VITA
Vincent Willem Van Gogh nasce il 30 marzo 1853 a Groot Zundert ed ebbe, a causa della
sua estrema sensibilità di artista, una vita molto tormentata.
Figlio di un pastore protestante, mentre ancora vive a Zundert, Vincent esegue i suoi
primi disegni. Inizia invece le scuole a Zevenbergen. Impara il Francese, l'Inglese, il
Tedesco e per la prima volta inizia a dipingere.
Terminati gli studi, va a lavorare come impiegato nella succursale della casa d'arte
parigina Goupil e Cie, successivamente nelle sedi dell'Aja (dove compie frequenti visite ai
musei locali), di Londra e di Parigi. Nel maggio del 1875 viene definitivamente trasferito a
Parigi.
Il trasferimento nella città francese, dove già risiede il fratello Theo, segna l'inizio del
periodo appunto francese, interrotto solo da un breve viaggio ad Anversa alla fine dello
stesso anno. Molto del suo tempo lo spende assieme al fratello e i due, da quel
momento, iniziano una corrispondenza che durerà tutta la vita e che rappresenta ancora
oggi il mezzo migliore per studiare le opinioni, i sentimenti lo stato d'animo e la pittura di
Vincent.
Durante il soggiorno parigino Vincent Van Gogh scopre la pittura impressionista e
approfondisce l'interesse per l'arte e le stampe giapponesi. Conosce molti pittori tra cui
Toulouse Lautrec e Paul Gauguin che apprezza particolarmente. La loro sarà una
relazione assi turbolenta, con esiti anche drammatici, come testimonia il famoso episodio
del taglio dell'orecchio (si suppone infatti che Vincent abbia assalito Gauguin con un
rasoio. Fallito l'attacco, in preda ad una crisi di nervi, si taglia il lobo dell'orecchio
sinistro).
Intanto, il rendimento di Vincent alla Goupil & Cie si deteriora mentre, allo stesso tempo,
la sua dedizione agli studi biblici raggiunge un livello ossessivo. Dopo essersi dimesso da
Goupil al principio della primavera, si reca a Ramsgate, in Inghilterra, dove viene assunto
in un piccolo collegio. Più avanti nel corso dell'anno Vincent assume un nuovo incarico
quale insegnante e coadiutore presso il Reverendo T. Slade Jones, un pastore Metodista.
Il 29 Ottobre Vincent pronuncia il suo primo sermone domenicale. Man mano che il
fervore religioso di Vincent aumenta, il suo stato di salute fisico e mentale volge al
peggio.
Il 1880 è un punto di svolta nella vita di Vincent Van Gogh. Abbandona i suoi propositi
religiosi e si dedica esclusivamente a dipingere poveri minatori e tessitori. Theo inizia ad
appoggiarlo finanziariamente, una situazione che si protrarrà fino alla fine della vita di
Vincent. Più tardi nel corso dell'anno, intraprende studi formali di anatomia e prospettiva
all'Accademia di Bruxelles.
Incontra Clasina Maria Hoornik (detta "Sien"), una prostituta gravata fra l'altro dal
mantenimento di una figlia di cinque anni ed incinta di un altro figlio. Mentre continua i
suoi studi e dipinge in compagnia di alcune nuove conoscenze, il suo stato di salute va
nuovamente deteriorandosi, tanto da dover essere ricoverato in ospedale per gonorrea.
Una volta dimesso, inzia alcune sperimentazioni pittoriche e, dopo più di un anno
trascorso insieme, pone termine alla sua relazione con Sien. Più tardi nel corso dell'anno,
Vincent si trasferisce a Nuenen dai suoi genitori, mette in piedi un piccolo studio per
lavorare e continua a fare affidamento sul sostegno di Theo.
