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Vincent van gogh

 Nasce in Olanda il 30 Marzo 1853 da una modesta famigli con il padre pastore protestante;
provò a seguire la via del padre ma non andò a buon fine e iniziò a lavorare come minatore
vivendo anche con una famiglia misera di minatori in Belgio e li dipinse I mangiatori di patate.
L’anno prima della sua nascita nacque morto suo fratello, nel suo stesso giorno, chiamato
Vincent, e quando lo scoprì si sentì un ripiego per i suoi genitori, che lo chiamarono nello stesso
modo per colmare il vuoto. Si sentiva solo, era molto emotivo e ogni sentimento era elevato alla
massima potenza. Praticava autolesionismo. Viveva di ansia e insicurezze. Si sentiva prigioniero
di se stesso.
 La persona a cui era più affezionato e che lo capiva davvero era suo fratello minore Theo, che lo
aiutava economicamente e emotivamente; infatti faceva credere a Vincent di vendere le sue
opere quando in realtà non era vero.
 Prese lezioni di arte e di pittura cambiano spesso scuola. Studiò anatomia, disegno prospettico.
Va a Parigi dal fratello Theo, e studia nell’atelier di Fernand Cormon dove conosce Toulouse-
Lautrec e s’interfacciò con impressionisti e divisionisti tra cui Monet, Degas, Renoir e Seurat.
 Nel 1887 inizia l’amicizia con Gauguin con il quale abitò ad Arles, ma siccome non piaceva a
Van Gogh abitare in una città frenetica, si trasferì nella famosissima “casa gialla”.
Gauguin doveva partire per la Bretagna, e a questa notizia Vincent si sentì abbandonato e
litigarono; Van Gogh preso da una crisi si tagliò l’orecchio sinistro e si può notare anche dai
suoi autoritratti.
Vincent si ricoverò nella clinica per alienati mentali, una clinica psichiatrica a Saint-Rèmy de
Provence dove dipinse la Notte Stellata.
Il 27 Luglio 1890 si suicidò sparandosi al cuore in un campo, ma non morì subito. Morì dopo
due giorni nella sua casa nelle braccia del fratello tanto amato Theo.
Il post impressionismo, sia temporalmente (ultimi 20 anni dell’800) che come idee, si ispira
all’impressionismo ma non è del tutto tale. Guaguin, Mou, sono autori che prendono spunto
dall’impressionismo ma vivono una realtà diversa. Van Gogh è un personaggio tipico del ‘900. Era
schizofrenico, una malattia psichica grave e ha usato l’arte per tentare di uscire da questa
condizione e anche questo è un dato novecentesco: usare l’arte come seduta psichica. È importante
come nuova impostazione, l’arte è un fatto personale che cerca di alleviare una sofferenza
dell’autore. Con Van Gogh inizia l’arte terapia, è un fiammingo. I suoi soggetti preferiti sono gli
umili, i lavoratori dei campi, i minatori.

I mangiatori di patate
AUTORE= Vincent Van Gogh
DATA= 1885
TECNICA= olio su tela
DIMENSIONI= 82x114 cm
LUOGO= Amsterdam, Van Gogh Museum

Il primo capolavoro di Van Gogh fu I Mangiatori di Patate. L’artista decise a 32 anni di


rappresentare la vita dei poveri contadini dell’landa. Fu determinante, in questa sua scelta, l’attività
di predicatore protestante professata dal padre. In quest’opera vengono raffigurati 5 contadini che
consumano il loro povero pasto nella loro casa. Sono persone umili e raffigurano l’importanza della
famiglia. Sono evidenziati i loro volti scavati dalla fatica, stanchi, le loro mani nodose e sporche per
il lavoro. I colori sono terrosi, marrone, ocra e verde scuro, questi tre colori sono così simili che il
quadro sembra monocolore. L’unico punto di luce è la lampada sul soffitto che illumina appunto i
volti e la scena. Ci sono diverse prospettive, le persone sono disposte a ¾, di fronte e di spalle. La
persona totalmente di spalle permette allo spettatore di entrare nella scena. Una delle contadine
sedute al tavolo è Gordina de Groot che compare in un celebre ritratto.

