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Bianca Maria Antolini

LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA DI CLEMENTI


NELL’EDITORIA MUSICALE EUROPEA

Le composizioni di Clementi hanno avuto una diffusione editoriale


cospicua e continua per tutto l’Ottocento e ben entro il Novecento. Si tratta
di un fenomeno non facile da documentare, sia per le consuete difficoltà poste
dallo studio dell’editoria ottocentesca (mancanza della data di edizione, enor-
mi dimensioni della produzione, differenze legislative tra i vari stati europei),
sia per la confusione – specifica del caso Clementi – nella numerazione delle
diverse opere. Per questo, la grande diffusione delle opere di Clementi sul mer-
cato editoriale europeo non ha finora ricevuto una adeguata attenzione. In
questa sede vorrei esporre i primi risultati di una sia pur parziale ricognizione
della diffusione editoriale della musica di Clementi fino al primo Novecento,
intrapresa per individuare i cambiamenti di destinazione e funzione che essa
subì in questo periodo, e il correlato mutamento dell’immagine di Clementi
presso il pubblico.
Clementi pubblicò regolarmente le sue composizioni presso editori lon-
dinesi (Welcker, Preston, Dale, Longman & Broderip) assegnando alle diverse
raccolte successivi numeri d’opera: Alan Tyson ha ricostruito il catalogo delle
opere di Clementi sulla base di queste edizioni, fornendone anche una precisa
datazione, basata per la maggior parte sulle date del deposito legale.1 Solo alcu-
ne raccolte ebbero la loro prima edizione fuori da Londra: si tratta delle rac-
colte op. 5-10 degli anni 1780-83, trascorsi in tournée sul continente. Esse
furono pubblicate tra Parigi (op. 5 e 6), Lione (op. 8) e Vienna (op. 7, 9 e 10):
ma Clementi stesso ne curò pochi anni dopo una ristampa londinese.2 Anche
le tre sonate op. 23 furono pubblicate sia a Parigi (Boyer) sia a Vienna (Artaria)
nel 1789, poco prima dell’edizione londinese registrata il 1° gennaio 1790.3 Le

1 ALAN TYSON, Thematic catalogue of the works of Muzio Clementi, Schneider,Tutzing 1967.Tyson
registra nel suo catalogo solo le prime edizioni, e le eventuali edizioni posteriori autentiche. Nel
corso del saggio farò riferimento alla numerazione stabilita da Tyson (ormai recepita da tutti i
dizionari), segnalando in nota le eventuali discordanze presenti nelle edizioni ottocentesche.
2 Le edizioni londinesi delle opp. 5-9 sono «Printed for the Author» (solo l’op. 8 aggiunge a
questa dicitura il nome dell’editore Preston) e recano in calce l’indicazione che era possibile
acquistare «correct editions of all the works of the above author». TYSON, Thematic catalogue, pp.
40-46.
3 L’edizione Artaria (op. 24, n.ed. 278) è annunciata sulla «Wiener Zeitung» del 21 marzo 1789;
l’edizione Boyer, anch’essa con n. d’op. 24, apparve nell’estate 1789. Cfr. WOLFGANG MATTHÄUS,
22 BIANCA MARIA ANTOLINI

composizioni di Clementi (nella stragrande maggioranza sonate, sia solistiche,


sia con accompagnamento) venivano proposte in raccolte di tre, o talvolta di
sei. In qualche caso troviamo anche singole sonate. Raramente, le raccolte com-
prendevano composizioni di diverso tipo: per esempio nell’op. 5 troviamo tre
sonate accompagnate e tre fughe; nell’op. 6 un duo, due sonate accompagnate
e tre fughe; nell’opera 12 si trovano 4 sonate solistiche e una sonata per piano-
forte a 4 mani; nell’op. 34 due sonate e due capricci. Solo sporadicamente si
trovano singole sonate inserite in serie periodiche o in raccolte di diversi auto-
ri: le due sonate uscite nella Collection of original harpsichord music di Stephen
Storace nel 1788 e 1789, e poi ristampate come op. 24 da H.Andrews nel 1790
ca.; la sonata pubblicata nello stesso periodo (1789-90) in A select collection of
choice music for the harpsichord or piano-forte edita da Corri; la sonata accompagna-
ta uscita nel 1794 in Longman and Broderip’s Collection of original music for the
grand and small piano forte.4
La musica di Clementi, nell’ultimo ventennio del Settecento, ebbe anche
un’amplissima diffusione sul continente, con edizioni tedesche, viennesi, fran-
cesi. Il quadro complessivo di queste edizioni è complicato dall’uso di numeri
d’opera differenti da quelli inglesi, e dalla consueta difficoltà di datazione. Si
può tuttavia tentarne una prima ricostruzione con l’elenco degli esemplari
attualmente conservati realizzato dal RISM;5 con i cataloghi degli editori fran-
cesi pubblicati in facsimile;6 e con alcuni studi che affiancano all’elenco delle
edizioni anche le date, ricavate in genere da avvisi sulla stampa periodica.7
Nell’Appendice sono elencate le edizioni apparse presso Artaria di Vienna,
André di Offenbach, Boyer, Imbault, Sieber di Parigi. Si tratta cioè di editori
che – nell’ultimo ventennio del Settecento – pubblicarono regolarmente edi-
zioni di musiche di Clementi, in genere poco dopo la loro comparsa a Londra.

Johann André Musikverlag zu Offenbach am Main: Verlagsgeschichte und Bibliographie 1772-1800,


Schneider,Tutzing 1973, p. 200.
4 TYSON, Thematic catalogue, pp. 62-63, 99, 102.
5 Répertoire international des sources musicales (RISM), serie A/I, Einzeldrucke vor 1800, Band 2,
Bärenreiter, Kassel 1972, pp. 152-172; Band 11, Addenda et corrigenda A-F, ivi, 1986, pp. 288-297.
6 Per l’ultimo ventennio del Settecento vedi CARI JOHANSSON, French music publishers catalogues
of the second half of the eighteenth century, 2 voll., Kungl. Musikaliska Akademien, Stockholm 1955;
ANIK DEVRIÈS - FRANÇOIS LESURE, Dictionnaire des éditeurs de musique français.Volume I: Des origi-
nes à environ 1820, Minkoff, Genève 1979.
7 ALEXANDER WEINMANN, Vollständiges Verlagsverzeichnis Artaria & Comp.,Vienna, 1952 (Beiträge
zur Geschichte des Alt-Wiener Musikverlages, Reihe 2, Folge 2; 2 ed. ampliata 2/1978b);
MATTHÄUS, Johann André Musikverlag zu Offenbach am Main; ANIK DEVRIÈS-LESURE, L’édition musi-
cale dans la presse parisienne au XVIIIe siècle. Catalogue des annonces, CNRS, Paris 2005.
LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA DI CLEMENTI 23

Anche Leduc, Naderman e Pleyel pubblicarono a Parigi molte raccolte


di opere di Clementi: ne sono testimonianza soprattutto i cataloghi editoriali,
oltre che qualche edizione censita dal RISM. La datazione è spesso difficoltosa
per la mancanza di serie significative di numeri editoriali (specie per Leduc e
Naderman). Nel catalogo del 1803 di Leduc sono indicate le op. 2, 9, 12, 19,
21, 22, 28 (= op. 27), 39, 40, 41 e 42 (= op. 40).8 Un avviso dell’11 dicembre
1799 annuncia le opp. 39, 40 e 41: si tratta di Sei sonate op. 39 (probabilmente
= sonatine op. 36), dei valzer (= op. 38 o 39), mentre non sono in grado di
identificare le sei sonate op. 41.9 Pleyel, che iniziò la sua attività editoriale nel
1796, pubblicò entro il 1799 le opp. 33-38,10 e più avanti – come si vedrà – le
opp. 40 e 41 in coedizione con Clementi.
Naderman che – come si vedrà più avanti – fu l’editore scelto da
Clementi per pubblicare nel 1820-1 le opp. 46-50 in edizione simultanea,
stampò anche una nutrita serie di edizioni delle opere pubblicate da Clementi
in precedenza: il RISM registra le op. 9, 11, 12, 13, 14, 21, 22, 23, 25, 33, 40, 41
e 24 n. 2. La maggior parte di esse recano numeri compresi tra 886 e 897, data-
bili forse ai primi anni dell’Ottocento. Per molte si tratta probabilmente di una
ristampa da edizioni di Boyer, di cui Naderman aveva acquistato il fondo nel
1796.11
Infine, alcune sonate di Clementi furono pubblicate, anche sul continen-
te, in serie periodiche, come il Journal de Pièces de clavecin di Boyer e Le Menu
(tra 1785 e 1788)12 e il Journal de musique pour les dames di André.

8 A. DEVRIÈS - F. LESURE, Dictionnaire des éditeurs, I, facs. 135. Sui problemi di datazione delle edi-
zioni di Pierre Leduc cfr. ivi, p. 104. Per gli avvisi di pubblicazione DEVRIÈS-LESURE, L’édition
musicale, p. 116.
9 DEVRIÈS-LESURE, L’édition musicale, p. 116.
10 La corrispondenza dei n. d’op. è la seguente: Pleyel 33 = Tyson 33; 36 = WO3; 37 = 35; 38
= 34; 39 = 36; 40 = 38; 41 = 37; 42 = 40; 43 = 41 + 24 n. 2. Cfr. RITA BENTON con la collab.
di JEANNE HALLEY, Pleyel as a music publisher. A documentary sourcebook of early 19th-century music,
Pendragon, Stuyvesant 1990, pp. 48-49. Le op. 37, 38 e 39 furono annunciate sulla stampa perio-
dica nel 1799, DEVRIÈS-LESURE, L’édition musicale, p. 116.
11 Su Naderman cfr. A. DEVRIÈS - F. LESURE, Dictionnaire des éditeurs, I, pp. 122-124. La numera-
zione delle edizioni Naderman è irregolare e senza una logica evidente. Proprio i numeri asse-
gnati alle edizioni di Clementi rientrano in un gruppo di difficile datazione. Comunque, sono
posteriori al 1796, poiché un catalogo di quell’anno non registra opere di Clementi (JOHANSSON,
French music publishers catalogues, n. 169, 170), e questo è un elemento ulteriore per collegare le
edizioni di Clementi all’acquisizione del fondo Boyer.
12 Cfr. GALLIANO CILIBERTI, Clementi, i Concerts spirituels e la stampa quotidiana parigina: nuove
evidenze, in Muzio Clementi. Studies and prospects, edited by Roberto Illiano, Luca Sala and
Massimiliano Sala, Ut Orpheus, Bologna 2002, pp. 121-138: 125.
24 BIANCA MARIA ANTOLINI

Per quanto riguarda la confusione nei numeri d’opera, si può notare che
le raccolte di sei sonate vengono sempre divise, generando quindi due numeri
differenti, e alterando di conseguenza la successione: le sei sonate op. 13 diven-
tano tre op. 13 e tre op. 14; le sei op. 25 diventano tre op. 25 e tre op. 26; le due
sonate e due capricci op. 35 diventano due sonate op. 34 e due capricci op. 35.
Possiamo anche verificare che spesso i numeri d’opera sono uguali presso vari
editori del continente e differenti da quelli inglesi. Edizioni sporadiche di com-
posizioni di Clementi furono inoltre pubblicate da molti altri editori: il RISM
censisce fra le altre anche edizioni di Hummel, Schmitt, Falter, Götz, Schott,
Böhme, Porro, Érard ecc.
Si è in genere ritenuto che le edizioni pubblicate dopo la prima edizio-
ne fossero tutte ristampe non autorizzate, edizioni ‘pirata’ rese possibili dalla
mancanza di una legislazione europea sulla protezione del diritto d’autore. In
realtà, una migliore conoscenza dei meccanismi di diffusione della produzione
a stampa rivela che molti editori europei erano legati fra loro da intensi rap-
porti commerciali: la produzione di edizioni dei medesimi brani da parte di dif-
ferenti editori in diversi paesi si può quindi ricondurre, in molti casi, ad accor-
di e scambi fra editori.13 Nel caso di Clementi, per esempio, sono da ricordare
i rapporti di Longman & Broderip con Artaria e con Imbault;14 lo stesso
Clementi, appena avviata la propria attività editoriale, si premurò subito di pro-
porre scambi di edizioni a colleghi sul continente come Artaria e Pleyel.15
Andrebbe quindi indagata, sulla base di un’adeguata documentazione, la possi-
bilità di edizioni realizzate in base ad accordi editoriali, tenendo conto comun-
que che l’esistenza di relazioni commerciali, o la produzione di un singolo
brano in coedizione non comporta necessariamente relazioni stabili di coedi-
zione per la produzione complessiva.
Forme di coedizione, se non proprio di edizione simultanea, si possono
individuare nelle composizioni pubblicate all’inizio del nuovo secolo: le sona-
te op. 40 apparvero quasi contemporaneamente (settembre-ottobre 1802) a
Londra, a Parigi presso Pleyel (come op. 42), a Vienna presso Mollo, in edizio-
ni autorizzate e con correzioni di Clementi;16 la sonata op. 41 fu pubblicata a

