loro corpo e percependola come
un insieme compiuto, non descrivono con il movimento ciò che ascoltano sottolineando i dettagli. I genitori
sono coinvolti, accompagnano i bambini molto piccoli in incontri con gli insegnanti, sono invitati a
partecipare. L'auditaion preparatoria si distingue in tre tipi:
- acculturazione (nascita- 3-4 ANNI)il primo stadio rappresentato dall’assorbimento, qui seguono,
da parte del bambino, risposte causali e poi intenzionali, volte a iniziare una prima relazione con
l'ambiente e le persone.
- Imitazione (3-5 ANNI)il piccolo presente un'attenzione maggiore all'esterno con più cura nella
riproposta di quanto viene udito e coscienza del codice usato.
- ASSIMILAZIONE (4-6 ANNI) Una più sviluppata introspezione e percezione del sé in rapporto agli
altri porta il bambino alla coordinazione tra il canto, respiro e movimento.
L'insegnante propone canti ritmici e melodici che offrono varietà e complessità. Nel corso delle lezioni
fondamentale è il rinforzo della ripetizione, preceduta da momenti di silenzio, che contribuiscono
all’interiorizzazione e a preparare al passo successivo. Gordon ritiene che saranno necessari dei patternes
per apprendere la sintassi della musica. Si tratta di sequenze di pochi suoni in rapporto tra loro secondo
l'intonazione e il ritmo, preceduti da un respiro che favorisce la concentrazione e la coscienza corporea:
vengono eseguiti dall’adulto perché siano imitati dai bambini, seguendo un percorso di progressiva
elaborazione.
Esempio: nell'ambito dell'armonia tonale, i suoni DO-MI-SOL rimandano alla tonalità maggiore e all'ambito
del primo grado. Il pattner ritmico è una delle possibili esplicitazioni del metro binario.
Secondo Gordon è opportuno che l'insegnante sia un modello proponendo partternes corretti, invitando a
sua volta la ripetizione del bambino anche quando non è accurata. In questo modo la valorizza, crea un
dialogo sonoro, un clima di gioco, rende più attento e consapevole il piccolo che canta e si sente imitato
precisamente ed è stimolato a fare altrettanto. Al termine della audation preparatoria il bambino saprà
cantare, muoversi in modo coordinato su un brano musicale, potrà affrontare un’istruzione formale,
organizzata in un percorso con varie proposte, per imparare a leggere e scrivere la musica, per
approfondirne la comprensione, per imparare a suonare uno strumento. Dato che agli alunni si insegna a
coltivare dentro di sé la musica, ad utilizzare la propria audation nell’ascolto, nella produzione della musica,
il desiderio di imparare a leggerla e scriverla arriverà in modo naturale.
IMMIGRATI DIGITALI
Coloro che sono nati e cresciuti precedentemente alla diffusione dei dispositivi tecnologici o della rete
vengono chiamati immigrati digitali o Gutenberg nativi. Essi hanno avuto la necessità di entrare in contatto
con questi strumenti a causa di esigenze professionali. L'utilizzo è vincolato ai traguardi lavorativi da
perseguire o al soddisfacimento di richieste che la quotidianità avanza. Gli immigrati continuano a
mantenere il loro accento originario, Foot in the past, piede del passato come li definisce Prensky.
LE TECNOLOGIE DIGITALI
Oggi si pone lo sguardo sulle reali condizioni correlate alla fruizione di dispositivi nelle nostre scuole,
analizzando criticità e vantaggi e mantenendo il punto di vista operativo del docente. Si descrive il device
come strumento in grado di divenire un promotore di cambiamento.
Negli ultimi anni si è verificato un aumento in termini di fruizione di tecnologie digitali, in particolare la LIM,
videoproiettori, computer, tablet. Tale tendenza non è ancora in grado di soddisfare l'effettivo bisogno di
dotazioni. si è consapevoli che l’elemento in grado di fare differenza è la modalità di utilizzo di questi
strumenti.
Negli ultimi anni ai device si affida il compito di realizzare l'inclusione. Sono le scelte pedagogiche-didattiche
che rendono uno strumento inclusivo. Le tecnologie presentano caratteristiche idonee a supportare un
agire orientato in tale direzione, permettono la realizzazione di percorsi multimediali, interattivi,
multimodali, cooperativi, operativi, di ricerca, forniscono anche supporti dispensativi o compensativi. Le
proposte relative alla fruizione delle tecnologie a scuola sono molteplici e valide. La maggior parte delle
aule non ha però grandi e innovative strumentazioni.
