Sei sulla pagina 1di 10

La 

storia dell'arte è la teoria e la storia che studia la nascita e il progresso delle espressioni artistiche,
attraverso un punto di vista metodologico filosofico ed estetico oltre che semiotico - cognitivo e
letterario, con particolare riguardo ai fenomeni distintivi. Nell'arco dei secoli si è formalizzata come
ricerca di conoscenze, tecniche e descrizioni, utili alla comprensione delle più varie forme artistiche. Le
prime descrizioni autentiche compaiono in testi greci antichi (Pausania) e romani (Plinio il Vecchio).
In quanto disciplina teorica si occupa dei principi estetici e storici della funzione estetica, della
costituzione e delle variazioni di forme, degli stili e dei concetti trasmessi attraverso opere d'arte. Una
grande divisione, tra arte e tecnica, nasce nell'Accademia platonica, a contrasto delle forme ibride
di imitazione. Nel corso delle importanti egemonie culturali, il punto di vista dello storico dell'arte, è stato
omologato alla ricerca e diffusione di canoni operativi. Nella sua veste di ricerca stilistica e biografica,
essa adotta i criteri della filosofia e della storia letteraria, così come della psicologia evolutiva e della
critica d'arte.
Solo dopo la metà dell'Ottocento, l'interesse della sociologia, per studi psicologici e letterari, ha
comportato un orientamento verso la comprensione del fenomeno artistico dal punto di vista dei
fenomeni sociali coinvolti. In questo quadro scientifico di studi contemporanei, è stato possibile
completare la ricerca da un punto di vista sociopedagogico e psicopedagogico, con teorie sulla
"formatività" (Pareyson) e sull'apporto dei musei, delle gallerie e degli archivi pubblici e privati, messi in
luce dalla critica contemporanea.
La storia dell'arte è intesa anche come rispetto delle sistematicità che essa contiene e contribuisce a far
conoscere, mediando tra conservazione, innovazione culturale e industriale. Opere unitarie sulla
personalità artistica ottengono l'ambito riconoscimento di ricomporre la teoria e la tecnica delle arti. Si
pensi al saggio di Benvenuto Cellini. Uno dei successivi maggiori contributi, nasce con l'esperienza
vivida dei manieristi al seguito di Michelangelo Buonarroti: Giorgio Vasari comprese la necessità di
raccogliere le testimonianze letterarie e critiche, concrete e collezionistiche, tecniche e diaristiche
proprie degli artisti e quindi raccolse utili informazioni allo scopo di tracciare la fortuna delle opere e
degli artisti.
Facendo così intese riportare la tradizione culturale italiana a partire da Giotto, costituendo un modello,
presumibilmente derivato dall'arte greca, della maniera, affrancandola dall'ambito servile in cui era
collocata per essere considerata un'arte libera alla pari con il lavoro intellettuale. La sua raccolta, Le
vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori, permette di riconoscere la continuità dello stile e la
necessità critica di un giudizio sull'arte e sull'architettura, ha innovato nello stile, ha dato un'impronta
negli studi, almeno fino a Federico Zeri. La funzione di queste raccolte, pubblicate a mezzo stampa,
ebbe colorazioni diverse. Marco Boschini, scriverà con un lessico veneziano, il modo di interpretare la
pittura, in una Venezia aperta al riconoscimento e al mercato internazionale, non di meno con intenzioni
allegoriche e istruttive dal punto di vista culturale e morale.
In Italia, si sono percorse influenze profonde, ancorate a principi teorici: dalla storia della religione,
all'evoluzione dei concilii, dalla manifestazione di opere pubbliche alla realizzazione di scuole, motivo
per cui, una storia dell'arte, può avere come suo ancoramento intrinseco, una vocazione dal
tratto antropologico culturale propria. Il metodo dello storico dell'arte, in sintesi, deve potersi avvicinare
a quello del sociologo e semiotico visivo pur rappresentando conoscenze evolutive proprie e
