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𝓛𝓮 𝓪𝓿𝓪𝓷𝓰𝓾𝓪𝓻𝓭𝓲𝓮 𝓼𝓽𝓸𝓻𝓲𝓬𝓱𝓮

→Nei primi tre decenni del ‘900 l’arte subisce un cambiamento come non si era
mai visto: PROFONDO RINNOVAMENTO DEL PANORAMA ARTISTICO EUROPEO.
Con la nascita della fotografia l’arte deve reinventarsi: rifiuta la tradizione.
Si staccherà completamente dall’imitazione della realtà: soggettività dell’artista
al centro dell’opera, non più la realtà.
Esasperazione della libertà espressiva.
L’ARTE PER L’ARTE: non ha più la funzione di documentare, né di insegnare, né di
decorare. L’arte viene per sé stessa ed è l’artista che dà il senso all’opera.
Le avanguardie storiche sono:
● Espressionismo,
● Futurismo,
● Suprematismo,
● Costruttivismo,
● Dadaismo,
● Neoplasticismo,
● De stijil,
● Metafisica,
● Bauhaus,
● Surrealismo,
● Nuova oggettività.
Non sono tutte le nuove correnti, ma ognuna di queste ha introdotto qualcosa di
nuovo; e hanno dei tratti in comune: rifiuto della tradizione.
Trasformazione di un’idea in un oggetto.
→ Nel 1900 il mondo è cambiato (visioni, modo di vivere, invenzioni, vita della
città, tram, treni): quindi anche il pensiero e l’arte si adeguano a questo nuovo
mondo.
FREUD: inizia a scavare nell’interiorità, “L’interpretazione dei sogni”.
EINSTEIN (1905): teorizza la relatività.
Eventi storici: Assassinio di Sarajevo, 1914.
Cambia anche il modo di vivere:
1903 → Primo volo dei fratelli Wright.
1905 → Cinematografi.
1908 → Industria automobilistica.
Sviluppo industriale.
Scoppio della Prima guerra mondiale.

𝓔𝓼𝓹𝓻𝓮𝓼𝓼𝓲𝓸𝓷𝓲𝓼𝓶𝓸
→ L’arte che si adegua alla modernità, al cambiamento.
È una delle avanguardie storiche che poi si diramerà in altre correnti.
Il termine significa EX-PRIMERE: proiettare i propri sentimenti, stati d’animo ed
emozioni all’esterno, farli uscire allo scoperto; in diretta contrapposizione con
l’impressionismo (prevaleva l’espressione).
L’artista esprime il SENTIMENTO INDIVIDUALE piuttosto che rappresentare
oggettivamente la realtà: si elimina l’imitazione della realtà.
Sviluppi estremi di DEFORMAZIONE DELLA REALTÀ: gli artisti la deformano per
sottolineare che la pittura non riproduce le forme come appaiono, ma come le “sente”
l’artista, secondo la propria interiorità.
I precursori dell’espressionismo furono:
● V. Van Gogh,
● P. Gauguin,
● E. Munch.
Arte come DIMENSIONE SOGGETTIVA.