13 Vedi in proposito BIANCA MARIA ANTOLINI, Editoria musicale e diffusione del repertorio, in La cul-
tura del fortepiano 1770-1830. Atti del convegno internazionale di studi, Roma 26-29 maggio
2004, a c. di Richard Bösel, Bologna, Ut Orpheus, in corso di stampa («Quaderni clementiani»).
14 Cfr. DAVID WYN JONES, Some aspects of Clementi’s career as a publisher, in questo stesso volume.
15 Vedi le lettere di Clementi ad Artaria, da Londra 21 dicembre 1798, e di Clementi a Pleyel,
da Londra, 12 marzo 1802, in MUZIO CLEMENTI, Epistolario 1781-1831, a c. di Remo Giazotto,
Milano, Skira – Roma, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, 2002, pp. 118 e 123.
16 Cfr. TYSON, Thematic catalogue, pp. 80-81, per una descrizione delle edizioni e del loro reci-
proco rapporto.
LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA DI CLEMENTI 25

Londra nell’aprile 1804, ed ebbe nello stesso anno due edizioni presso Artaria
a Vienna, la seconda delle quali «corrigé par l’Auteur»,17 e un’edizione a Parigi
presso Pleyel.18 In entrambi i casi, comunque, troviamo parecchie ristampe
presso editori francesi e tedeschi (Imbault, Leduc, Sieber, André, Naderman
ecc.), come di consueto a breve distanza dalla prima edizione.
A partire invece dal Gradus ad Parnassum Clementi si avvalse pienamen-
te del sistema di edizione simultanea: i tre volumi del Gradus comparvero nello
stesso giorno a Londra, a Parigi presso Érard e a Lipsia presso Breitkopf &
Härtel rispettivamente nel 1817, 1819 e 1826. Un ultimo gruppo di composi-
zioni di Clementi, le opp. 46-50, vide infine la luce in un breve spazio di
tempo, nel 1820-21, ugualmente in edizione simultanea presso Clementi &
Co., Breitkopf & Härtel e Naderman. Per quest’ultimo gruppo di opere la tute-
la fornita dal sistema dell’edizione simultanea evidentemente funzionò, poiché
la consueta fioritura di ristampe è meno intensa:Tyson ritiene inoltre, se pure
in modo dubitativo, che «some editions of these works published later by André
in Offenbach, by Peters in Leipzig and by Ricordi in Milan also appeared with
Clementi’s authority».19 Tuttavia nel caso di Ricordi, che pure aveva intensi
rapporti di scambio commerciale con Breitkopf & Härtel, un’ironica annota-
zione in una lettera di Breitkopf & Härtel del 30 luglio 1824 mostra come
l’editore milanese avesse prodotto senza autorizzazione edizioni di musiche di
Clementi, basandosi sugli esemplari dell’editore di Lipsia: «Nous voyons par Vos
Catalogues que Vous avez copié plusieurs ouvrages de notre fonds et proprieté
tels que Clementi, Gabrielsky, Gerke, Sörgel ecc. et nous observons avec plaisir
que ces auteurs sont goutés chez Vous».20
Il più significativo legame istituito da Clementi nei primi anni
dell’Ottocento, sia come editore, sia come compositore, fu quello con la casa
editrice Breitkopf & Härtel. I contatti del Clementi editore con la casa editri-
ce risalgono almeno al gennaio 1800, quando la ditta di Lipsia lo interpellò,

17 Ivi, pp. 82-83. L’edizione Artaria contiene due sonate: l’op. 41 e l’op. 24 n. 2.
18 Come quella di Artaria anche questa edizione, uscita con n. d’op. 43 e n.ed. 652, contiene due
sonate. La data deriva dal deposito legale. Cfr. BENTON – HALLEY, Pleyel as a music publisher, p. 49.
19 Ivi, pp. 91-95.
20 Cfr. LUCA AVERSANO, Il commercio di edizioni e manoscritti musicali tra Italia e Germania nel primo
Ottocento (1800-1830), «Fonti musicali italiane», 4, 1999, pp. 113-160: 137. Breitkopf & Härtel
potrebbe riferirsi qui a una o più composizioni di Clementi presenti nel catalogo Ricordi del
dicembre 1822 (cfr. Catalogo della musica data in luce co’ torchi di Giovanni Ricordi (A tutto il 31
dicembre 1822), [Milano, Ricordi, 1823]): il Gradus Livre I (pubblicato da Ricordi nel 1819) e
Livre II (1821), le Dodici monferrine op. 49, le variazioni su Batti batti dal Don Giovanni di Mozart,
le tre Sonate op. 50, tutte edizioni uscite da Ricordi nel 1822.
26 BIANCA MARIA ANTOLINI

come socio della casa editrice Longman, per la vendita delle Opere complete
di Mozart e Haydn,21 che Breitkopf & Härtel aveva avviato rispettivamente nel
1798 e nel 1799.Al 1803 data la conoscenza personale di Clementi e Gottfried
Härtel, in seguito alla quale la ditta tedesca propose a quella inglese un regola-
re scambio di edizioni dai propri fondi e di manoscritti da pubblicare.22 Di
fatto, le ditte di Clementi e di Härtel realizzarono insieme alcune edizioni
simultanee di composizioni di Haydn, Beethoven e dello stesso Clementi.23 Per
quanto riguarda poi il Clementi compositore, Breitkopf & Härtel si impegnò
per vari anni nella pubblicazione delle sue opere complete. Si trattava della
terza impresa di questo genere varata dalla ditta di Lipsia, dopo quelle sopra
citate, dedicate a Mozart e Haydn.24 Con il titolo Oeuvres complettes, quindi, tra
il 1803 e il 1819 uscirono 13 volumi: più intenso inizialmente – ne1 1803-4
uscirono ben sei volumi, nel 1806 ne uscirono altri tre – il ritmo della pubbli-
cazione si diradò negli anni successivi (un volume l’anno nel 1809, 1813, 1816
e 1819). Nel complesso, la collezione contiene quasi tutta la produzione di
Clementi fino all’opera 41, in una successione che non tiene conto dell’origi-
naria cronologia delle pubblicazioni né menziona i numeri d’opera. Le opere
posteriori (dal Gradus op. 44 fino all’op. 50) vennero pubblicate, come si è visto
sopra, da Breitkopf & Härtel indipendentemente dalle Oeuvres complettes.25
In una lettera a Beethoven del 24 settembre 1810, Gottfried Härtel rac-
conta al compositore le motivazioni e le circostanze relative alla realizzazione
delle opere complete per pianoforte di Mozart, Haydn, Clementi, Dussek e
Steibelt: all’opportunità di un’ampia diffusione commerciale di opere poco o
per niente conosciute nella Germania del Nord, si era aggiunta la possibilità di
realizzarle a costi assai ridotti, che avrebbero consentito alla casa di Lipsia –
come era suo costume – di praticare ai suoi acquirenti prezzi molto bassi. In
particolare, «Clementi rifiutò l’onorario proposto, e mi concesse la libertà di
realizzare una simile edizione, senza pretendere compensi di sorta e non ne
accettò neppure per la revisione e la correzione di varie opere, nel periodo in

21 Cfr. OSKAR VON HASE, Breitkopf & Härtel: Gedenkschrift und Arbeitsbericht, 3 voll., Breitkopf &
Härtel,Wiesbaden 1968, I, p. 183.
22 Lettera di Breitkopf & Härtel a Clementi & Co., 13 febbraio 1804, ivi, pp. 194-195.
23 Sui rapporti tra le due case editrici, oltre alla lettera sopra citata vedi LEON PLANTINGA,
Clementi. La vita e la musica, Feltrinelli, Milano 1980, pp. 200-207; ALAN TYSON, The authentic
English editions of Beethoven, Faber and Faber, London 1963; JONES, Some aspects, pp. 9-13.
24 La situazione è riassunta in ANTOLINI, Editoria musicale.
25 TYSON, Thematic catalogue, pp. 125-127.
LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA DI CLEMENTI 27

cui abitò presso di me».26 Il soggiorno di Clementi a Lipsia nell’estate del 1804
produsse una serie di versioni rivedute per le composizioni contenute nel volu-
me VI, il solo a recare traccia dell’intervento del compositore.27
I primi dieci volumi delle Oeuvres complettes di Breitkopf & Härtel ven-
nero ristampati a Vienna da Steiner (Chemische Druckerei), tra il 1805 e il
1813 ca., non so se con l’accordo dell’editore di Lipsia oppure no;28 mentre
dopo la fine dell’edizione completa di Breitkopf & Härtel fu la ditta di
Clementi a chiedere a Breitkopf & Härtel la collaborazione per una nuova edi-
zione rivista delle opere di Clementi, ricevendone in risposta che non si sareb-
be potuto fare nessun uso della nuova edizione, poiché l’edizione era stata pro-
dotta tipograficamente, quindi senza lastre, e quindi non si poteva pensare a una
nuova edizione prima dell’esaurimento della precedente.29
Il continuato favore che le opere di Clementi ebbero in Inghilterra è
documentato tuttavia dalle frequenti ristampe di singole raccolte, realizzate nel
primo ventennio dell’Ottocento dalla casa editrice dello stesso Clementi.30 In
Germania, fu André a ristampare nei primi decenni dell’Ottocento, con un
nuovo numero editoriale, le raccolte che aveva già pubblicato nell’ultimo quin-
dicennio del secolo precedente, aggiungendovi anche le nuove composizioni.31
Anche in Francia qualche editore, come Leduc, Sieber, più avanti Launer, pro-
poneva raccolte complete o quasi complete delle opere di Clementi.32 In Italia,

26 LUDWIG VAN BEETHOVEN, Epistolario. Vol. II: 1808-1813, a c. di Sieghart Brandenburg, sotto gli
auspici del Beethoven-Haus Bonn, trad. di Luigi della Croce, Accademia nazionale di Santa
Cecilia – Skira, Roma-Milano 2000, pp. 185-190; la lettera si può leggere anche in VON HASE,
Breitkopf & Härtel, pp. 175-6.
27 TYSON, Thematic catalogue, pp. 125-127, PLANTINGA, Clementi, pp. 224-228.
28 I dieci Cahiers elencati nel catalogo di Steiner recano i n.ed. 45, 46, 47, 48 (tutti annunciati
sulla «Wiener Zeitung» il 22 mag. 1805), 1125, 1201, 1350 (avviso in «Wiener Zeitung», 21 feb.
1810), 1510 (avviso in «Wiener Zeitung», 12 set. 1810), 2101, 2105 (1813 ca.). Cfr. ALEXANDER
WEINMANN, Vollständiges Verlagsverzeichnis Senefelder Steiner Haslinger, 3 voll., Katzbichler,
München 1979, 1980, 1983 (Beiträge zur Geschichte des Alt-Wiener Musikverlages, Reihe 2,
Folge 19), vol. 1, 1979, pp. 25, 72, 75, 80, 118. La serie di Steiner è segnalata nel vol. 11 (Addenda
et corrigenda) del RISM (p. 297), ma se ne elencano solo nove Cahiers.
29 VON HASE, Breitkopf & Härtel, p. 183.
30 TYSON, Thematic catalogue.
31 Cfr. MATTHÄUS, Johann André, che riporta accanto alla descrizione della prima edizione
apparsa presso André anche il nuovo n.ed. della ristampa ottocentesca; BRITTA CONSTAPEL, Der
Musikverlag Johann André in Offenbach am Main: Studien zur Verlagstätigkeit von Johann Anton André
und Verzeichnis der Musikalien von 1800 bis 1840, Schneider,Tutzing 1998.
32 Il catalogo Leduc del 1803 (A. DEVRIÈS - F. LESURE, Dictionnaire des éditeurs, I, facs. 135) elen-
cava fra gli Ouvrages proposés par souscription, oltre alle opere per pianoforte di Mozart e Haydn la
28 BIANCA MARIA ANTOLINI

