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I FAUVES

Il termine "Fauves" (Belve) fu utilizzato per la prima volta nel 1905 dal critico francese Louis
Vauxcelles, per sottolineare, in senso dispregiativo, l'uso "selvaggio" del colore di alcuni pittori
Espressionisti che esponevano in quell'anno le loro opere al Salon d’Automne a Parigi.
Da quel momento Fauves, divenne la definizione di quegli artisti che vi esponevano, quale
segno di riconoscimento.

Rispetto agli analoghi movimenti tedeschi, connotati da atmosfere fosche e contenuti


drammatici, il fauvismo rappresenta una variante «mediterranea» e solare
dell’espressionismo. La vivezza coloristica, che è il vero tratto caratteristico di questo
movimento, esprime un’autentica «gioia di vivere» che resterà costante in tutta la produzione
di Matisse.

I grandi punti di riferimento e veri presupposti della nuova formazione erano Cèzanne per la
smaterializzazione e ricomposizione delle forme, Gauguin e Van Gogh per l’uso del colore
come autonoma espressione interiore.

Propugnavano la semplificazione delle forme, l’abolizione della prospettiva e del chiaroscuro,


l'uso di colori vivaci e innaturali e puri, (no verosimiglianza con la natura) scelti ed accostati
liberamente ed arbitrariamente secondo una coerenza insita esclusivamente nell'armonia
della composizione. Il colore viene quindi svincolato dalla realtà che rappresenta ma esprime
le sensazioni che l’artista prova di fronte all’oggetto che riproduce.
Spesso spremevano i colori direttamente dal tubetto sulla tela per sottolineare l'importanza
della forma e l’immediatezza, rispetto al significato dell'opera, rifiutando la pittura tonale
tradizionale, per ispirarsi invece all'arte primitiva, ritenuta più istintiva e vitale.

Nei dipinti dei Fauves sono quindi assenti le gradazioni di colore, le sfumature, gli effetti di
chiaroscuro e di volume, in quanto essi con le loro opere intendono affermare l’autosufficienza
dell'opera, rispetto al soggetto.

Il movimento è suddivisibile in 3 sezioni: al primo fa capo Matisse e gli allievi che ha ereditato
da Moreau, la 2 dove operano Derain e Vlaminck, la 3° più tardiva con a capo Braque.

HENRI MATISSE La figura più importante del gruppo, la sua


originalità sta nell’aver raggiunto l’espressione attraverso la sintesi della forma campita dal
disegno e rivestita di colori puri.

Matisse, pur nascendo dall’impressionismo, riesce presto a liberarsi dall’imitazione della


natura per esprimere ciò che vede e sente per mezzo della stessa materia pittorica. Si
avvicina alle lezioni di Cézanne (da cui impara il senso della composizione) e di Signac (per il
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luminismo derivante dall’accostamento di colori puri). Il Pointillisme portò
Matisse ad usare i colori giustapposti, prima in trattini e poi per larghe zone. Segue un corso di
disegno industrial per la produzione tessile, la sua formazione è improntata al decorativismo.
Fondamentale fu l'incontro con la luce mediterranea, durante il soggiorno in Corsica, che lo
aveva portato alla scoperta della natura.
Si affianca all’atelier di Moreau, il maggiore dei pittori simbolisti, vi conobbe Derain e
Vlaminck, costituì il gruppo poi detto Fauves.

-La tavola imbandita (1897) Mostra l’influenza


dell'impressionismo, sentito come un tempo lontano nella storia dell'arte, rimanda anche al
realismo e all’arte giapponese. Raffigura una scena di vita quotidiana, una
donna forse domestica (fig femminile costante nei quadri di M) la quale termina di preparare
la tavola per il pranzo. La rappresentazione di questo tipo di scena era molto
diffuso: es La colazione dei canottieri; in particolare la scena a cui si è ispirato è la
preghiera di ringraziamento di Chardin. Tale scena verrà ripresa 10 anni dopo con
cambiamenti nel colore (La stanza rossa 1908). Ciò che colpisce è la ricchezza degli oggetti,
creano una natura morta realizzata con grande abilità tecnica.
La grandezza dell’artista si rivela nel colore luminoso della tovaglia; e nella maniera modernista
(alla Degas) di rappresentare la scena come se osservata dall’alto. La profondità è data
dalle pareti, in netto contrasto con la tavola e con differenti piani di illuminazione, lasciano
intuire la grandezza della sala.

