Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
1 ALAN TYSON, Thematic catalogue of the works of Muzio Clementi, Schneider,Tutzing 1967.Tyson
registra nel suo catalogo solo le prime edizioni, e le eventuali edizioni posteriori autentiche. Nel
corso del saggio farò riferimento alla numerazione stabilita da Tyson (ormai recepita da tutti i
dizionari), segnalando in nota le eventuali discordanze presenti nelle edizioni ottocentesche.
2 Le edizioni londinesi delle opp. 5-9 sono «Printed for the Author» (solo l’op. 8 aggiunge a
questa dicitura il nome dell’editore Preston) e recano in calce l’indicazione che era possibile
acquistare «correct editions of all the works of the above author». TYSON, Thematic catalogue, pp.
40-46.
3 L’edizione Artaria (op. 24, n.ed. 278) è annunciata sulla «Wiener Zeitung» del 21 marzo 1789;
l’edizione Boyer, anch’essa con n. d’op. 24, apparve nell’estate 1789. Cfr. WOLFGANG MATTHÄUS,
22 BIANCA MARIA ANTOLINI
8 A. DEVRIÈS - F. LESURE, Dictionnaire des éditeurs, I, facs. 135. Sui problemi di datazione delle edi-
zioni di Pierre Leduc cfr. ivi, p. 104. Per gli avvisi di pubblicazione DEVRIÈS-LESURE, L’édition
musicale, p. 116.
9 DEVRIÈS-LESURE, L’édition musicale, p. 116.
10 La corrispondenza dei n. d’op. è la seguente: Pleyel 33 = Tyson 33; 36 = WO3; 37 = 35; 38
= 34; 39 = 36; 40 = 38; 41 = 37; 42 = 40; 43 = 41 + 24 n. 2. Cfr. RITA BENTON con la collab.
di JEANNE HALLEY, Pleyel as a music publisher. A documentary sourcebook of early 19th-century music,
Pendragon, Stuyvesant 1990, pp. 48-49. Le op. 37, 38 e 39 furono annunciate sulla stampa perio-
dica nel 1799, DEVRIÈS-LESURE, L’édition musicale, p. 116.
11 Su Naderman cfr. A. DEVRIÈS - F. LESURE, Dictionnaire des éditeurs, I, pp. 122-124. La numera-
zione delle edizioni Naderman è irregolare e senza una logica evidente. Proprio i numeri asse-
gnati alle edizioni di Clementi rientrano in un gruppo di difficile datazione. Comunque, sono
posteriori al 1796, poiché un catalogo di quell’anno non registra opere di Clementi (JOHANSSON,
French music publishers catalogues, n. 169, 170), e questo è un elemento ulteriore per collegare le
edizioni di Clementi all’acquisizione del fondo Boyer.
12 Cfr. GALLIANO CILIBERTI, Clementi, i Concerts spirituels e la stampa quotidiana parigina: nuove
evidenze, in Muzio Clementi. Studies and prospects, edited by Roberto Illiano, Luca Sala and
Massimiliano Sala, Ut Orpheus, Bologna 2002, pp. 121-138: 125.
24 BIANCA MARIA ANTOLINI
Per quanto riguarda la confusione nei numeri d’opera, si può notare che
le raccolte di sei sonate vengono sempre divise, generando quindi due numeri
differenti, e alterando di conseguenza la successione: le sei sonate op. 13 diven-
tano tre op. 13 e tre op. 14; le sei op. 25 diventano tre op. 25 e tre op. 26; le due
sonate e due capricci op. 35 diventano due sonate op. 34 e due capricci op. 35.
Possiamo anche verificare che spesso i numeri d’opera sono uguali presso vari
editori del continente e differenti da quelli inglesi. Edizioni sporadiche di com-
posizioni di Clementi furono inoltre pubblicate da molti altri editori: il RISM
censisce fra le altre anche edizioni di Hummel, Schmitt, Falter, Götz, Schott,
Böhme, Porro, Érard ecc.
Si è in genere ritenuto che le edizioni pubblicate dopo la prima edizio-
ne fossero tutte ristampe non autorizzate, edizioni ‘pirata’ rese possibili dalla
mancanza di una legislazione europea sulla protezione del diritto d’autore. In
realtà, una migliore conoscenza dei meccanismi di diffusione della produzione
a stampa rivela che molti editori europei erano legati fra loro da intensi rap-
porti commerciali: la produzione di edizioni dei medesimi brani da parte di dif-
ferenti editori in diversi paesi si può quindi ricondurre, in molti casi, ad accor-
di e scambi fra editori.13 Nel caso di Clementi, per esempio, sono da ricordare
i rapporti di Longman & Broderip con Artaria e con Imbault;14 lo stesso
Clementi, appena avviata la propria attività editoriale, si premurò subito di pro-
porre scambi di edizioni a colleghi sul continente come Artaria e Pleyel.15
Andrebbe quindi indagata, sulla base di un’adeguata documentazione, la possi-
bilità di edizioni realizzate in base ad accordi editoriali, tenendo conto comun-
que che l’esistenza di relazioni commerciali, o la produzione di un singolo
brano in coedizione non comporta necessariamente relazioni stabili di coedi-
zione per la produzione complessiva.
Forme di coedizione, se non proprio di edizione simultanea, si possono
individuare nelle composizioni pubblicate all’inizio del nuovo secolo: le sona-
te op. 40 apparvero quasi contemporaneamente (settembre-ottobre 1802) a
Londra, a Parigi presso Pleyel (come op. 42), a Vienna presso Mollo, in edizio-
ni autorizzate e con correzioni di Clementi;16 la sonata op. 41 fu pubblicata a
13 Vedi in proposito BIANCA MARIA ANTOLINI, Editoria musicale e diffusione del repertorio, in La cul-
tura del fortepiano 1770-1830. Atti del convegno internazionale di studi, Roma 26-29 maggio
2004, a c. di Richard Bösel, Bologna, Ut Orpheus, in corso di stampa («Quaderni clementiani»).