Nella primavera 2020 la chiusura delle scuole e il ricorso alla didattica a distanza ha portato cambiamenti
nei processi di insegnamento-apprendimento. Alle insegnanti è stato richiesto di esperire l'utilizzo, le
criticità e le potenzialità degli strumenti tecnologici e di quanto ne consegue.
UN LESSICO COMUNE
L’apprendimento con le tecnologie prefigura lo strumento come un mezzo che può divenire valore aggiunto
nella didattica quotidiana.
L'apprendimento delle tecnologie prende in causa il concetto di competenza, soprattutto quella digitale: la
competenza digitale presuppone l'interesse per le tecnologie digitali e il loro utilizzo con dimesticatezza e
spirito critico e responsabile. Comprende l'alfabetizzazione informatica digitale, la comunicazione la
collaborazione, l'alfabetizzazione mediatica, la creazione di contenuti digitali, la sicurezza, le questioni
legate alla proprietà intellettuale, la risoluzione dei problemi e il pensiero critico.
Le tecnologie dell'informazione, TIC, comprendono una serie di strumenti, di modalità che permettono
all'informazione di essere creata, memorizzata, divulgata, gestita e comunicata. Ricoprono un ruolo
rilevante nella nostra società della conoscenza e dell’informazione, nascono per soddisfare finalità ordinarie
e lontane dal mondo scolastico.
Il termine tecnologie didattiche, TD, identifica strumenti intenzionalmente realizzati per supportare le
prassi didattiche ed educative. Hanno il ruolo intrinseco di assolvere richieste didattiche quali il pianificare,
il proteggere, il realizzare, il documentare o il valutare andando a supportare i percorsi di apprendimento-
insegnamento.
Le TIC possono e devono agire in tale direzione, diventando supporto alle tecnologie didattiche.
Il concetto di Edutainment, nato dalla sintesi di educational, educativo, ed Entertainment, intrattenimento,
è attinente a esperienze ludiche che permettono di perseguire obiettivi di matrice educativo didattica. Le
esperienze sono rappresentate da proposte interattive multimediali, il paradigma di riferimento è quello
dell’imparare giocando.
Qualsiasi apprendimento richiede uno sforzo da parte del discente che può essere attenuato con l'apporto
del ludico, ma non eliminato.
IL SOFTWARE DIDATTICO
Il funzionamento della LIM avviene mediante il collegamento tra un videoproiettore, una superficie di
proiezione e un computer. È possibile procedere all'installazione di applicativi o programmi definiti di
gestione, in grado di rispondere alle esigenze quotidiane di classe indipendentemente dalla disciplina.
L'installazione di qualsiasi software consente di poter usufruire di pacchetti ideati per la didattica. Ciò
consente di svolgere le lezioni al meglio, usufruendo di un kit di gestione che rende possibile evidenziare,
sottolineare, cerchiare, scrivere, cancellare, inserire file. Tali programmi sono caratterizzati da un’interfaccia
PARTICOLARI RISORSE
Ciascun insegnante pone la propria attenzione sull’obiettivo da raggiungere e indaga sullo strumento che
può essere di supporto. Bisogna far musica sfruttando le possibilità offerte dal device.
Un supporto è il libro digitale, consente la realizzazione di ambienti virtuali altamente immersivi, in grado di
offrire attività caratterizzate da un'interattività, multimedialità e multimodalità. L'ebook diviene una sorta di
contenitore di trama che lega le esperienze proposte e permette di creare una cassetta degli attrezzi per
avere disponibilità delle risorse selezionate.
Il docente può costruire la propria cassetta inserendo suoni, immagini, video, giochi, quiz, pagine
interessanti al percorso proposto. L’insegnante ha a disposizione innumerevoli archivi online.
Ad esempio, il portale BBC sound Effects offre un campionario di 16.000 suoni di varia natura selezionabili
con menù a tendina o tramite ricerca mirata. MLOL È la principale biblioteca digitale del nostro paese,
tramite il servizio si possono leggere gli ebook, testate giornalistiche, riviste di settore, ascoltare brani
musicali, audio ebook, visionare immagini.
Navigando in rete si possono trovare tracce, spartiti resi disponibili dalla Biblioteca Nazionale centrale di
Roma, dalla banca dati musicale italiana o nelle teche della Rai.
Il percorso proposto da opera domani è basato sulla partecipazione degli alunni a un'opera lirica
adeguatamente adattata, possono essere sfruttati materiali per le attività proposte, impreziosire e
avvalorare le attività, entrare negli archivi della Rai e cercare nella sezione musica e teatro le opere
interessanti per il lavoro.