Nel 1899 torna a Parigi, a questo periodo appartengono alcuni nudi, es nudo del 1900 si legge
un misto tra Cezanne per la costruzione dell’ambiente e l’influsso di van Gogh per l’uso dei
colori. Nel 1904 viene dedicata un'intera mostra
monografica a Matisse, espone:

- Lusso calma e voluttà (2 versioni) Esposta al salon degli


indipendenti nel 1905 e venne acquistato da Signac che lo riteneva la più importante opera
espressionista.

Matisse omaggia anche Gustave Moreau, massimo esponente del Simbolismo pittorico in
Francia; rappresenta una delle poesie più belle del Simbolismo letterario. Il titolo
rimanda ad un componimento di Baudelaire, l’invitation au voyage (o L’invito al viaggio che dir
si voglia), contenuto nella raccolta Les Fleurs du Mal. Il poeta invita la donna
amata a partire per un viaggio in un luogo immaginario, nel quale ci si può amare fino alla
morte, descrive la luce calda del tramonto e le bellezze di questo paesaggio magico, elementi
che si ritrovano nel quadro di Matisse. Poesia e pittura si fondono l’una
nell’altra.

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Evidente il riferimento a Signac e Cross, seguaci di Seurat, con i quali trascorre l’estate a Saint-
Tropez (paesino sud Francia), alla ricerca della luce del Mediterraneo.

In questo clima il pittore riprende e approfondisce le ricerche neoimpressioniste sulla


scomposizione del colore, che conosceva già attraverso le proprie esperienze. La
tecnica puntinista appare in maniera decisa, libera nella scelta dei colori, insoliti e innaturali,
che preannunciano la svolta fauve. Il soggetto: rappresenta una
colazione in riva al mare (tematica spesso rappresentata dai divisionisti), che trasforma in una
composizione simbolica, un sogno ad occhi aperti. Vagheggia una natura edenica, fa
riferimento al vero Eden caricato della promessa di sensualità, con i corpi lasciati
nell'indolenza del piacere. E’ stato sottolineato da alcuni autori la presenza
di forme falliche, per evidenziare la continuità tra pittura moderna e desideri di Matisse.

Le figure sono contemporanee, eseguiti dal vero, rivelano un carattere naturalistico, quella con
la veste blu è la moglie Amelie, viene trattata come simbolo della felicità coniugale.
La donna che si gestisce i capelli, lo ritroviamo in DeChavannes nel dipinto "Tre fanciulle sulla
riva del mare" degli anni '70, ma si ispira anche al dipinto di Cross, La sera (1893).

Non vediamo quella luce tipica che riverbera dal mare, la luce è serale, e scalda oggetti e
persone. La composizione è bilanciata in modo decorativo, ha un ritmo compositivo basato su
poche linee geometriche, figure in un tempo di sospensione, si fa riferimento ad un tempo
antico. La tecnica di Cross è quella del tocco diviso, a tessere di mosaico, non solo a
pennellate. Signac aveva invitato Cross a realizzarlo e in seguito lo acquista, esponendolo nel
proprio salotto.

Al Salon del 1905, assieme a Lusso, Calma e Voluttà, Matisse espone il Ritratto con la riga
verde (Madame Mtisse). Il titolo deriva dalla irreale linea
verde che divide in 2 il volto: zona in ombra ocra, e in luce rosa, conferendogli rilievo,
(costituisce quasi un crinale divisorio che, sporgendo in avanti, modifica l'incidenza della luce
sulle due parti dell'ovale). I colori sono innaturali ma funzionali.
Evidente lo studio del giapponismo e primitivismo ripreso da vari artisti, Gauguin e Van Gogh.

L’opera nel suo insieme sembra quasi astratta per la semplicità delle forme e per la
colorazione. Questo processo che porta Matisse all’astrazione si può osservare attraverso uno
studio preparatorio dell’opera, non finito, conservato al museo di Nizza. La
bozza realizzata dall’artista sembra più realistico del quadro finale. In essa sono messi in
evidenza i particolari del volto come le labbra, le orbite, il naso e il mento. Matisse
cerca di allontanarsi dalla realtà e per fare ciò elimina i dettagli, semplifica le forme, giungendo
a risultati sempre più anti-naturali (procedimento che verrà usato da Kandinsky), porta lo
spettatore di fronte ad un’altra realtà, seppur riconoscendo i tratti della signora. Inoltre la
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forza delle pennellate di colore puro, trasforma il volto in un’icona bizantina.
Con quest’opera il pittore cerca di sintetizzare ed esprimere la psicologia della moglie dando
meno importanza al suo aspetto fisico reale.

