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Conservatorio di Adria - a.a.

2021/2022
Esame di metodologia dell'Educazione Musicale
Marco Andreoni
L'OPEN DAY DELLA VOSTRA SCUOLA

La musica, essendo un mezzo di espressione e di comunicazione che per natura si


manifesta anche nell’interazione con svariate discipline (artistiche e non), implica
delle funzioni formative ben precise, finalizzate ad attivare il processo di
apprendimento della medesima.

In questo progetto riesco a identificare l'impiego delle seguenti funzioni:

Attraverso la funzione cognitivo-culturale gli allievi vengono in contatto con


differenti culture musicali, di cui comprendono i significati, i modi di vita e i valori
delle comunità di provenienza, e sviluppano così un modo di pensare flessibile,
intuitivo, creativo, volto alla partecipazione e alla tolleranza.
La funzione emotivo-affettiva farà loro riflettere sulle emozioni provate nel rapporto
con le arti.
Attraverso la funzione linguistico-comunicativa invece, la musica li agevola
nell'esprimersi e nel comunicare per mezzo degli strumenti musicali. Aggiungerei
anche che nello svolgimento del progetto gli allievi vengono stimolati ad attivare
tutte le proprie competenze linguistico-comunicative in tutte fasi di progettazione,
organizzazione e svolgimento del compito, in quanto gli allievi, incaricati dei diversi
compiti sia progettuali che esecutivi, per poter dare corpo al progetto devono
comunicare tra loro in maniera chiara, comprensibile, organizzata e convincente
affinché le idee prendano vita nell’azione coordinata e partecipata di tutti. La
funzione linguistico-comunicativa viene inoltre attivata nel contatto con la classe
ospite: al fine di insegnare la coreografia e illustrare il compito ai bambini ospiti, gli
allievi coinvolti nel progetto sono invitati ad esprimersi con chiarezza ed efficacia,
sintonizzando altresì le loro modalità linguistiche e i loro codici comunicativi con
quelli degli allievi ospiti che, per esempio in relazione alla seppur lieve differenza di
età e alla provenienza da un diverso ambiente e grado scolastico, necessitano anche di
forme di “traduzione”, non solo nella fase di spiegazione del compito (coreografia),
ma anche nella fase di accoglienza all’interno del gruppo sociale costituito dalla
classe ospitante.

Con la funzione identitaria e interculturale la musica li renderà consci di appartenere


alla propria tradizione culturale fornendo loro allo stesso tempo i mezzi e la forma
mentis per confrontare la propria cultura con altre, con rispetto e senso di parità e
uguaglianza.

La funzione relazionale, propria della musica e dell'arte in generale, permette


l'instaurarsi di relazioni singole e di gruppo attraverso, appunto, la pratica e l'ascolto
condiviso della musica.
Infine, la funzione critico-estetica porta allo sviluppo di una sensibilità artistica
basata sull'interpretazione autonoma del materiale ascoltato ed aumenta la loro
capacità di giudicare autonomamente.

Sappiamo che il praticare musica è fonte di benessere tanto da un punto di vista


psichico quanto fisico, perché l'attività in questione risponde a domande, gusti e
desideri che sono diversi a seconda di una vasta serie di fattori individuali. Attraverso
l'esperienza della musica d'insieme, con la possibilità di leggere, scrivere, creare e
manipolare la materia-musica, si valorizza la creatività e si fortifica il senso di
partecipazione, la coscienza di fare parte di un gruppo mosso da un comune obiettivo.
Inoltre, la fruizione e l’intervento su materiale musicale proveniente da altre culture,
permette loro di interagire in maniera sia attiva che rispettosa con culture diverse
dalla propria. In altre parole, siamo di fronte a una serie di fattori e relazioni che
promuovono l’inclusione.

Quali sono gli obiettivi di questo progetto? Che cosa apprenderanno i ragazzi?

– Ad eseguire in maniera il più musicale possibile, da soli o in gruppo, dei brani


vocali e/o strumentali di genere diverso, impiegando anche gli strumenti e i
dispositivi elettronici-informatici forniti;
– a utilizzare griglie ritmico-melodiche, ad approcciarsi all'improvvisazione e alla
composizione di piccoli brani musicali;
– a distinguere e comprendere gli elementi più importanti costitutivi del linguaggio
musicale (da un punto di vista stilistico);
– ad utilizzare la notazione tradizionale e non (tablatura, grafici e griglie ritmiche,
ecc.)
– a capire, alla luce delle proprie esperienze e delle opportunità offerte dal contesto,
qual è la propria identità musicale.

