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Golfetto Emanuele 5AM 22/02/2020

Tema di: TEORIA, ANALISI E COMPOSIZIONE


ESEGUI L’ANALISI DEL SEGUENTE BRANO:
ERIK SATIE: Poudre d’or

L’atmosfera della musica d’avanguardia parigina degli anni ‘20


fu segnata dalla nascita di un nuovo movimento culturale: il
Neoclassicismo. Questo voleva mettere a tacere la musica
pesante e cromatica di stampo germanico ed ecco così che le
composizioni di Satie apparvero un esempio e una guida
spirituale per i giovani compositori francesi che volevano
creare una nuova musica di stampo nazional-francese fatta di
nitore e umoristica razionalità. Va ricordato che la musica di
Satie, oltre ad essere utilizzata per cinematografia e teatro,
nasce come “musica di arredamento”, cioè una musica di
sottofondo in luoghi dove si fa tutt’altro la cui funzione è
creare comfort.
Poudre d’or è un valzer per pianoforte solo di carattere
gioioso che invita tutti gli ascoltatori a prendere parte al
ballo. Il valzer infatti è una forma di ballo che viene
ripresta dagli autori francesi e reinterpretata creando un
divario con i valzer viennesi degli Strauss. Quello francese,
infatti, è molto meno formale nel contesto, ma non nella forma
che rimane quella accademica: introduzione, aba, cdc, coda.
(Vedere allegati) Di notevole spessore tecnico-pianistico sono
i valzer di Chopin.
La composizione si apre con un’introduzione composta da una
frase di otto misure, dove nella prima semifrase appare il tema
principale e nella seconda possiamo trovare quello che sarà il
principio di variazione per la conclusione delle frasi a
venire.
Il tema principale (tema 1) ricorda vagamente una marcia
miliare, resa attraverso la quarta discendente iniziale e il
ritmo puntato. Forte è il contrasto con la seconda semifrase
che di carattere cantabile, dinamicamente opposto alla prima (F
→ p).
Il valzer vero e propro si apre soltanto a misura nove dove,
alla melodia di marcia, si somma il ritmo di valzer.
Strutturalmente questa prima parte è molto simmetrica: la
sezione A è composta da quattro frasi le cui prime semifrasi
sono identiche a due a due (esse si differenziano soltanto per
la nota al basso in battere alle prime due battute) e le
seconde semifrasi sono una variazione della seconda semifrase
dell’introduzione. Queste ultime non sono molto diverse le une
dalle altre poiché condividono un principio di similitudine,
infatti tutte tendono ad accrescere la tensione, attraverso un
folto uso di dominanti secondarie, verso la dominante
principale, per poi rilasciarla nella ricomparsa del tema
assecondando il moto circolare del valzer. Un’altra
similitudine è il primo inciso, una scala-arpeggio ascendente.
Anche nella sezione B le simmetrie sono molte. Anche
quest’ultima è composta da quattro frasi la cui prima semifrase
è identica e la seconda è principio di variazione per le altre
seconde. La prima semifrase gode di un doppio accompagnamento:
oltre al battere-levare del valzer al basso è presente un basso
albertino reso a valori distanti (una semiminima per battere di
battuta). Il profilo melodico è caratterizzato da una serie di
minime discendenti che, oltre a destabilizzare per un breve
momento l’incipit ritmico del valzer, sono dei ritardi della
terza dell’accordo che non risolveranno mai sulla mediana,
preferendo la tonica. Le prime tre seconde semifrasi sono
caratterizzate da un’ elemento melodico quale la minima e
semiminima un tono sotto ripetutosi due volte prima di una
scala di semiminime resa con un crescendo e un ritenuto. La
prima e la terza frase sono uguali. La quarta frase si
differenzia per l’ultima semifrase che, essendo molto simile
per composizioni alle semifrasi della sezione sezione A,
riprende le prime due frasi di A.
Il principio di simmetrie ancora una volta si applica anche
alla sezione C in La maggiore del trio. Le frasi sono uguali a
due a due e le seconde hanno come variante il rafforzamento del
tema e della melodia attraverso l’uso di raddoppi di ottava. Un
piccolo arpeggio modula in Mi maggiore portandoci nel cuore del
brano. Infatti in questa sezione il compositore fonde due
tecniche precedentemente utilizzate: il raddoppio per ottave
(sez. b)ed il gioco dei ritardi (sez. c) ancora una volta su un
basso albertino. Dopo la ripetizione di questa sezione avviene
il ritorno in La maggiore con la ripetizione di C e di A-b con
l’aggiunta della coda.
E’ interessante l’uso delle tonalità: da una partenza in re
maggiore, il primo sviluppo avviene in sol. Dal punto di vista
della tensione c’è una diminuzione, ma con l’approdo in re, la
e mi maggiore la tensione culmina, in un piano, perfettamente
al centro del brano, per poi scemare.

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