𝓔𝓭𝓿𝓪𝓻𝓭 𝓜𝓾𝓷𝓬𝓱
(𝟏𝟖𝟔𝟑-𝟏𝟗𝟒𝟒)
→ Fu il più importante pittore norvegese.
Non fece mai parte di un gruppo preciso (non creerà mai una vera e propria
scuola). È un precursore, insieme a Van Gogh: sono artisti che hanno la veggenza di
anticipare l’arte.
Fu precursore dell’Espressionismo, come Manet lo fu dell’Impressionismo.
Era uno di quei artisti che dipingeva anche per vivere, ma soprattutto per
bisogno.
Partendo da eventi tragici della sua vita: Munch dà voce a QUESTIONI UNIVERSALI
(esaminando il travaglio esistenziale dell’uomo e le contraddizioni della società).
Influenza di Munch: Van Gogh, pittura simbolista.
𝓛𝓪 𝓿𝓲𝓽𝓪
→ Fu figlio di un medico: era affascinato dalla tematica di dolore mentale e fisico
e dal trattamento che la società riservava agli emarginati.
Attitudine alla FOTOGRAFIA: riprese infermieri e malati in ospedale.
Fu un grande viaggiatore: conobbe le maggiori correnti artistiche europee (a Parigi
fu colpito da artisti come Van Gogh, Degas, soprattutto Gauguin).
Tecnica e temi erano fonte di scandalo: venne censurata una sua personale mostra
da parte delle autorità tedesche, ma questo evento gli permise di diventare famoso e
raggiungere l’ammirazione di molti giovani tedeschi.
La sua arte viene considerata ARTE DEGENERATA.
La vita da vagabondo (problemi con l’alcol) lo portò a una CRISI NERVOSA, da quel
momento visse i suoi ultimi anni ad Oslo. Alla sua morte trovano una grande
quantità di opere (migliaia di quadri, 6 sculture e molte grafiche) nella sua casa: per
suo volere tutto il patrimonio andò alla città. Nel 1963 gli fu dedicato il Munchmuseet.
Ebbe una vita lunga, ma anche problemi mentali: lottò per ricercare un equilibrio
mentale.
AUTORITRATTI: Munch “si guarda e ci guarda” allo stesso tempo; vuole sottolineare
che l’artista è fuori da ogni contesto e alla ricerca di sé stesso.

𝓛’𝓾𝓻𝓵𝓸
● 1893
● Olio, tempera, pastello su cartone.
● 91 * 73,5 cm.
● Oslo, Nasjonalgalleriet.
“Camminavo per strada con due amici. Il sole era al tramonto e cominciavo a sentirmi
avvolto da un senso di malinconia. A un tratto il cielo si tinse di rosso sangue. Mi fermai,
mi appoggiai stanco morto a una staccionata e fissai le nubi infiammate che gravavano,
come sangue e spada, sul fiordo nero-bluastro e sulla città. I miei amici continuavano a
camminare e io tremavo ancora di paura e udii un grido forte e infinito trafiggere la
natura”.
Questa fu la spiegazione fornita dall’autore, riassume il senso di angoscia
causato dalla perdita di armonia tra l’uomo e il cosmo (natura).
La prima esposizione avvenne nel 1893, da quel momento è un’espressione radicale e
senza tempo dell’ansia umana.
Il soggetto, i colori e la composizione ci comunicano l’ANSIA e la SOFFERENZA.
Esprime: un’intensa esplosione di energia psichica, angoscia di uno spirito tormentato
che vuole esplodere in un grido liberatorio e nessuna liberazione consolatoria.
È una composizione anticonvenzionale, perché il punto focale dell’opera (la bocca
spalancata del protagonista) è spostato verso il basso.
Il protagonista è posto in basso al centro, ma leggermente spostato verso destra,
vuole trasferire nella natura il suo senso di perdita e di angoscia.
Il suo viso deformato dalla paura ricorda quello di una mummia.
La natura intorno (i fiori, il cielo) è un’estensione di ciò che sente il protagonista in
cui le tinte di rosso sono espressione del lago di sangue, mentre quelle blu-nero di
morte.
Il timore della perdita dell’equilibrio e fisico e la follia caratterizzarono tutta la vita
di Munch.
La staccionata in diagonale divide il quadro: le linee ondulate con cui è rappresentata
la natura e il fatto che manca un piano orizzontale, un appoggio sicuro per lo sguardo
e la figura, producono un senso di vertigine e ansia nell’osservatore.
La strada simboleggia LA VITA, percorso difficile per chi vive nell’inquietudine, la
difficoltà che ha ad affrontarla.
Questo quadro forse riporta alla morte precoce della madre dell’artista (cielo rosso:
madre morente vista da Munch in una crisi di tubercolosi).
Le opere di Munch si collegano con la VISIONE PESSIMISTICA e ANGOSCIOSA della vita.
In questa opera si vede l’influenza della pittura simbolista: ricerca analogica tra suono
e colore, senso di disperata solitudine.

