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Elisa Tenderini

Vincent Van Gogh


Vita
Vincent Van Gogh (1853-1890), pittore olandese, rappresenta il prototipo più famoso di artista
maledetto; di artista che vive la sua breve vita tormentato da enormi angosce ed ansie
esistenziali, al punto di concludere tragicamente la sua vita suicidandosi.

Fu autore di quasi novecento dipinti e di più di mille disegni, senza


contare i numerosi schizzi non portati a termine e i tanti appunti
destinati probabilmente all'imitazione di disegni artistici di
provenienza giapponese. Iniziò a disegnare da bambino e nonostante
le critiche del padre, un pastore protestante che gli impartiva delle
norme severe, continuò a disegnare finché non decise di diventare un
pittore vero e proprio. Iniziò a dipingere tardi, all'età di ventisette
anni, realizzando molte delle sue opere più note nel corso degli ultimi
due anni di vita. L’attività di Van Gogh è stata breve ed intensa. I suoi
quadri più famosi furono realizzati nel breve giro di quattro o cinque
anni. I suoi soggetti consistevano in autoritratti, paesaggi, nature morte di fiori, dipinti con
cipressi, rappresentazioni di campi di grano e girasoli. Egli, tuttavia, in vita non ebbe alcun
riconoscimento o apprezzamento per la sua attività di pittore. Solo una volta era apparso un
articolo su di lui. Dopo la sua morte (a 37 anni), iniziò la sua riscoperta, fino a farne uno degli artisti
più famosi di tutti i tempi.

Caratteristiche
Van Gogh tende a marcare un punto di vista molto soggettivo; forza e piega la realtà al proprio
desiderio espressivo. Egli “sente”. Non “vede” soltanto. I suoi paesaggi e i suoi ritratti, a
differenza di quelli degli impressionisti, non ha nulla di pienamente realistico. La forte marcatura
cromatica, il grafismo disegnativo, la sottolineatura, attraverso linee di contorno, dei margini delle
figure portano ad un potenziamento dell'espressione, in base al proprio modo di sentire. I colori
chiari sono rafforzati dall'accostamento di pennellate che vanno dall'azzurro al violetto, al blu
più intenso.

Opere
 I mangiatori di patate
 Veduta di Arles con Iris
 La camera di Vincent ad Arles
 Notte stellata
 Campo di grano con volo di corvi
Elisa Tenderini

I mangiatori di patate

Luogo: Van Gogh Museum, Amsterdam


Data di creazione: 13 aprile 1885
Dimensioni: 82 cm x 1,14 m
Tecnica: Colore ad olio

L'opera raffigura l'interno di una povera abitazione di Nuenen, appena illuminata da una fioca luce
che, sgorgando dalla lampada a petrolio appesa a una delle travi del soffitto, si riflette sulle cuffie
bianche, sulle tazzine di caffè, e sul magro pasto dei commensali. Al centro della composizione è
presente una famiglia di contadini che, dopo aver trascorso la giornata a lavorare duramente nei
campi, si riunisce intorno a un tavolo, per consumare la cena.

Un'anziana signora, ricurva per la fatica, versa il caffè nelle tazzine, mentre l'uomo alla sua destra,
probabilmente suo marito, tiene in mano una patata; la donna a sinistra intinge la forchetta nel
vassoio delle patate. Lo sguardo della donna è rivolto verso l'uomo accanto a lei, i cui lineamenti
sono imbruttiti da fatica e rassegnazione, per un destino che non cambierà. In primo piano, una
bambina, di spalle, tiene forse le mani giunte al petto, nell'atto di recitare una preghiera prima del
pasto (secondo un'altra interpretazione, si ipotizza che l'autore, nascondendone il volto, abbia
voluto «salvarla» dal triste destino che l'attende). Gli sguardi sono sfuggenti, non si incrociano e la
bambina in primo piano rafforza l'idea che l'osservatore si stia intrufolando in un momento intimo,
agendo come un vero fattore di distanziamento. Van Gogh stesso sottolinea come le mani nodose
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che stanno afferrando le patate, sono le stesse che, durante il giorno, le hanno seminate e
raccolte.

Nel quadro predominano i colori scuri e brunastri. Tra di essi Van Gogh inserisce delle pennellate
gialle e bianco-azzurrine, quali riflessi della poca luce che rende possibile la visione. Da notare
l’alone biancastro che avvolge la figura della ragazzina di spalle e che crea un suggestivo effetto di
controluce. Van Gogh ci comunica una dimensione molto vera ma anche sacra, quasi rituale delle
abitudini quotidiane dei contadini. I colori sono terrosi e densi, la pittura di questo quadro ha
l'aspetto e la consistenza della terra. I contadini sembrano dipinti con la stessa terra su cui
lavorano.