accostandosi al metodo filosofico e naturalistico delle scienze. In quanto disciplina, deve occuparsi di
tutte le forme artistiche, potersi specializzare e ricoprire quindi una veste scientifica propria per poter
essere trasmessa.
L'aspetto approfondito del bene culturale, così come le conoscenze di opere e di autori, in particolare
in pittura, in scultura e in architettura, sono il fondamento degli studi accademici, specialistici e di
ricerca. Inoltre, come ogni altra disciplina storica e umanistica, la storia dell'arte è soggetta ad un'opera
di interpretazione e riconoscimento critico ed è soggetta al metodo storiografico progressivo.
Lo studio dei contesti, degli antefatti, delle condizioni ambientali e dei mutamenti, della collocazione e
della condizione della conservazione, in cui un'opera è stata concepita, realizzata, recepita e studiata,
nonché della committenza e dei materiali, è parte integrante sia per la comprensione del significato,
delle funzioni tipiche dell'opera, sia del percorso artistico e del valore dell'opera.
A queste competenze si aggiungono la museografia e il restauro del bene culturale. Anche su questo
piano, la storia dell'arte, deve poter cercare le analogie e le differenze comprese nell'opera, dal punto di
vista dei legami con altre scienze, degli usi e dei costumi, nell'impegno complessivo di partecipare allo
sviluppo democratico e alla conoscenza in genere.
La "descrizione analitica" (ékphrays) del formarsi delle opere d'arte, e delle opere stesse, permette di
affrontare tematiche di vasta portata: i ricettari, i trattati, i dizionari monografici, del disegno e del colore,
sia tecnici che a glosse, favoriscono la divulgazione della storia delle arti, e rendono possibile una
competenza settoriale, uno studio distintivo in Arti maggiori e Arti minori nel rispetto del ritrovamento.
Con il contributo dell'archeologia, le opere d'arte possono essere studiate e descritte approfondendo
aspetti ragionati che la costituiscono: dalle osservazioni presemiotiche e meno intenzionali, dai
materiali alla conoscenza strutturata, dobbiamo il formarsi di settori
propri: iconologia, iconografia, allegoria e simbolo, che di volta in volta hanno arricchito la letteratura
artistica, favorendo il nascere di correnti di pensiero (ut pictura poïesis).
Lo studio delle opere del passato, soprattutto se appartenenti a culture distanti, porta, in particolar
modo, alla conoscenza e al rispetto di codici culturali e filosofici ai quali le opere fanno riferimento. Lo
studio articolato delle invenzioni e delle scoperte, in storia e storia dell'arte, porterebbe ai significati
teorici stessi delle opere d'arte ritenute maggiori.
L'arte, afferma Edgar Wind, è sottoposta a principi regolativi universali, educare con l'arte, significa
concedere all'espressione e al contenuto artistici, uno statuto normativo e progettuale proprio, che
attinge alla forma stessa dei linguaggi dei primordi che hanno permesso la formazione del gusto,
dell'estetica e dell'etica nelle varie epoche. I contributi degli storici dell'arte, non possono che provenire
da spontanee costruzioni professionali, nozioni, competenze, disposizioni che restituite ne favoriscono
l'accesso, tuttavia nel corso del Novecento sono nati veri e propri istituti di eccellenza. Ad esempio
il Warburg Institute di Londra, si è occupato dell'orientamento religioso, allegorico e astrologico delle
opere d'arte.
Con la didattica museale si esprime un concetto affine, quello del significato dell'esperienza diretta del
fare artistico accanto alla fruizione estetica del sapere, si favorisce la conoscenza individuale del valore
estetico dell'opera d'arte. Le correnti strutturaliste e costruttiviste, linguistiche e psicologiche, hanno
orientato la pedagogia artistica sulle direzioni di senso, legate alla comprensione delle procedure
artistiche tecniche.