invece, la proposta nel 1829 di una Collezione completa di Muzio Clementi da


parte del piccolo editore milanese Carulli sembra si sia fermata al II fascicolo.33
Particolare significato nel panorama editoriale del primo Ottocento assunse poi
un’impresa realizzata da Hans Georg Nägeli, che fra il 1803 e il 1810 pubblicò
per sottoscrizione il Répertoire des clavecinistes, contenente brani (perlopiù sona-
te) di Clementi, Beethoven, Cramer, Dussek, Steibelt, Stadler, Liste, Wölfl,
Haak,Weyse, Pollini,Tomaschek. L’editore zurighese Nägeli era entrato in con-
tatto con Clementi già nel 1794, con lo scopo di mettere in vendita sul mer-
cato svizzero le edizioni inglesi delle musiche di Clementi, al posto delle scor-
rette stampe tedesche che aveva commerciato fino a quel momento.34 La par-
ticolare considerazione che Nägeli aveva di Clementi è espressa a conclusione
di una lettera del 28 gennaio 1794: «Je me flatte qu’il peut vous interesser si je
vous dis que depuis quelques annés nous nous sommes tant perfectionné dans
la musique et surtout au pianoforte, que nous savons profiter des chefs d’oeu-
vre de votre genie, et que nous preferons a tous autres, comme ils les méritent
à juste titre».35 Proprio l’idea che con Clementi si era aperta un’epoca nuova e
feconda nella musica per pianoforte informava la concezione del Répertoire: esso
doveva quindi testimoniare questa nuova età musicale in cui opere di grande
impegno avrebbero coniugato virtuosismo, contrappunto, e novità di elabora-
zione formale. Alcune delle composizioni del Répertoire furono commissionate
ex-novo da Nägeli e sono quindi prime edizioni (come nel caso dell’op. 31 di
Beethoven), altre sono ristampe. Di Clementi, il Répertoire ristampò le sonate
solistiche dell’op. 2 nel 1803, ad apertura della raccolta, e le sonate op. 25 n. 4,
5 e 1 nel 1804.36 Nägeli, come nello stesso periodo Härtel, sperava di pubbli-

«Collection des œuvres de Clementi p.r le Piano à 4. par livraison. Papier velin N. 1.2.»; il cata-
logo Launer del 1841 era così intestato: Catalogue des ouvrages composant le fonds de musique de Mme
Vve Launer, succ.r de Carli… premier éditeur de la collection complète des opéras de Rossini, des œuvres
complètes de Haydn, Mozart, Clementi, pour le piano […]. La maggior parte delle opere di Clementi
sono presenti inoltre nel catalogo di Georges-Julien Sieber del 1828 ca.
33 PATRIZIA FLORIO, La produzione degli editori Carulli (Milano 1822-1832), «Fonti musicali ita-
liane», II, 1997, pp. 69-94: 71, 85, 86. I due primi numeri della Collezione contengono rispettiva-
mente le Sonatine op. 36 e quattro sonate con accompagnamento (op. 21 n. 1-3 e op. 22 n.1).
34 Lettera di Nägeli a Clementi, da Zurigo, 28 gennaio 1794, in CLEMENTI, Epistolario, pp. 113-
115.
35 Ibidem.
36 Cfr. ANTOLINI, Editoria musicale, in cui è anche ristampata la lunga introduzione di Nägeli,
premessa alla proposta di sottoscrizione e pubblicata sull’Intelligenz-Blatt dell’«Allgemeine musi-
kalische Zeitung» dell’agosto 1803.
LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA DI CLEMENTI 29

care nel Répertoire sonate nuove di Clementi, ma evidentemente il progetto non


si realizzò.37
Il quadro complessivo della situazione editoriale del primo Ottocento
mostra quindi che Clementi aveva – già durante la sua vita – acquisito lo sta-
tus di compositore ‘classico’, almeno per ciò che riguardava il pianoforte: la sua
produzione viene ristampata completa da vari editori europei, primo fra tutti
quel Breitkopf & Härtel che si stava avviando a diventare il più influente edi-
tore europeo del periodo; e in queste imprese il suo nome è regolarmente
affiancato a quello di Haydn e Mozart. Al contempo, gli viene attribuito per la
musica pianistica il ruolo di caposcuola.
Se seguiamo ora le vicende della diffusione editoriale delle musiche di
Clementi dopo la morte del compositore ci accorgeremo che – in particolare
in Germania – la sua produzione sonatistica viene ripetutamente ristampata.38
Si tratta naturalmente delle sonate solistiche: le sonate con accompagnamento
scompaiono infatti rapidamente dal mercato editoriale, testimoni di un consu-
mo domestico che era ormai del tutto mutato.
Breitkopf & Härtel pubblica quindi nel 1841 una raccolta di Douze sona-
tes: non una scelta dalla produzione complessiva però, ma una ristampa del
primo volume delle Oeuvres complettes,39 forse preludio a una nuova edizione
completa, che però non sembra essersi realizzata. Nella recensione a questa rac-
colta viene messo in evidenza il valore didattico di queste sonate, particolar-

37 In una lettera da Berlino l’11 settembre 1804, Clementi consiglia a Härtel «[…] you had bet-
ter delay until after Nägely has published my three new sonatas, to say in print, that in future I
shall furnish your collection with new works», CLEMENTI, Epistolario, pp. 139-140. Plantinga
(Clementi, p. 223-224) ipotizza che le tre nuove sonate a cui Clementi fa qui riferimento siano
le tre dell’op. 50.
38 I dati sono tratti – per il periodo 1829-1860 – dai Monatsberichte pubblicati da Whistling e
Hofmeister. Il Music Department di Royal Holloway, University of London, sta completando il
progetto Hofmeister XIX, volto alla creazione di un data-base contenente i dati dei Monatsberichte
dal 1829 al 1900. Ho potuto consultare i dati tratti dai Monatsberichte fino al 1860 all’indirizzo
internet http://linnet.cch.kcl.ac.uk/hofmeister/index.html. Per il periodo successivo ho fatto
riferimento invece ai volumi cumulativi (Handbuch der musikalischen Literatur, oder systematisch-
geordnetes Verzeichniss der in Deutschland und in den angrenzenden Ländern erschienen Musikalien...)
pubblicati ogni cinque o sei anni a cura di Adolph Hofmeister per la casa editrice di Lipsia
Friedrich Hofmeister. Per un quadro complessivo di questo indispensabile repertorio cfr. DAN
FOG, Hofmeister XIX. Zur chronologisches Musikbibliographie des 19. Jahrhundert, «Fontes Artis
Musicae», 1988, pp. 149-154.
39 Recensione in «Allgemeine musikalische Zeitung», n. 20, maggio 1841, coll. 396-397.
Le sonate contenute nel volume erano quindi: op. 12 n. 1-4, op. 23 n. 1-3, op. 8 n. 1-3, op. 7
n. 1-3.
30 BIANCA MARIA ANTOLINI

mente adatte per allievi che «hanno percorso già un buon tratto dalla prima
istruzione, ma non sono ancora arrivati alla fine del cammino».Tra il 1849 e il
1857 anche André intraprende, per la terza volta, una nuova edizione compren-
dente almeno 38 sonate;40 nel 1854-55 l’editore viennese Mechetti pubblica
alcune Sonaten f. Pfte. Neue, nach den besten Quellen revidirte Ausgabe.41
Poco dopo, vengono realizzate in Germania due edizioni complete. La
prima di esse compare tra 1856 e 1858 presso l’editore Holle di Wolfenbüttel:
Original-Sonaten, in sessanta fascicoli, «herausgegeben und mit Fingersatz verse-
hen» da Julius Knorr e H. Doering. Il primo volume (n. 1-22) esce nel novem-
bre e dicembre 1856; il secondo (n. 23-43) nel gennaio e febbraio 1857, il terzo
(n. 44-60) a un anno di distanza, nel marzo 1858.42 Sempre nel marzo 1858
esce un quarto volume, curato da Knorr, comprendente sei sonate per piano-
forte a quattro mani. La raccolta delle composizioni di Clementi fa parte di una
più ampia collana di composizioni ‘classiche’, proposte a basso prezzo nello
stesso periodo: Holle’s neue Ausgabe classischer Clavierwerke, comprendente le
composizioni per pianoforte complete di Beethoven, Haydn, Mozart,
Clementi,Weber, e 4 volumi di composizioni scelte di J.S. Bach.43 Nei mede-
simi anni, anche la casa Breitkopf & Härtel,44 che oltre alla pubblicazione di
nuove musiche prosegue nella diffusione delle opere dei classici già pubblicate
all’inizio del secolo, produce una raccolta completa di composizioni di
Clementi, 64 sonate: Neue sorgfaltige revidirte Ausgabe, uscita tra il 1857 e il

40 Questo l’elenco risultante dai Monatsberichte: Sonaten. Neue Ausgabe: N. 1 A, N. 2 G, N. 3 C,


N. 4 G, N. 5 C, N. 6 B; Dic. 1849: N. 7 D, N. 8 (Op. 26 n. 3) D, N. 9 Gm, N. 10 Hm, N. 11 Fis
m, N 12 F dur; Apr. 1852: N. 13 B, N. 14 Es, N. 15 Es, N. 16 G; Ago. 1853: N. 17 F, N. 18 A,
N. 19 C, N. 20 Es; Dic. 1853: N. 21 Es, N. 22 C, N. 23 A, N. 24 B; Feb. 1855: N. 26 Es, N. 27 F;
Dic. 1856: N. 28 A, N. 29 F, N. 30 Didone B (op. 50 n. 1-3); nov. 1857: N. 31 Es; N. 32 F, N. 33
Es, N. 34 Gm, N. 35 Es, N. 36 B, N. 37 Es, N. 38 Gm.
41 I Monatsberichte registrano queste edizioni in ott. 1854 (op. 7 n. 3), feb. 1855 (op. 8 n. 1-3),
lug. 1855 (Tre sonate in si bemolle, fa minore, si minore, e l’op. 50 n. 3 Didone abbandonata).
42 Si tratta di 57 sonate a cui fanno seguito tre raccolte di sonatine: al numero 58 Sei sonatine
op. 36, al n. 59 Tre sonatine op. 37, al n. 60 Tre sonatine op. 38.
43 Cfr. gli annunci e le recensioni dell’edizione Holle di Clementi su «Niederrheinische Musik-
Zeitung», IV, 1 nov. 1856, pp. 349-51; V, n. 8, 21 feb. 1857, pp. 62-3; n. 26, 27 giu. 1857, pp. 206-
7; n. 34, 22 ago. 1857, p. 272. Della stessa serie faceva parte anche il Gradus, su cui vedi più avan-
ti. La collana fu pubblicizzata anche dalla «Gazzetta musicale di Milano» nel 1860, con una
Corrispondenza dalla Germania, datata Berlino, 15 febbraio: Della musica per pianoforte e della sua ese-
cuzione (XVIII, n. 9, 26 feb. 1860, p. 70).
44 Per la storia della casa editrice negli anni successivi alla morte di Gottfried Härtel, cfr. VON
HASE, Breitkopf & Härtel, II, pp. 46-47.
LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA DI CLEMENTI 31

1859.45 Le sonate in questa raccolta recano numeri d’opera desunti con tutta
probabilità dalle edizioni viennesi e tedesche, e quindi in parte differenti da
quelli originali inglesi.
Queste edizioni contribuiscono a definire un’immagine di Clementi
come maestro della sonata, che si affianca ai tre grandi viennesi. Uno studio cri-
tico di Wilhelm H. Riehl, scritto nel 1857 e pubblicato poco dopo,46 prende
spunto proprio dalle due edizioni complete sopra citate per delineare un ritrat-
to di Clementi: «Mit Recht nennt man Haydn, Mozart, Beethoven und
Clementi in einem Athem als die vier Hauptträger der classischen
Klaviersonate»;47 ed è come compositore di sonate che Clementi, nato in Italia
e vissuto in vari paesi europei, fa parte a pieno titolo della grande tradizione
musicale tedesca: «als kunstgeschichtliche Persönlichkeit ist er ein Deutscher»,
scrive Riehl, e più avanti: «Vielleicht hat niemand ein grösseres Zeugniss für
die unwiderstehliche Macht der deutschen Musik als die beiden Italiener
Clementi und Cherubini: beide sahen sich gezwungen deutschen zu schreiben,
wenn sie in den höhern Kunstformen klassisch schreiben wollten». Se pure
nelle melodie di Clementi risuona talvolta il canto italiano, il compositore è
decisamente tedesco, a parere di Riehl, «in seinem Harmonien, in der
Contrapunktirung, in dem Bau seiner Sonaten und in seinem ganzen
Kunstziel».48 Dai suoi contemporanei Clementi è stato considerato soprattutto
un pianista; la generazione successiva ha visto in lui il didatta del pianoforte.
Oggi, dice Riehl, «unserm Geschlecht steht der Meister in seiner historischen
Objectivität und mehr als Jenen im Gesammtbild seines Wirkens gegenüber,
darum ist es an uns, ihn als Klavierkomponisten, als den “Meister der Sonate”
gründlicher zu würdigen und fröhlich zu geniessen».49

