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ARTE

Tema del progresso

Storia della fotografia

Cos’è la fotografia?→ È un mezzo per fissare l’immagine della camera oscura grazie all’azione
della luce su sostanze fotosensibili agendo su un supporto adeguato.
Da chi nasce la fotografia?→ Niépce, Daguerre, Talbot e Bayard

Niépce:
- eliografia → scrittura del sole
- usa bitume di Giudea, sostanza poco fotosensibile: occorrono ore ed ore di esposizione. Le figure
impresse sul supporto risultano troppo deboli e non si riesce a fissarle permanentemente.
- il risultato è un oggetto unico

Daguerre:

- usa ioduro d’argento, sostanza fotosensibile, che lascia un’immagine


latente. Per rivelarla si serve di vapori di mercurio, mentre per fissarla di un bagno
in soluzione di sale marino.
- Tempi di esposizione fra i 3 e i 30 minuti.
- Dagherròtipo→ Sembra uno specchio, ma è una lastra di rame argentata in copia unica non
riproducibile né replicabile. Superficie riflettente e monocroma. Risulta leggibile solo inclinando la
lastra. Il procedimento è complicato e costoso; i dagherrotipi sono delicati.
I loro soggetti predominanti sono monumenti e ritratti.

Talbot:

- calotìpo→ forma di immagine ottenuta su carta e dotata di negativo.


- Usa il cloruro d’argento per sensibilizzare il supporto cartaceo messo a contatto col soggetto ed
esposto alla luce. È una tecnica a cui dà il nome di “disegno fotogenico” con la quale Talbot registra
l’impronta di tutto ciò che si sovrappone ai fogli da lui preparati.
- Concezione della fotografia come impronta.
- Nell’immagine i toni sono invertiti, ovvero il bianco appare nero e viceversa
- Il calotipo viene scaricato su matrice dalla quale si possono generare molteplici esemplari.
- Negativo e riproducibilità sono due aspetti profondamente innovativi.

Bayard:
- Anticipa concettualmente la Polaroid realizzata solo nel 1948, ma non è riconosciuta
Fotografia e pittura: Nègre e Baudelaire

Charles Nègre:

- la fotografia prenderà il posto di quel tipo di disegno che richiede una rigorosa accuratezza
- Donandoci la prospettiva e la precisione geometrica, la fotografia non uccide il sentimento
dell’artista che deve sempre saper scegliere il soggetto, il punto di vista migliore, e l’effetto che più
si armonizza con il soggetto
- è uno strumento di lavoro rapido, sicuro, regolare al servizio dell’artista

Charles Baudelaire:
Nell’opera “Il pubblico moderno e la fotografia” Baudelaire dice che:

- Se si permette alla fotografia di sostituire l’arte in qualcuna delle sue funzioni, essa l’avrà ben
presto soppiantata o corrotta completamente
- Bisogna dunque che essa ritorni al suo vero compito, che è d’esser la serva delle scienze e
delle arti
- Che salvi dall’oblio le rovine cadenti, i libri, le stampe e i manoscritti che il tempo divora, le cose
preziose di cui va sparendo la forma e che chiedono un posto negli archivi della nostra memoria.

Altri artisti in ambito fotografico sono:

- Julia Margaret Cameron→ Ritrae celebrità del tempo ma “mette in scena” anche situazioni
personaggi desunti da patrimonio di cultura “classica

- Maxime Du Camp→ Foto di formato stereografico: le immagini accoppiate sono ottenute con
macchina a due obiettivi creando un’illusione di tridimensionalità.
- Francis Frith→ Impiega il processo al collodio umido, la stampa con carta all’albumina e ricorre
spesso a una fotocamera a lastre giganti.
- John Thomson→ L’opera è dotata di struttura narrativa, è fondata su un’ampia varietà di soggetti
ed è sostenuta da una qualità elevata delle immagini….

