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PROGETTARE L’EDUCAZIONE MUSICALE

CRITERI
1: IL VISSUTO:
E’ opportuno che chiunque si assuma il compito di educare, prenda consapevolezza del proprio vissuto (in
campo musicale). Significa tornare con la memoria alle nostre esperienze passate, individuando tutto ciò che
è stato significativo per noi. Solo in questo modo, possiamo confrontarci con il vissuto di altri.
2: LA CULTURA:
Ogni cultura è relativa al proprio contesto e alla propria storia, dunque non esistono a priori modelli culturali
più validi di altri. Questo vale anche per la musica, da ciò ne deriva l’importanza di una educazione
musicale interculturale a partire dall’infanzia, in modo da facilitare l’integrazione reciproca. Detto ciò, ogni
progetto di educazione musicale (non necessariamente solo all’interno della scuola) più che fare riferimento
esclusivamente alle teorie pedagogiche e ai modelli didattici, dovrà tenere conto dei reali interessi delle
comunità locali. Lo scopo di tali progetti non è imparare la musica, ma di saper usare le competenze
acquisite per migliorare le relazioni con gli altri e con la realtà che ci circonda. I progetti educativi nella
scuola quindi non devono essere concepiti come semplici mezzi per la trasmissione di saperi disciplinari ma
come momenti di relazione fra persone.
3: L’IDENTITA’
L’educazione musicale deve essere concepita non tanto come mero apprendimento di contenuti disciplinari e
di attività ma come incontro-integrazione e sviluppo di identità. Quattro elementi che contribuiscono a
determinare l’identità musicale:

 Imprinting originario (esperienze musicali fatte ad esempio da neonato): Numerosi studi sono
concordi nel ritenere che ciascun individuo fin da alcuni mesi prima della nascita, è immerso in un
mondo di suoni e ritmi che condizionano la mente e il corpo. Tali esperienze incidono sia sulla
formazione del senso ritmico in genere, che sullo sviluppo del linguaggio e di tutte le capacità di
relazione.
 Vissuto: esperienze che ciascuno ha fatto in campo sonoro-musicale.
 Valori che attribuiamo alla musica e valori che riceviamo dalla musica
 Abilità e conoscenze in campo musicale acquisite non solo a scuola: N.B: anche il bambino
handicappato che non parla o l’anziano semianalfabeta sanno fare molte cose in campo musicale, è
opportuno però che vi sia il contesto giusto per permettere loro di esprimersi

METODOLOGIE
1: PROGETTAZIONE
In campo educativo, un progetto dovrebbe essere finalizzato alla realizzazione di un evento complesso e
articolato con caratteristiche di pluridisciplinarietà e con interazione di materiali e linguaggi diversi. Bisogna
passare da una didattica disciplinare (incentrata su contenuti da apprendere) a una didattica dell’occasionalità
(incentrata invece su situazioni, esperienze, eventi significativi). Quattro verbi possono sintetizzare gli
elementi fondamentali di una didattica di questo tipo: esplorare, ricercare, animare, sviluppare.
Esplorare: si parte con una proposta, uno stimolo; se il gruppo lo condivide, si può dare avvio a una
discussione comune, valorizzando e vagliando le idee di tutti. Si tratta di portare idee nuove, originali, anche
se apparentemente strampalate o irrealizzabili.
Ricercare: scopo della ricerca non è solo quello di arricchire le proprie conoscenze ma anche di produrre
eventi, fatti, manifestazioni finalizzate alla crescita culturale di una comunità.
Animare: ossia rendere vive, interessanti ed appassionanti le situazioni di apprendimento. Un principio alla
base dell’animazione è il coinvolgimento “qui e ora”, che mira a valorizzare le capacità potenziali e in atto
dei discenti, anche se affetti da deficit o handicap, rispettando il percorso personale di ognuno, usando
pochissimo il linguaggio verbale e immergendosi nella realtà del gruppo.
Sviluppare: le animazioni possono costituire uno stimolo per continuare a sviluppare le nostre abilità.
Possibile schema-guida per la realizzazione di un progetto:

 Presa d’atto di una situazione o di un problema


 Ideazione di possibili soluzioni centrate su attività/esperienze/elaborazioni…
 Programmazione delle diverse fasi di realizzazione del progetto
 Realizzazione: il momento della concreta produzione dell’evento musicale
 Socializzazione: far conoscere agli altri il proprio messaggio attraverso le forme ritenute più
adeguate

2: PROGRAMMAZIONE
Si è soliti articolare la programmazione in una serie di elementi che sono: l’analisi della situazione, la
formulazione di obiettivi e l’individuazione dei contenuti, la scelta dei metodi, le fasi di realizzazione delle
diverse attività e i criteri di verifica e valutazione.