Veduta di Arles con Iris

Luogo: Van Gogh Museum, Amsterdam


Data di creazione: 1888
Dimensioni: 54×65 cm
Tecnica: olio su tela
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Lo schema prospettico del dipinto è realizzato in modo da avere un orizzonte alto e il punto di fuga a
sinistra, all'esterno della tela. Gli iris violacei in primo piano fanno da contrappunto i gialli ranuncoli; in tal
modo l'accostamento dei complementari esalta i valori di luminosità del dipinto. Il medesimo effetto è
cercato affogando i tetti rossi delle ultime case del paese nel verde degli alberi degli orti.

Il cielo luminosissimo è dato dalla sovrapposizione del celeste del verde acqua e del violetto. Infine gli
alberi in secondo piano formano un filtro vegetale tra il paese e i campi inondati di fiori. Infatti il verde delle
chiome si schiarisce lentamente per assumere la stessa colorazione del cielo che, a sua volta, è richiamato
dai tronchi verde acqua o celeste chiaro infissi nel giallo dei ranuncoli. La pace rappresentata dal paesaggio
arlesiano fu di breve durata per l'artista, poiché a distanza di circa due anni egli sarebbe morto suicida.

I Girasoli

I Girasoli sono una serie di dipinti ad olio su tela realizzati tra il 1888 e il 1889.

Il dipinto mostra i girasoli in ciascuna fase della fioritura, dal bocciolo all’ appassimento . Anche se alcuni
hanno interpretato le forme contorte dei petali e degli steli come un segno di tormento, traspare dalle
lettere al fratello che questo soggetto diede gioia e ottimismo, come simbolo del clima temperato del sud.
Inoltre il girasole simboleggia spesso devozione e lealtà. In quella creatura gialla, dalla grande corolla, Van
Gogh rivedeva se stesso, sempre proteso alla ricerca della felicità come il fiore alla ricerca del sole.

Sembra un soggetto semplice ma la storia di questi quadri è molto complessa. Sappiamo che Van Gogh ha
iniziato a lavorare su questo soggetto grazie ad una lettera di Gauguin, pittore suo amico.
I due amici avevano in progetto di fondare un nuovo centro artistico ma un grande litigio li ha separati per
sempre. Prima di questa rottura si erano scambiati dei quadri e Gauguin voleva assolutamente il quadro dei
girasoli di Van Gogh.

L'artista stendeva i colori con pennellate ruvide e dense, spesso appiccicandoli uno sopra l'altro
finché i pigmenti erano ancora umidi. A volte procedeva a scalfire la superficie fresca usando
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anche l'impugnatura del pennello. Si tratta di un approccio "scultoreo" alla pittura, in cui le ombre
e le luci sono date, oltre che dai pigmenti, dallo spessore dell'impasto cromatico. L'effetto che si
otteneva era quello di un'espressività mai vista prima. La serie fu innovativa anche per l'uso
estensivo del giallo cadmio, un pigmento di invenzione recente, che l'artista amava usare. Nella
serie dei girasoli in vaso c'è un netto contrasto tra la piattezza del fondo e del vaso e i fiori che
invece sembrano contorcersi in tutte le direzioni. La firma dell'artista si trova spesso sul vaso:
come i grandi maestri del passato egli usava solo il proprio nome di battesimo.

La camera di Vincent ad Arles

Luogo: Van Gogh Museum, Amsterdam


Data di creazione: Ottobre 1888
Dimensioni: 72,4×91,3 cm
Tecnica: olio su tela

Van Gogh descrive quest’opera in due lettere, indirizzate al fratello Theo e a Gauguin. È la sua
camera da letto nella casa che ha preso in affitto ad Arles. Una finestra illumina l’ambiente
semplice, con pareti color lillà e il pavimento di un rosso consumato dal tempo. L’arredo è
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composto dal letto, due sedie e un tavolino. I vari oggetti ritratti raccontano l'usuale quotidianità
della mattina di van Gogh.

Uno specchio è appeso alla parete e un asciugamano penzola da un chiodo. Su un basso appendi
abiti, dietro la testiera del letto, sono appese le giacche. Alle pareti ci sono i suoi dipinti, tra i quali
si distingue uno dei tanti autoritratti.

Segno. Il denso impasto cromatico rende evidenti le pennellate.

Colore. I colori sono carichi e puri, stesi a strati corposi. Usa le tre coppie di colori complementari:
rosso e verde, giallo e viola, blu e arancio, a cui aggiunge il bianco e il nero per equilibrare gli
accostamenti.

Spazio. La costruzione prospettica dello spazio è corretta, ma si crea ugualmente una sensazione di
vertigine: le linee del pavimento e del letto sembrano correre all’indietro, risucchiate dal punto di
fuga fissato sulla finestra, in basso.

