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Renoir - Le Moulin de la Galette

Renoir nasce a Limoges, piccola località francese, nel 1841. Fin da bambino mostra un talento e una passione per l’arte,
così la famiglia per permettergli di esercitare il suo talento lo indirizza verso la decorazione delle porcellane, attività
tipica della sua città natale. All’età di 21 anni entra all’Ecole des Beaux-Arts, una delle più importarti scuole di belle arti
a Parigi, e lavora come apprendista presso lo studio di Charles Gleyre dove incontra diversi artisti, tra cui Claude
Monet. Quell’incontro fu fondamentale sia per Renoir sia per lo sviluppo artistico europeo; da loro si può dare inizio
alla corrente dell’Impressionismo. Infatti, da lì a poco, gli artisti conosciuti decisero di lasciare la pittura nell’atelier e di
dedicarsi alla pittura en plan air (all’aperto) per catturare l’essenza dei colori e della luce. Spesso Renoir lavorava con
Monet per dipingere lo stesso soggetto così da poter confrontare i rispettivi dipinti. Nel 1874 Renoir insieme ad altri
artisti, tra cui Monet, esposero le loro opere nella mostra presso la galleria del fotografo Nadar a Parigi, dando vita
all’impressionismo. Nei suoi quadri Renoir rappresenta la juie de vivre (gioia di vivere) nella vivacità e lucentezza dei
colori, nelle pennellate delicate, nei soggetti sempre sereni e spensierati. Il suo dipinto più celebre che rispecchia a
pieno la gioia di vivere che voleva trasmettere è Le Bal au Moulin de la Galette, quadro che fu rifiutato al Salon come
molti altri. Solamente nel 1878 una sua opera, La Tazza di cioccolato, fu accettata, ma non riscontrò grande successo.
Durante la sua vita va in Italia dove conosce soprattutto la pittura di Donatello e Raffaello che lo ispireranno per alcuni
suoi dipinti. Infatti, dopo aver visto i dipinti di questi grandi maestri, Renoir si sente artisticamente ignorante. Quindi si
distacca dall’Impressionismo e inaugura una nuova fase detta “aigre” o “ingresque” caratterizzata da un disegno più
incisivo, pulito e meno grazioso che si rifaceva soprattutto alla pittura di Raffaello e di Ingres. In questa fase, Renoir
abbandona la pittura en plain air e ritorna a lavorare nell’atelier. Verso la vecchiaia Renoir continuò a dipingere anche
se colpito da una malattia. Costretto su una sedia a rotelle, per realizzare il suo ultimo capolavoro: Le bagnanti, si fece
legare il pennello al polso perché non gli cadesse dalla mano. Muore infine nel 1919 a Cagnes dove si era ritirato sotto
consiglio dei medici.

→Le Moulin de la Galette

È un dipinto olio su tela realizzato per la terza esposizione impressionista al Salon nel 1876. Fu rifiutato e iniziò a essere
apprezzata gli anni successivi. Infatti entra in seguito a far parte della collezione di Gustave Caillebotte e viene
consacrato all'ufficialità del museo nel 1896, quando è acquisito dal museo di Lussemburgo; poi presente al Louvre dal
1929; e infine, l'opera trova nel 1986 la sua collocazione definitiva, venendo esposta al museo d'Orsay. Renoir, per
evitare perdite di tempo e soprattutto per realizzare un lavoro perfetto, decide di affittare uno studio a rue Cortot, a
Montmartre. Frequentò il locale per sei mesi, proprio per realizzare al meglio questo quadro. Ogni pomeriggio, aiutato
dagli amici, portava giù la grande tela dal suo studio e la collocava ai margini dello spazio aperto. L’opera venne poi
completata in studio.

 DATI COMPOSITIVI
La composizione può apparire disordinata e disorganizzata, ma è invece molto studiata. Si svolge, infatti, dal
primo piano verso lo sfondo, lungo la diagonale ascendente del quadro, sulla cui direzione si collocano lo
schienale della panca e la tavola. I diversi gruppi di persone non sono raggruppati a caso ma a seconda del
loro atteggiamento con cui sono rappresentati (il gruppo che balla, quello che è seduto etc.) contribuendo
così a creare armonia all’interno dello spazio.
 DESCRIZIONE ICONOGRAFICA
Renoir in questo dipinto vuole rappresentare un momento di vita popolare, raffigurando una scena di ballo
nel giardino del Moulin de la Galette, famoso locale amato dalla gioventù situato nel quartiere di Montmartre
a Parigi. Questo locale comprendeva il bar, il ristorante e lo spazio all’esterno che viene raffigurato. Era stato
ottenuto dalla ristrutturazione di due vecchi mulini abbandonati. Il nome del locale fa riferimento alle frittelle
salate, tipiche della cucina francese, che all’epoca erano comprese nel prezzo d’ingresso del posto. Oggi
giorno questo locale ha assunto altre sembianze, infatti è presente solo un mulino a vento e non c’è più il
grande spazio all’aperto. Nel quadro tutti i personaggi sono gioiosi, spensierati e ognuno passa il proprio
tempo come può. Ad esempio, in primo piano, si possono osservare una coppia di ragazze che stanno
parlando con un ragazzo di cui riusciamo a vedere soltanto le spalle. Il gruppo ha già ordinato da bere e da
mangiare, e forse sono lì già da un po’: lo si può notare dal tavolino con i bicchieri pieni e la bottiglia quasi
vuota. Sempre allo stesso tavolo, in fondo a destra c’è un altro ragazzo che guarda, con una faccia divertita, il
locale pieno di gente che balla; mentre il suo amico, alle sue spalle, si rilassa fumando una pipa. Alle loro
spalle, si articola la vorticosa scena di ballo, in cui si può notare una coppia un po’ più isolata delle altre. Tutte
le figure indossano vestiti dell’epoca di Renoir, essendo un dipinto che doveva andare a “fotografare” un
attimo di una realtà comune durate la Belle Époque.