Con il sito della Rai è possibile entrare in contatto con altri contenuti, come quello dei cartoni. Ad esempio,
Max e maestro, che racconta la storia di un bambino e di un maestro che diventa un personaggio animato e
interpreta le musiche presenti.
La LIM permette di catturare, usare immagini, di approfondire gli spunti dati, di ricomporre e di assembrare.
Si può utilizzare il web per l'individuazione di pagine di approfondimento oppure giochi interattivi con cui i
bambini possono lavorare individualmente o a coppie, tramite computer, ma anche collettivamente con la
lavagna interattiva. Alcune proposte online passano dal trascinamento alla scelta di risposte, quiz,
cruciverba, esercizi mirati per l'ascolto, memori sonori o attività di produzione musicale.
La LIM porta alla scoperta del mondo del suono, procedendo dai suoni del proprio ambiente fruiti da archivi
o registrati conservati in un archivio di classe, si giunge a realizzare un approfondimento, chiedendo agli
alunni di riprodurre suoni anche di altri contesti sonori. Si può richiedere ai bambini di eseguire i suoni del
paesaggio raffigurato in un'immagine proiettata al fine di registrarli. L'insegnante potrebbe utilizzare lo
strumentario orff, o il corpo, o gli oggetti presenti in aula o le voci degli alunni.
Attraverso attività ludiche volte a selezionare l'immagine dalla fonte corrispondente attraverso un memori
sonoro si permette all'alunno di allenare la capacità dell'ascolto e dalla memoria musicale. Si potrebbe poi
esaminare il suono in modo più specifico, vedere l'onda sonora. Ciò è possibile al grazie alla fruizione di
programmi come audacity che consente l'osservazione dell'oscillazioni e dell'andamento.
La LIM offre l'opportunità di proporre attività ludiche che permettono di scoprire il mondo delle note
cantando, suonando e giocando. Il portale Music-bus può essere un significativo riferimento da tenere in
considerazione. Propone giochi musicali per sviluppare abilità specifiche come capacità di ascolto,
chiedendo di trovare il suono uguale o ordinare suoni, la lettura delle note, il riconoscimento dei simboli.
IL CONCETTO DI MUSICA
L'espressione attraverso suoni e ritmi è propria dell’umanità. La definizione di musica è mutuata nel tempo
e si diversifica nelle varie culture. Si può guardarla da più prospettive: lo studio del suono, della sua
percezione, le modalità di espressione, le funzioni dei diversi contesti sociali e culturali, la ricchezza della
prassi. Nelle civiltà antiche il suono era considerato il principio fondante dell’universo. Gli studi di
etnomusicologia affermano che gran parte delle culture non occidentali non hanno mai avuto nelle loro
lingue un termine la cui estensione semantica corrispondesse al concetto europeo di musica, ma ciò non ha
impedito che producessero e utilizzassero forme strutture sonore elaborate. La musica viene identificata
nelle sue manifestazioni concrete e in rapporto alle sue funzioni nella vita della comunità.
Nella Grecia antica faceva parte della componente sonora della mousiké, arte complessa composta da
poesia e danza.
Nel medioevo cristiano l'idea di armonia delle sfere è stato uno di temi importanti per i filosofi, che hanno
mutuato dalla tradizione pitagorica l'idea che la musica sia misurabile, basata sul numero, sulle proporzioni
e un sistema che regola l'universo sonoro.
La distinzione di Severino Boezio tra musica mundana delle sfere, musica umana della mente dell'anima, e
musica instrumentalis realmente cantata e suonata, porta distinguere la teoria dalla prassi. Il sapere vero di
musica era riservato nel medioevo ai pochi dotti teorici della musica ed era separato da chi la musica la
faceva cantando e suonando. La musica era parte del quadrivio delle arti liberali.
Con l'umanesimo e il Rinascimento emerge l'attenzione per la qualità espressiva del suono e il suo effetto
sull’uomo. La valenza della musica strumentale assoluta muove i suoi primi passi autonomi e strutturati in
parte scritte con il diciassettesimo secolo.
Cartesio definisce la musica con lo scopo di divertire e di suscitare in noi diversi sentimenti. Mediano questo
scopo due modi dell'essere del suono: il poter variare di durata e il poter variare in altezza.
Con la fine del 700 e nell’800 in occidente si guarda la musica sottolineando la sua capacità di esprimere
emozioni, sentimenti, immagini:
- la musica è il linguaggio magico del sentimento.
- La musica vocale è una idealizzazione del linguaggio naturale delle passioni.
