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Le 32 sonate per pianoforte illustrano il suo percorso di ricerca tecnica e timbrica sullo strumento e
l’evoluzione della forma-sonata, dove il contrasto tematico si traduce in conflitto interiore, drammatico.
I gruppo: dall’op. 2 all’op. 22 (fine Settecento-inizio Ottocento) = virtuosismo pianistico e elementi di
rottura della forma-sonata tradizionale
II gruppo: dall’op. 26 all’op. 57 (fino al 1807) = sperimentazione di nuove forme; pochi elementi soggetti a
mutazioni e a trasformazioni continue
III gruppo: dall’op. 78 all’op. 90 = processo di interiorizzazione
IV gruppo: dall’op. 101 all’op. 111 = astrazione attraverso la tecnica del contrappunto e della variazione
Con Beethoven la sinfonia assume un carattere monumentale per dimensioni e per il messaggio etico
contenuto in ciascuna delle nove che ha composto, specialmente dalle Terza in poi: l’ideale illuministico di
un’umanità libera e governata dal bene, fino all’invito alla fratellanza universale espresso nell’Inno alla gioia
(su testo di Schiller) che conclude la nona sinfonia.
Nei quartetti per archi di Beethoven l’‘amabile conversazione’ tra i quattro strumenti si trasforma in un
messaggio accessibile solo a pochi (vedi specialmente gli ultimi quartetti dall’op. 126 all’op. 135 e la
“Grande Fuga” op. 133