𝓘𝓵 𝓰𝓻𝓾𝓹𝓹𝓸 𝓓𝓲𝓮 𝓑𝓻𝓾𝓬𝓴𝓮


𝓔𝓼𝓹𝓻𝓮𝓼𝓼𝓲𝓸𝓷𝓲𝓼𝓶𝓸 𝓲𝓷 𝓖𝓮𝓻𝓶𝓪𝓷𝓲𝓪
→ Periodo storico: fine ‘800 inizi ‘900, clima di tensioni politiche e sociali.
In Germania vi era un regime monarchico conservatore con Guglielmo II, che non
vede con buon occhio la modernizzazione dell’arte:
● Favorisce classi militari e aristocratiche;
● Stretto controllo burocratico sul popolo;
● Promuove arte ufficiale per celebrare la casa regnante: le prime ribellioni
con le Secessioni a Monaco del 1892, e a Dresda del 1893.
Nel 1905 nasce a Dresda il gruppo DIE BRUCKE - “il ponte” - (fino al 1913); il nome
deriva da una citazione di Nietzsche: “Ciò che è grande nell’uomo è il fatto che egli è
un ponte e non un fine” (così parlò Zarathustra).
Il PONTE è per questi artisti metafora di un futuro di rivolta e di volontà di
potenza, animato da un impulso vitale irrefrenabile: SPIRITO DIONISIACO.
Fu un gruppo organizzato di artisti convinti della loro missione sociale,
caratterizzato dal rinnovamento, e che avrà una vita abbastanza lunga.
I loro ideali riguardavano:
● Il rifiuto della cultura tradizionale: i modelli culturali ottocenteschi;
● La rivolta contro vecchi moralismi: no alla censura dell’arte (rappresentare
quello che si voleva);
● L’esaltazione degli impulsi vitali, della creatività: spirito dionisiaco;
● La ricerca dello “spirito primitivo” che c’è in ognuno di noi e che doveva essere
liberato;
● La dirompente forza espressiva: a volte si esprimevano anche in modo
aggressivo/violento;
● L’arte era una professione ma anche un mezzo per la denuncia sociale e
morale.
Fu un gruppo duramente perseguitato dal Nazismo e le loro opere furono rifiutate e
definite “arte degenerata”.
Nel 1906 ci fu la prima esposizione espressionista a Dresda.
→ Inventarono un nuovo modo di COMUNICAZIONE: l’arte doveva essere
comunicata.
Per fare ciò, pubblicarono riviste (circa 15).
Sono considerati gli iniziatori di un nuovo fenomeno tipico del ‘900: la produzione da
parte degli artisti di organi di stampa propri e autonomi.
La prima di queste riviste fu “Der Sturm” del 1909, seguirono poi “Die Aktion” del 1911 e
“Revolution” del 1913.
Trovarono un nuovo modo molto più efficace: i POSTER e materiali pubblicitari
che potevano essere appesi ovunque e costavano poco.
Erano spesso prodotti con il metodo della XILOGRAFIA: una tecnica grafica che si
ottiene incidendo lastre di legno e ricoprendo di inchiostro le parti non incise; la stampa
si ottiene imprimendo la lastra inchiostrata sul foglio.
➢ Segno spigoloso è qualcosa di disturbante.
Manifesti e riviste potevano raggiungere un pubblico più ampio rispetto alle opere
tradizionali esposte nelle mostre. Si voleva così “attirare a sé tutti gli elementi
rivoluzionari in fermento”. Nonostante questi sforzi di comunicazione, il pubblico
non apprezzò le loro idee e la loro arte.
L’arte aveva una FUNZIONE SOCIALE E SPIRITUALE: riportare l’uomo a valori meno
corrotti.
La loro “poetica” riguardava:
● L’uso violento e disinibito del colore;
● Il desiderio di provocazione (giovani prostitute) e la polemica sociale;
● L’emotività esasperata (paesaggi deformati);
● Forme spigolose e deformate;
● Ritorno a una pittura “primitiva”, non contaminata dalla società moderna;
● Sguardo al Gotico e alla pittura tedesca del ‘500.
𝓜𝓪𝓻𝓬𝓮𝓵𝓵𝓪
𝓭𝓲 𝓔𝓻𝓷𝓼𝓽 𝓛𝓾𝓭𝔀𝓲𝓰 𝓚𝓲𝓻𝓬𝓱𝓷𝓮𝓻 (𝟏𝟖𝟖𝟎-𝟏𝟗𝟑𝟖)
● 1910
● Olio su tela
● 71,5 * 61 cm
● Stoccolma, Moderna Museet.
Il SOGGETTO è una giovane prostituta seduta che con le mani si copre le nudità.
Veniva chiamata dal gruppo Die Brucke FRANZI (è stata ritratta molte volte),
bambina di 9 anni.
La sua immagine fa trapelare aggressività e rassegnazione.
L’opera è una denuncia contro una società deviata, ipocrita e corrotta nei valori.
Una ragazzina costretta a comportarsi da donna, presenta uno sguardo triste come di
rassegnazione.
Kirchner lavora molto sulla deformazione della figura umana.
Dipinge un ideale di bellezza femminile molto lontano dalla felicità dei colori e delle
forme dei Fauves parigini.
I colori acidi amplificano l’effetto stridente tra l’immagine di una giovane donna e la
sua malizia.
Il trucco pesante, i contorni marcati, le occhiaie, i cuscini e i decori sono i segni di una
condizione di vita deviata e corrotta.
Tra gli elementi disturbanti vi sono:
➢ Gli occhi neri dati dal trucco pesante;
➢ I contorni marcati;
➢ I cuscini e i decori;
➢ Le occhiaie verdi;
➢ I capelli scomposti;
➢ Il viso spigoloso: lo spigolo ci trasmette pericolo;
Il fiocchetto bianco sulla testa ci riporta al fatto che sia una ragazzina.

