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CONTESTO STORICO
La necessità di conquistare nuovi mercati e di ridisegnare i confini europei, crea le premesse per la prima
guerra mondiale che sancirà definitivamente la fine della Belle epoque, il rovinoso crollo degli imperi di
Prussia e Austria-Ungheria e l’affacciarsi sulla scena internazionale della nascente potenza degli Stati Uniti
d’America. Il Novecento è un contesto generale più che mai ricco di incertezze e contraddizioni.
L’arte, non deve trovare più le proprie motivazioni solo nella realtà visibile (fenomenica), ma può aprire la
propria indagine anche al campo sconfinato della realtà interiore.
Sul piano della ricerca scientifica le elaborazioni teoriche di Einstein dimostravano che spazio e tempo non
sono entità assolute tra loro distinte e indipendenti.
Il filosofo francese Bergson riflette sul concetto di tempo, il quale non esiste più come successione di singoli
attimi, ma come durata complessiva.
Il settore dell’arte si apre a un universo di ricerche e di sperimentazioni mai tentate prima.
IL CUBISMO
I pittori cubisti, non cerarono di compiacere il nostro occhio imitando la realtà, né (impressionisti) tentando
di interpretarne le suggestioni. Essi, invece, si sforzano di costruire una realtà nuova e diversa, non
necessariamente simile a quella che tutti conosciamo.
La realtà cubista, cerca di tenere conto anche del fattore tempo, una variabile che è difficile da
rappresentare con i mezzi delle arti figurative. Il pittore, immagina di ruotare fra le mani l’oggetto da
rappresentare. E poiché per assumere punti di vista diversi occorre muoversi e per muoversi si impiega del
tempo, ecco che la variabile temporale entra in qualche modo nel processo di produzione artistica. Il nome
stesso del movimento deriva dall’uso cubista di scomporre la realtà in piano e volumi elementari
(assimilabili a cubetti, appunto).
La data di inizio del Cubismo si fa convenzionalmente risalire al 1907, anno nel quale Picasso dipinge Les
demoiselles d’Avignon.
Cubismo analitico: consistente nello scomporre i semplici oggetti dell’esperienza quotidiana secondo i
principali piani che li compongono. Tali piani, variamente ruotati, incastrati o sovrapposti, vengono poi
distesi e ricomposti sulla tela.
Cubismo sintetico: gli oggetti precedentemente frammentati in oggetti nuovi e spesso fantastici, vivono una
loro realtà autonoma. L’artista arriva a creare forme e situazioni che non hanno più alcun rapporto con
quelle già note. Diffusa è anche la tecnica dei Papiers collès (carte incollate) e dei collages (incollaggi). In
questo modo, si tenta di scindere e dissociare la forma dal colore, utilizzando ad esempio un ritaglio di
stoffa per definire un oggetto di tutt’altra natura.
Lo scoppio della Prima guerra mondiale mette bruscamente fine alla grande stagione del cubismo.
PICASSO
Picasso nasce nel 1881 in Andalusìa. Suo padre, insegnante nella locale scuola d’arte, lo avvia
precocemente all’apprendistato artistico. Nel 1895 viene ammesso all’accademia di belle arti di barcellona.
Nel 1901 inizia il periodo blu. (emozione suscitata nell’artista dal suicidio per amore dell’amico). Tipo di
pittura fondato sui colori freddi, caratteristici di malinconia. Anche i temi, attingono a un repertorio di
personaggi poveri e malinconici, segnati dal dolore e sconfitti dalla vita.
Nel 1905 ha inizio il periodo rosa. Probabilmente coincidente con l’incontro di Fernande Olivier, la prima
donna importante della sua vita. Al mondo degli sfruttati e degli emarginati del periodo blu si sostituiscono
soggetti ripresi in prevalenza dall’ambiente del circo e dei saltimbanchi.
Gli ultimi mesi del 1906 segnano il cosiddetto periodo africano, nel corso del quale Picasso si interessa in
modo approfondito alla scultura rituale africana.
Nel 1907, infine, l’artista espone Les demoiselles d’avignon, l’opera considerata come la capostipite del
movimento cubista.
LA CELESTINA - 1904
Il soggetto del quadro è una signora anziana, proprietaria di un bordello di Barcellona,
isolata e coperta con un velo nero, circondata completamente da uno sfondo color
blu.
Sembra quasi che lo sguardo della donna si allontani in modo sempre maggiore, quasi
a perdersi nel nulla. Oppure potrebbe sembrare che con un occhio osservi la realtà che
la circonda, mentre con l’altro è pronta a lanciare malefici. Celestina si rifà al
personaggio della tragicommedia dell’omonimo titolo, scritta da Fernando de Rojas,
questo personaggio è un vecchio cieco, e nel tentativo di aiutare due amanti, li porta
alla morte, per poi seguirli nello stesso triste destino.
GUERNICA – 1937-
Il 26 aprile 1937, nel peno della guerra civile spagnola che i franchisti, sostenuti dalle forze nazifasciste di
Germania e Italia, avevano scatenato contro il legittimo governo del paese, Picasso è sconvolto dalle notizie
sul bombardamento della cittadine basca di Guernica. Quest’opera è un vero e proprio atto d’accusa contro
la guerra e la dittatura. La posizione politica di Picasso, infatti, è sempre stata convintamente democratica e
antifascista, tanto che nella Germania nazista alcune sue opere vennero bruciate.
Il dipinto rappresenta il drammatico momento del bombardamento. Il colore, sinonimo di vita, viene
abbandonato in favore di un’omogenea gamma di grigi; le figure appaiono come spettri urlanti, illuminate
all’improvviso dai bagliori sinistri delle esplosioni, La composizione, apparentemente caotica, è invece
organizzata in tre fasce verticali.
L’ambientazione è contemporaneamente interna (come si deduce dal lampadario appeso in alto) ed
esterna. Questa contemporaneità di visione non è solo cubista, ma vuole rendere con violenta
immediatezza la tragedia del bombardamento. In questo spazio caotico e indifferenziato uomini donne e
animali fuggono e urlano come impazziti, sovrapponendosi e compenetrandosi, accomunati dallo stesso
dolore e dalla stessa violenza. All’estrema sinistra della composizione una madre lancia al cielo il suo grido
straziante mentre stringe fra le braccia il cadavere del figlioletto. Al centro un cavallo ferito, simbolo del
laborioso e onesto popolo spagnolo, nitrisce dolorosamente protendendo verso l’alto una lingua aguzza
come una scheggia di vetro. Chi può cerca di fuggire, come la donna che, dall’angolo inferiore destro, si
slancia diagonalmente verso il toro, all’angolo superiore sinistro, simbolo di violenza e bestialità. Un’altra
donna si affaccia disperatamente a una finestra reggendo una lampada a petrolio, simbolo della
regressione alla quale la guerra inevitabilmente conduce. Al suolo, tra le macerie, si assiste all’orrore dei
cadaveri straziati. Tutto è movimento, convulsione, dramma.