14 Cfr. DAVID WYN JONES, Some aspects of Clementi’s career as a publisher, in questo stesso volume.
15 Vedi le lettere di Clementi ad Artaria, da Londra 21 dicembre 1798, e di Clementi a Pleyel,
da Londra, 12 marzo 1802, in MUZIO CLEMENTI, Epistolario 1781-1831, a c. di Remo Giazotto,
Milano, Skira – Roma, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, 2002, pp. 118 e 123.
16 Cfr. TYSON, Thematic catalogue, pp. 80-81, per una descrizione delle edizioni e del loro reci-
proco rapporto.
LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA DI CLEMENTI 25
Londra nell’aprile 1804, ed ebbe nello stesso anno due edizioni presso Artaria
a Vienna, la seconda delle quali «corrigé par l’Auteur»,17 e un’edizione a Parigi
presso Pleyel.18 In entrambi i casi, comunque, troviamo parecchie ristampe
presso editori francesi e tedeschi (Imbault, Leduc, Sieber, André, Naderman
ecc.), come di consueto a breve distanza dalla prima edizione.
A partire invece dal Gradus ad Parnassum Clementi si avvalse pienamen-
te del sistema di edizione simultanea: i tre volumi del Gradus comparvero nello
stesso giorno a Londra, a Parigi presso Érard e a Lipsia presso Breitkopf &
Härtel rispettivamente nel 1817, 1819 e 1826. Un ultimo gruppo di composi-
zioni di Clementi, le opp. 46-50, vide infine la luce in un breve spazio di
tempo, nel 1820-21, ugualmente in edizione simultanea presso Clementi &
Co., Breitkopf & Härtel e Naderman. Per quest’ultimo gruppo di opere la tute-
la fornita dal sistema dell’edizione simultanea evidentemente funzionò, poiché
la consueta fioritura di ristampe è meno intensa:Tyson ritiene inoltre, se pure
in modo dubitativo, che «some editions of these works published later by André
in Offenbach, by Peters in Leipzig and by Ricordi in Milan also appeared with
Clementi’s authority».19 Tuttavia nel caso di Ricordi, che pure aveva intensi
rapporti di scambio commerciale con Breitkopf & Härtel, un’ironica annota-
zione in una lettera di Breitkopf & Härtel del 30 luglio 1824 mostra come
l’editore milanese avesse prodotto senza autorizzazione edizioni di musiche di
Clementi, basandosi sugli esemplari dell’editore di Lipsia: «Nous voyons par Vos
Catalogues que Vous avez copié plusieurs ouvrages de notre fonds et proprieté
tels que Clementi, Gabrielsky, Gerke, Sörgel ecc. et nous observons avec plaisir
que ces auteurs sont goutés chez Vous».20
Il più significativo legame istituito da Clementi nei primi anni
dell’Ottocento, sia come editore, sia come compositore, fu quello con la casa
editrice Breitkopf & Härtel. I contatti del Clementi editore con la casa editri-
ce risalgono almeno al gennaio 1800, quando la ditta di Lipsia lo interpellò,
17 Ivi, pp. 82-83. L’edizione Artaria contiene due sonate: l’op. 41 e l’op. 24 n. 2.
18 Come quella di Artaria anche questa edizione, uscita con n. d’op. 43 e n.ed. 652, contiene due
sonate. La data deriva dal deposito legale. Cfr. BENTON – HALLEY, Pleyel as a music publisher, p. 49.
19 Ivi, pp. 91-95.
20 Cfr. LUCA AVERSANO, Il commercio di edizioni e manoscritti musicali tra Italia e Germania nel primo
Ottocento (1800-1830), «Fonti musicali italiane», 4, 1999, pp. 113-160: 137. Breitkopf & Härtel
potrebbe riferirsi qui a una o più composizioni di Clementi presenti nel catalogo Ricordi del
dicembre 1822 (cfr. Catalogo della musica data in luce co’ torchi di Giovanni Ricordi (A tutto il 31
dicembre 1822), [Milano, Ricordi, 1823]): il Gradus Livre I (pubblicato da Ricordi nel 1819) e
Livre II (1821), le Dodici monferrine op. 49, le variazioni su Batti batti dal Don Giovanni di Mozart,
le tre Sonate op. 50, tutte edizioni uscite da Ricordi nel 1822.
26 BIANCA MARIA ANTOLINI
come socio della casa editrice Longman, per la vendita delle Opere complete
di Mozart e Haydn,21 che Breitkopf & Härtel aveva avviato rispettivamente nel
1798 e nel 1799.Al 1803 data la conoscenza personale di Clementi e Gottfried
Härtel, in seguito alla quale la ditta tedesca propose a quella inglese un regola-
re scambio di edizioni dai propri fondi e di manoscritti da pubblicare.22 Di
fatto, le ditte di Clementi e di Härtel realizzarono insieme alcune edizioni
simultanee di composizioni di Haydn, Beethoven e dello stesso Clementi.23 Per
quanto riguarda poi il Clementi compositore, Breitkopf & Härtel si impegnò
per vari anni nella pubblicazione delle sue opere complete. Si trattava della
terza impresa di questo genere varata dalla ditta di Lipsia, dopo quelle sopra
citate, dedicate a Mozart e Haydn.24 Con il titolo Oeuvres complettes, quindi, tra
il 1803 e il 1819 uscirono 13 volumi: più intenso inizialmente – ne1 1803-4
uscirono ben sei volumi, nel 1806 ne uscirono altri tre – il ritmo della pubbli-
cazione si diradò negli anni successivi (un volume l’anno nel 1809, 1813, 1816
e 1819). Nel complesso, la collezione contiene quasi tutta la produzione di
Clementi fino all’opera 41, in una successione che non tiene conto dell’origi-
naria cronologia delle pubblicazioni né menziona i numeri d’opera. Le opere
posteriori (dal Gradus op. 44 fino all’op. 50) vennero pubblicate, come si è visto
sopra, da Breitkopf & Härtel indipendentemente dalle Oeuvres complettes.25
In una lettera a Beethoven del 24 settembre 1810, Gottfried Härtel rac-
conta al compositore le motivazioni e le circostanze relative alla realizzazione
delle opere complete per pianoforte di Mozart, Haydn, Clementi, Dussek e
Steibelt: all’opportunità di un’ampia diffusione commerciale di opere poco o
per niente conosciute nella Germania del Nord, si era aggiunta la possibilità di
realizzarle a costi assai ridotti, che avrebbero consentito alla casa di Lipsia –
come era suo costume – di praticare ai suoi acquirenti prezzi molto bassi. In
particolare, «Clementi rifiutò l’onorario proposto, e mi concesse la libertà di
realizzare una simile edizione, senza pretendere compensi di sorta e non ne
accettò neppure per la revisione e la correzione di varie opere, nel periodo in
21 Cfr. OSKAR VON HASE, Breitkopf & Härtel: Gedenkschrift und Arbeitsbericht, 3 voll., Breitkopf &
Härtel,Wiesbaden 1968, I, p. 183.