𝓒𝓲𝓷𝓺𝓾𝓮 𝓭𝓸𝓷𝓷𝓮 𝓷𝓮𝓵𝓵𝓪 𝓼𝓽𝓻𝓪𝓭𝓪


● 1913
● Olio su tela
● 120,5 * 91 cm
● Colonia, Museo Ludwig.
→ Il SOGGETTO è rappresentato da cinque prostitute, figure femminili poste a zig zag
nello spazio del quadro.
La struttura compositiva ricorda gli archi ogivali (a sesto acuto) dell’architettura
gotica.
Inversione del rapporto tra figure e sfondo (è lo sfondo che si impone per primo ai nostri
occhi): ribaltamento delle consuetudini percettive. Le figure riempiono la scena dando
la verticalità, tutte vestite di nero.
Cinque figure enigmatiche, provocanti, taglienti, prive di sensualità e immobili, che non
comunicano tra di loro, e sembra siano in attesa di qualcosa.
Gli abiti seguono la moda di quel tempo a Berlino.
Lo sfondo dipinto con colori acidi e stridenti, sottolinea l’effetto di straniamento.
Le pennellate sono lunghe, aggiungono emotività a questo dipinto: nervose e sintetiche.
Kirchner vuole mostrare la frenesia e al tempo stesso l’assenza di comunicazione e
l’alienazione nei grandi centri urbani.
Soffrì per tutta la vita di gravi crisi depressive, aggravate dopo la Prima guerra
mondiale. Si tolse la vita nel 1938, dopo la mostra sull’Arte degenerata voluta da
Hitler a Monaco nel 1937, in cui diverse sue opere erano state esposte con feroce
ironia.
𝓘𝓵 𝓬𝓾𝓫𝓲𝓼𝓶𝓸
→ Dopo l’esperienza dei Fauves, Pablo Picasso e Georges Braque fondano
un’altra avanguardia storica: il CUBISMO.
Come per l’Impressionismo, anche il nome Cubismo nasce per caso, da un giudizio
negativo di un critico d’arte: nel 1908 Henri Matisse (componente della giuria che
decideva ‘ammissione delle opere al Salon), aveva giudicato alcune opere di
paesaggi di Braque, definendole composte da “piccoli cubi”, e il critico d’arte Louis
Vauxcelles parò di “bizzarrìe cubiste”.
Alcuni artisti cubisti furono anche: Juan Gris e Fernand Léger.
Il precursore del cubismo fu Paul Cézanne, già nelle sue opere si vedeva una
rivoluzione nel colore, nella forma e nel modo di costruire lo spazio figurativo.
E fu proprio la grande mostra retrospettiva dedicata a Cézanne al Salon d’Automne
di Parigi, del 1907, a dare lo stimolo alla nascita di tale movimento.
Picasso, partecipando alla mostra, ebbe un’intuizione: la scomposizione della realtà e la
ricomposizione attraverso delle figure geometriche appiattite.
I cubisti furono influenzati:
● Dalla pittura severa ed essenziale di Cézanne;
● Dalla sua geometrizzazione delle forme (cono, cilindro e sfera);
● Dalla riduzione dei colori (blu, ocra e verde).
La PITTURA COME RICERCA RAZIONALE.
Il Cubismo si sviluppa a partire dal 1907 fino all’inizio della Prima guerra mondiale
e si distinguono due fasi:
➢ CUBISMO ANALITICO (1908-1912) le cui caratteristiche sono:
○ Accentuata frammentazione delle forme;
○ Uso di colori spenti, spesso di un solo tono cromatico.
➢ CUBISMO SINTETICO (1912-1914) le cui caratteristiche sono:
○ Attua un parziale recupero del colore e delle forme (svincolate dalla
concezione spaziale tradizionale).
○ Inizia l’uso di incollare sulla tela parti ritagliate da giornali, libri,
spartiti musicali (papiers collés) e altri materiali.
→ Per i Cubisti l’arte non deve rappresentare la realtà, ma interpretarla; diventa
quindi uno STRUMENTO CONOSCITIVO.
Partono dallo studio della realtà per scomporla e ricomporla in un nuovo ordine
che cancella la distinzione tra gli oggetti e lo spazio che li circonda. Si abbandona
definitivamente la prospettiva e scompare l’idea della distinzione tra soggetto e sfondo.
Osservando le loro opere non abbiamo la sensazione della profondità (case scomposte
e ricomposte come dei cubi appiattiti e riportati sullo stesso piano).

