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Andrea Mattevi
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Andrea Mattevi Armonia I
Indice
1. Introduzione - Premessa
2. Comprensione delle modalità d'analisi dei materiali
2.1. Sezione aurea
2.2. Serie di Fibonacci
2.3. Sistema assiale
2.4. I materiali armonici
3. Il quarto quartetto di Bartók
3.1. Bartók e il quartetto
3.2. Elementi del quartetto
3.3. I materiali armonici Bartókiani
3.3.1. Materiali aurei
3.3.1.1. Accordo α
3.3.1.2. Modelli 1:2, 1:3, e 1:5
3.3.1.3. Scala pentatonica
3.3.1.4. Accordi diminuiti
3.3.1.5. Sovrapposizione di quarte
3.3.2. Materiali acustici
3.3.2.1. Accordi e scale acustiche
3.3.2.2. Inversione dell’accordo α
3.3.2.3. Sovrapposizione di quinte
3.3.3. Scala esatonale
3.3.4. Saturazione del totale cromatico
4. Presenza di Bartók in quattro autori del secondo novecento
4.1. Musica Ricercata - György Ligeti
4.2. Makrokosmos - George Crumb
4.2. Játékok - György Kurtág
4.4. Ave - Franco Donatoni
5. Bibliografia
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1. Introduzione – Premessa
La teoria che ritrova nei materiali derivati dalla sezione aurea (e di conseguenza la serie di
Fibonacci come vedremo tra poco) una sorta di inverso, di "mondo alternativo" ai materiali di origine
acustica, e quindi una potenzialità antagonistica, è stata senza dubbio il pretesto per addentrarmi nella
affascinante musica di Bartók, così particolarmente viva, non solo nel suo tempo ma fino al passato
più recente, come vedremo in seguito, e forse fino ad oggi (per chi ancora ha il piacere di addentrarsi
nella natura, nel folklore del compositore magiaro). Quindi due mondi complementari. Due materiali
in un rapporto dialettico. E come vedremo un’armonia pensata in modo tonale contro un sistema
circolare, chiuso.
Ai fini di comprendere questo rapporto ho scelto un lavoro fondamentale di una produzione
topica di Bartók. Il quarto quartetto per archi, da cui è partito il mio lavoro, mi permetterà
d'individuare e catalogare i vari materiali armonici, facendo riferimento ai quei due filoni: materiali
acustici e materiali che chiamerò aurei; per fare questo mi sono servito, in seguito ad un'analisi
personale, dell'articolo Ernö Lendvai, La sezione aurea nelle strutture musicali bartókiane pubblicato
sul 3° volume della Nuova Rivista Musicale Italiana dell'anno 1983.
Nella seconda parte del mio lavoro (punto 4.) cercherò di rintracciare in alcuni compositori
successivi a Bartók elementi e materiali che fanno di quest’ultimo una sorta di caposcuola non
necessariamente in maniera diretta. I compositori che ho scelto fanno parte di periodi leggermente
diversi l'uno dall'altro. A partire dagli anni ‘50 con Musica ricercata di György Ligeti, negli anni ’70
con Makrokosmos di George Crumb, inizio anni ’80 con Játékok di György Kurtág per finire con la
fine degli anni ’80 con Ave di Franco Donatoni.
Allego inoltre un'analisi dettagliata del IV tempo del quartetto per archi di Bartók.
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ricrearlo nell'ambiente antropico quale canone di bellezza (nella pagina precedente abbiamo un’analisi
proporzionale della Gioconda di Leonardo da Vinci es. 2.1.);; testimonianza ne è forse la storia del
d
nome che in epoche più recenti ha assunto gli appellativi di "aureo" o "divino", proprio a dimostrazione
del fascino esercitato.
Considerando la sequenza della successioni di Fibonacci contando i semitoni, ne deduciamo:
Ma il discorso non può concludersi qua. Gli studi compiuti da Lendvai sulla musica di Bartók
Bart
mirano non soltanto alla lettura di materiali armonici att
attraverso
averso rapporti di ordine matematico e
geometrico. Importantissimi principi strutturali nelle piccole e grandi forme, secondo il musicologo
musicolo
ungherese, fanno riferimento al sistema cosiddetto assiale.