Vincent Van Gogh estende i suoi esperimenti fino ad includere una maggiore varietà di
colori e sviluppa un grandissimo interesse per le incisioni su legno giapponesi. Tenta di
intraprendere una qualche formazione artistica alla Ecole des Beaux-Arts, ma respinge
molti dei principi che gli vengono insegnati. Desiderando continuare con qualche tipo di
educazione artistica formale, sottopone qualcuno dei suoi lavori all'Accademia di
Anversa, dove viene posto in una classe per principianti. Come ci si aspetterebbe,
Vincent non si trova a suo agio all'Accademia ed abbandona.
Intanto, sopravviene il 1888, un anno fondamentale nella vita di Van Gogh. Lascia Parigi
in febbraio e si trasferisce ad Arles, nel Sud. All'inizio, il cattivo tempo invernale gli
impedisce di lavorare, ma una volta arrivata la primavera inizia a dipingere i paesaggi in
fiore della Provenza. Si trasferisce infine nella "Casa Gialla", una dimora che ha preso in
affitto dove spera di stabilire una comunità di artisti. E' il momento in cui riesce a
dipingere alcune delle sue opere migliori ma anche il momento delle sue già accennate
violente tensioni con Gauguin.
Durante la prima parte dell'anno, lo stato di salute mentale di Vincent oscilla
paurosamente. A volte è completamente calmo e lucido; altre volte, soffre di allucinazioni
e fissazioni. Continua sporadicamente a lavorare nella sua "Casa Gialla", ma la frequenza
crescente degli attacchi lo induce, con l'aiuto di Theo, a farsi ricoverare presso l'ospedale
psichiatrico di Saint Paul-de-Mausole a Saint-Rémy-de-Provence. Per ironia della sorte,
mentre lo stato mentale di salute di Vincent continua a peggiorare nel corso dell'anno, la
sua opera inizia infine a ricevere riconoscimenti presso la comunità artistica. I suoi dipinti
"Notte stellata sul Rodano" e "Iris" sono in mostra al Salon des Indépendants in
settembre, e in novembre viene invitato ad esibire sei dei suoi lavori da Octave Maus
(1856-1919), segretario del gruppo di artisti Belgi "Les XX".
Dopo una serie incredibile di alti e bassi, sia fisici che emotivi e mentali, e dopo aver
prodotto con incredibile energia una serie sconvolgente di capolavori, Vincent Van Gogh
muore nelle prime ore del 29 luglio 1890, sparandosi in un campo nei pressi di Auverse. Il
funerale ha luogo il giorno dopo, e la sua bara è ricoperta di dozzine di girasoli, i fiori che
amava così tanto.
DOLORE
Dolore potrebbe essere un titolo abbastanza generico, tradotto in inglese con la
parola Sorrow ed è in realtà molto interessante come quadro, poiché quest’ultimo
rappresenta una donna che è stata brevemente musa ed “amica” del pittore Van Gogh. Il
soggetto del quadro infatti è Clasina Maria Hoornik, una donna di 32 anni, la quale aveva
già una figlia, Maria Wihelmina e la mamma era nuovamente incinta.
Clasina Maria Hoornik era chiamata anche con lo pseudonimo Sien e molto spesso la
gente si rivolgeva a quest’ultima chiamandola in tal modo. La donna era alcolizzata,
fumava e si prostituiva; Van Gogh incontrò Sien nel 1882 mentre si trovava a The Hague,
una regione olandese e fin da subito Van Gogh sentì il bisogno di aiutare questa donna.
Non è molto chiara la relazione tra il pittore e questa donna, poiché per mezzo delle
testimonianze che ci sono arrivate non si ha un quadro molto chiaro del tutto: Van Gogh
probabilmente aveva intenzione di sposarla, mentre Sien vedeva il pittore come una
soluzione ai suoi problemi di povertà.