𝓡𝓪𝓹𝓹𝓻𝓮𝓼𝓮𝓷𝓽𝓪𝓻𝓮 𝓵𝓪 𝓺𝓾𝓪𝓻𝓽𝓪 𝓭𝓲𝓶𝓮𝓷𝓼𝓲𝓸𝓷𝓮: 𝓲𝓵 𝓽𝓮𝓶𝓹𝓸


→ L’artista propone la simultaneità della visione come se l’osservatore potesse
girare intorno al soggetto rappresentato, osservandolo da tutti i punti di vista.
Un medesimo soggetto viene colto da diverse angolazioni che poi vengono
sovrapposte della rappresentazione.
Le vedute successive di uno stesso oggetto e spazio circostante sono fuse insieme,
per comunicare la totalità delle percezioni in maniera simultanea.
Il dipinto è come un RIASSUNTO SINCRONICO di un percorso che l’artista ha fatto
intorno al soggetto da ritrarre.
Riescono così a rappresentare il tempo.
In quegli anni la definizione di tempo come quarta dimensione della realtà, era
postulata dalla Teoria della Relatività di Albert Einstein. Quest’ultimo, insieme a
Picasso, teorizzano contemporaneamente che la conoscenza dello spazio e del tempo
sono relativi al punto di osservazione.
Il primo formula una legge matematica, mentre il secondo una visualizzazione
artistica.
Influenza di Henri Bergson: metteva in relazione tempo, soggettività e percezione
(tempo percepito: dato soggettivo che è diverso dal tempo dell’orologio).
Il Cubismo fu influenzato anche dalla riscoperta dell’arte primitiva dell’Africa e
dell’Oceania con le sue forme schematiche, deformate e geometrizzate.
Maschere africane, spunti di arte Egizia.
A partire dalla seconda metà del ‘800 e fino ai primi decenni del ‘900 rinasce
l’interesse per il PRIMITIVISMO, per le sue capacità espressive, per la libertà dalle
leggi prospettiche e delle proporzioni.

𝓛𝓮𝓼 𝓓𝓮𝓶𝓸𝓲𝓼𝓮𝓵𝓵𝓮𝓼 𝓭’𝓐𝓿𝓲𝓰𝓷𝓸𝓷


● 1906-1907
● Olio su tela
● 244*233 cm
● New York, MOMA.
Fu la prima opera cubista, e rimase nello studio di Picasso fino al 1916, fu pubblicata
per la prima volta nel 1925.
È un’opera rivoluzionaria.
Il nome dell’opera, di grandi dimensioni, si riferisce forse ad una delle più famose
case di appuntamento di Barcellona, situata in carrer d’Avignon.
Raffigura cinque giovani prostitute nude: 4 in piedi poste frontali, di ¾ di profilo, e
una seduta (la schiena posta di profilo e con il viso di prospetto).
Ciascuna ha un diverso atteggiamento anatomico.
Ormai il nudo femmibile e la prostituzione in quegli anni non dovrebbe essere
più novità nell’arte, ma in questa opera c’è qualcosa di nuovo: la tecnica e lo stile
faranno scandalo.
Picasso non pubblicò immediatamente il quadro, fu inizialmente visto solo da
alcuni colleghi, tra cui Braque.
Lo pubblicò solo nel momento in cui si rese conto di quanto era rivoluzionario.
Picasso aveva previsto anche due figure maschili, uno studente con un pacchetto
sotto il braccio e un uomo seduto al centro con un teschio in mano.