Dello stesso anno è anche La donna con cappello Ritrae la moglie


Amelie di 3 quarti, volge lo sguardo verso l’osservatore, mostrandosi nel suo ricco
abbigliamento borghese dominato da un fastoso e monumentale cappello ornato da frutti e
fiori, un lungo guanto le copre il braccio e la mano, e un ventaglio aperto in 1 piano, le copre la
parte superiore del busto. Matisse non cerca la
somiglianza cromatica oggettiva, ogni tinta ha una precisa funzione nel modellare le masse e
nel creare le ombre, fa emergere le masse illuminate con i colori più caldi e chiari, come le
gote gialle e arancio, mentre inserisce le ombre e i piani retrostanti utilizzando i colori freddi.
La grande energia del dipinto è il risultato di una costruzione tutta impostata sul bilanciamento
dei colori complementari: i gialli si accostano ai viola, i rossi ai verdi, i blu ai toni arancio.
Il colore è distribuito sulla tela con un’immediatezza tale da non coprirla totalmente, lascia dei
margini e dei piccoli spazi di tela non dipinti, diventando essi stessi elementi della
composizione, in questo modo ogni campo cromatico appare in espansione, ed evita l'effetto
di eccessivo affollamento visivo. La tecnica fa si che il dipinto sembri non finito e solo
abbozzato.

L’insieme dei colori parve ad un critico che visitò l’esposizione una pentola di colori rovesciata
in faccia al pubblico. Un altro parlò di giochi barbari e ingenui di un bimbo che si trastulla con
scatola di colori. Se paragoniamo questo a un dipinto di madame Cezanne 1899 vediamo
un’assonanza sull’ovale del viso e sulla poltrona.

-La Dessert Rouge (stanza rossa) 1908- tra le opere più celebri di Matisse, commissionata da
un collezionista russo, vi sono altre 2 versioni, verde e blu.

Raffigura una scena quotidiana, in cui una cameriera sta disponendo su una tavola frutta, pane
e bevande, è però il colore ad essere protagonista della tela, il colore rosso è steso in
campiture piatte ed uniformi da non consentire una facile identificazione dei piani orizzontali e
dei piani verticali: la tovaglia che ricopre il tavolo è rossa con una decorazione floreale
arabesco blu, che ricorda i contenitori orientali, influenza del viaggio in Marocco; la stessa
trama è ripetuta anche sulle pareti della stanza, crea la sensazione di interno in maniera
astratta ma molto suggestiva. La composizione manca di
profondità spaziale, la prospettiva è annullata dall’uso predominante del colore rosso, i volumi
sono ridotti all’essenziale, vi è una visione vitalistica ed emozionale che sovrasta la spazialità.
Ogni elemento, forma, colore, partecipa ad un'armonia generale: un'armonia per il colore
molto elaborata.

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L’aspetto piatto che esalta i colori e i decori è confermato dal paesaggio al di là della finestra,
dove alberi fioriti si stagliano contro un prato verde e un cielo azzurro, come un suggestivo
ricamo, sembra un quadro appeso.

L’immagine, nel suo complesso, appare quindi come una rappresentazione astratta e simbolica
nello stile ma perfettamente aderente alle sensazioni che la situazione in essere
universalmente trasmette.

Nell’Interno con melanzane (1911) è ancora più evidente il trattamento tra il 1 piano e lo
sfondo che addirittura entrano in conflitto. Il dipinto sembra
avere una profondità, data dalla finestra con il paesaggio, ma se ci spostiamo verso l'interno
non riusciamo a mettere insieme i pezzi, non c'è una riduzione della dimensione rispetto a
quella dello sfondo, tutto sembra avanzare verso lo spettatore in modo simultaneo. Le
melanzane sembrano precipitare dal tavolo ed andare verso lo spettatore. Sul tavolo un
elemento che ci rimanda al suo periodo scultoreo, Matisse diventa scultore per capire il
problema della volumetria. Vi è uno specchio sulla sinistra del
tavolo che ripropone una parte del tavolo e anche elementi decorativi, ma non secondo una
regola precisa. Mostra la costruzione del dipinto stesso: lo spazio
prospettico restituisce un valore di verità sugli ogg. Matisse scardina la prospettiva attraverso il
colore e la decorazione, ma la sua struttura portante è l’idea compositiva.