22 Lettera di Breitkopf & Härtel a Clementi & Co., 13 febbraio 1804, ivi, pp. 194-195.
23 Sui rapporti tra le due case editrici, oltre alla lettera sopra citata vedi LEON PLANTINGA,
Clementi. La vita e la musica, Feltrinelli, Milano 1980, pp. 200-207; ALAN TYSON, The authentic
English editions of Beethoven, Faber and Faber, London 1963; JONES, Some aspects, pp. 9-13.
24 La situazione è riassunta in ANTOLINI, Editoria musicale.
25 TYSON, Thematic catalogue, pp. 125-127.
LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA DI CLEMENTI 27
cui abitò presso di me».26 Il soggiorno di Clementi a Lipsia nell’estate del 1804
produsse una serie di versioni rivedute per le composizioni contenute nel volu-
me VI, il solo a recare traccia dell’intervento del compositore.27
I primi dieci volumi delle Oeuvres complettes di Breitkopf & Härtel ven-
nero ristampati a Vienna da Steiner (Chemische Druckerei), tra il 1805 e il
1813 ca., non so se con l’accordo dell’editore di Lipsia oppure no;28 mentre
dopo la fine dell’edizione completa di Breitkopf & Härtel fu la ditta di
Clementi a chiedere a Breitkopf & Härtel la collaborazione per una nuova edi-
zione rivista delle opere di Clementi, ricevendone in risposta che non si sareb-
be potuto fare nessun uso della nuova edizione, poiché l’edizione era stata pro-
dotta tipograficamente, quindi senza lastre, e quindi non si poteva pensare a una
nuova edizione prima dell’esaurimento della precedente.29
Il continuato favore che le opere di Clementi ebbero in Inghilterra è
documentato tuttavia dalle frequenti ristampe di singole raccolte, realizzate nel
primo ventennio dell’Ottocento dalla casa editrice dello stesso Clementi.30 In
Germania, fu André a ristampare nei primi decenni dell’Ottocento, con un
nuovo numero editoriale, le raccolte che aveva già pubblicato nell’ultimo quin-
dicennio del secolo precedente, aggiungendovi anche le nuove composizioni.31
Anche in Francia qualche editore, come Leduc, Sieber, più avanti Launer, pro-
poneva raccolte complete o quasi complete delle opere di Clementi.32 In Italia,
26 LUDWIG VAN BEETHOVEN, Epistolario. Vol. II: 1808-1813, a c. di Sieghart Brandenburg, sotto gli
auspici del Beethoven-Haus Bonn, trad. di Luigi della Croce, Accademia nazionale di Santa
Cecilia – Skira, Roma-Milano 2000, pp. 185-190; la lettera si può leggere anche in VON HASE,
Breitkopf & Härtel, pp. 175-6.
27 TYSON, Thematic catalogue, pp. 125-127, PLANTINGA, Clementi, pp. 224-228.
28 I dieci Cahiers elencati nel catalogo di Steiner recano i n.ed. 45, 46, 47, 48 (tutti annunciati
sulla «Wiener Zeitung» il 22 mag. 1805), 1125, 1201, 1350 (avviso in «Wiener Zeitung», 21 feb.
1810), 1510 (avviso in «Wiener Zeitung», 12 set. 1810), 2101, 2105 (1813 ca.). Cfr. ALEXANDER
WEINMANN, Vollständiges Verlagsverzeichnis Senefelder Steiner Haslinger, 3 voll., Katzbichler,
München 1979, 1980, 1983 (Beiträge zur Geschichte des Alt-Wiener Musikverlages, Reihe 2,
Folge 19), vol. 1, 1979, pp. 25, 72, 75, 80, 118. La serie di Steiner è segnalata nel vol. 11 (Addenda
et corrigenda) del RISM (p. 297), ma se ne elencano solo nove Cahiers.
29 VON HASE, Breitkopf & Härtel, p. 183.
30 TYSON, Thematic catalogue.
31 Cfr. MATTHÄUS, Johann André, che riporta accanto alla descrizione della prima edizione
apparsa presso André anche il nuovo n.ed. della ristampa ottocentesca; BRITTA CONSTAPEL, Der
Musikverlag Johann André in Offenbach am Main: Studien zur Verlagstätigkeit von Johann Anton André
und Verzeichnis der Musikalien von 1800 bis 1840, Schneider,Tutzing 1998.
