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Musica per…
comunicazione, corporeità, ambiente, matematica
CONSERVATORIO DI MUSICA
29 e 30 agosto 2013
Elita Maule
Ecco allora che “nel momento in cui vogliamo pensare ad un’educazione musicale non
centrata sulla trasmissione di contenuti disciplinari, ma come momento di incontro-
integrazione- sviluppo delle proprie competenze acquisite anche in modo non
intenzionale […] c’è la necessità di ripensare non solo la propria identità e la propria
cultura musicale, ma soprattutto come entrare in relazione con quella degli altri,
qualunque essa sia […]. E’ qui che allora cambia la prospettiva perché […] cercherò di
impostare il mio processo educativo sull’apprendere dall’esperienza, che significa,
appunto, partire, non più, o meglio, non solo, da ciò che la storia e la tradizione
culturale mi tramandano sul piano della disciplina, ma, prima di tutto, da chi ho di
fronte, dalle sue abitudini, dai suoi vissuti, dalle sue mappe concettuali, dai suoi gusti”
(Piatti, 1997, p. 15).
b) Educare “con” la musica
L’azione educativa parte dall’uomo (bambino- bambina) con i suoi desideri, le sue
aspettative, le sue emozioni, le sue competenze e i suoi gusti che entra, attraverso la
musica nel nostro specifico, in relazione con gli altri componenti del gruppo e con
l’insegnante. Si rende quindi necessario praticare percorsi musicali incentrati “non su
parametri, ma su attitudini psicologiche (ascolto- invenzione- concentrazione).
Gli insegnanti devono esigere molto, ma anche avere molta fiducia. Il nostro
comportamento consiste nel mostrare al bambino che sappiamo che egli ha i suoi
gesti, i suoi suoni, le sue idee” (Frapat, 1994, p. 47).
d) I contenuti
Le tappe didattiche dei percorsi per la scuola dell’infanzia accreditati quali buone
prassi educative hanno inizio dalla ricerca sonora, stimolando l’ innata curiosità dei
bambini per tutto ciò che produce rumore: “prima ancora che la creazione predomini,
l’esplorazione ne rappresenta la preparazione e la premessa” (Delalande, 2001, p.
148). “Bisogna infatti arrendersi all’evidenza: il bambino è innanzitutto rumore e
movimento” (Frapat, 1994, p. 13).
Il paesaggio sonoro contestualizzato (la casa, la scuola, la lavanderia, la fattoria, ecc.)
offre innumerevoli spunti di analisi, di rielaborazione creativa e inventiva. Allenata
l’abitudine alla percezione e all’ascolto delle proprie produzioni, il bambino è portato
ad ascoltare “le musiche che vi assomigliano e allora il campo diventa molto più vasto”
(Delalande, 2001, p. 98). “Per gioco si esplorano le fonti sonore, si mima il reale e si
organizzano i suoni. La creazione nasce dal gioco. E questa attività di produzione
determina a sua volta la curiosità per l’ascolto di brani di riferimento” (Delalande,
2001, p. 99).
Già Antiseri sosteneva che non esistono le discipline, ma i problemi. Egli aggiungeva
che i problemi si potevano aggredire con tutti i mezzi possibili, senza badare alle
etichette, in un’ottica interdisciplinare (vedi Antisseri, 1999).
Corporeità
Comunicazione
La portata didattica di suoni e musica per il campo di esperienza i discorsi e le parole è
stata ampiamente rilevata e posta in evidenza dalla recente ricerca (vedi Maule,
Cavagnoli e Lucchetti, 2006; Maule, Bertacchini e Viel, 2008). Le relazioni che
intercorrono tra musica e lingua sono molteplici ma una, in particolare, ne rende
significativo l’intreccio: musica e lingua hanno in comune l’orecchio, l’esperienza
uditiva e l’uso della voce.
Il bambino già in fase prenatale è sottoposto ad un training uditivo che riguarda tanto
la musica che gli elementi musicali della lingua (profilo intonativo, ritmo, intensità,
ecc.), elementi che determineranno le sue preferenze future.
