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Maggior esponente del dadaismo, corrente artistica che nasce nel 1916 a Zurigo, dove si
riunivano artisti che volevano rompere con la tradizione precedente, con una critica della società
definita mediocre, priva di valori, e si riunivano facendo manifesti, dicendo di voler cambiare la
società. Lo fanno sia in modo critico ma anche in modo ironico.
Nasce nel 1887 e muore nel 1968, ha una formazione filosofica, non s’interessa subito all’arte,
diventò artista, pittore, grazie ai parenti artisti, le sue prime opere infatti furono schizzi e dipinti
della famiglia, come “Suzanne Duchamp seduta” e del paesaggio dove nacque, Blainville. Poi
raggiunse i suoi i suoi fratelli a Parigi. La sua passione più grande erano gli scacchi, un’attività
simbolica, nel corso di un’inaugurazione a lui dedicata si fece fotografare mentre giocava a
scacchi con una modella nuda. Opera importante è “Il nudo che scende le scale”, è legata al
futurismo grazie alla sua dinamicità e all’azione che si sta svolgendo. Però non fu accolta bene,
perché il quadro non corrispondeva alle aspettative del circolo cubista, perché sembrava troppo
futurista dato il movimento.
Un’altra opera è la “Ruota di bicicletta” montò una ruota di bicicletta su uno sgabello e la
osservava mentre girava, egli negò che ci fosse una ragione per fare ciò e disse che gli piaceva
guardarla e basta. E comprò anche uno scolabottiglie che sistemò nello studio.
Nel frattempo il nudo che scende le scale stava facendo Marcel l’artista contemporaneo più
famoso negli Stati Uniti.
L’opera maggiore è un ready-made “Fontana” un orinatoio in ceramica, su cui è presente la
scritta «R. Mutt 1917». Lo presentò con il falso nome di Richard Mutt a una mostra promossa
dalla società degli Artisti indipendenti di New York, nella quale Duchamp faceva parte e che
l’aveva inviata appositamente sotto falso nome per mettere alla prova l’apertura mentale dei
colleghi. Fu acquistato da lui a New York, e nel suo studio, l’artista lo rovesciò e vi aggiunse
quella la scritta. Si tratta di un’opera fortemente provocatoria. Lo scandalo fu immenso e la
scultura venne rifiutata. Nonostante l’estrema semplicità dell’opera è considerata tra i principali
capolavori del Novecento. Duchamp non fece nulla di straordinario: è proprio qui la rivoluzione,
nell’idea che tutto possa diventare un capolavoro. Basta solo che il pubblico riconosca il ruolo
dell’artista e, di riflesso, il valore della sua opera. Per la prima volta, è il pubblico il vero
protagonista. Se l’opinione pubblica ne riconosce il valore, perfino un banale orinatoio può
diventare un’opera d’arte
“Duchamp come Rrose Sélavy” sfidando le opinioni e la morale comune, l’artista decise di
mettere in scena il suo alter ego femminile. In qualche modo divenne un’opera d’arte. Si vestì da
donna per una fotografia di Man Ray, che si concentrò sull’espressione del volto e sulle mani. Ci
fu un profumo pubblicizzato proprio da questa rappresentazione di Marcel: “Belle Heleine”
riferimento a Elena di Troia (Greci e Troiani) simbolo di bellezza.
“L.H.O.O.Q” rappresenta la Gioconda con i baffi e pizzetto aggiunti da Duchamp. Unisce in un
solo corpo i due sessi, la femminilità dell’opera più famosa al mondo, e gli elementi tipici dei
maschi, ovvero baffi e pizzetto. Solo con questa unione si ha la perfezione.
“La sposa messa a nudo dai suoi scapoli” o “Il grande vetro” realizzato dal 1915 al 1923. Il
nome viene appunto perché l’opera è realizzata su vetro. Durante un trasporto si ruppe e lui disse
che faceva parte dell’opera, della vita. L’opera è come se fosse un ciclo e lascia molto
all’interpretazione, è divisa in due parti, in alto a sinistra la figura con quel becco strano è la
Vergine Maria ed è collegata nella parte inferiore con 9 figure, chiamati testimoni oculisti. Di
fianco a questi c’è una macchina che macina il cioccolato, questo poi si smaterializza e evapora
fino a diventare una nuvola divisa in tre nella parte sopra.