(reb), così come mi e sib(la#), costituiscono i poli opposti dell'asse della dominante, e infine fa e si,
così come re e lab (sol#) , costituiscono i poli opposti dell' asse della sottodominante. Gli accordi
fondati su suoni che si trovano sul medesimo asse hanno la medesima funzione tonale e sono fra loro
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perfettamente interscambiabili. Nel sistema sonoro bartókiano, allora, una successione di accordi
maggiori come ad esempio Do-Sol-Re-La-Mi è tonalmente equivalente alla successione Do- Sol-Lab-
Mib-Mi. Secondo Lendvai, la relazione che lega fra loro i poli opposti di uno stesso asse è il principio
strutturale più importante della musica di Bartók, sia nelle piccole che nelle grandi forme.
Sempre secondo Lendvai, nel sistema bartókiano intervalli e accordi si fondano sulle leggi della
sezione aurea, e in particolare sulle serie di Fibonacci che la approssima, per cui l'interpretazione di
strutture accordali anche molto complesse presenti nell'opera bartókiana è facilitata proprio dal
riferimento alla sezione aurea e alla serie di Fibonacci, nonché al sistema assiale.
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Elemento α:
è l'elemento principale del quartetto. Nonostan
Nonostante
te sia accennato vagamente
nelle primissime battute si configura completamente a battuta 7 e assume una
es. 3.1. Elemento α del quarto valenza nel discorso solo a battuta 11. Assieme a δ è l'elemento più ricorrente.
quartetto di Bartók
Si presenta sia cromaticamente che in forma pseudo
pseudo-tonale,
tonale, come nel finale
del primo e del quinto movimento,
ento, e inoltre sia per moto retto che per contrario;
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Elemento β:
elemento di transizione dalla prima sezione tematica alla seconda
secon nel
primo movimento (vedi es. 3.2.) e tema principale nel quinto
es. 3.2. Elemento β come transizione tematica movimento (vedi es. 3.3.),, presenta caratteristiche singolari. La
tra primo e secondo tema nel primo
presenza degli intervalli di seconda maggiore e di terza minore
movimento del quartetti di Bartók affidato ad
un violino. farebbero
pensare ad un ambito pentatonico; la seconda
minore da un taglio più ambiguo alla sua
circolarità (si veda la spiegazione sul'utilizzo
dell'ambito pentatonico più avanti); es. 3.3. Elemento β come tema principale nel quinto
quint movimento del
quartetti di Bartók.
Bartó
Elemento γ:
particolarmente elementare ma tipicamente bartókiano
kiano questa "molecola" (vista
la sua brevità) è presente in tutti i movimenti all'infuori del primo. Diventa
es. 3.4. Elemento γ nel
elemento di gioco, di giuntura, di levare, di fio
fioritura
ritura ecc. Ha un valenza
secondo movimento del
quartetto. strutturale non indifferente, ed è caratterizzato dai due intervalli fibonacciani
base:: seconda minore e maggiore; sia per moto retto che al suo inverso tanto da non distinguere più
l'originale;
Elemento δ:
potrebbe essere desunto dall'elemento appena
spiegato. Bartókk lo utilizza in una sezione a sé
stante a battuta 78 nella seconda parte del
secondo movimento (vedi es.3.5.)) e nel B del es. 3.5. Elemento ó nell secondo movimento del quartetto affidato in canone ai
due violini.
quarto movimento a battuta 46 (vedi es
es. 3.6.).
es.
s. 3.
3.6. Elemento ó nel quarto movimento del quartetto
affidato in canone ai due violini.
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Elemento ε:
non
on è un vero elemento, quanto un
profilo melodico caratterizzato da
un'ascesa ad un culmine e una discesa
prima di un secondo culmine
leggermente inferiore al primo. Nel
secondo movimento, caratterizzato
maggiormente dal cromatismo, si
presenta cromaticamente (vedi es.. 3.7.
parti della viola e del violoncello), mentre es. 3.7. Elemento ε con materiale cromatico nel secondo movimento del quartetto
affidato a viola e violoncello.
violoncello
nel quarto movimento gli intervalli sono
quelli della scala acustica (vedi es. 3.8. parte della viola).
es. 3.8. Elemento ε su scala acustica nel quarto movimento del quartetto affidato alla
viola.
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β = 3+3+5
γ = 3+5+3
δ = 5+3+3
es. 3.10. Accordi α, β, γ, ó ed ε .
ε = 2 + 3 + 3 +3
+3.
