Sei sulla pagina 1di 3

Paul Cézanne, pittore francese dell’Ottocento, è considerato uno dei padri della pittura moderna.

Nasce a
Aix-en-Provence il 19 gennaio 1839, in una famiglia agiata. Pur essendo destinato ad affiancare il padre
nella sua attività di banchiere, decide di dedicarsi alla pittura. A partire dal 1861 compie lunghi soggiorni a
Parigi, dove studia i capolavori del Louvre e viene a contatto con le tendenze culturali del momento.
Frequenta l’Académie Suisse e allaccia contatti importanti con artisti e intellettuali, ma segue una via
solitaria per l’elaborazione della sua pittura. I dipinti della sua prima fase mostrano uno stile realista. Sono
caratterizzati da colori cupi, forme vigorose e impasti molto densi. Capolavoro del primo periodo è Il
pendolo nero . Nei primi anni ’70 Cézanne si avvicina alla cerchia degli impressionisti, in particolare a
Camille Pissarro. Influenzato da quella pittura rarefatta, basata sugli effetti di luce, Cézanne comincia a
dipingere all’aperto; schiarisce i colori e li stende a piccoli tocchi. L’esito è visibile ne La casa dell’impiccato,
esposto a Parigi nel 1874, alla prima mostra degli impressionisti.

Tuttavia, la ricerca di Cézanne prende presto una direzione opposta a quella degli impressionisti.
Interessato alla struttura delle cose, ai valori eterni ed immutabili della forma, Cézanne costruisce solide
geometrie, concentrandosi sulla composizione dell’immagine e sullo studio dei volumi. Come afferma lui
stesso, intende “trattare la natura secondo il cono, il cilindro, la sfera, il tutto messo in prospettiva”. Dalla
fine degli anni ’70, Cézanne applica questo principio a una serie di soggetti ricorrenti. La natura morta si
presta particolarmente bene alla paziente analisi dei volumi e allo studio della prospettiva. Ma lo stesso
principio è applicato alla figura umana. Tra le opere a cui Cézanne lavora più intensamente vi è la serie delle
bagnanti. I corpi, profilati da nitidi contorni, si inseriscono perfettamente nell’ambiente grazie allo studio
attento delle pose, che riprendono l’inclinazione degli alberi. Sui nudi, i tocchi di colore azzurro-verde
richiamano le tonalità della natura circostante.

L’ultimo ciclo è dedicato alla Montagna Sainte-Victoire. Nelle opere di questa serie l’artista dipinge il monte
da diversi punti di vista, concentrandosi sui volumi che compongono il paesaggio. Le tele sono costruite con
piccoli tasselli di colore che sembrano scomporre la natura e riprodurne la struttura nascosta. Questi dipinti
apriranno la strada allo sviluppo del Cubismo. Cézanne muore il 22 ottobre 1906 a Aix-en-Provence. Ha 67
anni. Riconosciuto come un grande maestro dell’arte moderna, è celebrato con una mostra al Salon
d’Automne. La sua pittura è un punto di riferimento imprescindibile per le avanguardie del primo
Novecento.

Toulouse Lautrec

Pittore, litografo e illustratore francese Henry de Toulouse Lautrec è uno dei principali artisti della Parigi di
fine Ottocento. Nasce ad Albi il 24 novembre 1864. I genitori sono cugini di primo grado e Toulouse viene al
mondo con una malformazione: è alto un metro e mezzo e ha gambe corte e deboli. Non avendo la
possibilità di muoversi come tutti i suoi coetanei, Henry inizia a dipingere a dieci anni. Nel 1884 si
trasferisce a Montmartre, quartiere parigino al tempo molto frequentato da artisti. Qui conosce le opere di
Degas e incontra Van Gogh, di cui realizza un ritratto. Toulouse si avvicina all’Impressionismo, il movimento
artistico che privilegia la rappresentazione di paesaggi dipinti en plein air, cioè all’aria aperta, ma i suoi
soggetti preferiti restano le scene di vita quotidiana e cittadina. Donna rossa con camicia bianca e Nel Letto
raccontano la semplicità dei piccoli artigiani, delle lavandaie e dei bambini di Montmartre. Toulouse coglie
istanti di vita: non mette in posa i protagonisti dei suoi quadri.

Ma Montmartre è soprattutto il quartiere del divertimento, dei caffè concerto e delle case chiuse. Negli
anni Novanta Toulouse dipinge ballerine e prostitute. Il suo sguardo è privo di ogni giudizio morale: ciò che
il pittore vuole dimostrare è che nonostante i loro vizi, uomini e donne non perdono dignità e nobiltà
d’animo. Nel 1896 realizza La toilette, uno sguardo sulla vita all’interno delle case d’appuntamento, dove
Toulouse passa molte sue giornate. Il quadro viene ritratto dal vero. Toulouse utilizza pochi colori, lasciando
addirittura trasparire lo sfondo grigiastro del cartone. Nel Salon de la rue des Moulins del 1894, la
rappresentazione dell'interno di un bordello diventa l’emblema della vita gaudente delle grandi città.

È la Parigi degli spettacoli pubblicizzati nei suoi celebri manifesti, fra i quali spicca per originalità quello del
Moulin rouge la Goulue del 1891. Per i suoi manifesti, Toulouse prende spunto dalle linee geometriche
delle stampe giapponesi. Il loro influsso si ritrova anche nelle locandine che ritraggono Jane Avril, la
ballerina di can-can divenuta famosa proprio grazie ai disegni dell’artista. Toulouse usa una tecnica
litografica innovativa, che rende le scritte immediatamente comprensibili. Toulouse Lautrec non è immune
ai vizi del mondo che frequenta: inizia a bere e soffre di depressione. Muore nel 1901, a soli 36 anni. I suoi
manifesti, più che i suoi quadri, avranno una grande influenza sulle generazioni successive. Essi segnano
infatti la nascita della comunicazione pubblicitaria.

