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2021/2022
Esame di metodologia dell'Educazione Musicale
Marco Andreoni
L'OPEN DAY DELLA VOSTRA SCUOLA
Quali sono gli obiettivi di questo progetto? Che cosa apprenderanno i ragazzi?
Rifletto sul fatto che durante la scuola primaria, durante i primi cruciali anni di
esperienza di ascolto musicale, si svolge un complesso percorso dell'educazione
all’ascolto volto allo sviluppo delle competenze di cittadinanza degli allievi in
ambito musicale. Ovviamente, un ascoltatore esperto ha una percezione più profonda
per poter analizzare una composizione o addirittura per creare un proprio brano
musicale usando, per esempio, le tecnologie odierne a nostra disposizione.
Va evidenziato altresì che l'obiettivo dell'educazione musicale si estrinseca e si
rafforza anche nella relazione sinergica con le altre discipline. Stiamo parlando
infatti di un percorso finalizzato all’emergere e al consolidare autostima e
autonomia, due elementi che vanno sempre di pari passo. Tutte queste competenze
servono, in ultima analisi, a trasformare un ascoltatore comune in un ascoltatore
esperto (o comunque più esperto di quanto egli fosse all'inizio del percorso/progetto
in questione), consapevole e pro-attivo nei confronti dell’oggetto musica.
Dal punto di vista dello studio sul materiale del corso mi sembra che il progetto sia
strutturato in maniera chiara e dettagliata, richiedendo anche un apporto degli
insegnanti di più discipline (interdisciplinarità).
Mi appare chiaro che venga posta molta attenzione da parte degli insegnanti al vaglio
e all’attribuzione dei diversi compiti e obiettivi ai singoli alunni in base alle loro
attitudini in relazione alla tipologia del gruppo di destinazione, cosa che credo sia
fondamentale per la riuscita del progetto. Questa attenzione su ogni singolo alunno
atta a valorizzare le singole predisposizioni attitudinali permette di impiegare queste
ultime al meglio, per poter quindi alimentare anche l’autostima dei partecipanti.
Mi sembra anche di capire che la proposta di progetti così articolati che fanno appello
a un ampio ventaglio di potenzialità e competenze sia individuali che collettive miri,
per così dire, ad “alzare l'asticella” rispetto alle competenze attuali degli allievi per
farli, appunto, misurare con queste ultime per accrescerle, approfondirle ed ampliarle
all’interno di un contesto che li vede parti attive dell’apprendimento.
È proprio alla luce di quest'ultima riflessione che affiora lo spirito del compito di
realtà: un'attività che porti i ragazzi a realizzare un dato obiettivo in autonomia,
risolvendo tutti i problemi logistici, organizzativi e concettuali ad esso connessi
(sviluppo del problem solving). In questo modo gli allievi si troveranno a dover
mettere in pratica delle conoscenze acquisite in altri campi e contesti e a
riorganizzare il loro sapere in una maniera nuova, convincente e creativa. Va da sé
che la cosa aumenterà la loro consapevolezza di sé e delle proprie abilità.