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Modello 1:2 :
prevede l'utilizzo della seconda minore e
seconda maggiore. Da battuta 243 del secondo
movimento la viola compie una scala basata sul
modello appena indicato (vedii es. 3.1
3.13.).
Questo modello alla scala ottofonica
particolarmente
armente utilizzata nella musica russa di
fine ottocento inizi novecento. Ma soprattutto è
fondamento del sistema assiale, e costruita con
es. 3.15. Violino primo e violoncello presentano un materiale con modello 1:5.
1:5
intervalli base
se originerà i seguenti modelli;
Modello 1:3 :
utilizza la seconda minore e la terza
minore. Ne parlerò nella
ne quarta parte
dell'analisi a proposito di Ligeti;
Modello 1:5 :
questo movimento melodico
caratterizzato dall'alternanza di
intervalli di seconda minore e di quarta
giusta l'ho rintracciato a battuta 31 del
quinto movimento del quartetto
(violino primo e il violoncello nell’es.
3.15.). Il modello è di risposta
all'elemento β che presenta, come visto
precedentemente, caratteristiche
pentatoniche (vedi es. 3.3.).
3.3.)
Un modello chiuso, se pur
es. 3.16. Da battuta 300 le quattro parti generano un contrappunto con materiale
pentatonico il quale andrà a saturare il totale cromatico. elementare, è rappresentato dalla scala
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esatonale costruita con toni interi (seconda maggiore = 2) che si vedrà nel capitolo
apitolo 3.3.3..
3.3.3.
movimento (vedi es. 3.17.) costituite, oltre che es. 3.17. Violino secondo e viola utilizzano due triadi diminuite mentre violino
primo e violoncello riempiono gli intervalli mancanti. L’accostamento delle
dalle corde vuote che discendono da quella
triadi diminuite ci avvicina all’accordo α.
più acuta del violino alla più grave del
violoncello, da accordi diminuiti, modelli chiusi per eccellenza.
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maggiori, minori, eccedenti o diminuiti che siano, di settima, nona, undicesima e tredicesima.
tredicesima Esempi
del genere la storia della musica ne è piena, e Bartó
Bartókk ne fa un utilizzo personale e interessante. In
particolare gli ultimi lavori, quelli
qu del
periodo americano, dopo la sua
emigrazione, fanno un particolare uso
di questo materiale (molto vicino alla
tonalità), forse per la necessità di
avvicinarsi al pubblico d’oltreoceano,
che non conosceva, se non come
pianista, il compositore ungherese.
Qui riporto un esempio dal secondo
concerto per violino e orchestra, nella
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Qui accanto l’es. 3.27. presenta un ambito es. 3.27. Il raddoppi per seconde di una successione cromatica genera
cromatico a livello basilare, con incastri di scale un’apparente esatonalità. Questa bi-esatonalità
esatonalità satura il totale cromatico.
Riordinando gli esempi che già abbiamo utilizzato a proposito degli argomenti precedenti,
potremo vedere come la proiezione simultanea o sfasata di elementi di materiale aureo o acustico
generi questa saturazione. Il totale cromatico organizzato secondo delle regole contrappuntistiche fu
tanto caro dalla Seconda Scuola di Vienna e da successori serialisti tanto da farne il fondamento primo
dei loro materiali armonici.
Nel quinto movimento del quartetto da battuta 300 a battuta 321 (vedi es. 3.16.) le imitazioni
ravvicinate a distanze armoniche differenti di una linea melodica di ascendenza pentatonica allargano
l’ambito tonale ad uno stato di politonalità tale da raggiungere a battuta 307 la saturazione del totale
cromatico.
Con un altro materiale di partenza il finale "Meno mosso" dalla battuta 374 a battuta 385 sempre
nel quinto movimento (vedi es. 3.25.) raggiunge la saturazione attraverso una proiezione dello stretto
per quarta eccedente dell’elemento α. La compenetrazione dei materiali e la stratificazione dei rapporti
armonici a livelli differenti arriva a costituire un totale cromatico organizzato secondo dei principi
differenti.