Come anche gli attuali insegnanti della scuola dell’infanzia empiricamente sanno,
l’apprendimento linguistico, e la memorizzazione di vocaboli e di frasi utili alla
comunicazione, è facilitato se inserito in un contenitore musicale che consenta una
gratificante, e non noiosa, frequente ripetizione; se vi è un supporto ritmico
strutturato e una melodia in grado di “muovere gli affetti”; se le modalità di
apprendimento sono in grado di far leva sull’emozione e sulle sinestesie sensoriali:
questi rappresentano anche gli ingredienti storicamente selezionati dalle comunità
infantili per promuovere l’autoapprendimento.
Ecco, allora, che se l’uso musicale delle conte, dei proverbi ritmici, dei giochi motori
cantati, delle filastrocche, anche con scambio di parole o invenzioni di nuove frasi,
giova sia all’acquisizione del lessico che alla produzione linguistica, le sonorizzazioni
interattive di fiabe, di racconti, di poesie, si rivelano invece efficace per incrementare
l’attentività uditiva e la comprensione globale delle sequenze narrative presentate
dall’insegnante sotto forma di lettura. In sostanza, mediante la musica possiamo
efficacemente promuovere tutti gli obiettivi delineati per l’area linguistica.
Matematica
All’interno del campo di esperienza Lo spazio, l’ordine e la misura e Le cose, il tempo e
la natura (Orientamenti del ’91), esplorare, conoscere e programmare (Indicazioni del
2004), La conoscenza del mondo (Indicazioni del 2007), Matematica (Indicazioni
provinciali 2009) l’attività musicale si rivela proficua soprattutto per perseguire
obiettivi inerenti le abilità di raggruppare, contare, ordinare, valutare quantità,
misurare mediante semplici strumenti, localizzare se stessi e gli oggetti nello spazio,
esplorare e scoprire artefatti tecnologici, manipolare, smontare, piantare, legare, ecc.
seguendo un proprio progetto o di gruppo, oppure istruzioni d’uso ricevute.
Gli intrecci tra questi obiettivi e quelli più propriamente musicali, si rivelano evidenti
se consideriamo, ad esempio, quell’utilizzo e fabbricazione di strumenti per produrre
suoni da soli e in gruppo proposti dalle stesse indicazioni nazionali.
“I bambini di tutte le epoche e di tutte le aree geografiche hanno sempre riposto una
considerevole parte della loro fantasia, della loro creatività e della loro manualità nel
costruire, inventare, ideare suoni e strumenti, spesso rielaborando, attraverso il loro
uso all’interno di peculiari pratiche musicali, la loro conoscenza del mondo e della
natura o, ancora, cercando soluzioni per ‘diventare grandi’ appropriandosi, in modo
emotivamente avvincente, del mondo adulto” (Maule, 2006, p. 9).
Ambiente
Gli apporti che musiche e suoni possono fornire per promuovere obiettivi legati al Sé
e l’altro, contenuti nelle Indicazioni provinciali del 2009 nel campo di esperienza
“Ambiente”, sono molteplici ed estremamente significativi qualora si vogliano
valorizzare, nella prassi didattica, quei modi di apprendere che tutte le comunità di
bambini, di ogni tempo e luogo, hanno attivato da sé.
Ricordiamo in questa sede l’importanza dei giochi sonori della tradizione, presenti in
tutte le comunità infantili, al fine di creare i prerequisiti della conoscenza storica,
specie quelli legati alla percezione del tempo.
Si può sostenere che attraverso la musica i bambini costruiscano già da soli, in contesti
sociali regolati dal gruppo dei pari, copioni adatti ad organizzare le loro conoscenze e
ad apprenderne di nuove.
Suoni e musica costituiscono comunque, già di per sé, una struttura temporale: il
tempo strutturato è la caratteristica più macroscopica che unisce storia e musica e
ogni volta che alleneremo la capacità di cogliere questa qualità del reale in una delle
due discipline renderemo un servizio all’altra.
Così possiamo utilizzare tutte le musiche, anche quelle che non veicolano parole, per
promuovere la capacità di pensare e organizzare il tempo; l’uso della scrittura
musicale può costituire un efficace modo per abituare i bambini a rappresentare il
tempo visivamente, riempiendolo di elementi significativi.