A metà del diciannovesimo secolo si afferma il formalismo che nega la musica qualsiasi possibilità di
esprimere altro che se stessa, i suoni e le forme che lo compongono: il vero contenuto della musica sono
forme sonore in movimento (Hanslick).
Nel ventesimo secolo si leggono le affermazioni di Stravinsky: la musica c'è data al solo fine di stabilire un
ordine nelle cose, la coordinazione fra uomo e tempo. Egli considera la musica impotente a esprimere
alcunché.
Alcuni musicisti affermano:
- se uso il termine musica è sacro, se è riservato gli strumenti del 7oo e dell’800, possiamo sostituirlo
con organizzazione del suono.
- Grazie al silenzio i rumori rompono definitivamente nella mia musica.
- Musica è tutto quello che ascoltiamo con l'intenzione di ascoltare musica, tutto può diventare
musica.
Nell'ultimo secolo la sperimentazione del suono è stata sempre più raffinata grazie anche alla tecnologia.
Mario Piatti afferma: nel lavoro didattico oggi si tende utilizzare il termine materiale sonoro o evento
sonoro per indicare qualsiasi suono/rumore prodotto da qualsiasi fonte sonora e il termine musica per
indicare qualsiasi forma intenzionalmente organizzata di questo materiale, utilizzati in contesti di
comunicazione ed espressione.
Nel ventesimo secolo il concetto si è amplificato. Johannella Tafuri parla di universo musica, sostenendo
che l'idea di musica varia secondo l'età, i popoli, l'epoca, le culture e Nattiez afferma: non esiste la musica,
ma le musiche.
In culture diverse da quello occidentale l'evento sonoro è collegato alla danza, rito, a momenti magici e
curativi. Le nostre categorie musicali sono culturali e culture diverse hanno diversi modi di organizzare le
ASCOLTO
L' ascolto musicale è un'attività complessa che coinvolge l'individuo a livello cognitivo, emotivo, corporeo. È
possibile fruire della musica, non ha consistenza materiale e si dissolve appena viene prodotta, l'essere
umano è dotato però di memoria e logica.
Mario Piatti distingue la capacità uditiva data dall'orecchio fisico dalla percezione uditiva data dalla capacità
di interpretare l'informazione sonora e invita a considerare le problematiche dell’ascolto (SCHEMA PAG.
156).
Vi è la necessità di scegliere materiali differenziati adatti sia ai bambini che gli obiettivi che si intendono
raggiungere, valutare le attrezzature tecnologiche a disposizione, di non separare ascolto da produzione, di
collegare l'ascolto con la composizione grafico-pittorica, l'espressione corporea, la drammatizzazione, di far
parlare i bambini su ciò che ascoltano in modo che abbiano occasioni per esprimere le loro valutazioni e le
loro sensazioni e bisogna educare i bambini all'ascolto e dunque anche saperli ascoltare.
È necessario prendere coscienza che le reazioni soggettive all'ascolto vanno messe in relazione con
l'ambiente in cui il brano è stato concepito. Ciò porta rispetto di ciò che si ascolta come altro da sé,
favorisce processi di crescita da un confronto, aiuta a uscire dall'egocentrismo. È ancora forte l'idea che la
musica trasmette emozioni, in quanto si tratta di una sua capacità oggettiva, è radicata tra gli studiosi l'idea
che la musica non individua direttamente le emozioni e ciò implica che le risposte emotive richiedono
un’elaborazione cognitiva.
Bisogna porre attenzione all'aspetto storico stilistico. Mario Baroni accetta l’assunto che la musica non
rinvia concetti, ma qualcos'altro che chiama carattere affettivo. Si inserisce in un contesto sociale-collettivo
in cui vengono condivisi e legittimati valori, costumi, espressione. L'identità personale di ogni musicista va
concepita come entità che emerge da uno strato più profondo di identità collettiva. Le funzioni sociali della
musica possono essere definite:
- rituali:
in ambito il sacro: con gesti simbolici, la musica aiuta la partecipazione al rito, la percezione
del sacro.
In ambito profano: ad esempio ingressi trionfali di sovrani nel passato.
- Di intrattenimento: si rintracciano nelle feste dei principi e dei popolani, nei salotti borghesi. Nel
diciannovesimo secolo il mercato diventa industriale, gestito da grandi gruppi economici, che
traggono notevoli vantaggi dall'avvento del disco di mezzi tecnologici: la musica entra nelle case,
diventa per tutti. La musica diventa un oggetto, il pubblico è sempre più vasto e il musicista deve
considerare gli obiettivi commerciali, quantitativi, di vendita.