32 Il catalogo Leduc del 1803 (A. DEVRIÈS - F. LESURE, Dictionnaire des éditeurs, I, facs. 135) elen-
cava fra gli Ouvrages proposés par souscription, oltre alle opere per pianoforte di Mozart e Haydn la
28 BIANCA MARIA ANTOLINI
«Collection des œuvres de Clementi p.r le Piano à 4. par livraison. Papier velin N. 1.2.»; il cata-
logo Launer del 1841 era così intestato: Catalogue des ouvrages composant le fonds de musique de Mme
Vve Launer, succ.r de Carli… premier éditeur de la collection complète des opéras de Rossini, des œuvres
complètes de Haydn, Mozart, Clementi, pour le piano […]. La maggior parte delle opere di Clementi
sono presenti inoltre nel catalogo di Georges-Julien Sieber del 1828 ca.
33 PATRIZIA FLORIO, La produzione degli editori Carulli (Milano 1822-1832), «Fonti musicali ita-
liane», II, 1997, pp. 69-94: 71, 85, 86. I due primi numeri della Collezione contengono rispettiva-
mente le Sonatine op. 36 e quattro sonate con accompagnamento (op. 21 n. 1-3 e op. 22 n.1).
34 Lettera di Nägeli a Clementi, da Zurigo, 28 gennaio 1794, in CLEMENTI, Epistolario, pp. 113-
115.
35 Ibidem.
36 Cfr. ANTOLINI, Editoria musicale, in cui è anche ristampata la lunga introduzione di Nägeli,
premessa alla proposta di sottoscrizione e pubblicata sull’Intelligenz-Blatt dell’«Allgemeine musi-
kalische Zeitung» dell’agosto 1803.
LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA DI CLEMENTI 29
37 In una lettera da Berlino l’11 settembre 1804, Clementi consiglia a Härtel «[…] you had bet-
ter delay until after Nägely has published my three new sonatas, to say in print, that in future I
shall furnish your collection with new works», CLEMENTI, Epistolario, pp. 139-140. Plantinga
(Clementi, p. 223-224) ipotizza che le tre nuove sonate a cui Clementi fa qui riferimento siano
le tre dell’op. 50.
38 I dati sono tratti – per il periodo 1829-1860 – dai Monatsberichte pubblicati da Whistling e
Hofmeister. Il Music Department di Royal Holloway, University of London, sta completando il
progetto Hofmeister XIX, volto alla creazione di un data-base contenente i dati dei Monatsberichte
dal 1829 al 1900. Ho potuto consultare i dati tratti dai Monatsberichte fino al 1860 all’indirizzo
internet http://linnet.cch.kcl.ac.uk/hofmeister/index.html. Per il periodo successivo ho fatto
riferimento invece ai volumi cumulativi (Handbuch der musikalischen Literatur, oder systematisch-
geordnetes Verzeichniss der in Deutschland und in den angrenzenden Ländern erschienen Musikalien...)
pubblicati ogni cinque o sei anni a cura di Adolph Hofmeister per la casa editrice di Lipsia
Friedrich Hofmeister. Per un quadro complessivo di questo indispensabile repertorio cfr. DAN
FOG, Hofmeister XIX. Zur chronologisches Musikbibliographie des 19. Jahrhundert, «Fontes Artis
Musicae», 1988, pp. 149-154.
39 Recensione in «Allgemeine musikalische Zeitung», n. 20, maggio 1841, coll. 396-397.
Le sonate contenute nel volume erano quindi: op. 12 n. 1-4, op. 23 n. 1-3, op. 8 n. 1-3, op. 7
n. 1-3.
30 BIANCA MARIA ANTOLINI
mente adatte per allievi che «hanno percorso già un buon tratto dalla prima
istruzione, ma non sono ancora arrivati alla fine del cammino».Tra il 1849 e il
1857 anche André intraprende, per la terza volta, una nuova edizione compren-
dente almeno 38 sonate;40 nel 1854-55 l’editore viennese Mechetti pubblica
alcune Sonaten f. Pfte. Neue, nach den besten Quellen revidirte Ausgabe.41
Poco dopo, vengono realizzate in Germania due edizioni complete. La
prima di esse compare tra 1856 e 1858 presso l’editore Holle di Wolfenbüttel:
Original-Sonaten, in sessanta fascicoli, «herausgegeben und mit Fingersatz verse-
hen» da Julius Knorr e H. Doering. Il primo volume (n. 1-22) esce nel novem-
bre e dicembre 1856; il secondo (n. 23-43) nel gennaio e febbraio 1857, il terzo
(n. 44-60) a un anno di distanza, nel marzo 1858.42 Sempre nel marzo 1858
esce un quarto volume, curato da Knorr, comprendente sei sonate per piano-
forte a quattro mani. La raccolta delle composizioni di Clementi fa parte di una
più ampia collana di composizioni ‘classiche’, proposte a basso prezzo nello
stesso periodo: Holle’s neue Ausgabe classischer Clavierwerke, comprendente le
composizioni per pianoforte complete di Beethoven, Haydn, Mozart,
Clementi,Weber, e 4 volumi di composizioni scelte di J.S. Bach.43 Nei mede-
simi anni, anche la casa Breitkopf & Härtel,44 che oltre alla pubblicazione di
nuove musiche prosegue nella diffusione delle opere dei classici già pubblicate
all’inizio del secolo, produce una raccolta completa di composizioni di
Clementi, 64 sonate: Neue sorgfaltige revidirte Ausgabe, uscita tra il 1857 e il
1859.45 Le sonate in questa raccolta recano numeri d’opera desunti con tutta
probabilità dalle edizioni viennesi e tedesche, e quindi in parte differenti da
quelli originali inglesi.