Rifletto sul fatto che durante la scuola primaria, durante i primi cruciali anni di
esperienza di ascolto musicale, si svolge un complesso percorso dell'educazione
all’ascolto volto allo sviluppo delle competenze di cittadinanza degli allievi in
ambito musicale. Ovviamente, un ascoltatore esperto ha una percezione più profonda
per poter analizzare una composizione o addirittura per creare un proprio brano
musicale usando, per esempio, le tecnologie odierne a nostra disposizione.
Va evidenziato altresì che l'obiettivo dell'educazione musicale si estrinseca e si
rafforza anche nella relazione sinergica con le altre discipline. Stiamo parlando
infatti di un percorso finalizzato all’emergere e al consolidare autostima e
autonomia, due elementi che vanno sempre di pari passo. Tutte queste competenze
servono, in ultima analisi, a trasformare un ascoltatore comune in un ascoltatore
esperto (o comunque più esperto di quanto egli fosse all'inizio del percorso/progetto
in questione), consapevole e pro-attivo nei confronti dell’oggetto musica.

Dal punto di vista dello studio sul materiale del corso mi sembra che il progetto sia
strutturato in maniera chiara e dettagliata, richiedendo anche un apporto degli
insegnanti di più discipline (interdisciplinarità).

Mi appare chiaro che venga posta molta attenzione da parte degli insegnanti al vaglio
e all’attribuzione dei diversi compiti e obiettivi ai singoli alunni in base alle loro
attitudini in relazione alla tipologia del gruppo di destinazione, cosa che credo sia
fondamentale per la riuscita del progetto. Questa attenzione su ogni singolo alunno
atta a valorizzare le singole predisposizioni attitudinali permette di impiegare queste
ultime al meglio, per poter quindi alimentare anche l’autostima dei partecipanti.
Mi sembra anche di capire che la proposta di progetti così articolati che fanno appello
a un ampio ventaglio di potenzialità e competenze sia individuali che collettive miri,
per così dire, ad “alzare l'asticella” rispetto alle competenze attuali degli allievi per
farli, appunto, misurare con queste ultime per accrescerle, approfondirle ed ampliarle
all’interno di un contesto che li vede parti attive dell’apprendimento.

È proprio alla luce di quest'ultima riflessione che affiora lo spirito del compito di
realtà: un'attività che porti i ragazzi a realizzare un dato obiettivo in autonomia,
risolvendo tutti i problemi logistici, organizzativi e concettuali ad esso connessi
(sviluppo del problem solving). In questo modo gli allievi si troveranno a dover
mettere in pratica delle conoscenze acquisite in altri campi e contesti e a
riorganizzare il loro sapere in una maniera nuova, convincente e creativa. Va da sé
che la cosa aumenterà la loro consapevolezza di sé e delle proprie abilità.

L'idea della coreografia rafforza l'idea di gruppo e di condivisione. Danzare tenendosi


per mano è una pratica potentissima ed emozionante che unisce le persone. Il
rapporto musica-movimento che si estrinseca nella danza attiva tutta una serie di
risorse non-verbali della comunicazione interpersonale che rendono l’esperienza
dell’apprendimento e della socializzazione, più completa e appagante. Da non
sottovalutare è anche la dimensione ludica della danza.

Nell'arrangiamento musicale le strofe vengono ripetute, ogni volta con l’inserimento


di uno o più elementi di variazione, la qual cosa introduce elementi di moto, varietà,
stimolo rinnovato e sorpresa che permettono ai partecipanti di utilizzare le
competenze acquisite. La cosa si presta, a mio avviso, ad un qualche tipo di
improvvisazione singola o di gruppo. Potrebbe essere interessante anche prevedere
una qualche comunicazione con i docenti della scuola visitante, per poter
“incastrare”, per così dire, una performance di risposta della classe ospite a quella di
benvenuto del gruppo ospitante. Ecco quindi che, ad esempio, la classe visitante
potrebbe preparare un numero a sorpresa sullo stesso materiale musicale della scuola
ospitante.

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