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“L’arte ci salva dalla volgarità, dalla banalità, dalla grossolanità, dalla

trivialità, dall’indegnità; civilizza, urbanizza, educa, nobilita.” Edgar Degas


Edgar Degas fu tra i Per molti anni, Degas continua la sua ricerca
fondatori del gruppo artistica innovativa.
degli impressionisti e fu Non era particolarmente attratto dal
paesaggio, anzi criticò espressamente la
una personalità di spicco
tecnica dell’en plein air non amando per
del movimento. Fu proprio niente la pittura all’aperto, e quindi non si
lui ad organizzare la impegnò come gli altri pittori Impressionisti
mostra presso il sugli effetti del cambiamento della luce e
fotografo Nadar ed in dell'atmosfera. Continuò a dipingere i suoi
seguito, partecipò a tutte soggetti preferiti come le corse di cavalli,
le otto mostre ma non amava dipingere all'aria aperta ma
impressioniste, tranne nel suo studio e lasciava lo sfondo
indefinito. Altra sua passione erano le
quella del 1882.
1882
danzatrici e le donne alla toeletta e le
Nonostante ciò, la sua scene di teatro. Per ritrarre queste figure
opera si può considerare femminili, usa colori vivi e intensi,
impressionista solo per contrapponendoli, senza alcun timore.
alcuni aspetti e come I suoi personaggi non sono idealizzati, ma
Manet, spesso si scostò colti in attimi che risaltano i movimenti
dal gruppo. fisici e ripresi in pose quasi fotografiche.
Edgar Degas: Degas che saluta, 1862, 91 x 72 cm. Fundaco
Gulbenkian, Oeiras
La sua scelta di rappresentare la vita cittadina, con le sue
abitudini, a volte borghesi e a volte bohemiène, coincide però con
i temi che sono propri dell' impressionismo. Come gli altri
impressionisti dipingeva il mondo intorno a sé in modo fresco e
informale, per dare la sensazione di scene spontanee e non
progettate. Spesso utilizzava dei punti di vista molto particolari
Non bisogna dimenticare che o figure inquadrate come in uno scatto fotografico. Tutta questa
quelli sono gli anni in cui spontaneità era solo apparente però, perché frutto di lunghe
ore di studio.
esplode come un fulmine a ciel
sereno una nuova invenzione
tecnica destinata a
rivoluzionare la stessa
concezione dell'arte pittorica:
la fotografia. Da quest'ultimo
ritrovato, dallo studio degli
esiti che l'immagine della
realtà sortisce dopo essere
stata filtrata dall'obbiettivo,
Degas ricava il proposito di
trasferire sulla tela parte di
quella nuova concezione,
cercando di cogliere anch'egli
quegli istanti della realtà labili
e difficili da cogliere, tale da
apparire, ad un primo sguardo
come istantanee casuali,
soprattutto nella disposizione Alcuni scatti di Degas dedicati alle danzatrici, utilizzati per realizzare l’opera
spaziale. Ballerine in Blu. Non pose studiate, ma momenti non ufficiali, dietro le quinte
dello spettacolo, nei camerini, a lezione.
Edgar Degas · Autoritratto
in giacca verde · 1855 ·
Pittore e scultore Collezione privata
impressionista, Edgar Degas è
considerato uno dei più grandi
disegnatori mai esistiti.
esistiti
Si dedicò, con grandi risultati, anche
alla scultura e alla fotografia.
Hilaire German Edgar Degas nacque
a Parigi il 19 luglio 1834.
1834 Era figlio di
un banchiere benestante e amante
dell’arte.
Da giovane iniziò gli studi di
giurisprudenza, ma nel 1854 cambiò
idea
idea.
Avendo notato il suo talento, i suoi
genitori gli permisero di allestire un https://www.yout
atelier in casa propria, e all’età di ube.com/watch?v
vent’anni era già molto determinato a =uqU1lyIRet8&ab
diventare un artista _channel=Artespl
orando
Diventa allievo di Louis Lamothe, il quale a sua volta è apprendista di Ingres, il quale gli trasmette l’importanza
che Ingres attribuiva al disegno.
Nel 1855 incontrò Ingres all'epoca settantacinquenne, da cui riceve questo consiglio: "Disegni linee, giovanotto,
tante linee, non importa se vengono dalla memoria o dalla natura“.