Indice

 1Storia della disciplina


o 1.1Le origini dell'Arte
 2Descrizione
o 2.1Temi prevalenti
o 2.2Le critiche alla critica
 3L'arte delle prime civiltà
o 3.1L'arte nella Mesopotamia
o 3.2L'arte in Egitto
 4L'arte greca
o 4.1L'acropoli, orgoglio e vanto di Atene
o 4.2Il tempio
o 4.3Ordini architettonici e regole di armonia
 4.3.1L'ordine dorico
 4.3.2L'ordine ionico
 4.3.3L'ordine corinzio
o 4.4La scultura dell'età arcaica e classica
o 4.5L'arte ellenistica
 5L'arte etrusca
 6L'arte romana
 7L'arte paleocristiana
 8Arte bizantina
 9Arte longobarda
 10Arte romanica
 11Arte gotica
 12Arte rinascimentale
 13Manierismo
 14Arte della Controriforma
 15Arte barocca
 16Arte rococò
 17Arte neoclassica
 18Arte moderna
 19Arte contemporanea
 20Campi dello studio
 21Cronologia della storia dell'arte
 22Arte per area geografica/culturale
 23Note
 24Bibliografia
 25Altri progetti
 26Collegamenti esterni

Storia della disciplina[modifica | modifica wikitesto]


Nel 1842 Franz Theodor Kugler scrisse il primo libro sulla storia dell'arte al quale si deve la partizione
della storia dell'arte in quattro momenti (pre-ellenico o dei popoli primitivi, classico o dell'antichità greca
e romana, "romantico" o dell'arte medievale e islamica, moderno dal rinascimento al XIX secolo),
seguito nel 1855 dal diffusissimo manuale di Anton Heinrich Springer.[1]

Le origini dell'Arte[modifica | modifica wikitesto]

Serra da Capivara - Brasile

Lo stesso argomento in dettaglio: Arte preistorica.

È complicato tracciare un preciso quadro storico sulle origini dell'arte: essa risale, infatti, alle primitive
figurazioni delle popolazioni che iniziarono a riporre nella rappresentazione simbolica una concettualità
artistica probabilmente, all'inizio, con intenti didascalico-narrativi o, più verosimilmente, unicamente
propiziatori.
Nel Paleolitico superiore si sviluppò l'usanza di ritrarre, tramite graffiti o dipinti, immagini legate alla vita
quotidiana, prevalentemente scene di caccia ma anche momenti legati all'agricoltura ed all'esperienza
religiosa. Il supporto era costituito dalle rocce degli interni delle grotte: grazie alla protezione dagli
agenti atmosferici, molte di queste pitture (dette per l'appunto rupestri) sono giunte fino a noi.
In caso di esecuzione di graffiti, si utilizzavano rudimentali strumenti (prevalentemente in pietra),
mentre per le pitture si mescolavano terre utilizzando come leganti sangue, grasso ed altre sostanze,
successivamente stese con l'ausilio delle mani, di bastoni o di peli di animali.
L'arte preistorica, per la sua figurazione essenziale ed incisiva è stata fonte di ispirazione per molti
artisti moderni, fra i quali Pablo Picasso, per alcuni aspetti quale apporto interculturale.
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
Temi prevalenti[modifica | modifica wikitesto]
Per ragioni probabilmente da ricondursi ad un più antico e profondo sviluppo dello stesso concetto
di arte, oltre che ad una numericamente più copiosa produzione, la storia dell'arte sino a tempi recenti
si è occupata in prevalenza delle aree culturali del bacino del Mediterraneo, sul quale si affacciano le
regioni dell'arte classica e rinascimentale.
Con il sorgere del secondo millennio, allo studio dell'arte greca e di quella romana, di quella bizantina e
di quella prodotta nell'area italiana e provenzale, si è estesa la considerazione alle produzioni delle
aree dei Franchi e dei Sassoni, includendo quindi progressivamente porzioni sempre più estese di fonti
del Vecchio Continente, di pari passo con lo sviluppo delle comunicazioni culturali fra gli stati europei,
che consentivano di prendere scambievole nozione, ad esempio del contributo romanico e di
quello gotico.
