Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
INTERVISTE
NON SOLO
ZAPPA'S
WORLD
NK FLOY
ARTI E
MESTIERI
I
P 1975 D RICK WAKEMAN
JON ANDERSON
ALAN WHITE
2015
IL RITORNO
DELLA
CHERRY
FIVE &
GOBLIN
REBIRTH
SUONI IN
is
w
CHIAROSCURO
e
h e r ECHOLYN
yo h NUOVO ALBUM
PRESENTANO
ARTI&MESTIERI Universi Paralleli
il NUOVO GRANDE ALBUM
19INTERVISTA
JACKSON
A ANDY
Edition di WYWH
tecnico della Immersion
30GOBLIN REBIRTH
chiaroscuro
rock in
34BIGLIETTO
L’INFERNO
PER
si riaccendono i riflettori
40ILARISTOCRATS
RITORNO DEGLI
Bryan Beller e Marco Minnemann
di Guthrie Govan,
56LA FABBRICA
DELL’ASSOLUTO l’esordio
62STORIA DELLA
MANTICORE RECORDS
44
FRANK
ZAPPA 30
ARISTOCRATS
NORMAN SEEFF
66KEITH EMERSON
si racconta
72METAMORFOSI
il Purgatorio
76SYNDONEemozioni sinfoniche
78I KINGCROW
sempre in bilico
80ECHO TEST
per una sola musica
due bassi
84ARTI&MESTIERI
Universi paralleli
88CHERRY FIVE
la reunion
91NOBODY’S LAND
il fascino delle fanzines
92BAROCK PROJECT
Skyline
94THEO TRAVIS
per ogni stagione
un sassofono
98RICK WAKEMAN
Around Yes
102JON ANDERSON
racconta…
113MELODIE &
DISSONANZE
il fascino delle fanzines
Pink Floyd attendevano il successo strettamente al suono, non ha assolutamente il Nel tentativo di reagire al
mondiale sin dagli esordi. L’exploit tempo per distrarsi”. torpore artistico, i musicisti
di THE DARK SIDE OF THE MOON L’essere sconosciuti ai propri fan divenne s’impegnarono a comporre
giunse nel marzo 1973 mentre si una sorta di fuga allo stress. Erano pochi nuove canzoni. Nell’ottobre
trovavano in tour negli USA. Il quelli che riuscivano a riconoscerli per stra- 1973 si erano ritrovati negli
17 aprile conseguì il primo disco da, nonostante la band fosse un marchio di studi Abbey Road per dar se-
d’oro americano, mentre il 28 aprile la vet- fabbrica in cima alle classifiche. Waters vi- guito a un loro progetto del 1971,
ta delle classifiche di «Billboard». Il singolo veva positivamente il privilegio: “Non abbia- HOUSEHOLD Objects , in cui registra-
Money, pubblicato negli USA il 5 maggio, mo bisogno che ci riconoscano per strada. Amia- rono con semplici oggetti di uso do-
entrò nella Top 100, trainando l’album ai mo vivere in pace. Non conosci i Pink Floyd? mestico: bottiglie di vetro, sca-
primi posti. Solo il 12 aprile 1975, due anni Tanto meglio”. Un episodio sintomatico si tole di fiammiferi, elastici
dopo la pubblicazione, il 33 giri usciva dal- consumò a Pittsburgh il 20 giugno 1975, e via sperimentando. Di
la Top 30 del settimanale inglese «Melody quando il pubblico bloccò tutte le porte ri- questa ‘follia’ artisti-
Maker»: in quel momento aveva venduto in servate agli artisti e la band era assediata ca furono portati
tutto il mondo sei milioni di copie, di cui tre all’interno dei camerini, mettendo in crisi
negli USA e 750 mila in Inghilterra. WISH l’impresario. Waters disse: “Ok, seguitemi”…
YOU WERE HERE si preparava a bissare le così i musicisti passarono indisturbati tra
vendite del suo illustre predecessore. gli spettatori in delirio.
«I Pink Floyd
attendevano il successo
mondiale sin dagli
esordi. L’exploit di
THE DARK SIDE
OF THE MOON
giunse nel marzo 1973
mentre si trovavano
in tour negli USA»
10
pink floyd
quadrato intorno alla musica. Gilmour dividendola in due parti, apertura e chiusu- altri tre. Lui ha il controllo, del resto è lui che
era dell’opinione che il disco fosse bello ra, legate con altre nuove tracce. All’idea si scrive tutte le canzoni”.
e pronto, che dovevano soltanto incidere opponeva Gilmour, la decisione fu messa ai Waters fissò proprio in quel periodo l’inizio
le tre nuove canzoni; Waters, invece, non voti e il chitarrista fu in minoranza. dei problemi con Gilmour, che avrebbero
era convinto che fosse la soluzione giusta. La band realizzò il secondo concept album sgretolato i Floyd: “La realizzazione dell’album
Roger pensò di utilizzare come tema por- consecutivo grazie alla intuizione di Ro- fu assai problematica. David e io avevamo idee
tante il clima vissuto in studio: “Le prime ger, che stava diventando a tutti gli effetti diverse sul futuro. Fu molto difficile completare
sei settimane di studio sono state molto difficili, il leader. Era il più lucido, capace d’indicare Wish You Were Here perché eravamo ormai ai
come se il gruppo fosse presente solo fisicamen- agli altri la strada da seguire durante la la- ferri corti. Lui aveva un’idea su come voleva che
te con le nostre menti in un’altra dimensione. vorazione, prendendo decisioni importanti fosse… io ne avevo una opposta. Sapevo che non
La musica ci permetteva di vivere bene, ormai Inserzione e trovando soluzioni valide ai problemi. La eravamo più amici fraterni e non lo saremmo mai
era un’abitudine fare qualcosa come Pink Floyd. pubblicitaria distanza tra i musicisti aumentava sempre più stati”. Nelle intenzioni di Waters il tema
Quella situazione era molto frustrante. Così io e del concerto più, apparendo insanabile agli occhi dei dell’assenza di Syd Barrett doveva stimolar-
di Pittsburgh
David, principalmente, abbiamo deciso di parlar- del 20 giugno 1975.
collaboratori. Humphries in una intervista li a scrivere nuove canzoni che riflettessero
ne, di capire cosa fare”. Il bassista propose di del 1975: “Penso che i Pink Floyd siano Roger lo stato d’animo del momento. La storia di
conservare solo Shine On You Crazy Diamond Waters, per quanto ammiri e rispetti anche gli
3 Febbraio 1977
Hallenstadion, Zurigo
Barrett, messo all’angolo dall’industria di- A destra: i Pink
scografica, la medesima che permetteva ai Floyd prima di un
Pink Floyd di cavalcare l’onda del successo, concerto del 1975
(in primo piano
serviva come riflessione sull’ambiente in il loro manager
cui vivevano da protagonisti, che li stava Steve O’Rourke).
inesorabilmente distruggendo. L’assenza In alto: David
d’umanità interpersonale si collegava al Gilmour e Nick
Mason.
grido di dolore per aver perduto Syd Barrett,
messo da parte e dimenticato a causa dell’e-
goismo e della fame di successo. Come nel
disco precedente, Waters ottenne di lavora-
re ‘a modo suo’, parlando e confrontandosi
sui problemi che li tormentavano. Da que-
ste discussioni, registrate su nastro, venne
fuori il comune senso di alienazione, pro-
vocato dal pubblico in concerto, oltre alla
generale distrazione sugli aspetti musicali. David, Nick, Rick e
L’idea di utilizzare queste testimonianze nel Roger su WISH YOU
WERE HERE.
«La realizzazione di WISH YOU nuovo disco, così come era stato fatto con
THE DARK SIDE OF THE MOON, fu accan- Gilmour: “Per me è probabilmente l’album più
WERE HERE fu assai problematica. tonata perché gli altri tre non desideravano
rendere pubbliche le personali debolezze.
completo che abbiamo inciso”.
Mason: “Fu difficile realizzarlo rispetto ai pre-
David e io avevamo idee diverse sul Le session si svolgevano dalle 14.30 fino cedenti. Roger stava diventando più arrabbiato.
futuro. Fu molto difficile completarlo a tarda sera, quattro giorni alla settimana.
Dopo le difficoltà iniziali, la band sembrò
Stavamo invecchiando e avevamo dei figli. C’era-
no situazioni spiacevoli tra noi, come ad esempio
perché eravamo ormai ai ferri corti. trovare, finalmente, il mood giusto.
Il 12 settembre 1975 WISH YOU WERE
persone che arrivavano tardi in studio, cosa che
odiavamo. C’era maggiore pressione nei miei
Lui aveva un’idea su come voleva HERE fu pubblicato in Inghilterra, conqui-
stando la vetta della classifica degli album
confronti affinché suonassi più preciso e meno
ondeggiante. È un po’ il discendente di MEDDLE
che fosse… io ne avevo una opposta» (DARK SIDE si era fermato al numero 2). Fu per come certi temi vengono via via ripresi e ripe-
primo negli USA, senza bissare le vendite tuti, per la regolarità delle metriche”.
Waters precedenti, mentre in Italia sostò 13 mesi Wright: “Mi fa piacere ascoltarlo, non mi capita
nelle chart. spesso coi Pink Floyd”.
12
pink floyd
Waters: “Un’opera piena di rabbia, dolore e
anche amore. Bisogna sempre cercare di andare
oltre la rabbia e il dolore per scoprire la forza
dell’amore”.
LE CANZONI
Shine On You Crazy
Diamond (parts 1-5)
L’inizio fu con Shine On You Crazy Diamond.
La prima take era di 25 minuti con basso,
chitarra acustica, sintetizzatori e batteria,
microfonata in studio da Peter James, l’as-
sistente di Humphries. Risultato insoddi-
sfacente. Nuova registrazione, questa volta
divisa in due parti, effettuata in un solo gior-
no e migliore della prima. Un errore irrepa-
rabile compromise, però, il lavoro, complice
la scarsa conoscenza della nuova consolle. In alto: copertine
Racconta Humphries: “Era un banco a 24 pi- del settimanale
«Ciao 2001»,
ste ma, nonostante sia abbastanza facile abituarsi 1974 e 1975.
a un nuovo set up, questo era proprio complicato. A destra inserto
Qualcuno sbagliò, così l’eco dei monitor andò a pubblicitario
finire sui tom della batteria”. L’eco fu inciso su
nastro, senza possibilità di eliminarlo, ren-
per il tour francese
del giugno 1974 «È un po’ il discendente di MEDDLE per come
dendo inutilizzabile l’intera performance.
L’errore avvenne di venerdì, il tecnico pensò
e programma
di Knebworth
del 5 luglio 1975.
certi temi vengono via via ripresi e ripetuti,
che il lunedì successivo il gruppo lo avrebbe per la regolarità delle metriche»
licenziato; i musicisti lo graziarono, accet-
tando d’incidere ex novo, convinti di miglior Mason
risultato. La registrazione dei sintetizzatori
in Shine On creò non pochi problemi, come
ricordò Gilmour: “È molto difficile riuscire a della nostra esperienza di fronte a quella cosa Floyd decisero di far realizzare una bella
catturare pienamente il suono di un sintetizzatore mostruosa e insopportabile che ci mastica e poi ci animazione a Gerald Scarfe, disegnatore in-
su nastro. Se ascolti il nastro prima e dopo, ti ren- sputa via”. La macchina citata nel testo era lo glese, che realizzò anche una loro vignetta
di conto che si sono perse molte frequenze”. Co- show business, capace di ammaliare i mu- per il poster centrale del programma con-
munque la sua chitarra sembrava adattarsi sicisti con fama, denaro e relativi privilegi, certi 1974 e 1975.
perfettamente all’atmosfera triste e malin- spremendoli fino all’osso come macchine
conica. Shine On (part 1) riciclava totalmente sforna-danaro, mettendoli da parte qualo- Have A Cigar
la già citata Wine Glasses, strumentale di due ra non fossero più capaci di creare profitti. Prima nuova composizione a essere com-
minuti in sol minore, un azzardo in pieno Raccontava l’introduzione al mondo dello pletata in studio, raccontava il malde-
periodo prog che solo i Floyd potevano per- show business del protagonista, definito stro tentativo di un manager discografico
mettersi. Gilmour: “L’intera sequenza iniziale con il rassicurante “my son”. L’ascensore nell’accattivarsi e mettere a proprio agio il
fu realizzata suonando alcuni bicchieri di vino con in chiusura sembrava aprire le porte di un protagonista, qui citato con l’appellativo
le dita. Registrammo il suono di ogni bicchiere su party, le cui voci evidenziavano la vacuità confidenziale di “dear boy”. Waters ritorna
una traccia, distanziandoli di un semitono, così dei contatti tra quegli esseri umani; risate con la memoria sulla sua genesi: “Le strofe,
potevamo comporre gli accordi, come se usassi- di circostanza, strette di mano e pacche sul- sia la melodia che le parole, furono scritte prima
mo una tastiera: modo complicato di dare vita le spalle nascondevano la totale assenza di di farle ascoltare agli altri. Le parti prima e dopo
a un vero e proprio campionatore”. La chitarra sincerità. Realizzato quasi completamente la voce, invece, furono composte in studio”.
fu registrata nello Studio 1, solitamente de- senza l’uso di strumenti convenzionali, a Nasceva, nella sua tipica connotazione
stinato alle orchestre, per rendere il suono voler rimarcare l’assenza di umanità; gli funky, come risposta ironica a tutti i ma-
più corposo. unici elementi umani erano riservati alla nager incontrati in America nel tour del
chitarra acustica, i cimbali con i piatti “e 1973… chiedevano di poter parlare con
Welcome la voce di Gilmour, che si affidò a uno stra- il signor Pink, convinti che quello fosse il
To The Machine tagemma in studio per favorire la perfetta nome e Floyd il cognome. Evidente la de-
Sia in The Machine Song, come era conosciu- resa vocale. Ricorda Gilmour: “The Machi- nuncia delle case discografiche per le pe-
ta durante la lavorazione, che in Have A Ci- Pass per il tour 1975 ne Song è l’unica volta che abbiamo sfruttato santi pressioni sui propri artisti, tra le cause
gar, Waters s’interrogava sul rapporto con e biglietto di Cardiff, la possibilità di variare la velocità del nastro per del tracollo di Syd Barrett nel 1967.
il pubblico: “Welcome To The Machine parla 22 novembre 1974. poter cantare meglio. Non riuscivo proprio ad Durante l’incisione furono utilizzati alcuni
arrivarci, quindi abbassammo il nastro di un accorgimenti, come ricorda Gilmour: “Have
semitono per registrarla meglio”. A Cigar è uno dei brani in cui suonai la chitarra
Il testo di Waters era stato composto qual- e le tastiere contemporaneamente. Ci sono anche
che tempo prima, mentre la musica nacque altre tracce di chitarra, che sovraincisi in un se-
nello studio di registrazione con lui intento condo momento, ma la chitarra principale fu re-
a tirar fuori suoni e idee dal sintetizzatore gistrata tutta di seguito”. La parte vocale non
VCS3. Il ritmo era pulsante, teso a richia- riusciva a essere cantata correttamente da
mare le cadenze delle macchine di produ- Waters, tanto che a marzo fu coinvolto nel-
zione, atmosfera musicale glaciale, sinistra, le registrazioni Roy Harper, spesso presen-
poco rassicurante. Nel 1977, per accom- te in studio con loro perché impegnato in
pagnarne la prima esecuzione live, i Pink quel periodo agli Abbey Road Studios con
13
Shine On You
Crazy Diamond
(parts 6-9)
Altra citazione del passato è evidente all’i-
nizio di Shine On (pt. 6), dove è riproposto
l’effetto introduttivo di One Of These Days,
cioè il basso suonato su un forte rumore
di vento; permette la lunga cavalcata stru-
mentale interrotta dalla Part VII, cantata da
Waters. Epica la sezione finale, la Part IX,
che risplende di solenne intensità con Rick
Wright protagonista assoluto, che si divide
tra pianoforte e tastiere, coadiuvato dalla
slide di Gilmour. I ricordi di Brian Humphri-
es: “Era un grande pianista, e in quel punto ven-
gono fuori i suoi studi classici. Se avesse avuto
a disposizione altri 20 minuti, probabilmente
avremmo registrato un vero e proprio concerto
di Rick Wright. Quando, proprio alla fine, c’è
quell’omaggio a Syd Barrett, non ricordo se fu
proprio Rick a improvvisare la cosa. Però fu bello,
molto toccante”. Il tributo a Barrett nelle ver-
sioni dal vivo di quel periodo, si riferisce alla
parte finale di Shine On You Crazy Diamond
pt. 9, in cui il basso e la tastiera riprendeva-
no i temi di alcuni classici di Syd, come See
Emily Play, Arnold Layne, Bike, Scarecrow e The
HQ, suo ottavo 33 giri. La performance di Caricatura dei Pink dello Studio 3. L’avevo già strimpellata a casa. E Gnome. Il finale in sol maggiore, in contrap-
Harper non piacque mai a Waters, convin- Floyd (1974), opera Roger disse: ‘Che cos’è?’. Abbiamo subito elabo- posizione con il sol minore in apertura della
di Gerald Scarfe.
to che con qualche sforzo in più l’avrebbe Utilizzata come rato il resto della musica”. Fu scritta in forma Part I, conferiva un’atmosfera positiva, una
potuta cantare da solo. Alla fine un effetto poster interno ai di ballata acustica, basata su un giro di ac- chicca che Wright volle inserire al termine
che avrebbe fatto sobbalzare dalla poltrona programmi dei cordi molto semplice; l’atmosfera era genu- della suite nella speranza di un lieto fine,
tutti quelli che l’ascoltavano per la prima concerti del 1974-75. ina e nostalgica. Fu composta e suonata in che nella storia di Barrett non arriverà mai.
volta, verificando che il proprio impianto studio sulla Martin G35 a 12 corde, chitarra
sonoro funzionasse a dovere. La musica acustica acquistata nel 1972 per strada a Il fantasma
sembra allontanarsi di colpo lasciando po- New York, appena fuori da Manny’s Music, di Syd Barrett
sto al rumore della ricerca frequenze di una negozio di strumenti musicali. si materializza
stazione radiofonica, introducendo il brano Alla canzone fu abbinato il testo che Waters in studio
successivo con una parte della Quarta Sin- stava finendo di limare: “In realtà, una parte Va letta sotto una luce inquietante l’inatte-
fonia di Tchaikovsky. Gilmour: “Registrammo è stata scritta prima della musica… solo alcune sa presenza di Syd Barrett ad Abbey Road
l’interferenza direttamente con la radio a cassette frasi su un pezzo di carta, parecchie coppie di quel giovedì 5 giugno, mentre i Pink Floyd
della mia macchina, poi sovrapposta alla parte in versi e qualche parola sfusa”. erano intenti a missare proprio il brano a
studio. Come se il disco venisse risucchiato nella Le sonorità country con cui si sviluppava lui dedicato, Shine On You Crazy Diamond. La
radio, mentre una persona è seduta davanti e si il brano suggerirono a Gilmour l’idea per band stava approfittando dell’ultimo gior-
mette a suonare la chitarra insieme alla radio”. l’intervento di violino, strumento che fu uti- no di permanenza a Londra, a poche ore
Have A Cigar fu pubblicata su 45 giri il 15 lizzato per la prima volta. In quei giorni la dalla partenza per gli States, per continuare
novembre in diversi Paesi ma non raccolse band aveva scoperto che il francese Stépha- i lavori; era stato inoltre allestito un fuga-
il successo di Money, precedente singolo. ne Grappelli, uno dei migliori interpreti jazz ce rinfresco nella cantina per festeggiare il
dello strumento, stava incidendo ad Abbey matrimonio di Gilmour con la compagna
Wish You Road quello che sarebbe diventato FASCI- americana. Fu nel bel mezzo della festa che
Were Here NATIN’ RHYTHM. Il disco, insieme al violi- qualcuno notò la presenza di uno strano
Sembrò ripetersi quanto avvenuto per il nista Yehudi Menuhin, fu pubblicato dalla personaggio. Dopo la curiosità iniziale, fu
Syd’s Theme. Gilmour: “La suonai nella regia EMI sempre nel 1975, contenente brani di Gilmour a capire che si trattava di Barrett,
George Gerswhwin, Jerome Kern e Cole Por- trasformato a tal punto da non essere rico-
ter. La band convinse Grappelli a incidere. nosciuto dai vecchi amici, che lo avevano
Waters: “Fu una cosa fantastica riuscire a farlo visto per l’ultima volta proprio ad Abbey
«Il 12 settembre 1975 WISH YOU entrare in studio e suonare un pochino. Si può
capire quello che ha fatto ascoltando molto, mol-
Road nel 1970, durante le sedute di regi-
strazione di ATOM HEART MOTHER.
WERE HERE fu pubblicato in to, molto attentamente proprio alla fine… si sen- Era molto diverso: sovrappeso, pelato e con
negli USA, come in Italia, dove sostò to di Grappelli non era totalmente improv-
visato; egli riprese infatti il tema di apertura
Mason.
Jerry Shirley, batterista degli Humble Pie
nelle chart per tredici mesi» dell’opera The Bartered Bride (La sposa ven-
duta) del 1866 scritta dal compositore ceco
con cui Barrett aveva suonato cinque anni
prima a Londra, ricorda quel pomeriggio:
Bedřich Smetana. “Doveva pesare cento chili. Mentre mangiava,
14
pink floyd
mi guardava in modo piuttosto strano e sorri-
deva. Pensavo fosse un Hare Krishna. David vide
che ero sulle spine e disse: ‘Sai chi è?’. Proprio «C’è stato un momento dopo DARK SIDE
mentre me lo diceva, guardai e qualcosa del suo
profilo mi fece capire che avevo davanti Syd. Gli in cui siamo stati a un passo dallo scioglierci.
andai vicino e chiesi come stava. Ridacchiò quan-
do venne a sapere che non lo avevo riconosciuto”.
Avevamo raggiunto tutti gli obiettivi, eravamo
Wright: “Saltava da tutte le parti spazzolandosi i
denti. Era terribile”. Roger: “Ero in lacrime, era-
un po’ nervosi all’idea di dover andare avanti»
vamo entrambi in lacrime, davvero sconvolgen- Mason
te”. Gilmour ricorda con commozione quel
giorno: “Camminava guardando gli impianti,
all’inizio non ci feci molto caso, pensai si trattas- nesi, le cui registrazioni furono pubblicate clusione quando telefonò a casa dagli Stati
se di uno della EMI. Poi, più tardi, venne nella ufficialmente nel 2011, nelle edizioni Im- Uniti ma al telefono rispose l’amante del-
saletta del mixer e si sedette per un po’. Noi con- mersion di DARK SIDE e WISH YOU WERE la moglie. L’episodio fu immortalato nel
tinuammo a chiederci: ‘Chi cazzo è questo tizio HERE. Nella seconda parte del tour suona- disco e nel film Pink Floyd The Wall. L’idea
Biglietto
stravagante?’”. Thorgerson: “Due o tre persone del concerto rono ben quindici concerti in tre settima- del muro da utilizzare sul palco a simboleg-
si misero a piangere. Si sedette e parlò per un a Francoforte ne, tredici in USA e due in Canada. Diversi giare la divisione tra la band e il pubblico,
po’, anche se in verità non ci stava proprio con la del 1977. show furono ospitati all’interno dei più ca- che divenne il tema principale di The Wall,
testa. A chi si prese la briga di domandargli un pienti stadi americani. Fu realizzato un pal- venne in mente a Waters proprio durante
parere su Shine On, ascoltata quel giorno di- co adeguato alla situazione e, nel tentativo questi concerti, nel corso dei quali egli pen-
verse volte, rispose che la trovava un po’ datata”. di coinvolgere il pubblico presente, dedica- sò di costruire finanche una parete nera po-
Paradossalmente, mentre i Pink Floyd ta molta attenzione ai grandi effetti visuali: sizionata tra il palco e la platea. Il Festival
rendevano omaggio a Barrett, cantando l’aereo argenteo che attraversava lo stadio di Knebworth del 5 luglio doveva suggellare
il desiderio che lui fosse lì con loro… Syd per cadere al lato del palco, l’enorme palla l’annata di successi, invece fornì una impie-
si materializzò in studio e nessuno lo rico- a specchi alle spalle della batteria di Mason, tosa istantanea della band, evidenziata dai
nobbe. Richard Wright: “Entrò proprio men- oltre all’immancabile schermo circolare sul cronisti dell’epoca. Perfino il fido John Peel
tre stavamo incidendo le parti vocali di Shine quale venivano proiettati diversi filmati espresse i propri dubbi, dichiarandosi poco
On You Crazy Diamond. Per una incredibile sincronizzati con la musica. I concerti del convinto dalle nuove composizioni
coincidenza scelse proprio il giorno in cui stava- 1975 avevano contribuito ad alienare lo dal vivo. Gli organizzatori ave-
mo ultimando quella canzone su di lui”. Dalle spirito dei Pink Floyd in contrapposizione vano stimato il pubblico tra
testimonianze raccolte sembra che Barrett Copertina netta con l’eccitazione e la partecipazione le 100 e le 150.000 unità,
si fosse presentato in studio con chitarra, del libro di Storm entusiastica del pubblico. Il tour americano
Thorgerson “Walk
disponibile a suonare la sua parte. L’epi- Away Renè – The segnò inoltre un momento doloroso nella
sodio sconvolse letteralmente l’enturage Art Of Hipgnosis” vita privata del bassista. Il matrimonio
floydiano. Per molti fu l’ultimo incontro (1978). con Judy Trim arrivò alla tragica con-
con Syd Barrett.
Qualche tempo dopo Syd Barrett si ritirò
nel silenzio della sua Cambridge. Intorno
alla sua figura crebbe soltanto il mito
che lo trasformò in una icona del rock
mondiale, fino alla sua scomparsa
avvenuta il 7 luglio 2006 a 60 anni.
I concerti
Nel 1975 la band fu impegnata in due
mini-tour americani, il primo ad aprile
e il secondo a giugno, dove eseguì metà
dei brani presenti nel nuovo disco. Quei
concerti furono salutati da un ecceziona-
le riscontro ai botteghini, con presenze di
pubblico record e con diversi sold out rapi-
dissimi. A seguire i Pink Floyd alla consolle
del mixer, così come per le ultime date del
1974, c’era Brian Humphries, che aveva
abbandonato il suo impegno alla Island Re-
cords per lavorare con loro a tempo pieno.
Il tecnico ricorda: “Mi chiesero di andare al se-
condo concerto alla Empire Pool per verificare che
tipo di equipaggiamento sarebbe servito per regi-
strare lo spettacolo. Poi dissero di sedermi vicino
al loro tecnico del suono e dirgli cosa pensavo
del suo operato. Dopo aver ascoltato il suono che
usciva dall’impianto gli dissi che faceva schifo,
soprattutto pensando all’equipaggiamento a di-
sposizione. Così mi proposero di occuparmi del
Roger Waters -
suono per i restanti concerti”. Humphries la-
3 Febbraio 1977
vorò con lo studio mobile Basic Street della Hallenstadion,
Island Records, incise i due concerti londi- Zurigo.
soprattutto per la Floyd. Con queste grafiche furono realizzate so. Il muro tra Waters, i fan dei Pink Floyd
presenza dei Pink alcune magliette, utilizzate dal gruppo e e il resto della band, era ormai stato eretto.
Floyd. La Hipgno- dal loro entourage durante gli spettacoli.
sis realizzò la Il concerto fu salutato con entusiasmo dal La Copertina
grafica per il pro- pubblico, nonostante l’esibizione fosse sta- sulla Assenza
gramma del con- ta costellata da molti problemi tecnici. Il Il tema dell’assenza, caratterizzante il disco,
certo, contenente set, che aveva sfiorato le tre ore, comprese campeggiava anche sulla copertina. Thor-
diverse foto inedite, le nuove canzoni, l’intero DARK SIDE, infine gerson: “Il motivo era il senso di assenza, di non
e il poster con un uomo l’apoteosi con l’atteso bis Echoes. Quello che essere presente in un rapporto di conversazione,
in bicicletta, immagine ripresa il pubblico non aveva colto era che sul futuro assenza che si riferiva anche a Syd Barrett, oppure
da Aubrey Powell lungo il lago Lemano di dei Pink Floyd aleggiavano o-scuri presagi di all’essere membro del gruppo. L’uomo che bru-
Ginevra. Alla foto erano stati aggiunti alcu- una fine annunciata. Due anni dopo, in oc- cia è assente metaforicamente: troppo impaurito
ni disegni, realizzati da George Hardie, che Pink Floyd casione del loro famoso concerto a Montreal per essere presente, per timore di essere bruciato.
3 Febbraio 1977
riprendevano i particolari della bici men- Hallenstadion, del 6 luglio 1977, Waters sputò a un fan che L’uomo che si tuffa è assente fisicamente, perché
tre volava nello spazio; uno era stato per- Zurigo. Partcolare lo infastidiva dalle prime file. Fu l’ultimo atto manca la sua forma o, piuttosto, lo schizzo dell’ac-
sonalizzato con l’incisione del nome Pink di Rick Wright. della disumanizzazione causata dal succes- qua. La stretta di mano sull’adesivo è tanto un
filippine PERù
CILE
argentina
Malesia MESSICO
Hong Kong
taiwan singapore
russia
«Syd entrò proprio mentre
gesto vuoto quanto un genuino saluto. Il titolo,
WISH YOU WERE HERE, quindi, diventa rile-
10 “COSE” SU
WISH YOU
vante e da questo proviene l’idea della cartolina
stavamo incidendo le parti postale inclusa nella confezione. La copertina
WERE HERE
venne avvolta in un involucro di plastica nera,
vocali di Shine On You così che non si potesse vedere il design. Dal mo-
mento che il filo conduttore era l’assenza, allora
Crazy Diamond. Per una il design stesso era assente, cioè non visibile”.
e, si cominciò a parlare di
Durante le fasi finali della lavorazion
6 un progetto che non
“Dune” del regista cileno
vide mai
Aleja
la
ndro
luce:
Jodor
la colonna sonora del film
owsk y, basato sul libro di
L’inco ntro tra Jodorowsky e i Floyd
Frank Herbert dal ciclo omonimo.
ne negli Abbe y Road Studi os, durante i missaggi di Wish You
avven
Were Here.
to the
Nella serie radiofonica Hitchhiker ’s Guide
10 Galaxy (Guida galattica per gli autos
creata da Douglas Adams, amico di Gilmo
toppisti),
ur, fu utiliz-
Diam ond (part s 1-5). Quando fu
zata Shine On You Crazy
per motivi legali.
pubblicato il Cd, la canzone fu esclusa
nel 1994 sug-
Adams, scomparso nel 2001 a soli 49 anni,
Floyd il titolo THE DIVI SION BELL , contenu-
gerì ai Pink
Hope s, inclu so nell’a lbum .
to nel testo di High
17
ma statunitense, Danny Rogers e Ronnie nuotatore nella sabbia, ribattezzata The Me- il velo s’intravede il profilo di una donna
Rondell. aning of Life. nuda. Il titolo del disco fu fornito alla band
Il retro-copertina conteneva lo scatto di La copertina interna ritraeva un tuffatore, da Thorgerson. Il vero colpo di teatro fu la
un uomo, vestito e bombetta tipicamente con metà corpo già nell’acqua, privo di proposta finale del reparto creativo della
inglesi, che mostra la copia del vinile tra- schizzi e cerchi d’acqua intorno, simbolo Hipgnosis, approvata a pieni voti dalla
sparente di WISH YOU WERE HERE (nota di chi scompare senza lasciare traccia. La band. La copertina sarebbe stata avvolta
collezionistica: non esiste l’edizione ufficia- location, individuata da Aubrey Powell, non dalla solita plastica trasparente ben-
le trasparente del disco). Anche il venditore socio di Storm, era il Mono Lake nel sud sì da una pellicola color nero-petrolio.