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es. 4.1. Prima parte di Omage a Bartók . Evidente utilizzo del modello 1:3. si riferì. I pezzi pianistici, Musica
Ricercata,, ad esempio, sono
spesso confrontati con la raccolta di brani di Bartók Mikrokosmos. In alcuni
ni scritti, riferendosi al suo
primo periodo produttivo, accenna ad un voluto accostamento alla musica di Bartók. Il maestro,
secondo l'umiltà di Ligeti, sarebbe stato considerato superiore tecnicamente. La raccolta di Ligeti
comprende in totale undici pezzi.
zi. Il primo usa quasi esclusivamente un tono, il la, ascoltato in
molteplici ottave. Solo veramente alla fine del brano si sente una seconda nota, il re. Il secondo brano
aggiunge poi una terza nota a queste due, il terzo pezzo ne aggiunge una quarta, e così
c via, cosicché
nell’undicesimo brano sono presenti tutte e dodici le note della scala cromatica. Già in questo primo
livello della sua carriera, Ligeti venne colpito dal regime comunista presente in Ungheria in quel
periodo. Il decimo pezzo di Musica Ricercata fu censurato dalle autorità a causa del suo stile
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giusta (come sovrapposizione) o quarta eccedente, intervallo che come abbiamo visto nel capitolo
precedente caratterizza quella scala derivata dal riordino dei primi armonici di n suono fondamentale,
chiamata acustica. Dando sguardo veloce le prime tre parti generano un crescendo di velocità,
culminante in uno “stringendo”. Nella prima sezione (Adagio mesto), da battuta 1 a 9, l’intervallo preso
in maggiore considerazione è la quinta giusta; nella terza sezione (Più mosso, agitato) da battuta 15 a
17, ritorna l’intervallo di terza minore, con una sua ambiguità originata dalla compresenza di quella
minore e quella maggiore.
La quarta parte in “Tempo I (Adagio)
Maestoso” dalla battuta 18 alla 21 stringe
strin
nuovamente alla fine. Il suo intervallo
caratteristico è la quarta eccedente senza
dimenticare la terza minore. La quinta parte,
es. 4.3. Terza parte di Omage a Bartók.Utilizzo
Utilizzo parz
parziale del modello 1:3.
tranne la presenza dell’intervallo di terza minore
in forma tematica propone come principe della sezione un nuovo intervallo, che tanto nuovo non è
perche come vedremo tra poco l’intervallo di seconda minore è
fondamento di ogni relazione tra tutti gli intervalli.
Il principio utilizzato da Ligeti è assolutamente comparabile a
quel modello di materiali aurei presente in Bartók
Bartók, il modello 1:3
(vedi es. 4.1.).. Il principio presuppone l’utilizzo di terze minori
(considerate in senso ascendente) ognuna delle quali distanziat
distanziata da
una seconda minore all’esterno
rno di queste. La frase termina a battuta 4.4. Quarta parte di Omage a Bartók.Utilizzo di
sovrapposizione di settime di diminuita
9 con una terza minore estranea al contesto spiegato. costituenti un accordo α
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alla molecola del DNA, dalle conchiglie alle galassie. La spirale logaritmica in particolare è legata
l alla
sequenza dei numeri di Fibonacci (Pisa, 1180
1180-1250),
1250), la cui scoperta ed applicazione risalgono l’anno
1202.
Ma veniamo alla musica. Spiral Galaxy (vedi es.
4.6.), che occupa l’ultimo
ultimo posto delle
de 12 costellazioni
cioè Aquarius,, presenta due materiali essenziali anche
nella musica di Bartók.. Il primo che incontriamo nel
pezzo è la sovrapposizione di quinte. L’ambiente disteso,
lontano, di queste sovrapposizioni è enfatizzato
attraverso il particolare uso del pianoforte che, oltre al
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es. 4.10. Saturazione totale cromatico attraverso la tra la tradizione ungherese di Bartók,
Bartók Kodály e Ligeti e
sovrapposizione di diverse inversioni dell’accordo α
l'espressionismo viennese, specie quello
metafisicamente conciso di Anton Webern
Webern.
Per quanto riguarda Kurtág la scelta dei
pezzi è stata indirizzata al processo di
saturazione del totale cromatico. Questo
processo infatti è il risultato delle
sovrapposizioni dell’accordo di undicesima del
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esatonale,
satonale, con la presenza delle due scale
es. 4.14. Approdo finale ad una bi-esatonalità.
esatonalità.
possibili incastrate in due registri adiacenti.
Anche le linee inseguono una trasformazione e da quelle pseudo
pseudo-diatoniche
diatoniche ma instabili si approda alle
ordinate esatonali (es. 4.14.).
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5. Bibliografia
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