45 Le sonate sono registrate nei Monatsberichte di Hofmeister nel set.-ott. 1857, nov. 1857, mar.,
ago., nov. 1858, feb. e apr. 1859. La successione delle sonate è cronologica. Le prime 12 sonate
non risultano annunciate nei Monatsberichte.
46 W.H. RIEHL, Musikalische Charakterköpfe. Ein kunstgeschichtliches Skizzenbuch, Erster Band,Vierte
Auflage, Cotta, Stuttgart 1868. La prima parte del volume è dedicata all’opera romantica, 1815-
1835 (1. Rossini, Bellini, Donizetti; 2 Boïeldieu e Auber e i loro contemporanei; 3 Spohr,Weber
e Meyerbeer), la seconda a Vier Meister des Klaviersatzes: Muzio Clementi; K.M. von Weber come
compositore per tastiera; le sonate di Haydn; le opere per tastiera di J.S. Bach). La prefazione è
datata Monaco, 17 ottobre 1859; il saggio su Muzio Clementi reca la data 1857. Cfr. anche
WILLIAM S. NEWMAN, The sonata in the classic era, third edition, Norton, New York 1983, pp. 756-
757.
47 RIEHL, Musikalische Charakterköpfe, p. 232.
48 Ivi¸ pp. 243-246.
49 Ivi¸ p. 258.
32 BIANCA MARIA ANTOLINI

Allo stesso ambito musicale e culturale tedesco appartiene – ancora alla


fine degli anni ’50 – la diffusione di edizioni parziali: particolarmente autore-
vole dovette essere la prima di esse, per l’importanza del suo curatore, l’amico
di Clementi Ignaz Moscheles, allora professore di pianoforte al Conservatorio
di Lipsia. Questi pubblicò a Stuttgart presso l’editore Hallberger, tra il 1858 e
il 1860, una scelta di 18 sonate di Clementi, nuovamente in una serie di clas-
sici del pianoforte: Pracht-Ausgabe der Classiker Beethoven, Clementi, Haydn,
Mozart in ihren Werken für das Pianoforte allein. Neu herausgegeben mit Bezeichnung
des Zeitmasses und Fingersatzes. La raccolta curata da Moscheles ebbe ottima
accoglienza, se a metà degli anni Settanta era arrivata alla settima edizione.50 La
scelta effettuata dal pianista boemo (op. 2 n. 2 e 6, op. 12 n. 2 e 4, op. 24 n. 2,
op. 25 n. 4 e 5, op. 33 n. 3, op. 34 n. 1 e 2, op. 40 n. 1-3, op. 50 n. 1-3, op. 47
n. 1 e 2) è probabilmente alla base delle successive scelte. Moscheles dichiarò di
aver consultato tutte le precedenti edizioni: «“They shall not make blunders for
want of a proper system of fingering, or strict marking of the expression and
tempi” he used to say “so I conscientiously consult all previous editions”».51
Negli anni successivi, l’editoria musicale tedesca prosegue nella diffusio-
ne delle sonate di Clementi in entrambe le forme: opere complete e scelte di
sonate. Clementi continua a fare parte di quel gruppo di compositori classici
che caratterizza i cataloghi delle case tedesche, beneficiando così della straordi-
naria forza di espansione dell’editoria tedesca: grazie ai miglioramenti tecnolo-
gici, che consentono un enorme aumento della produzione, e alla politica dei
bassi prezzi, le edizioni tedesche dominano il mercato della musica a stampa.
Così, edizioni complete di sonate solistiche di Clementi appaiono nuo-
vamente, alla fine degli anni ’60, nei cataloghi di Breitkopf & Härtel e di Litolff
(70 sonate in tre volumi, nella collana di classici Collection Litolff).52 Nel dicem-
bre 1877 infine Breitkopf & Härtel avvia la Volksausgabe, una biblioteca di com-
posizioni di maestri classici e moderni caratterizzata da basso costo (uguale ai

50 Hofmeister-Handbuch, 1874-79, p. 96.


51 CHARLOTTE MOSCHELES, Life of Moscheles, with selections from his diaries and corresponden-
ce, Hurst and Blakett, London 1873 (rist. in facs. Elibron Classics Replica Edition) II, p. 262. Sul
metodo di lavoro di Moscheles come curatore di edizioni cfr. LEONARDO MIUCCI, Le sonate per
pianoforte di L. van Beethoven: le edizioni curate da Ignaz Moscheles, tesi di laurea, Università di
Roma-Tor Vergata, a.a. 2003-4.
52 Il I volume della nuova edizione di Breitkopf & Härtel è citato in Hofmeister-Handbuch,
1860-67, p. 151; nel successivo Hofmeister-Handbuch, 1868-73, p. 98 è registrata sia l’edizione
Breitkopf, sia l’edizione Litolff: per quest’ultima viene dato il contenuto dei tre volumi in detta-
glio. Per una descrizione dei ‘volumi rossi’ che costituivano la nuova Ausgabe Breitkopf & Härtel
cfr. VON HASE, Breitkopf & Härtel, II, p. 349.
LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA DI CLEMENTI 33

prezzi più bassi in commercio), correttezza (garantita da autorevoli revisori) e


bellezza grafica,53 nella quale è naturalmente inserita anche la raccolta comple-
ta delle sonate di Clementi.54 Proprio all’inizio del nuovo secolo, infine, una
nuova edizione completa, curata da Hans Schmitt, viene pubblicata dalla neo-
nata casa viennese Universal Edition.55
Parallelamente, alcune sonate di Clementi conoscono – sempre a parti-
re dagli anni ’60 e fino alla fine del secolo – una diffusione particolarmente
ampia attraverso le raccolte di Berühmte Sonaten, Ausgewählte Sonaten e simili.
Ne pubblicano Schott,56 Peters (una prima volta a cura di Louis Köhler, più
avanti a cura di Adolf Ruthardt),57 Litolff,58 Cranz di Amburgo (A. Sturm),59
Hansen di Lipsia (Bischoff):60 le raccolte contengono dodici o ventiquattro
sonate, quasi sempre le stesse, e vengono ristampate fino alla fine del secolo e
oltre.
Lo scopo didattico di queste raccolte è evidente: lo dichiara esplicita-
mente una delle più diffuse e significative, quella curata da Sigmund Lebert per
l’editore Cotta di Stoccarda nel 1873. I due volumi contenenti le sei sonatine
op. 36 e 18 sonate fanno parte di una serie dedicata, ancora una volta, ai clas-
sici del pianoforte: Instruktive Ausgabe klassischer Klavierwerke, curata da Lebert
con la collaborazione di Hans von Bülow, Immanuel Faisst, Ignaz Lachner e
Franz Liszt, e adottata nei corsi del Conservatorio di Vienna, della nuova
Akademie der Tonkunst di Berlino e del Conservatorio di Stoccarda. Il pro-
getto generale della serie comprendeva tutte le composizioni pianistiche di
Beethoven e una scelta delle composizioni di Haydn, Mozart, Clementi,
Dussek, Hummel, Weber. Nell’introduzione Lebert spiega gli scopi della col-
lana: offrire i capolavori dei compositori classici per tastiera a tutti coloro che

53 VON HASE, Breitkopf & Härtel, II, p. 577-582.


54 Hofmeister-Handbuch, 1880-85, p. 113.
55 L’edizione uscì tra il 1901 (data di fondazione della Universal) e il 1903, cfr. Hofmeister-
Handbuch, 1898-1903, p. 149.
56 Hofmeister-Handbuch, 1860-1867, p. 151: Sonates choisies. Nouv. Edit. [21], Mainz, Schott.
57 Negli anni Settanta Peters pubblicò dapprima una raccolta di Douze sonates choisies nella revi-
sione di Köhler, n.ed. 49278; poi una più nutrita Sammlung berühmter Sonaten von Clementi, revi-
dirt und mit Fingersatz versehen von Louis Köhler und F.A. Roitzsch, n. 6434, 6436, 5738, 5898,
che aggiunge ai due Cahiers della precedente edizione un terzo e un quarto volume (registrati
in Hofmeister-Handbuch, 1874-79, p. 96); la posteriore edizione curata da Ruthardt ha n.ed.
9345 e contiene le 12 sonate dei primi due Cahiers della precedente edizione: op. 2 n.2, op. 12
n. 1, op. 25 n. 5, op. 25 n. 6, op. 34 n. 1, op. 33 n. 1, 2 e 3, op. 40 n. 1, 2, 3, op. 24 n. 2.
58 Hofmeister-Handbuch, 1868-73, p. 98: 12 célèbres sonates.
59 Hofmeister-Handbuch, 1886-91, p. 125.
60 Hofmeister-Handbuch, 1982-97, p. 142.
34 BIANCA MARIA ANTOLINI

si occupano dell’esecuzione pianistica nei più diversi stadi dell’istruzione, come


allievi o come insegnanti, in una forma che garantisca la migliore guida possi-
bile a un’esecuzione tecnica di livello artistico. Nella revisione, Lebert afferma
di essersi basato sulle migliori edizioni disponibili, e di essere intervenuto nella
notazione degli abbellimenti, del fraseggio, delle dinamiche, dell’agogica (pro-
ponendo anche dei tempi di metronomo), poiché molti pianisti possiedono sì
la capacità tecnica per eseguire quelle opere, ma non quel naturale talento e
quella educazione artistica che li possa mettere in grado di comprendere e
portare alla piena espressione le vere intenzioni del compositore. Secondo il
revisore, quest’ampia classe di persone che fanno musica, «si potrà avvicinare a
quelle opere antiche, il cui stile e spirito è diventato estraneo ai nostri tempi,
se potrà avere una precisa introduzione allo stile e allo spirito della loro appro-
priata esecuzione». Per una conoscenza ancora più approfondita l’edizione
prevedeva un’introduzione storico-critica, la cui pubblicazione viene però
rimandata. Le sonate sono collocate – in accordo con lo scopo didattico della
raccolta – in ordine di difficoltà: Sonata op. 11, oeuvre 1 n. 1, op. 25 n. 6, op.
25 n. 2, op. 12 n. 4, op. 33 n.1, op. 25 n. 5, op. 2 n. 2, op. 24 n. 2, op. 34 n. 1,
op. 40 n. 1, op. 40 n. 3,Toccata op. 11, op. 34 n.2, op. 40 n. 2, op. 33 n. 3, op. 50
n. 3.61
Clementi viene collocato accanto a Beethoven, Mendelssohn o Chopin
come classico del pianoforte anche in raccolte che contengono singole sonate:
segnalo qui una serie pubblicata a metà Ottocento a Londra per cura del pia-
nista e professore alla Royal Academy Henry Brinley Richards, significativa-
mente intitolata The Classical pianist (used at the Royal Academy of Music).A selec-
tion of movements from the works of the great Masters (in realtà la serie comprende
composizioni complete, non singoli movimenti, come sembrerebbe dal titolo).
Il II volume, del 1858, contiene la Sonata op. 4 di Chopin, l’op. 10 n. 3 di
Beethoven, la Fuga in re di Mendelssohn, e le Sonate op. 50 n. 1 e op. 50 n. 3
di Clementi: la recensione su «The musical world» definisce l’op. 50 n. 1 come
la sonata «which made most impression on the plastic mind of Beethoven»,62 e
considera l’op. 50 n. 3 un capolavoro, che smentisce l’idea corrente di un
Clementi freddo e pedante:

61 Ho indicato i numeri d’opera in base al catalogo di Tyson. L’edizione di Lebert usa i nume-
ri d’opera correnti in quegli anni, e cioè, nell’ordine: op. 20, op. 33 n. 1, op. 26 n. 3, op. 25 n. 2,
op. 12 n. 4, op. 36 n. 1, op. 26 n. 2, op. 2 n. 1, op. 47 n. 2, op. 34 n. 1, op. 40 n. 1, op. 40 n. 3, op.
11, op. 34 n. 2, op. 40 n 2, op. 36 n. 3, op. 50 n. 3.
62 «The musical world», 16 gen. 1858, p. 36. Ringrazio Marco Capra per avermi fornito copia
di questi articoli.
LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA DI CLEMENTI 35

