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▪️EDGARD DEGAS
Edgar Degas, nacque a Parigi il 19 luglio 1834. Suo padre ,Pierre Auguste era un
banchiere appassionato di musica e arte, mentre la madre Celestine Mussion
apparteneva a una famiglia originaria di Haiti che, dopo il trasferimento a New
Orleans, aveva fatto fortuna nell’ambito delle piantagioni di cotone. Nonostante ciò
essa morì soltanto quando il pittore era appena tredicenne . Sin da subito i suoi
genitori notando il suo talento gli permisero di allestire un atelier in casa propria ;e
all’età di vent’anni era già molto determinato a voler diventare un artista.
Ben presto Degas divenne noto come il pittore delle ballerine; amava ritrarre nei
momenti in cui queste si allenavano duramente per i futuri spettacoli . Aveva anche
un forte interesse per il balletto, infatti vi si recava spesso all’Opéra di Parigi, come
mostra il dipinto del 1870 intitolato “L’orchestra dell’Opéra”.
A 50 anni però gli sopraggiunsero i primi problemi alla vista e per questa ragione
passò dalla pittura ad olio al pastello, poiché gli permetteva di stare fisicamente più
vicino alle superfici su cui lavorava. Tra il 1895 e il 1899 , scattò numerose fotografie
delle sue amate danzatrici, che utilizzò in seguito per realizzare numerosi disegni ,
sperimentati molto con i pastelli e anche con altre tecniche.
Si avvicinò intorno agli anni 80 anche alla scultura, dove continuò a produrre
numerose sculture in cera delle ballerine; dato che la vista gli mancava il senso
tattile divenne sempre più importante. Tra queste, il suo capolavoro scultoreo,
“ballerina di quattordici anni”, fu realizzato in creta e cera, e poi fuso in bronzo.
Dopo la fine del secolo Degas ebbe i momenti più duri di tutta la sua vita: per via
della sua malattia che lo rese totalmente cieco, poté produrre soltanto piccoli lavori e
venne anche sfrattato dal suo atelier-museo; soltanto grazie all'interesse di qualche
suo amico riuscì ad avere un nuovo alloggio. Morì in solitudine nel 1917 e al suo
funerale vi parteciparono soltanto appena una trentina di persone.
-L’ASSENZIO
L’assenzio, è forse l’opera più celebre realizzata da Edgar Degas tra il 1875 e il
1876, con la tecnica dell’olio su tela e di dimensioni 92 x 68 cm; è custodita oggi a
Parigi presso il Musée d’Orsay. La scena è ambientata all’interno del Cafè de la
Nouvelle Athènes; presenta una composizione ben studiata, con il punto di vista
laterale che riprende le tipiche stampe-decorazioni giapponesi che fa sì che lo
sguardo dello spettatore sia volto per merito di un giornale, da una linea obliqua di
due tavoli ,sino ai protagonisti dell’opera; dando così ancor più l’idea di distanza
verso chi gli osserva. Le due persone qui dipinte sono Ellen Andrée e l’amico pittore
e intellettuale Marcellin Desboutin. La donna era una modella che lavorava per molti
artisti dell’epoca, ed anche una famosissima attrice di teatro ,che qua recita il ruolo
di una prostituta, e il suo amico quello di un alcolista; entrambi volti a sembrare degli
emarginati e talmente provati che non riescono nemmeno a comunicare tra di loro. I
due soggetti in realtà, erano entrambi astemi ma avendo posato come due ubriachi
vengono addirittura allontanati dagli stessi pittori e Degas per questo intervenne sul
chiarire la loro situazione , spiegando che avevano soltanto posato.