Notte stellata

Luogo: Museum of Modern Art, New York


Elisa Tenderini

Data di creazione: 1889


Dimensioni: 73,7×92,1 cm
Tecnica: olio su tela

In questo dipinto il pittore ha certamente cercato il contatto diretto con la realtà, dipingendo
quello che si poteva vedere dalla finestra della sua stanza nel manicomio di Saint-Rémy. Van
Gogh, tuttavia, non ha ripreso fedelmente questa veduta notturna, bensì l'ha manipolata con
mezzi plastici, trasformandola in una potente visione onirica in cui poter fare affiorare le sue
emozioni, le sue paure, i suoi viaggi dell'anima. La Notte stellata, pertanto, non offre
all'osservatore un'immagine fedele della realtà, quanto una forma di «espressione» di
quest'ultima.

A sinistra la scena è chiusa da un cipresso alto e severo che, stagliandosi contro il cielo notturno,
agisce come un intermediario vegetale tra la terra e il cielo, tra la vita e la morte.

A fianco del solitario cipresso troviamo un piccolo paesino che, disperdendosi su una vallata,
sembra perduto nell'immensità del movimento cosmico che fluisce sopra di esso. A destra
vigoreggia la ricca vegetazione degli ulivi, mentre sullo sfondo si estende il profilo diagonale e
ondulato delle Alpilles, importante catena montuosa del Meridione francese. Il villaggio è avvolto
dal buio e dal sonno e rimanda nel suo complesso a un ideale di placida quiete.

L'inquietudine dell'artista, poi, esplode nella porzione superiore della tela, quella relativa al cielo.
Questi spazi cosmici sono rischiarati dalla luce aranciata della falce lunare, visibile in alto a destra,
e dal quieto pulsare del pianeta Venere, anche conosciuto come «stella del mattino». Ma a
catturare l'attenzione dell'osservatore sono soprattutto le stelle, che sembrano ruotare
pericolosamente su sé stesse in gorghi titanici e vorticosi, come se fossero meteore impazzite: ciò
è particolarmente evidente nel vortice centrale, dove l'intervento di pennellate che cambiano
ripetutamente direzione ne trasforma il romantico pulsare in uno spasmodico turbinio.
Elisa Tenderini

Campo di grano con volo di corvi

Luogo: Van Gogh Museum, Amsterdam


Data di creazione: 8 luglio 1890
Dimensioni: 50,5×103 cm
Tecnica: olio su tela

La tela è uno straziante grido di dolore, accentuato dal ritmo vorticoso delle pennellate, mediante
le quali il pittore proietta il proprio stato d'animo e la propria dimensione di sofferenza sulla realtà
circostante. Una tempesta, quasi come un presentimento di lutto, si sta per abbattere su un
campo di grano dal quale si leva, cupo e tenebroso, uno stormo di corvi neri in un basso volo
disordinato, quasi come se fossero avvoltoi su un cadavere. Ritorna qui il contrasto tra il giallo,
colore della fertilità e della vita, e il blu cobalto. Quest'accoppiamento cromatico assume toni
drammaticamente tenebrosi per nulla alleggeriti dal funereo turbinare dei corvi. I colori, sono
depositati sulla tela con pennellate impazienti, frante, appuntite, quasi rabbiose.

Van Gogh dipinse Campo di grano con volo di corvi con uno stile materico e veloce. Il grano si
piega sotto l’effetto del vento e crea delle onde riprodotte con pennellate dense di colore e
inclinate verso destra. La superficie del grano, invece, è dipinta con segni orizzontali più brevi. Le
tre stradine sono costruite con le pennellate che seguono la loro direzione come anche l’erba che
cresce sul bordo. Il cielo, inoltre, è animato da segni neri che si sovrappongono a quelli blu scuro.
Alcuni tratti più chiari, invece, segnano le circolarità delle nubi. I corvi, infine, sono delineati da
semplici pennellate che descrivono il corpo e le ali degli uccelli.

Il dipinto è suddiviso in due metà rispetto alla temperatura cromatica. La parte alta, il cielo è
freddo, blu con sfumature molto scure. La parte bassa, invece, è calda. Infatti, predomina il colore
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del campo di grano giallo o oro. Le strade che fendono il grano sono brune con pennellate di
colore verde. Su cielo e grano vola uno stormo di corvi neri.

I contrasti di luminosità sono particolarmente intensi tra le sagome dei corvi e il colore del grano.
Tra il cielo e il campo il contrasto è presente ma non così intenso. Il colore oro aranciato della
coltivazione crea anche un contrasto di complementarietà con il cielo blu. In generale l’opera è
caratterizzata da due zone di forte contrasto il cielo e il campo di grano.

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