Queste edizioni contribuiscono a definire un’immagine di Clementi
come maestro della sonata, che si affianca ai tre grandi viennesi. Uno studio cri-
tico di Wilhelm H. Riehl, scritto nel 1857 e pubblicato poco dopo,46 prende
spunto proprio dalle due edizioni complete sopra citate per delineare un ritrat-
to di Clementi: «Mit Recht nennt man Haydn, Mozart, Beethoven und
Clementi in einem Athem als die vier Hauptträger der classischen
Klaviersonate»;47 ed è come compositore di sonate che Clementi, nato in Italia
e vissuto in vari paesi europei, fa parte a pieno titolo della grande tradizione
musicale tedesca: «als kunstgeschichtliche Persönlichkeit ist er ein Deutscher»,
scrive Riehl, e più avanti: «Vielleicht hat niemand ein grösseres Zeugniss für
die unwiderstehliche Macht der deutschen Musik als die beiden Italiener
Clementi und Cherubini: beide sahen sich gezwungen deutschen zu schreiben,
wenn sie in den höhern Kunstformen klassisch schreiben wollten». Se pure
nelle melodie di Clementi risuona talvolta il canto italiano, il compositore è
decisamente tedesco, a parere di Riehl, «in seinem Harmonien, in der
Contrapunktirung, in dem Bau seiner Sonaten und in seinem ganzen
Kunstziel».48 Dai suoi contemporanei Clementi è stato considerato soprattutto
un pianista; la generazione successiva ha visto in lui il didatta del pianoforte.
Oggi, dice Riehl, «unserm Geschlecht steht der Meister in seiner historischen
Objectivität und mehr als Jenen im Gesammtbild seines Wirkens gegenüber,
darum ist es an uns, ihn als Klavierkomponisten, als den “Meister der Sonate”
gründlicher zu würdigen und fröhlich zu geniessen».49
45 Le sonate sono registrate nei Monatsberichte di Hofmeister nel set.-ott. 1857, nov. 1857, mar.,
ago., nov. 1858, feb. e apr. 1859. La successione delle sonate è cronologica. Le prime 12 sonate
non risultano annunciate nei Monatsberichte.
46 W.H. RIEHL, Musikalische Charakterköpfe. Ein kunstgeschichtliches Skizzenbuch, Erster Band,Vierte
Auflage, Cotta, Stuttgart 1868. La prima parte del volume è dedicata all’opera romantica, 1815-
1835 (1. Rossini, Bellini, Donizetti; 2 Boïeldieu e Auber e i loro contemporanei; 3 Spohr,Weber
e Meyerbeer), la seconda a Vier Meister des Klaviersatzes: Muzio Clementi; K.M. von Weber come
compositore per tastiera; le sonate di Haydn; le opere per tastiera di J.S. Bach). La prefazione è
datata Monaco, 17 ottobre 1859; il saggio su Muzio Clementi reca la data 1857. Cfr. anche
WILLIAM S. NEWMAN, The sonata in the classic era, third edition, Norton, New York 1983, pp. 756-
757.
47 RIEHL, Musikalische Charakterköpfe, p. 232.
48 Ivi¸ pp. 243-246.
49 Ivi¸ p. 258.
32 BIANCA MARIA ANTOLINI
61 Ho indicato i numeri d’opera in base al catalogo di Tyson. L’edizione di Lebert usa i nume-
ri d’opera correnti in quegli anni, e cioè, nell’ordine: op. 20, op. 33 n. 1, op. 26 n. 3, op. 25 n. 2,
op. 12 n. 4, op. 36 n. 1, op. 26 n. 2, op. 2 n. 1, op. 47 n. 2, op. 34 n. 1, op. 40 n. 1, op. 40 n. 3, op.
11, op. 34 n. 2, op. 40 n 2, op. 36 n. 3, op. 50 n. 3.
62 «The musical world», 16 gen. 1858, p. 36. Ringrazio Marco Capra per avermi fornito copia
di questi articoli.
LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA DI CLEMENTI 35
It has been too much a habit, both with professors and cultivated amateurs, to
regard Clementi in the exclusive light of a music-master, profound and saga-
cious, but at the same time dry and pedantic – as the the author, in short, of the
most ingenious of elementary works, the Gradus ad Parnassum, and little else.
Clementi nevertheless, has another side, which has been overlooked, or at least
only half acknowledged. He was a poet, as well as a contrapuntist and a perfecter
of mechanism. He had his dreams – like his more ardent and genial, though less
learned, Dussek; and in one of these he gave birth to the Didone abbandonata
[…]63
Tutti questi pezzi sono d’un valore eccezionale: in tutti domina una melodia, un
canto pieno di garbo e di sostenutezza, che comincia ad emanciparsi dalle fio-
riture mozartiane, quantunque ne arieggi molto lo stile. C’è un fuoco veramen-
te meridionale, una condotta, una squisitezza di fattura quali non s’incontrano
63 «The musical world», 27 feb. 1858, pp. 131-132. Si tratta di una recensione dettagliata, con
esempi musicali.
64 Oltre alle edizioni cit. alla nota 20, Ricordi pubblicò nel 1823 La caccia, nel 1824 24 valzer,
nel 1827 l’op. 47, nel 1828 l’op. 46. Più avanti, inserì nell’Antologia classica musicale allegata alla
«Gazzetta musicale di Milano» i due Capricci op. 34 (n. 6, a. I, 1842) e la Sonata op. 33 n. 3 (n.
12, a. V, 1846). Cfr. AGOSTINA ZECCA LATERZA, Il catalogo numerico Ricordi 1857 con date e indici, I,
Nuovo Istituto Editoriale Italiano, Roma 1984, pp. 61, 63, 107, 127. Inoltre l’editore Lorenzi
pubblicò nel 1824 una Suonata in Fa non meglio identificata (avviso in «Gazzetta di Firenze», 3
apr. 1824), e la romana Litografia Tiberina, alla fine degli anni ’40, le sonate op. 40 n. 1-3 e op.
25 n. 4-6.
36 BIANCA MARIA ANTOLINI
che nei classici. La sonata in si bemolle [op. 12 n. 1] è unica nel suo genere,
degna della fama che ha goduto e di cui gode tuttora. La Sonata in Do op. 36
[cioè op. 33 n. 3], pubblicata anche dall’Antologia dello stesso Ricordi, è un
fiume d’ispirazione. Molto gli studiosi hanno da apprendere in questo volume
di Clementi: molto, così dal lato meccanico come dal lato della composizione.