BEuyS
Nasce in Germania nel 1921. Da giovane era interessato a materie scientifiche poi capì che non era la
strada giusta e s’indirizza verso l’arte. Durante la 2^ guerra mondiale lui si arruola nell’esercito e
durante una missione aerea lil suo aereo cade e rischia di morire dal freddo, ma una popolazione lo
salva, i tartari di Crimea: lo soccorrono avvolgendolo in grasso animale e poi nel feltro. Questi due
materiali diventeranno così due elementi ricorrenti nel suo lavoro. Terminato il conflitto, si ritrovò
profondamente mutato, nel fisico e nello spirito. Fu allora che decise di fare l’artista. S’iscrisse
all’accademia di Düsseldorf Beuys si avvicinò molto al pensiero di Rudolph Steiner, il fondatore
dell’antroposofia (pensiero dell’uomo), a cui si sarebbe costantemente ispirato in futuro. Strinse
rapporto con l’ideatore di Fluxus (gruppo di artisti) l’americano Georg Maciunas, e partecipò a diverse
esibizioni pubbliche del gruppo. Poi decise di proseguire per conto suo. Alcuni
titoli: “come spiegare i quadri ad una lepre morta” durante una mostra con dipinti suoi, la sua testa è
imbrattata di miele e ricoperta di foglia d'oro, una lepre morta giace tra le sue braccia e la tratta come
un bimbo. Beuys prestò attenzione solo alla lepre, cammina per lo spazio espositivo con l'animale
morto. Ogni tanto solleva la lepre e la tiene davanti a un quadro e permette all'animale di toccare con i
piedi il quadro stesso. A volte mormora qualcosa alla lepre morta, ma il pubblico non può sentire. Il
pubblico era fuori e poteva vedere attraverso una finestra. Le porte sono state aperte dopo tre ore.
Beuys è rimasto in vetrina dando le spalle ai visitatori. La lepre emblema della tradizione e della natura,
si oppone all'artificialità della cultura industriale. Il suo lavoro fa appello principalmente ai sentimenti e
alla fantasia e meno alla comprensione razionale.
L’artista si avvicinò agli aspetti sociali e politici: nel 1967 fondò il Partito Studentesco, nel 1974, diede
vita alla Free International University. Questo perché era in disaccordo con l’esame di ammissione
per l’università. (F.I.U) diventa un’opera questo emblema.
Lui diceva: “ogni uomo è un artista” questo slogan viene spesso male interpretato Beuys non vuole
affermare che ogni uomo è pittore ecc; il riferimento è alle qualità di cui ogni persona può avvalersi
nell’esercizio di una professione o mestiere, qualunque esso sia. Solo nel nostro comportamento e nella
comprensione vi è un’evoluzione. Lui porta il cappello di feltro perché lì ci sono tutte le idee oltre al
fatto che è stato salvato con esso. Ogni suo pezzo di outfit aveva un significato, ad es. gli scarponi che
danno senso di dinamicità e di progressione che cammina per il mondo per mandare il suo messaggio, o
La camicia bianca, che si cambiava ogni volta perché doveva rimanere pulita e quindi pura, o un
bastone che indicava il suo voler condurre sulla giusta direzione le persone.
I like America and America likes me: A parte la stanza e a parte il coyote non ha visto altro. Non l’ha
toccata nemmeno con un piede. Arrivato all’aeroporto di New York si è fatto trasportare bendato dal
feltro su una barella in un’ambulanza fino a una galleria e si è chiuso in una stanza insieme a un coyote
per 3 giorni. All’inizio l’animale diffida dell’uomo: morde il bastone e la coperta, ma non lui. Si
scrutano e si girano attorno fino a che si adattarono. Se i 2 si fossero adattati, Beuys avrebbe potuto
dire “I like America and America likes me”
Per spiegare le sue azioni, la sua arte, utilizzava le lavagne per fare schemi, e certe volte diventavano
delle opere che venivano vendute.
Fedele alla funzione di “registratore”, Warhol trattò con freddezza l’immagine di Jacqueline
Kennedy, moglie di John Kennedy. Warhol registrò ancora una volta l’umore della società in cui
vive, e trasformò Jacq in una nuova icona. L’artista lavorò in modo particolare su due immagini,
l’una precedente all’attentato Jackie III, e l’atra successiva Lavender Jackie, in questo modo
documentò un prima e un dopo l’evento, il cui dolore non toccò solo alla vedova Kennedy, bensì
giunse all’intero paese.
L’ultima cena di Andy è l’ultima serie alla quale si è dedicato l’artista pop americano su
commissione del gallerista Lolas. Lui prese un’immagine dell’ultima cena di Da Vinci e la
reinterpretò a seconda della sua tecnica serigrafica. Usò altri colori come il rosa, blu
Morì a seguito di un’operazione alla cistifellea.