è trasparente, non ha mani né gambe ed è della California. Thorgerson: “L’uomo che si L’Hipgnosis s’ispirò a COUNTRY LIFE, il
ripreso sulla duna del deserto, richiamo alla tuffava nel lago era esperto di yoga, trattenne il 33 giri dei Roxy Music del 1974, sovra co-
pubblicità che la band aveva fatto per la be- respiro a lungo in modo che le piccole onde, cau- pertina in plastica verde opaca per celare
vanda Gini in occasione del tour francese sate dal tuffo, si riducessero. Lo dovette ripetere l’immagine di due modelle seminude. In
1974. L’uomo non ha volto, richiamando le circa 60 volte”. L’ultima immagine fu quella America la casa discografica disapprovò
classiche figure del pittore belga René Ma- del velo, che, sospinto dal vento, avvolge- la scelta, in quanto non capiva la neces-
gritte, così come quel manichino usato dai L’edizione va il corpo di una persona non visibile. L’i- sità di coprire immagini così belle con il
portoghese
Pink Floyd di Syd Barrett nel video promo- e olandese del
dea fu di John Blake, amico di Storm, e la cellophane scuro, comunque di peso e co-
zionale di Arnold Layne nel 1967. Ha guanti 45 giri Have A Cigar, foto fu ripresa a Norfolk, Inghilterra, in di- sto superiore alla pellicola trasparente. La
bianchi e la valigia simboleggia i tour della pubblicato nel 1975. verse versioni con differenti colori di velo, band accettò solo il piccolo compromesso
band: su di essa sono infatti incollati alcu- alcune delle quali sono contenute nel libro di aggiungere alla plastica nera un adesivo
ni adesivi dei Pink Floyd, compresi quelli degli spartiti: guardando attentamente tra con il nome del gruppo e il titolo del disco.
contenuti nell’edizione originale in vinile La grafica comunque seguiva il concept
di DARK SIDE. Per gli scatti nel deserto, Po- dell’intero album, riproducendo il disegno
well e Christopherson si recarono con una stilizzato di due mani meccaniche che si
jeep nel deserto di Yuma in Arizona, perse- «L’assenza d’umanità interpersonale stringono, sullo sfondo coi segni zodiaca-
ro la loro macchina fotografica in mezzo al
mare di sabbia e dovettero affannosamen- si collegava al grido di dolore li dei componenti dei Pink Floyd, il fuoco,
l’aria, la terra e l’acqua. La soddisfazione
te cercarla. Nella stesso posto fu
scattata un’altra foto, quella del
per aver perduto Syd Barrett, per il lavoro della Hipgnosis fu suggellata
dalla nomination per i Grammy Awards
messo da parte e dimenticato per il Best Recording Package relativo a
WISH YOU WERE HERE.
a causa dell’egoismo
e della fame di successo»
Nick Mason -
3 Febbraio 1977
Hallenstadion,
Zurigo.
Andy Jackson
ai comandi del
mixer dello
studio Astoria
di Gilmour.
C’
era una volta un fieni- fin dall’inizio: è buona musica. Since-
le blu. Cinque ragazzi Testo: Paolo Carnelli ra, onesta, genuina. Come questa lun-
americani lo tappezza- Immagini: Luca Fiaccavento e di archivio ga intervista, in cui Chris Buzby (CB),
rono con vecchi con- Brett Kull (BK), Ray Weston (RW),
tenitori per le uova. Tom Hyatt (TH) e Paul Ramsey (PR),
Avevano strumenti a contratto dalla Sony e realizzarono il oltre a parlare del nuovo I HEARD
corda e a percussione, loro capolavoro, AS THE WORLD, sal- YOU LISTENING, raccontano molto di
avevano voci con cui si divertivano vo essere poi mollati dalla casa disco- se stessi e della loro storia...
ad armonizzare melodie, adagiandole grafica pochi mesi dopo l’uscita del di-
su una musica originale e comples- sco. Depressi e pieni di debiti (l’album Facciamo subito un passo indietro.
sa. Dopo un po’ di tempo, decisero di era stato realizzato in regime di copro- Per ultimare il nuovo album ci sono
lasciare aperta la porta, per far uscire duzione in un fantascientifico studio voluti ben cinque anni, mentre tra
I HEARD YOU
tutte quelle note. E far entrare il sole LISTENING (2015) di Nashville), i cinque si separarono il precedente ECHOLYN e THE END
della campagna tutta intorno. Sono è il decimo album per tornare insieme cinque anni dopo, IS BEAUTIFUL ne erano passati ad-
passati ventisei anni, e quei cinque degli Echolyn. all’inizio del nuovo millennio. Qualcu- dirittura sette. Un lasso di tempo
ragazzi ancora suonano insieme. Con no dice che da allora gli Echolyn sono decisamente considerevole. Molti
il nome Echolyn, hanno realizzato die- cambiati, che non sono più un gruppo hanno pensato che il gruppo si fos-
ci album, l’ultimo dei quali si intitola prog. Forse è vero. Forse sono diven- se fermato per sempre. Quali sono
I HEARD YOU LISTENING ed è stato tati un gruppo prog-rock. Sicuramen- stati i motivi di quella lunga pausa?
pubblicato da poche settimane. Come te sono cresciuti e maturati. Magari CB: Innanzitutto devi considerare una
al solito, in regime di autoproduzione, nel frattempo anche la loro musica è cosa: per tutti noi suonare rappresen-
anche se non è stato sempre così. Nel cambiata, ma ha mantenuto una ca- ta un hobby; gli Echolyn vengono ne-
1994, gli Echolyn furono messi sotto ratteristica fondamentale, che aveva cessariamente dopo il nostro lavoro
20
echolyn
TOM HYATT
e dopo le nostre famiglie. Se i nostri tutti noi iniziare un nuovo progetto. nostante tutto, volevamo comunque
impegni non coincidono, la band deve Avevamo incominciato a lavorare se- realizzare un progetto degno della no-
aspettare. Io recentemente mi sono riamente al nuovo materiale nel 2007, stra storia e del nostro pubblico. Non
trasferito con mia moglie a tre ore di ma poi siamo stati rallentati da alcune volevamo semplicemente pubblicare
macchina da Philadelphia, dove inve- date dal vivo, tra cui il NearFest e il un disco e appiccicarci sopra il mar-
ce risiedono tutti gli altri componenti California Prog. Personalmente, oltre chio “Echolyn”. È una questione di ri-
della band, per insegnare musica in a portare avanti il mio studio di regi- spetto, sia per noi stessi che per il no-
una nuova scuola. Questo, inevitabil- strazione, ho iniziato a insegnare in stro pubblico. Per fare questo ci vuole
mente, rallenta le cose, perché devo due università e a studiare psicologia. del tempo.
pianificare in anticipo tutti i miei spo- TH: Non ho mai avuto paura che fosse
stamenti. tutto finito. Sapevamo bene che ognu- Parliamo del nuovo album. Inizia-
BK: Io penso piuttosto che all’epoca no di noi aveva da fare con le proprie mo dal titolo: I HEARD YOU LISTE-
avevamo semplicemente bisogno di cose e doveva portare avanti il lavoro, NING (“Ti ho sentito ascoltare”) è
trovare nuove fonti d’ispirazione. Se le amicizie, la famiglia e tutto il resto. un’espressione molto suggestiva e
non c’è la scintilla giusta è difficile per Ma la cosa più importante è che, no- anche un po’ inquietante. La pri-
21
echolyn
ma cosa che mi è venuta in mente la freschezza e la spontaneità del ri-
quando l’ho letta è stata la canzone
dei Soft Machine, Dedicated To You «IL TITOLO DEL NUOVO sultato.
RW: In pratica componiamo tutti
But You Weren’t Listening…
BK: Credo che la paternità del titolo
ALBUM È USCITO FUORI quanti e portiamo i nostri “scheletri di
canzoni” alle prove. Alcune volte insie-
sia di Paul. È paradossale che si trat-
ti di una cosa detta scherzando. Però
PER SCHERZO, NON me allo scheletro c’è anche un po’ di
carne, ma il bello sta proprio lì: pren-
hai ragione, fa un effetto strano. Rac-
chiude un significato molto profondo.
VOLEVA ESSERE NIENTE dere qualche accordo o una semplice
melodia e trasformarli in un pezzo che
Come al solito eravamo indecisi tra
una serie di titoli differenti, non riu-
DI DRAMMATICO» funziona. Per fare questo c’è bisogno
dell’apporto di tutti e cinque.
scivamo a trovarne uno che si legasse PAUL RAMSEY
bene con i testi dell’album. Poi ci è ve- A proposito di scheletri: ci sono
nuta di nuovo in mente la frase di Paul degli outtake dalle sessioni di I HE-
e improvvisamente tutto ha avuto un ARD YOU LISTENING che, magari,
senso. in gruppo per trasformarla in un bra- vedranno la luce in futuro?
PR: È andata così. Una notte, mentre no finito. Altre volte c’è già un pezzo CB: Ci sono altri cinque pezzi. Uno di
lavoravamo in studio, Chris era nella praticamente completo e il nostro questi, Love Why Weren’t You Missed, è
sala mixer e stava giochicchiando con compito è aggiungere quel pizzico di stato già ultimato e inviato in forma-
il suo iPad. Era ovvio che stesse fa- magia, quel sesto elemento che rende to digitale a tutte le persone che han-
cendo due cose contemporaneamen- gli Echolyn quello che sono. no acquistato l’album in preordine.
te, stando comunque molto attento CB: Ognuno di noi è libero di sotto- Anche gli altri quattro brani, in ogni
anche a quello che stava accadendo porre alla band idee di vario tipo, sia caso, saranno via via pubblicati in
nella sala prove. Così gli ho detto “Hey Nel 2004 gli Echolyn testi che musiche. Io e Brett di solito formato digitale su Bandcamp, come
hanno pubblicato abbiamo già fatto per gli outtake
Dude, I Heard You Listening”. Ti assi- siamo quelli che riescono a portare in
il doppio dvd
curo che non era niente di particolar- live STARS AND studio delle cose già strutturate o per- dell’album precedente. Prima però
mente drammatico (ride)… GARDENS. lomeno divise in sezioni, ma in ogni dobbiamo ancora rimpolparli e siste-
caso è il gruppo a rimpolparle per dar- marli. E registrarli.
I nuovi brani sono accreditati a tut- gli la giusta atmosfera e scorrevolezza, BK: Contiamo di ultimare il tutto en-
to il gruppo, perlomeno per quan- creando la struttura definitiva: strofa, tro la fine dell’anno.
to riguarda la parte musicale. Ma ponte, coro, assoli, parti strumentali.
come viene avviene realmente la È in questo momento che le idee di- In ogni album degli Echolyn c’è
composizione del materiale? C’è un ventano la musica degli Echolyn. Per sempre qualcosa di nuovo. In que-
momento individuale prima che su- questo album, io, Ray e Brett abbiamo sto è la voce femminile…
bentri l’intera band? portato delle idee e le abbiamo sot- TH: Si tratta di Jacque Varsalona. Era
TH: Normalmente c’è un momento toposte agli altri. A volte si trattava presente anche sul disco precedente.
individuale che produce la struttura di brani quasi completi, nel mio caso Ogni volta cerchiamo di rendere più
musicale o testuale. Poi ci pensa il Empyrean Views e Different Days, mentre ampio e sostanzioso lo spettro delle
gruppo a completare il tutto. A volte Warjazz, Vanishing Sun, Once I Get Mine armonie vocali. È una componente
si tratta solo di una piccola sezione, The Echolyn family. e All This Time We’re Given sono pezzi di importante per la nostra musica.
come una strofa di una canzone o una Da sinistra in senso Brett su cui ho dato il mio contributo. BK: Jacque aveva doppiato alcune mie
parte introduttiva, su cui lavoriamo orario: Tom Hyatt, Ma, come dicevo, poi ogni composi- linee vocali su Speaking In Lampblack,
Chris Buzby, Brett
Kull, Paul Ramsey, zione viene completata con l’aiuto di The Cardinal And I, Island e Locust To
Ray Weston. tutti. E ogni canzone è composta in Bethlehem. Però effettivamente è la pri-
maniera differente, il che garantisce ma volta che canta come solista in un
ECHOLYN BY ECHOLYN
LA DISCOGRAFIA ECHOLYN (1991)
DEL GRUPPO CB: Comporre tutti insieme un
BRETT KULL
mettersi al passo con gli altri
ragazzi.
1
RW: Quasi inascoltabile.
22
Fuori dal
fienile.
Gli Echolyn
all’epoca del
loro primo
album,
nel 1991.
2
SUFFOCATING …AND EVERY 3
THE BLOOM BLOSSOM
(1992) (1993)
CB: Un’esplosione di creatività primaver-
CB: L’album che ci ha permesso di sbocciare ile e anche un modo per capire come sono state composte
e diventare una vera band, ovvero la somma la maggior parte delle nostre canzoni.
di cinque diverse componenti. TH: Dopo l’impresa di realizzare un disco complesso come
TH: Uno dei nostri momenti più belli in- il precedente, abbiamo deciso di rilassarci un po’.
sieme, guardavamo al futuro con un otti- BK: Uno dei miei album preferiti tra quelli che abbiamo
mismo incrollabile. pubblicato. Originale e ben realizzato. Qualche anno fa,
BK: Diventammo una grande live band e iniziammo a suonare anche al quando l’ho remixato, sono rimasto colpito dalla qualità
di fuori della nostra area, facendo sempre il tutto esaurito. Ci rendem- della registrazione. Probabilmente era il momento in cui
mo conto per la prima volta che c’era un pubblico anche per noi, là fuori. la band aveva dentro di sé più energia e positività.
RW: Già va un po’ meglio. RW: La quiete dopo la tempesta.
echolyn
album degli Echolyn. Per Carried Home da insegnante che portavo avanti da
stavo cercando qualcosa che potes- ben 18 anni per iniziare una nuova
se creare un’atmosfera particolare e vita in un nuovo Stato, confrontando-
spezzare in due il brano. Jacque è arri- mi con una nuova realtà. Ero nervoso,
vata e ha improvvisato quei vocalizzi. insicuro su quello che mi attendeva,
È stata una cosa magica, mi è venuta ed ero preoccupato di non stare facen-
la pelle d’oca. Mi piacciono molto an- do la scelta giusta. Invece fortunata-
che i suoi interventi durante Empyrean mente si è rivelata una scelta azzec-
Views, nel ritornello. Le nostre voci si cata: la nuova scuola è fantastica, gli
fondono molto bene insieme; è vera- In alto: gli Echolyn L’inizio dell’album è da brividi. Mi studenti e i colleghi meravigliosi, e vi-
in studio durante ha colpito molto la frase “The ava- vere in un altro Stato è molto più rilas-
mente molto brava, sono contento
le registrazioni
che hai apprezzato il suo contributo. di I HEARD YOU lanche took me by surprise” (la va- sante e divertente, dato che mi sono
CB: È esattamente così, ogni lavoro ci LISTENING. langa mi ha colto di sorpresa) con avvicinato sensibilmente al mare.
dà la possibilità di provare qualcosa Sopra: il batterista cui parte Messenger Of All’s Right. Inoltre, il programma di studi è stato
di nuovo. A volte abbiamo aggiunto Paul Ramsey. È una frase che parla di ognuno di completamente deciso da me, quindi
i fiati o gli archi, altre volte delle per- noi… quali eventi imprevisti, quali sarò io a prendermi la responsabilità
cussioni (timpani, vibrafoni e via di- valanghe avete dovuto fronteggia- della sua realizzazione: è molto stimo-
cendo). Pensiamo sempre in grande, re nella vostra vita e come le avete lante. Questo per dire che ci possono
cercando di andare oltre alla line up superate? essere anche valanghe positive (ride).
del gruppo per concretizzare le nostre PR: Adoro quella frase… quando la TH: Per me ogni giorno ha la sua va-
idee. Questa volta siamo essenzial- sento mi viene voglia di correre (ride). langa da fronteggiare: il lavoro, i pro-
mente noi cinque, ma la voce femmi- CB: Ognuno ha la sua valanga perso- blemi personali, il rapporto con un
nile ci ha aiutato a rendere più intensi nale. Per me, la valanga più recente è amico in difficoltà, la propria salute.
alcuni passaggi. arrivata quando ho lasciato il lavoro BK: Le mie valanghe? Due matrimo-
AS THE
WORLD (1995)
WHEN THE SWEET
TURNS SOUR (1996)
5
CB: Con questo ci siamo spinti dove CB: La fine di un’epoca, purtroppo; stavamo semplicemente svuo-
non avevamo mai osato prima. tando gli archivi.
C’è poco da dire, è stato il nostro TH: Ricordo ancora mentre registravo quello che sapevo sarebbe
grande momento. stato il mio ultimo pezzo con gli Echolyn e avevo in testa un turbine di
TH: Ho imparato molto dalle ses- emozioni. Ero molto arrabbiato per come erano andate le cose con la
sioni di registrazione: ora cerco di scrivere delle linee di basso Sony e mi sentivo colpevole di non aver dato
che poi sarò effettivamente in grado di suonare senza prob- tutto quello che avrei potuto.
lemi. BK: Non si tratta di un vero album, oggi non
BK: Per noi è stato un periodo caratterizzato da grandi alti e pubblicheremmo mai della roba del genere.
grandi bassi. La cosa più avvilente è stata vedere come la casa L’unico obiettivo era di racimolare un po’ di
discografica fosse riuscita a dissipare tutto ciò che avevamo soldi per saldare tutti i debiti che avevamo
costruito tra il 1989 e il 1993 in termini di comunicazione e rap- accumulato durante la realizzazione di AS
porto con il nostro pubblico. THE WORLD.
4
RW: Troppo asettico, è l’inizio della fine. RW: Decisamente un album poco attraente.
24
Chris Buzby
alle prese con le resto l’oscurità non è una cosa di cui
parti di tastiera. sento la mancanza.
25
LUCA FIACCAVENTO
Ray Weston, Roma 9 settembre 2005.
26
echolyn
ascoltando la musica degli anni ’70 e
personalmente ero stufo dei parrucco-
ni, della Yamaha DX7 e di tutte quel-
«OGNI VOLTA
le cose che avevano caratterizzato la
musica pop degli anni ’80. Per carità,
CERCHIAMO DI
c’erano anche tante altre cose interes-
santi in quel periodo, ma quando hai
RENDERE PIÙ
vent’anni, come noi all’epoca, vorresti
solo riuscire a creare qualcosa di nuo-
AMPIO E
vo e di originale. E quello che accad-
de all’inizio degli anni ’90 fu proprio
SOSTANZIOSO
questo. Ricordo che ascoltavo Nirva- LO SPETTRO
na, Alice in Chains, Jeff Buckley e pen-
savo: “finalmente posso identificarmi DELLE ARMONIE
con questa musica”. Non sono mai
entrato in sintonia con i pantaloni in VOCALI. È UNA
spandex o i capelli cotonati. Posso dire
con orgoglio che la mia generazione è COMPONENTE
stata quella che da sola ha riportato in
auge nella musica pop i bei suoni di IMPORTANTE
chitarra, l’organo Hammond, il Mello-
tron, il Chamberlin, i vibrafoni, i vio-
PER LA NOSTRA
lini veri e non campionati, la batteria
acustica… ancora oggi quando sento
MUSICA»
quei suoni di rullante campionati con TOM HYATT
un sacco di riverbero sopra mi vengo-
no i brividi…
RW: Negli anni ’70 ascoltavo Black
Sabbath, Kiss, Chicago, Crack The Sky, voce di tutti coloro che avevano co-
Bread, Glen Cambell e naturalmente i struito la cultura americana del ven-
Thin Lizzy. I miei genitori ascoltavano tesimo secolo. A nessuno sembrava
Nat King Cole, The Mills Brothers & importare di queste persone, a parte
Hee Haw. Non avevo idea di chi fos- le loro famiglie. Le canzoni contenute
sero gli Yes o i Gentle Giant. In ogni in COWBOY POEMS FREE rappresen-
caso, quando ascoltammo gli Alice in tano la voce dei dimenticati, di tutte
Chains per la prima volta, credo che ci Il bassista vostra musica ha iniziato ad acco- quelle persone che invece era giusto
siamo tutti bagnati i pantaloni. Che Tom Hyatt è entrato gliere elementi folk, blues e anche ricordare.
a far parte degli
band spettacolare. Mi ricordo quan- Echolyn durante
country rock; in pratica quello che RW: Quello che ha detto Brett è corret-
do ascoltammo per la prima volta le registrazioni oggi viene racchiuso nel genere to. A un certo punto è come se avessi-
Spoonman dei Soundgarden: stavamo del primo omonimo che si chiama “americana”. Que- mo avuto la possibilità di depurarci,
andando in studio a registrare As The album del 1991. ste componenti erano presenti fin di schiarirci le idee. Il materiale rea-
World. Brett disse una cosa tipo: “sia- dall’inizio in voi o vi siete avvicinati lizzato con Still e Always Almost, ma
mo fottuti” (ride). a questo genere musicale solo dopo anche il lavoro che Brett e Paul hanno
aver pubblicato AS THE WORLD? fatto con i Grey Eye Glances ci ha si-
Però non si può negare che a par- PR: Direi che si è trattata di una evolu- curamente aiutato a rendere il nostro
tire da COWBOY POEMS FREE la zione abbastanza naturale… modo di comporre più naturale. Ora
BK: Siamo semplicemente cresciuti anche la scelta dei suoni è diversa: se
come compositori. Dopo lo sciogli- in un pezzo ci sta bene un banjo, allo-
10
mento degli Echolyn, io e Paul siamo ra utilizziamo un banjo.
I HEARD YOU entrati a far parte di un ottimo gruppo, CB: Credo che le caratteristiche del
Grey Eye Glances. Con loro abbiamo genere “americana” abbiano influen-
LISTENING (2015)
CB: Il punto di arrivo di un viaggio lungo e breve al tem-
imparato che si potevano scrivere del-
le canzoni più semplici ma che aveva-
zato più che altro i nostri testi. Io
personalmente ho modificato com-
pletamente il mio set up di tastiere:
no più impatto. Abbiamo capito che a
po stesso. Un album delicato e potente, spigoloso, pro- volte, musicalmente parlando, meno ho comprato un Wurlitzer, ho iniziato
fondo, onesto. Non avevamo mai creato niente di simile fai e meglio è. A mio avviso sia AS a suonare il mio Hammond XK-2 con
in precedenza. THE WORLD che molti dei brani su cui un vero Leslie… e ho dato molto più
TH: L’ascolto richiede tempo, ma ne vale la pena. I con- stavamo lavorando prima di scioglier- spazio al pianoforte acustico, che poi
tenuti dei testi sono molto personali, Ray e Brett si sono ci erano un po’ al limite. Ci stavamo è lo strumento con cui compongo il
messi letteralmente a nudo; è impossibile non provare complicando troppo la vita da soli e, 99% delle mie canzoni. In quel mo-
una forma di empatia. dal mio punto di vista, stavamo per- mento mi è sembrato giusto cambiare
BK: Prendi THE END IS BEAU- dendo di vista la musica. Troppe note, la mia tavolozza sonora.
TIFUL e fondilo con il successivo troppe sovraincisioni, troppi cambi
ECHOLYN: il risultato è un misto di tempo: mi sembrava d’impazzire. Siete uno dei pochi gruppi a esservi
di forza e raffinatezza che trae COWBOY POEMS FREE, un po’ come affidati fin da subito all’autoprodu-
ispirazione dalla vita reale. il nostro primo album, ha rappresen- zione. Quali sono i pro e i contro di
RW: Siamo arrivati dove voleva- tato il primo passo verso una dimen- questa scelta?
mo arrivare. sione nuova. Invece che parlare solo TH: È una domanda difficile. Malgra-
di noi stessi, volevamo diventare la do cerchiamo sempre di dividerci i
27
echolyn
«OGNUNO PORTA I SUOI RW: Abbiamo libertà totale, anche se riere. E soprattutto, a patto di avere il
“SCHELETRI DI CANZONI”. effettivamente molto del lavoro poi
pesa sulle spalle di Brett…
tempo di provare insieme e poter pro-
porre degli spettacoli degni del nostro
È PROPRIO LÌ CHE STA IL BK: …ma in questo modo abbiamo
il controllo della nostra arte. Quando
nome.
BELLO: PRENDERE qualcun altro è coinvolto, si finisce Per realizzare I HEARD YOU LISTE-
NING avete provato tutte le setti-
QUALCHE ACCORDO O sempre per creare un po’ di confusio-
ne. Comunque a me in linea di mas- mane, una volta a settimana, per
E PER TUTTO QUELLO CHE da sovrapposizioni di accordi minori per E) Evil in The Machine
Mariolina Sala
Secondo voi, chi ha una certa volte perché io l’avevo scritta in un altro
familiarità con la vostra produzione modo”… però ha capito che sono passati
degli anni Settanta, ascoltandovi quarant’anni ed è diventata un’altra cosa.
adesso sarebbe in grado di Più avanti, comunque, gli porteremo il Cd
riconoscervi? completo.
G.C.: In realtà, quando abbiamo fatto il
primo disco, questo è stato il nostro più C’è un’idea unitaria dietro questo
grande punto interrogativo. A me preme- disco? In copertina ci sono tre
va, ma anche ai miei compagni di avven- immagini.
tura, di mantenere alte le aspettative per M.G.: Le immagini sono ispirate da Vivi Giuseppe Cossa
i fan del vecchio Biglietto. Eravamo un po’ Lotta Pensa, il pezzo che dà il titolo al disco.
preoccupati, dato che questa operazione Abbiamo chiesto a un nostro amico di Lec- Vecchio e nuovo Questa scelta si ripercuote anche
Biglietto. Sopra:
proponeva uno spostamento molto deciso co di rappresentare graficamente queste Mariolina Sala.
sul tipo di strumentazione utilizzata?
verso la parte “tradizionale” della musica. tre situazioni ed è venuto fuori un lavoro Sotto: Mauro G.C.: No, il cambiamento riguarda solo la
In realtà abbiamo constatato che la stra- incredibile, che ci è piaciuto tantissimo. Tra Gnecchi. A destra: dicitura. Il Folk era stato inserito per sot-
grande maggioranza delle persone che l’altro, è un trittico che è stato studiato ap- Giuseppe Cossa. tolineare la scelta che avevamo fatto di
hanno ascoltato il nostro primo disco sono positamente per il vinile, in uscita in questi sostituire tutta la musica elettronica con
rimaste impressionate da questa operazio- giorni. gli strumenti della musica popolare o della
ne: non volevamo fare la solita raccolta di tradizione. Però, una volta che questo nuo-
cover che molti vecchi gruppi hanno deci- Un gradito ritorno al lato artistico vo approccio si è assestato ed è diventato
so di produrre, riproponendosi dopo tanti delle copertine, quindi… parte integrante del progetto, abbiamo de-
anni. Del resto noi non siamo più quelli di M.G.: Sì, del resto era una caratteristica ti- ciso che non fosse più il caso di evidenziarlo
prima: dopo il Biglietto abbiamo fatto un pica dei dischi Prog degli anni ’70. Queste nel nome del gruppo.
sacco di altre esperienze e abbiamo scelto cose colorate, disegnate tipo fumetto, che M.G.: Siamo molto contenti di questo nuo-
nella nuova formazione di avere musicisti si aprono… Il primo omonimo
provenienti da realtà totalmente diverse, album del Biglietto
per l’Inferno viene
che ci servivano per dare vita a un progetto Come mai per questo nuovo
pubblicato nel 1974
che fosse innovativo. Abbiamo coinvolto, album avete ripreso la vecchia sigla su etichetta Trident.
ad esempio, una cantante che viene dal Biglietto per l’Inferno, abbandonando
musical, dal jazz e dal teatro, un bassista l’appendice Folk?
che fa free jazz, un chitarrista rock… il tut- M.G.: Innanzitutto va detto che
to unito alle nostre esperienze. Abbiamo sono passati più di cinque anni dal
shakerato un po’ tutto e questo è il risul- lavoro precedente: in questo lasso di
tato [ride]. tempo il gruppo è cresciuto anche
a livello musicale, e gli arran-
Fra Claudio, ovvero Claudio Canali, giamenti dei brani si sono
ha partecipato al nuovo album? spostati più sul versante
G.C.: No, aveva partecipato al primo, TRA rock. Per questo motivo ab-
L’ASSURDO E LA RAGIONE, dove aveva biamo deciso di eliminare
ricoperto il ruolo di frate Isaia in Confessione. l’etichetta “folk”. Del re-
M.G.: Per questo secondo album ci ha dato sto il “nuovo” Biglietto
la benedizione e basta [ride]. Non vogliamo ormai è abbastanza
disturbarlo più di tanto, anche il priore ci conosciuto, le per-
ha fatto capire che è meglio che lo lasciamo sone sanno che
tranquillo… il progetto è
questo qui,
Ma lui ha apprezzato il disco? con la parte
M.G.: Sì, gli abbiamo fatto sentire l’inedito, acustica e la
Narciso e bocca d’oro, che era una sua crea- parte elettrica,
zione. Lui ci ha pensato un attimo, come e una cantan-
dire, “la devo riascoltare ancora due o tre te femminile.
36
biglietto per l’inferno
Quando vi è venuta l’idea di Come vanno i concerti con la nuova
inserire in organico una cantante e formazione?
non un cantante? M.G.: Una grandissima soddisfazione. La
M.G.: Abbiamo montato quattro o cinque tensione c’è, come per qualsiasi altra cosa,
pezzi e cominciato a inserire la chitarra e l’emozione pure. Devi tremare un po’ all’i-
elettrica ma poi siamo arrivati a dire: “Qua nizio e poi devi darci dentro completamen-
senza i testi non andiamo avanti”. La musi- te, con tutto quello che hai.
ca del Biglietto ha bisogno anche della forza M.S.: Onestamente, il novanta percento
dei testi scritti da Claudio Canali negli anni delle volte il nostro pubblico è così, con
Settanta. Fortunatamente conoscevo Ma- l’orecchio teso. Spesso capita la vecchia
riolina Sala, l’avevo vista suonare e così le guardia che viene a dire: “Dai, vediamo un
ho inviato il testo de Il nevare chiedendole di po’ cosa fanno questi qui”, e arrivano con
interpretarla a proprio piacimento. La sua la puzza sotto il naso andandosene poi via
è stata un’interpretazione da brividi e così col Cd, per cui è una grande soddisfazione.
le abbiamo detto: “Questo è quello che ci
Mauro Gnecchi
serve, fai parte del Biglietto!”. L’ultima volta durante i concerti
aprivi una valigia e recitavi parecchio
po’
vo lavoro perché è stato realizzato con lo durante le parti strumentali; come la
spirito giusto. Rifare le cose come agli esor-
iz io er o u n porti avanti questa cosa?
di non ha assolutamente senso. Noi non
«All’in i a ve vano
M.S.: Il termine “portare avanti” mi piace,
siamo più quelle persone lì, siamo andati
a ta , m significa che è in atto una trasformazione.
avanti. Quarant’anni di musica ti cambia-
spavent r o gre ssivo
L’idea è un po’ come se Il Biglietto fosse
c k P
detto Ro
no, cambiano la tua prospettiva. La gente uscito da quella valigia. Il viaggio è parti-
nsato
deve capire che adesso il Biglietto è questo to, la valigia è arrivata a destinazione, e
e avevo pe M. Sala
qua, non quello degli anni Settanta. Se ci noi siamo usciti dalla valigia. Non a caso
sono dei nostalgici, mi dispiace per loro, uno dei tre quadri presenti nella copertina
io”»
“oh santo D
che ascoltino i dischi vecchi. La vera sfida dell’album rappresenta una donna che cer-
sarà il prossimo Cd, perché sarà tutto d’i- ca di uscire dal disco. Ora la donna è usci-
nediti. ta. Credo, ripeto, che questa musica possa
essere affrontata anche da una donna, da
Anche su VIVI LOTTA PENSA, però, c’è una voce femminile, da una sensibilità fem-
un brano inedito… Mariolina, cosa si prova a minile che può, in certe sfumature, anche
G.C.: Vero, si tratta di Narciso e bocca d’oro, L’attuale Biglietto interpretare una parte già scritta, essere diversa da quella di un uomo.
che Claudio Canali aveva composto dopo per l’Inferno. già conosciuta dal pubblico, ma al M.G.: Non potevamo rinunciare alla parte
lo scioglimento del gruppo, nel 1977. Da sinistra: femminile? teatrale. I concerti dell’epoca erano qualco-
Mariolina Sala,
Era stato pensato per due chitarre e due Giuseppe “Pilly” M.S.: Onestamente io nasco come inter- sa di molto eterogeneo e variegato: Claudio
voci; noi invece l’abbiamo arrangiato in Cossa, Raniero prete e quindi il fatto di dover interpretare si vestiva col principe di Galles, però indos-
maniera molto acustica, come “Ragno”Fumagalli, materiali scritti da altri per me rappresenta sando le scarpe da tennis, e cominciava a
se fosse una ballata, ag- Mauro Gnecchi, la normalità. In questo caso la novità sta fare il matto; Baffo si metteva una calzama-
Enrico Fragnoni,
giungendo anche un po’ Renata Tomasella, nel fatto di aver potuto conoscere non solo glia nera, mantello rosso, capelli cotonati;
di fisarmonica e qual- Carlo Redi l’autore dei testi, ma anche gli autori delle Fausto Branchini invece aveva il saio da
che flauto. e Pier Panzieri. musiche, chi aveva concepito l’idea iniziale. frate. Non era certo poca roba! Peccato che
Tutto questo indubbiamente rappresenta non ci siano filmati di quel periodo, l’unico
un aiuto in più per chi, come me, deve che c’era era stato registrato dalla tv sviz-
poi interpretare. Abbiamo scelto zera, ma gli archivi svizzeri ogni vent’anni
di non girare al femminile alcu- ripuliscono tutto e quindi è scomparso an-
ni testi, molte parti sono rimaste che quello.
al maschile, ma credo che il lin-
guaggio della musica, come il Prima parlavate del prossimo disco.
linguaggio dell’arte, non ab- Cosa avete in mente?
bia sesso. M.G.: Non lo sappiamo. Per adesso ci go-
diamo questo lavoro, lo promuoviamo e poi
Sul precedente si vedrà.
c’era Il tempo della G.C.: Io ho un’idea che ho già comunica-
semina, in cui la to agli altri: ho dei testi di un’autrice che si
linea melodica occupa di disagio mentale e volevo prova-
era tua. re a sperimentare in questa direzione, mi
M.S.: Sì. Quella è sembrava una cosa interessante. Noi però
stata la prima vol- abbiamo dei tempi molto lunghi, perché
ta che ho scritto l’idea del gruppo è quella di lavorare insie-
qualcosa di nuovo me. Siamo convinti che una produzione che
per il gruppo. Pri- è il risultato del contributo di ogni singolo
ma e non ultima, componente possa essere decisamente più
perché sul nuovo originale.
album c’è Narciso e
bocca d’oro sulla qua-
le mi hanno dato il VIVI LOTTA PENSA è disponibile su BTF/
permesso di inter- Vinyl Magic. Info: www.bigliettoperlinferno.
venire. com
37
Gli uomini di Dio,
da sinistra:
Steve Roberts,
Darran Charles,
Dan Nelson.