It has been too much a habit, both with professors and cultivated amateurs, to
regard Clementi in the exclusive light of a music-master, profound and saga-
cious, but at the same time dry and pedantic – as the the author, in short, of the
most ingenious of elementary works, the Gradus ad Parnassum, and little else.
Clementi nevertheless, has another side, which has been overlooked, or at least
only half acknowledged. He was a poet, as well as a contrapuntist and a perfecter
of mechanism. He had his dreams – like his more ardent and genial, though less
learned, Dussek; and in one of these he gave birth to the Didone abbandonata
[…]63

In Italia, nella prima metà dell’Ottocento, le sonate di Clementi erano


state pubblicate solo sporadicamente.64 È negli anni Sessanta e Settanta che si
riaccende un interesse per il compositore romano, e vengono pubblicate alcu-
ne scelte di sonate di Clementi. La prima di esse, del 1864, è inserita nella rac-
colta di Ricordi L’arte antica e moderna. Scelta di composizioni per pianoforte: una
serie di volumi, ideati da Golinelli e da Giulio Ricordi, e ordinati cronologica-
mente, da Frescobaldi fino a Schumann. A Clementi è interamente dedicato il
III volume (n.ed. 35148-35159), contenente 12 composizioni, nell’ordine: le
sonate op. 25 n. 5, op. 34 n. 1, op. 40 n. 2 e n. 3, la toccata op. 11, il Presto della
sonata op. 12 n.1, il capriccio op. 34 n. 1, l’esercizio n. 24 dal Gradus, la sonata
op. 33 n. 3, il capriccio op.34 n. 2, il primo tempo della sonata op. 34 n. 2.
L’entusiastica recensione di Filippo Filippi, pubblicata per altro sul giornale
della casa Ricordi, rivendica a Clementi il ruolo di grande compositore classi-
co:

Tutti questi pezzi sono d’un valore eccezionale: in tutti domina una melodia, un
canto pieno di garbo e di sostenutezza, che comincia ad emanciparsi dalle fio-
riture mozartiane, quantunque ne arieggi molto lo stile. C’è un fuoco veramen-
te meridionale, una condotta, una squisitezza di fattura quali non s’incontrano

63 «The musical world», 27 feb. 1858, pp. 131-132. Si tratta di una recensione dettagliata, con
esempi musicali.
64 Oltre alle edizioni cit. alla nota 20, Ricordi pubblicò nel 1823 La caccia, nel 1824 24 valzer,
nel 1827 l’op. 47, nel 1828 l’op. 46. Più avanti, inserì nell’Antologia classica musicale allegata alla
«Gazzetta musicale di Milano» i due Capricci op. 34 (n. 6, a. I, 1842) e la Sonata op. 33 n. 3 (n.
12, a. V, 1846). Cfr. AGOSTINA ZECCA LATERZA, Il catalogo numerico Ricordi 1857 con date e indici, I,
Nuovo Istituto Editoriale Italiano, Roma 1984, pp. 61, 63, 107, 127. Inoltre l’editore Lorenzi
pubblicò nel 1824 una Suonata in Fa non meglio identificata (avviso in «Gazzetta di Firenze», 3
apr. 1824), e la romana Litografia Tiberina, alla fine degli anni ’40, le sonate op. 40 n. 1-3 e op.
25 n. 4-6.
36 BIANCA MARIA ANTOLINI

che nei classici. La sonata in si bemolle [op. 12 n. 1] è unica nel suo genere,
degna della fama che ha goduto e di cui gode tuttora. La Sonata in Do op. 36
[cioè op. 33 n. 3], pubblicata anche dall’Antologia dello stesso Ricordi, è un
fiume d’ispirazione. Molto gli studiosi hanno da apprendere in questo volume
di Clementi: molto, così dal lato meccanico come dal lato della composizione.
Perché Clementi non è solamente un professore di scale, un autore di esercizi e
di studi: è uno dei più grandi compositori dei due secoli in cui visse (1752-
1832), è l’anello ingemmato che congiunge l’arte antica all’arte moderna.65

Il recupero della musica di Clementi quindi, nella politica di Ricordi, se


punta naturalmente al fiorente mercato dei pianisti, si inserisce d’altra parte in
quel diffuso movimento per la conoscenza della musica strumentale – sia quel-
la del passato, sia quella dei più recenti autori classici e romantici tedeschi – che
si impone in Italia proprio a partire dagli anni Sessanta dell’Ottocento.
Qualche anno dopo, nel 1868, esce una nuova Raccolta delle migliori opere
di M. Clementi, curata questa volta da Disma Fumagalli, insegnante al Conser-
vatorio di Milano, e realizzata dall’editore Vismara, con i n.ed. 3961-3985. Nella
prefazione, datata Milano, 14 marzo 1868, Fumagalli mette in rilievo non solo
la bellezza delle sonate, ma la loro utilità nell’insegnamento del pianoforte:
Clementi «ha lasciato composizioni musicali tanto sublimi, che non potranno
mai essere meno ammirate, finché si tiene in vigore lo studio del vero bello
musicale. Io quindi affido ai maestri, ai veri amatori, che vorranno coadiuvare
alla propagazione della vera musica, consigliando agli allievi, e adottando in
tutti gli Istituti musicali questa raccolta di Suonate, perché si risvegli quant’è
possibile il vero buon gusto musicale».
Dieci anni dopo si collocano altre due iniziative dell’editore Ricordi.66
Nel 1877 Ricordi ristampa il volume dell’Arte antica e moderna dedicato a
Clementi. Ma la riproposta della serie del 1864 presenta svariate innovazioni,
sia nel piano generale, sia nei singoli volumi. Ora il volume delle opere di
Clementi è il quinto (n. ed. 45248) e aggiunge ai brani del 1864 altri due brani
del Gradus (Fuga in si minore e Canone in do) e la sonata op. 50 n. 3 (Didone
abbandonata).
Ancora nel 1877 Ricordi avvia la pubblicazione di un’ampia raccolta in
sei volumi, intitolati Scelta sistematica e progressiva delle composizioni per pianoforte
di Muzio Clementi, corredata di note, diteggiatura etc. Ne è artefice un altro pianista,

65 «Giornale della della Società del Quartetto», I, 9, 15 ott. 1864, pp. 68-70.
66 Per la politica editoriale di Ricordi cfr. BIANCA MARIA ANTOLINI, Ricordi, in Dizionario degli
editori musicali italiani, 1750-1930, a c. di B.M. Antolini, ETS, Pisa 2000, pp. 286-313.
LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA DI CLEMENTI 37

Carlo Andreoli, professore al Conservatorio di Milano dal 1871 al 1891, pro-


motore di stagioni concertistiche dedicate alla musica strumentale classica in
cui più volte farà ascoltare sonate di Clementi.67 L’Introduzione (datata gen-
naio 1875) dichiara lo scopo didattico dell’edizione, scopo a cui concorrono
non solo i primi 4 volumi (con brani dai Preludi ed esercizi e dal Gradus) ma
anche il quinto e il sesto contenenti dodici sonate: op. 12 n. 1 e 4; op. 23 n. 1
e 2; op. 8 n. 2 e 3; op. 13 n. 6; op. 25 n. 4; op. 26; op. 46; op. 50 n. 1 e 2.68 La
raccolta di Andreoli fa parte della Biblioteca del pianista, collana di edizioni a
prezzi popolari inaugurata da Ricordi nel 1873 nel nome di J.S. Bach. La scelta
di sonate curata da Andreoli viene ripetutamente ristampata da Ricordi:
intorno al 1890 con n.ed. 54255-256, e di nuovo nel 1916 in un’edizione fran-
cese, «revue e doigtée par Charles Andreoli», con n.ed. 115849 e 115850, nella
collana Edition populaire Ricordi. Oeuvres classiques pour piano.
Se negli anni ‘60 e ‘70 dell’Ottocento la musica di Clementi viene vista
in Italia come quella di un classico italiano, degno di affiancare i classici del pia-
noforte da Bach a Beethoven a Schumann, nell’atmosfera accesamente nazio-
nalista del primo Novecento Clementi diventa uno degli ultimi esponenti della
grande tradizione musicale italiana che parte da Palestrina. Così la sua musica,
nella scelta di Giulio Cesare Paribeni,69 entra a far parte nel 1919 della collana
I classici della musica italiana, pubblicata dall’editore Notari di Milano: una rac-
colta di 36 volumi quasi tutti dedicati a un solo autore (da Palestrina a

67 Andreoli eseguì l’op. 40 n. 3 nel concerto di inaugurazione delle stagioni del Concerti popo-
lari, il 14 gen. 1877, e di nuovo il 18 dic. 1881; il Finale dell’op. 50 n. 3 il 19 gen. 1879; il Finale
di una sonata in re maggiore il 22 feb. 1880; e una sonata non identificata il 9 gen. 1887. Sulla
vita concertistica milanese di quegli anni cfr. Milano musicale 1861-1897, a c. di Bianca Maria
Antolini, LIM, Lucca 1999 (Quaderni del Corso di musicologia del Conservatorio di Milano, 5),
e in particolare FRANCESCA BASCIALLI, L’attività concertistica, pp. 81-146; PAOLA CARLOMAGNO, Le
istituzioni concertistiche milanesi e la ricezione del repertorio strumentale, pp. 147-168.
68 La recensione di Filippi al primo volume della Scelta sistematica, apparsa sulla «Perseveranza»,
è riprodotta sulla «Gazzetta musicale di Milano», 1877, pp. 421-422.
69 Muzio Clementi, Sonate per pianoforte, a c. di Giulio Cesare Paribeni, Notari, Milano 1919
(I Classici della Musica Italiana, 8). Contiene: due sonate in realtà di Domenico Scarlatti, pubbli-
cate però come sonate di Clementi «in the style of Scarlatti» nel quinto volume delle Oeuvres
complettes; Due tempi della Sonata op. 5 [= II e III movimento dell’op. 5 n. 3, senza la parte del vio-
lino]; Maestoso della Sonata op. 7 n. 2 [= II movimento, Mesto, dall’op. 7 n. 1]; Toccata op. 11; Due
tempi dalla Sonata op. 24 n. 1 [= I e II movimento dell’op. 23 n. 2]; i Valzer op. 38 n. 1 e 2 [= op.
38 n. 4 e op. 39 n. 2]; le monferrine op. 44 [= op. 49 n. 3, 5 e 6]; Tempo di sonata in sol magg. [=
II movimento dell’op. 25 n. 6]; la Sonata op. 26 n. 2 [= op. 25 n. 5]; il Capriccio in forma di sonata
(si min.) op. 47 [= op. 47 n. 2, Adagio sostenuto e Allegro con espressione e passione]; la Sonata
op. 40 n. 2. Come si può vedere, una scelta curiosa, forse determinata dall’esigenza di differen-
ziarsi dalle altre edizioni in commercio.
38 BIANCA MARIA ANTOLINI

