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“L'isola dei morti” - Arnold Bocklin

Di Mauro Francesco
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“L'isola dei morti” è un dipinto di Arnold Bocklin realizzato nel 1886. In realtà ci sono ben cinque
versioni del medesimo quadro che l'artista dipinse tra il 1880 e il 1886. Io mi limiterò ad analizzare
la prima versione del dipinto, conservato oggi in Svizzera a Basilea.
Quest'opera viene concepita negli anni in cui la società europea vive già da tempo in un mondo
moderno caratterizzato dalla nuova realtà industriale. Fabbriche, macchine e industrie trasformano
le città in veri e propri centri industriali. In questo contesto sociale molti artisti in tutta Europa
sviluppano un modo nuovo di fare arte: l'artista che fugge dalla realtà, dandone un'interpretazione
soggettiva ricca di significati simbolici. Questo accade tanto in letteratura quanto in arte.
Baudelaire è forse la figura di riferimento per tutti quegli artisti che rifiutando la realtà oggettiva,
privilegiano quella realtà misteriosa ed evocativa che si cela dietro le cose, in cui il simbolo diventa
un mezzo potente per veicolare sensazioni e suggestioni. Quest'atteggiamento è tipico negli artisti
aderenti a quel movimento culturale identificato con il termine “Simbolismo”. In arte questa
corrente viene contraddistinta con il nome di “Modernismo”. Già dal titolo si capisce il tema
simbolico e mistico trattato nel dipinto, la morte. E' un tema ripreso da molti simbolisti, tra cui
Giovanni Pascoli, poiché è uno dei misteri più profondi della vita dell'uomo, di fatto cosa c'è più
misterioso e inquietante della morte?
I riferimenti alla morte in questo quadro sono molto evidenti, in particolare la figura umana in piedi
sulla barca è una chiara evocazione del personaggio di Caronte, figura mitologica che trasportava
le anime dei morti verso l'inferno. Anche i cipressi che si innalzano in verticale contribuiscono a
creare un'atmosfera cupa e lugubre, come in un cimitero. Ma le interpretazioni sono infinite, non ne
esiste una uguale per tutti, tant'è che lo stesso Bocklin diceva di aver dato vita a un quadro “per
sognare” in grado di evocare sensazioni diverse ad ogni osservatore.
Con questa carica evocativa, “L'isola dei morti” si distacca da quelle tendenze artistiche della
seconda metà dell'800, quali per esempio il realismo e il post-impressionismo. Anche per quanto
riguarda la tecnica pittorica, le forme non hanno la priorità di essere naturali e reali, ma aspirano
invece ad assumere una natura simbolica: quei cipressi sono così monumentali e scuri perchè
vogliono esprimere timore e paura, quella figura in piedi sulla barca è bianca e splendente non
perchè è pacifica, ma perchè ha il potere di portarti all'inferno. In questo modo l'arte non è più
rappresentazione della realtà o dell'impressione che suscita nell'artista, ma diventa un momento di
meditazione interiore in cui l'artista porta lo spettatore in una dimensione onirica lontana dal reale.
Questo carattere che assume l'arte negli ultimi anni dell'800 viene ripreso particolarmente dalle
avanguardie artistiche del primo Novecento, dove l'immagine si distacca completamente dal reale
e risponde sempre di più alle volontà espressive dell'artista (come avviene per esempio con
l'espressionismo e il cubismo).
Nonostante sia evidente l'intento dell'artista di esprimere degli stati d'animo, nell'Isola dei morti
riusciamo a percepire ancora degli elementi legati alla realtà visibile (montagne, alberi, figura
umana), di conseguenza non è un quadro che supera definitivamente l'arte d'Europa circostante.
Infatti per quanto riguarda la forma, l'artista sembra essere ancora legato alla tradizione francese,
anzi, la tendenza a realizzare paesaggi giganteschi ed eroici ha una derivazione romantica.
Tuttavia il fatto di condire l'arte con simboli e suggestioni per comunicare in maniera diretta con
l'animo dello spettatore rende Bocklin uno dei più grandi interpreti della pittura modernista.

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