Nel suo nuovo album Poi ho visto che Steve aveva un loro album e li ho riscoperti da capo. L’album
era MESMERIZE, che è diventato uno dei miei dischi preferiti degli ultimi die-
EMERGENCE, il grup- ci anni. C’è stato un momento, circa sei mesi fa, in cui non ascoltavo altro,
po prog del Galles del mi hanno influenzato moltissimo. Il tipo di parti di chitarra che scrive Daron
sud, Godsticks, ha Malakian sono beatlesiane per il mondo metal, fischiettabili, memorabili”. Ma,
come ci fa notare Charles, i Godsticks hanno anche la reputazione di essere
distillato il suo suono, una band tecnica. Non è certamente un obiettivo cosciente, né desiderabile:
forte e inebriante, da un “È facile inventarsi delle cose in tempi complessi perché nella maggior parte
dei casi basta strimpellare dietro a un metronomo, e spesso ci casco anche
crogiolo di influenze io! Se qualcuno fa caso alla metrica che ho usato in un pezzo ho fallito come
che comprendono jazz- compositore. Non credo che a un ascoltatore interessi tecnicamente come si
sviluppa un brano, o almeno non dovrebbe. È molto più difficile trovare delle
fusion, nu metal e… Rufus Wainwright. linee melodiche memorabili che comporre utilizzando dei tempi dispari”. C’è
Prog Italia è media partner del concerto voluto molto tempo prima che il gruppo arrivasse a questo livello, quindi non
romano del 6 novembre (Planet Live Club), c’è da meravigliarsi che da parte loro sia visto come un grosso risultato. Han-
no perso uno dei membri fondatori in circostanze tragiche ancora prima di
che vede il trio di supporto a Tony MacAl- debuttare. “Il nostro batterista era un mio compagno di scuola che conoscevo
pine. Darran Charles (chitarrista, cantan- da molto, molto tempo. Era ridotto proprio male per motivi personali ed è
morto qualche anno dopo”… aggiungendo con un tocco di umorismo nero…
te, frontman) ci svela qualcosa del trio… “forse abbiamo cambiato qualcosa come 12 batteristi, ma non tutti sono mor-
ti in modo melodrammatico”. A un certo punto è arrivato Steve Roberts alla
C
Testo: Alex Lynham batteria e ci è rimasto fino a oggi. Invece, il bassista Jason Marsh ha lasciato il
gruppo prima di SPIRAL VENDETTA. “Ammiro molto che mi abbia semplice-
mente detto che non aveva più voglia di proseguire, così siamo rimasti amici.
redo che qualsiasi etichetta ti venga affibbiata possa giova- Non ci ha fatto perdere tempo rimanendo a malincuore e facendo le cose a
re, almeno per quanto riguarda il marketing, ma in un certo metà”. Vedere su YouTube il giovane Dan Nelson che suonava un pezzo dei
senso la cosa ci si è rivolta contro, dato che abbiamo tante Godsticks ha colpito moltissimo i due componenti rimasti, al punto da spin-
etichette diverse. Ci hanno definito come una rock band, un gerli a chiedergli se volesse unirsi a loro. “Siamo rimasti colpiti da ‘come’
gruppo prog, un gruppo molto tecnico. Sembra che non ap- aveva suonato il pezzo, non tanto per il fatto che era riuscito a suonarlo.
parteniamo a nessun genere preciso”. Esaminando le influen- Aveva 17 anni all’epoca, la differenza di età tra noi era enorme, ma siamo ri-
ze di Charles, non è difficile capire come questo non potesse non essere un usciti ugualmente a corromperlo!”. Anche quando tutto procede bene, il loro
problema per i Godsticks. A cominciare dagli ascolti a base di Deep Purple, stile compositivo è estenuante visto dall’esterno, dato che tutto viene fatto
Rainbow e Black Sabbath nella macchina del padre, fino al giorno d’oggi, con i “nel modo più complicato possibile” e gli album sono il frutto di un lungo e
suoi gusti musicali che arrivano a toccare anche Rufus il quale ha avuto un’in- doloroso processo collaborativo. “Io tiro fuori qualche idea, solitamente un
fluenza enorme su di lui, tanto che è diventato suo fan in modo “ossessivo”. I riff di chitarra, e poi cerco di fare qualcosa con una drum machine. La cosa
Godsticks però provengono da esperienze differenti. Formatisi attorno al 2008 non funziona mai come dovrebbe e così mi tocca andare da Steve e dirgli: ‘io
per eseguire cover di Frank Zappa e Steve Vai, si sono poi spostati verso la ho questa cosa qui, tu cosa proponi?’. Steve è un genio nel riuscire a con-
produzione di materiale originale, SPIRAL VENDETTA, il loro primo album, è testualizzare anche le cose più bizzarre. Rende le cose bizzarre più semplici.
il manifesto del loro stile tecnico e quasi jazz-fusion. “Credo che Jason (Marsh, Mi dà la parte di batteria, la inserisco nel computer, metto tutto insieme e a
ex bassista del gruppo) e Steve (Roberts, batterista) abbiano forti influenze quel punto spesso parto per la tangente e finisco per modificare le sue parti,
jazz nel loro modo di suonare, in particolare Steve. Mi hanno fatto conoscere tagliuzzando qua e là finché non mi blocco di nuovo. A quel punto lo chiamo
un sacco di roba jazz. Ho ascoltato e studiato jazz giù a Londra per un po’ di di nuovo e gli dico: ‘Mi serve un’altra parte di batteria!’”. Il gruppo descri-
tempo. Mi piace molto ascoltarlo dal vivo ma in macchina no, diventa un po’ ve la musica di EMERGENCE come assemblata meticolosamente, in modo
noioso ad essere onesti”. Charles descrive il nuovo album EMERGENCE come da essere perfettamente coerente sia musicalmente che a livello tematico,
È molto
la prova che i Godsticks si stiano mentre i testi nascono a parte. “C’è un approccio differente, sono piuttosto
trovando sempre più a loro agio in terza persona che personali. A essere sinceri non ho più
come “fautori di un heavy prog”, delle opinioni certe su molte cose, a questo punto. Sono più
realizzando un disco di cui van- un osservatore. Preferisco scrivere dal punto di vista di altre
memorabili
pienamente le nostre aspettative. Abbiamo otte- perché fa musica. “Se lo
nuto quello che volevamo al 100%”. Con un sapessi probabilmente
sound decisamente più duro, EMERGENCE è smetterei di farla”. De-
molto diretto e muscolare, va decisamente in scrive la musica come “la cosa più vici-
che comporre
una direzione diversa dai precedenti. È na che ho alla religione, probabilmente.
riconoscibile ma al contempo rappre- Se c’è qualche barlume di positività di
utilizzando dei
tempi
senta un nuovo punto di arrivo per il tanto in tanto, si crea una specie di dipendenza e così devi
gruppo. “Suonando il materiale dell’ul- continuare sempre a cercarla. A volte
timo lavoro dal vivo ci siamo accorti mentre registriamo qualche cosa ti ar-
che i pezzi che ci piacevano di più era- riva una vibrazione e pensi ‘Dio, que-
no quelli più duri”. Cita artisti “genuini” sto pezzo è fantastico!’”.
come Devin Townsend o i più metallari
System of A Down come catalizzatori I Godsticks saranno in tour da ottobre con Tony
per il rinnovato interesse in un genere, MacAlpine. Emergence è un’autoproduzione. Info:
il metal, che si credeva fosse diventato www.godsticks.co.uk – subito dopo questa intervista
dispari
ormai di maniera. “Mi ero convinto che c’è stata la separazione dal batterista Steve
i System of A Down fossero solo dei cloni dei Korn. Roberts. La band è alla ricerca del sostituto.
39
Prendi un trio di “progghettari”, aggiungi tanta voglia di divertimento e condisci
il tutto con una strana canzone sulle previsioni meteorologiche legate alla “carne”.
Il risultato è TRES CABALLEROS, l’originale e meraviglioso terzo album degli
Aristocrats. Preparatevi ad assorbire un po’ di contagiosa sregolatezza. Guthrie
Govan, Bryan Beller e Marco Minnemann saranno dal vivo in Italia a febbraio (per
ora annunciata la data di Roma del 18).
Testo: Dom Lawson
l Kentucky Meat Shower è un avvenimento sto- “pioggia carnosa” del XIX secolo. E non c’era mai nea. Beller racconta: “È strano quello che dici, per-
rico, un evento che si verificò realmente in stato un gruppo – in particolare uno formato da tre ché fin dall’inizio eravamo fermamente contrari a
un piccolo paese del Kentucky nel 1876. Pra- acclarati virtuosi dei rispettivi strumenti – così di- diventare uno di quei gruppi. Di sicuro non voleva-
ticamente si mise a piovere carne e nessuno chiaratamente gioioso ed esilarante come gli Ari- mo chiamarci Govan-Beller-Minnemann e creare
è riuscito mai a spiegare il perché. La scienza stocrats. Il nome deriva da una barzelletta di una dei pezzi strutturati in modo da permettere a cia-
moderna ha elaborato una teoria secondo cui uno volgarità pazzesca raccontata tra comici (e se non scuno di noi di suonare degli assoli interminabili.
stormo di avvoltoi fece a pezzi un cavallo che, con avete mai visto l’omonimo film/documentario di Abbiamo deciso tutti e tre insieme che era necessa-
ogni probabilità, era un tantino, diciamo, andato a Paul Provenza con Robin Williams, Whoopi rio formare un vero gruppo, scrivere canzoni che
male. Così dopo aver banchettato un po’ col cavallo Goldberg, Chris Rock, Jon Stewart, Eric Idle dei avessero motivo di esistere e cercare di creare un
morto ripresero il volo e, una volta accortisi di non Monty Phython, Larry Storch, v’invitiamo a farlo al sound che fosse immediatamente identificabile
aver mangiato una prelibatezza, cominciarono a più presto); il gruppo, invece, è una collaborazione come Aristocrats e non come una collaborazione
disfarsene sopra l’ignara cittadella. È un titolo an- tra il chitarrista inglese Guthrie Govan (al quale va tra virtuosi. Non che ci sia niente di male nel fare
che troppo descrittivo. Sentivo che questa storia attribuita la spiegazione del titolo The Kentucky Meat una cosa simile, e alcuni progetti di quel genere
meritava una canzone tutta sua”. La musica stru- Shower, uno dei nuovi pezzi del gruppo), il bassista non mi dispiacciono affatto, ma non è quello che
mentale è curiosa. Per ogni pregevole composizio- statunitense Bryan Beller e il batterista tedesco volevamo fare noi”. In forte antitesi con progetti si-
ne che non prevede la voce, ci sono mille esempi di Marco Minnemann. Sulla carta, almeno, sembre- mili, gli Aristocrats si qualificano come un vero
vanità virtuosistiche fini a se stesse e prive di melo- rebbe essere un altro di quegli interminabili dischi gruppo, concentrato a creare vere e proprie canzo-
dia. In ogni caso, fino a oggi nessuno aveva voluto tanto in voga nel mondo del prog, uno di quelli rea- ni. Il loro nuovo album, TRES CABALLEROS, riba-
dedicare un brano, strumentale o meno, a una lizzati da tre tizi talentuosi in maniera estempora- disce tutto ciò con il solito sorriso irriverente stam-
40
Da sinistra
Guthrie Govan,
Marco Minnemann
e Bryan Beller.
pato sulla faccia. Questi tre musicisti tentacolari mann: “Siamo molto amichevoli con il pubblico in
mostrano un grande affiatamento e altrettanta bra- sala e durante un nostro concerto può succedere «Non so se si possa
vura, dieci composizioni che vanno dal bluegrass qualsiasi cosa. L’intesa che c’è tra noi ci spinge a categorizzare
metal al cardiopalma alla jazz fusion più sballata, prenderci in giro per i titoli delle canzoni o a raccon-
spesso all’interno dello stesso pezzo, concedendosi tare barzellette sul palco, non c’è niente di pianifi-
quello che
raramente il tempo di tirare il fiato. Il terzo album cato a tavolino, è solo divertimento. Siamo così a facciamo.
che il trio realizza dopo aver suonato insieme per nostro agio che non riusciamo a prenderci troppo È troppo sciocco
scherzo al NAMM di Los Angeles, nel gennaio del sul serio. Desideriamo che tra noi ci sia quel livello
2011, è innegabilmente progressive ma al tempo di comunicatività e quel tipo di scambio di energia”. per essere prog.
stesso così distante dalla mera messa in mostra del- Ribadisce Govan: “Ai nostri concerti mi sembra che Non è jazz perché
le singole capacità strumentali da sembrare quasi ci sia sempre un pubblico molto vario, per fortuna.
punk. Il risultato è che mentre le loro collaborazioni Ovviamente c’è gente che si concentra solo su uno è troppo rumoroso
con personaggi del calibro di Steven Wilson e Mike strumento, portando taccuini e binocoli per esami- e nemmeno rock
Keneally li ha resi simpatici ai prog fan, la pura esu- nare tutto, ma c’è anche tanta gente che viene solo
beranza e determinazione delle loro composizioni per divertirsi. È come dire: ‘Ehi, questi tizi sembrano
perché troppo
gli permettono di raggiungere un pubblico ben più divertirsi a suonare insieme, andiamo ad assorbire strano.
vasto. Certo, ad aumentare la loro notorietà aiuta un po’ di questa contagiosa sregolatezza’. Non so se
anche il fatto che i loro concerti si trasformino spes- si possa catalogare quello che facciamo. È troppo
È quello che è…»
so in delle vere e proprie feste. Fa notare Minne- sciocco per essere prog. Non è jazz perché è troppo Guthrie Govan
Tres caballeros:
con il cappello in
caso di improvvisa
pioggia di carne.
rumoroso e nemmeno rock… perché troppo strano. (ride)! A Marco invece sembrava divertente. Alla musicale per bilanciare la goliardia e la voglia di
È quello che è”. fine la parte con le voci è stata inserita sul disco, mettersi in mostra, e mettere in discussione tutte
Impossibile non notare quanto ciascun compo- ma per un problema logistico sono stato costretto a le convenzioni del progressive rock. “La cosa che ci
nente sia abile col proprio strumento, ma anche chiamare Brenon Small, leader del gruppo virtuale ha aiutato molto è l’aver fatto un sacco di concerti
la composizione più ardita presente in TRES CA- Dethklok (quando decidono di esibirsi live ci suono in questi anni. Serve molto a rafforzare il legame
BALLEROS è stemperata dal tono dissacratorio con Mike Keneally), e Ben Thomas, voce di Zappa tra noi e ti permette di sentirti più libero in quel-
che percorre tutto il disco. Ancor più che sul de- Plays Zappa, per cantare quella melodia. È una cosa lo che fai”, spiega Govan. “Non stiamo cercando di
butto omonimo del 2011 o sul successivo CULTURE stupida, una presa per il culo in parole povere!”. forzare le cose ma c’è una certa logica nel suonare
CLASH del 2013, l’effervescenza del gruppo fa sì che “Alla fine è venuto fuori un disco pieno di sovrain- sempre più spesso insieme in modo da migliorare la
l’ascolto sia un’esperienza positiva e musicalmente cisioni, una cosa che non avevamo assolutamente coesione tra di noi. Siamo sempre stati attenti all’a-
molto ricca, sebbene insaporita da una spruzzata di previsto, anche stranamente americano”, continua spetto compositivo, in modo che ci sia sempre un
giocosità quasi sconcertante e, ancora più strana- Govan. “L’intero disco è infarcito di diverse sfuma- qualcosa di riconducibile alla forma canzone, e le
mente, dal primo tentativo di inserire la voce su un ture che fanno riferimento ai cowboy, ma non è una note vengono volutamente suonate in quell’ordine.
album degli Aristocrats. Per l’esattezza, nel brano cosa fatta volontariamente. Solo quando abbiamo C’è equilibrio tra la composizione e lo sfogo, credo
ascoltato i demo tutti che quello che senti nei dischi è proprio il bilancia-
insieme abbiamo sco- mento tra i due estremi, dettato dalle esigenze di
«Ovviamente ai nostri concerti perto che questa vena gruppo”. Gli Aristocrats sono la cosa più divertente
c’è gente che si concentra solo su americana era molto che tre uomini adulti possano fare insieme senza
uno strumento, portando taccuini presente nella musica, togliersi i vestiti. È vero che hanno preso il loro
con nostra grande sor- nome da qualche battuta volgare uscita fuori nei
e binocoli per esaminare tutto» presa, direi. Dato che camerini, ma le loro motivazioni rimangono puris-
Guthrie Govan ormai abbiamo suonato sime: al centro di tutto c’è solo la musica, l’amicizia
insieme per diversi anni, e l’idea di divertirsi il più possibile. È prog, è fusion,
penso che possiamo an- è rock’n’roll. Tutto questo, signori e signore, si chia-
Smuggler’s Corridor, che fa pensare un po’ ai western che fare delle cose sceme e prendere dei rischi sen- ma intrattenimento. “Sì, stiamo suonando musica
di Sergio Leone. “È uno di quei casi in cui ho scritto za compromettere il sound del gruppo, e questa è ma il mondo della musica fa parte di quello che
l’intero pezzo pensando a un genere molto specifi- solo una cosa positiva. Ci divertiamo molto a fare solitamente viene definito universo dell’intratteni-
co, tutta la cosa degli “Spaghetti-western”. Ho sen- queste cose un po’ stupide!”. Tutto è iniziato come mento”, conclude Beller. “Se non siamo capaci d’in-
tito la melodia quando mi sono svegliato una mat- una jam occasionale, ma poi c’è stata la necessaria trattenere le persone, allora cosa suoniamo a fare?
tina”, spiega Beller, l’autore del pezzo. “Ho annusato evoluzione, ora i tre musicisti si divertono così tan- Se vogliamo proporre qualcosa che pensiamo pos-
il groove, ho visto tutto nella mia testa e sapevo to con gli Aristocrats che non lo considerano più sa essere divertente e che provochi una reazione nel
esattamente come doveva suonare. Quando ho co- solo un side project. Ora sentono il vento in poppa pubblico, facendolo stare bene, ci devono essere dei
minciato a buttare giù i demo avevamo la sezione e capiscono che ci sono delle grandi opportunità momenti di spettacolo. Per fortuna questo aspetto
solista con l’assolo di chitarra e di basso e i break di per il futuro. Per quanto ciascun componente sia è entrato da solo a far parte del nostro progetto…
batteria. Sapevo che doveva esserci uno stacco con modesto e autoironico, non si può non notare che senza che neanche ce ne accorgessimo”.
delle voci che mormoravano una melodia, ma non sono gli stessi musicisti a essere sorpresi ed eccitati
sapevo cosa ne avrebbero pensato Guthrie e Mar- dal modo in cui l’intesa tra loro continua a funzio- TRES CABALLEROS è disponibile su Boing!. Info:
co. A dire il vero a Guthrie non piacque per niente nare. TRES CABALLEROS ha abbastanza sostanza www.the-aristocrats-band.com
42
l’anima
dei disegnatori
C
tra
Dean che lo rese eternamente indeciso
lasse 1959. Galeotto fu Views di Roger cose dal 1987 , anno in cui inizia
ti amb edue le
illustrazione e fumetto, così porta avan
do tavole e copertine per «ESP» e «LILLA».
a collaborare con «l’Intrepido» realizzan -
ni, come Mondadori, Rizzoli, D’Anna. Colla
Illustra libri per i maggiori editori italia obol li e le 200
rie: suo è il disegno sui franc
bora per le più grandi agenzie pubblicita ,
di nuov e esperienz e lavorative, sogna d’illustrare copertine
lire per Genova ’92. Sempre assetato Giorgio Bind a, Cd tra elettronica e mus ica
o e della notte di
cosa già fatta nel 2005 per Le ore del giorn o.
oran ea. Attualme nte sta lavorando al fumetto Dago e a un progetto american
contemp
43
Fu il classico rapporto di amore/
odio. Frank Zappa e Captain
Beefheart (alias Don Van Vliet)
condividevano un feroce
antagonismo, una contorta ma
eterna amicizia e un
impareggiabile genio musicale.
Nel loro periodo migliore insieme
diedero vita a momenti di pura
magia… ma quei tempi non sono
mai durati troppo a lungo.
44
’
annuncio che Frank Zappa e i erano sempre condite con invettive ai danni mentalmente disturbato… Alice Cooper,
Mothers of Invention sarebbero di Zappa, chiunque lo stesse ascoltando. astro del nascente “shock-rock, e le GTO’s,
andati in tour nell’aprile e mag- La peculiarità del rock blues della Magic band composta da groupies le cui limitate
gio del 1975 – quello che poi Band, psichedelico e strutturato, gli fece capacità vocali fanno sembrare cantanti
sarebbe diventato il BONGO guadagnare popolarità soprattutto in In- liriche le Bananarama, gruppo pop-dance
FURY Tour – addirittura con ghilterra, dove veniva sostenuto senza tre- femminile degli anni ’80. Frequentavano
Captain Beefheart come ospi- gua dal leggendario John Peel, allora tren- questo universo anche Tim Buckley, Lenny
te (voce, sax, armonica), cau- tenne dj della BBC. Alla fine del 1968, Zappa Bruce e Tom Waits. A Zappa piaceva lavora-
sò un bel po’ di fermento. propose al suo amico un contratto con la re con questo tipo di musicisti in modo di-
Per molti, avere sul palco propria etichetta, la Straight, dandogli com- staccato, quasi in stile Andy Warhol. TROUT
questi due giganti freak, pleta libertà di espressione, con il risultato MASK REPLICA fu inizialmente pubblicato
pionieri della scena di Los che TROUT MASK REPLICA fu tra i più per la Bizarre, prima di essere passato alla
Angeles sin dalla metà degli grandi eventi sismici nella storia del rock. È Straight, e per Van Vliet questo fu insoppor-
anni ’60, era un po’ il sogno che difficile immaginare un’altra etichetta che tabile. “Bizarre… ma che cazz…?”, disse al
diventava realtà… anche se Zappa potesse appoggiare un doppio album così giornalista Steve Peacock della rivista ingle-
non era nato in California bensì a Baltimo- anticonvenzionale, in totale 28 brani per se «Sounds» nell’aprile del 1972.
ra, nel Maryland. Don (15 gennaio 1941 78 minuti. Ma il catalogo della Straight – e I primi show dei Mothers of Invention ven-
– 17 dicembre 2010), e Frank (21 dicembre della Bizarre, sua sorella gemella – poteva nero descritti come fuori di testa, infatti il
1940 – 4 dicembre 1993) erano amici fin dai vantare anche l’outsider californiano Larry loro album di debutto del 1966 fu intitolato
tempi della scuola, e nel 1969 Zappa aveva “Wild Man” Fischer (6 novembre 1944 – 16 FREAK OUT!. All’epoca essere “freak” era
prodotto TROUT MASK REPLICA, terza ope- giugno 2011; il suo album AN EVENING un complimento perché significava che eri
ra di Captain Beefheart & His Magic Band WITH WILD MAN FISCHER, registrato nel diverso dalla società così convenzionale
La strana coppia:
dopo SAFE AS MILK (1967) e STRICTLY Frank Zappa
1968, vedeva la presenza dello stesso Zap- e “retta” (da qui “Straight”, nome ironico
PERSONAL (1968), considerato il loro ca- e Captain pa, di alcuni Mothers, di Kim Fowley e del dj dell’etichetta di Zappa… ovvero retta). Ma
polavoro. Nel passato più recente c’era sta- Beefheart. Rodney Bingenheimer), che si diceva fosse la suscettibilità paranoica di Van Vliet andò
to un massiccio travaso di ex Mothers nella
Magic Band – inclusi il batterista/percussio-
nista Art Tripp, il bassista Roy Estrada e il
chitarrista solista Elliot Ingber – quindi il le-
game era molto stretto. Ma se c’erano tanti
motivi per cui sulla carta la cosa avrebbe do-
vuto funzionare… ce n’erano altrettanti per
cui avrebbe potuto naufragare: non a caso
rimase l’unica serie di concerti in comune.
La loro amicizia fu sempre contrassegna-
ta da una lunga storia di affetto e rispetto
reciproco, interrotta da qualche animosità
particolarmente violenta, principalmente
da parte di Van Vliet. Le interviste che aveva
rilasciato nella prima parte degli anni ’70
rei che ha imparato presto a sfruttare queste
caratteristiche per ottenere ciò che voleva”.
I giovani Van Vliet e Zappa s’incontrarono
alla Antilope Valley High School di Lanca-
ster, a nord di Los Angeles, ai margini del
deserto del Mojave, negli anni ’50, e legaro-
no per la comune passione dei dischi blues,
doo-wop e r&b. La loro prima registrazio-
ne, Lost In A Whirlpool (pubblicata nel 1996
sull’album THE LOST EPISODES), imper-
niata sulla storia di un uomo finito nello
sciacquone del WC, è datata 1958, avevano
entrambi 17 anni (25 giorni di differenza
anagrafica tra loro). Quando Zappa nel
1964 aprì lo Studio Z a Cucamonga, i due
erano in una specie di band chiamata The
Soots e registrarono alcuni brani nel tempo
libero, anche se inizialmente Frank dovette
persuadere il suo timido amico a cantare.
Molti osservatori riconoscono in quello l’ini-
ziò della loro rivalità, destinata a continuare
negli anni. Niente di nuovo, ma da parte del
figlio unico Van Vliet si trattava quasi di un
surrogato della mancante rivalità fraterna.
Alcuni dicono che Zappa fosse geloso della
ED CARAEFF/GETTY IMAGES
sco di quelli che amavano ascoltare ai tempi affetto e fraintendimenti. In un certo senso
della scuola. era divertente, ma fu come riconoscere che
Nel 1994 Anton Corbijn realizzò un corto a quel punto nessuno dei due avrebbe avuto
cinematografico in bianco e nero su Van l’ultima parola.
Vliet, Some Yoyo Stuff. Gli amici e i collabora-
tori hanno sempre negato il peggioramento Captain Beefheart – La biografia di Mike
delle sue condizioni di salute, ma questo Barnes è ora disponibile su Music Sales
film ne fu la prova, ufficiale e scioccante. Ltd – Info bit.ly/beefheart-bio
49
Con 100 album pieni zeppi della musica più innovativa mai registrata, scegliere
le migliori canzoni di Frank Zappa è una missione praticamente impossibile.
Ma con un po’ di aiuto da parte di alcuni musicisti prog in circolazione, abbiamo
messo insieme le migliori 20 canzoni di Zappa che ogni prog fan deve ascoltare!
Ovviamente ne possono esistere infinite versioni, come per qualsiasi scelta
antologica in un repertorio così vasto.
Foto: Norman Seeff
50
frank zappa
DON’T EAT THE YELLOW SNOW SUITE ROD SMALLWOOD (MANAGER DEGLI IRON MAIDEN)
One Man’s Week. Anche Danny Baker l’ha quando riuscì ad azzeccarle, fece ascoltare
utilizzata come musica di sottofondo per la registrazione ad Ike Turner, allora suo HOLIDAY IN BERLIN…
il suo show su Radio Londra. marito, che stava lavorando nello studio a KAVUS TORABI (KNIFEWORLD)
fianco. Ike, dopo l’ascolto, disse semplice-
Inca Roads mente: “Che cos’è questa merda?”.
Dall’album ONE SIZE FITS ALL, esplora il
concetto di una civiltà aliena che incon- The Grand Wazoo
tra gli Inca. Si pensa fosse una parodia Titolo anche dell’album in cui è incluso,
dei temi spirituali presenti in molti album quando Zappa era relegato sulla sedia a
progressive dell’epoca. Le parole diventa- rotelle dopo essere stato aggredito durante
no sempre più stupide, prendendo in gira uno show londinese. È un brano strumen-
l’intero concept. Era la prima volta in asso- tale, decisamente lungo, che occupa buona
luto che il tastierista George Duke cantava parte del lato A della versione originale in
in studio, fu spinto dallo stesso Zappa a vinile. La strumentazione è tipica di una big
registrare la voce solista. La strofa finale, band jazz, con un uso considerevole dei le-
P
er Gail, vedova di Frank Zap-
pa, il fatto che DANCE ME
THIS sia stato pubblicato a
fine giugno 2015, oltre 20
anni dopo la sua registra-
zione, non è il risultato di un
piano premeditato. “Ci è solo sembrato che
andasse bene così; non abbiamo compiuto
alcuna ricerca scientifica per stabilire quale
fosse il momento giusto. Ci muoviamo in un
mondo caotico e casuale”.
Todd Yvega, profondamente coinvolto nelle
composizioni di Zappa al Synclavier, pre-
senti nell’album, e che si definisce “segre-
tario musicale di Frank”, è un po’ scontento
per la tempistica di questa uscita. “Era così
pionieristico perché sarebbe stata la prima
volta che qualcuno in occidente avrebbe
sentito il canto diplofonico di Tuvan. Qual-
che anno dopo i Massive Attack ebbero
grande successo utilizzando cantanti simili,
e poi anche il Kronos Quartet fece la stessa
cosa. Adesso l’effetto sorpresa è sparito”.
Nonostante il ritardo, il 100° album di Frank
Zappa entusiasma comunque i fan, spe-
cialmente, spiega Gail, perché è completa-
mente suo – i nastri originali non sono stati
L
Puppet, Goblin, Il risveglio del serpente, Pro-
a colonna sonora di Profondo rosso fondo rosso. In alcune date viene suonata
esce nei negozi il 3 marzo 1975. Per Roller. Nello stesso anno, alcuni di loro
i Goblin è la vera consacrazione. partecipano all’album BLUE FROG AND
Rimarrà per 52 settimane in classi- OTHERS di Enrico Simonetti e Nick Vin-
fica, raggiungendo il primo posto e centi: Massimo Morante alle chitarre, Wal-
rimanendovi per 15 settimane. Vendette ter Martino alla batteria, Fabio Pignatelli
un milione di copie – oggi ne ha raggiunto al basso e Claudio Simonetti alle tastiere.
tre – e la band conseguì il disco d’oro. Fu PROFONDO ROSSO esce a livello inter-
Daria Nicolodi, allora compagna del regista nazionale, solo in Giappone arriverà un
del film, Dario Argento, a scoprirli in sala anno dopo; ricercati sono il vinile giappo-
di registrazione. Al gruppo venne affidata la nese (intitolato SUSPIRIA 2, come il film)
composizione dell’intera colonna sonora, e quello australiano, anche per le grafiche in 666 copie, successivamente in vinile
dopo che il jazzista Giorgio Gaslini abban- diverse, mentre la più bella copertina del porpora e giallo/oro. Ricercati pure i 45
donò il progetto per i troppi impegni live. 45 giri è quella tedesca. Da segnalare la giri rossi, editi dalla Ams (AMS 4501) nel
Lato A: Profondo rosso – Death Dies – Mad curata edizione della Ams Records per il 2014 e dalla Cinevox per il Record Store
Puppet. Il lato B: Wild Session, Deep Shadows, 35° anniversario, con vinile splatter e po- Day 2015 all’interno del box CINEVOX 5,
School At Night, Gianna, composti da Gaslini ster interno (AMS LP 10), stampato solo vinile rosso e trasparente.
ma riarrangiati e risuonati dai Goblin.
Durante le registrazioni, prima di ottene-
re l’insperato successo, Claudio Simonetti
e Walter Martino abbandonano il grup-
po per formare un trio con Stefano Cerri,
che partecipa a diversi programmi tv con
il brano Allegria di un pesce morto. I Goblin
vengono chiamati da Riccardo Cocciante
per supportarlo in un tour italiano. Per
poche date, a settembre, suona il batteri-
sta David Walter (Libra), sostituito poi da
Agostino Marangolo, mentre alle tastiere
arriva Maurizo Guarini. Walter Martino, Varie edizioni
di 33 e 45 di
dopo questa breve parentesi, si lega defi- Profondo rosso.
nitivamente ai Libra. Simonetti decide di
rientrare nella band per la tournée teatrale
di Cocciante. Formazione: Claudio Simo-
netti alle tastiere, Massimo Morante alla
chitarra, Fabio Pignatelli al basso, Ago-
stino Marangolo alla batteria e Massimo
Guarini alle tastiere.