 Analisi della situazione: deve essere condotta su due realtà, quella dei soggetti protagonisti della
relazione educativa (docente e discente, per questo motivo è importantissimo il dialogo), con
particolare riferimento al loro vissuto scolastico, familiare, sociale. La seconda realtà è costituita dal
contesto ambientale (comprende sia le componenti sociali, economiche e culturali, sia le strutture,
spazi e attrezzature utili per fare educazione musicale). In altre parole si tratta di prendere atto di
tutte le risorse disponibili e funzionali al progetto che si intende realizzare.
 Obiettivi e contenuti: Obiettivi: enunciati verbali che indicano quali conoscenze, quali abilità, quali
comportamenti dovranno essere acquisiti al termine del progetto. Per poterli formulare occorre
innanzitutto individuare le capacità (operazioni mentali o psicofisiche che possiamo compiere
quando fruiamo e/o produciamo prodotti sonori/musicali) che si intende sviluppare e acquisire. Tali
capacità dovranno essere messe in relazione con i contenuti, ossia gli elementi che vanno a costituire
un evento o prodotto musicale, che a loro volta dovranno essere messi in relazione con alcuni temi
generali nel capo musicale.
 Metodo: il riferimento è alle procedure operative utilizzate per raggiungere o far raggiungere gli
obiettivi. Normalmente i vari metodi didattici trovano giustificazione in teorie e ricerche
psicologiche diverse o in innovazioni tecnologiche. Ogni metodo deve tenere conto di alcuni fattori
come i soggetti e il loro grado di sviluppo, il contesto operativo, lo scopo e il senso di ciò che si fa, le
conoscenze di cui ci si serve. Tuttavia non deve essere inteso come una guida da seguire
pedissequamente nei modi e nei tempi stabiliti, ma deve essere adattato alla situazione, ai soggetti e
ai loro bisogni, al contesto e tipologia del gruppo. Anche i metodi più famosi e accreditati devono
essere usati con criterio, adattandoli alla situazione in cui ci si trova e ai soggetti con cui si lavora.
 Realizzazione: normalmente un progetto viene articolato in diverse fasi realizzative: 1: attivare la
motivazione/aspettativa degli alunni in relazione a qualche loro interesse specifico o provocare una
situazione che li stimoli; 2: problematizzare, cioè discutere con la classe tutte le varie problematiche
che la situazione stimolo ha generato; 3: ampliamento dell’informazione e delle conoscenze
acquisite attraverso lo studio e la ricerca; 4: socializzazione delle conoscenze, divulgazione del
proprio messaggio; 5: verifiche e valutazioni; 6: trasferimento delle abilità acquisite su altri
contenuti, quindi nuovo progetto.
 Verifica e valutazione: consiste nell’esprimere giudizi sull’efficacia di un percorso educativo, sulla
adeguatezza e pertinenza dei progetti adottati per il conseguimento degli obiettivi. Non si tratta di un
semplice controllo di quanto hanno appreso gli alunni, innanzitutto occorre domandarsi se il
contesto, gli ambienti, i sussidi e i tempi a disposizione sono stati programmati in modo congruo. E’
opportuno anche valutare il livello e la qualità della professionalità dell’insegnante. Solo a questo
punto si potrà procedere alla valutazione dei diretti protagonisti del processo educativo, ossia gli
alunni.

ARGOMENTI
1: MUSICA E HANDICAP
Primo aspetto da chiarire, la distinzione fra deficit: menomazione, lesione organica o disfunzione psichica; e
handicap: condizione fisica e/o psichica non temporanea che rende difficile lo sviluppo delle conoscenze,
della comunicazione e dei rapporti sociali.
Il rapporto fra i soggetti che sono in situazione di deficit o handicap e la musica non deve essere in ogni caso
un rapporto terapeutico (anche se naturalmente niente esclude che l’azione educativa abbia effetti anche
terapeutici sui soggetti di questo tipo).
In linea generale ogni situazione educativa va programmata e progettata, e questo vale a maggior ragione
quando fra i discenti vi sono soggetti con deficit o handicap. Programmare e progettare signifa essere in
grado di esplicitare motivazioni, obiettivi, percorsi, metodi e tecniche che si intende perseguire e utilizzare.
Altrimenti si rischia di agire unicamente in base al nostro istinto, cosa non sempre efficace. Una corretta
programmazione sa individuare i sentieri più efficaci e adeguati per ciascuno, ma anche i tempi e gli
strumenti più idonei per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Non è accettabile che vi siano quadri teorici differenziati, cioè una teoria dell’educazione musicale per il
normale e una per l’handicappato. I quadri teorici di riferimento devono essere comuni. Sarà sulle
metodologie e sugli aspetti didattici che i percorsi, i mezzi, e i materiali da usare potranno adattarsi alla
singola situazione.

2: CREATIVITA’
E’ un buon educatore chi sa inventare il contesto e la situazione educativa più adatta ai sempre nuovi bisogni,
alle diverse motivazioni e agli eterogenei interessi degli educandi. Bisogna essere creativi nell’educazione,
nei metodi, nei materiali e nelle tecniche educative, ma bisogna anche riuscire a educare alla creatività. In
campo musicale ciò potrebbe voler dire dare più spazio al lavoro compositivo, alla manipolazione di oggetti
e materiali sonori, all’improvvisazione vocale e strumentale, alla sperimentazione di tecniche di esecuzione,
registrazione, facilitate oggi dal computer. In poche parole dare più spazio alle esperienze, allo sperimentare
tecniche, più che al prodotto musicale in sé

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