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Musica orchestrale

Copertina di un'edizione originale della quinta sinfonia

Le nove sinfonie di Beethoven quindi, pur non essendo molte, hanno però ognuna una propria forza
distintiva e nel loro insieme formano un corpus di opere dalla forza espressiva difficilmente eguagliabile. È
cosa nota che, curiosamente, diversi compositori succeduti a Beethoven, romantici o post-romantici,
abbiano completato l'insieme delle proprie sinfonie fermandosi alla nona; a seguito di questi avvenimenti è
nato il mito della "maledizione della nona", che avrebbe investito compositori come Bruckner, Dvořák,
Mahler, Schubert, ma anche Ralph Vaughan Williams.[70][71]

Le prime due sinfonie di Beethoven sono d'ispirazione e d'impostazione classica. Diversamente da queste
prime due, La terza sinfonia, detta «Eroica», segnerà invece un grande cambiamento nella composizione
sinfonica. L'Eroica si caratterizza per l'ampiezza dei suoi movimenti e per l'orchestrazione. Il primo
movimento era già da solo più lungo di una intera sinfonia scritta fino a quel momento. Quest'opera
monumentale, in partenza scritta per Napoleone, prima che fosse incoronato imperatore, ci mostra un
Beethoven simile a un grande "architetto musicale" e rimarrà come esempio per il Romanticismo musicale.
Nell'intenzione dell'autore l'opera non è semplicemente il ritratto di Napoleone o di un qualsivoglia eroe,
ma in essa Beethoven voleva rappresentare l'immortalità delle gesta compiute dai grandi uomini; questi
suoi pensieri ci sono giunti dalle lettere scritte di suo pugno.[72]

Vengono poi la quinta sinfonia e la sesta sinfonia che possono avvicinarsi alla terza per il loro aspetto
monumentale.[perché?] Della quinta è noto il suo famoso motivo a quattro note, spesso detto «del
destino» (il compositore avrebbe detto, parlando di questo celebre tema, che rappresenta «il destino che
bussa alla porta») utilizzato ripetutamente con variazioni in quasi tutta la sinfonia. La sesta sinfonia detta
«Pastorale» evoca perfettamente l'idea della natura di Beethoven. Ha un carattere quasi impressionistico:
oltre a momenti sereni e trasognati, la sinfonia possiede un movimento in cui la musica cerca di
rappresentare una tempesta. La settima sinfonia è caratterizzata dal suo aspetto gioioso e dal ritmo
frenetico del suo finale, per questo giudicata da Richard Wagner come «apoteosi della danza».[73]

La sinfonia successiva, brillante e spirituale, ritorna a una forma più classica. Infine, la nona sinfonia è
l'ultima sinfonia compiuta. Lunga più di un'ora, è una sinfonia corale in quattro movimenti. All'ultimo
movimento Beethoven aggiunge un coro e un quartetto vocale che cantano l'Inno alla gioia, dall'ode
omonima (An die Freude) di Friedrich Schiller. Quest'opera richiama all'amore e alla fratellanza tra tutti gli
uomini e fa ora parte del patrimonio mondiale dell'UNESCO. L'Inno alla gioia è inoltre stato scelto come
inno ufficiale dell'Unione europea.

Sinfonie

Sinfonia n. 1 in Do maggiore, op. 21 (1800)

Sinfonia n. 2 in Re maggiore, op. 36 (1802)

Sinfonia n. 3 in Mi bemolle maggiore, op. 55 "Eroica" (1804)

Sinfonia n. 4 in Si bemolle maggiore, op. 60 (1806)


Sinfonia n. 5 in Do minore, op. 67 (1808)

Sinfonia n. 6 in Fa maggiore, op. 68 "Pastorale" (1808)

Sinfonia n. 7 in La maggiore, op. 92 (1812)

Sinfonia n. 8 in Fa maggiore, op. 93 (1813)

Sinfonia n. 9 in Re minore, op. 125 "Corale" (1824)

Balletti

Musik zum einem Ritterballett (8 pezzi) anche con versione per pianoforte WoO 1 (1790-91)

Die Geschöpfe des Prometheus (balletto di Salvatore Viganò, Ouverture, Introduzione e 16 pezzi) op. 43
anche con versione per pianoforte (1800-01)

Ouverture

Ouverture Die Geschöpfe des Prometheus (Le creature di Prometeo), op. 43 (1801)

Ouverture Leonore II (I vers.), op. 72a (1805)

Ouverture Leonore III (II vers.), op. 72b (1806)

Ouverture Leonore I (III vers.), op. 138 (1807)

Ouverture Coriolan (Coriolano), op. 62 (1807)

Ouverture Egmont (1810)

Ouverture Die Ruinen von Athen (Le rovine di Atene), op. 113 (1811)

Ouverture König Stephan (Re Stefano), op. 117 (1811)

Ouverture Fidelio, op. 72 (1814)

Ouverture Zur Namensfeier (Per l'onomastico), op. 115 (1815)

Ouverture Die Weihe des Hauses (La consacrazione della casa), op. 124 (1822)

Composizioni varie per orchestra

Rondò in Si bemolle maggiore per pianoforte e orchestra, WoO 6 (1793)

Romanza per violino n. 1, op. 40, in Sol maggiore (1802)

Romanza per violino n. 2, op. 50, in Fa maggiore (1802)

Fantasia per pianoforte, soli, coro e orchestra, op. 80 (1808)

La vittoria di Wellington, op. 91, in Mi bemolle maggiore (1813)

12 minuetti WoO 7 (1795)