4. Suoni e musica per la didattica dei laboratori
Negli ultimi tempi si sta imponendo nel nostro Paese una nuova concezione
pedagogica che mira a liberare la scuola dal fardello, di cui è storicamente gravata,
carico di nozioni, di lezioni cattedratiche in grado di trasmettere passivamente solo
saperi freddi dalla scarsa tenuta emotiva e temporale e dallo scarso contenuto
motivazionale. In sostanza, si vorrebbe imporre un’idea di scuola che non si occupi di
istruire materialmente puntando sulla quantità di contenuti e di nozioni disciplinari
(come finora è avvenuto), ma piuttosto di istruire in modo metacognitivo, puntando
invece sul come apprendere i fondamenti logici e sintattici delle discipline attraverso
la pratica diretta, la manipolazione, l’intuizione e la scoperta. Vi è, dunque, uno
spostamento di interesse dal che cosa al come apprendere (vedi Frabboni, 2005).
Alla base soggiace l’idea che un insegnamento di tipo nozionistico e informativo non
abbia ragione di esistere in una società, come la nostra, in cui i mezzi di
comunicazione di massa si fanno sempre più concorrenziali in tal senso. Non sono le
informazioni che mancano ai nostri bambini e ai nostri ragazzi, bensì modalità
convincenti per organizzarle.
Questa nuova concezione pedagogica può trovare una realizzazione pratica solo se si
trasforma la scuola delle aule in una scuola dei laboratori didattici, in un luogo dove si
possa esercitare l’autoapprendimento come elaborazione- ricostruzione delle
conoscenze, come osservazione- scoperta diretta dei fatti culturali e dove si possano
impratichire metodi euristici e creativi provando anche emozione nell’apprendere
(vedi Frabboni, 2004, p. 83).
L’idea non è nuova (in fondo, anche il museo delle cianfrusaglie agazziano può essere
annoverato fra i precursori storici del laboratorio didattico, così come gli angoli
attrezzati dalla Montessori per l’educazione alla percezione) anche se la sua
rivisitazione assume specifiche peculiarità e i dovuti adattamenti che la scuola
dell’oggi inevitabilmente richiede.
La trasversalità di cui suoni e musiche sono dotati consentono tuttavia un loro utilizzo
in tutti gli altri laboratori, angoli attrezzati o atelier. Che dire, infatti, del possibile uso
didattico dei giocattoli sonori presenti nel “centro-ludoteca” o della possibilità di
farcire il centro dei mestieri di canti, suoni e giochi motori cantati contestualizzati
(ciabattino, falegname, sarto, ecc.) che tanta parte occupavano, e tuttora occupano,
nel repertorio vocale dell’infanzia?
Che dire della possibilità di utilizzare suoni e musiche nel centro dei linguaggi, magari
per sonorizzare interattivamente fiabe, storie e racconti? Oppure in quello logico-
matematico, esplorando le qualità fisiche dei suoni e le loro modalità di produzione-
propagazione?
5. Abilità musicali e sviluppo cognitivo
6. Il contesto dei suoni e delle musiche per campi di esperienza. Alcuni punti salienti
tratti dalle Indicazioni provinciali del 2009
I quattro campi di esperienza delineati nelle indicazioni provinciali (Comunicazione, Corporeitá, Ambiente,
Matematica) devono essere attuati all’interno di un quadro che prevede:
Comunicazione
La scuola dell’infanzia mette bambine e bambini in contatto con diversi strumenti di espressione e di
comunicazione: la parola (indicando con tale termine sia la lingua materna che la seconda e la terza lingua),
il corpo, il disegno, l’immagine, il suono e la musica. Si sa che nel mondo contemporaneo tali strumenti si
integrano ed intrecciano secondo modalità, ogni giorno più sofisticate e innovative, che tengono conto
delle diverse culture di appartenenza: è conseguentemente importante che la scuola dell’infanzia offra a
bambine e bambini la possibilità di sperimentare situazioni in cui tali codici compaiano sia da soli, sia in
rapporti di reciproca dipendenza, così come avviene nei momenti di fruizione degli audiovisivi e delle
diverse forme di espressione artistica.