Banchieri, da Frescobaldi a Corelli a Durante, da Gesualdo a Carissimi, dagli


Scarlatti a Marcello, Jommelli, Martini, Paradisi ecc.) a documentare il glorioso
passato della musica italiana.70
Le sonate di Clementi ebbero un posto significativo, nella seconda metà
dell’Ottocento, anche in collane di taglio storico, dedicate alla musica per
tastiera dal Cinquecento in avanti. Il modello di queste antologie è da indivi-
duare in Le trésor des pianistes. Collection des œuvres choisies des Maitres de tous les
pays et de toutes les époques depuis le XVIme siècle jusqu’à la moitié du XIXme, accom-
pagnées de notes biographiques, de renseignements bibliographiques et historiques, d’ob-
servations sur le caractère d’exécution qui convient a chaque auteur, des règles de l’ap-
pogiature, d’explications et d’exemples propres à faciliter l’intelligence des divers signes
d’agrément etc etc., recueillies et transcrites en notation moderne par Aristide Farrenc avec
le concours de Mme Louise Farrenc compositeur et professeur de piano au Conservatoire
Impérial de musique, e pubblicate dallo stesso Farrenc in 23 volumi tra il 1861 e
il 1872. L’ambito storico affrontato parte dai virginalisti inglesi e arriva a
Chopin. Come si può notare, un modello per la collana di Ricordi L’arte anti-
ca e moderna sopra citata, anche se la scelta degli autori privilegia naturalmente
i clavicembalisti francesi e manifesta un più marcato intento documentario,
quello di portare alla luce anche musiche di autori poco noti. Clementi è rap-
presentato, nel volume 16, da Trois sonates oeuv. 2; Deux sonates oeuv. 7, Trois sona-
tes oeuv. 8; Quatre sonates et une Toccate pour le pf, tirées des œuvres 9, 10 et 14,
accanto a composizioni di J.-Wilhelm Haessler, e O.A. Lindemann.71 Negli
stessi anni, si colloca la serie Les bonnes traditions du pianiste, edita da Flaxland
nel 1863 e poi ristampata da Durand & Schoenewerk, anch’essa contenente
musiche di Clementi.72
Antologie di taglio storico ospitarono infine singole sonate di Clementi:
segnalo per esempio Alte Klavier-Musik, a cura di Ferd. August Roitzsch, pub-
blicata da Peters e contenente uno o raramente due pezzi ciascuno di J.E. Bach,
Kirnberger, C.P.E. Bach, Couperin, Rameau, Scarlatti, Clementi (Toccata),
Field, Cherubini,W.F. Bach, Eberlin, Haessler, Cramer.73
La fama di Clementi come didatta del pianoforte è rimasta viva fino ai
nostri giorni, ed è consegnata a un gruppo di opere di differente scopo e strut-
70 Cfr. BIANCA MARIA ANTOLINI, Notari, Umberto, in Dizionario degli editori musicali italiani, 1750-
1930, a c. di B.M. Antolini, ETS, Pisa 2000, pp. 245-248.
71 ANNA HARRIET HEYER, Historical sets, collected editions, and monuments of music: a guide to their
content, second edition, American Library Association, Chicago 1969, p. 112.
72 Non sono riuscita a identificare con precisione il contenuto di questa raccolta. La recensione
di Filippi cit. alla nota 65 parla di un eccessivo rilievo dato alla musica francese del Settecento, e
la definisce «pregevole raccolta ma ordinata con poco criterio e con nessun metodo».
73 HEYER, Historical sets, p. 276.
LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA DI CLEMENTI 39

tura che ebbero tutte una notevole fortuna editoriale. Fra le opere elementari,
le sei sonatine op. 36 vennero pubblicate da una miriade di editori per tutto il
corso dell’Ottocento. Ugualmente destinata a pianisti principianti è
l’Introduction to the art of playing on the pianoforte, pubblicata per la prima volta a
Londra nel 1801. Nel 1811 Clementi aggiunse alla quinta edizione del meto-
do una Appendix di preludi ed esercizi. Le numerose edizioni dell’Introduction
subirono modifiche anche rilevanti da parte dell’autore: rimando per questo
alla bibliografia recente.74 Vorrei solo segnalare, per quanto riguarda le sorti
postume di questo metodo, che fu l’Appendix ad avere particolare fortuna edi-
toriale in tutti i paesi europei e fino alla fine dell’Ottocento e oltre, pubblicata
separatamente con il titolo Préludes et exercises doigtés.
Rivolta invece a pianisti di maggiori capacità è l’ampia raccolta Gradus
ad Parnassum, cento studi «in the strict and in the free styles», op. 44.Venne pub-
blicato dallo stesso Clementi, come è noto, presso la sua casa editrice (e simul-
taneamente a Lipsia presso Breitkopf & Härtel, e a Parigi presso Erard) in tre
parti, rispettivamente nel 1817, 1819 e 1826. Nel corso del XIX secolo trovia-
mo sia ristampe complete, sia scelte di studi, per cui dagli originari 100 si passa
a raccolte di 50, 34, 29, 23 ecc.
L’edizione completa venne ripubblicata in Francia da Richault, che
aveva acquistato la proprietà dell’opera dagli eredi di Clementi e che la difen-
derà vittoriosamente nella causa contro la veuve Launer nel 1842.75 In Italia,
già a partire dal primo Ottocento sono frequenti le ristampe del Gradus: alla
precoce edizione di Ricordi (i tre libri rispettivamente nel 1819, 1821 e 1827)
fecero seguito l’edizione di Lucca (1836), una o forse due edizioni romane
negli anni ’40,76 l’edizione di Clausetti nel 1857-58,77 quella torinese di

74 Sulle varie edizioni di Introduction e Appendix cfr. oltre a TYSON, Thematic catalogue, pp. 84-86,
anche l’introduzione di Sandra P. Rosenblum all’ed. in facsimile: MUZIO CLEMENTI, Introduction
to the art of playing on the piano forte, containing the elements of music, preliminary notions on fingering,
and fifty fingered lessons, new introduction by Sandra P. Rosenblum, Da Capo Press, New York
1974; e MASSIMILIANO SALA, Muzio Clementi fra teoria e prassi: Introduction e Appendix, in Muzio
Clementi. Studies and prospects, ed. by Roberto Illiano, Luca Sala and Massimiliano Sala, Ut
Orpheus, Bologna 2002, pp. 283-299.
75 ANIK DEVRIÈS - FRANÇOIS LESURE, Dictionnaire des éditeurs de musique français. Volume II: De
1820 à 1914, Minkoff, Genève 1988, p. 368.
76 Il Gradus fu stampato da Pittarelli & Santinelli intorno al 1844. A pochi anni dopo dovrebbe
risalire un’edizione promossa dal marchese Giovanni Longhi presso la Litografia Tiberina, di cui
non conosco esemplari. Cfr. BIANCA MARIA ANTOLINI - ANNALISA BINI, Editori e librai musicali a
Roma nella prima metà dell’Ottocento,Torre d’Orfeo, Roma 1988, pp. 46-47, 83, 88, 203.
77 Cfr. ROSA CAFIERO, Le edizioni musicali Clausetti: 1847-1864, «Fonti musicali italiane», 5, 2000,
pp. 97-248: 183.
40 BIANCA MARIA ANTOLINI

Giudici & Strada nel 1863. In Germania l’editore Holle completa la sua edi-
zione della musica di Clementi con il Gradus nel gennaio 1860, a cura di
Friedrich Chrysander;78 compare poi un’edizione di Schott79 e tra la fine degli
anni ’60 e l’inizio del decennio successivo appaiono edizioni complete presso
Litolff, Peters, Siegel.80
Intanto, proprio negli anni Sessanta cominciano a comparire le scelte di
studi dal Gradus, legate spesso all’attività didattica di pianisti celebri soprattutto
come insegnanti: a Londra viene pubblicata nel 1860 una scelta di studi
(Clementi golden pianoforte exercises) curata da W.H. Callcott e nel 1868 un’altra
raccolta curata da W. Macfarren, professore alla Royal Academy di Londra;81 in
Germania didatti come Köhler e Lebert (che più meno nello stesso periodo
producono edizioni di sonate di Clementi) pubblicano scelte di studi dal
Gradus che avranno grande diffusione, accanto alla raccolta realizzata da Carl
Tausig – allievo di Liszt e uno dei più grandi virtuosi dell’epoca. Köhler cura
quindi una scelta di 24 studi presso Schuberth,82 e una più ampia di 50 presso
Breitkopf & Härtel, entrambe più volte ristampate;83 Lebert, per l’editore
Ebner di Stoccarda, produce dapprima una scelta di 24 studi84 poi, negli anni
’70, una scelta di 36 che arriverà in poco tempo alla settima edizione.85 Tausig,
per la scuola superiore di pianoforte da lui fondata a Berlino nel 1865,86 pub-
blica una fortunata scelta di 29 studi dal Gradus presso Trautwein. Nell’ultimo
quindicennio dell’Ottocento compaiono ulteriori scelte, opera di pianisti come
Kullak (26 studi, Peters), Germer (32, Hansen), Riemann (33, Steingräber),
Bischoff (50, Schlesinger), Klindworth (52, Schott),87 infine in Francia Isidore
Philipp (36, Costallat).88

78 Monatsberichte, gen. 1860.


79 Hofmeister-Handbuch, 1860-67, p. 151.
80 Hofmeister-Handbuch, 1868-73, p. 98.
81 Cfr. The catalogue of printed music in the British Library to 1980, K.G. Saur, London 1982,
vol. 12, p. 282,
82 Hofmeister-Handbuch, 1860-67, p. 151; 1880-85, p. 113.
83 Hofmeister-Handbuch, 1868-73, p. 98; 1874-79, p. 96
84 Hofmeister-Handbuch, 1860-67, p. 151;
85 Hofmeister-Handbuch, 1874-79, p. 96; 1880-85, p. 113; 1886-91, p. 124 (7. wohlfeile Aufl.).
Gli studi selezionati sono i seguenti: 16, 17, 1, 9, 19, 12, 2, 3, 24, 20, 34, 35, 31, 30, 50, 11, 28, 47,
7, 44, 5, 6, 78, 46, 22, 29, 96, 21, 32, 15, 36, 27, 48, 71, 99.
86 Hofmeister-Handbuch, 1860-67, p. 151. Su Tausig, morto giovanissimo nel 1871, cfr. HANS
VON BÜLOW, Karl Tausig, «Signale für die musikalische Welt», XXIX, Nr. 35, 22. Aug. 1871, rist. in
HANS VON BÜLOW, Briefe und Schriften, hrsg. von Marie von Bülow, 7 voll., Breitkopf & Härtel,
Leipzig 1895-1908, vol. III, 1896, pp. 308-323: 318.
87 Hofmeister-Handbuch, 1886-91, pp. 124-125; 1892-97, p. 142.
88 Il «Musical Times», n. 604, vol. 34, 1 giu. 1893, p. 362, recensisce Gradus ad Parnassum, Résumé,
LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA DI CLEMENTI 41

Il caso italiano merita un cenno a parte, sostanzialmente per due moti-


vi: da una parte è strettamente legato alla definizione, tra Otto e Novecento, dei
programmi di studio dei Conservatori; in secondo luogo, intorno a Clementi
si coagulano una serie di discussioni relative a diversi modi di intendere la tec-
nica del pianoforte.Tra Otto e Novecento, compaiono in Italia svariate edizio-
ni complete: nel 1888 l’edizione di Francesco Simonetti presso Ricordi (n. ed.
52792-52803); nel 1897 quella di Beniamino Cesi presso il medesimo editore,
come parte del Metodo per lo studio del pianoforte (n. 100524-26);89 mentre due
famosi pianisti italiani, Giuseppe Buonamici e Bruno Mugellini, pubblicano
entrambi una propria edizione completa, ma presso editori stranieri, rispettiva-
mente Augener e Schott per Buonamici, e Breitkopf & Härtel per Mugellini.90
Ancora più numerose le scelte di studi. Da una parte, gli editori italiani
pubblicano le edizioni di Tausig (Lucca, 1881,91 poi Ricordi) e Köhler (Ricor-
di, 50 studi, 1898),92 ma anche scelte di noti didatti italiani come Andreoli

choix de 36 études par I. Philipp (Edition populaire française).


89 Sul Metodo di Cesi cfr. CARLA DI LENA, Alcuni aspetti della didattica pianistica di Beniamino Cesi,
in Francesco Florimo e l’Ottocento musicale. Atti del convegno, Morcone, 19-21 aprile 1990, a c. di
Rosa Cafiero e Marina Marino, 2 voll., Jason, Reggio Calabria 1999, pp. 247-282. Grande soste-
nitore del Metodo di Cesi è Pietro Boccaccini, che nel suo L’arte di suonare il pianoforte, Casa edi-
trice Musica, Roma 1913 dedica il capitolo XIII a «Clementi e Cesi» (pp. 389-419), e in parti-
colare sostiene la necessità di studiare integralmente il Gradus, contestando in dettaglio la scelta
operata da Tausig.
90 L’ed. Augener è datata 1899 in The catalogue of printed music, vol. 12, p. 282; Hofmeister-
Handbuch, 1904-08, p. 127 (Mugellini); Hofmeister-Handbuch, 1909-13 (Buonamici, ed.
Schott), p. 121. Il Gradus nella revisione di Mugellini fu stampato anche da Carisch di Milano
con n.ed. 2818-2820. Sia Buonamici sia Mugellini avevano studiato in Germania.
91 Gradus ad Parnassum di M. Clementi. Studi scelti riveduti diteggiati ed arricchiti di annotazioni tecni-
che per la giusta esecuzione dei medesimi da Carlo Tausig. Con una prefazione di C.F. Weitzmann.Adot-
tati nella R. Scuola di Monaco nell’Imperiale Conservatorio di Pietroburgo e nella Scuola classica del
Pianoforte di Berlino. 14a edizione corretta ed aumentata d’una nuova digitazione per l’esecuzio-
ne delle Scale in Tono Maggiore e Minore, Milano, Lucca, n.ed. 36101. Nella prefazione
Weitzmann afferma: «alcuni studiosi indietreggiarono dinanzi al grande numero degli esercizi
della detta opera, i quali non solamente contenevano strani passaggi e maniere diverse d’esecu-
zione, ma anche composizioni che non s’addirebbero più al gusto moderno. L’autore della pre-
sente edizione ha perciò scelto quegli studi del Parnaso più conformi allo scopo e più indispen-
sabili, e che nello stesso tempo sono destinati a vincere le più svariate difficoltà, avendoli pro-
gressivamente ordinati e corredati secondo il bisogno dei nostri tempi. Egli ha cangiato però
l’originale digitazione di questi studi solo in quei punti ove occorreva uniformarsi ai progressi
moderni […]»
92 Gradus ad Parnassum di Muzio Clementi. 50 studi per pianoforte scelti, ordinati e diteggiati da L.
Köhler, n.ed. 101960 (Biblioteca del pianista-Formato in 8°). Gli studi sono i seguenti: 1-7, 9,
11,12, 15-17, 19-24, 27-32, 34-37, 44, 46-48, 50, 59, 64-66, 68, 71, 76-79, 86, 87, 92, 93, 95, 98.
42 BIANCA MARIA ANTOLINI