I volti delle due figure a destra sono influenzate dall’incontro dell’artista con la scultura
africana, con forme stilizzate e tratteggi obliqui sui volti.
Sono rappresentati come delle maschere africane sia di prospetto che di profilo.
Inizia il processo di globalizzazione, Parigi inizia ad attrarre nuove culture attraverso il
commercio, attraverso gli Expo. Ed essendo Picasso una persona che prendeva spunto
dovunque, iniziò a collezionare queste maschere (da qui la sua influenza).
La figura di sinistra, che avanza scostando con la mano una tenda rossa, rimanda
all’arte egizia.
Oltre all’influenza dell’arte primitiva vi sono riprese da modelli classici, da opere di
artisti precedenti e dallo stile di Cézanne.
Influenze: Venere di Milo, Schiavo morente di Michelangelo, Bagno turco di Ingres,
Cinque bagnanti di Cézanne (opere che osservò al Louvre).
→ La NATURA MORTA presente in primo piano è un richiamo a un soggetto classico,
molto amato da Cézanne e anche dai cubisti, perché permetteva di ridurre a forme
geometriche semplici gli oggetti rappresentati.
Ci ricorda una situazione reale, ma anche una citazione alla tradizione (nature
morte di Cézanne).
Nel dipinto c’è la fusione di più vedute simultanee da diversi punti di vista: i volti
delle figure centrali hanno occhi di prospetto e nasi di profilo; la donna seduta è vista
con il corpo di spalle e il viso di prospetto.
Scompare la distinzione tra figura e sfondo (una serie di drappi e tendaggi) con
conseguente annullamento della profondità prospettica, tutte sullo stesso piano.
Inoltre, la GEOMETRIZZAZIONE delle figure: corpi aguzzi e spigolosi, aggressivi che
nascono da una scomposizione e ricomposizione delle figure (forse un rimando al
pericolo di contrarre malattie come la sifilide, simbologia presenta anche nella fetta
d’anguria, aguzza come una falce).
La pittura è PIATTA.
Come le forme, anche i colori si riducono:
● Rosa-arancio delle figure: variazioni di ocra.
● Bianco-azzurro/bluastro dello sfondo: variazioni di blu.
Si sta andando verso l’astrattismo: rappresentare la realtà com’è vista dall’artista.
PARALLELISMO con 5 donne nella strada di Kirchner:
→ Nel 1913, anno in cui Kirchner pubblicò la sua opera, Picasso non aveva ancora
pubblicato la sua, ma ci sono molte analogie:
● Le cinque prostitute;
● Inversione sfondo-soggetto;
● Figure molto rigide.
Sono presenti anche differenze come:
● Kirchner rispetta l’idea della prospettiva e della profondità;
● Picasso non voleva fare denuncia sociale.
Ebbe una vita lunga, molto prolifica, ha fatto molti cambiamenti nella sua arte, sa
assorbire le novità del suo tempo.