Finalità formative e indicazioni metodologiche
La definizione delle finalità proprie di questa area si basa sul duplice principio che ogni codice viene
appreso all’interno dei rapporti con gli altri e che il suo uso implica il possesso delle principali regole che ne
governano il funzionamento e la capacità di riflettere su di esse.
Particolare cura sarà dedicata a tutte le occasioni che permettano di creare contesti di esperienza in cui
l’uso della lingua e degli altri codici costituisca un modo di comunicare soddisfacente e piacevole (legato
alla fruizione o alla produzione di narrazioni, descrizioni, resoconti, invenzioni, drammatizzazioni…).
Predisporre un ambiente educativo atto a facilitare l’immaginazione e l’invenzione, in cui sia possibile sia
osservare e confrontare prodotti artistici legati ai diversi ambiti (musica, letteratura, pittura e scultura,
danza…) e in relazione alle diverse sensibilità estetiche, sia fruire in modo differenziato di forme plastiche e
stimoli visivi (fissi e in movimento), sia sperimentare tecniche, materiali, strumenti diversi e variati.
Tutto questo nell’idea che la creatività appartiene strutturalmente come caratteristica costitutiva e come
diritto culturale ad ogni individuo e che non deve soltanto essere rilevata ed apprezzata, ma anche educata.
Negli scambi all’interno della sezione, e tra la sezione e l’esterno, l’insegnante si porrà infine, quando
necessario, come mediatore tra il bambino in difficoltà e gli altri, proponendo attività finalizzate alla messa
in comune di abilità e conoscenze e garantendo a ciascuno la più ampia partecipazione alla comunicazione
(intesa come ascolto e scambio) attraverso le parole e il corpo, gli oggetti e le immagini, i suoni e il silenzio.
L’ambito della comunicazione prevede che essa venga promossa tramite: la parola, il corpo e i suoni e la
musica.
La comunicazione musicale interessa la fruizione attiva, produzione, riproduzione e invenzione sonoro-
musicale. Questi costituiscono gli obiettivi fondamentali di un percorso educativo e formativo che intenda
sviluppare in bambine e bambini la capacità di cogliere uditivamente, di analizzare e di riflettere, in modo
sempre più preciso, sulle proprie esperienze e sulla propria identità. La capacità di riprodurre e creare
eventi sonori attraverso l’uso del corpo e del movimento, degli strumenti musicali, degli oggetti e dei
giocattoli sonori, della voce, del segno grafico, della parola permette al bambino di esprimersi e di
comunicare agli altri i propri vissuti.
LE ATTIVITA’
Introduzione
Si riproducono i suoni naturali della campagna:
voci di animali, fruscio di foglie, acqua che scorre,
ecc. Si scuote lo strumenti di rondelle.
Una sera quando, come al solito, la piccola
Talpa mise la testa fuori dalla tana per
controllare se il sole se n’era andato, ecco cosa Successe: colpo di triangolo
successe.
[Era rotondo e marrone. Pareva un po’ una
salsiccia- e il peggio fu che cadde proprio in SPLIC: colpire con la mano una ciotola di plastica
testa- SPLIC. ] fatta galleggiare, capovolta, dentro ad una bacinella
colma d’acqua (tamburo ad acqua)
“Dì su, mucca! Sei tu che me l’hai fatta in Mucca: voce o giocattolo sonoro
testa?”
“Io? Ma che dici! Io la faccio così”.
[E –PATATAF- Un’immensa focaccia PATATAF : si gratta sonoramente la pelle di un
verdastra si depositò al suolo. “Che fortuna tamburo e, contemporaneamente, si scuote il
che non è stata lei a farmela in testa! Pensò la bastone della pioggia.
piccola Talpa].
“Ascolta maiale! Sei stato tu che me l’hai fatta Maiale: giocattolo sonoro o voce
in testa?”
“Io? Ma quando mai! Io la faccio così”.
[ E – PRUFF- proiettò un monticello bruno e PRUFF : un colpo secco con un abbattimosche sul
molle sul campo. Bleh! La piccola Talpa si lato di uno scatolone
tappò il naso.]