La terrazza nella quale i protagonisti vi si trovano all’epoca era molto frequentata
dagli artisti una volta a settimana e dalla gente che andava in questi bar affolati per
trovarsi a dialogare, uscendo dalla propria solitudine interiore ; ma loro sono
presenti in questo ambiente per cercare di dimenticare la loro condizione di
emarginati, ma isolandosi tra loro . Proprio per il contesto della scena nella quale
emerge il tema della emarginazione , dell’isolamento e della distruzione sia fisica
che mentale , il dipinto venne estremamente sgradito dal governo francese, perché
in grado di far emergere il “lato” che doveva essere più nascosto di Parigi. Dinanzi
alla donna, sul piano di marmo del tavolino è dipinto il bicchiere verdastro
dell’assenzio, che dà il titolo all’opera; mentre davanti al barbone è presente un
calice di vino. Lui, ha ancora della forza fisica poiché con il braccio sinistro si
sostiene al tavolo , tiene i piedi ben saldi a terra ed ha un viso che sembra provato,
ma con uno sguardo che dimostra ancora dei segni di via. La signora è vestita in
modo da cercare di sembrare il più elegante possibile, ma non ci riesce perché
troppo vistosa e grossolana . A differenza dell’uomo , si presenta senza alcuna
forza fisica e non riesce nemmeno a stare eretta e perciò si lascia andare ,
abbandonando il braccio destro che non è visibile del tutto, perchè è come se si
fondesse con la giacca per dare ancora di più l’idea di stanchezza e di ormai non più
vitalità. I suoi piedi sono disarticolati , infatti ciascuno va per la propria direzione ;
non ha più alcuna energia mentale ed ha lo sguardo perso nel vuoto, come quello
del compagno affianco a lei ,con il volto segnato dalla più sincera tristezza e
devastazione , forse causato dall’eccesso di alcool che ha assunto. La sensazione
che ci induce così Degas è di un clima piuttosto pesante, come lo stato dei due
avventori che sono imprigionati in questo spazio angusto, per via dei tavoli che li
accerchiano e dai bicchieri. I colori sono spenti perché vogliono trasmetterci il più
possibile le emozioni percepite dai personaggi. Le pennellate sono spesse e
realizzate in modo rapido , ma l’ambiente non sembra soltanto volto a fornire
un'impressione ; Degas si allontana dalle tipiche caratteristiche che avevano i quadri
impressionisti: utilizando il nero , realizzando dei volti per lo più definiti , ricorendo
all’uso della prospettiva obliqua verso la quale sono orienatti i tavolini in marmo e per
il tipo di tematiche che decide di immortalare.
▪️PIERRE-AUGUSTE RENOIR
Pierre-Auguste Renoir nasce a Limoges nel 1841 da una famiglia modesta, che
arriva a Parigi nel 1844. Già ai 13 anni comincia a lavorare come apprendista
nella porcellana e pittura su stoffa. Attirato sin da subito alla pittura, segue dei
corsi di disegno in un atelier municipale, decorando poi nel 1859 numerosi caffè
parigini con scene mitologiche. Dal 1860 al ’64 ha l’autorizzazione a copiare delle
opere al Museo del Louvre, e in particolar modo ammira Watteau, Boucher e
Fragonard. Frequenta la Scuola di Belle Arti dove incontra Fantin-Latour e
diventa amico di Bazille, Sisley e Monet con i quali ama andare a dipingere “in
esterno” nei dintorni di Parigi; e nel 1870 andrà con loro ad abitare. Poco dopo,il
suo amico Monet gli presenta Manet, che darà una grossa influenza a tutto il
gruppo dei futuri impressionisti.