Per ripagare dell’aiuto Van Gogh, la donna decide di diventare la modella per alcuni
quadri del pittore, e così nasce Dolore, il disegno di cui parleremo oggi. La donna
rappresentata è incinta, come indicato precedentemente e darà alla luce questo bambino
maschio nel luglio del 1882. Gran parte del disegno è occupato dalla donna,
completamente nuda, con le braccia conserte quasi come se stesse piangendo, ma c’è
da sottolineare anche che lo spazio circostante è occupata da una natura quasi morta,
come se stesse ad aggravare maggiormente l’atmosfera di tutto il quadro; sono
interessanti anche i fiori che si trovano in primo piano, che di solito indicano la possibilità
di redenzione, probabilmente collegabile alla speranza di Van Gogh che Sien potesse
riprendere una vita normale.
Nella parte inferiore del quadro è presente un’iscrizione in francese, che tradotta in
italiano significa “Come può esserci sulla terra una donna sola, abbandonata?”; questa
citazione è presa dal libro La Femme dello storico contemporaneo del pittore olandese
Jules Michelet, che rende più chiaro il messaggio che vuol far trapelare con il
quadro Dolore.
Esistono delle versioni alternative del disegno Dolore, per la precisione quattro, ma alcune
sono andate perdute; si dice che alcune fossero più dettagliate e leggermente differenti
dall’originale.
I GIRASOLI
I Girasoli sono una serie di dipinti ad olio su tela realizzati tra il 1888 e il 1889 dal pittore
Vincent van Gogh. Tra i soggetti preferiti dal pittore, sono oggi tra le sue opere più
riconoscibili e note presso il grande pubblico.
Il dipinto mostra i girasoli in ciascuna fase della fioritura, dal bocciolo all'appassimento.
Anche se alcuni hanno interpretato le forme contorte dei petali e degli steli come un
segno di tormento, traspare dalle lettere al fratello che questo soggetto diede gioia e
ottimismo, come simbolo del clima temperato del sud. Inoltre il girasole simboleggia
spesso devozione e lealtà e i vari stadi di decadimento potevano simboleggiare i cicli di
vita e morte.
Le prime opere della serie mostrano di aderire alle teorie allora in voga nella cerchia di
artisti
trasgressivi parigini, usando come sfondo un blu/violetto per i fiori gialli. In seguito provò
a mettere i fiori in un vaso giallo, su uno sfondo di una tonalità dello stesso colore e si
accorse che la pittura sembrava irradiare luce e allegria: il colore per lui era già un modo
di esprimere emozioni piuttosto che un modo per rappresentare la realtà.
L'artista stendeva i colori con pennellate ruvide e dense, spesso appiccicandoli uno sopra
l'altro finché i pigmenti erano ancora umidi. A volte procedeva a scalfire la superficie
fresca usando anche l'impugnatura del pennello. Si tratta di un approccio "scultoreo" alla
pittura, in cui le ombre e le luci sono date, oltre che dai pigmenti, dallo spessore
dell'impasto cromatico. L'effetto che si otteneva era quello di un'espressività mai vista
prima. La serie fu innovativa anche per l'uso estensivo del giallo cadmio, un pigmento di
invenzione recente, che l'artista amava usare.
Nella serie dei girasoli in vaso c'è un netto contrasto tra la piattezza del fondo e del vaso
e i fiori che invece sembrano contorcersi in tutte le direzioni. La firma dell'artista si trova
spesso sul vaso: come i grandi maestri del passato egli usava solo il proprio nome di
battesimo.
Già a Parigi, nella tarda estate del 1887, l'artista dipinse alcuni girasoli recisi, facenti parte
di una serie oggi divisa tra il Metropolitan Museum di New York, il Kröller-Müller Museum
di Otterlo, il Museo Van Gogh di Amsterdam e il Kunstmuseum di Berna.
