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Dalla metà dell’Ottocento il positivismo creò una letteratura ispirata alla realtà, definita in Francia
“Naturalistica”, ed in Italia “Verista”. L’Ottocento fu un secolo rivoluzionario per l’arte europea: molti artisti
non volevano sottostare alle regole accademiche o assecondare il gusto del pubblico. Il centro di questa
rivoluzione fu Parigi. Negli anni 1840-1870 si diffuse in tutta Europa la corrente del realismo, costituita da
pittori decisi a rappresentare la realtà così com’era, senza esagerazioni né abbellimenti.
I realisti dipinsero a grandezza naturale contadini, operai e scene quotidiane. Senza idealizzare, descrissero
in modo chiaro e semplice la realtà: il loro intento era denunciare le ingiustizie sociali del tempo attraverso
la verità impressa nei quadri.
Gustave Courbet= iniziatore del realismo pittorico ottocentesco. Si ispirò al realismo secentesco di
Caravaggio. Rifutò gli insegnamenti della pittura accademica, che trovava fredda e senza contenuti morali.
Courbet dipinse molti autoritratti, che hanno un valore biografico. Il più importante è “Il disperato”.
L’atelier del pittore.
autore= Courbet; data= 1855; luogo di conservazione= Parigi, Musèe d’Orsay: vecchia stazione trasformata
in un museo da Gae Aulenti.
Al centro del dipinto si trova Gustave Courbet seduto di fronte ad una grande tela che raffigura un
paesaggio. Dietro di lui è in piedi una figura femminile nuda con un panno chiaro nelle mani. A sinistra c’è
un gatto che gioca e un bambino che osserva il dipinto innocentemente (figure positive=innocenza e
spontaneità). A destra sono raffigurate figure importanti di alta nobiltà, mentre a sinistra raffigura la parte
povera della società, che disprezza (divisione della società). La luce che entra nello studio illumina
parzialmente la scena. É un quadro manifesto: descrive i suoi ideali e le sue amicizie. Egli dipinge una scena
immaginaria nel suo studio: raffigura figure allegoriche (es. la donna che rappresenta la nuda verità) e
personaggi esistiti. Courbet precisò che a destra si trovano le figure positive, amici, lavoratori e appassionati
d’arte. A sinistra invece le persone banali. Gli oggetti raffigurati a terra rappresentano l’arte accademica.
Nella tela Courbet mostra la sua abilità di: ritrattista, paesaggista e pittore di natura morta.
I Macchiaioli
I Macchiaioli furono attivi prevalentemente in Toscana tra il 1855 e il 1870, in parallelo agli eventi del
Risorgimento.
1856= anno di svolta, in cui prese forma un nuovo movimento pittorico in Italia, chiamato movimento dei
Macchiaioli. Gli esponenti principali erano: Giovanni Fattori, Telemaco Signorini e Silvestro Lega.
Essi volevano descrivere la realtà mediante la sintesi dei colori e delle forme. Attraverso accostamenti di
zone di colore omogeneo, essi accentuavano il contrasto tra luce e ombra per dare forza all’immagine ed
eliminare la tecnica della velatura —> così si perde il dettaglio, privilegiando l’impressione.
I pittori Macchiaioli si inserirono nell’ambito del realismo europeo sia perché descrivono la realtà
quotidiana sia per la sintesi espressa dalla loro pittura.
I Macchiaioli erano antiaccademici: infatti dipinsero paesaggi e scene di vita quotidiana senza ricorrere al
disegno, ma accostando sulla tela macchie di colore contrastanti.
Nel dipinto sono raffigurate delle donne nella rotonda dei bagni palmieri, che si affaccia sul lungomare di
Livorno; É un punto di ritrovo per le donne e per i pittori, i quali trovano ispirazione per i loro dipinti. Le
donne raffigurate sono 7 diverse tra di loro e sono connesse attraverso gesti e discorsi che stanno facendo.
Su questo dipinto é presente la firma di Fattori, grazie a cui é stato facile capire chi aveva dipinto questo
quadro. Le donne indossano dei cappelli che andavano di moda in quegli anni, che servivano a ripararsi dal
sole e dal vento. Le loro vesti sono coperte da mantelline, perciò si capisce che non fa molto caldo. Le facce
sono prive di dettagli, quindi impossibili da riconoscere.
L’impressionismo si sviluppò in Francia intorno al 1860, periodo in cui alcuni artisti si avvicinarono ad una
pittura naturalistica basata sulla ricerca del colore puro.
I principali esponenti furono:
Edouard Manet
Claude Monet
Camille Pissarro
Pietre-Auguste Renoir
Edgar Degas
La prima mostra impressionista fu organizzata da Degas presso la galleria parigina del fotografo Felix Nadar
nel 1874 (chiamata Des Artists Indipendents) —> inizialmente fu criticata, ma segnó l’avvio ufficiale del
movimento impressionista.