Il succedersi dell'Umanesimo e del Rinascimento italiano seguito dalla renaissance francese, riportò
sulla penisola italiana e sul paese confinante il fuoco dell'attenzione. È questo, del resto, il periodo in
cui la produzione artistica esplose di rigogliosa fioritura particolarmente nei campi della pittura,
della scultura e dell'architettura, ed è dunque la fase in cui divenne parimenti necessario uno sviluppo
organico dello studio, anche in ragione, non va nascosto, del crescente valore economico delle opere di
quei campi.
In più, mutate condizioni culturali favorirono lo sviluppo di una sorta di ceto artistico, forse non
organizzato in corporazione, ma comunque di sempre più solida importanza sociale, caratterizzato da
un verso dalla pluralità di modi espressivi di ciascun autore (spesso capace, cioè, di dipingere come di
scolpire, o di usare altre forme artistiche) e da un altro verso da una sempre più intensa comunicazione
fra gli autori che, nella sfida competitiva come nella prova istrionica, davano prova costante di
conoscenza tecnica e logica delle opere dei colleghi (e quindi compivano un vero e proprio studio
dell'arte altrui). Il più noto fra coloro che si posero con consapevolezza scientifica dinanzi alla
produzione dei colleghi fu certamente Giorgio Vasari, che con la sua opera "Vite degli Artisti", malgrado
l'assenza del mero tentativo di evitare giudizi personalistici, introduce peraltro un canone (si potrebbe
forse dire un canone artistico) nello studio storico che si riflette tuttora nello svolgimento dei temi di
questa disciplina.
Se nel Seicento entrarono a far parte dello studio le "barocche forme del barocco" (intendendosi con
questa nota locuzione l'innumerevole e ridondante quantità di differenziazioni produttive nei sempre più
numerosi paesi in cui fu sviluppata, e mentre si consolidava l'importanza della produzione dei paesi
dell'Europa settentrionale, con il riconoscimento dell'importanza dell'area fiamminga, il lussuoso
Settecento aprì a nuove aree di studio, incrementate peraltro dallo sviluppo della musica e delle arti
letterarie e teatrali.
Lo studio Ottocentesco si giovò dei progressi tecnici (anche delle altre scienze, ad esempio
dell'archeologia) per approfondire l'indagine e di un diffuso crescente sentore di "necessità d'arte" per
imporre l'importanza delle proprie elaborazioni, nel secolo che avrebbe celebrato la consacrazione delle
"Belle Arti".
Il Novecento, con gli straordinari sviluppi delle modalità di comunicazione, ma anche (e forse per effetto
di quelli) con la sua crescente progressione di approfondimento culturale, di pari passo seguita
dall'espansione fra le classi sociali della frequentazione dell'arte (e con la diffusione dell'arte popolare),
creò le condizioni per una venuta a maturità della storia dell'arte, che oggi ricerca con indirizzo più
strettamente scientifico di ristrutturare le proprie metodologie.
La storia dell'arte, contrariamente ad una tradizione peraltro più avvertita presso le culture anglosassoni
che non presso quelle latine, non si limita (o forse non si limita più) all'indagine sulle arti
figurative (e visive in genere), nonostante soprattutto in relazione ai secoli passati tale specialità
costituisca una porzione ben rilevante dell'intera sua analisi.
La storia dell'arte è la teoria e la storia che studia la nascita e il progresso delle espressioni artistiche,
attraverso un punto di vista metodologico filosofico ed estetico oltre che semiotico - cognitivo e letterario,
con particolare riguardo ai fenomeni distintivi. Nell'arco dei secoli si è formalizzata come ricerca di
conoscenze, tecniche e descrizioni, utili alla comprensione delle più varie forme artistiche. Le prime
descrizioni autentiche compaiono in testi greci antichi (Pausania) e romani (Plinio il Vecchio).

