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Tesina di Arte

Arte Africana
L'arte africana è l'arte prodotta nel continente africano, dalla nascita dell'uomo
all'età contemporanea.

Benché molto variegata, l'arte dell'Africa è spesso accomunata da un forte senso


religioso, legato allo spiritualismo delle differenti fedi locali. I colori maggiormente
impiegati sono il rosso, simbolo della fecondità e della vita, il bianco ed il nero,
rappresentando la vita eterna e l'oscurità. Agli inizi del XX secolo molti artisti
europei d'avanguardia cominciarono a riunire maschere e statue africane:
generalmente tralasciarono i tratti simbolici espressivi, il mito religioso e l'ideologia
ed interpretarono soltanto il loro aspetto esteriore, l'estetica dei piani e dei
volumi. Generalmente la rappresentazione del mito non è consistita in un'immagine
fantasiosa della divinità, ma piuttosto in figure reali, che comprendono quelle
ancestrali, oppure nelle maschere, usate nei riti protettivi dalle difficoltà della vita
e nelle funzioni civili. Da allora l'influenza di questa arte determinerà in maniera
definitiva qualsiasi tentativo di rinnovamento plastico.

Le "Arti Negre", termine col il quale venivano identificate in generale le arti tribali
provenienti dal continente africano e da quello oceanico, avviarono nella prima metà
del XX secolo, una serie di polemiche tra artisti e storici dell'arte europea,
favorendo presto un inevitabile processo di rivoluzione nelle arti plastiche.

La ricerca di nuove soluzioni prospettiche ispirata da correnti come il Cubismo,


l'Espressionismo tedesco, il Futurismo italiano e il Fauvismo francese trovò nell'Arte
Africana un insegnamento di vitale importanza.

In particolare il Cubismo, desideroso di emanciparsi dagli schemi classici di


rappresentazione, e nell'essenziale preoccupazione di organizzare i volumi per
esprimere un nuovo senso di 'tridimensionalità' nell'opera, trova nella plastica
africana quel concetto di equilibrio, che lontano da una logica estetica , si accorda
ad un intimo ordine logico, in una armoniosa unità delle parti.

Le mostre universali sul colonialismo di Bruxelles del 1897, quella di Parigi del
1907(e successivamente nel 1917 e 1919), avevano influenzato i più importanti
artisti europei, invogliandoli a collezionare oggetti africani come fonte di ispirazione
per la realizzazione di nuove opere.

Primo fra tutti, Pablo Picasso, il quale visitando le numerose mostre, aveva subìto
inevitabilmente il fascino magnetico delle 'maschere-feticcio' provenienti dall' Africa.
Cubismo
Cubismo è il termine col quale si è soliti rappresentare una corrente artistica e
culturale ben riconoscibile, distinta e fondante rispetto a molte altre correnti e
movimenti che si sarebbero successivamente sviluppati. Tuttavia il cubismo non è un
movimento capeggiato da un fondatore e non ha una direzione unitaria.
Fu poi il critico d'arte Louis Vauxcelles a parlare di "pittura fatta a cubi" per
commentare, a novembre del 1908, da una mostra retrospettiva di Cezanne del
1907, all’Estaque, presso Marsiglia, in questa occasione disse: "Braque maltratta le
forme, riduce tutto, luoghi, figure, case, a schemi geometrici, a cubi." Questo
ultimo termine non dispiacque a Braque e ai pittori della nuova scuola, tanto che
da allora le opere di Pablo Picasso, Braque e altri pittori vennero denominate
cubiste. La storia del cubismo è divisa in tre fasi fondamentali, quella del cubismo
formativo (1907-1909), quella del cubismo analitico (1909-1912) e quella del
cubismo sintetico (1912-1914).