Stabilitosi ad Arles nel febbraio del 1888, van Gogh amò il luogo e la sua nuova "casa
gialla", ma si sentiva solo, finché in primavera non gli venne l'idea di invitare l'amico
Gauguin, magari con la prospettiva di stabilire una comunità di artisti nella cittadina, di cui
lui e l'amico sarebbero stati i mentori.[1]
La serie dei Girasoli in vaso, la più celebre, nacque in questo periodo di vitalità e
ottimismo, durante l'estate in attesa dell'arrivo dell'amico. Van Gogh, per decorare la
stanza dell'ospite e impressionarlo, aveva previsto di dipingere una dozzina di tele,
iniziando da quattro che dovrebbero essere il Vaso con dodici girasoli della Neue
Pinakothek di Monaco e il Vaso con quindici girasoli della National Gallery di Londra, il
Vaso con cinque girasoli, già a Yokohama, distrutto in un incendio nella residenza del
milionario giapponese Koyata Yamamoto sulla costa sud di Ashiya il 6 agosto 1945,
durante gli attacchi aerei statunitensi della seconda guerra mondiale[2], e il Vaso con tre
girasoli, invisibile al pubblico dalla mostra di Cleveland del novembre-dicembre 1948,
nella collezione privata di un milionario sconosciuto negli Stati Uniti, rivelato solo ai suoi
amici più stretti, che lo acquistò da un rivenditore di New York nel 1996 per una somma
non rivelata, e la cornice non sembra mai essere stata pubblicata.[3] Le lettere al fratello
minore Theo parlano di un'attività febbrile, in previsione dell'arrivo dell'ospite: «Ci sto
lavorando ogni mattina, dall'alba in avanti, in quanto i fiori si avvizziscono così
rapidamente».[3]
Gauguin arrivò ad ottobre, ma non trovò per niente interessante Arles, deludendo le
aspettative dell'amico e iniziando un periodo prolifico dal punto di vista artistico, ma
tormentato da un'escalation di litigi e di atti violenti dell'olandese. Il sodalizio si interruppe
bruscamente a dicembre, quando uno finì in esaurimento nervoso e l'altro si preparò a
partire per Tahiti.[1]
Sulla base di considerazioni puramente numeriche, alcuni critici hanno messo in dubbio
che l'artista potesse essere così prolifico in un periodo così complesso come quello ad
Arles, in cui gli vengono attribuite quasi tante opere quanti sono i giorni di permanenza
nella cittadina del sud della Francia; per questo anche l'attribuzione delle varie repliche
della serie sono oggetto di controversia tra gli studiosi.[1]
In ogni caso i dipinti presero varie strade. Quello della National Gallery ad esempio fu
acquistato dal museo col contribuito del Courtauld Fund nel 1924[1]: si tratta dell'opera
della collezione più venduta e riprodotta nel merchandise.[4] Quello in Giappone fu
battuto all'asta l'11 novembre 1987, raggiungendo la quotazione da record di 53,9 milioni
di dollari.
Il 1º ottobre 2014, grazie ad una fotografia a colori pubblicata nel 1921 in un libro d'arte
del Mushanokōji Saneatsu Memorial Museum di Tokyo, il quadro sui Girasoli di Ashiya
andato perduto durante la guerra è stato accuratamente ricreato a bordo di porcellana da
un museo d'arte internazionale di Otsuka, specializzato nella riproduzione di capolavori
occidentali, pur essendosi rivelato difficile ottenere la lucentezza e la consistenza del
dipinto originale.