In quanto disciplina teorica si occupa dei principi estetici e storici della funzione estetica, della costituzione
e delle variazioni di forme, degli stili e dei concetti trasmessi attraverso opere d'arte. Una grande divisione,
tra arte e tecnica, nasce nell'Accademia platonica, a contrasto delle forme ibride di imitazione. Nel corso
delle importanti egemonie culturali, il punto di vista dello storico dell'arte, è stato omologato alla ricerca e
diffusione di canoni operativi. Nella sua veste di ricerca stilistica e biografica, essa adotta i criteri della
filosofia e della storia letteraria, così come della psicologia evolutiva e della critica d'arte.

Solo dopo la metà dell'Ottocento, l'interesse della sociologia, per studi psicologici e letterari, ha comportato
un orientamento verso la comprensione del fenomeno artistico dal punto di vista dei fenomeni sociali
coinvolti. In questo quadro scientifico di studi contemporanei, è stato possibile completare la ricerca da un
punto di vista sociopedagogico e psicopedagogico, con teorie sulla "formatività" (Pareyson) e sull'apporto
dei musei, delle gallerie e degli archivi pubblici e privati, messi in luce dalla critica contemporanea.

La storia dell'arte è intesa anche come rispetto delle sistematicità che essa contiene e contribuisce a far
conoscere, mediando tra conservazione, innovazione culturale e industriale. Opere unitarie sulla
personalità artistica ottengono l'ambito riconoscimento di ricomporre la teoria e la tecnica delle arti. Si
pensi al saggio di Benvenuto Cellini. Uno dei successivi maggiori contributi, nasce con l'esperienza vivida dei
manieristi al seguito di Michelangelo Buonarroti: Giorgio Vasari comprese la necessità di raccogliere le
testimonianze letterarie e critiche, concrete e collezionistiche, tecniche e diaristiche proprie degli artisti e
quindi raccolse utili informazioni allo scopo di tracciare la fortuna delle opere e degli artisti.

Facendo così intese riportare la tradizione culturale italiana a partire da Giotto, costituendo un modello,
presumibilmente derivato dall'arte greca, della maniera, affrancandola dall'ambito servile in cui era
collocata per essere considerata un'arte libera alla pari con il lavoro intellettuale. La sua raccolta, Le vite de'
più eccellenti pittori, scultori e architettori, permette di riconoscere la continuità dello stile e la necessità
critica di un giudizio sull'arte e sull'architettura, ha innovato nello stile, ha dato un'impronta negli studi,
almeno fino a Federico Zeri. La funzione di queste raccolte, pubblicate a mezzo stampa, ebbe colorazioni
diverse. Marco Boschini, scriverà con un lessico veneziano, il modo di interpretare la pittura, in una Venezia
aperta al riconoscimento e al mercato internazionale, non di meno con intenzioni allegoriche e istruttive dal
punto di vista culturale e morale.

In Italia, si sono percorse influenze profonde, ancorate a principi teorici: dalla storia della religione,
all'evoluzione dei concilii, dalla manifestazione di opere pubbliche alla realizzazione di scuole, motivo per
cui, una storia dell'arte, può avere come suo ancoramento intrinseco, una vocazione dal tratto
antropologico culturale propria. Il metodo dello storico dell'arte, in sintesi, deve potersi avvicinare a quello
del sociologo e semiotico visivo pur rappresentando conoscenze evolutive proprie e accostandosi al
metodo filosofico e naturalistico delle scienze. In quanto disciplina, deve occuparsi di tutte le forme
artistiche, potersi specializzare e ricoprire quindi una veste scientifica propria per poter essere trasmessa.
L'aspetto approfondito del bene culturale, così come le conoscenze di opere e di autori, in particolare in
pittura, in scultura e in architettura, sono il fondamento degli studi accademici, specialistici e di ricerca.
Inoltre, come ogni altra disciplina storica e umanistica, la storia dell'arte è soggetta ad un'opera di
interpretazione e riconoscimento critico ed è soggetta al metodo storiografico progressivo.

Lo studio dei contesti, degli antefatti, delle condizioni ambientali e dei mutamenti, della collocazione e della
condizione della conservazione, in cui un'opera è stata concepita, realizzata, recepita e studiata, nonché
della committenza e dei materiali, è parte integrante sia per la comprensione del significato, delle funzioni
tipiche dell'opera, sia del percorso artistico e del valore dell'opera.

A queste competenze si aggiungono la museografia e il restauro del bene culturale. Anche su questo piano,
la storia dell'arte, deve poter cercare le analogie e le differenze comprese nell'opera, dal punto di vista dei
legami con altre scienze, degli usi e dei costumi, nell'impegno complessivo di partecipare allo sviluppo
democratico e alla conoscenza in genere.

La "descrizione analitica" (ékphrays) del formarsi delle opere d'arte, e delle opere stesse, permette di
affrontare tematiche di vasta portata: i ricettari, i trattati, i dizionari monografici, del disegno e del colore,
sia tecnici che a glosse, favoriscono la divulgazione della storia delle arti, e rendono possibile una
competenza settoriale, uno studio distintivo in Arti maggiori e Arti minori nel rispetto del ritrovamento. Con
il contributo dell'archeologia, le opere d'arte possono essere studiate e descritte approfondendo aspetti
ragionati che la costituiscono: dalle osservazioni presemiotiche e meno intenzionali, dai materiali alla
conoscenza strutturata, dobbiamo il formarsi di settori propri: iconologia, iconografia, allegoria e simbolo,
che di volta in volta hanno arricchito la letteratura artistica, favorendo il nascere di correnti di pensiero (ut
pictura poïesis).

Lo studio delle opere del passato, soprattutto se appartenenti a culture distanti, porta, in particolar modo,
alla conoscenza e al rispetto di codici culturali e filosofici ai quali le opere fanno riferimento. Lo studio
articolato delle invenzioni e delle scoperte, in storia e storia dell'arte, porterebbe ai significati teorici stessi
delle opere d'arte ritenute maggiori.