Richiamato poi per la guerra Renoir si ammala, e tornato alla pittura si aggiunge
alla corrente impressionista, nella quale ogni componente del gruppo cerca di
dipingere a seconda della propria personalità. Dipinge spesso al fianco di Monete
e partecipa a delle mostre collettive (Salon de Paris, Salon des Refusés, Salon
des Artistes Français, Salon d’Automne). Le sue sono opere felici, si
caratterizzano per la sua predilezione a dipingere personaggi, nonostante
l'impressionismo abbia come tema prediletto il paesaggio. Dipinge, scegliendo i
suoi soggetti fra le scene popolari di Parigi. Agli inizi degli anni 80 Renoir ha delle
nuove frequentazioni; si allontana dagli amici degli anni difficili ed inizia a dubitare
dell’impressionismo, e ormai il suo lavoro è regolarmente presentato in mostre
personali. Ha 40 anni quando si lega con Aline Charigot, sua modella, che
sposerà nel 1890; la sua vita è felice e avrà 3 figli: Pierre che sarà attore, Jean
che diverrà cineasta famoso e Claude, detto Coco, ceramista e decoratore. Nel
1883 confessa di essere arrivato alla fine dell’impressionismo, ed inizia il periodo
detto “ingresco”, avvicinandosi soltanto in modo personale ai principi
dell’impressionismo. Nel 1894 è l’esecutore testamentario di Caillebotte che dona
allo stato un’importante collezione di opere impressioniste. La sua salute si
deteriora (gotta, reumatismi), a poco a poco anche i suoi occhi vacillano. Decide
di stabilirsi a Cagnes, cercando il clima secco e dolce del sud della Francia,
lasciando nel 1907 Parigi. Nel 1911 colpito da una crisi paralitica rinuncia
definitivamente a camminare e si fa spostare in sedia a rotelle, giungendo ad
essere incapace di tenere in mano i pennelli e le spazzole, Renoir se li fa legare
ai polsi. Colpito da una congestione polmonare, muore a Cagnes il 3 dicembre
1919. Innamorato sensuale della vita, nella storia dell’arte Renoir resterà il pittore
della donna in pieno fiore, un ritrattista tenero dell’infanzia ed uno dei più grandi
maestri del colore.
-MOULIN DE LA GALETTE
◾I POMPIERS
L'arte Pompier nata a metà del 800, è considerata quell'arte francese di
derivazione Accademica gradita e apprezzata dal potere politico, dalla critica e
ovviamente dalle Accademie d'arte e Ecoles des Beaux Arts, che presenta una
tecnica molto raffinata, ma vuota di ideali o falsa e ridicola.
Il nome del movimento si pensa che derivi dagli elmi e dalle armature degli eroi
antichi spesso raffigurati nelle tele e paragonati a quelli dei contemporanei
pompieri. Secondo altri invece ,il termine sarebbe la deformazione di "pompeisti"
assunto da una retroguardia di pittori neoclassici in antitesi con il realismo . Altri
ancora, ma in minor parte, vi vedrebbero un riferimento alle sgargianti uniformi
dei pompieri presenti alle inaugurazioni dei Salons.
L'accezione storico-artistica del termine contraddistingue così questa pittura che
è vuota perché tratta sempre lo stesso tipo di tematiche e appare fin troppo
esagerata: in breve un'arte "pomposa".
Spesso di ispirazione storico-sociale, quest'arte illustra con enfasi gli ideali della
ricca borghesia durante il Secondo Impero, rispolverando episodi della storia
patriottica all'insegna di un compiaciuto nazionalismo; ovvero propone improbabili
esemplificazioni morali a esortazione dei contemporanei, spesso queste inserite
in situazioni di grande sensualità idealizzata, dove ninfe e Dee o eroine bibliche
esortano e stimolano lo spettatore. La bellezza dei personaggi viene tanto
idealizzata, la sensualità esotica non crea fastidio , come al contrario farà la
sensualità reale, contemporanea di Manet. Le opere d’arte proposte seguivano
schemi rigidamente accademici, portati avanti fin dal Seicento da istituzioni come
il Prix de Rome e l’Academie francaise, tra cui la resa idealizzata della natura e
del corpo umano, il virtuosismo nell’anatomia e l’importanza maggiore del
disegno rispetto al colore .I nudi erano soltanto delle riproposizioni di schemi
rinascimentali o antichi; figure perfette tecnicamente ma isolate nello spazio e
prive di forza emotiva. La cura assoluta era nella resa dell’incarnato e dei capelli
mossi dal vento, ignorando completamente la sfera emotiva del soggetto: ci si
concentrava sul concetto “bello per essere bello”.. Ogni volta che questo pretesto
veniva meno, ecco che si gridava allo scandalo, come nel celebre caso
dell’Olympia di Manet, feroce critica all’arte accademica. Un’esempio di questa
corrente è” la Battaglia di Tetuan”, attualmente custodito a Barcellona nel Museu
d’Art Modern, è un’opera di Mariano Fortuny y Carbó (1838-74), che lo tiene
impegnato dalla gioventù fino alla morte .