60
Una bestia mitologica
Breve storia della Manticore Records
Riviviamo la magia di una delle più grandi label di tutti i tempi
Testo: Daryl Easlea
N
ata da un’idea di Greg GLI INIZI sua. Come suo padre prima di lui, Young
Lake, bassista degli Emer- “Greg mi parlò dell’idea di fondare un’eti- era un commercialista: gli ELP avevano
son Lake & Palmer, e ispi- chetta discografica alla fine del 1972”, ricor- preso un appuntamento con suo padre per
rata alle piccole etichette da Stewart Young. “Fui molto colpito. L’in- parlare di questioni riguardanti le tasse. Ri-
indipendenti dell’epoca, la dustria della musica stava ancora nascendo corda Young in un’intervista a «NME» nel
Manticore Records fu fondata all’inizio del e l’idea di fondare un’etichetta gestita dagli 1974. “Mio padre mi chiamò per dirmi che
1973. Prende il nome dal leone con la testa artisti era molto eccitante. Fu una società a nel suo ufficio c’erano tre individui un po’
umana e le ali di pipistrello della mitologia tutti gli effetti gestita da noi quattro: Emer- L’album live in trasandati, che si chiamavano Emerson,
serie economica
persiana, che sconfisse Tarkus nel concept son, Lake, Palmer e il sottoscritto”. PICTURES AT AN Lake & Palmer, e voleva sapere se ne avessi
album degli ELP del 1971. L’etichetta fu Young ebbe un ruolo decisivo. Era diven- EXHIBITION mai sentito parlare. Gli risposi di no, ma che
gestita dai tre componenti del gruppo e da tato il manager degli ELP nel 1972, suben- di ELP fu una mi sarei informato. Pensavo stesse parlan-
Stewart Young, loro manager. trando al team formato da John Gaydon e delle prime uscite do di uno studio di avvocati”.
dell’etichetta.
Inizialmente fu la Island a occuparsi della David Enthoven della EG. A soli 25 anni Dopo averli conosciuti, Young fu subito
distribuzione in Inghilterra, ma ben pre- non aveva mai fatto niente di simile in vita arruolato. Sapeva poco del music business
sto la nuova etichetta ebbe la possibilità però aveva voglia d’imparare e insieme
di contare su tutta la potenza della Atlan- lavorarono sodo per creare il giusto equi-
tic. Ahmet Ertegün, uno dei fondatori del-
la casa discografica statunitense, infatti,
MANTICORE I Fatti: librio. Ahmet Ertegün lo prese in simpatia
e la Manticore nell’aprile del 1973 era già
era accanito sostenitore del rock progres- I dettagli dell’etichetta. operativa.
sivo. Visto il successo degli ELP e la loro “L’allestimmo per rendere l’intero processo
enorme popolarità, fu ben felice di fare in Primo album pubblicato: STILL di Pete Sinfield discografico il migliore possibile. Eravamo
(Manticore ANTI 2001/K43501,1973), anche se PICTURES
modo che le uscite Manticore fossero di- AT AN EXHIBITION DI EMERSON LAKE & PALMER era al corrente di quanti artisti stessero avendo
stribuite dalla Atlantic. gia stato ristampato dalla Manticore in alcuni paesi problemi a pubblicare i loro lavori e a ot-
I prodotti della Manticore furono molto Primo singolo pubblicato: Celebration/Old Rain della tenere un contratto discografico. Pensam-
raffinati: l’etichetta pescò tra i talenti del- PFM (Manticore HEVY2, May 1973) mo che creare un’etichetta ci avrebbe dato
la scena italiana, tra i cantautori inglesi e Album di maggior successo: BRAIN SALAD SURGERY (Manticore MC più controllo su quello che facevamo e al
anche in ambito funky, tenendo d’occhio 66669/K53501) raggiunse la seconda posizione nelle classifiche inglesi nel contempo ci avrebbe permesso di aiutare
in particolare il mercato statunitense. Ini- 1973 alcuni musicisti che ci piacevano”, racconta
zialmente, furono sempre gli ELP a deci- Il triplo dal vivo imperdibile: WELCOME BACK, MY FRIENDS, Lake nelle note di copertina della riedizione
TO THE SHOW THAT NEVER ENDS, LADIES AND GENTLEMEN, EMERSON
JORGEN ANGEL/REDFERNS/GETTY
dere quali artisti produrre. LAKE & PALMER di Emerson Lake & Palmer (Manticore K63500, 1974)
di BRAIN SALAD SURGERY, datata 2008.
“Eravamo un po’ come la Apple e i Beat- Young assemblò una squadra di persone in
Numero di singoli primi in classifica: Nessuno, ma I Believe In Father
les”, raccontò Keith Emerson a Goldmine Christmas di Greg Lake (Manticore K13511) raggiunse la seconda posizione nel gamba per assicurare la presenza dell’eti-
nel 2014. “Ci piacevano da morire gruppi dicembre del 1975. Al numero uno c’era Bohemian Rhapsody dei Queen chetta a livello mondiale. “Cominciammo
come PFM, Stray Dog, Banco, Keith Chri- Ultimo album pubblicato: JET LAG della PFM (Manticore K 53511, 1977) dalla Svizzera assoldando Peter Zumsteg,
stmas, Pete Sinfield, e volevamo che altre che faceva parte di Good News, il promoter
persone avessero la possibilità di ascol- più grosso da quelle parti”, ricorda.
tarli”. Fu proprio Zumsteg a far conoscere HR Gi-
62
Little Ric
h
strano fo ard:
s
prodott se
AGES
o
Mantico dalla
re.
TY IM
NS/GET
RE/ESOTERIC
EDFER
/R
ANGEL
PRESS/MANTICO
JORGEN
un pizzico
Hard-rockers con
Str ay Dog.
di blues: gli
Emerson Lake
& Palmer:
il gruppo si occupò
di gestire l’etichetta
e la utilizzò
per pubblicare
i suoi album
più importanti.
OCK
EX SHUTTERST
ESOTERIC
Peter Sinfield
RE/
pubblicò il suo
PRESS/MANTICO
primo e unico
ALAN MESSER/R
Peter Sinfield era il poeta del gruppo, per dustria discografica, che si occupava della
così dire, e si alternò tra la scrittura dei te- promozione per l’Atlantic a New York.
sti per ELP e la realizzazione del suo primo Della Manticore facevano parte anche
e unico disco solista, STILL. “Peter mise in- i Thee Image (INSIDE THE TRIANGLE,
sieme un gruppo valido per un bel concer- 1976), gruppo funk/AOR che comprende-
to all’interno del cinema. Nesuhi Ertegün, va il chitarrista Mike Pinera, ex compo-
fratello di Ahmet, arrivò dagli USA per nente degli Iron Butterfly. C’era anche un
prendervi parte”, ricorda Young. “giovane” talento che si chiamava Little
Sinfield scrisse anche dei testi in inglese Junior Hanson do, STORIES FROM THE HUMAN ZOO Richard. “Mario era in buoni rapporti con
è stata la star
per il primo gruppo italiano scritturato (1976), registrato a Los Angeles, si fece Richard e me lo presentò”, ricorda Young.
degli Hanson,
dalla Manticore, la straordinaria PFM. prima di diventare dare una mano da Steve Cropper e Do- “Ero un suo grande fan, naturalmente, e
Gli Hanson erano una vetrina per Junior uno dei Wailers nald “Duck” Dunn, oltre che da Cat Ste- non potevo NON scritturarlo! Gli feci fare
Hanson, che col nome di Junior Marvin di Bob Marley. vens per gli arrangiamenti. un tour con Johnny Winter per vedere se
entrò a far parte degli Wailers di Bob Gli ELP, naturalmente, furono il gruppo riuscivo a farlo amare anche dal pubblico
Marley. Gli Stray Dog, un altro dei grup- di punta dell’etichetta, che pubblicò im- più rockettaro”.
pi scritturati dall’etichetta, prese il nome mediatamente il loro capolavoro, BRAIN Sebbene l’unico disco Manticore di Little
dall’eroica creatura presente nella storia SALAD SURGERY. Un miracolo di equili- Richard non ebbe un grande successo, fu
di TARKUS. Della scuderia faceva parte brio tra prog e pomp rock, che gli permise comunque la dimostrazione che l’etichet-
anche l’etereo cantautore folk Keith Chri- di sfoderare tutta la loro bravura. Il triplo ta era disposta a diversificare la tipologia
stmas, ex collega di Bowie. Per il primo live che seguì, il discusso WELCOME BACK delle sue uscite.
33 giri, BRIGHTER DAY (1974), chiamò MY FRIENDS TO THE SHOW THAT NEVER
musicisti eccellenti come Ian Wallace ENDS, fu uno dei tripli più di successo di COSA ACCADDE DOPO
alla batteria e Ian McDonald alle tastiere tutti i tempi. Nell’ultimo anno di attività, la distribuzio-
(entrambi ex King Crimson); per il secon- Mentre gli ELP erano alle prese con le tas- ne passò dalla Atlantic alla, incredibile a
64
stata una bella esperienza e che il gruppo
Ancora dall’Italia:
il Banco del Mutuo stesse per dare vita a qualcosa di più am- Approfondimenti
Soccorso. bizioso. Gli album e i brani da non perdere
“Stavano succedendo un sacco di cose con
gli ELP all’epoca: decidemmo di andare in
tournée con un’orchestra sinfonica. Fu in-
ENVELOPES OF YESTERDAY:
THE MANTICORE RECORDS
credibilmente costoso e dovemmo investire STORY 1973-1976
un sacco di soldi. Anche dal punto di vista (Esoteric, 2011)
tecnico non fu uno scherzo e la cosa ci por- L’antologia prende il titolo dal brano omonimo
tò via un sacco di tempo”. di Pete Sinfield e comprende 26 brani, testimo-
I tre “boss” erano troppo presi dalla loro car- niando quanto fosse ampia la produzione dell’e-
riera, semplicemente non riuscivano a se- tichetta. Sono presenti tutti gli artisti Manticore tranne Little Richard.
guire l’etichetta nel modo adeguato. “Non CELEBRATION
stavamo avendo molto successo e allora PFM
decidemmo di chiudere” aggiunge Young. (PHOTOS OF GHOSTS, 1973)
Chris Salewicz in Let It Rock definì così la PFM:
OGGI “Gli ELP senza il tappeto persiano ma con il sole;
se Caruso fosse ancora vivo farebbe questo tipo
Alcuni titoli della Manticore, tra cui l’eccel- di cose”. Celebration è uno dei pezzi più accessi-
lente antologia ENVELOPES OF YESTER- bili del gruppo.
DAY: THE MANTICORE RECORDS STORY
1973-76, sono stati ristampati in versione STILL
expanded su etichetta Esoteric. Il catalogo PETE SINFIELD
ELP, dopo la militanza con la Warner, è sta- (STILL, 1973)
to ripubblicato ampiamente dalla Sanctua- Il paroliere dei King Crimson e di ELP, produtto-
re dei Roxy Music e, più tardi, collaboratore dei
ry, prima di finire in mano alla Sony. Fatevi Bucks Fizz pubblicò il suo unico album solista
un giro su Spotify per conoscere le meravi- proprio con la Manticore. Le tipiche melodie
glie degli Hanson e dei Thee Image. ricche e intinte di folk presenti nel disco sono ben rappresentate nella
PRESS/MANTICORE/ESOTERIC
title-track.
PERCHÉ È IMPORTANTE
Anche se la gente identifica la Mantico- LOVE KNOWS EVERYTHING
re principalmente come l’etichetta degli HANSON
(NOW HEAR THIS, 1973)
ELP, gli artisti presenti nel suo catalogo Registrato negli studio della Island, fu pubbli-
provengono da generi sorprendentemente cato anche come singolo promo. Fa parte di un
diversi. Lo stesso fatto che i gruppi sotto album che forse non avete mai ascoltato, ma è
contratto non assomigliassero tutti agli molto bello. Sulla cover c’era scritto: “Si ringra-
ELP probabilmente fu uno dei motivi del zia Keith Emerson per l’utilizzo del suo mini moog”.
THOS ROBINSON/GETTY IMAGES
S
howman. Musicista. Com- formata dai musicisti che hanno pre- chiesto a Jimi Hendrix di entrare deve”. E mi diede
positore. Direttore d’orche- so parte al suo ultimo album, tra cui il a far parte di ELP.
stra. Negli ultimi 50 anni, chitarrista Marc Bonilla. No. È uno dei miti inventati dalla dei coltelli di
il genio delle tastiere, Keith In ambito musicale Emerson si è co- stampa musicale quando abbiamo fabbricazione
Emerson, ha contribuito a struito la reputazione di pioniere e in- iniziato a essere famosi. Probabil-
una miriade di situazioni novatore. Soprattutto, è stato uno dei mente hanno pensato che per una tedesca, che
musicali. Conosciuto in ambito prog personaggi più variopinti della storia band chiamarsi HELP potesse essere erano molto
principalmente per aver suonato pri- del rock. Accoltellando il suo organo, divertente. Ero stato in tour con Hen-
ma con i Nice e poi con ELP, Emerson o suonando sospeso a mezz’aria, in drix in precedenza, e forse questo può più grandi.
ha realizzato anche colonne sonore e un modo o nell’altro è riuscito sem- aver generato l’equivoco. Ma all’epo- Indubbiamente
ha pubblicato diversi album solisti o in pre a essere al centro dell’attenzione. ca non ne potevo più di suonare con
collaborazione con altri artisti. Il suo Oggi si divide tra la California e il Sus- i chitarristi! attiravano molto di
ultimo disco è THE THREE FATES del sex, dimostrando di essere non solo più l’attenzione!»
2012, ma da allora non è certamente uno dei musicisti più importanti delle Parlando di Hendrix, tu e lui avete
stato con le mani in mano. Lo scorso ultime cinque decadi, ma anche un una cosa in comune: Lemmy ha la-
anno ha festeggiato il suo settantesi- uomo che ha grande attenzione per i vorato con tutti e due come roadie.
mo compleanno con un concerto spe- suoi quattro nipotini. E come ci spie- Da quello che so ha avuto un ruolo
ciale a Long Island. E pochi mesi fa, a gherà tra poco, il rapporto con la pro- importante per permetterti di svi-
luglio, è salito sul palco insieme alla pria progenie potrebbe portare a degli luppare la scena dei coltelli, o no?
BBC Concert Orchestra e a una band sviluppi imprevisti nella sua carriera… Ah, Lemmy, sì. Avevo già iniziato a infilare dei coltelli nelle mie tastiere
perché avevo notato che mi aiutava-
Emerson nel 1996, no ad allungare la durata del suono,
decisamente figo ma si trattava di semplici coltelli da
con il suo completo
di pelle. cucina. Così un giorno Lemmy ven-
ne da me e mi disse: “Se vuoi proprio
ficcare dei coltelli nelle tue tastiere,
allora cerca di farlo come si deve”. E
mi diede dei coltelli di fabbricazione
tedesca, che erano molto più grandi.
Indubbiamente attiravano molto di
più l’attenzione!
Il pianoforte
volante: “È stato
più eccitante che
pauroso!”.
«Mio padre mi
comprò una
chitarra e io
provai per otto
mesi a imparare
a suonarla
in maniera
dignitosa. Ma non
ci fu niente da
fare. Era destino
che Jeff Beck
TONY ORTIZ/ELP ARCHIVE
in giro con gli spartiti delle sonate di cosa del genere, ma quando final- mia ragazza mi ha convinto, contro
Beethoven sotto braccio. Fortunata- mente ebbe modo di chiedermelo or- la mia volontà, ad andare con lei in
mente ero anche molto bravo a non mai aveva 90 anni. Gli ho detto che un club in California per partecipare
farmi pestare dai bulli, perché sape- a quell’età non era proprio il caso di a una serata di karaoke. È stato un di-
vo suonare anche i pezzi di Jerry Lee pensare di provarci! sastro. Ho dato un’occhiata all’elenco
Lewis e Little Richard, quindi ero con- delle canzoni che erano disponibili da
siderato un tipo figo e mi lasciavano Era pericoloso, non è vero? cantare e c’era anche Karn Evil. Così
stare. Oh, certamente, però mi è sempre ho pensato di provare con quella. Poi
piaciuto mettermi alla prova facendo quando il testo della canzone ha ini-
Ti reputi più un artista o un uomo le cose che gli altri definiscono “pe- ziato a scorrere davanti a me, mi sono
di spettacolo? ricolose”. E quando ti trovi seduto a accorto che alcune parole erano state
Prima di tutto, io sono un compo- mezz’aria a suonare un pianoforte, si- cambiate, alcune parti erano state
sitore. Quando penso a chi punta a curamente l’eccitazione prevale sulla ritenute troppo offensive e quindi
fare spettacolo in ambito musicale paura. erano state modificate. Comunque in
mi vengono in mente persone come qualche modo sono riuscito ad arri-
David Bowie, che creano dei perso- Ti capita mai di pensare alla mor- vare alla fine del brano. Quando sono
naggi a cui dare vita sul palcosce- te? sceso dal palco, un tizio che eviden-
nico. Io non ho mai fatto niente del In realtà mai. Ma quando muore temente non mi aveva riconosciuto
Keith Emerson:
genere. Se dovessi scegliere tra arte e qualche caro amico, come è accadu- mi ha detto: “Hai appena rovinato un compositore, artista
spettacolo, direi che m’interessa più to recentemente con Chris Squire, la vero e proprio classico”. Ma un altro e showman. In
la prima categoria. Preferisco essere cosa ti colpisce e ti fa capire che devi gli ha risposto: “Lui può farlo, è stato quest’ordine.
68
lui a scrivere quel pezzo!”. In quel mo-
mento ho apprezzato quello che Greg
Lake ha fatto in tutti questi anni.
Si è parlato di un documentario
sulla tua vita in fase di realizza-
zione, come stanno procedendo
le cose?
Le cose stanno andando avanti. Lo
chiamerò PICTURES OF AN EXHI-
BITIONIST. Sono state già realizzate
parecchie interviste e sono riuscito
a recuperare anche parecchio mate-
riale inedito, che dovrebbe rendere
tutto molto interessante. Però in que-
sto momento non ho idea di quando
sarà ultimato. L’obiettivo è quello
di presentare una panoramica sulla
mia vita e in questo modo permette-
re alle persone di comprendere quali
eventi hanno fatto in modo che Keith
Emerson diventasse quello che è di-
ventato.
esclusivamente a un pubblico
maschile, mentre sembra non at-
tirare l’attenzione di quello fem-
Il desiderio della velocità nel 1996: minile…
“Ho sempre amato cimentarmi in cose All’epoca di ELP, effettivamente le
che gli altri giudicano pericolose”.
mie composizioni erano apprezzate
70
keith emerson
dagli uomini e non dalle donne. For-
tunatamente ci pensò Greg a scrivere
delle canzoni che potessero attrarre
anche il pubblico femminile. Ma ov-
viamente questo non aveva niente a
che fare con le mie tendenze sessuali.
Era semplicemente il frutto di un’e-
spressione artistica. Penso anche che
negli ultimi tempi il gradimento per la
mia musica da parte delle donne sia
aumentato in maniera considerevole.
PR
SINF
LUCA FIACCAVENTO
Metamorfosi, finalmente, è arrivata alla fine della sua trilogia, ispirata alla Divina
Commedia di Dante Alighieri… iniziata solo nel 1972! Dopo INFERNO (1973) e PARADISO
(2004) arriva PURGATORIO. Jimmy Spitaleri alla voce ed Enrico Olivieri alle tastiere sono
ancora le colonne di questo gruppo sinfonico senza remore.
osì affermava Enzo Caffarelli meno aperto l’approccio di Metamorfosi, Enrico Olivieri e alla chitarra acustica; entrambi in forma-
su «Ciao 2001» nella recen- anche se tecnicamente sia Vittorio Nocen- e Jimmy Spitaleri zione sin dalla ricostituzione a metà anni
sione del secondo 33 giri del- zi che Olivieri sono davvero validi. A ELP, sono sempre Novanta), missaggio. Tutto è stato rifatto
stati gli elementi
la band romana, INFERNO: invece, sì, d’altronde a loro si rifacevano caratterizzanti per la voglia di avere un prodotto miglio-
“Metamorfosi si può collo- un po’ tutti gli esponenti del prog più ta- di Metamorfosi. re. Parliamo di questo e di altro con Enrico
care, nell’ambito della scena stieristico e senza chitarra. Sicuramente Olivieri…
italiana, al fianco del Banco Metamorfosi non ha mai tradito la propria
del Mutuo Soccorso e forse delle Orme, an- anima sinfonica, come testimonia anche PURGATORIO punto e a capo, stavolta
che per certi riferimenti a Emerson, Lake & il nuovo, tormentato, album… d’altronde la trilogia “dantesca” è davvero termi-
Palmer e ad altri gruppi inglesi che usano senza sofferenze che PURGATORIO sareb- nata e la versione definitiva dell’ope-
di preferenza le tastiere”. Vago, troppo vago. be? Il Cd esisterà in due edizioni, la prima, ra uscirà entro la fine del 2015…
Le Orme proprio no, anche se Spitaleri quasi un disco privato, poche copie edite a Il progetto nasce, ovviamente, dall’esi-
mai avrebbe immaginato che oltre il 2000 ottobre 2014, la seconda in uscita entro di- genza di completare le tre cantiche della
sarebbe diventato il cantante del gruppo cembre. Differenze? Diverse: voce, tastiere, Divina Commedia. Posso dire che sarà il ca-
veneto, incidendo PROGFILES (2010) dal copertina, sezione ritmica (costituita dagli pitolo più vicino all’opera di Dante. Que-
vivo e LA VIA DELLA SETA (2011) in studio. eccellenti, ormai veterani, Fabio Moresco sto studio non è stato approfondito per
Il Banco neanche, decisamente più rock e alla batteria e Leonardo Gallucci al basso INFERNO e PARADISO, allora Metamor-
72
RIERI DEL
OG
Testo: Guido Bellachioma
ONICO
FRANCESCO DESMAELE
fosi pensava più a comporre musica che per andare in giro a suonare la sua Divina
a rispettare la poetica dantesca. Ovvia- Commedia dal vivo…
mente non significa che l’impegno sia sta- «LA POETICA
to inferiore, ma la bellezza dell’opera del
sommo poeta ha portato ad avvicinarmi a DEL PURGATORIO Praticamente più di 40 anni per com-
pletare la vostra opera, tra ideazione
lui in modo crescente, fino ad apprezzare e
cercare di tradurre in musica anche i mini-
È BEN TRADUCIBILE e realizzazione: 1972-2015. Vista la
lunga attesa puoi descriverci il PUR-
mi particolari… memorizzare interi canti, IN MUSICA, SOPRATTUTTO GATORIO brano per brano?
UTILIZZANDO LA LIBERTÀ 1.
cogliendone i punti salienti, traducendo ECO DAGLI INFERI – In sottofondo
il contenuto nel linguaggio progressive- la melodia sinistra di Lucifero da INFERNO
rock, questa volta, con importanti in-
fluenze classiche. La creatività musicale è
MUSICALE ESPRESSIVA svanisce lentamente mentre le prime terzine
del Purgatorio prendono il sopravvento.
stata stimolata dalla natura della poetica.
L’INFERNO e il PARADISO sono statici:
DEL ROCK PROGRESSIVO» 2.
CATONE – Il custode del Purgatorio
inveisce contro i due poeti, accusandoli
la celebrazione del bene e del male, non di essere fuggiti dall’inferno. La musica e il
ci sono interpretazioni… è così e basta! studio approfondito della Divina Comme- testo sono aggressivi come serve per espri-
Il PURGATORIO, invece, è il percorso che dia che per la realizzazione dei testi e degli mere questo rimprovero. Il piano Rhodes e
porta a un obiettivo raggiungibile da livel- arrangiamenti. Alla fine sono 19 tracce in l’organo Hammond sono supportati dalla
li diversi, però consentito a tutti, sia che totale, mentre nel primo capitolo erano ritmica, serrata e intensa. Nella seconda par-
abbiano agito bene o male ma che hanno 16 e nel secondo 14. È anche il disco più te la risposta pacata dei poeti si poggia su un
avuto il desiderio di migliorare. Aspirazio- lungo della trilogia, poco più di 40 minu- suono largo e caldo.
3.
ne più vicina alla nostra natura umana, ti l’INFERNO, leggermente sopra i 50 il ANGELO NOCCHIERO – Arrivano
secondo me più facilmente traducibile in PARADISO, più di 56 il terzo. Raramente le anime e scendono dalla barca che le
musica… soprattutto utilizzando la libertà sono soddisfatto ma in questo caso posso ha condotte dal lido di Ostia al monte Pur-
musicale espressiva offerta dal linguaggio davvero dire che ci abbiamo messo tutti gatorio. Un angelo ha governato la barca. La
del rock progressivo. In definitiva è l’opera il massimo dell’impegno: io, Jimmy, Fabio voce di Jimmy e un suono elettronico morbi-
che ha richiesto più impegno, sia per lo e Leonardo. Metamorfosi è davvero carica do descrivono la scena.
73
metamorfosi
5. 15.
LA MALASTRISCIA – La musica e LUSSURIOSI – Impetuoso e ritmi- in un genere preciso; onestamente solo negli
il testo tornano a essere tesi e pulsanti. camente vivace per descrivere la corsa anni ’90 ho capito di appartenere a una cor-
Nella “valletta fiorita”, dove le anime sosta- delle anime in mezzo alle fiamme. Congedo rente musicale chiamata progressive-rock. A
no in attesa del proprio turno, ogni giorno di Virgilio (“Più in là andar non posso…”). quel tempo la nostra musica veniva definita
16.
appare un serpente che prova a indurle in PARADISO TERRESTRE – Inizio rock sinfonico, soprattutto INFERNO. Il no-
tentazione, però viene ricacciato da angeli dal taglio classico che lascia immagi- stro primo 33 giri, …E FU IL SESTO GIORNO
scesi dal cielo, grazie anche alle due spade nare lo scenario naturale del Paradiso terre- (1972), invece, mostrava ancora i sintomi
infuocate che impugnano. stre. Segue la marcia in 7/4 che simboleggia Copertine degli anni ’60 e della messa beat che aveva-
6.
PORTA DEL PURGATORIO – Ar- la processione. di INFERNO mo suonato coi Frammenti.
17.
chi, sintetizzatori e la voce di Jimmy BEATRICE – Piano e voce in un’at- (1973, Vedette)
e PARADISO (2004,
descrivono in modo solenne e rispettoso la mosfera rarefatta per descrivere la bel- Progressivamente).
I concerti negli anni Settanta e oggi…
porta del Purgatorio. lezza di Beatrice. Allora era come partire per le Crociate, non
7. 18.
SUPERBI – Primo cerchio. I superbi IL CARRO E L’AQUILA – Il carro, una frase detta per colpire l’attenzione. Vere
trasportano pesanti pietre con le ginoc- ovvero la Chiesa, e in particolare la crociate! Ogni volta era una lotta per parte-
chia piegate. Suoni e parole esprimono la Curia (la puttana sciolta), viene insidiato da cipare ai numerosi raduni che si organizza-
dura condanna. L’ambientazione sonora, Satana, da una volpe eretica, da un’aquila e vano in giro per l’Italia. Belle soddisfazioni,
calma ma epica, sottolinea il pentimento infine da un gigante, che rappresenta la fi- comunque, le ottenemmo al Palasport di
nella parte finale. gura di Filippo il Bello, stirpe dei Capetingi Roma, in Veneto nel tour con Raccoman-
8.
INVIDIOSI – Il pianoforte e le liriche, di Francia. Questo bacia la puttana sciolta data con Ricevuta di Ritorno, Garybaldi e
tristi e dolorose, descrivono la pesante ma subito dopo la percuote e la porta via in- Flea on the Honey. Sembrava un sogno per
pena degli invidiosi: giacciono in terra, l’u- sieme al carro (riferimento al trasferimento musicisti appena ventenni come noi. Oggi i
no vicino all’altro, gli occhi cuciti con il fil di della sede papale ad Avignone). Composi- concerti hanno anche quel sapore vintage
ferro. Nella seconda parte il brano si riani- zione inquietante, costellata di percussioni e che molti miei coetanei apprezzano, condi-
ma ritmicamente, ripercorrendo la colorita basata su staccato di archi, organo a canne e viso, inaspettatamente, da molti giovani.
descrizione che Dante fa del fiume Arno in sintetizzatore. Questi conoscono alla perfezione le nostre
19.
seguito alla domanda di un’anima punita, E RINNOVATO VOLO – Dante, vicissitudini dell’epoca e ci danno la forza di
quella di Guido Dal Duca. purificato, si avvia verso il Paradiso. proseguire questo viaggio, che ancora oggi
9.
IRACONDI – La descrizione della Brano rilassato e morbido, atmosfera che mi appare valido e attuale. Tecnicamente,
colpa, che viene punita nel terzo può ricordare lo spiritual. poi, ora è meglio di ieri, quando la situazio-
cerchio, è affidata ai suoni potenti di sin- ne, anche organizzativa, lasciava veramen-
tetizzatore, Hammond, Fender Rhodes; il Le tue prime esperienze musicali… te a desiderare. Alcune volte non era colpa
testo, molto duro, si sposa adeguatamente Negli anni ’60 gli adolescenti che provava- di nessuno, anche nelle realtà alternative e
al muro sonoro. Basso e batteria alterna- no a suonare cercavano d’imitare gli artisti autogestite capitava che fossero chiamati a
Trieste Summer
no ritmi serrati a soluzioni più pacate, co- più famosi. Io ero uno di loro. Tutti i gruppi Festival, 8 agosto suonare troppi gruppi e, per carenze varie,
munque nervose, che stimolano pensieri con i quali ho suonato fra il 1965 e il 1970 2015. qualcuno rimaneva fuori. Successe anche
inquietanti. (Frammenti, Ultimi etc.) avevano il reperto-
10.
LA CHIESA E L’IMPERO – Il rit- rio composto da brani beat nostrani (nella
mo cadenzato in 7/4 e la maestosità maggior parte dei casi, traduzioni di suc-
dell’organo a canne sottolineano il tema, cessi internazionali), canzoni dei Beatles e
tanto caro a Dante, dell’interferenza della dei Rolling Stones. Raramente riuscivo a
Chiesa nelle vicende terrene, mentre trascu- far digerire qualcosa dei Vanilla Fudge, Iron
ra i propri doveri spirituali. Butterfly o Steppenwolf, che io preferivo. Ca-
11.
ACCIDIOSI – Legato al precedente pii, allora, che quel linguaggio musicale mi
pezzo dal suono dell’organo a canne, è andava stretto e cercai altri compagni, più
selvaggio e spiritato. Giusto commento alla adatti alle mie “voglie” artistiche. Gli anni
pena degli indolenti e pigri, che adesso devo- ’70 hanno rappresentato la realizzazione
no muoversi velocemente senza tregua. delle mie aspettative musicali. L’incontro
12.
LA FEMMINA BALBA – Rappre- con Jimmy Spitaleri, la fondazione di Meta-
senta la tentazione e anticipa i tre morfosi e, specialmente, la nascita di tanti
cerchi successivi, dove l’avarizia, l’ingordi- gruppi stimolanti, soprattutto inglesi, come
gia e la lussuria hanno condotto le anime in ELP, Uriah Heep, Led Zeppelin, Yes, Genesis,
Purgatorio. Il taglio classico commenta so- Deep Purple, Gentle Giant, King Crimson.
lennemente le riflessioni dell’essere umano Questi hanno contribuito in modo signifi-
sulle troppe tentazioni, mettendolo in guar- cativo al nostro indirizzo musicale. Da Me-
dia, anche se nella maggior parte dei casi è tamorfosi in poi ho suonato solo brani ori-
inutile. ginali, raramente con improvvisazioni, già
13.