Introduzione
Un bambino scuote il gioco a vento di rondelle
Un salto a casa per salutare, poi… sospese; un altro il ventofono
Tutti pronti per decollare! Decollare: si fa girare il ranocchio ronzatoio
per il motore. Si agita il ventofono.
Guarda la terra che sembra un pallone:
il razzo è rapido come un ciclone ciclone: come sopra.
e nello spazio senza gravità
ci porta a spasso in gran velocità. Velocità: intensificare la velocità di roteazione
del ronzatoio.
Via tra le stelle che sembran bambini Le stelle: improvvisazione con gioco a vento
fatto con le campanelle e con quello di
e quattro buffi marziani verdini, rondelle.
ma ecco una pioggia di meteoriti: Pioggia: bastoni della pioggia, vento, acqua
travasata in bacinelle.
“Pronto soccorso! Ci hanno colpiti!” Colpiti: colpi di tamburo autocostruiti.
“Niente paura, pronto intervento!
Vi ripariamo in un momento!” Ripariamo: ranocchio- ronzatoio fatto suonare
Ma che pianeta proprio speciale tra le mani.
di gente allegra, sempre cordiale!
Sul grande carro si gioca un poco,
il grande drago lassù sputa fuoco.
Cippirimerlo, noi ce ne andiamo,
E nello spazio girovaghiamo.
Ma adesso sai dove stiamo andando?
“Ehi, fate largo! Stiamo atterrando!” Atterrando: ranocchio- ronzatorio fatto girare
in aria con velocità decrescente.
Finale:
come l’ introduzione.
La storia della nuvoletta Olga
(N. Costa, Edizioni Emme)
Introduzione
Suoni liquidi: bastoni della pioggia, acqua travasata
in bacinelle, gioco a vento di rondelle.
Poi si ferma sopra la gallina Giacomina che Galline: giocattoli sonori o voce.
va a spasso con i suoi pulcini.
A Olga scappa sempre di più la pioggia.
La gallina guarda in su e dice: “Non la farai
mica sopra ai miei bambini!” Pioggia: acqua travasata nelle bacinelle.
E così Olga se ne va. Galline: giocattoli sonori o voce.
Poi si ferma sopra il campo di girasole. Se ne va: ventofono e tubo del vento.
Ormai Olga non ne può più: deve proprio
fare la pioggia!
Ma il capo dei girasoli dice: “Ti prego, non
farla qui! Sei troppo piccola per dar da bere
a tutti noi!” Pioggia: acqua travasata nelle bacinelle.
E di nuovo Olga se ne va.
Olga è disperata.
Per fortuna incontra l’uccello Gino e gli Se ne va: ventofono e tubo del vento.
chiede che cosa fare.
Gino mostra un posto dove ci sono altre
nuvole. Uccello: richiamo da caccia per uccellini o voce.
Olga, allora, vola dalle sue amiche e tutte
insieme fanno una bella pioggia, senza
chiedere il permesso a nessuno. Vola: soffiare dentro a bottiglie.
LA SANZA AFRICANA,
Una mattina Nyambè si grattò la testa e disse: “Buon Dio! Finirà per
Grattò: strofinare la pelle di un
uccidermi questa noia se continua così!
djembe
Ora, nel posto esatto in cui si era grattato, c’era l’Immaginazione che
dormiva dentro la sua testa
-Sono io che ti ho svegliata, Immaginazione? Perdonami, non l’ho Uccidermi- dormiva: rintocchi di
campane tubolari; alcuni bambini
fatto apposta.
russano.
- Sai- disse Nyambè- io ho un problema. Il mio problema è la noia.
Attenzione, però! Sai bene che se la noia ucciderà me, ucciderà anche
te.-
L’Immaginazione si mise a pensare e uscì a respirare l’aria del Uccidere: rintocchi di campane
giardino. tubolari
Nyambè suona la sanza e ogni nota del suo strumento crea qualcosa
Suonarla: improvvisazione con la
di nuovo.
sanza su ritmo di una filastrocca e
Con la prima nota inventa il sole, che dà luce al mondo. La seconda accompagnamento ritmico con
nota crea la luna. djembe.