Questo movimento prese il nome di “impressionismo” da un articolo scritto dal critico Leroy, che si riferiva
a un quadro di Monet, chiamato “impressione, sole nascente”.
La linea di contorno degli oggetti, il chiaroscuro e la prospettiva lineare erano scomparsi e l’intera immagine
era costituita da macchie di colore: infatti, i colori venivano accostati sulla tela senza essere mischiati. I
pittori impressionisti cercavano, osservando la natura, di coglierne l’impressione visiva, ovvero
l’impressione che l’occhio riceve senza soffermarsi sui particolari. Gli impressionisti studiarono le leggi
dell’ottica e la teoria dei colori: la luce è fondamentale per conoscere i principi della scomposizione dei
colori —> per questo motivo, i pittori impressionisti preferivano lavorare all’aria aperta, dove c’è la luce
naturale del giorno. Nella pittura impressionista sono rappresentate scene di quotidianità nelle grandi città,
nei caffè e nei teatri. I pittori impressionisti si interessano al paesaggio. La figura umana, anche se non era
ben definita, non venne mai abbandonata, collocata in scenari paesaggistici. Ci fu un cambiamento del
concetto di spazio: non è più presente la prospettiva geometrica —> la percezione dello spazio si ha tramite
l’accostamento dei colori e l’intensità luminosa. Un ruolo importante é svolto dalla fotografia, che
suggerisce nuovi tagli dell’inquadratura: la visuale interrotta fa pensare ad uno spazio che continua oltre i
limiti della cornice. La fotografia serve per immortalare il momento.
elementi in un quadro impressionista:
luce= durante l’impressionismo sono molto importanti la luce e il colore. Colpendo gli oggetti, la
luce si scompone nelle sue componenti cromatiche, le quali si mescolano o si accostano esaltandosi
reciprocamente. Ogni oggetto e paesaggio sono pieni di luce e colore, che cambiano a seconda
dell’ora, del tempo atmosferico e del punto di vista dell’osservatore.
segno= la linea è assente e non si prepara il disegno. Si dipinge direttamente con i colori, steso con
pennellate dirette e sicure; infatti, non c’è attenzione per il contorno delle figure—> in questo
modo sembra che vibrino
colore= ogni colore che vediamo nasce dall’influenza del colore vicino. Per dipingere l’effetto della
luce, non si utilizzano il nero, il grigio e il marrone. Le ombre non sono nere: sono zone meno
luminose e vengono ottenute sovrapponendo sulla tela i colori complementari.
movimento= l’immagine é priva di contorni definiti, quindi é sfuggevole.
Eduard Manet (1832-1883)= iniziatore,pittore impressionista parigino molto legato al disegno e alla pittura
Manet rifiutò di sottostare alle regole accademiche: scelse soggetti contemporanei e li dipinse con grande
libertà. Egli, senza preoccuparsi dei volumi e della prospettiva, usa colori puri e piatti per definire le forme.
L’esempio di Manet viene seguito da molti altri artisti, i quali studiano le leggi dell’ottica. In questo modo:
si accorgono che l’occhio umano non riceve dalla realtà un’immagine dettagliata, ma un insieme di
colori che poi la mente rielabora.
capiscono che l’aspetto delle cose cambia al variare delle condizioni luminose e climatiche.
La colazione sull’erba (olio su tela)
autore= Manet; data= 1863; luogo di conservazione= Parigi, Musée d’Orsay
-perché la colazione sull’erba fa scandalo?
Questo quadro è da inserire nel clima di contrasto tra la cultura ufficiale e la spontaneità del realismo di
quell’epoca.
Inizialmente questo dipinto non é accolto bene da parte del pubblico perché, secondo alcuni, fa scandalo.
I motivi dello scandalo sono principalmente due:
1. é presente una donna nuda, senza veli, in presenza di due uomini
2. sono dipinti dei borghesi che indossano abiti contemporanei
Lo sguardo dell’osservatore viene diretto dalle macchie di colore in basso a sinistra, dove vi sono gli abiti
della donna e la frutta; Questi si contrappongono alle zone scure al centro.
In questo quadro viene ritratto un gruppo di borghesi mentre é intento a fare colazione su un prato
all’interno di una foresta. Di fianco ai borghesi, che indossano un abito scuro, é seduta una donna nuda. La
donna viene ritratta in una posizione naturale e sembra molto disinvolta. Dietro di lei é seduto uno dei due
borghesi ed ha una espressione pensierosa, mentre alla destra della donna é seduto l’altro borghese, che
tiene in mano un bastone da passeggio. In basso a sinistra si possono vedere i resti del pranzo,
rappresentati sotto forma di natura morta: c’è un cestino che contiene frutta e del pane. Sullo sfondo, é
presente una donna che indossa una sottoveste e si sta bagnando nel laghetto. I soggetti sono molto
classici; la donna guarda l’osservatore, sfidandolo (possiamo prendere in riferimento la Venere di Tiziano e
Giorgione).