𝓖𝓾𝓮𝓻𝓷𝓲𝓬𝓪
● 1937
● 3,49 * 7,77 metri (anche perché è nata come un murale)
● Olio su tela di juta grezza (dipinta su una tela grezza).
● Madrid, Museo Nacional de Arte Reina Sofía.
→ Manifesto universale di tutte le guerre e del dolore in ogni forma fisica e morale.
Sembra un reportage di guerra: insieme di immagini di guerra.
Rappresenta un evento tragico: 26 aprile 1937.
Durante la GUERRA CIVILE SPAGNOLA (in quel periodo la Spagna era divisa tra
repubblicani e nazionalisti) vi fu un bombardamento nella città di Guernica nei Paesi
Baschi. La città venne bombardata dai tedeschi nazisti, alleati con Francisco Franco
per supportare la guerra (fu un bombardamento gratuito, solo per intimidire la
popolazione).
Fu un massacro e Picasso, essendo spagnolo, risentì di questo evento.
Le bombe cadono, sventrano le case, distruggono la città. Divampano gli incendi.
Qualcuno resta ucciso sotto le macerie, qualcuno tenta di fuggire, ma non sembra
esserci scampo.
OPERA FORTEMENTE INTRISA DI SIGNIFICATI SIMBOLI, non sempre decifrabili.
Il Governo repubblicano chiese a Picasso una tela per l’Esposizione Universale di
Parigi del 1937; egli pensò al Guernica che venne poi, nel 1939, dopo la fine della Guerra
Civile, affidato al Museum of Modern Art di New York, dicendo che il quadro doveva
ritornare di proprietà della Spagna nel momento in cui avesse recuperato gli
ordinamenti democratici.
Nel 1981 venne spostata dagli Stati Uniti a Madrid.
Picasso generalmente non era molto interessato a rappresentare immagini che
avessero il fine della denuncia sociale. Quest’opera è l’unica ad avere uno sfondo
politico (allegoria a tutte le guerre).
LO STILE: utilizza per la realizzazione di questo quadro tutti i nuovi dispositivi
stilistici (influenza surrealista, espressionista, ma soprattutto cubista):
➢ VISIONE SIMULTANEA: oltre a un’influenza cubista è un modo per rendere
più forte l’orrore del bombardamento che squarcia i palazzi mentre ci mostra
l’intimità domestica.
➢ Figure mostrate nel loro aspetto sia frontale che laterale.
➢ RIDUZIONE DEL COLORE AL MONOCROMO: assenza di colore (diventa una
metafora dell’assenza di vita dopo la distruzione); uso di non-colori: nero,
grigio e bianco.
➢ ANNULLAMENTO DELLA PROSPETTIVA.
➢ Giustapposizione di RAPPRESENTAZIONI PIATTE e di figure dotate di
volume.
➢ RIBALTAMENTO DEI PIANI; prospettiva costruita dall’incastro di diversi piani.
➢ Utilizzo di netti CONTRASTI CHIARO-SCURI che rendono ancora più
drammatica la visione (le figure si stagliano con nitidezza assoluta).
→ L’ambientazione è contemporaneamente:
● INTERNA a sinistra: lampadario, piastrelle del pavimento.
● ESTERNA a destra: palazzi in fiamme, tetto di tegole.