-La danza (2 versioni una del 1909 al Moma, la seconda entro il 1910 all’Ermitage- sono dipinti
di grandi dimensioni). Raffigura 5 fanciulle nude che
danzano in girtondo tenendosi per mano, a ricordo di una danza vista da Matisse lungo la
spiaggia. La composizione e le proporzioni sono
perfettamente studiate per creare un chiaro equilibrio e un’armonia tra le parti. Non cè una
collocazione o il tempo preciso nello spazio, le fig sono semplificate all’essenziale (a suscitare il
senso di stilizzazione contribuiscono anche i suoi viaggi in Africa).
Il dipinto è risolto con l’uso di 3 colori principali: verde brillante per il prato, il blu per il cielo, e
il rosso per i corpi (versione Ermitage) o rosa (vers. Moma). Si sente l'influsso del primitivismo,
campitura piatta, e linea di contorno. La danza mostra un
approccio edonistico da parte di Matisse nei confronti della vita, una sintesi della sua idea
sull'espressionismo.

Lo stile di Derain è fortemente influenzato, agli inizi del ‘900, dal Neoimpressionismo in
particolare dalle opere di Cézanne e Van Gogh. Rispetto agli altri pittori
fauve, Matisse e Vlaminck, Derain è più misurato, più luminoso, più sereno. Semplifica la figura
in modo meno antinaturalistico. La sua vasta produzione è spesso
caratterizzata da un naturalismo che combina elementi tipici di Caravaggio. Tuttavia, non si

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distacca dall'estetica fauve: i colori caldi e freddi sono accostati in modo molto contrastante,
stesi con pennellate larghe, pastose e libere. Egli vuole usare la maggior quantità
possibile di impasto cromatico steso a grosse pennellate ben visibili, per rendere meglio la
forza degli accostamenti.

-Ponte di Charing Cross (1906), in 2 versioni (1 conservato alla National Gallery di Washington,
il 2 al museo d'Orsay). Di fronte allo stesso soggetto e
periodo il pittore utilizza le tecniche di stesura del colore in base al risultato che vuole
ottenere. Nella 1 raffigurazione è dato più spazio alla banchina
verso il fiume; nella 2 il pv è più alto e inquadra il ponte che attraversa il Tamigi, mostrando
l'estensione. La carica espressiva del colore mantiene una certa continuità: il
ponte blu, lo sfondo è riconoscibile in entrambi casi, si riscontrano analogie e trattamento del
colore. In quello conservato al museo d'Orsay
l’acqua diventa una macchia dorata, sembra far scaturire la luce del dipinto; le autovetture
sono un elemento in sè, rappresentano il movimento, la cui attenzione sarà tipica del
futurismo. Abbiamo una piccola deformazione delle autovetture raffigurate per rievocare il
loro movimento. Mentre nel dipinto alla N. Gallery l’acqua è resa da spesse
linguette colorate, rappresentative della mobilità dell’acqua e dei riflessi. Le barche allineate, il
ponte e la città stabiliscono precisi rapporti prospettici, definiscono 3 piani che sostengono la
composizione.

Vlaminck- si afferma come l'esponente più radicale del gruppo, per il suo stile decisamente
aggressivo e per l'uso di colori puri, talvolta spremuti direttamente dal tubetto sulla tela.
Le sue opere sono caratterizzate da pennellate violente, in grado di racchiudere l’istinto, la
rabbia, l’inquietudine dell’artista; i particolari confusi dei suoi lavori trasmettono suggestioni
forti attraverso linee decise e colori vivaci in netto contrasto tra loro. Il tema
più caro all’artista è il paesaggio naturale, che verrà reinterpretato in diverse chiavi a seconda
del periodo storico e delle vicissitudini personali.

-Bougival (1905) dipinto di grandi dimensioni, raffigura l’omonimo paesino nei dintorni di
Parigi, già meta di Monet e Renoir. La composizione si avvale di pochi
colori, fondamentali il rosso, giallo, azzurro, e il verde. La forza dei colori la cui violenza
diminuisce a partire dal 1 piano, di un rosso acceso, e la maniera di tratteggiare gli arbusti
risentono della pittura di Van Gogh.

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