Paul Gauguin, pittore e scultore francese, è uno dei nomi più noti dell’arte moderna. Nasce a Parigi il 7
giugno 1848. Suo padre è un giornalista di idee repubblicane. In seguito al colpo di stato del futuro
imperatore Napoleone III, la famiglia lascia la Francia. Il padre muore durante il viaggio. Il piccolo Paul trova
rifugio insieme alla madre presso i parenti materni che vivono a Lima, in Perù.

Rientrato in Francia nel 1855, a 17 anni si imbarca su una nave mercantile: viaggerà in tutto il mondo per
più di cinque anni. Dal 1871 si stabilisce a Parigi, dove lavora come agente di cambio. È in questo periodo
che inizia a coltivare l’interesse per la pittura. Nel tempo libero dipinge, visita mostre, allaccia contatti con
gli artisti del tempo. La corrente più innovativa in quest’epoca è l’Impressionismo. Gauguin si avvicina a
questa pittura luminosa, basata sull’uso del colore puro, ed espone alle mostre degli impressionisti. La
critica inizia a interessarsi al suo lavoro quando, nel 1881, Gauguin presenta Suzanne che cuce.

Insofferente alle costrizioni della vita borghese, a 35 anni Gauguin abbandona l’impiego per dedicarsi
interamente alla pittura. Il suo desiderio di evasione lo porta a viaggiare alla ricerca di nuovi luoghi e nuove
culture. Soggiorna a Pont-Aven, un villaggio della Bretagna immerso nella natura, dove vive una folta
comunità di artisti affascinati dalla cultura ancora arcaica di questi luoghi. Qui, Gauguin elabora un nuovo
stile, ispirato all’arte primitiva. Dipinge opere dai colori accesi e intensi, che non imitano le tinte reali ma
evocano stati emotivi. Il colore è steso in ampie superfici piatte, circondate da contorni molto marcati. In
breve tempo il suo stile, diventa fonte di ispirazione per gli artisti più giovani.

Alla ricerca di mondi puri e incontaminati, Gauguin compie lunghi soggiorni a Tahiti, dove trova il paradiso
terrestre che va cercando. I suoi dipinti, realizzati con colori sempre più brillanti e luminosi, esaltano
l’armonia tra uomo e natura, la bellezza dei luoghi e la quieta serenità della popolazione locale. L’opera
culminante del periodo tahitiano è Da dove veniamo? Cosa siamo? Dove andiamo?. È un dipinto di grandi
dimensioni, che evoca riflessioni sul destino dell’uomo e le diverse fasi della vita.

Vincent van Gogh, pittore olandese dell’Ottocento, è tra gli artisti più celebri di tutti i tempi. Nasce il 30
marzo 1853 a Groot Zundert, figlio primogenito di un pastore protestante. Di indole molto inquieta e
sensibile, lavora per breve tempo in una ditta di mercanti d’arte, ma presto avverte una profonda vocazione
religiosa, che lo induce a studiare teologia e a frequentare una scuola di evangelizzazione. A 25 anni è
inviato a predicare nella regione mineraria del Borinage, in Belgio. La sua vicinanza ai minatori e il sostegno
alle loro rivendicazioni destano il sospetto delle autorità, che lo sospendono dall’incarico. Van Gogh rimane
a lungo in questa regione, ed è qui che realizza i suoi primi disegni.
A 27 anni inizia a studiare pittura, anche grazie all’appoggio del fratello Theo. Esordisce con opere realiste
in cui prevalgono colori cupi: nature morte, scene di villaggio, contadini, tessitori, dipinti con intensa
partecipazione emotiva. Appartiene a questa prima fase I mangiatori di patate. Nel 1886 van Gogh si
stabilisce a Parigi, presso il fratello Theo, che lavora come mercante d'arte. Nella capitale francese, conosce
gli sviluppi più recenti dell’arte moderna e imprime una svolta alla sua pittura. Ora usa colori chiari e
brillanti, che stende con pennellate allungate. Amplia la gamma dei suoi soggetti, dipingendo ritratti e scene
della città.

Nel 1888 si reca ad Arles, in Provenza alla ricerca di quiete. Qui dipinge paesaggi inondati di luce, campi di
grano e giardini fioriti. Abita nella famosa “casa gialla”, dove sogna di istituire una comunità di artisti. Ad
Arles lo raggiunge l’amico pittore Paul Gauguin. Per un breve periodo i due dipingono insieme, ma presto
emergono i contrasti. Dopo un violento litigio, Gauguin decide di andarsene. Van Gogh, profondamente
scosso, si taglia un orecchio. Colpito da frequenti crisi nervose, è ricoverato a più riprese all’ospedale di
Arles. In seguito, decide di entrare all’istituto psichiatrico di Saint-Remy.

Suo grande conforto è l’affetto del fratello Theo, con il quale intrattiene una fitta corrispondenza.
Nonostante i problemi di salute, van Gogh seguita a dipingere, sia durante i ricoveri, sia ad Auvers-sur-Oise,
dove si trasferisce nella primavera del 1890. Qui, il dottor Gachet, suo amico e appassionato d’arte, si
prende cura di lui. Nelle sue ultime opere, il colore diventa sempre più intenso e materico, e la pennellata
diventa sempre più mossa, fino a distorcere le forme. Esemplare è Notte stellata dove il dato naturale è
quasi trasfigurato. Nell’estate 1890, mentre sta dipingendo in mezzo ai campi di grano van Gogh è colpito
dall’ultima crisi nervosa. Muore il 29 luglio 1890, a 37 anni, dopo essersi sparato al petto.

Potrebbero piacerti anche