La notte stellata
AUTORE= Vincent Van Gogh
DATA= 1889
TECNICA= olio su tela
DIMENSIONI= 73,7 x 92 cm.
Quest’opera la dipinse dalla finestra della sua camera dell’ospedale psichiatrico. Il tormento, la
sofferenza erano raffigurate con le pennellate, pennellate veloci, a vortice. Non è preciso, non è
curante di ciò che fa, e parte della tela non dipinta, fa parte del dipinto stesso. Tutto questo da un
senso di estrema violenza visiva, le stelle sembrano quasi meteoriti, le pennellate vorticose
raffigurano le montagne e il paesaggio è quasi inquietante.
Le finestre sono illuminate dalle luci domestiche mentre la falce di luna illumina un cielo nel quale
si agitano turbini inquietanti. Sotto ad un cielo costellato di stelle, con una falce di luna in alto a
destra, Vincent Van Gogh dipinge un paesaggio di campagna. Al centro, in basso, si trova una
chiesetta con un alto campanile. Intoro ad essa vi sono delle semplici case di campagna con le
finestre illuminate. Un grande cipresso interrompe il paesaggio a sinistra sotto la Notte stellata che
è quasi l’aspirazione all’infinito, bloccava la scena ed era un segno di speranza per alcuni interpreti.
Oltre il villaggio, a destra, si nota un fitto bosco che sembra abbattersi sul villaggio come un
maremoto e all’orizzonte le colline e le montagne lontane, sembrano onde gigantesche in corsa
verso le case.
Una vasta gamma di blu e azzurri riempie tutta la superficie dipinta. La luce notturna è
rappresentata dal blu oltremare, mentre la vegetazione diventa quasi nera. Le luci artificiali
brillano gialle dalle finestre delle case. Nel cielo la luna e le stelle spiccano grazie al contrasto di
complementari, infatti, il giallo-arancio è complementare al blu (crea un atmosfera in bilico tra
sogno e solitaria freddezza).
La profondità è descritta da contrasto tra il cipresso in primo piano e il paesaggio con le case e gli
alberi che si sovrappongono e diventano più piccoli in lontananza.

Campo di grano con volo di corvi


AUTORE= Vincent Van Gogh
DATA= 1890
TECNICA= olio su tela
DIMENSIONI= 50.5 x 103 cm
LUOGO= Amsterdam, Van Gogh Museum
Questa è la sua ultima opera e ci trovi tutta la distruzione, è una forza distruttiva data dall’impatto
visivo, dato anche dalla grandezza dell’opera. Qui si vede tutta l’oscurità della sua mente, i corvi e il
cielo scuro rappresentano la morte che attaccava la vita rappresentata dal campo. Tutto confuso,
tutto veloce e reso in maniera approssimata. I corvi sono semplici tratti e la presenza del cielo era il
pensiero della morte. Il suo unico pensiero a questo punto era la morte. Non ci sono documenti
storici che permettano di stabilire se sia l’ultimo dipinto di Van Gogh. Grazie alla sua potente forza
evocativa di uno stato d’animo tormentato, il dipinto è indicato come testamento spirituale
dell’artista. I tre sentieri che fendono il grano simboleggiano le alternative professionali e umane
che hanno pesato nella vita di Van Gogh. I contrasto tra i colori giallo dorato e blu scuro del cielo
rappresenta la lotta tra luce e oscurità, vita e morte.
Su un campo di grano ormai maturo, vola uno stormo di corvi neri. Dal primo piano una stradina
fende gli steli dorati e si perde nel campo in lontananza. I bordi del sentiero sono popolati da erba
verde. A destra, invece, il campo confina con il terreno argilloso. Nel cielo scuro vorticano nubi
nere che si confondono con il volo dei corvi.

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