12 danze tedesche WoO 8 (1795)

6 minuetti WoO 9 (1795?) (autenticità non pienamente confermata)

12 minuetti WoO 12 (1799) (spuri, in realtà di Carl van Beethoven)

12 contraddanze WoO 14 (1800-02)


6 Ländlerische Tänze WoO 15 (1802)

Marcia trionfale in Do maggiore per Tarpeja di Christoph Kuffner WoO 2a (1813)

Intermezzo in Re maggiore forse per Tarpeja di Christoph Kuffner WoO 2b (1813)

12 scozzesi WoO 16 (1806) (fraudolenti)

11 Mödlinger Tänze WoO 17 (1819) (probabilmente spurie)

Gratulations-Menuett WoO 3 (1822)

Composizioni per banda

Marcia militare in Fa maggiore WoO 18, 3 versioni:

(1 ver.) Marcia per la Guardia Nazionale Boema (1809)

(2 ver.) n. 1 delle Due marce per il carosello dell'imperatrice Maria Ludovica (1810)

(3 ver.) Ritirata n. 1, con piccolo trio in Si bemolle maggiore (1822)

Marcia militare in Fa maggiore WoO 19, 3 versioni:

(1 ver.) Marcia per l'arciduca Antonio (1810)

(2 ver.) n. 2 delle Due marce per il carosello dell'imperatrice Maria Ludovica (1810)

(3 ver.) Ritirata n. 3, con piccolo trio in Fa minore (1822)

Ritirata n. 2 in Do maggiore WoO 20 (1810)

Polonaise in Re maggiore WoO 21 (1810)

Scozzese in Re maggiore WoO 22 (1810)

Scozzese in Sol maggiore WoO 23 (circa 1810) (perduta, ma ne rimane una versione per pianoforte)

Marsch zur grossen Watchparade in Re maggiore WoO 24 (1816)

Concerti per strumento solista e orchestra

Concerto n. 1 in Do maggiore, op. 15 (1798)

Concerto n. 2 in Si bemolle maggiore, op. 19 (1795, 1 vers. perduta) (1798, 2ª vers.)

Concerto n. 3 in Do minore, op. 37 (1802)

Concerto n. 4 in Sol maggiore, op. 58 (1806)

Concerto n. 5 in Mi bemolle maggiore, op. 73 "Imperatore" (1809)

Triplo concerto per pianoforte, violino, violoncello e orchestra in Do maggiore, op. 56 (1804)

Concerto per violino e orchestra in Re maggiore, op. 61 (1806) anche trascrizione per pianoforte

Cadenze

2 cadenze per il Concerto per pianoforte e orchestra in Re minore K.466 di W.A.Mozart (I e III mov.) (WoO
58) (1802-05)

3 cadenze per il Concerto n. 1 op. 15 per pianoforte e orchestra (per il I mov.) (1807-09)
Cadenza per il Concerto n. 2 op. 19 per pianoforte e orchestra (circa 1809)

Cadenza per il Concerto n. 3 op. 37 per pianoforte e orchestra (circa 1809)

3 cadenze per il Concerto n. 4 op. 58 per pianoforte e orchestra (2 per il I mov. e 1 per il III mov.) (circa
1809)

2 cadenze per il Concerto per violino nella versione col pianoforte op. 61 (per il I mov. e il III mov.) (circa
1809)

altre 2 cadenze per il Concerto per violino nella versione col pianoforte op. 61 (transizione al III, e III mov.)
(circa 1809)

altre 3 cadenze per il Concerto n. 4 op. 58 per pianoforte e orchestra (per il I mov., transizione al III, e III
mov.) (circa 1809)

Musica per pianoforte

Sonate

Beethoven fu uno dei più importanti compositori per il pianoforte; al di là della qualità delle sue sonate, la
sua scrittura prende origine dai modelli mozartiani e haydniani per poi elaborare una forma originale di
grande libertà creativa. Il compositore si interessò attentamente, nel corso della sua esistenza, a tutti gli
sviluppi tecnici dello strumento al fine di sfruttarne tutte le possibilità.

Beethoven ha pubblicato trentadue sonate per pianoforte; a queste bisognerebbe aggiungere la sonata
incompleta woO 51, le tre sonate WoO 47, composte probabilmente nel 1783 e dette sonate all'elettore
(Kurfürstensonaten) in quanto dedicate al principe elettore Maximilian Friedrich von Königsegg-Rothenfels.
Per quanto riguarda le trentadue sonate con numero d'opera, la loro composizione avviene nell'arco di
circa vent'anni. Questo corpus compositivo, in modo più evidente rispetto alle sinfonie, evidenzia
l'evoluzione dello stile del compositore nel corso degli anni. Le sonate nel corso degli anni si affrancano
sempre più dai dettami classici previsti dalla forma sonata; gradualmente le composizioni guadagnano
sempre più libertà di scrittura e diventano sempre più complesse.

Si possono citare fra le più celebri l'Appassionata e la Waldstein (1804) o Gli addii (1810). Nella celebre
Hammerklavier (1819), lunghezza e difficoltà tecniche raggiungono livelli del tutto inusitati. Essa fa parte
delle cinque ultime sonate, nelle quali l'autore utilizza per i movimenti conclusivi tipologie più consone al
quartetto d'archi che della sonata per piano come la fuga (finale opp. 101, 106 e 110) e la variazione (finale
opp. 109 e 111); in questi ultimi due brani, in particolare, al dinamismo tipico del periodo "eroico" subentra
una calma estatica e apparentemente atemporale.

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