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→Nei primi tre decenni del ‘900 l’arte subisce un cambiamento come non si era
mai visto: PROFONDO RINNOVAMENTO DEL PANORAMA ARTISTICO EUROPEO.
Con la nascita della fotografia l’arte deve reinventarsi: rifiuta la tradizione.
Si staccherà completamente dall’imitazione della realtà: soggettività dell’artista
al centro dell’opera, non più la realtà.
Esasperazione della libertà espressiva.
L’ARTE PER L’ARTE: non ha più la funzione di documentare, né di insegnare, né di
decorare. L’arte viene per sé stessa ed è l’artista che dà il senso all’opera.
Le avanguardie storiche sono:
● Espressionismo,
● Futurismo,
● Suprematismo,
● Costruttivismo,
● Dadaismo,
● Neoplasticismo,
● De stijil,
● Metafisica,
● Bauhaus,
● Surrealismo,
● Nuova oggettività.
Non sono tutte le nuove correnti, ma ognuna di queste ha introdotto qualcosa di
nuovo; e hanno dei tratti in comune: rifiuto della tradizione.
Trasformazione di un’idea in un oggetto.
→ Nel 1900 il mondo è cambiato (visioni, modo di vivere, invenzioni, vita della
città, tram, treni): quindi anche il pensiero e l’arte si adeguano a questo nuovo
mondo.
FREUD: inizia a scavare nell’interiorità, “L’interpretazione dei sogni”.
EINSTEIN (1905): teorizza la relatività.
Eventi storici: Assassinio di Sarajevo, 1914.
Cambia anche il modo di vivere:
1903 → Primo volo dei fratelli Wright.
1905 → Cinematografi.
1908 → Industria automobilistica.
Sviluppo industriale.
Scoppio della Prima guerra mondiale.
𝓔𝓼𝓹𝓻𝓮𝓼𝓼𝓲𝓸𝓷𝓲𝓼𝓶𝓸
→ L’arte che si adegua alla modernità, al cambiamento.
È una delle avanguardie storiche che poi si diramerà in altre correnti.
Il termine significa EX-PRIMERE: proiettare i propri sentimenti, stati d’animo ed
emozioni all’esterno, farli uscire allo scoperto; in diretta contrapposizione con
l’impressionismo (prevaleva l’espressione).
L’artista esprime il SENTIMENTO INDIVIDUALE piuttosto che rappresentare
oggettivamente la realtà: si elimina l’imitazione della realtà.
Sviluppi estremi di DEFORMAZIONE DELLA REALTÀ: gli artisti la deformano per
sottolineare che la pittura non riproduce le forme come appaiono, ma come le “sente”
l’artista, secondo la propria interiorità.
I precursori dell’espressionismo furono:
● V. Van Gogh,
● P. Gauguin,
● E. Munch.
Arte come DIMENSIONE SOGGETTIVA.
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(𝟏𝟖𝟔𝟑-𝟏𝟗𝟒𝟒)
→ Fu il più importante pittore norvegese.
Non fece mai parte di un gruppo preciso (non creerà mai una vera e propria
scuola). È un precursore, insieme a Van Gogh: sono artisti che hanno la veggenza di
anticipare l’arte.
Fu precursore dell’Espressionismo, come Manet lo fu dell’Impressionismo.
Era uno di quei artisti che dipingeva anche per vivere, ma soprattutto per
bisogno.
Partendo da eventi tragici della sua vita: Munch dà voce a QUESTIONI UNIVERSALI
(esaminando il travaglio esistenziale dell’uomo e le contraddizioni della società).
Influenza di Munch: Van Gogh, pittura simbolista.
𝓛𝓪 𝓿𝓲𝓽𝓪
→ Fu figlio di un medico: era affascinato dalla tematica di dolore mentale e fisico
e dal trattamento che la società riservava agli emarginati.
Attitudine alla FOTOGRAFIA: riprese infermieri e malati in ospedale.
Fu un grande viaggiatore: conobbe le maggiori correnti artistiche europee (a Parigi
fu colpito da artisti come Van Gogh, Degas, soprattutto Gauguin).
Tecnica e temi erano fonte di scandalo: venne censurata una sua personale mostra
da parte delle autorità tedesche, ma questo evento gli permise di diventare famoso e
raggiungere l’ammirazione di molti giovani tedeschi.
La sua arte viene considerata ARTE DEGENERATA.
La vita da vagabondo (problemi con l’alcol) lo portò a una CRISI NERVOSA, da quel
momento visse i suoi ultimi anni ad Oslo. Alla sua morte trovano una grande
quantità di opere (migliaia di quadri, 6 sculture e molte grafiche) nella sua casa: per
suo volere tutto il patrimonio andò alla città. Nel 1963 gli fu dedicato il Munchmuseet.
Ebbe una vita lunga, ma anche problemi mentali: lottò per ricercare un equilibrio
mentale.
AUTORITRATTI: Munch “si guarda e ci guarda” allo stesso tempo; vuole sottolineare
che l’artista è fuori da ogni contesto e alla ricerca di sé stesso.
𝓛’𝓾𝓻𝓵𝓸
● 1893
● Olio, tempera, pastello su cartone.
● 91 * 73,5 cm.
● Oslo, Nasjonalgalleriet.