AVARI – Il testo e la musica evi- era complicato eseguirli bene come li ave-
denziano questa particolare e diffusa vamo scritti! Aspiravo alla più totale libertà
debolezza dell’uomo. Raccontiamo di Papa d’espressione, senza più rispettare i canoni
Francesco e Papa Adriano V, che predicano della canzonetta anni ’60. Avevo anche la
la sobrietà e il distacco dalla sete di denaro. possibilità di utilizzare i nuovi strumenti che
Accenniamo anche a Re Mida e alla sua buf- la nascente tecnologia mi metteva a dispo-
fa storia narrata da Ovidio. sizione (sintetizzatori, Mellotron). Non che
74
metamorfosi
a noi al Be-In di Napoli. Tranne Jimmy, la loro originaria struttura. Non dimentiche-
totalità dei musicisti con cui ho suonato
nei Frammenti e in Metamorfosi hanno
«NEGLI ANNI ’70 C’ERA rò mai i missaggi con Severino Pecchenini,
tecnico del suono ufficiale della Vedette, la-
abbandonato la musica a favore delle pro-
fessioni per cui stavano studiando. Hanno
UN VERO BISOGNO vorava in tutte le loro colonne sonore, con
Gato Barbieri, coi Pooh e con noi “inesperti
fatto bene perché oggi sono ottimi e famosi DI CAMBIAMENTO. OGGI sbarbatelli”. Era un vero mago e grande pro-
professionisti mentre con la musica, spe-
cialmente di questo tipo, è un casino. Ma C’È NUOVAMENTE BISOGNO fessionista, abituato a registrare e mixare le
grandi orchestre. Entrò fino in fondo nel no-
io e Jimmy non abbiamo certo intenzione
di smettere! Gli ultimi concerti di Metamor-
DI VOLTARE PAGINA…» stro linguaggio musicale, dandoci consigli e
valorizzando al massimo le sonorità. Credo
fosi nel 1973 (chiusura, credo, a Pinerolo che INFERNO sia stato realizzato anche da
in provincia di Torino), risentivano della lui quale quinto elemento del gruppo. Si
mancanza d’appoggio da parte della nostra sizione per fare le prove e si andava a regi- rese conto che andavamo troppo in fretta e
casa discografica, la Vedette Records. Dopo strare con una preparazione eccellente. Si ci aiutò a riflettere: mica poco! Non riesco
il fallimento commerciale di INFERNO ogni affinavano gli arrangiamenti suonando tutti mai a essere obiettivo sui nostri dischi, an-
elemento del gruppo fece scelte diverse. Era insieme e la musica aveva un aspetto mag- tichi o più recenti, troppo coinvolto nella re-
pure difficile capire quanto vendesse un no- giormente spontaneo, anche quando era alizzazione della nostra creatura. Posso solo
stro disco, ma, comunque, non penso abbia piuttosto complicata. Oggi molto è realizza- ribadire che ascoltandoli si può percepire il
superato le 500 copie. Nel corso del tempo to al computer e spesso si perde quella im- massimo impegno nel tentativo di comu-
è, invece, diventato un classico e questo ri- mediatezza che, pur conservando le inten- nicare pure intenzioni artistiche. Vivevamo
empie d’orgoglio me e Jimmy. zioni del compositore, fa la differenza tra un ogni momento della nostra vita con la musi-
Come lavoravate nei ’70 e oggi? concerto ed una seduta di sala. Alcune volte ca. I brani cambiavano molte volte, mentre
In quel periodo si aveva più tempo a dispo- penso a quello che succedeva durante la li sviluppavamo, anche durante un viaggio
in automobile quando Jimmy, colpito da
raptus, cantava a voce spiegata. La magia
Enrico Olivieri era proprio in queste cose, apparentemente
nel negozio minime, che venivano vissute con sempli-
Musicarte, 1971. cità e naturalezza ma con continuità: tutti i
giorni, spesso dalla mattina alla sera.
76
La discografia dei Syndone può
essere suddivisa in due tempi. Dopo
i primi due album (SPLEEN/1990 e
INCA/1992) ti sei preso una lunga
pausa di riflessione per poi tornare
con un bagaglio musicale ancora
più arricchito…
ra il 1994 e il 1995 decisi di dedicar-
mi completamente allo studio della
teoria musicale, così smisi di suonare
dal vivo e d’incidere dischi con i Syn-
done. Avevo capito che per dare un
valore aggiunto a questa musica, così ricca
e complessa (il progressive, per intenderci),
avrei dovuto affrontare un percorso colto,
accademico, un iter formativo, durato circa
quindici anni; se non lo avessi fatto sarei e Riccardo: l’italiano è irrinunciabile! Come
rimasto a un livello che non mi avrebbe
permesso di progredire in questo genere…
«Syndone è sempre stata una band dico sempre, non bisogna dimenticare da
dove veniamo; è giusto innovare ma sem-
e questo non mi andava! Sono stati anni di musica progressive, perché pre nel rispetto delle radici culturali a cui si
molto difficili per me, come può essere dif- ho sempre amato l’espressività appartiene. Il nostro ultimo lavoro, ODYS-
ficile per un musicista rimettersi in gioco SÉAS, credo abbia raggiunto un livello di
dopo due album di discreto successo, ma e la libertà formale di questo stile» equilibrio ottimale fra queste componenti,
lo feci con umiltà. Furono anni di fuoco, in- come il nuovo che abbiamo in cantiere.
tensi, pieni di stimoli artistici, sociali e cul-
turali. Scrissi tantissimo nel contesto del te- Negli ultimi album – soprattutto
atro musicale (per quartetto d’archi, piano- Ginastera o Copland. Pure i grandi Gentle Syndone live. in ODYSSÉAS – gli arabeschi
forte, violoncello, voce, voce recitante, coro Giant, la cui scrittura risentiva molto de- In ODYSSEAS tastieristici lasciano però uno
è presente come
e per orchestra), venendo in contatto con gli stilemi classici, addirittura i Queen di ospite anche il
spazio sempre maggiore a un rock
talentuosi compositori di musica contem- Bohemian Rapsody hanno esplorato, nella batterista tedesco più marcato. Appurate le difficoltà
poranea, cantanti lirici, strumentisti, solisti sezione mediana del brano, il mondo della Marco Minnemann. commerciali del Prog, sembra quasi
e direttori d’orchestra di altissimo livello lirica… e altri ancora. Molti gruppi hanno, a essere un tentativo per una nuova
come Claudio Desderi, che mi hanno aper- modo loro, già “legato” queste due forme di via di fuga.
to la mente e hanno stimolato il desiderio espressione musicale così lontane in modo Con LA BELLA È LA BESTIA (2010) abbia-
di sperimentare a livello timbrico e armoni- vincente e originale: “nihil sub sole novi” quin- mo capito che l’interazione tra i due generi
co. Poi conobbi il Maestro Azio Corghi con di, ma in ogni innovazione studiata e mo- (rock e classico) sarebbe dovuta avvenire in
il quale studiai e collaborai fino a metà del tivata emerge sempre un elemento perso- modo ancora più netto, senza sfumature.
2010. Nel 2009 decisi di rimettermi in gioco nale, che fa capo al bagaglio culturale delle LA BELLA è stato un po’ come dipingere
con il disco MELAPESANTE in cui riversai persone impegnate in essa per apportare il un quadro impressionista dove le linee di
tutti i miei studi. E devo dire che la differen- valore aggiunto di originalità e personalità. demarcazione delle figure sono poco nitide
za con i primi due dischi si sente! Non sarei Per quanto riguarda Syndone, infatti, vorrei ed evanescenti. L’idea di optare per un rock
mai arrivato a comporre Malo in Adversity, sottolineare il forte legame che lega il can- più marcato in ODYSSÉAS, deriva dalla
Magritte o Allegro feroce se non avessi affron- tante Riccardo Ruggeri alla tradizione della scelta di dare meno sfumature e più contra-
tato lo studio dei classici attraverso l’analisi canzone popolare italiana, al melodramma, sto alla nostra opera. Luce e ombra, pieni
delle partiture, dell’uso e dell’importanza alle radici liriche del bel canto ma anche e vuoti, niente mezzitoni! Un disco bianco
dei pesi della strumentazione in orchestra, alla sperimentazione vocale di artisti come Dominik Comoglio e nero sembra infatti “arrivi” all’ascoltatore
dell’armonia e del contrappunto. Ho sem- Demetrio Stratos. Questo aspetto credo sia ha iniziato ad molto di più di un disco che ha in sé una
pre amato la musica classica con la testa e il uno dei punti vincenti del nostro stile. L’e- occuparsi di musica tavolozza di venti colori che sfumano l’uno
rock con il cuore; il progressive, questo gene- quilibrio che viene a crearsi fra energia rock, durante i primi anni nell’altro senza soluzione di continuità ma
80, lavorando
re incredibile, così denso, espressivo e strut- impianto classico, melodia cantabile e spe- per alcuni studi
che sviano, in un certo senso, l’attenzione.
turato mi dà oggi la possibilità di fondere in rimentazione. La scelta stessa della lingua di registrazione Quindi nei momenti rock l’album avrebbe
un unico stile le musiche che amo di più. Lo per i testi è un elemento importante per me di Torino. dovuto essere duro e ruvido (anche a livello
studio della teoria è stato fondamentale per di mix), mentre nei momenti classici avreb-
me e lo consiglio a coloro che si vogliono be dovuto essere più pulito e lirico possibi-
avvicinare a questo genere con l’originalità le. La soluzione di tenere “più fuori” le parti
necessaria per emergere e lasciare il segno. rock si è rivelata vincente e non c’è dubbio
che potrebbe essere la via per sensibilizza-
Il rock progressivo è sempre stato la re una nuova audience di giovani a questa
matrice del vostro sound… forma musicale da troppo tempo lasciata in
Syndone è sempre stata una band di mu- disparte; una via di fuga verso la rinascita di
sica progressive, perché ho sempre amato una forma culturale che può riportare alto il
l’espressività e la libertà formale di questo livello musicale in Italia, come lo era a metà
stile. E l’intenzione alla base della nostra degli anni Settanta. Se le nuove generazio-
musica è sempre stata quella di far sposare ni riusciranno per così dire a “entrare” nel
il rock con la musica classica: Prog sinfoni- Prog, a viverlo e a capirlo senza rifiutarlo a
co! Non che nella letteratura fondamentale priori, è chiaro che anche i problemi con-
non vi siano già stati episodi simili: basti nessi al segmento di vendita di questo ge-
pensare a PEPPER dei Beatles, agli EL&P, nere non potranno che rinascere e il volano
che riarrangiavano partiture di Mussorgskj, commerciale riprenderà la sua corsa.
77
«ABBIAMO
UN’ATTITUDINE
PROGRESSIVE MA
NON SUONIAMO
“CLASSICAMENTE”
PROGRESSIVE…»
Sei album per attraversare stili e decidere cosa fare prio al nostro suono obliquo, non apparte-
nente a un genere specifico, probabilmente,
da grandi, i Kingcrow con EIDOS nel 2015 hanno quando si ragiona per compartimenti sta-
deciso di non scegliere e di fare, molto anni ’70 come gni, rappresenta un freno. È difficile avere
decisione, un po’ come gli pare… accesso ai festival metal, dove siamo visti
come troppo contaminati, o nei progfesti-
val, che solitamente in Italia sono incentra-
Testo: Guido Bellachioma ti sul prog sinfonico e classico dei ’60 e ’70,
dove siamo visti come troppo heavy. Quin-
di, nel corso degli ultimi anni, i nostri tour
gruppo oggi comprende musicisti efficaci e so abbia. Abbiamo tutti amato quei dischi sono stati incentrati più nel resto d’Euro-
Il
ben amalgamati, capaci sia di muri del suo- ma ripetere pedissequamente certi stilemi pa e in America, semplicemente perché in
no granitici che di dinamiche decisamente lo trovo veramente inutile. Noi nel nostro Italia abbiamo meno richiesta, escludendo
meno aggressive, quasi in chiaroscuro, dove piccolo cerchiamo di mantenere lo spirito Roma, dove ora abbiamo un bel seguito e
la sensibilità interpretativa è elemento fon- che ha alimentato il movimento; cerchia- riusciamo a fare numeri interessanti.
damentale. Segno di prove, molte prove… mo di farlo a modo nostro, distruggendo,
possedere uno studio da 10 anni (Sound contaminando e alimentando il tutto con La vostra storia: SOMETHING UNKNOWN
Under Pressure) è servito per far crescere le influenze più disparate, che poi è quello (2001), INSIDER (2003), TIMETROPIA
le composizioni senza paura del tempo che che ha fatto nascere il progressive. È il con- (2006), PHLEGETHON (2010), IN CRE-
scorre. Il nuovo disco è più aperto dei pre- cetto dietro alla nostra musica e a EIDOS in SCENDO (2013).
cedenti. Mette insieme soprattutto la musica particolare. Considero i primi tre dei demo molto lunghi,
che sentono dentro, certo c’è il prog, il me- più che degli album, sono completamente
tal, il rock sinfonico e tanto altro. I Kingcrow Allora come definiresti nel 2015 i King- diversi tra loro, il sound vero della band è
sono arrivati al punto effettivo di svolta e crow? Ormai l’etichetta metal progressi- nato con PHLEGETHON. Il primo fu regi-
dopo EIDOS dovranno effettuare il definiti- ve sembra un po’ restrittiva, come tutte strato e missato in 12 giorni, ha tutti i pregi
vo salto di qualità, ne hanno i mezzi: Diego le etichette… e i difetti del debutto di una band di teena-
Cafolla (chitarra), Ivan Nastasi (chitarra, se- Penso che i Kingcrow siano fondamental- gers. INSIDER è il lavoro meno stimolante,
conda voce), Diego Marchesi (voce), Cristian mente una band che si muove in maniera troppo derivativo e classicamente metallico
Della Polla (tastiere), Francesco D’Errico trasversale tra più generi. Suoniamo heavy per i miei gusti attuali. TIMETROPIA, invece,
(basso), Thundra Cafolla (batteria, percus- rock molto contaminato e credo che l’eti- è nato per la volontà di provare a fondere il
sioni). Il disco, che suona davvero bene, è chetta progressive metal derivi principal- progressive con le sonorità da musical e lo
stato registrato nel loro studio, è stato mis- ritengo ancora valido. Il disco con cui ho
sato da Giampiero Ulacco e masterizzato iniziato a sperimentare le linee vocali inter-
a New York da Alan Douches (Yes, Fatboy lacciate e la stratificazione di synth e chitar-
Slim, The Chemical Brothers, Train, Oneida, re. Con PHLEGETHON siamo approdati al
Run DMC, Fleetwood Mac, Pete Townshend, vero primo disco dei Kingcrow. L’ingresso
Monster Magnet). Diego Cafolla, composito- di Diego Marchesi alla voce ha contribuito
re principale dei Kingcrow, chiarisce un po’ a dare personalità e profondità alla proposta
le idee sul sestetto romano. mentre Francesco D’Errico, al basso, è su-
bentrato durante le registrazioni, è presente
I Kingcrow sembrano muoversi sempre al contrabasso nella versione unplugged di
più in un universo non ben definibile, Islands. Grazie alla sua ottima risonanza ab-
non metal, non prog, non sinfonico. biamo partecipato a tour internazionali, che
Suoni crepuscolari ed epici alternati a ci hanno dato sicurezza e solidità.
linee melodiche quasi serene. Ma più IN CRESCENDO ha dilatato e ampliato il di-
che una confusione nella direzione da scorso intrapreso, più d’atmosfera ma con
seguire sembra una precisa scelta. mente da questo, dal fatto che non siamo la componente heavy sempre ben presen-
Sinceramente non ci preoccupiamo troppo facilmente identificabili, piuttosto che te, ci ha permesso d’intraprendere il tour
di come veniamo collocati stilisticamente, per appartenenza a un genere codificato. nord americano in compagnia dei Pain Of
cerchiamo solamente di fare musica inte- Probabilmente se una persona si aspetta Salvation e ben tre giri europei, di cui uno
ressante e con una certa profondità. Non lo stile simile ai Dream Theater, tanto per da headliner.
c’è una scelta a priori, semplicemente ci la- fare un nome noto, rimarrà spiazzato dalla
sciamo guidare da quello che ci piace e dal nostra proposta perché i punti di contatto Che consiglio daresti ai Kingcrow e ai
nostro ampio background musicale. EIDOS non sono poi così tanti. In fin dei conti noi gruppi tenaci nel proporre musica non
rispecchia esattamente questo e travalica suoniamo progressive più nei risultati che plastificata?
un po’ i confini dei vari generi. È una cosa negli intenti. Le nostre influenze vanno dai Continuare a fare musica fregandosene del-
che si è un po’ persa con l’andare del tempo. Beach Boys ai Meshuggah passando per le aspettative della gente. È di vitale impor-
Prendi REVOLVER dei Beatles: passa, come Zappa, Tori Amos, King Crimson, Rush, tanza per poter continuare a comporre mu-
nulla fosse, dalla nenia pop di Yellow Subma- Beatles, The Who, Nine Inch Nails, Pink sica stimolante e fresca; cercare di assecon-
rine a Tomorrow Never Knows, capolavoro di Floyd, Massive Attack, Radiohead e mille dare le aspettative del tuo pubblico rischia
psichedelia. Poi, con il tempo, salvo qual- altri ancora. di farti inseguire qualcosa che non senti più
che eccezione, si è iniziato a frammentare tuo al 100%. Pubblicheresti lavori che sono
tutto in sottogeneri per le rispettive nicchie Come mai la vostra musica ha più suc- la copia sbiadita del tuo stesso passato. È
di appartenenza. Noi abbiamo un’attitudi- cesso all’estero che in Italia? Prog UK ha un consiglio che darei a chiunque, anche se
ne progressive ma non ci teniamo assoluta- parlato di voi… ma noi ancora non esi- mi rendo conto che non è poi così semplice
mente a suonare “classicamente” progressi- stevamo… attuarlo.
ve. Quando ascolto un gruppo di ventenni Per noi è sempre stato difficile suonare in
suonare come i Genesis di SELLING EN- Italia in contesti di rilievo, se non in casi EIDOS è disponibile su Sensory Records.
GLAND BY THE POUND mi chiedo che sen- veramente sporadici. Penso sia dovuto pro- Info: www.kingcrow.it
79
Echo Test: progetto per solo basso (due, in realtà) ma non per soli bassisti. È la
scoperta del secolo? Galeotta fu Woodstock e la musica dei King Crimson. Il racconto
di Marco Machera…
al balzo dicendole che sarebbe stato carino appro- zio nello spettro timbrico del basso. Devi mettere
Testo: Paolo Carnelli fittarne per concretizzare quella vecchia idea di in pratica diversi accorgimenti. La scelta degli
Foto: Matteo Del Vecchio collaborare insieme. La sua intenzione, infatti, è strumenti stessi può essere decisiva”.
proprio quella di provare a combinare il suono di Nonostante le possibili difficoltà, i due incomin-
Lei è una ragazza prodigio, nota al pubblico prog due bassi. “In realtà non avevo ancora chiaro il ciano subito a lavorare insieme. Il primo brano a
soprattutto per il suo sodalizio con l’ex chitarrista modo in cui potevamo farlo, solo idee interessanti. essere completato s’intitola 1986: “Julie aveva un
dei King Crimson, Adrian Belew, sia nell’Adrian Ho sempre pensato che il basso sia uno strumen- riff di basso che ha catturato immediatamente la
Belew Power Trio che nei Crimson ProjeKct. Lui to poco valorizzato e con Julie volevo esplorare le mia attenzione e così ho cominciato a improvvi-
è un giovane talento pieno di idee, con alle spal- possibilità e la gamma di suoni che le 4 corde
le due album solisti e importanti collaborazioni (ma anche 5 o 6) possono offrire”.
internazionali. Tutti e due suonano il basso. Lei, Indubbiamente per un proget-
Julie Slick, è americana. Lui, Marco Machera, to simile la ricerca del suo-
è italiano. Il loro primo incontro risale al 2011: no è importantissima. È
Marco, grande fan dei King Crimson, era volato a molto difficile trova-
Woodstock per partecipare al THREE OF A PER- re il proprio spa-
FECT PAIR MUSIC CAMP, un workshop di cinque
giorni organizzato da Adrian Belew, Tony Levin
e Pat Mastelotto. Julie era lì per suonare con la
band di Belew durante il concerto di chiusura. Fu
l’occasione giusta per scambiare due chiacchiere
e ripromettersi di realizzare un progetto comune,
prima o poi. L’eventualità si presenta nel 2014,
quando Julie torna in Europa per il tour con
i Crimson ProjeKct: il calendario dei
concerti prevede una pausa di due
settimane e così Julie chiede, tra-
mite Facebook, se in quel lasso di
tempo ci fosse interesse a farla
suonare da qualche parte.
Marco prende la palla
81
«OGGI SEMBRA
Gli Ubi Maior
nascono nel
1999 da un’idea
del tastierista
e compositore
Gabriele Manzini.
CHE CHI SUONA
In basso: i due
ultimi acquisti della
band. Il cantante,
PROG SINFONICO SI
violinista e fiatista
Mario Moi e la DEBBA GIUSTIFICARE:
chitarrista Marcella
Arganese.
NOI INVECE SIAMO
SEMPRE STATI
ORGOGLIOSI
DI FARLO»
questo caso arrivano principalmente dai
lavori più teatrali realizzati in ambito prog,
come A Passion Play dei Jethro Tull o anche
da certi chiaroscuri dei King Crimson. Ma
quello che la band si prefigge di ottenere è
soprattutto riuscire a far confluire le influen-
ze made in UK all’interno di un progressive
rock tipicamente italiano, personalizzando
al tempo stesso i brani con l’utilizzo di stru-
menti “diversi” quali il sitar, il violino e la
tromba. Vola sempre alto l’ippogrifo, insom-
ma, ma se le atmosfere sono spesso quelle
epiche dell’assedio di Minas Tirith, dentro
INCANTI BIO MECCANICI c’è anche qual-
cosa di più. Basta ascoltare la sinuosa danza
Una figura enigmatica, un personaggio di legno appollaiato di chitarra acustica e violino che caratterizza
la parte centrale di Alchemico fiammingo, una
su una campanella: la copertina del nuovo album dei milanesi progressione inarrestabile che sicuramente
Ubi Maior ci porta lontano, nello spazio e nel tempo… piacerebbe all’ex Genesis Steve Hackett, da
sempre attento agli intrecci con la musica
Testo: Paolo Carnelli · Immagini: Antonio De Sarno classica e alle suggestioni orchestrali. Op-
pure la tromba che a sorpresa fa capolino ne
Lo specchio di mogano, duettando con il synth
el cuore della città di Gla- e regalando all’ascoltatore sensazioni inedi-
sgow, in Scozia, tra il fiume te. Gli appassionati integralisti non devono
Clyde e Glasgow Cross, c’è però allarmarsi: è un lavoro sinfonico fin
un luogo magico e surre- dalla struttura. L’album propone solo quat-
ale. Si trova all’interno di tro brani, due dei quali adottano la forma e
una galleria d’arte, al 103 il minutaggio delle classiche suite anni ’70:
di Trongate. Il suo nome “Penso che chi si cimenta col genere rock
è Sharmanka Kinetic Theatre: un teatro, progressivo di stampo sinfonico non possa
come dice il nome. Popolato però da centi- esimersi dal confrontarsi con questo forma-
naia di figure di legno e metallo, intagliate to”, conferma Manzini, “Ovviamente non è
e dipinte a mano con maestria e animate un passaggio obbligatorio: basti pensare
utilizzando materiali di scarto come vecchi che tra i grandi gruppi del passato i Gentle
grammofoni o macchine da cucire. Mate- Giant o la PFM non hanno mai composto
riali essenziali per dare vita agli ingranaggi suite da quindici o venti minuti, ma sono
che consentono alle figure di muoversi, casi abbastanza rari. La forma della suite ti
seguendo il ritmo dettato dalla musica e bum (SENZA TEMPO, pubblicato nel 2009) permette di avere una visione grandiosa e
dalle luci, e di raccontare delle storie, ora alla graphic novel Sandman di Neil Gaiman, ambiziosa; è un sfida. Bisogna avere equi-
comiche e ora tragiche, comunque sempre stavolta i milanesi Ubi Maior hanno raccol- librio, sapienza compositiva, per riuscire a
legate alle vicende umane. Il tutto è opera to le suggestioni del teatro immaginifico dosare i vari momenti. La prima idea era
dello scultore e meccanico Eduard Bersud- di Bersudsky, dando vita a quattro lunghi quella di realizzare quattro suite, un po’
sky. È lui che nel 1989 ha fondato il teatro brani. INCANTI BIO MECCANICI è il titolo come TALES FROM TOPOGRAPHIC OCE-
cinetico insieme a Tatyana Jakovskaya, a del nuovo lavoro, dedicato alle città fanta- ANS degli Yes, ma poi ci siamo resi conto
San Pietroburgo, per poi approdare in Sco- stiche, micro universi dinamici in cui uo- Lo Sharmanka che non dovevamo forzare troppo la mano:
Kinetic Theatre
zia e a Glasgow, dove si è stabilito definitiva- mini, animali e cose esistono, si muovono (in alto) è stata la
due dei quattro brani erano perfetti già con
mente nel 1996. Per la cronaca, c’è sempre e interagiscono, guidati e regolati da un rit- principale fonte un minutaggio minore”. Anche le timbriche
lui anche dietro all’incredibile Millennium mo invisibile e al tempo stesso inesorabile. di ispirazione per delle tastiere sono quelle classiche, con
Clock di Edimburgo. “Il teatro di Sharmanka Non un vero e proprio concept, ma piuttosto il nuovo album degli l’Hammond, il Minimoog e il Mellotron a
Ubi Maior, INCANTI
è un’opera d’arte, un capolavoro che riesce un modo per poter raccontare l’uomo in farla da padrone. “Noi Ubi Maior”, conclu-
BIO MECCANICI
a meravigliarti, pacificarti e inquietarti allo relazione alla moltitudine. Ecco quindi il (sopra). de Manzini, “siamo sempre stati orgogliosi
stesso tempo”, confessa Mario Moi, cantan- riferimento nelle varie tracce alle città invi- di suonare progressive rock sinfonico. Oggi
te, violinista e fiatista degli Ubi Maior, “So- sibili di Calvino (Teodora), alla Mahagonny di sembra quasi che ci si debba giustificare.
prattutto, è terribilmente intonato con la Brecht (Lo specchio di mogano), alla Bruges di Anche artisti famosi cercano di rifiutare
musica che facciamo. È stata una scoperta Marguerite Yourcenar (Alchemico fiammingo). certe definizioni evidenziando influenze e
della nostra chitarrista, Marcella Arganese, Il tutto innestato in un contesto musicale direzioni nuove. In realtà, spesso non fanno
che per tutti gli aspetti grafico-visivi è molto drammatico e sinfonico ma dal piglio eroi- altro che usare suoni più freddi, tecnologici,
più avanti di noi. Un giorno ci ha mostrato co, caratterizzato dall’approccio teatrale di metallici. La nostra base invece è genuina.
alcuni filmati, pensando che si adattassero Moi, che interpreta i testi con enfasi e perso- Un Hammond deve essere un Hammond,
bene alle atmosfere della nostra musica. nalità. “In questo caso”, spiega il tastierista una Les Paul una Les Paul. A tutto cerchia-
Abbiamo cominciato a guardarli suonando e principale compositore Gabriele Manzini, mo poi di aggiungere il nostro stile, ovvia-
in sottofondo i nostri brani e siamo rimasti “abbiamo deciso di puntare maggiormente mente. Questo può avvenire con la compo-
lì davanti un paio d’ore, entusiasti. Oltre alle sulla bellezza evocativa della linea melodica sizione o grazie al timbro vocale particolare
grafiche del Cd, le atmosfere di Sharman- che emerge dalla base orchestrale, anziché del nostro cantante. Ma non ci nascondia-
ka ci hanno sicuramente influenzato sia sull’impatto emotivo che scaturisce dal mo- mo certo dietro un dito”.
nella stesura dei brani che nel modellare il vimento all’unisono dei singoli strumenti”.
loro suono in sala di registrazione”. E così, Ovviamente, nella proposta musicale degli INCANTI BIO MECCANICI è disponibile su
dopo essersi ispirati per il loro secondo al- Ubi Maior le influenze non mancano. In AMS/Vinyl Magic. Info: www.ubimaiorweb.com
83
DA SINISTRA: Gianfranco Gazza (voce),
Raffaello Palma (visualizzazione sonora e
fonico), Furio Chirico(batteria), Giovanni
Vigliar (violino e voce), Luigi Venegoni
(chitarre), Marco Gallesi (basso), Giuseppe
Crovella (tastiere), Arturo Vitale (sassofoni
e vibrafono). Milano 1975, presso i navigli
(GIRO DI VALZER PER DOMANI).
La trasversale visione musicale (jazz, rock, Canterbury, musica etnica) del
gruppo di Furio Chirico, unico sempre presente, torna a livelli eccellenti
con UNIVERSI PARALLELI, che si ricollega a classici come TILT, grazie
anche al ritorno compositivo del chitarrista originale: Gigi Venegoni. Furio
risponde a un po’ di domande…
Cramps torna a pubblicare no- Music Italia di proporre anche nuove pro- pie di orgoglio e soddisfazione, in quanto
vità dopo più di 30 anni. Cosa duzioni e non solo ristampe. Questo ritorno nessun’altra etichetta indipendente storica
vuol dire un album Cramps degli a&m alla Cramps in Italia ci riem- ha avuto tali produzioni artistiche e lungi-
per arti&mestieri, anche se è miranza culturale, tutto questo lo si deve
uscito in Oriente per la King Records? molto a Gianni Sassi, vero genio insieme a
Devo fare una premessa. Tutto ha inizio in Demetrio Stratos negli anni ‘70, purtroppo
occasione del primo concerto degli a&m ci manca sicuramente la loro forza creativa.
in Giappone, nel 2005, quando avviene
l’incontro con Amy Ida, direttore artistico Alter Ego, brano iniziale di UNIVERSI
e manager-producer del promoter giap- PARALLELI, sembra far ripartire gli
ponese dei nostri concerti. Momento de- arti&mestieri dal pianoforte di Gravità
terminante per l’attuale progetto: Amy, 9.81, apertura di TILT, a circa 1’ dall’i-
offrendosi di seguire la formazione a livel- nizio. Ma è proprio la costruzione dei
lo manageriale, mi propose di riunire, per brani, le melodie, sia vocali sia strumen-
quanto possibile, la formazione storica. tali, l’armonia totale tra le composizioni
Io pensai che non sarebbe stato possibile e il suono che riconducono a “quegli”
senza il rientro definitivo di Gigi Venegoni, arti&mestieri, ovviamente ben inseriti
come chitarrista, compositore e produttore negli anni 2000. In questo è fondamen-
musicale, mentre io mi sarei occupato della tale il recupero a livello compositivo-
direzione artistica, come già era avvenuto esecutivo del chitarrista Gigi Venegoni.
per TILT (IMMAGINI PER UN ORECCHIO, Più di un anno fa il management di Sfera
1974). Così iniziò l’avventura che ci ha por- Entertainment propose a me e Gigi di ce-
tato a concludere gli accordi con la King Re- lebrare il quarantennale di GIRO DI VAL-
cords, primo contratto italiano di produzio- ZER PER DOMANI (1975) in Giappone con
ne con una major giapponese, e in seguito un nostro mega concerto di quasi 4 ore,
alla Cramps, grazie all’intuizione della Sony che comprendesse TILT, GIRO DI VALZER
85
HIROYUKI YOSHIHAMA
PER DOMANI e alcuni brani di MURALES Arti&mestieri sul do la strada giusta, perché melodia, armo- traddizione fra intenzione e comportamento
(2000): cercando di coinvolgere più compo- palco del Club Città nia e ritmica erano tornate a collaborare in ci mostra due universi in palese e lacerante
nenti possibili della prima formazione, per di Tokyo (5/7/2015). modo più maturo e identico a TILT, se non contrasto. Restare immobile descrive “qual-
cui a me si aggiunsero Gigi, Beppe Crovella superiore. Nasce tutto in aereo di ritorno da cuno” che vuole disperatamente esprimere
ed Arturo Vitale, quest’ultimo ospite anche un concerto in Portogallo, stavo leggendo la profondità del proprio animo ma che, di
in Restare immobile su UNIVERSI PARALLE- un articolo sulle ipotesi scientifiche della fronte alla sordità del mondo, s’immobilizza
LI. Il concerto, però, doveva comprendere possibile esistenza degli universi paralleli; in una sorta di minimalismo esistenziale,
anche una nuova produzione e Gigi propose subito mi misi a parlare con Gigi e Iano di che lo costringe alla passiva contemplazio-
subito di lavorare a un album concept, che come potesse essere interessante un disco ne della realtà. Infine, il narratore di Pandora
seguisse in modo attuale le orme di TILT, che tenesse in considerazione il parallelismo esorta allo slancio consapevole verso la co-
cioè la stessa qualità e la stessa passione. tra questa ricerca scientifica e gli universi noscenza, esuberante ma selettiva, densa
Ottima idea, ma poneva due problemi: de- paralleli interni all’uomo. Naturalmente il di curiosità e criticità, volta a evidenziare il
dicarci molto tempo e artisti disponibili a tema era più grande di noi e non doveva es- fascino degli opposti che si attraggono, degli
farlo, questo naturalmente ha comportato sere approfondito troppo dal punto di vista UNIVERSI PARALLELI che esistono senza
alcuni cambiamenti nella formazione, ol- scientifico bensì da quello psicologico; era mai sfiorarsi. I protagonisti di queste storie
tre ai musicisti ormai stabili come Roberto talmente accattivante e stimolante che nel sembrano essere consapevoli di come la loro
Puggioni (basso), Iano Nicolò (voce) e Mar- momento di scegliere quale poteva essere esistenza sia una sbiadita versione di quella,
co Roagna (chitarre). Il progetto UNIVERSI il tema conduttore della nuova produzione idealmente perfetta, vissuta dal proprio ava-
PARALLELI vede il rientro di Lautaro Acosta discografica per il quarantennale della band, tar (Alter Ego) in una dimensione collaterale.
al violino, l’inserimento di Piero Mortara, non ci furono dubbi… L’opera musicale di arti&mestieri è forte-
fisarmonicista tastierista e compositore, già mente evocativa; ispirate melodie vengono
collaboratore di Gigi Venegoni (Venegoni & Le parole di Gigi Venegoni supportate dalla ritmica passionale e inten-
Co.) e la partecipazione straordinaria di Mel Gli universi paralleli sono le diverse dimen- sa, invogliano chi ascolta a una pacata rifles-
Collins dei King Crimson al sax soprano e sioni della realtà che non percepiamo nella sione sul tema del “Credo (SUONO) solo a
flauto. Alter Ego fu il primo brano che Gigi, vita quotidiana ma che condizionano la no- quello che vedo (SUONO)” e sul proprio an-
previa la sua ottima pre-produzione, mi fece stra coscienza. La scienza, la fantascienza, tipodo intellettuale: “Vedo (SENTO) anche
sentire e li capii, come già era successo con il paranormale e la psicoanalisi ci suggeri- quello a cui non si vuol credere(SENTIRE)”!