Tema della donna

Oskar Kokoschka – Espressionismo austriaco

L’espressionismo austriaco si diffonde dalla Germania fino a Vienna. Questo movimento viene
influenzato anche da Sigmund Freud; inoltre l’espressionismo austriaco si differenzia da quello
francese e tedesco perché il punto centrale non è il colore ma il segno.

Due artisti importanti, di questo movimento sono: Egon Schiele e Oskar Kokoschka.
Oskar Kokoschka – vita

- nasce il 1886
- si forma all’Accademia delle Belle Arti a Vienna
- influenzato dalla secessione, da Klimt e Schiele

- temi che utilizza di più sono:

1) primi anni del ‘900→ serie di ritratti


2) temi fantastici e religiosi
3) tecnica della xilografia→ tecnica di riproduzione basata sull’uso di matrici di legno intagliate con
una sgorbia e viene messo l’inchiostro con un rullo o un tampone

La sposa del vento

La tela fu realizzata a Vienna nel 1914 alla vigilia della prima guerra mondiale, che avrebbe dissolto
l’impero asburgico di cui Vienna era la capitale. È una ripresa del quadro di Klimt, riprende il tema
dell’abbraccio, usato anche da Schiele 2 anni prima. Mostra una coppia sdraiata, mentre la donna
sembra riposare, l’uomo scruta davanti a sé, con le mani adagiate sul bacino. I due corpi non
appoggiano su una struttura, né su un letto o su terra, fluttuano in un ambiente irreale, avvolti dal
vento o dal mare. Il segno è spesso e pieno, non spigoloso e aguzzo come quello di Schiele, è ricco
di curve. Prevalgono i colori scuri, i toni del blu, tuttavia ad essi sono accostati rosa, arancioni e
diverse gradazioni di bianco. La natura che sembra partecipare al dramma esistenziale dell’uomo,
carica il quadro di un simbolismo allegorico molto universale. Emerge un senso di inquietudine;
tra i due personaggi non vi è relazione, l’uomo fissa un punto lontano, meditando inquieto sul
passato ormai perduto o su un futuro solitario, mentre la donna dorme, ignara.

Tema della lavoro

Vincent Van Gogh – Mangiatori di patate

Van Gogh – vita:

- 1853→ nasce
- cominciò a dipingere solo verso i 30 anni.
- Le sue opere più conosciute sono quelle dipinte tra il 1888 e il 1890, pochi anni prima di morire.
- La vita di van Gogh è stata funestata da malessere psichico; l’artista soffriva di attacchi di panico e
allucinazioni
- Vincent aveva un rapporto molto stretto con suo fratello Theo, mercante d’arte che per anni lo
sostenne economicamente.
- Gli umili, i lavoratori dei campi e i minatori sono i soggetti preferiti da van Gogh, oltre ai
numerosi autoritratti, ai paesaggi, ai dipinti con cipressi e alla rappresentazione di campi di grano e
girasoli.
- muore nel 1890
Mangiatori di patate:

Una modesta famiglia di contadini è riunita intorno al tavolo di sera. Una debole luce proviene dalla
lanterna appesa al soffitto. Illumina i loro volti e il cibo sul tavolo di legno. Le loro fisionomie sono
rocciose e quasi deformi. Anche le mani sono nodose. Le nocche descrivono il peso delle loro
fatiche. Infine, un’espressione stanca e priva di speranza è dipinta sui loro volti.

- luogo → interno di una capanna


- quando → sera, ora di cena
- cosa si vede → povera famiglia di contadini; sul tavolo è presente la cena con patate e caffè;
l’unico punto più luminoso del quadro è la lampada accesa sopra al tavolo. Nei volti dei contadini
possiamo notare la stanchezza dovuta al lavoro.