LA NOTTE STELLATA
Notte stellata è un dipinto del pittore olandese Vincent van Gogh, realizzato nel 1889 e
conservato al Museum of Modern Art di New York. Vera e propria icona della pittura
occidentale, il dipinto raffigura un paesaggio notturno di Saint-Rémy-de-Provence, poco
prima del sorgere del sole. Dopo il tragico episodio dell'automutilazione dell'orecchio, van
Gogh attraversò varie vicissitudini e alla fine accettò di farsi ricoverare nella clinica per
alienati mentali di Saint-Rémy de Provence. Durante l'internamento, preso da un vero e
proprio furore creativo, van Gogh eseguì una notevole mole di dipinti, nei quali si
emancipò dalle imposizioni impressioniste e approdò a uno stile simbolico che, partendo
dalla sua alienazione, rielaborava la realtà in quadri che concedevano ampio spazio alla
sua immaginazione. Per quanto concerne la data esatta dell'esecuzione della Notte
stellata la maggior parte degli esperti sono concordi nel sostenere che sia stata dipinta
poco prima dell'alba del 19 giugno 1889, durante l'anno di permanenza nella clinica
psichiatrica di Saint-Rémy-de-Provence: questa datazione sarebbe avallata da una lettera
di pugno dello stesso Vincent, desideroso di comunicare al fratello di aver realizzato «un
paesaggio con gli ulivi e anche uno studio di un cielo stellato. Alla datazione dell'opera
contribuiscono anche ragionamenti di natura astronomica e cosmografica. Venere alla
fine di maggio e ai primi di giugno 1889 era effettivamente al massimo di luminosità,
osservabile prima dell'alba. Per determinare la data di esecuzione dell'opera c'è anche da
considerare che il 19 giugno 1889 la Luna era ai tre quarti, e non al primo quarto, come
invece appare nel dipinto. Per individuare una data plausibile occorre quindi risalire al 23
maggio 1889, quando la Luna era al primo quarto e le stelle corrispondevano
maggiormente a quelle dipinte. Quindi le probabili date papabili oscillerebbero tra il 19
giugno o il 23 maggio, unici giorni in cui l'allineamento era perfetto. L'immagine possiede
una forza straordinaria. A sinistra la scena è chiusa da un cipresso alto e severo come un
«obelisco egiziano» (è lo stesso Van Gogh a riconoscerlo) che, stagliandosi contro il cielo
notturno, agisce come un intermediario vegetale tra la terra e il cielo, tra la vita e la morte:
più che un albero sembrerebbe quasi una fiamma scura che divampa all'improvviso alla
ricerca dell'infinito. A fianco del solitario cipresso troviamo un piccolo paesino - forse è
Saint-Rémy, forse Nuenen, forse una reminiscenza del villaggio natio - che, disperdendosi
su una vallata, sembra perduto nell'immensità del movimento cosmico: i caseggiati sono
generalmente bassi, fatta eccezione per l'acuminata cuspide di un campanile, che
riprende la verticalità del cipresso. A destra vigoreggia la ricca vegetazione degli ulivi,
mentre sullo sfondo si estende il profilo diagonale e ondulato delle Alpilles, importante
catena montuosa del Meridione francese. Il villaggio è avvolto dal buio e dal sonno e
rimanda nel suo complesso a un ideale di placida quiete. L'inquietudine dell'artista, poi,
esplode nella porzione superiore della tela, quella relativa al cielo. Questi spazi cosmici
sono schiariti dalla luce aranciata della falce lunare, visibile in alto a destra, e dal quieto
pulsare del pianeta Venere, anche conosciuto come «stella del mattino». Ma a catturare
l'attenzione dell'osservatore sono soprattutto le stelle, che sembrano ruotare
pericolosamente su sé stesse in gorghi titanici e vorticosi, come se fossero meteore
impazzite: ciò è particolarmente evidente nel vortice centrale, dove l'intervento di
pennellate che cambiano ripetutamente direzione ne trasforma il romantico pulsare in uno
spasmodico turbinio. Il movimento arcano degli astri, nonostante la sua tumultuosità, è
infatti guidato da pennellate che, raggrumandosi e ispessendosi, distribuiscono la materia
pittorica secondo irradiazioni circolari. Questo itinerario pittorico dagli accenti siderali
ripropone l'inquietante consapevolezza di una solitudine desolata e di un animo smarrito
e allucinato. La contemplazione di questo cielo stellato affascinante e terribile è tutt'altro
che idillica, ma vuole affrontare il mistero dell'universo e della drammatica vitalità del
pittore, che non a caso ricorre a un segno pittorico materico, agitato, quasi aggressivo,
che si smorza solo quando tratteggia le morbide ondulazioni delle Alpilles, le quali sono
tra l'altro rimarcate da una spessa linea di contorno nera, che probabilmente intende
sottolineare la loro appartenenza alla dimensione terrena.