Gravità 9.81 nel 1974, che stavamo prenden- scono l’esistenza di altre dimensioni dello
spazio, del tempo e del pensiero, che, il più Come mai in un disco più arti&mestieri
delle volte, ignoriamo o trascuriamo. Il per- che mai non c’è Beppe Crovella, che colla-
«…ricordo di un tempo, mai sonaggio descritto in L’Ultimo Imperatore vive
il lacerante contrasto fra la realtà deluden-
bora invece dal vivo, quando disponibile?
I motivi dell’assenza di Beppe Crovella sono
troppo rimpianto, nel quale te, umiliante e illusoria, e l’accorato ricordo
del tempo, mai troppo rimpianto, nel quale
molti e in particolare di carattere tecnico.
Come ho detto in precedenza, Venegoni
l’impegno, l’ideologia e la l’impegno, l’ideologia e la solidarietà faceva-
no soffiare “quel vento forte e fiero che riempiva
per questa produzione aveva bisogno di un
collaboratore (tastierista) disponibile a la-
solidarietà facevano soffiare di energia”. Un dualismo esistenziale che ha
tormentato l’esistenza di tanti figli del ’68.
vorare e provare praticamente tutti i giorni
e Beppe, che è anche produttore discogra-
“quel vento forte e fiero che Il protagonista di Pacha Mama vive l’eterno
conflitto di chi ama la natura, ne percepisce
fico, quel tipo di disponibilità non avrebbe
mai potuto darla; si pensò, quindi, come
riempiva di energia”» l’energia esoterica ma non fa nulla per pre- già avevamo fatto per MURALES, di lavo-
servarla, anzi tende a distruggerla. La con- rare con due tastieristi. Beppe, dopo aver
86
Goielli in casa arti&mestieri? grazie a loro ho potuto esprimere e speri-
arlare dei Cherry Five, addirittura con il produttore e tecnico del cantante, rimpiazzando Haynes con An-
anche oggi che sono tra- suono di Yes ed EL&P, Eddie Offord, che a tonio “Tony” Tartarini, in precedenza con
scorsi quasi quarant’anni quanto pare, dopo aver ascoltato alcuni l’Uovo di Colombo sotto lo pseudonimo
dall’omonimo disco d’e- provini (in cui Simonetti suonava anche di Toni Gionta. Le sedute di registrazione
sordio, fa ancora effetto. la batteria), si era dimostrato interessato. si concludono positivamente, ma quando
Forse sarà perché dietro a quell’album si per i Goblin sembra arrivato il momento
celano, in un gioco di incastri e alterne vi- Intrigo internazionale del debutto discografico, ecco l’ennesima
cende, storie degne di un film di Hitchcock. Da quel momento, i quattro si chiudono in serie di colpi di scena: ultimate le registra-
La saga ha inizio nel giugno 1973, quando sala a provare tutte le sere per preparare la zioni, Carlo Bordini decide di non firmare il
il batterista Carlo Bordini e il tastierista seconda e determinante trasferta in terra contratto che insieme agli altri compagni
Paolo Rustichelli, entrambi romani, si esi- di Albione, con tanto di strumentazione al di avventura lo avrebbe legato alla Cine-
biscono al mitico Be-In Festival di Napo- seguito per poter far ascoltare a Offord il vox, pur concordando che avrebbe ugual-
li, organizzato dagli Osanna. La singolare materiale dal vivo. Prima di partire, passa- mente preso parte alle successive incisioni
formazione prendeva spunto dalla line-up no a ritirare da Cherubini, storico negozio del gruppo; i Goblin vengono coinvolti
degli inglesi Eddie Hardin & Pete York, di strumenti musicali sulla Tiburtina, una nella realizzazione della colonna sonora
entrambi provenienti dallo Spencer Da- nuova consolle a 24 canali. Si trattava di del film Profondo rosso di Dario Argento, e, a
vis Group: un insolito duo quasi del tutto un banco costruito appositamente per fronte dei tentennamenti di Bordini, deci-
strumentale, dominato per ovvie ragioni loro: i potenziometri, infatti, erano stati dono di affidare le parti di batteria a Walter
dall’imponente impianto tastieristico di dipinti di bianco, rosso e verde, in un moto Martino, amico di vecchia data di Claudio
Rustichelli (Hammond C3, pianoforte, di orgoglio nazionalistico. Purtroppo, com- Simonetti, con cui aveva militato all’inizio
sintetizzatore ARP & VCS3, Mellotron). plice anche una serie di vicissitudini di na- degli anni Settanta ne Il ritratto di Dorian
Per questo motivo, il duo finì per attirare tura logistica e burocratica (in Inghilterra Gray. Il resto è storia: i Goblin con il bra-
la curiosità del pubblico e degli addetti ai la strumentazione della band rimane fer- no Profondo rosso ottengono un successo
lavori: proprio l’esibizione al Be-In, infatti, ma in dogana per diverso tempo, costrin- clamoroso quanto inaspettato, e quindi
valse a Bordini la chiamata da parte di al- gendo il gruppo a pagare una multa molto l’uscita dell’album già registrato viene
tri tre musicisti romani. Claudio Simonetti elevata per poterne rientrare in possesso), bloccata e rimandata all’inizio del 1976.
(tastiere), Massimo Morante (chitarre) e l’esperienza all’estero non porta ai risultati Per ovvie ragioni, non viene pubblicato a
Fabio Pignatelli (basso) erano in cerca di sperati e gli Oliver sono costretti a registra- nome Goblin, bensì con l’inedito “Cherry
un batterista con cui realizzare il loro esor- re il loro primo album a Roma, negli studi Five”. “Il nome – ricorda Tartarini – fu cre-
dio discografico sotto il nome di Oliver. Titania, accettando la proposta della Cine- ato a tavolino per consentire, a due anni
A Carlo raccontano di essere già volati a vox. In questo momento, siamo nel 1974, dalla sua registrazione, l’uscita di quello
Londra dove, oltre a reclutare il cantante la band ha già cambiato non solo nome, che è a tutti gli effetti il primo album dei
Clive Haynes, erano entrati in contatto passando da Oliver a Goblin, ma anche Goblin. Fu deciso dalla casa discografica,
88
Tony Tartarini, Carlo Bordini,
Ludovico Piccinini, Pino Sallusti e
Gianluca De Rossi.
si arricchisca grazie
rante. I titoli dei vari brani poi, rappresen- sono stati ripresi proprio i brani registrati
tavano un ulteriore gioco di scatole cinesi: in precedenza dal duo De Rossi e Bordini,
la tracklist comprendeva infatti anche un ampliandoli con nuove sezioni, mentre
pezzo intitolato Oliver, mentre la seconda
traccia era intitolata The Picture Of Dorian
alla familiarità dei Manfredi, che chiude la trilogia dantesca, è
il frutto di quattro nuove composizioni a
Gray, traduzione in inglese del nome del
vecchio gruppo di Simonetti. Fatto sta che componenti con altri cura dei vari membri della band. Tutto il
gruppo ha collaborato agli arrangiamen-
anche a causa della esigua quantità di co-
pie stampate, CHERRY FIVE diventò una linguaggi musicali>> ti, guidato in particolare dall’esperienza e
dalla sensibilità musicale di Pino Sallusti.
vera e propria rarità a livello collezionisti- Tony Tartarini si è occupato di creare le
co: la sua quotazione attuale può raggiun- melodie vocali, cantando sulle trame mu-
gere anche i 2500 euro. sicali già composte, adattando quindi le
linee della voce alla musica, e di scrivere i
La band che visse due volte testi in italiano, ispirandosi alle tematiche
La leggenda vuole che Carlo Bordini sia dantesche. ”Per i testi – conferma Tartarini
venuto a conoscenza del primo album dei – ho preso spunto dalle situazioni dante-
Goblin (e del grande successo che stava sche rielaborandole liberamente secondo
riscuotendo) ascoltando per caso Profondo le suggestioni della musica. Per esempio,
rosso alla radio. Lo shock lo spinse ad ab- ho inserito spunti di attualità, come il mo-
bracciare la pratica buddista, ma soprat- tivo dell’ingiustizia ne Il pozzo dei giganti, e
tutto a iscriversi al conservatorio e a con- La copertina ho immaginato nuove situazioni legate ai
seguire il diploma in strumenti a percus- de IL POZZO personaggi presenti nella Divina Commedia:
DEI GIGANTI
sione. Per trent’anni, Bordini è stato pri- è opera della Manfredi ad esempio galoppa verso la bat-
mo percussionista al Teatro dell’Opera di pittrice romana taglia e quando incontra Dante gli affida
Roma, togliendosi parecchie soddisfazioni, Daniela Ventrone. una lettera per la figlia Costanza, ancora
come quella di lavorare con il Maestro Ric- A sinistra: copertina viva”. Indubbiamente il legame con l’al-
del primo disco e il
cardo Muti. Poi, nel 2008, l’incontro con primo demotape. bum del 1976, sia a livello di sonorità che
il tastierista romano Gianluca De Rossi, di tematiche, è abbastanza labile, anche
proveniente dai Taproban, e il nastro che se questo non è necessariamente un fat-
sembra riavvolgersi per ripartire di nuovo tore negativo: se i primi Cherry Five erano
da capo. Il duo, attratto dall’idea di riallac- intenti a emulare i miti del prog inglese
ciarsi all’esperienza di Rustichelli e Bordi- a loro coevi, Yes e Genesis in particolare,
ni, realizza un paio di brani strumentali per contaminandoli con la forza e l’incoscien-
alcune compilation tributo dedicate alle za della gioventù, la nuova formazione
accoglie invece tra le note una solennità
inedita, sfiorando a tratti territori più dark
in stile Balletto di Bronzo e Metamorfosi.
Tra le note più liete, l’ottimo lavoro alle
tastiere (tutte rigorosamente vintage) di De
Rossi, solido e corposo, e il drumming di
Bordini, deliziosamente creativo e musi-
cale. La copertina, anch’essa epica e ma-
cantiche della Divina Commedia (Infer- estosa e quindi perfettamente in tema con
no e Paradiso) edite dalla Musea Re- il contenuto musicale dell’album, è opera
cords. La cosa non passa inosservata della pittrice romana Daniela Ventrone. Il
e la Black Widow Records per prima dipinto, un olio su tela intitolato “Sedotti
intuisce le potenzialità del progetto. dalla superbia”, rappresenta la Superbia
Il coinvolgimento di Tony Tartari- come una donna intenta a sedurre i gi-
ni permette infatti di rispolverare ganti presenti nel Canto XXXI dell’Inferno
a sorpresa la vecchia sigla Cherry dantesco. L’immagine, secondo la miglio-
Five. Al nucleo formato da De Ros- re tradizione delle cover viniliche degli
si, Bordini e Tartarini si aggiungo- anni Settanta, si sviluppa in larghezza, con
no il contrabbassista Pino Sallusti, il paesaggio infernale che assume la forma
attivo da anni nel panorama jazz di rilievi brulli e di inquietanti appendici
internazionale, e il chitarrista rocciose, attraverso le quali si possono no-
Ludovico Piccinini, provenien- tare muoversi a fatica anche l’Alighieri e il
te dalla band rock demenziale Sommo Poeta.
Prophilax. “La sfida – spiega De
Rossi – era proprio quella di far IL POZZO DEI GIGANTI è disponibile
A sinistra: contratto
convivere personalità musicali discografico con la su etichetta Black Widow. More
tanto diverse, provenienti da Cinevox. info: www.facebook.com/cherryfiveband
90
fascino
fanzines
il
delle
Nobody’s Land
Il primo numero di questa fanzine “nordista”, sottotitolo “frammenti dell’utopia
progressiva”, esce nell’aprile 1994 (Peter Gabriel in copertina);
ne saranno prodotti 24 in totale, l’ultimo nel gennaio 1997 (Roger Waters).
Il 25, già pronto per la stampa, non fu mai pubblicato (Vittorio De Scalzi dei New Trolls).
Testo: Franco Vassia
C
redo di aver scoperto i ger- ai nodi in gola di quando, dalla legatoria,
mi del prog prima della sua usciva ogni prima copia e la nostra beata
nascita, grazie a DAYS OF ingenuità di poter almeno cambiare qual-
FUTURE PASSED dei Moody cosa, non soltanto a livello politico ma nel
Blues, A WHITER SHADE promuovere artisti che, altrimenti, non
OF PALE dei Procol Harum, a RAIN AND avrebbero mai avuto alcuna possibilità di
TEARS degli Aphrodite’s Child, a ODESSA salire sul carrozzone mediatico. E poi un
dei Bee Gees e ai Wallace Collection. La pensiero per Elio Ribotta, scomparso pre-
SINFONIA No. 9 di Dvorák, l’ARIA SULLA maturamente, il suo entusiasmo conta-
QUARTA CORDA di Bach, il CANON IN D gioso e la sua generosa amicizia. I numeri
dell’abate Pachelbel avevano già contagia- che mi hanno soddisfatto maggiorment
to gli schemi del tardo beat. Sono convinto sono stati gli ultimi, più il tempo passava
che proprio in quell’alveo – il 1967 – sia e più il giornale tendeva ad assumere un
nato il rock progressivo, in anticipo di due aspetto quasi professionale, sia per la ve-
anni da quello che dai più ne viene consi- ste grafica che per i toni critici e analitici di
derato il vero capostipite: IN THE COURT Marcello Parilli, di Antonio De Sarno e di
OF THE CRIMSON KING del Re Cremisi. tutti gli scapestrati Don Chisciotte pronti
Non dimentichiamo neppure che, proprio a combattere contro i mulini a vento. Le
in quel momento, faceva capolino in clas- interviste diventavano sempre più atipiche
sifica SGT. PEPPER’S LONELY HEARTS e coinvolgenti, ritenevamo che la cosa più
CLUB BAND dei Beatles, vero e proprio importante non fosse assecondare l’inter-
monolite del progressive rock. Dopo un locutore ma scoprirne le motivazioni, lo
periodo, tutto sommato glorioso, le riviste spirito e le origini delle opere. In sostan-
dell’epoca mostravano la corda, vittime za, posso dire che chiunque, anche se con
designate del riflusso e del disimpegno: un solo articolo, ha lasciato un solco pro-
«Ciao 2001» in primis, come era già acca- fondissimo nella nostra terra di nessuno.
duto a «Qui Giovani», «Nuovo Sound», Rimane un ricordo bellissimo, purtroppo
«Gong», «Muzak». «Nobody’s Land» vole- vecchio di vent’anni, fuori da quello stec-
va rappresentare un ponte che collegasse cato il Paese è riuscito a distruggersi e a di-
quelle urgenze ed esperienze, una “terra di struggere quasi tutto: il lavoro, la politica,
nessuno” sulla quale innestare i semi della l’impegno civile, la solidarietà, la musica,
musica, della cultura e della politica. Se il il calcio, il cinema, la letteratura. La corru-
progressive ne era la matrice essenziale, zione e l’ignoranza sono i paladini di una
ampio spazio veniva comunque dedicato nuova era e di terre di nessuno ne resta-
al rock, al folk e al cantautorato più clas- no ormai ben poche. Ho lasciato, prima di
sico. Una rivista che, oltre a editoriali piut- tutto, per la perdita della compagna di una
tosto sferzanti e corrosivi sugli usi e sugli vita, il dolore ha spento il mio entusiasmo;
abusi di una classe politica ripugnante, comunque poi i costi erano diventati una
raccoglieva le testimonianze di quelle che, montagna insormontabile.
al tempo, erano le sentinelle della demo-
crazia: il procuratore Gian Carlo Caselli,
don Luigi Ciotti, Giovanni Impastato,
«Nobody’s Land»
Marco Travaglio, Gian Antonio Stella. I fu la pubblicazione
momenti che ricordo con maggiore affet- progressiva più
to? Sicuramente quando, per preparare un apertamente
numero, il gruppo redazionale si riuniva al schierata socio-
politicamente,
gran completo. Si respirava un’atmosfe-
tanto da essere
ra particolare, uno spirito cameratesco e tacciata di
quasi carbonaro. Penso agli occhi lucidi e “comunismo”.
91
I Barock Project hanno pubblicato
il quarto album, SKYLINE,
che sta ottenendo notevoli consensi,
sia a livello di critica che di pubblico.
La formazione emiliana vede ancora
presenti gli “eterni”, anche se sono
giovani, Luca Zabbini (tastiere,
basso) e Luca Pancaldi (voce) oltre
a due musicisti con cui si sono ben
affiatati: Eric Ombelli (batteria)
e Marco Mazzuoccolo (chitarre).
Q
il nostro album di debutto, mi rendo conto vita infame… ma forse la sua vera vita comincia
come i Barock Project non fossero per nulla nel vero senso adesso, mentre gli altri fanno i salti mortali per ra-
omogenei. Volevo avere un sound molto rock ba- cimolare qualche soldo.
rocco, per intenderci alla Nice o ELP prima manie- del termine, oggi la Per quanto riguarda Roadkill, stavo sviluppando
ra. Qualcuno si ostinò a farlo più americano… alla Skyline per renderla una ‘‘concept song’’.
Era diven-
Toto. Avevamo poco più di vent’anni e ci lasciammo priorita e la melodia . tata estremamente lunga e il tentativo non andò
suggerire alcuni cambiamenti, fra i quali convertire a buon fine.
Roadkill è dunque l’estrapolazione di
tutti i testi in italiano, con nostro leggero disappun- Credo sia il nostro quel lungo concept, infatti nei ritornelli la melodia
to.
Lo apprezzo pochissimo musicalmente, ma ho richiama proprio la coda finale melodica di Skyli-
dei bei ricordi.
Il successivo, REBUS (2009), pecca punto di forza ... ne.
Di stampo intenzionalmente rock, chitarre di-
nel missaggio e in alcuni testi, storte e il minimo indispensabile di tastiere (c’è an-
ma ritengo esponga idee che mio padre con un solo rock di flauto traverso),
interessanti, che oggi non si conclude con una sezione pianistico-orchestrale
scriverei più allo stesso in tempo di valzer.
Parla degli omicidi
modo.
Una svolta con turivano come un fiume in piena. Ini- compiuti sulle strade. Quanti omicidi
il terzo, COFFEE IN zialmente doveva essere un concept vengono compiuti ogni giorno che
NEUKÖLLN (2012). album, che trattasse della Germania noi non vediamo? Noi siamo dei e
È un album a cui divisa e della guerra fredda. In realtà togliamo la vita sulle strade a nostro
voglio bene, ispira- solo alcuni brani trattano dell’argo- piacimento. Il mondo e la natura tante
tomi da un viaggio mento.
L’incidente nucleare di Fu- volte non hanno significato e la mise-
a Berlino insieme kushima del 2011 m’ispirò Fool’s Epi- ricordia non è di questo mondo.
agli altri membri del logue, possiede le caratteristiche rock The Silence Of Our Wake è, forse, la mia
gruppo, in un freddo sinfonico dei Barock Project, sebbene preferita.
Venuta al mondo in una
inverno.
Le idee sca- l’abbia scritta sotto l’influenza di Beethoven. Opera giornata autunnale, fredda e piovosa, in seguito al
matura sotto molti punti di vista, dalla composizio- distacco dalla mia ragazza.
La parte finale, dal clima
ne alle sonorità, fino ai testi.
Anche se non bisogna quasi di disperazione, sintetizza lo stato d’animo di
mai prendersi troppo sul serio, non a caso in Streets quel momento.
Il testo parla degli alieni, antichi visi-
Of Berlin raccontiamo in modo ironico la nostra av- tatori del nostro pianeta. Li abbiamo venerati come
ventura berlinese. divinità. Adesso sono tornati e l’umanità non ha più
un futuro. Una visione positiva, no?
The Sound Of
SKYLINE sembra un disco sentito e allo Dreams è l’unica cantata da me.
Una notte ebbi un
stesso tempo “ragionato”, metabolizzato. incubo e mi svegliai di soprassalto.
La luce del matti-
Progressivo in senso abbastanza pieno, al di no filtrava dalle tapparelle e in testa mi venne l’idea
fuori dell’aspetto prettamente sinfonico. musicale.
Non c’è nulla da temere nei sogni.
Mentre prima puntavo più al discorso ‘‘prog’’ nel Spinning Away parte dalla costruzione di un groove
vero senso del termine, probabilmente abusan- ritmico di percussioni, basso e batteria, sul quale
done, da COFFEE IN NEUKÖLLN in poi mi sono dopo ho inserito le armonie e infine la melodia.
Di-
deciso ad asciugare un po’ il tutto, dando priorità vertente da suonare e che tratta, ironicamente, di
alla melodia, elemento fondamentale. Credo sia il una delle mie fobie più grandi: i ragni.
Tired è un
nostro punto di forza. Altra mia esigenza è la com- grido di sfogo, di aiuto al senso di inadeguatezza
posizione, totale e finale, non necessariamente in personale che avvertivo in un determinato perio-
base al mio strumento. Tanto è vero che oggi mi do. Come Eric giustamente disse: ‘‘Mi fa venire in
sono dedicato meno ai synth e alle tastiere. Alcuni mente uno che la canta urlando a squarciagola da
brani li ho concepiti tranquillamente sulla chitarra uno scoglio sul mare in burrasca’’! Stilisticamente
acustica in modo diretto e senza tanti fronzoli. In richiama un classico preludio di Bach e sfocia in
più, abbiamo avuto la possibilità di avere un ottimo un’orchestrazione massiccia.
La parte conclusiva
scrittore di testi, Antonio De Sarno, già coi Moon- strumentale è la ripresa, riadattata, di una suite
garden.
L’idea di Gold nasce nel 2010, sul treno di scritta a 18 anni.
A Winter’s Night racconta di una
ritorno da Roma (titolo originale: Rome), guardando sera di dicembre, quando cominciano ad apparire
gli antichi acquedotti sfilare tra i pini fuori dal fine- tutte le lucine, gli addobbi fuori dalle case, quando
strino. È l’inizio di SKYLINE.
La parte più romanti- gli animi dei parenti e degli amici si avvicinano per
ca, verso il finale, è stata composta due anni dopo, darsi calore, mentre le campagne intorno sono tut-
durante un periodo malinconico.
Il testo è quasi te gelate e i camini fumano alla luce della luna.
The
una supplica di condivisione. Insieme si potrà di- Longest Sigh in un primo tempo doveva essere la
pingere il futuro dorato senza atti di fede o miracoli, seconda parte di Gold, infatti erano unite.
Suono
che possiamo fare solo noi. molto Genesis con la linea melodica forte e inci-
Overture, nonostante il titolo, è stata composta per siva.
Parla di un amore quasi clandestino, vissuto
ultima.
Cercavo un’apertura per l’imminente festi- nell’ombra e che un giorno, per forza di cose, dovrà
val prog di Veruno, settembre 2014.
Così, qualche vivere di libertà e cieli aperti. Anche correndo dei
mese prima, nacque questo pezzo di stampo vir- rischi ma forte della voglia di riuscire.
tuosistico. Skyline è stata scritta a maggio 2012,
la prima parte pochi giorni antecedenti il violento SKYLINE è distribuito da www.starsofitaly.com -
sisma in Emilia, che mi ha coinvolto in prima per- Info: www.barockproject.it
93
L’Uomo
“Sax appeal”:
Theo Travis soddisfa
il suo amore per il jazz prog
con il suo nuovo album
TRANSGRESSION.
che… Negli otto anni che sono trascorsi dal suo ultimo disco
solista, il camaleontico Theo Travis è riuscito a suonare
con alcuni dei nomi più importanti del prog. Ora è tornato
con un disco tutto suo, TRANSGRESSION, un mix
spettacolare di rock progressivo e improvvisazioni jazz.
“Ho avuto un po’ da fare”, dice la stella del sax…
Testo: Sid Smith Foto: Andrew Simpson
D
icono che le cose buone capitano tre a essere un componente in pianta stabile dei
a chi sa aspettare, un’espressione Soft Machine Legacy, dopo aver preso il posto che
che i fan di Peter Gabriel indub- fu di Elton Dean, nel 2008 è entrato a far parte dei
biamente conoscono bene. Ma col Gong di Daevid Allen e Steve Hillage, suonando
passare degli anni, un nuovo disco nel 2009 sull’album 2032. Nello stesso anno ha
in studio di quel pigrone che ama girare in Segway cominciato una collaborazione con Robert Fripp
sembra una prospettiva sempre più remota. An- che ha visto il duo intraprendere diverse tournée
che Theo Travis è un musicista che ama lasciar e che ha fruttato, a oggi, ben quattro album, l’ul-
passare del tempo tra un album e l’altro, sebbene timo di quali (FOLLOW) è del 2012. Poi c’è stata
sia il primo ad ammettere di non suscitare nel suo la sua collaborazione con Steven Wilson, sia in
pubblico le stesse aspettative da parte dei fan di studio che in tour, un periodo che ha voluto do-
Peter. Eppure, dall’ultimo disco in studio di Travis, cumentare in un vero e proprio diario intitolato
DOUBLE TALK del 2007, al nuovo TRANSGRES- TWICE AROUND THE WORLD: STEVEN WILSON
SION, sono passati ben otto anni. “Ho avuto un TOUR BLOGS 2012-13, pubblicato l’anno scorso. Il
po’ d’impegni in questo periodo”, scherza, chiaren- titolo dimostra, se ce ne fosse bisogno, che gli ulti-
do subito che non è stato con le mani in mano. mi otto anni sono stati un periodo incredibilmente
“Sono stato molto occupato con vari progetti”. Ol- indaffarato per il sassofonista. “Questo è stato il
Da sinistra:
Pete Whittaker,
Theo Travis,
Mike Outram,
Nic France.
ANDREW SIMPSON/PRESS
94
«Quando lavori su materiale tuo,
come in questo caso, puoi fare tutto
quello che vuoi, all’interno
di qualsiasi genere musicale.
Puoi saltare da una cosa a un’altra,
suonarla più rock o più jazz,
metterci più improvvisazione»
mio compagno di viaggio mentre ero con Steven”,
dice mostrando il taccuino in pelle di talpa pieno
di carta pentagrammata. Oltre a tenere un diario,
Travis stava infatti buttando giù anche temi e idee
musicali per quello che sarebbe stato il suo nuovo
lavoro solista. Ride: “È da molti anni che lavoro
a questo disco! Questa è la prima occasione che
ho da un sacco di tempo per dedicarmi comple-
tamente a una cosa tutta mia”. La domanda sor-
ge spontanea: avendo trascorso una buona parte
degli ultimi otto anni a suonare materiale di altri
artisti, ha forse avuto qualche problema a ripren-
dere in mano le redini della situazione? “Serve una
mentalità diversa quando si lavora con altri rispet-
to a quando si lavora al proprio materiale. Ci sono
diversi livelli di collaborazione. La roba con Fripp,
per esempio, era il frutto di una relazione molto
aperta e artisticamente paritaria, in parte proprio
come conseguenza di questa apertura. Per quanto
concerne il mio lavoro con Steven Wilson, invece,
era lui a comandare. Io ho solo suonato il flauto
e il sassofono nel suo gruppo, facendo quello che
mi veniva richiesto di volta in volta a secondo del
contesto musicale. Quindi era un ruolo molto spe-
cifico, lui sa esattamente cosa vuole e fa di tutto
per ottenerlo. Quando lavori su materiale tuo,
come in questo caso, puoi fare tutto quello che
vuoi, all’interno di qualsiasi genere musicale. Puoi
saltare da una cosa a un’altra, suonarla più rock
o più jazz, metterci più improvvisazione. Sei tu a
decidere come sarà mentre scrivi e che suono dare
al risultato finale. Quando fai le cose a nome tuo
hai una responsabilità diversa rispetto a suonare
con altri. A essere onesti, però, mi piace fare en-
trambe le cose”. Travis è sicuramente un tipo che si
sente a suo agio in qualsiasi genere musicale. De-
scrive il suo nuovo lavoro come progressive jazz.
“Il che significa, in pratica, che è in parti uguali
derivato sia dal jazz che dal rock progressivo stru-
mentale. È interessante tornare al jazz dopo aver
lavorato con artisti prog, capisci che la musica
rock è più prodotta, più assemblata, per esempio
con i file che vengono inviati in studio e gestiti
separatamente. Nel jazz si procede in modo più
spontaneo e immediato, suonando dal vivo in stu-
dio, guardandosi negli occhi e ottenendo quella
risposta istantanea da chi ti sta davanti. Anche se
TRANSGRESSION è decisamente più rock dei miei
lavori precedenti, il modo in cui abbiamo provato,
suonato e registrato tutto in presa diretta è molto
più jazz come approccio”. Nonostante avesse ac-
cumulato un’impressionante numero di contatti
– gli ospiti nei suoi dischi precedenti comprende-
vano il bassista Richard Sinclair (Caravan, Camel),
95
theo travis
il trombettista Palle Mikkelborg (Gil Evans, George qualche assolo di chitarra tagliente e una scrittura
Russell, Gary Peacock, Jan Garbarek, Miles Davis), musicale drammatica”. Forse il pezzo che potremmo Scelte prog
Robert Fripp, Daevid Allen e altri – Travis ha deci- definire più “commerciale” è Smokin’ At Klooks. Sia il
so di affidare TRANSGRESSION al suo quartetto, brano che il titolo sono un omaggio al Klooks Kleek,
Theo Travis rivela quali sono i suoi tre
composto da Nic France alla batteria (David Gil- il locale nel nord ovest di Londra che divenne il ful- pezzi prog preferiti di tutti i tempi
mour, Steven Wilson, Ian Carr’s Nucleus, Bill Whi- cro della scena del British Blues dei primi anni ’60.
ters), Mike Outram alla chitarra (Steven Wilson, “Abitavo proprio dietro l’angolo del Railway Hotel AWAKEN
Herbie Mann) e Peter Whittaker all’organo Ham- a West Hampstead dove si trovava il club. Era dove DA GOING FOR THE ONE
mond (Jim Mullen, John Etheridge, Wonder Stuff, andavano a suonare tutti i musicisti professionisti – YES
Catherine Wheel). “Mi piaceva l’idea di non coin- dell’epoca, nomi tipo Eric Clapton, Peter Green, Per me rappresenta la vet-
volgere altri musicisti ma limitarmi a noi quattro, John Mayall, Keith Richards ecc. Partirono da que- ta dell’epicità prog. Al suo
dalle prove alle registrazioni fino ai concerti. Vole- sta piccola stanzetta in un pub per diventare i più interno sono contenute
vo che suonassimo come una band dall’inizio del- grandi nomi del rock mondiale”. È un blues lento delle sezioni più simili a
le registrazioni fino ai live, per vedere quello che che evoca lo stile struggente di Peter Green e il suo canzoni, all’inizio e alla
fine ci sono dei soundscapes che sembrano prove-
riuscivamo a combinare tutti insieme”. Travis rivela periodo con i Bluesbreakers di John Mayall. “Stavo
nire da un altro mondo, ci sono linee melodiche che
che il disco ha un’atmosfera e un sound molto più cercando di ottenere proprio quel mondo sonoro e crescono e si sviluppano, degli splendidi assoli di chi-
dark rispetto ad alcuni dei suoi primi lavori, e che il l’assolo di chitarra di Mike Outram è riuscito a cat- tarra e tastiere e una fantastica struttura che monta
brano che dà il titolo all’album è quello più vario e turare quel suono malinconico di Peter Green che sempre di più facendoti letteralmente viaggiare.
più lungo. “Ha una melodia abbastanza semplice ho sempre amato. L’idea era quella di combinare il
ma poi inizia a viaggiare, passando attraverso va- tutto in un brano bluesy strumentale, col flauto che CARRYING NO
rie sezioni e cambi di tempo. Volevo che iniziasse in si inserisce in un blues non convenzionale – è in 16 CROSS
maniera semplice ma poi trasportasse l’ascoltatore battute invece delle solite 12”. Travis vorrebbe por- DA DANGER MONEY
– UK
Come Awaken, è un pezzo
«Mi piace sentire un gruppo spingere un che inizia dolcemente e
delicatamente come una
po’, con qualche assolo di chitarra tagliente bella canzone ma poi cre-
sce sempre più fino a tornare al punto di partenza. Mi
e una scrittura musicale drammatica» piace il modo in cui sono sviluppate le varie sezioni
e il suono d’insieme. La registrazione è perfetta, il
suono di batteria di Terry Bozzio è imponente e in ge-
in posti musicalmente distanti tra loro. Avere una tare TRANSGRESSION in tournée in Inghilterra e nerale si tratta di una composizione assolutamente
composizione che ti consente di fare una cosa del all’estero anche l’anno prossimo. Dopo ha intenzio- organica e pregevole.
genere, un pezzo di una certa durata che incorpora ne di aspettare, come direbbe il collega Fripp, “che
SHINE ON YOU
elementi di composizione ed esecuzione jazz insie- il futuro si presenti”. Quindi ci sarà da aspettare altri
CRAZY DIAMOND
me a un rock senza fronzoli era uno degli obiettivi. otto anni per il prossimo disco? “Spero proprio di DA WISH YOU WERE
Mi piace sentire un gruppo spingere un po’, con no!”, dice ridendo. Sebbene niente sia stato anco- HERE – PINK FLOYD
ra definito, Theo auspica che il futuro prossimo gli Non è solo una grande
possa portare una nuova collaborazione con Andy canzone, con quelle mi-
Tillison (Tangent) e il proseguo dell’avventura con steriose note di chitarra
i Soft Machine Legacy (John Etheridge alla chitarra, che emergono dal sotto-
Roy Babbington al basso e John Marshall alla batte- fondo iniziale, ma una composizione che contraria-
ria) con ospite al piano quella leggenda vivente che mente a tante altre ha la possibilità di respirare e
si chiama Keith Tippett. Tutti progetti che attende svilupparsi a pieno. Il fatto poi che il punto di arrivo
del pezzo sia l’assolo di sax più straordinario nella
con ansia ma, almeno per ora, il nuovo disco è al
storia del rock è la ciliegina sulla torta. Sicuramente
centro della sua attenzione. “Credo che la musica il punto più alto dei Pink Floyd!
contenuta nell’album abbia abbastanza elementi
rock da risultare interessante per chi mi ha sentito
con i Soft Machine Legacy, Steven Wilson o Robert Fripp. Rappresenta esattamente il posto dove mi
trovo adesso musicalmente, un crocevia tra jazz,
rock e prog. Spero di riuscire a far venire fuori tutto
questo”.