“Camminavo per strada con due amici. Il sole era al tramonto e cominciavo a sentirmi
avvolto da un senso di malinconia. A un tratto il cielo si tinse di rosso sangue. Mi fermai,
mi appoggiai stanco morto a una staccionata e fissai le nubi infiammate che gravavano,
come sangue e spada, sul fiordo nero-bluastro e sulla città. I miei amici continuavano a
camminare e io tremavo ancora di paura e udii un grido forte e infinito trafiggere la
natura”.
Questa fu la spiegazione fornita dall’autore, riassume il senso di angoscia
causato dalla perdita di armonia tra l’uomo e il cosmo (natura).
La prima esposizione avvenne nel 1893, da quel momento è un’espressione radicale e
senza tempo dell’ansia umana.
Il soggetto, i colori e la composizione ci comunicano l’ANSIA e la SOFFERENZA.
Esprime: un’intensa esplosione di energia psichica, angoscia di uno spirito tormentato
che vuole esplodere in un grido liberatorio e nessuna liberazione consolatoria.
È una composizione anticonvenzionale, perché il punto focale dell’opera (la bocca
spalancata del protagonista) è spostato verso il basso.
Il protagonista è posto in basso al centro, ma leggermente spostato verso destra,
vuole trasferire nella natura il suo senso di perdita e di angoscia.
Il suo viso deformato dalla paura ricorda quello di una mummia.
La natura intorno (i fiori, il cielo) è un’estensione di ciò che sente il protagonista in
cui le tinte di rosso sono espressione del lago di sangue, mentre quelle blu-nero di
morte.
Il timore della perdita dell’equilibrio e fisico e la follia caratterizzarono tutta la vita
di Munch.
La staccionata in diagonale divide il quadro: le linee ondulate con cui è rappresentata
la natura e il fatto che manca un piano orizzontale, un appoggio sicuro per lo sguardo
e la figura, producono un senso di vertigine e ansia nell’osservatore.
La strada simboleggia LA VITA, percorso difficile per chi vive nell’inquietudine, la
difficoltà che ha ad affrontarla.
Questo quadro forse riporta alla morte precoce della madre dell’artista (cielo rosso:
madre morente vista da Munch in una crisi di tubercolosi).
Le opere di Munch si collegano con la VISIONE PESSIMISTICA e ANGOSCIOSA della vita.
In questa opera si vede l’influenza della pittura simbolista: ricerca analogica tra suono
e colore, senso di disperata solitudine.
𝓖𝓾𝓮𝓻𝓷𝓲𝓬𝓪
● 1937
● 3,49 * 7,77 metri (anche perché è nata come un murale)
● Olio su tela di juta grezza (dipinta su una tela grezza).
● Madrid, Museo Nacional de Arte Reina Sofía.
→ Manifesto universale di tutte le guerre e del dolore in ogni forma fisica e morale.
Sembra un reportage di guerra: insieme di immagini di guerra.
Rappresenta un evento tragico: 26 aprile 1937.
Durante la GUERRA CIVILE SPAGNOLA (in quel periodo la Spagna era divisa tra
repubblicani e nazionalisti) vi fu un bombardamento nella città di Guernica nei Paesi
Baschi. La città venne bombardata dai tedeschi nazisti, alleati con Francisco Franco
per supportare la guerra (fu un bombardamento gratuito, solo per intimidire la
popolazione).
Fu un massacro e Picasso, essendo spagnolo, risentì di questo evento.
Le bombe cadono, sventrano le case, distruggono la città. Divampano gli incendi.
Qualcuno resta ucciso sotto le macerie, qualcuno tenta di fuggire, ma non sembra
esserci scampo.
OPERA FORTEMENTE INTRISA DI SIGNIFICATI SIMBOLI, non sempre decifrabili.
Il Governo repubblicano chiese a Picasso una tela per l’Esposizione Universale di
Parigi del 1937; egli pensò al Guernica che venne poi, nel 1939, dopo la fine della Guerra
Civile, affidato al Museum of Modern Art di New York, dicendo che il quadro doveva
ritornare di proprietà della Spagna nel momento in cui avesse recuperato gli
ordinamenti democratici.
Nel 1981 venne spostata dagli Stati Uniti a Madrid.
Picasso generalmente non era molto interessato a rappresentare immagini che
avessero il fine della denuncia sociale. Quest’opera è l’unica ad avere uno sfondo
politico (allegoria a tutte le guerre).
LO STILE: utilizza per la realizzazione di questo quadro tutti i nuovi dispositivi
stilistici (influenza surrealista, espressionista, ma soprattutto cubista):
➢ VISIONE SIMULTANEA: oltre a un’influenza cubista è un modo per rendere
più forte l’orrore del bombardamento che squarcia i palazzi mentre ci mostra
l’intimità domestica.
➢ Figure mostrate nel loro aspetto sia frontale che laterale.
➢ RIDUZIONE DEL COLORE AL MONOCROMO: assenza di colore (diventa una
metafora dell’assenza di vita dopo la distruzione); uso di non-colori: nero,
grigio e bianco.
➢ ANNULLAMENTO DELLA PROSPETTIVA.
➢ Giustapposizione di RAPPRESENTAZIONI PIATTE e di figure dotate di
volume.
➢ RIBALTAMENTO DEI PIANI; prospettiva costruita dall’incastro di diversi piani.
➢ Utilizzo di netti CONTRASTI CHIARO-SCURI che rendono ancora più
drammatica la visione (le figure si stagliano con nitidezza assoluta).
→ L’ambientazione è contemporaneamente:
● INTERNA a sinistra: lampadario, piastrelle del pavimento.
● ESTERNA a destra: palazzi in fiamme, tetto di tegole.