Cubismo formativo: semplifica le forme geometricamente e le


riduce a puri volumi elementari
Cubismo analitico: raffigura il soggetto in superfici frammentate
guardandolo da diversi punti di vista, anziché da uno solo, come
accadeva nella tradizionale visione prospettica.
Cubismo sintetico: ricompone le forme scomposte inserendo piani
larghi e dipinti con colori più accesi.
Dipinti
Case a L'Estaque: Houses at L'Estaque è un olio su tela di Georges Braque
eseguito nel 1908. È considerato un importante paesaggio proto-cubista o il primo
paesaggio cubista. Il dipinto spinse il critico d'arte Louis Vauxcelles a deriderlo come
composto da cubi che portarono al nome del movimento.
È una risposta alle opere di Paul Cézanne che a volte visse anche a L'Estaque.

Io e il Villaggio: Io e il villaggio è un famoso dipinto di Marc Chagall, realizzato


nel 1911: rappresenta un’opera molto importante del suo primo periodo parigino. I
riferimenti a cui Chagall attinge per Io e il villaggio sono quelli del suo passato, della
sua infanzia. Il nome del quadro lo scelse il poeta Blaise Cendrars, suo caro amico. Il
volto dipinto di verde che appare sulla destra potrebbe essere quello dell’artista, di
fronte a lui una testa enorme di una mucca lo controbilancia. All’interno della testa
appare una lattaia che munge un’altra mucca. Sullo sfondo appaiono due figure, un
uomo con una falce e una donna capovolta a testa in giù e poi il villaggio. I colori
sono meravigliosi e il quadro trascina lo spettatore verso un’altra dimensione.
L’incanto, l’immagine calda e favolistica con la quale il pittore reinterpreta i suoi
ricordi sono il contesto straordinario che ci appare davanti agli occhi, in cui
misticismo, razionalità, irrazionalità e sogno si mescolano assieme, realizzando
elementi simbolici.

Les Demoiselles d’Avignon: Les Demoiselles d’Avignon di Pablo Picasso sono


cinque ragazze che si propongono alla vista dell’osservatore. Sono disposte
frontalmente e mostrano in modo sfacciato la loro nudità. Si pongono inoltre come
modelle e la loro posizione prende direttamente in considerazione l’esistenza di
qualcuno che le sta osservando. Lo sfondo infine è rappresentato da zone
frammentate di diversi colori che si integrano con quelle dei corpi delle ragazze. In
realtà le protagoniste potrebbero essere state ragazze di una casa di tolleranza
frequentata dal giovane Picasso.

Le figure femminili citano forse Le Veneri della tradizione classica. Infatti i corpi
non possiedono una valenza erotica. In ogni caso, l’intento di Pablo Picasso nel
dipingere Les Demoiselles d’Avignon fu forse quello di creare una cesura con la
tradizione artistica.

Le due ragazze centrali hanno uno sguardo più riconoscibile e diretto. Le due donne
laterali a destra invece richiamano, con la deformità del loro volto, le maschere di
tradizione africana amate da Pablo Picasso. L’immagine della ragazza di sinistra poi
ricorda lo stile egizio con l’occhio frontale e con il volto disegnato di profilo. Pablo
Picasso dipinse l’opera intitolata Les Damoiseles d’Avignon nel 1907.

Les Demoiselles d’Avignon di Pablo Picasso è considerato universalmente il manifesto


del Cubismo. Con questo dipinto l’artista dà il via infatti ad uno dei movimenti
artistici più innovativi del ‘900. L’immagine inoltre risultava sconcertante per
coloro che erano abituati ad una rappresentazione tradizionale. Agli inizi del 1900
infatti alcuni artisti dipingevano ancora con uno stile impressionista. Coesistevano
inoltre altre rappresentazioni di tipo realista. Il colore è forte, non modulato dal
chiaroscuro e steso in campiture piatte. Il rosa carne delle ragazze entra in
contrasto complementare con quello azzurro del fondo dipinto con frammenti e
zone di colore uniforme. La scena nell’insieme si avvicina a quella di un palcoscenico
teatrale o comunque di un teatro di posa. L’unico arredo è infatti una
composizione di frutti in basso al centro del dipinto. Lo spazio è poi fortemente
contratto sulla superficie del dipinto. Lo sfondo e le figure si integrano attraverso
le campiture disegnate in modo geometrico, ma, irregolare. Non vi è profondità
nello spazio rappresentato ma una integrazione bidimensionale tra le forme e lo
sfondo.

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