Perché Clementi non è solamente un professore di scale, un autore di esercizi e
di studi: è uno dei più grandi compositori dei due secoli in cui visse (1752-
1832), è l’anello ingemmato che congiunge l’arte antica all’arte moderna.65
65 «Giornale della della Società del Quartetto», I, 9, 15 ott. 1864, pp. 68-70.
66 Per la politica editoriale di Ricordi cfr. BIANCA MARIA ANTOLINI, Ricordi, in Dizionario degli
editori musicali italiani, 1750-1930, a c. di B.M. Antolini, ETS, Pisa 2000, pp. 286-313.
LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA DI CLEMENTI 37
67 Andreoli eseguì l’op. 40 n. 3 nel concerto di inaugurazione delle stagioni del Concerti popo-
lari, il 14 gen. 1877, e di nuovo il 18 dic. 1881; il Finale dell’op. 50 n. 3 il 19 gen. 1879; il Finale
di una sonata in re maggiore il 22 feb. 1880; e una sonata non identificata il 9 gen. 1887. Sulla
vita concertistica milanese di quegli anni cfr. Milano musicale 1861-1897, a c. di Bianca Maria
Antolini, LIM, Lucca 1999 (Quaderni del Corso di musicologia del Conservatorio di Milano, 5),
e in particolare FRANCESCA BASCIALLI, L’attività concertistica, pp. 81-146; PAOLA CARLOMAGNO, Le
istituzioni concertistiche milanesi e la ricezione del repertorio strumentale, pp. 147-168.
68 La recensione di Filippi al primo volume della Scelta sistematica, apparsa sulla «Perseveranza»,
è riprodotta sulla «Gazzetta musicale di Milano», 1877, pp. 421-422.
69 Muzio Clementi, Sonate per pianoforte, a c. di Giulio Cesare Paribeni, Notari, Milano 1919
(I Classici della Musica Italiana, 8). Contiene: due sonate in realtà di Domenico Scarlatti, pubbli-
cate però come sonate di Clementi «in the style of Scarlatti» nel quinto volume delle Oeuvres
complettes; Due tempi della Sonata op. 5 [= II e III movimento dell’op. 5 n. 3, senza la parte del vio-
lino]; Maestoso della Sonata op. 7 n. 2 [= II movimento, Mesto, dall’op. 7 n. 1]; Toccata op. 11; Due
tempi dalla Sonata op. 24 n. 1 [= I e II movimento dell’op. 23 n. 2]; i Valzer op. 38 n. 1 e 2 [= op.
38 n. 4 e op. 39 n. 2]; le monferrine op. 44 [= op. 49 n. 3, 5 e 6]; Tempo di sonata in sol magg. [=
II movimento dell’op. 25 n. 6]; la Sonata op. 26 n. 2 [= op. 25 n. 5]; il Capriccio in forma di sonata
(si min.) op. 47 [= op. 47 n. 2, Adagio sostenuto e Allegro con espressione e passione]; la Sonata
op. 40 n. 2. Come si può vedere, una scelta curiosa, forse determinata dall’esigenza di differen-
ziarsi dalle altre edizioni in commercio.
38 BIANCA MARIA ANTOLINI
tura che ebbero tutte una notevole fortuna editoriale. Fra le opere elementari,
le sei sonatine op. 36 vennero pubblicate da una miriade di editori per tutto il
corso dell’Ottocento. Ugualmente destinata a pianisti principianti è
l’Introduction to the art of playing on the pianoforte, pubblicata per la prima volta a
Londra nel 1801. Nel 1811 Clementi aggiunse alla quinta edizione del meto-
do una Appendix di preludi ed esercizi. Le numerose edizioni dell’Introduction
subirono modifiche anche rilevanti da parte dell’autore: rimando per questo
alla bibliografia recente.74 Vorrei solo segnalare, per quanto riguarda le sorti
postume di questo metodo, che fu l’Appendix ad avere particolare fortuna edi-
toriale in tutti i paesi europei e fino alla fine dell’Ottocento e oltre, pubblicata
separatamente con il titolo Préludes et exercises doigtés.
Rivolta invece a pianisti di maggiori capacità è l’ampia raccolta Gradus
ad Parnassum, cento studi «in the strict and in the free styles», op. 44.Venne pub-
blicato dallo stesso Clementi, come è noto, presso la sua casa editrice (e simul-
taneamente a Lipsia presso Breitkopf & Härtel, e a Parigi presso Erard) in tre
parti, rispettivamente nel 1817, 1819 e 1826. Nel corso del XIX secolo trovia-
mo sia ristampe complete, sia scelte di studi, per cui dagli originari 100 si passa
a raccolte di 50, 34, 29, 23 ecc.
L’edizione completa venne ripubblicata in Francia da Richault, che
aveva acquistato la proprietà dell’opera dagli eredi di Clementi e che la difen-
derà vittoriosamente nella causa contro la veuve Launer nel 1842.75 In Italia,
già a partire dal primo Ottocento sono frequenti le ristampe del Gradus: alla
precoce edizione di Ricordi (i tre libri rispettivamente nel 1819, 1821 e 1827)
fecero seguito l’edizione di Lucca (1836), una o forse due edizioni romane
negli anni ’40,76 l’edizione di Clausetti nel 1857-58,77 quella torinese di
74 Sulle varie edizioni di Introduction e Appendix cfr. oltre a TYSON, Thematic catalogue, pp. 84-86,
anche l’introduzione di Sandra P. Rosenblum all’ed. in facsimile: MUZIO CLEMENTI, Introduction
to the art of playing on the piano forte, containing the elements of music, preliminary notions on fingering,
and fifty fingered lessons, new introduction by Sandra P. Rosenblum, Da Capo Press, New York
1974; e MASSIMILIANO SALA, Muzio Clementi fra teoria e prassi: Introduction e Appendix, in Muzio
Clementi. Studies and prospects, ed. by Roberto Illiano, Luca Sala and Massimiliano Sala, Ut
Orpheus, Bologna 2002, pp. 283-299.