Da sinistra verso destra vediamo:


Una madre con il bimbo morto in braccio: spalanca la bocca in un grido di dolore, lo
vediamo dalla lingua a punta. Il collo allungato in uno spasmo di dolore.
LETTURA ICONOLOGICA: lo strazio della madre è immagine potente degli orrori della
guerra.
LETTURA ICONOGRAFICA: la madre con il figlio privo di vita riprende l’iconografia
classica della Pietà di Michelangelo (Maria che sorregge il corpo senza vita di Cristo)
o della Morte di Marat.
Un toro: sta dietro alla figura della madre ed è come se la abbracciasse, come per
proteggerla. Ci sono due visioni della rappresentazione del toro:
➢ La partecipazione della Spagna al lutto per la strage di vittime innocenti.
➢ È simbolo della barbarie, della bestialità.
L’immagine incarna una condanna universale di tutte le guerre e un grido di dolore
per tutte le vittime innocenti.
Un uomo caduto: non è un eroe che combatte, ma un soldato sconfitto con la
spada spezzata, caduto sotto il bombardamento.
L’unico piccolo segno di speranza è dato dal fiore che nasce dalla sua mano, è un
SIMBOLO DI RINASCITA.
Un cavallo urlante sotto una lampada: contorno e disorientato, forse rappresenta il
popolo, la natura o la forza brutale del male.
Sta morendo o sta cercando di scappare. Ha una lingua aguzza la cui punta ricorda le
fiamme o la punta di una spada. Presenta, inoltre tratti, del muso sconvolti.
Figura dinamica, resa a tratti con profondità prospettica.
L’idea degli animali che soffrono come gli uomini. Sembra avere una ferita al costato,
come Gesù Cristo.
Le lampade: oggetti umili, quotidiani che indicano probabilmente la violazione
dell’intimità domestica.
La lampadina elettrica, con una semplice lampadina a filamenti, rimanda bagliori di
fiamme. Intorno a questa ci sono delle punte: ricordano i coltelli, la morte.
Ci fa vedere la doppia faccia del progresso.
Una donna spettrale, con una lampada ad olio in mano, che esce da una finestra.
Un personaggio uomo/donna in fiamme: urla con le braccia protese verso il cielo
disperatamente, il fuoco lo sta raggiungendo. Le fiamme sono come denti aguzzi.
Gesto che ricorda l’iconografia della Maddalena disperata dinanzi a Cristo morto.
Volatile: pollo, perché i bombardamenti forse sono avvenuti durante un giorno di
mercato e la gente era andata ad acquistare dle cibo.
Le opere si vedono come spinte verso sinistra da una sorta di vento: è la forza d’urto
delle bombe.
→ STRUTTURA COMPOSITIVA RIGOROSA.
L’evoluzione di Guernica nelle foto di Dora Maar: il fotografò documentò questa
evoluzione dal disegno iniziale alla pittura.
Si dice che l’Ambasciatore tedesco nazista Otto Abetz, in visita allo studio di Picasso, di
fronte a Guernica abbia chiesto: “È lei che ha fatto questo orrore?”. Picasso rispose: “No,
è opera vostra”.

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