Olympiá
autore= Manet; data=1863; luogo di conservazione= Parigi, Museo d’Orsay
Una giovane donna nuda è distesa su un letto disfatto rivolta verso l’osservatore. Il suo viso non trasparisce
emozioni e lo sguardo è puntato verso l’osservatore: la donna lo sta sfidando. Indossa alcuni gioielli,
orecchini di perla e un braccialetto, che la arricchiscono. Ai piedi porta un paio di zoccolette gialle e tra i
capelli ha un’orchidea rossa, segno di sensualità. Il braccio sinistro è piegato e sostiene il busto, invece la
mano destra copre il pube della donna. A destra del quadro, una donna di colore le porge dei fiori e
accanto a lei è presente un gatto nero. Al posto del nudo idealizzato, Mant propone un’immagine fredda e
realista di una prostituta dell’epoca.
Manet fa riferimento alla Venere di Tiziano:
Olympià= il suo ruolo nella società è quello della prostituta; il suo sguardo è di sfida verso
l’osservatore. La sua mano preme sul pube.
Venere di Tiziano= è una donna nobile; il suo sguardo è dolce (simbolo di femminilità) e non turba
l’osservatore. La sua mano è solo appoggiata sul pube.
Bar delle Folies-Bergère
Il dipinto “Bar delle Folies-Bergère” è l’ultima opera di Manet, esposta al Salon del 1882: rappresenta le
notti della borghesia parigina. In primo piano è presente una cameriera appoggiata al bancone di un locale
alla moda di Parigi. La sua figura è sdoppiata: la si vede riflessa anche nel grande specchio alle sue spalle,
attraverso cui si vede anche il riflesso della folla che anima il locale. Davanti a lei sono poggiate sul marmo
due bottiglie di champagne e di birra. La donna funge da asse di simmetria del dipinto e lo domina. Il suo
sguardo è annoiato e quasi perso. In alto a sinistra c’è un’acrobata che intrattiene il pubblico grazie alla sua
bravura e alla sua bellezza. A destra della cameriera è in atto una trattativa di prestazione tra una giovane e
un uomo di mezza età. I colori sono freddi, prevale il grigio e il blu.
Claude Monet (1840-1926) Nacque a Parigi, ma a 5 anni si trasferì a Le Havre, dove iniziò a dipingere i
paesaggi. Ritornò a Parigi, dove frequentò altri pittori impressionisti. Monet avviò, nel 1866, lo studio
sistematico all’aria aperta. Accostò colori puri separati, per accentuare la luminosità. I suoi dipinti sono
caratterizzati dai riflessi del sole sull’acqua e dal movimento di ciò che dipinge. Nel 1890 si trasferisce a
Ginevry = dipinti pieni di riflessi e piante e fiori acquatiche come le ninfee.
E’ definito il più impressionista tra gli impressionisti perché coglie il momento dell’azione. Egli dipinge il
quadro che ha dato il nome alla corrente, chiamato “Impressione, sole nascente” del 1872.
Cattedrale di Rouen
Autore=Monet; data=1892; luogo di conservazione= Parigi, Musee d’Orsay.
Monet raffigurò circa 50 tele della facciata della cattedrale di Rouen. Nel dipinto, in basso c’è un ampio
portale centrale, affiancato da due portali minori. In alto c’è un grande rosone. Nel dipinto è rappresentata
solo una parte della cattedrale (è evidente l’influenza della fotografia) ed è rappresentata leggermente in
obliquo, che conferisce profondità.
Monet studiò le variazioni dei colori determinate dagli effetti mutevoli della luce in varie ore del giorno: egli
cambiava le tele col variare della luminosità, lavorando a ciascuna di esse, in base alla luce, con la
prevalenza del bianco, del grigio, dell’azzurro o del rosa dorato.
Il tema dominante, infatti, è la luce, che investe la superficie, la quale, non essendo liscia (la cattedrale è
gotica - Palazzo ducale di Venezia), si riflette, creando movimento. I contorni degli elementi architettonici
non sono presenti: l’intera costruzione emerge attraverso il contrasto tra luce e ombra.
Queste ultime non vengono mai realizzate con il nero: vengono create con la sovrapposizione dei colori
complementari. Il dissolvimento delle forme porta quasi all'astrazione: si può parlare di materializzazione
(mosaici).