L'arte, afferma Edgar Wind, è sottoposta a principi regolativi universali, educare con l'arte, significa
concedere all'espressione e al contenuto artistici, uno statuto normativo e progettuale proprio, che attinge
alla forma stessa dei linguaggi dei primordi che hanno permesso la formazione del gusto, dell'estetica e
dell'etica nelle varie epoche. I contributi degli storici dell'arte, non possono che provenire da spontanee
costruzioni professionali, nozioni, competenze, disposizioni che restituite ne favoriscono l'accesso, tuttavia
nel corso del Novecento sono nati veri e propri istituti di eccellenza. Ad esempio il Warburg Institute di
Londra, si è occupato dell'orientamento religioso, allegorico e astrologico delle opere d'arte.

Con la didattica museale si esprime un concetto affine, quello del significato dell'esperienza diretta del fare
artistico accanto alla fruizione estetica del sapere, si favorisce la conoscenza individuale del valore estetico
dell'opera d'arte. Le correnti strutturaliste e costruttiviste, linguistiche e psicologiche, hanno orientato la
pedagogia artistica sulle direzioni di senso, legate alla comprensione delle procedure artistiche tecniche.
Indice

1 Storia della disciplina

1.1 Le origini dell'Arte

2 Descrizione

2.1 Temi prevalenti

2.2 Le critiche alla critica

3 L'arte delle prime civiltà

3.1 L'arte nella Mesopotamia

3.2 L'arte in Egitto

4 L'arte greca

4.1 L'acropoli, orgoglio e vanto di Atene

4.2 Il tempio

4.3 Ordini architettonici e regole di armonia

4.3.1 L'ordine dorico

4.3.2 L'ordine ionico

4.3.3 L'ordine corinzio

4.4 La scultura dell'età arcaica e classica

4.5 L'arte ellenistica

5 L'arte etrusca

6 L'arte romana

7 L'arte paleocristiana

8 Arte bizantina

9 Arte longobarda

10 Arte romanica

11 Arte gotica

12 Arte rinascimentale

13 Manierismo

14 Arte della Controriforma

15 Arte barocca

16 Arte rococò
17 Arte neoclassica

18 Arte moderna

19 Arte contemporanea

20 Campi dello studio

21 Cronologia della storia dell'arte

22 Arte per area geografica/culturale

23 Note

24 Bibliografia

25 Altri progetti

26 Collegamenti esterni

Storia della disciplina

Nel 1842 Franz Theodor Kugler scrisse il primo libro sulla storia dell'arte al quale si deve la partizione della
storia dell'arte in quattro momenti (pre-ellenico o dei popoli primitivi, classico o dell'antichità greca e
romana, "romantico" o dell'arte medievale e islamica, moderno dal rinascimento al XIX secolo), seguito nel
1855 dal diffusissimo manuale di Anton Heinrich Springer.[1]

Le origini dell'Arte

Serra da Capivara - Brasile

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Arte preistorica.

È complicato tracciare un preciso quadro storico sulle origini dell'arte: essa risale, infatti, alle primitive
figurazioni delle popolazioni che iniziarono a riporre nella rappresentazione simbolica una concettualità
artistica probabilmente, all'inizio, con intenti didascalico-narrativi o, più verosimilmente, unicamente
propiziatori.

Nel Paleolitico superiore si sviluppò l'usanza di ritrarre, tramite graffiti o dipinti, immagini legate alla vita
quotidiana, prevalentemente scene di caccia ma anche momenti legati all'agricoltura ed all'esperienza
religiosa. Il supporto era costituito dalle rocce degli interni delle grotte: grazie alla protezione dagli agenti
atmosferici, molte di queste pitture (dette per l'appunto rupestri) sono giunte fino a noi.

In caso di esecuzione di graffiti, si utilizzavano rudimentali strumenti (prevalentemente in pietra), mentre


per le pitture si mescolavano terre utilizzando come leganti sangue, grasso ed altre sostanze,
successivamente stese con l'ausilio delle mani, di bastoni o di peli di animali.