Nyambè pizzica ancora una lamella della sanza e questo terzo suono
crea il villaggio. Poi un intero paese e un continente. E altri paesi e
Sole: rintocchi di triangolo
continenti che sorgono man mano che Dio suona la sanza.
Luna: chimes di chiavi sospese
Abbiamo osservato come i bambini, specie se piccoli, presentino qualche difficoltà nel
tenere il tempo e nel seguire una pulsazione isocrona. Il ritmo verbale agevola però la
promozione di tale attività che, indipendentemente dal risultato, dovrebbe comunque
essere proposta nella scuola dell’infanzia al fine di consentire ai bambini di maturare
quelle esperienze che, gradualmente, potranno far migliorare nel tempo le loro
prestazioni.
I bambini sono invitati a scandire il ritmo delle filastrocche servendosi dapprima dei
gesti- suono e poi di strumenti autocostruiti o di quelli didattici in dotazione della
scuola.
Am Dam Des
A Bi Bo (Filastrocca popolare)
Tutti
insieme
SH!
Ciccio cena
Ciccio cena con la ciccia
E più cena più pasticcia
Si cibasse invece a ceci
e ciucciasse con la bocca
non farebbe più pasticci
questo Ciccio degli impicci.
Prima voce
ОО ОО ОО ОО ОО ОО ОО ОО
Seconda voce
ОО О О ОО О О
Introduzione:
Si preme un gonfiamaterassini.
apri l’ombrello,
Passi.
ti ci metti sotto tu
Effetti d’acqua (bastoni della pioggia, palloncini
e così non ti bagni più. con orzo, acqua travasata nelle bacinelle.
Questa versione corale costituirà la base musicale per eseguire il seguente gioco
motorio che si rivela molto efficace per promuovere nei bambini il senso della
spazialità.
Per svolgere l’intero gioco motorio bisogna eseguire la filastrocca due volte: la prima
volta cantandola, la seconda recitandola.
Introduzione:
è arrivata la tempesta.
La tempesta: esecuzione ritmica
Piove
di motori un gran fracasso. Motori: suoni della strada (fischietti del vigile,
campanelli di biciclette; con la centrifuga si
imitano le ruote dei veicoli).
Corporeitá
Esperienze psicomotorie
Intese come posture e movimento. La gestione del corpo si riferisce all’identità somato-psichica di
ogni bambino, che la esprime attraverso il controllo e la gestione del movimento, affinando
sempre più gli schemi posturali e dinamici di base, l’adattamento spazio-temporale, la
coordinazione dei movimenti (motricità fine e globale).
Esperienze sociomotorie
Prevedono tutti quei comportamenti motori che implicano una relazione sociale.
Le esperienze sociomotorie mettono in relazione l’io con il mondo e passano dall’accettazione e
interiorizzazione della regola, dalla condivisione.
Vanno quindi programmate attività dove i bambini possono sperimentare il gioco simbolico, il
gioco di squadra, il gioco libero.
Esperienze motorio-sportive
Lungo il percorso di scoperta degli spazi e dei luoghi dentro e fuori la scuola dell’infanzia il
bambino sperimenta il gioco e lo sport sia con modalità spontanea sia organizzata.
SALTA LA DONNOLA
Salta la donnola
10 Campo di esperi
Ambiente
enza - AMBIENTE
L’area formativa dell’ambiente riguarda, nella scuola dell’infanzia, l’insieme di esperienze che
avviano il bambino e la bambina alla conoscenza e alla riflessione critica sulla realtà del loro
vissuto.
L’ambiente nasce dall’incontro, storico e contemporaneo, tra l’uomo e la natura: costituisce
pertanto un oggetto di conoscenza da esplorare nelle sue diverse dimensioni: antropologiche e
scientifico-naturalistiche.
Ecc…
CAN- TIA- MO IN GI- RO- TON- DO
IN-QUI- NA- RE TUTTO IL MON- DO
STROHSCHNEIDER
Der Strohschneider Il tagliatore di fieno
A coppie, in cerchio,disposti uno di fronte all’altro, tenendosi con le mani incrociate (le due mani destre
stanno sopra alle due mani sinistre).