75 ANIK DEVRIÈS - FRANÇOIS LESURE, Dictionnaire des éditeurs de musique français. Volume II: De
1820 à 1914, Minkoff, Genève 1988, p. 368.
76 Il Gradus fu stampato da Pittarelli & Santinelli intorno al 1844. A pochi anni dopo dovrebbe
risalire un’edizione promossa dal marchese Giovanni Longhi presso la Litografia Tiberina, di cui
non conosco esemplari. Cfr. BIANCA MARIA ANTOLINI - ANNALISA BINI, Editori e librai musicali a
Roma nella prima metà dell’Ottocento,Torre d’Orfeo, Roma 1988, pp. 46-47, 83, 88, 203.
77 Cfr. ROSA CAFIERO, Le edizioni musicali Clausetti: 1847-1864, «Fonti musicali italiane», 5, 2000,
pp. 97-248: 183.
40 BIANCA MARIA ANTOLINI
Giudici & Strada nel 1863. In Germania l’editore Holle completa la sua edi-
zione della musica di Clementi con il Gradus nel gennaio 1860, a cura di
Friedrich Chrysander;78 compare poi un’edizione di Schott79 e tra la fine degli
anni ’60 e l’inizio del decennio successivo appaiono edizioni complete presso
Litolff, Peters, Siegel.80
Intanto, proprio negli anni Sessanta cominciano a comparire le scelte di
studi dal Gradus, legate spesso all’attività didattica di pianisti celebri soprattutto
come insegnanti: a Londra viene pubblicata nel 1860 una scelta di studi
(Clementi golden pianoforte exercises) curata da W.H. Callcott e nel 1868 un’altra
raccolta curata da W. Macfarren, professore alla Royal Academy di Londra;81 in
Germania didatti come Köhler e Lebert (che più meno nello stesso periodo
producono edizioni di sonate di Clementi) pubblicano scelte di studi dal
Gradus che avranno grande diffusione, accanto alla raccolta realizzata da Carl
Tausig – allievo di Liszt e uno dei più grandi virtuosi dell’epoca. Köhler cura
quindi una scelta di 24 studi presso Schuberth,82 e una più ampia di 50 presso
Breitkopf & Härtel, entrambe più volte ristampate;83 Lebert, per l’editore
Ebner di Stoccarda, produce dapprima una scelta di 24 studi84 poi, negli anni
’70, una scelta di 36 che arriverà in poco tempo alla settima edizione.85 Tausig,
per la scuola superiore di pianoforte da lui fondata a Berlino nel 1865,86 pub-
blica una fortunata scelta di 29 studi dal Gradus presso Trautwein. Nell’ultimo
quindicennio dell’Ottocento compaiono ulteriori scelte, opera di pianisti come
Kullak (26 studi, Peters), Germer (32, Hansen), Riemann (33, Steingräber),
Bischoff (50, Schlesinger), Klindworth (52, Schott),87 infine in Francia Isidore
Philipp (36, Costallat).88
(1878, Ricordi),93 Buonamici (50 studi, presso Venturini di Firenze nel 1894;
poi 34 studi, presso lo stesso editore e presso Augener, nel 1899),94 Frugatta (34
studi, Ricordi, 1898),95 Sgambati (40 studi nel 1916; 23, con Boghen, nel 1932,
entrambe presso Ricordi).
Spesso troviamo menzionate sul frontespizio (come nelle analoghe edi-
zioni straniere sopra citate) le istituzioni (accademie, conservatori, istituti musi-
cali) che adottano gli studi di Clementi nei propri programmi di studio: già
l’edizione milanese di Lucca del 1871 definiva i 25 studi «Adottati dalla Regia
Accademia di S.ta Cecilia in Roma»;96 i 50 studi scelti da Buonamici nel 1894
sono destinati all’Istituto musicale di Firenze. La scelta dello stesso Buonamici
e quella di Frugatta del 1899 fanno invece riferimento ai programmi dei
Conservatori appena unificati dal Ministero della Pubblica Istruzione.97
93 La scelta dal Gradus costituisce i vol. II-IV, n. ed. 45232-4, della Scelta sistematica e progressiva
delle opere di Clementi curata da Andreoli. Nella prefazione l’editore dichiara di aver seguito le
innovazioni nella diteggiatura di Tausig. «Nei primi due libri ha creduto utile alternare gli studi
che hanno uno scopo puramente meccanico con altri di stile legato, espressivo e polifono; come
pure ha introdotto nel III libro alcune speciali esercitazioni per la mano sinistra, le due sole cose
che ci hanno sembrato mancare in quella eccellente fatta dal compianto Tausig».
94 Per le classi di Pianoforte. R. Istituto musicale di Firenze. 50 studi estratti dal Gradus ad Parnassum
da far seguito agli studi di Cramer editi da Hans von Bülow. Progressivamente ordinati e provveduti
di nuove diteggiature annotazioni e di segni per la esecuzione dei medesimi da Giuseppe
Buonamici, Firenze, Genesio Venturini, n.ed. 5788-5790 [1894]; 34 studi per pianoforte dal
Gradus…ivi, n.ed. 6873-75 [c. 1899] (Opere classiche rivedute e diteggiate da Giuseppe
Buonamici). Gli studi sono scelti in base ai programmi ministeriali.
95 Gradus ad Parnassum […]. 34 studi per pianoforte scelti ed ordinati secondo i programmi uni-
formi di Licenza e Magistero stabiliti dal Ministero della I.P. per gli Istituti Musicali del Regno
(Frugatta), Milano, Ricordi, n.ed. 102760 [1899], (Biblioteca del pianista-Formato in 4°).