L'arte preistorica, per la sua figurazione essenziale ed incisiva è stata fonte di ispirazione per molti artisti
moderni, fra i quali Pablo Picasso, per alcuni aspetti quale apporto interculturale.
Descrizione

Temi prevalenti

Per ragioni probabilmente da ricondursi ad un più antico e profondo sviluppo dello stesso concetto di arte,
oltre che ad una numericamente più copiosa produzione, la storia dell'arte sino a tempi recenti si è
occupata in prevalenza delle aree culturali del bacino del Mediterraneo, sul quale si affacciano le regioni
dell'arte classica e rinascimentale.

Con il sorgere del secondo millennio, allo studio dell'arte greca e di quella romana, di quella bizantina e di
quella prodotta nell'area italiana e provenzale, si è estesa la considerazione alle produzioni delle aree dei
Franchi e dei Sassoni, includendo quindi progressivamente porzioni sempre più estese di fonti del Vecchio
Continente, di pari passo con lo sviluppo delle comunicazioni culturali fra gli stati europei, che consentivano
di prendere scambievole nozione, ad esempio del contributo romanico e di quello gotico.

Il succedersi dell'Umanesimo e del Rinascimento italiano seguito dalla renaissance francese, riportò sulla
penisola italiana e sul paese confinante il fuoco dell'attenzione. È questo, del resto, il periodo in cui la
produzione artistica esplose di rigogliosa fioritura particolarmente nei campi della pittura, della scultura e
dell'architettura, ed è dunque la fase in cui divenne parimenti necessario uno sviluppo organico dello
studio, anche in ragione, non va nascosto, del crescente valore economico delle opere di quei campi.

In più, mutate condizioni culturali favorirono lo sviluppo di una sorta di ceto artistico, forse non organizzato
in corporazione, ma comunque di sempre più solida importanza sociale, caratterizzato da un verso dalla
pluralità di modi espressivi di ciascun autore (spesso capace, cioè, di dipingere come di scolpire, o di usare
altre forme artistiche) e da un altro verso da una sempre più intensa comunicazione fra gli autori che, nella
sfida competitiva come nella prova istrionica, davano prova costante di conoscenza tecnica e logica delle
opere dei colleghi (e quindi compivano un vero e proprio studio dell'arte altrui). Il più noto fra coloro che si
posero con consapevolezza scientifica dinanzi alla produzione dei colleghi fu certamente Giorgio Vasari, che
con la sua opera "Vite degli Artisti", malgrado l'assenza del mero tentativo di evitare giudizi personalistici,
introduce peraltro un canone (si potrebbe forse dire un canone artistico) nello studio storico che si riflette
tuttora nello svolgimento dei temi di questa disciplina.

Se nel Seicento entrarono a far parte dello studio le "barocche forme del barocco" (intendendosi con
questa nota locuzione l'innumerevole e ridondante quantità di differenziazioni produttive nei sempre più
numerosi paesi in cui fu sviluppata, e mentre si consolidava l'importanza della produzione dei paesi
dell'Europa settentrionale, con il riconoscimento dell'importanza dell'area fiamminga, il lussuoso
Settecento aprì a nuove aree di studio, incrementate peraltro dallo sviluppo della musica e delle arti
letterarie e teatrali.

Lo studio Ottocentesco si giovò dei progressi tecnici (anche delle altre scienze, ad esempio dell'archeologia)
per approfondire l'indagine e di un diffuso crescente sentore di "necessità d'arte" per imporre l'importanza
delle proprie elaborazioni, nel secolo che avrebbe celebrato la consacrazione delle "Belle Arti".
Il Novecento, con gli straordinari sviluppi delle modalità di comunicazione, ma anche (e forse per effetto di
quelli) con la sua crescente progressione di approfondimento culturale, di pari passo seguita
dall'espansione fra le classi sociali della frequentazione dell'arte (e con la diffusione dell'arte popolare),
creò le condizioni per una venuta a maturità della storia dell'arte, che oggi ricerca con indirizzo più
strettamente scientifico di ristrutturare le proprie metodologie.

La storia dell'arte, contrariamente ad una tradizione peraltro più avvertita presso le culture anglosassoni
che non presso quelle latine, non si limita (o forse non si limita più) all'indagine sulle arti figurative (e visive
in genere), nonostante soprattutto in relazione ai secoli passati tale specialità costituisca una porzione ben
rilevante dell'intera sua analisi.

Potrebbero piacerti anche