(1878, Ricordi),93 Buonamici (50 studi, presso Venturini di Firenze nel 1894;
poi 34 studi, presso lo stesso editore e presso Augener, nel 1899),94 Frugatta (34
studi, Ricordi, 1898),95 Sgambati (40 studi nel 1916; 23, con Boghen, nel 1932,
entrambe presso Ricordi).
Spesso troviamo menzionate sul frontespizio (come nelle analoghe edi-
zioni straniere sopra citate) le istituzioni (accademie, conservatori, istituti musi-
cali) che adottano gli studi di Clementi nei propri programmi di studio: già
l’edizione milanese di Lucca del 1871 definiva i 25 studi «Adottati dalla Regia
Accademia di S.ta Cecilia in Roma»;96 i 50 studi scelti da Buonamici nel 1894
sono destinati all’Istituto musicale di Firenze. La scelta dello stesso Buonamici
e quella di Frugatta del 1899 fanno invece riferimento ai programmi dei
Conservatori appena unificati dal Ministero della Pubblica Istruzione.97

93 La scelta dal Gradus costituisce i vol. II-IV, n. ed. 45232-4, della Scelta sistematica e progressiva
delle opere di Clementi curata da Andreoli. Nella prefazione l’editore dichiara di aver seguito le
innovazioni nella diteggiatura di Tausig. «Nei primi due libri ha creduto utile alternare gli studi
che hanno uno scopo puramente meccanico con altri di stile legato, espressivo e polifono; come
pure ha introdotto nel III libro alcune speciali esercitazioni per la mano sinistra, le due sole cose
che ci hanno sembrato mancare in quella eccellente fatta dal compianto Tausig».
94 Per le classi di Pianoforte. R. Istituto musicale di Firenze. 50 studi estratti dal Gradus ad Parnassum
da far seguito agli studi di Cramer editi da Hans von Bülow. Progressivamente ordinati e provveduti
di nuove diteggiature annotazioni e di segni per la esecuzione dei medesimi da Giuseppe
Buonamici, Firenze, Genesio Venturini, n.ed. 5788-5790 [1894]; 34 studi per pianoforte dal
Gradus…ivi, n.ed. 6873-75 [c. 1899] (Opere classiche rivedute e diteggiate da Giuseppe
Buonamici). Gli studi sono scelti in base ai programmi ministeriali.
95 Gradus ad Parnassum […]. 34 studi per pianoforte scelti ed ordinati secondo i programmi uni-
formi di Licenza e Magistero stabiliti dal Ministero della I.P. per gli Istituti Musicali del Regno
(Frugatta), Milano, Ricordi, n.ed. 102760 [1899], (Biblioteca del pianista-Formato in 4°).
Contiene i seguenti studi in quest’ordine: 1, 3, 5, 7, 9, 12, 15, 16-17 (calcolati come un solo
numero quindi da eseguire di seguito), 21, 22, 24, 27, 28, 31, 32, 34, 35, 36, 44, 47 e 50 (calco-
lati come un solo numero quindi da eseguire di seguito), 48, 65, 66, 78, 83-84 (calcolati come
un solo numero quindi da eseguire di seguito), 86, 87, 88 e 95 (calcolati come un solo numero
quindi da eseguire di seguito), 96, 99.
96 25 studi estratti dal Gradus ad Parnassum ….Adottati dalla Regia Accademia di S.ta Cecilia in Roma,
Milano, Lucca, n.ed. 20487. Questa edizione utilizza però le lastre dell’edizione pubblicata dallo
stesso Lucca nel 1836. L’Accademia di Santa Cecilia aveva aperto nel 1870 un Liceo musicale
con due sole classi (pianoforte e violino).
97 Vedi R. Decreto n. 108 che stabilisce programmi uniformi per gli esami di licenza di magistero nei
diversi rami dell’insegnamento musicale, estratto dal «Bollettino ufficiale», 13 apr. 1899, Cecchini,
Roma 1899, pp. 4-5. Gli studi di Clementi sono fissati con precisione, e sono quelli elencati alla
nota 95 Sull’insegnamento nei conservatori fra Otto e Novecento vedi MARINA VACCARINI,
Modelli culturali e contenuti dell’istruzione musicale, in Milano e il suo Conservatorio, 1808-2002, a c.
di Guido Salvetti, Skira, Milano 2003, pp. 125-201.
LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA DI CLEMENTI 43

L’edizione del Gradus in versione integrale viene in genere motivata con


la convinzione «dell’utilità di far apprendere agli allievi l’intera opera del
Clementi», unita alla possibilità, per gli insegnanti che non ritengono di dover-
lo fare studiare tutto, di «fare una scelta diversa a seconda del bisogno d’ogni
singolo scolaro» (Mugellini).Viceversa, gli autori delle scelte partono dall’idea
che essendo disponibili tante nuove raccolte di studi più adatte alla musica
moderna, è opportuno selezionare tra i cento esercizi di Clementi quelli che
possono ancora essere utili. Per fare un solo esempio, Sgambati scrive nella pre-
fazione all’edizione del 1916:

[…] la cresciuta suppellettile di interessanti lavori e di belle composizioni fa


sì che lo studio dell’opera intiera non si mostri più necessario ed opportuno
come una volta. Hanno in quest’opera un incontestabile valore artistico le fughe
ed i canoni (questi specialmente di bell’artificio) ed anche certi studi che chia-
merei di carattere; ma è pur forza riconoscere che in tali generi di composizio-
ne ci sono altri lavori, di antichi e moderni, maggior vaghezza di ispirazione ed
elevatezza di stile, nei quali sembra miglior consiglio d’impiegare le forze e il
tempo, troppo preziosi, dei giovani artisti.98

Inoltre, l’esigenza di sempre nuove scelte di studi da proporre agli allie-


vi deriva – oltre che da considerazioni commerciali – dal voler adottare nuovi
sistemi di diteggiatura, e diversi percorsi didattici nella successione degli eser-
cizi.
Ciò che appare singolarmente interessante è che tutte le scuole pianisti-
che italiane – anche quando si basano su principi tecnici molto differenti – si
richiamano al magistero e all’insegnamento di Clementi. Così, Beniamino Cesi
e Bruno Mugellini, esponenti di due opposte tendenze nella tecnica pianisti-
ca,99 pubblicano entrambi una edizione completa del Gradus ad Parnassum; e

98 Gradus ad Parnassum […]. 40 esercizi scelti e riveduti ad uso delle classi di pianoforte della R.
Accademia di S. Cecilia di Roma da Giovanni Sgambati con aggiunte e avvertenze sull’interpre-
tazione e sull’esecuzione, Milano, Ricordi, n.ed. 116785, copyr. 1916 (Biblioteca del pianista).
L’edizione, dedicata «Al prof. Giuseppe Ferrata», contiene (in diverso ordine) i seguenti studi: 1-
3, 5, 7, 9, 12, 15-17, 20-22, 24, 26-28, 31, 32, 34-36, 44, 47, 48, 50, 65, 66, 71, 72, 76, 78, 86-88,
95, 96, 99, 100. Sgambati mantiene naturalmente i 34 del programma ministeriale e ne aggiun-
ge sei.
99 Cfr. il par. dedicato alla formazione dei pianisti nel primo Novecento da GIORGIO SANGUI-
NETTI, La formazione dei musicisti italiani (1900-1950), in La cultura dei musicisti italiani nel
Novecento, a c. di Guido Salvetti e Maria Grazia Sità, Guerini e Associati, Milano 2003, pp. 15-54
(Musica nel ‘900 italiano, 2).
44 BIANCA MARIA ANTOLINI

molti pianisti, in aree e scuole diverse, tentano di costruirsi una vera e propria
discendenza da Clementi. Infatti Florimo cita nella sua Scuola musicale di Napoli
Francesco Lanza come «il primo che introdusse a Napoli quella classica scuola
di Muzio Clementi che, progredendo da quel tempo sin oggi, ha dato i più feli-
ci risultamenti»,100 facendo così discendere da Clementi tutti i pianisti napole-
tani della fine dell’Ottocento; e Sgambati sostiene che

[…] particolarmente a Roma è ancor viva una tradizione della scuola del
Clementi la quale (pur non menando buoni i pregiudizi di taluni troppo rigi-
damente legati ai ricordi d’altri tempi) non deve essere dimenticata, tanto in
rapporto alla giudiziosa diteggiatura e posizione della mano, quanto per l’inter-
pretazione appropriata della frase e per la fedele traduzione dei segni d’abbelli-
mento […].101

Per quanto poco documentata possa essere questa genealogia, è tuttavia


sintomatica della necessità di crearsi una discendenza tutta italiana.
Lungi dall’essere un compositore che cadde in un immediato oblio dopo
la sua morte, come da molte parti è stato scritto, Clementi rimase ben presen-
te sulla scena musicale per tutto l’Ottocento e oltre. Certo, allo stato attuale
delle ricerche, furono poche le esecuzioni in concerto di sue musiche, e in
genere limitate a poche sonate come l’op. 40 n. 2, e l’op. 50 n. 3.102 Ma la pre-
senza di edizioni continuamente ristampate sia delle sonate sia delle opere
didattiche mantenne viva la pratica della sua musica, affiancandola a quella dei
grandi autori classici del XIX secolo.

100 La citazione è tratta da FRANCESCO ESPOSITO, Aggiornamento e continuità nel pianismo napoleta-
no dell’Ottocento: Francesco Lanza (1783-1861), in Francesco Florimo e l’Ottocento musicale. Atti del
convegno, Morcone, 19-21 aprile 1990, a c. di Rosa Cafiero e Marina Marino, 2 voll., Jason,
Reggio Calabria 1999, pp. 215-245: 215, che tratta ampiamente la questione dei possibili rap-
porti tra Lanza e Clementi.
101 Prefazione all’edizione del 1916 cit. alla nota 98. Secondo Sgambati il tramite romano del-
l’insegnamento di Clementi era stato Giuseppe Sirletti (1775-1834). La fonte dichiarata da
Sgambati per questa informazione è Marietta Capalti Ricci, pianista dilettante romana dello stes-
so periodo.
102 Clara Schumann aveva in repertorio la Sonata in si minore op. 40 n. 2; in Inghilterra, dove
l’uso del ‘concerto storico’ era diffuso, la sonata in si minore e la Didone furono proposte da
Moscheles, Arabella Goddard, Brinley Richards, Sterndale Bennett già negli anni ’40 e ’50. Ma
la ricerca in questo campo è ancora tutta da fare.
LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA DI CLEMENTI 45

ABBREVIAZIONI

Hofmeister-Handbuch, 1852-59 = Handbuch der musikalischen Literatur, oder allgemein


systematisch geordnetes Verzeichniss der in Deutschland und in den angrenzenden
Ländern erschienenen Musikalien, bearbeitet und herausgegeben von Adolph
Hofmeister, Fünfter Band oder Zweiter Ergänzungsband. Die von Anfang
1852 bis Ende 1859 neu erschienenen und neu aufgelegten musikalischen
Werke enthaltend, Friederich Hofmeister, Leipzig 1860;

Hofmeister-Handbuch, 1860-67 = Handbuch der musikalischen Literatur, oder allgemein


systematisch geordnetes Verzeichniss der in Deutschland und in den angrenzenden
Ländern erschienenen Musikalien, bearbeitet und herausgegeben von Adolph
Hofmeister, Sechster Band oder Dritter Ergänzungsband. Die von Anfang
1860 bis Ende 1867 neu erschienenen und neu aufgelegten musikalischen
Werke enthaltend, Friederich Hofmeister, Leipzig 1868;