Travis con i
Soft Machine
Legacy
(in alto a
sinistra),
Steven Wilson
CLAUDIO LODI
(al centro)
e Robert Fripp
(a destra).
96
Se leggi CLASSIC ROCK
LIFESTYLE, ti possono
piacere anche...
COD. CRS03
€ 9,90
COD. CR12 N 12 - MOVEMBRE 2013 COD. CR13 N 13 - DICEMBRE 2013 COD. CR14 N 14 - GENNAIO 2014 COD. CR15 N 15 - FEBBRAIO 2014 COD. CR16 N 16 - MARZO 2014
COD. CRS02
COD. CR20 N 20 - LUGLIO 2014 COD. CR24 N 24 - NOVEMBRE 2014 COD. CR25 N 25 - DICEMBRE 2014 COD. CR27 N 27 - FEBBRAIO 2015 COD. CR28 N 28 - MARZO 2015 € 9,90
COD. CR29 N 29 - APRILE 2015 COD. CR30 N 30 - MAGGIO 2015 COD. CR31 N 31 - GIUGNO 2015 COD. CR32 N 32 - LUGLIO 2015 COD. CR33 N 33 - AGOSTO 2015
Per una rivista spedizione tramite posta tradizionale al costo aggiuntivo di € 3,90 ∆ Carta di Credito N. (Per favore riportare il numero della Carta indicandone tutte le cifre)
Per due o più riviste spedizione tramite Corriere Espresso al costo aggiuntivo di € 7,00
Scad. CVV
(Codice di tre cifre che appare sul retro della carta di credito)
TOTALE COMPLESSIVO €
Nome e Cognome del Titolare della carta (può essere diverso dall’abbonato)
Data Firma del titolare
Informativa e Consenso in materia di trattamento dei dati personali - (Codice Privacy d.lgs. 196/03) Sprea Spa Socio unico Sprea Holding Spa con sede in via Torino 51 – 20063 Cernusco s/
Naviglio (MI) è il Titolare del trattamento dei dati personali che vengono raccolti, trattati e conservati ex d.lgs. 196/03. Gli stessi potranno essere comunicati e/o trattati da Società esterne Incaricate.
Ai sensi degli artt. 7 e ss. si potrà richiedere la modifica, la correzione e/o la cancellazione dei dati, ovvero l’esercizio di tutti i diritti previsti per Legge. La sottoscrizione del presente modulo deve in-
tendersi quale presa visione, nel colophon della rivista, dell’Informativa completa ex art. 13 d.lgs. 196/03, nonché consenso espresso al trattamento ex art. 23 d.lgs. 196/03 in favore dell’Azienda.
«Era già difficile
immaginare
gli Yes senza
Jon Anderson
ma senza
Chris Squire
è sicuramente
la fine di un’era»
ADS
Rick Wakeman è uno dei tastieristi eccellenti della scena musicale, non solo a
livello progressivo. Lo abbiamo incontrato ad Asti nella sua unica data italiana,
dove ha proposto un concerto di solo pianoforte acustico. Nel suo DNA gli Strawbs,
David Bowie, Cat Stevens e, ovviamente, gli Yes…
osa hai provato la prima volta Testo: Antonio De Sarno | Immagini: Marco avessi imparato e perché non mi avesse mai
che sei entrato in uno studio di Chierico/Coldiferro, Antonio De Sarno sentito prima. Non ebbi il coraggio di dire
registrazione? che era la mia prima session e quindi gli dissi
Avevo 16 anni, forse 17, era uno una bugia. Mi chiese di andare nei suoi uffici
studio della BBC dove si registra- a Oxford Street l’indomani alle dieci e a quel
va dal vivo per la radio, all’interno di un volta che entrai in sala per registrare, c’era- Rick Wakeman
punto gli dovetti confessare che a quell’o-
durante il suo
gruppo, credo nel ’65/66. I grandi musicisti no dei produttori come Denny Cordell, Tony concerto nella ra dovevo essere a scuola. A quel punto mi
in quegli anni partecipavano alle registrazio- Visconti, nomi grossi. Fui sbalordito. Piazza della suggerì di marinare la scuola per mettere alla
ni. In quel posto incontrai tutti i miei idoli: Cattedrale ad Asti, prova la mia voglia di suonare. Ovviamente
Jimmy Page, Keith Moon, John Entwistle. Avevi appena terminato lo scorso 8 luglio. mi presentai alle dieci in punto! Tornando al
La mia prima session invece, fu in Barnes, la scuola, immagino… discorso di prima, all’epoca nessuno pubbli-
a Londra, ma oggi quello studio non esiste No, andavo ancora a scuola! Fu stranissimo. cava foto scattate all’interno degli studi di re-
più. Registrai delle parti per un certo Jimmy Tornando alla session. C’era un brano soul e, gistrazione, avevano un alone di mistero tale,
Thomas, il cantante della band di Ike & Tina appena registrai la parte a modo mio, Denny in effetti erano come una sala operatoria. La
Turner. Tutti credono che Ike fosse la voce Cordell mi chiamò in sala regia chiedendomi mia prima volta fu molto importante.
solista di quella formazione ma in realtà lui dove avessi imparato a suonare in quel modo.
si limitava alle parti di chitarra. The Running “Forse volevi qualcosa nello stile di Booker T Ti chiamavano “One Take” Wakeman …
Kind per la Regal Zonophone. Fu la prima e soci?”. Lui rispose: “No”. Voleva sapere dove Il tempo era denaro all’epoca. Grazie alla mia
98
Tra le parti di pianoforte
più famose registrate
da Wakeman c’è sicuramente
quella di Life on Mars
di David Bowie.
MC
Immagino che dopo ti sarai sentito
imbarazzato…
Moltissimo, non avevo idea di chi fosse ma
appena siamo scesi dal palco ci dissero che
non avremmo più suonato a Parigi! Anzi, ho
dovuto lasciare il Paese quasi di nascosto e
adesso la cosa fa un po’ ridere. Avevo appe-
na compiuto 21 anni. Non saprei dirti quanti
anni avesse all’epoca, dovrei fare due conti!
Di sicuro molti più di me! Più o meno 70!
Teatro Olimpico di Ma il Leader Maximo ha assistito ai tuoi tizie da un paio di giorni e poi ho ricevuto
Vicenza, 24 aprile 2015. concerti? una e-mail dal manager. Non è qualcosa
No, ma andai a vedere uno dei suoi discor- che ti aspetti. Il funerale è stato fatto in
si fiume; quattro ore senza appunti! Avevo fretta negli Stati Uniti e ci sarà un tributo
un’interprete e rimasi affascinato. Poi riu- anche in Inghilterra ma per ora non co-
scii a trascorrere quattro, forse cinque ore nosciamo la data. È sicuramente la fine
con lui. di un’era. L’unico a essere stato con gli
Yes per tutta la loro storia. Buona o cat-
La tua decisione di ritirarti dalle scene tiva che sia stata, ovviamente non sarò io
fu di qualche anno dopo, se non ricordo a decidere ma mi sembra il momento giu-
male. sto per chiudere la storia del gruppo. Non
Mi ero stancato di essere fregato conti- so. Era già difficile immaginare il gruppo
nuamente. Succede a tutti prima o poi. senza Jon ma senza Chris non è così diver-
È difficile smettere, lo so. Promoter e so da una tribute band. Sarebbe un buon
case discografiche mi spingevano sem- momento per fermarsi ma dipenderà da
pre più a chiedermi per quale motivo Alan e Steve ovviamente. È molto diffici-
stessi continuando a suonare. Aveva più le… per me sarebbe la cosa giusta da fare.
senso starsene a casa a suonare il piano.
Ti poni delle domande. Mia moglie all’e- Tuo figlio Oliver ha preso
poca mi suggerì una soluzione diversa. il tuo posto negli Yes
Non quella di smettere ma di cambiare dal 2008 al 2011...
tutte le persone attorno a me che contri- Oliver, sì… teniamo le cose in famiglia, si
buivano a togliermi l’entusiasmo. Ci pro- dice.
vai e tutto cambiò. Ci misi quasi cinque
anni per liberarmi di tutti ma ne è valsa E l’idea di passare il ruolo di Chris a
la pena. Pochi di noi si ritirano sul serio. Billy Sherwood?
Ammiro chi, come Bill Bruford, ci riesce. Quando gli fu diagnosticata la leucemia
Ridurre quello che fai è naturale a una avevano già una tournée pronta e così
certa età e si dice, in inglese “Die with hanno chiamato Billy a suonare il basso,
your boots on”. che è mio amico, non fraintendetemi, e la
cosa mi sembrò molto strana. Non cono-
Chris Squire è scomparso sco tutta la storia, con gli Yes niente è mai
a fine giugno… stato facile. Auguro a tutti loro solo bene
Sapevo della leucemia. Non è stata quella e so che sarà molto difficile per Alan, che
alla fine, è stata un’infezione. Aveva solo all’interno del gruppo è quello che lavora-
qualche mese più di me, povero Chris. È va più a contatto con Chris. Un matrimo-
veramente strano. Abbiamo poco più di nio a tutti gli effetti. Per Alan sarà vera-
sessant’anni. Se fossimo attorno agli ot- mente difficile. Veramente difficile…
tanta o novanta potevamo quasi accet-
tare la cosa. Io sapevo che il trattamento Info: www.rwcc.com – per l’intervista si
stava funzionando. Non avevo avuto no- ringrazia Claudio Canova.
101
JON
ANDERSON
L’ex cantante degli Yes svela tutti i segreti di voler piuttosto discutere dei pro-
getti futuri, ovvero della sua collabo-
del suo album con il violinista francese razione con il violinista Jean-Luc Pon-
Jean-Luc Ponty, ci dice la sua sugli Yes ty (Frank Zappa, Mahavishnu Orche-
stra, Alan Sorrenti, Stanley Clarke, Al
attuali e si confessa a 360 gradi, passando Di Meola, Chick Corea).
da Sibelius alle spogliarelliste e allo Ma durante la nostra conversazione, «Quando sono
spiritualismo. Anderson finisce per guardare sia
avanti che dietro, e anche di lato, so-
in tour da solo
Testo: Mark Blake pra e sotto. Se scavi un po’ più a fon- è come se fossi
do, capisci che il suo spirito da “viag-
giatore astrale” non è poi così distante
ancora con gli
D
omani mattina, e pro- geles, ti aspetti che risponda: “Vicino da quello d’inizio carriera, quando Yes, del resto
babilmente anche le al bordo, giù lungo il fiume”, in realtà cantava mentre consegnava il latte
prossime mattine, a San Luis Obispo si trova a tre ore e nella cittadina di Accrigton.
quelle che canto
meno che non sia im- mezza di strada a nord di Los Angeles. Prima di tutto, comunque, c’è PRO- sono le mie
pegnato in qualche Non se la passa poi tanto male, que- GENY – il box set di 14 Cd contenente
tour, Jon Anderson farà colazione a sto settantenne inglese del Lancashi- sette concerti degli Yes registrati nel
canzoni»
letto con sua moglie Jeane, nella loro re, cantante, autore ed ex Yes in esi- 1972 – da analizzare nel dettaglio. O
casa di San Luis Obispo, California, lio. Eppure, c’è stato un momento in forse no…
cittadina nata come missione spagno- cui le cose non andavano così bene.
la nel diciottesimo secolo. “E poi ce ne Nel 2008, Anderson ha avuto dei seri Hai avuto modo di ascoltare tutto
staremo seduti per un po’ a guardare problemi respiratori, la cui risolu- Progeny?
gli uccelli, i cervi e i conigli appena zione ha richiesto mesi, costandogli No (ride), perché non mi hanno anco-
fuori dalla casa”. il posto negli Yes, che nel frattempo ra fatto avere la mia copia. Comun- Se vogliamo estremizzare il con-
La sua voce melodiosa suona deci- continuano a suonare dal vivo senza que lì dentro c’è la musica di una vita cetto, possiamo dire che quella
samente familiare a chi ha ascoltato di lui. intera. Ricordo perfettamente quel del 1972 è stata la line up classi-
i vecchi album degli Yes, a tal punto Oggi, quando si parla della sua salu- periodo. Gli Yes erano al settimo cie- ca degli Yes…
che alla domanda su dove sia posi- te, è decisamente sbrigativo (“tutto lo, siamo rimasti lassù per una decina Indubbiamente. Se ripenso a quei
zionata la sua casa rispetto a Los An- bene, sto bene”), dando l’impressione d’anni almeno. concerti posso dire che il gruppo era
in armonia, sia musicalmente che
mentalmente.
Chris Squire?
Gli ho inviato una mail non appena
ho saputo che stava male, purtroppo
non ce l’ha fatta. Chris era un fratello
di musica, al di là di tutto quello che
è accaduto tra noi. Non ce l’avrei mai
fatta se non fosse stato per lui. Sono
stato con gli Yes per 35 anni – pratica-
mente metà della mia vita. Non posso
dimenticarlo. Ho pregato per lui ogni
giorno, cercando di trasmettergli tut-
ta l’energia del mio amore. Sono stato
comunque contento di averlo risenti-
to prima della scomparsa.
Era brutta?
Di più, era spaventosa!
I
con Chris ci eravamo conosciuti addirit-
l dolore che si è abbattuto sui musicisti parlare, per nessuno di noi. Le ultime due tura 10 anni prima. In tutto questo tempo
e sui fan dopo la notizia della morte di settimane sono state molto difficili. Ave- passato insieme è normale diventare molto
Chris Squire (4 marzo 1948 – 27 giu- vamo avuto consapevolezza di quello che legati, fare affidamento uno sull’altro… e
gno 2015) è stato incommensurabile. stava accadendo parecchio tempo fa ma lui non esitava mai quando c’era bisogno”.
Ogni testimonianza ha contribuito a nessuno si aspettava che la situazione peg- Da un punto di vista musicale, la coppia
sottolineare come Squire fosse considerato giorasse così rapidamente. Alla fine è stato formata da Alan White e Chris Squire ha
Chris Squire
uno dei più innovativi e talentuosi bassi- con il suo amico
tradito dal cuore, non è stato il cancro a uc- sviluppato un’intesa che non teme para-
sti al mondo, oltre a riconoscerne l’indole e compagno negli ciderlo. Era diventato molto debole. Abbia- goni. C’era una consonanza tale su come
socievole e l’abilità nel mantenere gli Yes Yes, Alan White. mo continuato a parlare tutto il tempo, era dovesse essere arrangiato un brano in stu-
sempre sulla cresta dell’onda, nonostante i dio, o su quale variazione potesse essere
frequenti cambi di line up. apportata per rendere più fresco il concerto,
Per tutti questi motivi, la sua dipartita è sta- che i due non avevano neanche bisogno di
ta avvertita ancora di più da tutti coloro che parlare. Il modo in cui Squire suonava il
hanno avuto modo di lavorare al suo fianco basso era pioneristico, spesso utilizzandolo
negli ultimi cinquant’anni. Tra queste per- da strumento solista e, come giustamente
ROBERT KNIGHT ARCHIVE/GETTY IMAGES
sone, figura senza dubbio il batterista Alan fa notare White, quell’approccio divenne
White, avendo formato insieme a Squire la un aspetto caratteristico ed essenziale nel
sezione ritmica degli Yes per ben 43 anni fi- sound degli Yes.
lati. Nonostante la sofferenza del momento, “Posso ancora vederlo davanti ai miei occhi
White si è reso disponibile a parlare del suo mentre imbraccia il suo Rickenbacker, suo-
vecchio amico, ripercorrendo gli avveni- nandolo quasi come se fosse una chitarra
menti degli ultimi tempi e puntualizzando elettrica. Era veramente una sua caratteri-
come Squire fosse sempre stato convinto di stica ed è diventata subito anche una pecu-
sconfiggere la sua malattia. liarità nella musica degli Yes, durante tutta
“Non si tratta di un argomento facile di cui la carriera. Lo stile di Chris era sempre pre-
108
Chris Squire:
4 marzo 1948 –
27 giugno 2015.
109
starship trooper
sente nella musica che suonava. Nel mon-
do del music business, Chris era una vera e
propria icona e un musicista che è stato in
grado di sviluppare uno stile unico. Grazie
a lui, tantissimi bassisti e musicisti hanno
avuto un punto di riferimento, compreso
me. Insieme ne abbiamo passate di tutti i
colori. Ho lavorato con lui così a lungo che
puoi immaginare quanto sia difficile per
me pensare di dover suonare senza di lui.
Avevamo un rapporto in cui non c’era bi-
sogna di tante parole per capire cosa l’altro
avrebbe fatto. Già sapevamo perfettamente
cosa stava per accadere quando suonava-
mo insieme”.
Al di là della sua reputazione nel mondo
della musica, Squire ha svolto un ruolo
cruciale nella storia degli Yes. L’unico a
essere presente in ogni album della band,
ne divenne il leader naturale, specialmente
negli ultimi anni in cui i cambi di formazio-
ne all’interno del gruppo erano diventati
sempre più frequenti. In ogni caso, anche
nei gloriosi anni Settanta, Squire sentiva la
responsabilità di assicurarsi che la produ-
zione musicale del gruppo fosse conforme
agli standard elevati che lui stesso si era
prefissato. Tutto ciò diede origine a diverse
discussioni all’interno della band, special-
mente con Jon Anderson. Ma erano proprio
quelle scintille e quel tipo di attrito tra i due
che, secondo White, portarono alla creazio-
ne delle composizioni più stimolanti.
“Furono loro due, Chris e Jon, a fondare il
gruppo. Avevano un rapporto particolare,
bello, anche se molti non saranno d’accor-
do”, afferma White con un sorriso ironico.
“Diciamo che erano come lo yin e lo yang.
Se a Jon piaceva una cosa, Chris la detesta-
va. Quando invece era Chris a non amare
qualcosa… Jon l’adorava. Penso che a volte «Era molto orgoglioso del
lo facessero quasi apposta. Ma questo tipo
di relazione è stata alla base degli Yes fin fatto che fossimo “gli Yes”,
dall’inizio e per tutta la carriera del grup-
po. Era proprio questo tirare da una parte e che avessimo qualcosa
e dall’altra, per cercare di ottenere sempre
il massimo, che ha portato gli Yes al suc-
che ci distingueva dagli
cesso. Normalmente la trafila era positiva
perché finivano per accordarsi nel mezzo, e
altri gruppi in circolazione. pensiero era quello di puntare alla perfe-
zione assoluta, cercando di fare musica in
questa scelta era quella che funzionava me-
glio. Accadeva spessissimo. Penso che, nel
Avevamo il nostro marchio maniera differente dagli altri gruppi. Cre-
ammo un nostro standard e tutte le perso-
corso degli anni, Chris avesse capito di es- di fabbrica» ne coinvolte furono chiamate a uno scatto
sere un vero e proprio punto di riferimento di reni. L’asticella era molto alta all’epoca,
all’interno della band. Era sempre presente, e ancora oggi lo è. C’è una fotografia molto
voleva essere sicuro che stessimo andando conosciuta, che io ho qui appesa al muro,
nella giusta direzione. Ha dedicato tantissi- dove siamo in studio insieme al nostro tec-
mo tempo agli Yes, rappresentavano qual- nico del suono, Eddy Offord. Si vede tutto
cosa di fondamentale. Lo facevano andare il gruppo con le mani sui cursori del banco
avanti, gli davano la forza di alzarsi ogni perto solo quando era realmente necessa- mixer e lui che si limita a controllare quello
giorno dal letto per cominciare una nuova rio”. Fu proprio la sua abilità nell’eliminare che stiamo combinando. Ti fa capire come
giornata. Era molto orgoglioso del fatto che i punti deboli dalle nuove composizioni, tutti all’interno della band volessero che
fossimo “gli Yes”, diversi dagli altri gruppi in provando a imporre la sua opinione solo le proprie parti uscissero fuori nella ma-
circolazione. Avevamo il nostro marchio di quando era essenziale farlo, che divenne un niera migliore possibile. A volte, mentre
fabbrica”. aspetto fondamentale per il funzionamento tutto ciò avveniva, Chris preferiva mettersi
Ma Squire era tutto tranne che un dittatore. della band. Opinione condivisa anche da a sedere in fondo alla stanza. Ma quando
In realtà, quando in studio c’era una discus- White, che ricorda con piacere come ogni era necessario, non esitava un attimo ad
sione stava in silenzio da una parte prima di volta le cose andassero alla stessa maniera. avvicinarsi e a esprimere con fermezza la
esprimere la sua opinione. Rick Wakeman “Ricordo perfettamente che agli inizi, quan- sua opinione: ‘No, mi dispiace ragazzi ma
una volta disse che Chris “usciva allo sco- do dovevamo mixare un album, l’unico questa cosa va fatta in questo modo’. Nove
110
starship trooper
di un periodo di riflessione, magari stando
lontani dal gruppo, e che pensare di andare
in tour o registrare nuove canzoni sia qual-
cosa di assurdo in relazione a quanto è ap-
pena accaduto. Eppure è proprio White ad
affrontare l’argomento.
“Quando stava male, Chris mi ha chiesto
di fare in modo che tutto andasse avanti,
nonostante ciò che sarebbe potuto acca-
dere, ed è proprio quello che stiamo cer-
cando di fare. L’unica cosa che gli stava a
cuore è che gli Yes andassero avanti, che
il nome degli Yes godesse di considerazio-
ne e che la band fosse sempre costituita
da musicisti di alto livello, continuando
a creare la musica che l’ha sempre carat-
terizzata. Del resto lui era molto attento a
questi aspetti. Non sarà facile ma non pos-
siamo fare altro che farcene una ragione.
Non possiamo fermarci, dobbiamo portare
avanti il nome Yes e mantenere accesa la
fiamma. Io certamente mi farò carico di
esaudire il suo desiderio e portare avan-
ti tutto quanto, continuare a comporre
grande musica e allestire spettacoli di pari
livello. Dobbiamo fare in modo che tutto
questo accada, e che mantenga lo stesso
standard di perfezione che lui ha sempre
desiderato avesse. Dobbiamo proseguire e
onorare il nome Yes”.
Come se non bastasse, gli Yes termineranno
in questo mese il loro tour negli Stati Uniti
e in Canada, il che significa che di tempo
per riorganizzarsi ce n’è stato davvero poco
prima di tornare in scena. Tra aprile e giu-
gno 2016 saranno in Gran Bretagna e nel
resto d’Europa, compresa l’Italia (28/05,
Teatro Nazionale – Milano; 29/05, Gran
Teatro Geox – Padova; 31/05, Obihall – Fi-
renze; 1/06; Teatro Olimpico – Roma). Billy
Sherwoood era già stato contattato dopo
la conferma che Squire, a causa delle sue
BARRY PLUMMER
DEL BLUES
TAJ MAHAL
IL RIVOLUZIONARIO
Dagli autori di
IN EDICOLA
INTERVISTE: DARIO SALVATORI ★ JOHN LYDON ★ TONY BANKS ★ TIM BOWNESS
CLASSIC ROCK ★ MENSILE ★ #34 ★ SETTEMBRE 2015★ € 5,00
ESCLUSIVO! IRON MAIDEN: UN COMEBACK DA PAURA!
fascino
fanzines
il
delle
L
a svolta nell’evoluzione/edu-
cazione musicale di quasi
tutti si verifica solitamente
intorno alla preadolescenza. Il
momento, in sintesi, in cui da
ricevitore passivo si comincia a diventare
attore attivo della propria crescita. Spes-
so è proprio in quel frangente che capita
d’imbattersi nell’ascolto di qualcosa che
cambia la vita. Il mio percorso non ha fat-
to eccezione: nello specifico l’incontro con
la musica dei Genesis, intorno al 1977. Nel
decennio successivo la curiosità mi ha por-
tato altrove, ho vissuto in diretta l’evolver-
si, e il successivo involversi, dell’esperienza
new wave e post punk. Però, l’amore per il
rock progressivo non si è mai esaurito, anzi
è rifiorito tra la fine degli anni ’80 e l’inizio
dei ’90, contemporaneamente al rinascere
della stessa scena prog. L’idea di «Melodie
& Dissonanze» è nata proprio da questo
humus magmatico: il mio background mu-
sicale si è innestato nel ritrovato fermento
di nuovi gruppi ed etichette. Siamo partiti
in quattro nel 1992: io, Andrea Soncini, Al-
berto Stanzani e il compianto Max Teneggi.
L’idea era quella di dire la nostra sulla pas- o agli gli svedesi Landberk, di cui ho avuto
sione che ci accomunava, di condividerla il privilegio di produrre un album, uscito
con altri come noi e di farla conoscere an- dopo la chiusura della rivista). Nel 1995 mi
che a chi ne era estraneo. La raison d’être di sono ritrovato sulle spalle tutta la gestione,
«Melodie & Dissonanze» è ben sintetizzata oltre alla scrittura di articoli e recensioni:
da quanto scrissi nell’editoriale del nume- ritmi, scadenze e impegni editoriali aveva-
ro zero (ottobre 1992): “…abbiamo deciso di no trasformato la mia esigenza di scrivere
rispondere a quella che è prima di tutto una no- in qualcosa più simile al dovere. Mi ero reso
stra esigenza: un’informazione che contempli, in conto che era cambiato l’approccio con cui
modo speriamo esauriente, certe espressioni poco I due numeri della fanzine suscitarono un ascoltavo un disco, ormai indissolubilmen-
coccolate dalla critica ufficiale, un’informazione crescente interesse nell’ambiente. Il passo te funzionale alla recensione da fare. Mi
che soprattutto sia il più possibile indipendente successivo fu la trasformazione in rivista, sentivo un po’ l’impiegato di me stesso. La
dalle pressioni esercitate da tendenze di mercato, con registrazione in tribunale e direttore somma di questi fattori mi ha indotto a ter-
case discografiche o chi altri. È questa l’esigenza responsabile. «Melodie & Dissonanze» ha minare l’esperienza. A 20 anni di distanza
probabilmente avvertita da molti, senza dubbio vissuto e si è estinta alla velocità della luce: resto convinto della bontà della mia scelta,
da tutti coloro che ancora intendono la musica pochi anni bruciati dalla passione che sem- per la mia salute, fisica e mentale, e per
come un veicolo di emozioni che coinvolgano il brava inesauribile. Avevamo l’opportunità il rispetto dovuto a chi mi leggeva. Dopo
cuore ed il cervello, piuttosto che i piedi, il basso di confrontarci con molti artisti storici, che «Melodie & Dissonanze» mi è capitato di
ventre o il conto in banca. Il nostro foglio si rivol- avevano accompagnato la nostra formazio- Alcuni numeri scrivere di musica, ma solo in modo rigoro-
di «Melodie &
ge quindi a chi è sopravvissuto agli anni ’80 ri- ne musicale (Robert Fripp, Peter Hammill, Dissonanze». Il samente sporadico, limitandomi a seguire
uscendo a rimanere miracolosamente immune al Mauro Pagani) e giovani talenti, italiani e prezzo di copertina l’estro. E soprattutto riscoprendo il piacere
disimpegno”. Una redazione di quattro perso- non (penso ai Finisterre, tenuti a battesimo della rivista era dell’ascolto fine a se stesso, la passione per
ne animate da questo ambizioso proposito. da «M&D» sin dal primo demo; agli Echolyn di 5000 lire. la passione.
113
Tony Banks: ha deciso
di ripercorrere la sua
carriera nella nuova
antologia A CHORD
TOO FAR.
LA “CURIOSA” CARRIERA
SOLISTA DI TONY BANKS
Conversando con Prog al The Farm, il leggendario studio nel Surrey dove i Genesis
hanno registrato i loro dischi a partire dal 1981, Tony Banks riflette sui nove album
pubblicati come solista, da poco racchiusi nel cofanetto A CHORD TOO FAR.
Testo: Daryl Easlea Foto principale: Kevin Nixon
D
i persona Tony Banks è un alle tipiche composizioni banksiane: si tratta dipartita di Peter. Scrissi un sacco di materiale,
misto di sarcasmo, introspe- sempre di canzoni ben scritte basate su se- come Mad Man Moon, A Trick Of The Tail
zione e arguto autolesioni- quenze di accordi memorabili. e gran parte di quell’album. Sono felice di non
smo, ma ha anche un modo “Le canzoni possono essere perfette per trasmet- aver pubblicato un’opera solista in quel momen-
di fare evasivo, difficile da tere delle emozioni. Puoi anche dire qualcosa di to perché non credo fossi pronto. Una volta capito
trasmettere con la parola scritta. Indubbia- molto banale in un brano e fare in modo che fun- che avremmo continuato senza Peter fui molto
mente prende il lavoro molto sul serio: si zioni perfettamente. Ho sempre cercato di evitare contento. Così ho potuto mettere da parte la mia
vede dalla cura riversata in A CHORD TOO le sequenze di accordi, come compositore lo trovo A Chord Too Far roba e utilizzarla dopo un po’ di tempo”.
FAR, cofanetto di quattro Cd, appena pub- noioso. Non che non le abbia usate, per esempio pesca le cose A CURIOUS FEELING fu registrato nei Polar
migliori dai nove
blicato dalla Esoteric. Quando ascolti il suo per Land Of Confusion. A volte ha più successo dischi solisti Studios degli Abba a Stoccolma, durante la
contenuto, capisci immediatamente che si chi fa una sola cosa ma la ripete all’infinito. A di Banks. pausa che i Genesis si presero dopo AND
tratta di cose scritte da Banks e di come lui, me invece piace la frase musicale breve e lun- THEN THERE WERE THREE. “A quel punto
più di altri, sia stato l’artefice principale del ga allo stesso tempo, la complessità. In un certo ero davvero pronto. Avevo accumulato un sacco
sound dei Genesis. senso non ho mai accettato i compromessi, forse di materiale”.