Contiene i seguenti studi in quest’ordine: 1, 3, 5, 7, 9, 12, 15, 16-17 (calcolati come un solo
numero quindi da eseguire di seguito), 21, 22, 24, 27, 28, 31, 32, 34, 35, 36, 44, 47 e 50 (calco-
lati come un solo numero quindi da eseguire di seguito), 48, 65, 66, 78, 83-84 (calcolati come
un solo numero quindi da eseguire di seguito), 86, 87, 88 e 95 (calcolati come un solo numero
quindi da eseguire di seguito), 96, 99.
96 25 studi estratti dal Gradus ad Parnassum ….Adottati dalla Regia Accademia di S.ta Cecilia in Roma,
Milano, Lucca, n.ed. 20487. Questa edizione utilizza però le lastre dell’edizione pubblicata dallo
stesso Lucca nel 1836. L’Accademia di Santa Cecilia aveva aperto nel 1870 un Liceo musicale
con due sole classi (pianoforte e violino).
97 Vedi R. Decreto n. 108 che stabilisce programmi uniformi per gli esami di licenza di magistero nei
diversi rami dell’insegnamento musicale, estratto dal «Bollettino ufficiale», 13 apr. 1899, Cecchini,
Roma 1899, pp. 4-5. Gli studi di Clementi sono fissati con precisione, e sono quelli elencati alla
nota 95 Sull’insegnamento nei conservatori fra Otto e Novecento vedi MARINA VACCARINI,
Modelli culturali e contenuti dell’istruzione musicale, in Milano e il suo Conservatorio, 1808-2002, a c.
di Guido Salvetti, Skira, Milano 2003, pp. 125-201.
LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA DI CLEMENTI 43
98 Gradus ad Parnassum […]. 40 esercizi scelti e riveduti ad uso delle classi di pianoforte della R.
Accademia di S. Cecilia di Roma da Giovanni Sgambati con aggiunte e avvertenze sull’interpre-
tazione e sull’esecuzione, Milano, Ricordi, n.ed. 116785, copyr. 1916 (Biblioteca del pianista).
L’edizione, dedicata «Al prof. Giuseppe Ferrata», contiene (in diverso ordine) i seguenti studi: 1-
3, 5, 7, 9, 12, 15-17, 20-22, 24, 26-28, 31, 32, 34-36, 44, 47, 48, 50, 65, 66, 71, 72, 76, 78, 86-88,
95, 96, 99, 100. Sgambati mantiene naturalmente i 34 del programma ministeriale e ne aggiun-
ge sei.
99 Cfr. il par. dedicato alla formazione dei pianisti nel primo Novecento da GIORGIO SANGUI-
NETTI, La formazione dei musicisti italiani (1900-1950), in La cultura dei musicisti italiani nel
Novecento, a c. di Guido Salvetti e Maria Grazia Sità, Guerini e Associati, Milano 2003, pp. 15-54
(Musica nel ‘900 italiano, 2).
44 BIANCA MARIA ANTOLINI
molti pianisti, in aree e scuole diverse, tentano di costruirsi una vera e propria
discendenza da Clementi. Infatti Florimo cita nella sua Scuola musicale di Napoli
Francesco Lanza come «il primo che introdusse a Napoli quella classica scuola
di Muzio Clementi che, progredendo da quel tempo sin oggi, ha dato i più feli-
ci risultamenti»,100 facendo così discendere da Clementi tutti i pianisti napole-
tani della fine dell’Ottocento; e Sgambati sostiene che
[…] particolarmente a Roma è ancor viva una tradizione della scuola del
Clementi la quale (pur non menando buoni i pregiudizi di taluni troppo rigi-
damente legati ai ricordi d’altri tempi) non deve essere dimenticata, tanto in
rapporto alla giudiziosa diteggiatura e posizione della mano, quanto per l’inter-
pretazione appropriata della frase e per la fedele traduzione dei segni d’abbelli-
mento […].101
100 La citazione è tratta da FRANCESCO ESPOSITO, Aggiornamento e continuità nel pianismo napoleta-
no dell’Ottocento: Francesco Lanza (1783-1861), in Francesco Florimo e l’Ottocento musicale. Atti del
convegno, Morcone, 19-21 aprile 1990, a c. di Rosa Cafiero e Marina Marino, 2 voll., Jason,
Reggio Calabria 1999, pp. 215-245: 215, che tratta ampiamente la questione dei possibili rap-
porti tra Lanza e Clementi.
101 Prefazione all’edizione del 1916 cit. alla nota 98. Secondo Sgambati il tramite romano del-
l’insegnamento di Clementi era stato Giuseppe Sirletti (1775-1834). La fonte dichiarata da
Sgambati per questa informazione è Marietta Capalti Ricci, pianista dilettante romana dello stes-
so periodo.
102 Clara Schumann aveva in repertorio la Sonata in si minore op. 40 n. 2; in Inghilterra, dove
l’uso del ‘concerto storico’ era diffuso, la sonata in si minore e la Didone furono proposte da
Moscheles, Arabella Goddard, Brinley Richards, Sterndale Bennett già negli anni ’40 e ’50. Ma
la ricerca in questo campo è ancora tutta da fare.
LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA DI CLEMENTI 45
ABBREVIAZIONI
APPENDICE
op. 1
Welcker, 1771 ca.
op. 3
Welcker, 15.6.79
op. 4 op. 4
Author/ Welcker, 29.2.80 14.12.80
op. 5
1780-1
op. 6
1780-1
op. 8 op. 8, Castaud n. 423, op. 29 n. 604, op. 30 n. 1337 n. 471, op. 30
Author/Preston, [1790-95] 14.12.82 20.4.93 25.6.93 [1794]
op. 9 op. 9, n. 36 op. 9 op.9
Author, [1790-95] 24.5.83
op. 14
Author, 11.3.86
op. 15 op. 15
Author, 11.3.86
op. 18 op. 18
L&B, 23.4.87
Ed. inglese Artaria André Sieber Boyer Imbault
WO 4, n. 391
25.7.92
WO 5
L&B, 22.7.93