Hofmeister-Handbuch, 1868-73 = Handbuch der musikalischen Literatur, oder Verzeichniss


der im deutschen Reiche und in den angrenzenden Ländern erschienenen Musikalien,
Siebenter Band oder Vierter Ergänzungsband. Die von Anfang 1868 bis Ende
1873 neu erschienenen und neu aufgelegten musikalischen Werke enthaltend.
Friederich Hofmeister, Leipzig 1876;

Hofmeister-Handbuch, 1874-79 = Handbuch der musikalischen Literatur, oder Verzeichniss


der im deutschen Reiche und in den angrenzenden Ländern erschienenen Musikalien,
Achter Band oder Fünfter Ergänzungsband. Die von Anfang 1874 bis Ende
1879 neu erschienenen und neu aufgelegten musikalischen Werke enthaltend.
Friederich Hofmeister, Leipzig 1881;

Hofmeister-Handbuch, 1880-85 = Handbuch der musikalischen Literatur, oder Verzeichniss


der im deutschen Reiche und in den angrenzenden Ländern erschienenen Musikalien,
Neunter Band oder Sechster Ergänzungsband. Die von Anfang 1880 bis Ende
1885 neu erschienenen und neu aufgelegten musikalischen Werke enthaltend.
Friederich Hofmeister, Leipzig 1887;

Hofmeister-Handbuch, 1886-91 = Handbuch der musikalischen Literatur, oder Verzeichniss


der im deutschen Reiche und in den angrenzenden Ländern erschienen Musikalien,
Zehnter Band oder Siebenter Ergänzungsband. Die von Anfang 1886 bis
Ende 1891 neu erschienenen und neu aufgelegten musikalischen Werke ent-
haltend. Friederich Hofmeister, Leipzig 1893;
46 BIANCA MARIA ANTOLINI

Hofmeister-Handbuch, 1892-97 = Handbuch der musikalischen Literatur, oder Verzeichniss


der im deutschen Reiche, in den Ländern deutschen Sprachgebietes sowie der für den
Vertrieb im deutschen Reiche wichtigen, im Auslande erschienenen Musikalien, Elfter
Band oder Achter Ergänzungsband. Die von Anfang 1892 bis Ende 1897 neu
erschienenen und neu aufgelegten musikalischen Werke enthaltend.
Friederich Hofmeister, Leipzig 1900;

Hofmeister-Handbuch, 1898-1903 = Handbuch der musikalischen Literatur, oder


Verzeichniss der im deutschen Reiche, in den Ländern deutschen Sprachgebietes sowie
der für den Vertrieb im deutschen Reiche wichtigen, im Auslande erschienenen
Musikalien, Zwölfter Band oder Neunter Ergänzungsband. Die von Anfang
1898 bis Ende 1903 neu erschienenen und neu bearbeiteten musikalischen
Werke enthaltend. Friederich Hofmeister, Leipzig 1906;

Hofmeister-Handbuch, 1904-08 = Handbuch der musikalischen Literatur, oder Verzeichnis


der im deutschen Reiche, in den Ländern deutschen Sprachgebietes sowie der, für den
Vertrieb im deutschen Reiche wichtigen, im Auslande erschienenen Musikalien,
Dreizehnter Band oder Zehnter Ergänzungsband. Die von Anfang 1904 bis
Ende 1908 neu erschienenen und neu bearbeiteten musikalischen Werke ent-
haltend. Friederich Hofmeister, Leipzig s.d.;

Hofmeister-Handbuch, 1909-13 = Handbuch der musikalischen Literatur, oder Verzeichnis


der im deutschen Reiche, in den Ländern deutschen Sprachgebietes sowie der, für den
Vertrieb im deutschen Reiche wichtigen, im Auslande erschienenen Musikalien,
Vierzehnter Band oder Elfter Ergänzungsband. Die von Anfang 1909 bis Ende
1913 neu erschienenen und neu bearbeiteten musikalischen Werke enthal-
tend. Friederich Hofmeister, Leipzig s.d.
LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA DI CLEMENTI 47

APPENDICE

La tabella elenca le edizioni di composizioni di Clementi fino all’op. 39 pubbli-


cate da alcuni editori inglesi, francesi, austriaci e tedeschi tra il 1771 e il 1800. Oltre a
rendere in parte conto della diffusione editoriale dell’opera di Clementi, la tabella ha
lo scopo di mettere in evidenza lo scarto temporale nella pubblicazione delle diverse
opere, e di offrire le concordanze dei numeri d’opera, spesso differenti da un editore
all’altro. Gli editori presi in considerazione sono quelli che – in quegli anni – pubbli-
carono con regolarità opere di Clementi. Si sono registrate nella tabella solo le raccolte,
escludendo le edizioni di singole composizioni tratte dalle raccolte stesse. La tabella è
stata compilata, per quanto riguarda le prime edizioni (e per posteriori edizioni londi-
nesi autentiche) grazie ad ALAN TYSON, Thematic catalogue of the works of Muzio Clementi,
Schneider, Tutzing 1967, di cui si è adottata la numerazione. Le edizioni francesi, au-
striache e tedesche sono state individuate attraverso il Répertoire international des sources
musicales (RISM), serie A/I, Einzeldrucke vor 1800, Band 2, Bärenreiter, Kassel 1972, pp.
152-172; Band 11, Addenda et corrigenda A-F, ivi, 1986, pp. 288-297; e attraverso i cata-
loghi editoriali pubblicati in CARI JOHANSSON, French music publishers catalogues of the
second half of the eighteenth century, 2 voll., Kungl. Musikaliska Akademien, Stockholm
1955 e in ANIK DEVRIÈS - FRANÇOIS LESURE, Dictionnaire des éditeurs de musique français.
Volume I: Des origines à environ 1820, Genève, Minkoff, 1979.
Per la datazione si è fatto riferimento, per le edizioni inglesi, alla data di depo-
sito a Stationers Hall, indicata in TYSON, Thematic catalogue (con eccezione delle op. 2,
3, 4, 11 in cui la data è quella dell’avviso su giornali londinesi); per le edizioni france-
si, austriache e tedesche si è indicata la data dell’avviso di pubblicazione, ricavata attra-
verso i seguenti studi: ALEXANDER WEINMANN, Vollständiges Verlagsverzeichnis Artaria &
Comp.,Vienna, 1952 (Beiträge zur Geschichte des Alt-Wiener Musikverlages, Reihe 2,
Folge 2; 2 ed. ampliata 2/1978b); WOLFGANG MATTHÄUS, Johann André Musikverlag zu
Offenbach am Main: Verlagsgeschichte und Bibliographie 1772-1800, Schneider, Tutzing
1973; ANIK DEVRIÈS-LESURE, L’édition musicale dans la presse parisienne au XVIIIe siècle.
Catalogue des annonces, CNRS, Paris 2005. In mancanza di tali elementi di datazione, si
è indicata una data probabile tra parentesi quadre, tratta per le edizioni inglesi da
TYSON, Thematic catalogue, e per Sieber da ANIK DEVRIÈS, Les éditions musicales Sieber,
«Revue de Musicologie», LX, 1969, pp. 20-46.
Nella prima colonna viene indicata l’edizione inglese, in genere la prima. Si
riporta il nome dell’editore e la data. La sigla L & B indica la casa ed. Longman &
Broderip. Nelle altre colonne l’edizione viene identificata dal numero editoriale, cui
segue il numero d’op., e la data dell’avviso di pubblicazione. Per segnalare la prima edi-
zione, si è posto in neretto il numero d’opera.
Per una discussione dei problemi legati alla diffusione editoriale delle opere di
Clementi durante la vita del suo autore, si rimanda alle pp. 21-25 del saggio.
Ed. inglese Bailleux Artaria André Sieber Boyer Imbault

op. 1
Welcker, 1771 ca.

Wo 2 (var Black Joke)


Welcker, 24.4.77
oeuvre 1
1780-1

op. 2 op. 2 op. 2


Welcker, 15.6.79 mag. 1781 n.2,4,6: 1807

op. 3
Welcker, 15.6.79

op. 4 op. 4
Author/ Welcker, 29.2.80 14.12.80

op. 5
1780-1

op. 6
1780-1

op. 7 op. 7, n. 32 n. 780, op. 7


Author, [1790-95] 25.9.82 [1788]

op. 8 op. 8, Castaud n. 423, op. 29 n. 604, op. 30 n. 1337 n. 471, op. 30
Author/Preston, [1790-95] 14.12.82 20.4.93 25.6.93 [1794]
op. 9 op. 9, n. 36 op. 9 op.9
Author, [1790-95] 24.5.83

op. 10 op. 10, Torricella n. 784, op. 10 op. 10 op. 10


L&B, prima di ago. 86 n. 137, 5.7.83 [1788] 28.9.84

op.11 sonata n. 210, op. 20 n. 888, op. 11


op.11 toccata 27.9.88
Kerpen, 8.5.84

op. 12 n. 471 op. 12 op. 12


Preston, 10.5.84 [1794] 18.9.84

op. 13 op. 13 e op. 14 op. 13 e op. 14


Author, 26.5.85 11 e 29.11.85

op. 14
Author, 11.3.86

op. 15 op. 15
Author, 11.3.86

op. 16 n. 151, op. 17 n. 177


L&B, 10.7.86 15.8.87 3.9.87

op. 17 n. 150, op. 18 n. 1066, op. 18


L&B, 7.3.87 15.8.87

op. 18 op. 18
L&B, 23.4.87
Ed. inglese Artaria André Sieber Boyer Imbault

op. 19 n. 430 n. 223 e 295 op. 19 op. 19


L&B, 9.8.87 23.11.87

op. 20 n. 161, op. 19


L&B, 1.10.87 19.12.87

op. 21 n. 222, op. 22 n. 234, op. 20 n. 205, op. 21


L&B, 8.9.88 26.11.88 2.12.88 7.10.88

op. 22 n.225, op. 23 op. 22


Dale, 1.11.88 31.1.89 17.2. 89

op. 23 n.278, op. 24 n. 340, op. 24 op. 24


L&B, 1.1.90 21.3.89

[op. 24/1] n.202, op. 21


Storace, 3.6.88 12.7.88
[op. 24/2]
Storace, 23.7.89

WO3 n.733, op.37 n. 1058


Corri, Select. Coll., 89-90 24.1.98 25.7.97

op. 25 n.324, n.355, 358 n.1109-10,


Dale, 8.6.90 op. 25 e op.26 op.25 e op.26 op. 25 e 26 op. 25 e 26
20.10.90 20.11.90 [1791] 10.8.90

op. 26 n. 271, op. 27 n. 424, op. 27 op. 27


Preston, 6.6.91 3.3.92 5.12.91 11.2.92
op. 27 n.369, op. 28 n. 466, op.28 n.1220, op. 28 op. 28 n. 627, op. 28
L&B, 22.12.91 3.3.92 7.4.92 11.2.92 gen. 92

op. 28 n. 492, op. 29 n.1224, op. 29 n. 365, op. 29


Preston, 27.4.92 9.7.92 [1792]

WO 4, n. 391
25.7.92

op. 29 n. 482, op. 30 n. 697, op.31 op. 30 n. 635, op. 32


Dale, 24.1.93 16.8.94 31.5.94

WO 5
L&B, 22.7.93

WO 6 n. 523, op. 33 n. 823, op.33


L&B, 14.4.94 31.1.95 23.6.95

op. 30 (rev dell’op. 2 n. 2)


Dale, 10.7.94
op. 31 (rev dell’op. 2 n. 4)
Dale, 27.6.94

op. 32 n. 483, op. 31 n. 698 n. 1354, op. 32 Leduc


Preston, 5.6.93 16.8.94 31.5.94 n. 649, op. 35bis

op. 33 n. 500, op. 32 n.842, op. 36 n. 629, op. 34


L&B, 3.6.94 16.8.94 1.8.95 17.6.96
Ed. inglese Bailleux Artaria André Sieber Boyer Leduc

op. 34 n.557-8, n.840-1 n. 1418, 1416 n. 631-2


Author, 30.4.95 opp. 34-35 opp. 34-35 op. 34-35 op. 35-36
21.10.95 1 e 6.8.95 [1796]

op. 35 n. 725, op. 36 n.1075


Preston, 16.6.96 24.1.98

op. 36 n. 749, op. 38 n.1134, op. 38


L&B, 27.3.97 17.2.98

op. 37 n.757, op. 39 n.1181, op. 39


L&B, 8.2.98 14.7.98 6.8.98

op. 38 n.809, op. 40 n. 1220, op. 40


L&B, 30.6.98 28.12.98

op. 39 n. 1636, n. 1537, op. 40


Longman, Clementi [1804]
14.5.1800

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