Tema dell’impegno intellettuale

Quarto Stato – Giuseppe Pellizza da Volpedo

Giuseppe Pellizza da Volpedo – vita:

- 1868 → nasce a Volpedo


- Inizia la sua formazione accademica a Milano
- Dopo un breve soggiorno a Roma frequenta anche l’Accademia di Belle Arti di Firenze
- Si sposa con Teresa Bidone
- durante il suo soggiorno a Firenze Pellizza si avvicina al divisionismo e ne diventa uno dei
rappresentanti di spicco
- 1907 → muore

DIVISIONISMO → movimento artistico che si afferma in Italia tra il 1885 e il 1915, basato sul
principio della scomposizione della luce nei colori dello spettro solare e della sua ricomposizione
mediante l’azione dei colori complementari.

Il Quarto Stato:

- dipinto tra il 1898 e il 1901


- Il titolo originale dell’opera era Cammino dei lavoratori
Il Quarto Stato rappresenta la classe operaia, che marcia unita come segno di protesta per ottenere
condizioni e un salario più equo.
Al centro è presente un gruppo di persone formato da 2 uomini e una donna con il bambino in
braccio; loro 3 sono seguiti da una folla di persone che, mentre avanzano, discutono tra di loro.
I personaggi che vi sono rappresentati hanno un aspetto reale; così facendo, la scena diventa più
coinvolgente.
Infine, Giuseppe da Volpedo, utilizza la tecnica divisionista, facendo però riferimenti anche all’arte
classica e rinascimentale.
Tema della felicità

Henri Matisse: “Danza”

Vita:
- 1869 → nasce
- Nel 1887 andò a Parigi, studiò legge e divenne impiegato
- Inizò a dipingere a 20 anni
- Lavorando con André Derain si accentuò l’enfatizzazione del colore
- Nel 1905 al Salon d’Automne di Parigi presentò Finestra aperta (1905) e Donna col cappello
(1905). Gli artisti che parteciparono all’esposizione vennero chiamati in maniera dispregiativa
Fauves.
- Venne influenzato da Cezanne e Renoir
- 1954 → muore

Danza

I corpi sono sbilanciati e in torsione per assecondare il movimento rotatorio. Quella che sembra
essere una ballerina, in primo piano di schiena si è staccata dal gruppo e cerca di afferrare la mano
del compagno di sinistra.
Questo dipinto rappresenta la gioia di vivere e la felicità di una danza musicale. I
ballerini danzano insieme, nudi, al ritmo di una musica felice. La nudità rappresenta, probabilmente,
il ritorno ad una natura priva di sensi di colpa.
La “Danza” raffigura cinque figure che danzano sulla linea di confine tra terra e cielo. Le braccia
delle figure sono protese verso l'altro, tenendo stretto un cerchio che sta per aprirsi. La figura
protesa in avanti cerca di afferrare la mano dell'uomo, mentre quest'ultimo si torce per allungare la
propria mano verso di lei. Il verde a sinistra rappresenta la terra, mentre il blu in alto rappresenta
uno spazio siderale più vasto. La deformazione nella curvatura del verde è causata dal peso del
piede di uno dei danzatori. Questa descrizione suggerisce un'atmosfera intensa e misteriosa, dove la
danza simboleggia un'unione tra mondi diversi. La danza può essere vista come un'allegoria della
vita umana, che consiste in un continuo movimento verso l'unione con gli altri.

Tema uomo – natura


Van Gogh: La notte stellata

Un paesaggio di campagna nella notte. Le finestre delle case sono illuminate dalle luci domestiche
mentre la spicchio di luna illumina un cielo nel quale si agitano turbini inquietanti. Al centro, in
basso, si trova una chiesetta con un alto campanile. Intorno ad essa vi sono delle semplici case di
campagna. Un grande cipresso scuro e contorto interrompe il paesaggio a sinistra. Oltre il villaggio,
a destra, si nota, un fitto bosco che sembra abbattersi sul villaggio come un maremoto. Infine,
all’orizzonte colline e montagne lontane, sembrano onde gigantesche in corsa verso le case. Vincent
ritrasse il paesaggio notturno dalla finestra della sua stanza della clinica di Saint-Rémy-de-
Provence.

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