Batt. 1. Saltello in avanti con il piede sinistro tirando, contemporaneamente, verso di sé il braccio destro del
compagno come nell’atto di segare.
Batt. 2 Saltello in avanti con il piede destro tirando, contemporaneamente, verso di sé il braccio sinistro del
compagno.
Batt. 3. Compiere due saltelli, prima con il piede sinistro in avanti, poi con il destro; le braccia, come prima,
nell’atto di ‘segare’.
Batt. 9-12. In cerchio, a coppie e a braccetto: procedere con saltelli verso destra (senso antiorario), tenendo
la pulsazione.
esperienza - MATEMATICA
Finalità formative e indicazioni metodologiche. PAROLE CHIAVE:
Logica
Nella scuola dell'infanzia, prima si avviano i bambini all'uso consapevole del linguaggio comune.
Almeno in prima istanza, la logica può essere considerata uno strumento per parlare,
argomentare, conoscere in modo razionale e consapevole.
Non vanno trascurate abilità fortemente interrelate con l’esperienza linguistica quali: saper
scegliere; riconoscere proprietà; porre in relazione; saper analizzare le premesse di una situazione
e trarre conclusioni; usare parole, apparentemente
semplici, quali i connettivi ed i quantificatori.
Probabilità e statistica
Fin dalla scuola dell'infanzia è utile e opportuno proporre delle esperienze
che comportino, in modo intuitivo, l'uso delle nozioni di casualità e probabilità e
le parole che le esprimono;è utile far compiere e interpretare osservazioni, elementari rilevamenti
e rappresentazioni statistiche, che consentono il confronto e l’analisi dei dati e dei fatti della
realtà.
Spazio
La competenza spaziale è esplorazione, rappresentazione mentale dello spazio, costruzione di
schemi di riferimento, strumento di analisi, descrizione e applicazione. Soprattutto, per questi
ultimi due aspetti, la geometria dà un contributo essenziale allo sviluppo delle capacità logico-
formali.
Nella scuola dell'infanzia si tratta, però, prima ancora che di un avvio alla geometria, di una
costante e significativa attività di formazione spaziale:
orientamento ed esplorazione dello spazio e degli oggetti. È altresì opportuno sviluppare la
capacità di scoprire le proprietà degli oggetti e delle figure anche mettendoli in relazione.
Misura
Attraverso le numerose possibili attività di confronto di quantità continue e discrete (intervalli di
tempo, lunghezze, estensioni, masse e volumi) si accede all'idea di misura. L’attività di misura è
presente in molti momenti della quotidianità, è sufficiente farla diventare esperienza consapevole.
Le esperienze di apprendimento, generale o specifico, che si propongono a scuola non solo
devono essere “a misura di bambino”, ma anche fondanti e divertenti.
Il pensiero astratto nasce da osservazioni e da azioni concrete e il fare concreto nasce dalle idee e
dai progetti. In quest’ottica vanno rivalutate le attività di costruzione, che si affiancano a quelle di
esplorazione e sperimentazione.
Infine occorre sempre scegliere con cura i contesti in cui si collocano le esperienze di
apprendimento che si propongono; su tutti si segnalano per la loro efficacia: il gioco, le storie, le
esplorazioni e le costruzioni.
UN METRO E PIU’
(popolare, Francia)
un chi-lo-lo-metro.
un chi-lo-lo-metro.
О О О О О ●● О О
О О О О ●● ●● ●● ОООО
╼ООО О О
ОО
Una box= 1 battuta di 4/4
Il Carnevale, composto da Saint Saëns nel 1866, è una suite di 14 brani per due
pianoforti, due violini, viola, violoncello, contrabbasso, flauto, clarinetto, armonica e
xilofono.
1. Prima sinuosa melodia eseguita dai violini con arpeggi dell’harmonica: alcuni
bambini scuotono molto leggermente i palloncini farciti di orzo sui tre suoni lunghi
come indicato dalle frecce.
6. Lo spunto melodico è ora composto di due suoni dei quali il primo lungo e il secondo
corto, seguiti dagli arpeggi della harmonica: sui due suoni lunghi un bambino suonerà
il gioco sonoro formato da rondelle.
7. Si ripete il punto 6.