 ANALISI CONTESTUALE
Possiamo paragonare questa opera con una di Picasso in cui viene rappresentato lo stesso ambiente e scena
del dipinto di Renoir. Picasso ambienta la scena di sera e dipinge le persone non con una precisione
minuziosa, ma come se fossero grandi macchie di colore in movimento, sotto una girandola di luci artificiali
che paiono fluttuanti. Le immagini sono deformate. La pennellata è sfibrata e imprecisa, con sapienti tocchi
chiari dove la luce batte, per dare un senso del movimento, per cui le figure più veloci appaiono più sfocate,
proprio come in un'istantanea fotografica. Quindi, l’unica differenza che lo distingue da Renoir, a parer mio, è
l’orario di ambientazione della scena e di conseguenza la luce che non è più rappresentata attraverso macchie
di colore, ma dalla presenza di luci sullo sfondo. Mentre per quanto riguarda il disegno sono molto simili in
quanto entrambi con pennellate veloci e imprecise vogliono cogliere una scena quotidiana. Un altro quadro
con cui possiamo paragonare l’opera è il quadro “Le bagnanti”, sempre di Renoir. Il dipinto è un esempio della
fase artistica degli ultimi anni del pittore. Qui si distacca dall’impressionismo iniziando a delineare i contorni
delle figure separate nettamente dallo sfondo. Lo sfondo è chiaramente impressionista fatto di contrasti tra
colori, mentre il soggetto è disegnato per campiture uniformi di colore. Le figure delle bagnanti si ispirano ai
dipinti cinquecenteschi visti nel suo viaggio in Italia e alle figure femminili rappresentati da Ingres nel dipinto
“Bagno turco”.000
 LINGUAGGIO
La luce del dipinto è una luce naturale che viene filtrata dalle foglie delle acacie. In questo modo, la luce arriva
sulle persone e sulle superfici “a macchie”, alternando zone illuminate con quelle in ombra, e sono proprio
queste ad aver reso famoso il quadro. I colori sono per lo più scuri in quanto nel quadro domina l’ombra, che
viene interrotta solamente dai piccoli bagliori di luce che filtrano creando così un contrasto di colori chiari e
scuri. Renoir affermava che «nessuna ombra è nera. Ha sempre un colore. La natura conosce soltanto i colori:
il bianco e il nero non sono colori». Per questo motivo anche qui le ombre non sono nere, ma sono colorate.
Inoltre nel dipinto manca un vero e proprio impianto prospettico. La profondità dello spazio è data, quindi,
dall’alternarsi delle zone di luce e di ombra che deliano lo spazio complessivo. Infatti, possiamo condurre lo
sguardo dai personaggi in primo piano che sono più grandi a quelli nello sfondo dove non siamo più capaci di
distinguere le diverse figure che invece sono rappresentate da piccoli punti. La plasticità delle figure è resa
attraverso pennellate veloci, libere e approssimate che danno idea di movimento e della volumetria dei corpi.
Sono presenti alcune linee curve che ci aiutano a percepire il movimento della folla. I personaggi vengono
tagliati alle estremità del quadro suggerendo così la continuità dell’azione oltre i limiti della cornice e lasciano
intendere che la scena sia stata davvero colta, istantaneamente, tutta dal vivo. Questo tipo di composizione è
chiamato “taglio fotografico”.
 ICONOLOGIA
Il significato dell’opera è quello di rappresentare la “joire de vivre”, ovvero la gioia di vivere. Questa è data
dalla sua attitudine positiva nei confronti della vita e dallo stupirsi delle tante meraviglie che la vita gli dà, e
questa sua attitudine la riversa anche nei suoi quadri dove illustra la bellezza e la dolcezza della vita. Questa
positività è trasmessa anche grazie all’uso che fa dei colori vivaci e brillanti.

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