Banks è decisamente onesto quando parla per questo i miei dischi non hanno avuto molto Inizialmente, Banks avrebbe voluto fare un
della sua produzione solista. “Mi sono diver- successo. Non li ho concepiti per avere successo”. adattamento del romanzo di Daniel Keyes,
tito un mondo a realizzare quei dischi. Il proble- Quando Banks pubblicò A CURIOUS FE- Flowers of Algernon [pubblicato anche in Ita-
ma è stato doverli pubblicare! Se non avessi avu- ELING nel 1979, fu il primo della nuova lia con il titolo Fiori per Algernon, ndr]. Du-
to da fare con i Genesis mi sarei probabilmente ondata di lavori solisti dei Genesis. Steve rante la scrittura, però, si rese conto che
impegnato di più, ma ero comunque contento per Hackett aveva realizzato il suo VOYAGE OF esisteva già un musical del 1978, tratto dal
una volta di poter fare ciò che volevo. Del resto a THE ACOLYTE nel 1975 e Peter Gabriel ave- romanzo, e fu costretto a cambiare idea.
cosa sarebbe servito fare dei compromessi?”. va già pubblicato due album a quel punto, Tuttavia, molti dei temi musicali rimasero
Questa idea si avverte chiaramente nella ma Banks fu il primo membro attivo del invariati.
musica di Banks. Alcuni pezzi risentono gruppo a pubblicare un disco da solo. Il 33 giri fu realizzato con Chester Thomp-
della produzione dell’epoca in cui furono C’era stata reticenza da parte sua a fare il son, il batterista che all’epoca suonava dal
realizzati, è vero, ma non troverete musica grande passo? vivo con i Genesis, e con Kim Bacon, ex
da rave o canzonette da Festivalbar. A dir- “No”, dice enfaticamente. “Non sapevo se i Ge- cantante degli String Driven Thing. Banks
la tutta, c’è pochissima differenza rispetto nesis avrebbero realizzato un altro disco dopo la si occupò del resto. “Suonai tutto io, principal-
115
la colonna sonora per un film del 1978, in-
titolato The shout, ma l’esperienza non era
stata del tutto positiva. Nonostante ciò,
era curioso e quindi decise di incontrare
Winner.
“Pensavo sarebbe stato divertente. Avrei dato
un’occhiata al film, avrei suonato qualcosa al
piano e Christopher Plummer lo avrebbe elabo-
rato in chiave orchestrale. Scrissi i cinque temi
principali e all’incirca altri cinque temi”.
Banks andò d’accordo con Winner, un
personaggio straripante. “Era sul serio en-
tusiasta del mio contributo. Sapeva il fatto suo.
Aveva una certa pomposità di suo ma la esaspe-
rava, era abbastanza autolesionista”.
Il film, purtroppo, fu un grosso fiasco, ri-
uscendo a far vincere un Razzie [le onore-
ficienze consegnate ogni anno ai peggiori
prodotti cinematografici, ndr] al premio
mente per due motivi. Il primo è che non poten- Lady [uscito in Italia con il titolo L’avventu- I Bankstatement Oscar Faye Dunaway, protagonista della
do cantare capii che dovevo fare qualcosa; il riera perversa, ndr], suo remake del film, da- nel 1989, da sinistra: pellicola. “Il film non era granché, nonostante
Alistair Gordon,
secondo è che sono incapace di delegare! Dentro tato 1945, con Margaret Lockwood. Banks il cast di alto livello. È uno dei problemi con
Tony Banks e Jayney
ci sono 45 minuti della mia musica preferita aveva già realizzato con Mike Rutherford Klimek. le colonne sonore. Ci dedicai un sacco di tem-
e pensavo che sarebbe piaciuto in particolare po, ma se poi il film non ha successo, nessuno
ai fan dei Genesis, dato che segue la strada
tracciata da cose come One For The Vine e I CANTANTI DI BANKS ascolta quello che hai composto”.
THE FUGITIVE fu pubblicato nel giugno
Afterglow”. Tony racconta i suoi vocalist preferiti 1983. Era ovviamente molto diverso da
E così fu. Uscii nell’ottobre 1979 e raggiun- THE WICKED LADY. Era un album pop al
se il n. 21 delle classifiche inglesi senza, 100% in cui Banks decise di cantare tutti i
tuttavia, rimanerci a lungo. “Direi che uscii “Le canzoni che aprono A CHORD TOO FAR utilizzano cantanti piut- brani per la prima e unica volta nella sua
un po’ troppo tardi. Eravamo in piena epoca tosto diversi e ti ci devi abituare. Ma se pensi ai musical capisci che carriera.
punk ormai e non godette di nessun appoggio ogni brano può essere interpretato da molti interpreti. Credo che ”Non ho una gran voce, ma anche tante altre
da parte della stampa, per non parlare delle re- tutti i cantanti con cui ho lavorato sono stati fantastici”. persone non hanno una gran voce. È solo che
censioni, tutte molto sbrigative. All’epoca non l’idea di cantare le proprie canzoni funziona me-
KIM BEACON
avevo ancora capito l’importanza dei singoli e “Sentii Kim su nastro che cantava He Ain’t glio, infatti è alla base del successo dei cantau-
quel disco non ne aveva neanche uno”. Heavy, He’s My Brother, una canzone che non tori. Voglio dire, Dylan non ha affatto una gran
Molto del successo di quell’album può apprezzo per niente, ma lui era proprio bravo. voce ma a tutti piace ascoltarlo. Certo, alcuni
essere attribuito alla voce di Kim Beacon. Solo dopo scoprii che faceva parte degli String pezzi mi riuscirono meglio di altri”.
“Ho sempre avuto qualche remora sul fatto che Driven Thing, che erano stati nostri compagni In realtà l’ascolto è intrigante, grazie an-
di etichetta su Charisma. Ci avevano fatto da
il disco fosse stato pubblicato a mio nome senza che alla presenza di Daryl Steurmer, il
apertura ma non nel periodo in cui lui ne faceva parte. Non lo vidi più
che fossi io il cantante. All’epoca ricevetti anche dopo A CURIOUS FEELING e, purtroppo, è morto nel 2001. Lo consi- chitarrista che suonava dal vivo con i Ge-
una lettera da parte di Pete Townshend, piena dero ormai come il personaggio di cui si parla nella storia dell’album, nesis. Regge bene il confronto con il disco
di complimenti. In particolare gli era piaciuta in un certo senso”. solista di Mike Rutherford dell’anno prece-
molto la mia voce. Non sapevo cosa dire e così dente, ACTING VERY STRANGE, dove an-
non gli ho mai risposto. Dopo molti anni ci sia- FISH che Mike si prodigò come cantante solista.
mo incontrati e lui mi ha detto: ‘Perché cazzo “La sua voce ricorda un po’ quella di Peter, ma “Quell’album mi insegnò molto su come si scri-
non mi hai risposto?’ E io: ‘Mi avevi scritto che è molto diverso come cantante, Deve cantare vono canzoni. Mi fece riflettere su quello che
avevo una grande voce ma in realtà non ero io ciò che gli esce dalla bocca piuttosto che una davo ai cantanti da cantare. Phil era bravissimo
a cantare’”. melodia scritta. Scrissi Angel Face per cantarla a cantare tutto ciò che gli mettevamo davanti.
in un modo preciso ma per gli altri due pezzi
Non ci fu molto tempo per riflettere sul Peter aveva più difficoltà e qualche volta faceva
(Shortcut To Somewhere e Another Murder Of A
successo di A CURIOUS FEELING, dato Day) arrangiai tutto attorno a ciò che gli venne naturale cantare”. il prezioso. Quando sei tu a cantare, capisci il
che era ora di pensare di nuovo ai Genesis. motivo. I testi dovevano essere più lineari. Non
DUKE del 1980, uno dei dischi dei Genesis puoi cantare sempre di ninfe e fate. Le canzoni
NIK KERSHAW
preferiti da Banks, può essere considera- “Fu divertente lavorare con uno come lui per- cominciarono a parlare sempre più di cose per-
to come quello che chiude l’era prog del ché veniva visto come cantante pop mentre i sonali”.
gruppo e apre quella pop. Dopo il succes- Genesis erano sempre considerati più ‘pesan- Il successivo lavoro di Banks fu pubblicato
so di DUKE uscì ABACAB e ci fu la relati- ti’. Mi piacque molto il suo album intitolato nel marzo del 1986. SOUNDTRACKS mise
va tournée. Banks non ebbe occasione di THE WORKS. Il brano che più mi piaceva era un po’ di ordine tra i pezzi composti per
Cowboys And Indians in cui Vinnie Colaiuta suo-
riprendere la sua carriera solista fino al due film che gli vennero proposti dopo The
nava la batteria in 9/4”.
1983, anno in cui confezionò ben due di- Wicked Lady. Il primo era un lavoro anglo-
schi molto diversi tra loro. australiano, realizzato con pochi mezzi e
TOYAH
Realizzò quello che, probabilmente, è il intitolato Starship; l’altro vedeva Kevin Ba-
“Fu bello lavorare con lei su Lion Of Symmetry.
suo disco pop/rock più convenzionale, Pensavo che sarebbe stato interessante fare con come attore ed era intitolato Quicksilver
THE FUGITIVE, registrato ai The Farm Stu- qualcosa di diverso dal solito. C’incontrammo [uscito nel nostro Paese con ben due titoli
dios insieme a Stephen Short come copro- attraverso il nostro editore. Quella canzone diversi, Su e giù per Wall Street e Soldi senza
duttore. Poi, mentre era al lavoro per THE verso la fine contiene uno dei miei cambi di fatica, ndr]. “Kevin ha realizzato molti film eccel-
FUGITIVE, ricevette una telefonata da Mi- accordo preferiti. Per la gente che apprezza lenti ma Quicksilver non è tra questi”, aggiun-
REX/GETTY
un mondo a
Banks, tuttavia, Hyams perse interesse nei ato un gruppo, Banks formò i Bankstate-
suoi confronti e quando lasciò il progetto si ment, insieme a due vocalist, l’inglese Ali-
album. Il problema
contiene anche Lion Of Symmetry, canzone sonorità tardi anni Ottanta. Jeremy Lascel-
interpretata da Toyah Wilcox (che nel film les della Virgin suggerì Steve Hillage come
appare brevemente sotto forma di ologram- produttore. “Non lo avevo mai incontrato. Es-
ma), una delle sue migliori composizioni
solistiche.
è stato doverli sendo un chitarrista pensai, naturalmente, che
avrebbe inserito molte parti di chitarra. Invece
QUICKSILVER fu un’esperienza poco soddi-
sfacente, ma diede alla luce Rebirth, il brano
pubblicare stava attraversando una fase in cui NON suo-
nava più la chitarra. Fu una lotta convincerlo
strumentale che Banks ha scelto per aprire a suonare qualsiasi cosa. C’era un pezzo che si
A CHORD TOO FAR, e Shortcut to Somewhere, Ballet, Richard James Burgess. “Il testo era intitolava Raincloud, e lui se ne stava lì con la
realizzato in collaborazione con Fish. troppo lungo. Cercai di ridurlo un po’ ma Fish chitarra in mano, aspettando l’ispirazione, e poi
La canzone non fu usata nel film anche se non voleva togliere niente! In quell’occasione all’improvviso se ne uscì con un ‘doinnnnng’…
rimane un bel pezzo anni Ottanta, realiz- avrei accettato volentieri un compromesso. Chie- e basta! Essendoci lui, non pensai di coinvolgere
zata dal primo produttore degli Spandau si a Richard di tagliuzzarlo un po’ e far girare Daryl e purtroppo credo che nell’album ci siano
117
tony banks
eccitante
ORCHESTRA, Naxos, 2004)
“Blade è un po’ un’evoluzione di un
pezzo rock, con il violino che sostitu-
isce la chitarra. Nel demo quella par-
te era suonata dal synth. Ho dovuto
clusione in questo cofanetto, possiamo ap- Nonostante si sia divertito molto a sceglie- utilizzare un sequencer perché era
prezzare pienamente la maestria di Banks. re le tracce per A CHORD TOO FAR, non troppo veloce”.
Ma non è finita qui: la carriera del tastie- è il momento di addormentarsi sugli allo-
rista ha avuto infatti una coda molto inte- ri. “Mi è stato commissionato un brano per il
ressante. Nel 2004, dopo l’ultimo tentativo Cheltenhem Music Festival, un grande onore, e
Genesis con CALLING ALL STATIONS e sto lavorando su parecchie altre cose. Il tenore successo del GENESIS REVISITED di Ste-
dopo aver sistemato l’archivio del gruppo, John Potter mi ha chiesto se potessi musicare ve Hackett, la miriade di gruppi tributo
Banks decise di migrare nelle acque più cal- un paio di poesie del fisico e liutaio elisabettiano esistenti e le richieste pressanti per una
me e più ampie della musica classica. Thomas Campion. La cosa mi ha fatto piacere reunion. Ma in A CHORD TOO FAR ci sono
“Proprio quando avevo giurato di non fare più perché per una volta non sono stato costretto a cambi di accordi inattesi, una melanconia
un disco solista, i Genesis si fermarono. Avevo scrivere i testi!”. indefinibile, melodie orecchiabili e stratifi-
sempre avuto in mente il tema di THE WICKED C’è un po’ la tendenza a vedere la carriera cazione sonora. Ascoltare i pezzi classici di
LADY, che era stato poi realizzato con l’orche- di Banks attraverso la lente del successo Banks in particolare significa ritrovare l’ani-
stra. Pensai di fare un altro tentativo. Avevo dei suoi colleghi, ma è invece fondamen- ma dei Genesis.
dei pezzi già pronti, per esempio Black Down tale giudicarlo per quelli che sono i suoi
composta in un solo colpo utilizzando gli archi meriti. Molti sembrano preferire cose che A CHORD TOO FAR è disponibile su
del sintetizzatore”. Dopo un tentativo non ri- rimandino più ai Genesis, e lo dimostra il Esoteric. Info: www.tonybanksmusic.com
119
Dai KING CRIMSON
agli STICK MEN
Lo straordinario violinista e tastierista, ex King Crimson, è un uomo che non smette
mai di cercare nuove strade per produrre musica stimolante. David Cross ci ha parlato
dei suoi nuovi progetti e di alcune possibili collaborazioni future, oltre a svelarne altre
del passato i cui frutti potrebbero presto vedere la luce…
Testo: Malcolm Dome
Quando è iniziato il 2015, David Cross ha questo materiale, ma sono riuscito a met- senso pubblicarlo ora, perché senza un’a-
espresso tre desideri. Prima di tutto, voleva tere a fuoco la questione solo quando Tony deguata promozione non lo ascolterebbe
pubblicare il frutto della sua collaborazio- Lowe è entrato a far parte del progetto nel- nessuno. In ogni caso, sto facendo il possi-
ne con l’ex compagno dei tempi dei King la veste di coproduttore e mi ha aiutato ad bile per farlo uscire entro la fine del 2015. È
Crimson, Robert Fripp. Ne è scaturito un al- assemblare il tutto. A volte può capitare di qualcosa che devo a tutti coloro che vi han-
bum intitolato STARLESS STARLIGHT, che essere talmente assorbiti dalla musica da no preso parte, e deve essere fatto tutto per
è stato distribuito nei primi mesi dell’anno continuare a guardare il dito invece della bene. I ragazzi che lavorano con me nella
ottenendo grandi apprezzamenti. Come se- luna. Grazie a dio, Tony mi ha salvato da David Cross Band devono ottenere il giusto
condo e terzo desiderio, Cross voleva dare me stesso. Quello a cui puntavo era creare riconoscimento, il loro apporto non deve
alle stampe anche le nuove composizioni musica che fosse al tempo stesso calda ma essere sminuito. In un modo o nell’altro,
con il Cross-Jackson Quartet e con la David anche oscura. Qualcosa che ti attirasse a dobbiamo costruirci un seguito.
Cross Band: a quanto pare, tutti e due i pro- sé, risultando contemporaneamente aliena
getti sono in dirittura di arrivo. David, inol- e distante. Credo di esserci riuscito. Il terzo dei progetti che hai messo in
tre, insegna alla Metropolitan University di cantiere per il 2015 è quello con David
Londra, il che significa che sta influenzando Fripp è stato coinvolto in qualche modo? Jackson, ex sassofonista dei Van der
in maniera diretta il modo di pensare, musi- Be’, lui ha ascoltato il materiale che gli ho Graaf Generator.
calmente parlando, delle nuove generazio- inviato durante la lavorazione e ha fatto dei Sì, pubblicheremo un album quest’anno.
ni. E le nuove generazioni stanno influen- commenti molto incoraggianti, ma niente Attualmente la band di chiama “The Cross-
zando lui… di più. Non credo che fosse disponibile a Jackson Quartet”, ma potremmo anche
scapicollarsi per venire a suonare sull’al- cambiare nome a un certo punto. Il pro-
Come è nata l’idea di STARLESS STAR- bum, o cose del genere! blema è che anche se si tratta di un gruppo
LIGHT? che suona jazz rock strumentale, abbiamo
Ogni tanto Robert Fripp mi manda dei Hai già riproposto l’album dal vivo. C’è pensato d’inserire delle parti cantate, con
soundscapes sui quali lavorare per trasfor- la possibilità di un vero e proprio tour? la speranza di avvicinare un numero mag-
marli in veri e propri brani musicali. Nel Se c’è richiesta, perché no? Dal vivo non ci giore di persone al progetto. Non è che
2006 gli chiesi se per caso aveva qualcosa limitiamo a risuonare l’album, ma ogni musi- vogliamo avere in organico un vero e pro-
che potesse interessarmi e lui m’inviò due cista del gruppo è autore di altre tre composi- prio cantante, però sarebbe il caso di capire
improvvisazioni: STARLIGHT I e STAR- David Cross
zioni che poi abbiamo elaborato tutti insieme. come queste parti vocali vadano gestite. Ho
LIGHT II. Da quel momento ho passato è nato a Plymouth Ci piace essere spontanei, e non solo ripetere provato a chiedere a Peter Sinfield di scrive-
un sacco di tempo a cercare di sviluppare il 23 aprile del 1948. quello che è stato già fissato su disco. È que- re dei testi un po’ cantilenanti, ma non pen-
sto che rende il progetto interessante per noi. so che abbia compreso ciò di cui abbiamo
bisogno. In ogni caso, se e quando uscirà,
Non hai più fatto niente con la David sarà un prodotto destinato a cambiare il
Cross Band dal 2011. Come mai? rapporto tra la band e il pubblico, perché i
Stavo per chiederlo io a te! La verità è che fan diventeranno un elemento cruciale del-
nessuno ci ha più contattati per proporci la performance. Al momento, comunque,
di suonare dal vivo. Sembra che il nostro stiamo ancora sviluppando il concept.
gruppo non interessi. Forse qualcuno può
spiegarmi come mai questo progetto non Recentemente, hai suonato dal vivo in
suscita attenzione. E poi suonare in Inghil- Giappone con gli Stick Men (Pat Ma-
terra con un gruppo del genere è deprimen- stelotto, Markus Reuter, Tony Levin). Ci
te: quando andiamo a suonare all’estero sono possibilità di altri concerti?
veniamo trattati benissimo. Qui invece il Devo ammettere che è stata una delle cose
suono è scadente, le condizioni lavorative più divertenti che abbia mai fatto. Ho incon-
LUCA FIACCAVENTO
«NON PUOI
MAI SAPERE
COSA SALTERÀ
FUORI DA UNA
JAM SESSION
CON ALTRI
MUSICISTI»
Sono sicuro di avere tantissimo materiale a
casa, da qualche parte. Mi ricordo ad esem-
pio di Peter Banks, il primo chitarrista degli
Yes che è scomparso due anni fa. Un giorno
ci siamo visti per improvvisare insieme: era
straordinario. Onestamente, non riuscivo
proprio a stargli appresso. Pete iniziava a
suonare una cosa, ma nel momento in cui
riuscivo a capire quello che stava facendo,
lui era già andato oltre: un’esperienza unica
per me. Ho la cassetta con la registrazione
di quelle session da qualche parte, magari
un giorno verrà pubblicata.
Big Big Train hanno rappresentato per ol- riflessivo e autunnale, in cui prendono vita figure sta degli XTC Dave Gregory. Con la formazione al-
tre vent’anni una presenza costante e di- appartenenti alla storia inglese contemporanea, largata a sei elementi e numerosi ospiti, i Big Big
screta all’interno della nuova scena prog piccoli grandi uomini a cui si deve la costruzione Train pubblicano tra il 2012 e il 2013 gli splendidi
rock britannica. La band, che deve il nome di strade ferrate, tunnel, viadotti o la manutenzio- ENGLISH ELECTRIC PART ONE e PART TWO: è il
a un modello di treni giocattolo, prodotti ne straordinaria di cattedrali e monumenti storici. completamento di un percorso che vede la band ri-
in Inghilterra alla fine degli anni Sessanta, nasce Il 2009 segna una tappa importante nelle vicende proporre in maniera commovente il Genesis sound
all’inizio dei Novanta grazie all’incontro dei poli- del gruppo: entra infatti in formazione il cantante, più classicheggiante e cameristico, attualizzandolo
strumentisti Andy Poole e Greg Spawton. Il primo flautista e polistrumentista David Longdon. Per sei e depurandolo da ogni tentazione narcisistica (pur
Cd GOODBYE TO THE AGE OF STEAM è datato mesi, nel 1996, David aveva collaborato con Tony mantenendo gli immancabili tempi dispari!) e in-
1994, ma il percorso di crescita artistica della band Banks e Mike Rutherford alla realizzazione di alcuni nervandolo con un gusto narrativo che rende ogni
arriverà a maturazione solo dieci anni più tardi. dei pezzi che sarebbero poi finiti su CALLING ALL traccia un piccolo racconto in musica. Abbiamo
Con GATHERING SPEED (2004) infatti, Spawton STATIONS, il primo (e unico) album dei Genesis del parlato del presente e soprattutto del futuro dei Big
e Poole abbandonano gradualmente le soluzioni dopo Collins. La timbrica gabrielliana di Longdon e il Big Train con il bassista Greg Spawton…
tipiche del rock progressivo, appa- suo songwriting dalle tinte folk si sposano
riscenti e pirotecniche, dan- a meraviglia con il progetto di Poole Come sono andati i tre concerti dello scorso
do origine a un suono e Spawton, che aveva già attrat- agosto a Londra?
to al suo interno anche due Bene. Ci tenevamo molto a ricreare dal vivo l’inte-
personalità musicali di ra portata della nostra musica. Per questo oltre agli
spicco come il batterista otto musicisti che attualmente compongono la line
Nick D’Virgilio (Spock’s up del gruppo, sul palco c’era anche una sezione di
Beard) e il chitarri- fiati di cinque elementi, la stessa che ha suonato sui
nostri ultimi album. Abbiamo eseguito alcune delle
nostre composizioni più lunghe e complesse (come
The Underfall Yard e East Coast Racer) oltre a pezzi più
brevi e orecchiabili come Uncle Jack e Wassail. In tutte
e tre le serate la risposta del pubblico è stata entu-
siastica e noi ci siamo divertiti molto. Sicuramente
suoneremo dal vivo più spesso in futuro. La prossi-
ma serie di concerti è prevista per il 2017.
124
concept: giulia m.
settembre - 2015
La musica è una Legge moraLe.
essa dà un’anima
aLL’universo, Le aLi aL
pensiero, uno sLancio
aLL’immaginazione,
un fascino aLLa tristezza,
un impuLso aLLa gaiezza, e La
vita a tutte Le cose*
*PLatone
Steve Hogarth
nel suo show
dimostra grande
sensibilità anche al
pianoforte acustico.
Vinile o digitale?
Il vinile suona di certo più caldo e reale,
Yes dal vivo parecchie volte quando stufi di suonare a Roma! Insieme ma se una canzone è bella rimane bella
ero giovane. a Parigi è la città più bella e mera- comunque. Si può rimanere un po’ intrap-
vigliosa del mondo! E non lo dico polati nella ricerca della qualità del suono.
Composizione, registrazione in L’ITALIA È giusto per dire. Ci sono posti dove Slave To The Rhythm di Grace Jones e Won’t
studio, concerto?
La scrittura è la parte più frustrante L’UNICO non ti senti particolarmente ben-
venuto dal governo. Ad esempio in
Get Fooled Again degli Who suonerebbero
bene in qualsiasi modo le si ascolti.
e che mi mette più a disagio. Parto
sempre con l’intenzione di creare il POSTO IN Venezuela ti trattengono per ore in
aeroporto per tentare di estorcerti Steve Hogarth e la musica degli artisti
mio lavoro migliore e di conseguen-
za la montagna sembra farsi più alta CUI ABBIAMO del denaro prima di farti entrare.
Gli USA sono diventati meno ac-
contemporanei?
C’è un sacco di materiale buono in giro ma
ogni anno che passa. Quando final-
mente sta per sbocciare una buona SUONATO coglienti, ora chiedono a tutti gli
artisti di mettersi in fila alle otto di
ho veramente pochissimo tempo per appro-
fondire. Ho sentito una canzone intitolata
idea c’è la sensazione bellissima,
che qualcosa di nuovo e interes-
IN PIAZZE mattina davanti alle loro ambascia-
te per fare un colloquio e ottenere
Happy Now dei Take That, l’ho trovata bella.
Paolo Nutini sta facendo cose interessanti.
sante stia nascendo. Una emozione
simile a quando metti al mondo un
ANTICHE, il visto di lavoro. È una questione
di sicurezza, chiaramente, ma dopo
Ed Sheeran, cantautore britannico, è il vero
pezzo forte. Al momento non trovo nulla
figlio – hai la responsabilità di non
lasciare che si rovini o che vada alla
ALL’APERTO che hai pubblicato diciotto album
dovrebbe essere chiaro chi rappre-
che sia all’altezza di Bjork e Radiohead, ma
questo non vuol dire che non sia da qual-
deriva crescendo. Mi piace molto la
fase di registrazione ma allo stesso
SOTTO senti e cosa fai, che non sei un ri-
schio per nessuno. Naturalmente
che parte là fuori. La forma d’arte è in conti-
nua evoluzione e ci sarà sempre un giovane
tempo la ritengo delicata perché è
lì che l’idea buona può diventare
LE STELLE quando alla fine riusciamo a otte-
nere di poter entrare in questi Pa-
talento che deve essere scoperto.
banale. È come quando dipingi un esi, il pubblico è caldo e affettuoso Info: www.stevehogarth.com
127
Testo: Paolo Carnelli
e Antonio De Sarno
Immagini:
Mark A Rosta
Con ESSENCE OF CHANGE, loro quarto album, gli ungheresi Special Providence
dimostrano che coniugare la sensibilità armonica del jazz e la forza trascinante del
metal non è una missione impossibile…
azz metal, metal fusion, prog Zsolt Kaltenecker: con lui gli Special Provi- tro mesi) per forgiare il nuovo materiale,
jazz… chiamatela come volete, dence sembrano aver acquistato davvero l’incisione dei brani e poi il contratto con
ma sicuramente quella degli una marcia in in più, come spiega il bassi- la Giant Electric Pea, l’etichetta Prog Rock
Special Providence è una propo- sta Attila Fehervári: “Il gruppo è stato fon- inglese nata nel 1992 per promuovere gli
sta musicale che non lascia in- dato circa dieci anni fa dal batterista Adam album degli IQ e i vari progetti collegati
differenti. La prima incarnazione Markó. Inizialmente il genere era più orien- al gruppo di Peter Nicholls, la stessa che
della band magiara, attualmente composta tato verso la fusion tout court, sebbene con attualmente produce anche Big Big Train
Il nuovo album
da Adam Markó (batteria), Attila Fehervári ESSENCE
qualche elemento folk qua e là. Nell’ultimo e Renaissance. A questo è dovuto il titolo
(basso), Márton Kertész (chitarra) e Zsolt OF CHANGE (2015) periodo, invece, abbiamo introdotto nella del nuovo album, ESSENCE OF CHANGE,
Kaltenecker (tastiere), si è formata nel 2004 è stato prodotto miscela elementi più heavy, ma anche più ovvero “l’essenza del cambiamento”. Con-
sui banchi della Kőbánya Music Studio, dall’etichetta jazz, lasciando molto spazio all’improvvisa- ferma Markó: “In questi ultimi mesi abbia-
una delle più grandi scuole di musica un- inglese Giant zione dei singoli musicisti”. mo avuto modo d’imparare molte cose su
Electric Pea,
gheresi. Già quattro gli album all’attivo, la stessa di I.Q., Per gli Special Providence il 2014 è stato di noi, sul nostro rapporto all’interno del
compreso il recente ESSENCE OF CHANGE, Big Big Train indubbiamente un anno di svolta, pieno di gruppo, sulla vita… soprattutto capire e ge-
lavoro che ha sancito l’ingresso in forma- e Renaissance. novità ed eventi inattesi. Il cambio di line stire positivamente il flusso di cambiamenti
zione del nuovo e straordinario tastierista, up, le lunghe sessioni in studio (ben quat- che ci permette ogni volta di rinascere, di
128
essere creativi, di fissare nuovi obiettivi da
raggiungere. In poche parole, di modificare
le nostre traiettorie ed evolverci”. È curioso
come il titolo dell’album degli Special Pro-
vidence suoni un po’ come una perifrasi
del “fiume del costante cambiamento” di
genesisiana memoria. Per questo forse non
è un caso che nella conclusiva Gas Giants
faccia capolino tra le note una citazione
della parte strumentale di The Cinema Show,
mescolata con le altre, molteplici, influenze
della band. Nel DNA dei vari componenti
del gruppo c’è infatti un po’ di tutto: dai
Metallica ai Pantera, dagli Iron Maiden al
black metal, passando per Dream Theater e
Toto, fino ad arrivare a Tesseract e Karnivo-
ol. Però è il jazz, quello di Keith Jarret e John
Coltrane, a rappresentare l’interlocutore
privilegiato, soprattutto nei momenti di
studio individuale. È il jazz che interviene a
scompaginare le carte rendendo la musica Il nuovo tastierista Zsolt si definisce “essenzialmente un piani- de successo al Night of the Prog Festival di
degli Special Providence più imprevedibile, Zsolt Kaltenecker sta jazz che ama la musica elettronica”, una Lorely, gli Special Providence divideranno
come sa bene il tastierista Zsolt Kaltene- ha proiettato ragione ci sarà. E brani come Northern Light, infatti il palco con Spock’s Beard e Synae-
il gruppo nell’orbita
cker. Sicuramente il suo impatto sul sound jazz metal. per il quale è stato girato anche un bel clip sthesia, nell’ambito di un lungo tour che li
del gruppo è stato notevole, non solo in fase promozionale, sembrano confermare l’im- vedrà protagonisti in Europa da settembre
ase compositiva, ma anche per quanto per pressione: grazie al dinamismo del piano- a novembre. Spostarsi non sarà comunque
quanto riguarda l’approccio per il lavoro in forte elettrico il pezzo suona tecnico e melo- una novità per la band, come conferma Ker-
studio. Il chitarrista Márton Kertész ribadi- dico al tempo stesso, incalzante e serrato ma tész: “Suoniamo spesso nei festival in giro
sce il concetto: “Zsolt ci ha fornito diretta- pieno di svolte improvvise, secondo uno stile per l’Europa, viaggiando dalla Germania alla
mente lo spartito di alcune composizioni, che ricorda quello scintillante dei primi U.K., Francia, dalla Svizzera alla Repubblica Ceca.
ma dopo aver assimilato il materiale ci ab- targati Jobson/Wetton/Bruford/Holdsworth. Abbiamo fatto anche quattro date in Giap-
biamo messo tutti qualcosa di nostro, della A questo punto forse vi starete chiedendo pone e ogni volta c’è stato il tutto esaurito.
nostra personalità. Lui è molto preparato e se gli Special Providence siano in grado di Uno dei nostri migliori concerti però è stato
sa esattamente cosa vuole sentire. Poi però, mantenere uno standard così elevato an- quando abbiamo aperto per i Panzerballet
inevitabilmente, i pezzi rinascono in studio. Il ritmo della che dal vivo. Chi li ha visiti in concerto alla (grande gruppo tedesco che mescola jazz,
Qualche volta accade anche che Adam en- provvidenza: Casa di Alex lo scorso anno, conosce già la progressive, metal, funky) a Norimberga, an-
Attila Fehérvári
tri in studio con un pattern di batteria e che (basso) e Adam
risposta. Per tutti gli altri, l’appuntamento che solo per il semplice fatto di averli potuti
noi componiamo sopra una melodia ma, Markó (batteria) da non perdere è quello del prossimo 23 vedere da vicino. In Ungheria, invece, non
in genere, arriviamo in sala di registrazio- di base nera. settembre al Legend di Milano. Dopo il gran- suoniamo spesso, al massimo tre o quattro
ne con le idee molto chiare”. Per apprezzare concerti all’anno: una nostra scelta. Ci piace
meglio il lavoro di Zsolt basta ascoltare la
bonus track Testing The Empaty, in cui figura
«L’UNICO MODO creare ogni volta un piccolo evento. Dopo
dieci anni di attività ora abbiamo un bel
ancora il vecchio tastierista Zsoltan Cséry. PER MIGLIORARSI COME seguito, mentre agli inizi erano i soliti quat-
Le soluzioni armoniche sono ottime, ma
manca quella spazialità e quel calore che le MUSICISTI È QUELLO tro amici e parenti che venivano a vederci.
Adesso, quando suoniamo nel nostro Paese,
tastiere di Kaltenecker hanno portato den-
tro al contesto già perfettamente rodato e
DI ESPORSI A PIÙ ci sono almeno quattrocento persone”.
129
RECOVERED
COPERTINE STORICHE RIELABORATE.
UN’OPERA DI LUCIANO REGOLI. ORIGINAL VERSION 1971
KINGDOM COME
GALACTIC ZOO DOSSIER