- Estetiche: si sviluppano a partire dal diciottesimo secolo, la filosofia inizia a riflettere sulle
caratteristiche individuali di un autore che si riversano nella sua musica. L'arte diventa importante
per capire una cultura, per la ricchezza del linguaggio. Si deve però separare dal valore estetico. La
funzione estetica è legata alla nascita del concerto, come momento di impegno affettivo e
intellettuale.
Opera domani è un progetto che dal 1996 intende avvicinare gli alunni delle scuole dell'obbligo all'opera
lirica. Ogni anno viene presentata un'opera lirica in diverse città italiane, con una prima fase dedicata agli
insegnanti, un percorso da svolgere in classe che si conclude a teatro con la partecipazione attiva allo
spettacolo. Bambini e ragazzi intervengono dalla platea interagendo e cantando alcune pagine dell'opera.
CAPITOLO 8: L’EDUCAZIONE MUSICALE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA. UN GIOCO PER I BAMBINI, UN CAMMINO
RESPONSABILE PER L’INSEGNANTE
L’educazione musicale nella scuola dell'infanzia è un'esperienza globale, coinvolge l'aspetto motorio,
sensoriale ed emotivo del bambino.
I bambini non confondono realtà e fantasia. Il gioco fare finta è basato sulla realtà, rendendo l'idea di come
è necessaria una programmazione accurata e flessibile, in grado di dare spazio all'interpretazione,
espressione e improvvisazione del bambino. La musica merita la dignità di essere vissuta, ascoltata, parlata
e trasformata alla stregua della lingua madre in cui veniamo immersi per anni. Il processo di assimilazione
del linguaggio musicale avviene nel rispetto dei tempi di ognuno, grazie a una linea pedagogica che
garantisca al bambino di agire in un ambito che vada oltre all'errore oggettivo.
LE EMOZIONI
Tutte le emozioni sono impulsi ad agire, piani di azione dei quali ci ha dotato l'evoluzione per gestire in
tempo reale le emergenze della vita. L'emozione può essere un ambiente di apprendimento insieme al
contesto fantastico. L'intelligenza emotiva necessita di essere coltivata ed educata al pari di altre
competenze affinché possa agire sull’autocontrollo, l'entusiasmo, la perseveranza in modo positivo. Un
gioco ritmico in cerchio, una danza, un lavoro a specchio, sono attività che richiedono una capacità di
osservazione tra gli elementi del gruppo. Si sviluppa anche la capacità di prevedere, aiutare la difficoltà di
un compagno e saper aspettare il proprio turno.
SALUTI INTONATI
Il saluto della classe rappresenta un momento importante nella lezione musicale e può servire per
migliorare l’intonazione degli alunni.
Partendo dall’intervallo più semplice e vicino alla realtà dei bambini (sol-mi) l’insegnare può salutare la
classe con una filastrocca (Pag.188). l’insegnante accompagna alla voce il gesto chironomico legato al
suono/intervallo. Nelle lezioni successive potrà essere aggiunto il saluto tra bambini. In una fase successiva
l’insegnante può eseguire sulla stessa sequenza melodica il nome intonato di ciascun bambino seguito dalla
risposta collettiva della classe. Risulta interessante giocare tra il solo-tutti di un singolo bambino e la classe.
Il saluto iniziale ripetuto per 10 minuti ogni lezione consente di:
- Migliorare l’intonazione di ciascun bambino e permette la costante verifica dell’insegnante sui
progressi;
- Fissare intervalli attraverso un gesto che rappresenti la distanza e i rapporti di altezza nello spazio;
- Abituare gli alunni all’esecuzione collettiva e individuale di semplici sequenze melodiche con la
voce.
Il gesto nella chironomia è usato per rappresentare intervalli e rapporti tra suoni. Nella scrittura a campo
aperto, utilizzata nell’approccio metodologico di Kodaly, il D indica la funzione di tonica in modo maggiore
così come L la funzione di tonica in modo minore.
L’insegnante in forma di gioco può intonare consegne, frasi, domande anche nel corso della lezione.
PROPOSTE PRATICHE
CON LA VOCE:
- Insegnante canta uno o più versi e la classe risponde con il successivo;
- Alcuni versi vengono cantati, altri pensati;
- I bambini cantano a turno un verso;
- Un bambino si alterna alla classe;
CON VOCE E MANI:
- Alternare la voce che canta alle mani che cantano;
- Si possono utilizzare tutte le precedenti attività di alternanza vocale sostituendo alla voce il suono
di mani e body percussion;
- Si possono usare le body percussion insieme alla voce suggerendo con dei cartelli il gesto/suono da
abbinare.