Degas frequentò anche le lezioni all’École des Beaux-Arts di Parigi, ma la parte più importante della sua
istruzione artistica fu lo studio degli antichi maestri. Il Louvre fu una grande fonte d’ispirazione per l’artista, ma
anche l’Italia, dove visse dal 1856 al 1859.
Durante i primi vent'anni della sua carriera, Degas sperimenta tutti
i generi.

Ha subito una predilezione per i ritratti. In questi quadri, gli


elementi accessori assumono a volte tanta importanza che le
opere appaiono a metà tra il ritratto e la natura morta. Fu in grado
di comporre grandi tele ambiziose come La famille Bellelli.

Agli inizi del 1860, Degas affronta il genere della pittura storica,
ricorrendo in maniera molto personale a diverse fonti di
ispirazione.

Non abbandona per il momento la pittura di genere,


appassionandosi molto presto alle corse dei cavalli, poi alla
danza, l'opera, i caffè-concerto, e la vita quotidiana.
La danza è un soggetto che segnerà indelebilmente la carriera di
Degas.

Per queste scene di vita moderna, a volte ha fatto ricorso ad


effetti luminosi espressivi e ha usato inquadrature audaci ed
ingegnose.
Nel 1862 un incontro chiave nella vita di Edgar: Manet lo portò a cambiare
decisamente rotta. Venne così introdotto nella cerchia dei giovani
impressionisti e per alcuni anni abbandonò i quadri storici. Da questo periodo
Degas si rivolse a soggetti contemporanei che comprendevano il balletto, il
teatro, gli interni dei caffè, le stiratrici al lavoro e i bagnanti. Pochi pittori come
lui trassero ispirazione dalle tematiche della società urbana di tutti i giorni.

Edgar Degas (1834-1917) Ritratto di Edouard Manet, 1866-1868 circa,Mina di


piombo, Cm 40 x 25,5 Parigi, museo d'Orsay, conservato presso il dipartimento delle
Arti Grafiche del museo del Louvre
Dopo lo scandalo
Questo disegno è uno dei provocato da La Colazione
più celebri dell'arte sull'erba al Salon des
francese, testimonianza Refusés del 1863, Manet
mitica di un'amicizia si impone
decisiva per lo sviluppo di progressivamente come il
quello che i critici hanno capofila di quello che, nel
deciso di chiamare 1876, il critico Duranty
impressionismo. Agli occhi qualifica con l'appellativo
degli osservatori di "Nuova pittura". Manet
dell'epoca, questo ritratto assume certamente il
è quello che raffigura in ruolo di caposcuola per il
maniera più fedele la suo amico Degas,
fisionomia di Manet. Esso all'epoca praticamente
è anche un capolavoro per sconosciuto, spingendolo
l'armoniosità del tratto e la ad abbandonare la pittura
collocazione audace del Edgar Degas, Édouard Manet e la moglie, 1868 (olio su di storia per dedicarsi alla
tela, cm 65×71) ,Municipal Museum of Art di Kitakyushu, in
protagonista all'interno Giappone. raffigurazione della vita
del foglio. moderna.
https://www.analisidellopera.it/la-famiglia-bellelli-di-edgar-degas/

La famiglia Bellelli era la zia di Edgar Degas, Laurie de Gas, il marito, il barone napoletano Gennaro Bellelli e
dalle figlie Giovanna e Giulia di 7 e 10 anni. I coniugi abitavano in un villino di Firenze che la zia dell’artista non L’opera di Degas appartiene al genere del
amava. Inoltre non era in buoni rapporti nemmeno con il marito considerato gretto e avido. ritratto di famiglia in un interno. Degas
riuscire a comunicare la profondità
psicologica dei personaggi ritratti.
Sembra così di percepire la distanza della
moglie dal barone che siede di schiena
lontano dalla famiglia. Inoltre
l’espressione della donna è lontana e
malinconica e sembra esprimere in
questo modo il disappunto per la sua vita
matrimoniale. Le figlie invece sembrano
più distanti ed estraniate dalla dinamica
tra padre e madre.

A destra la signora Bellelli è in piedi appoggiata a


un tavolino e il volto di tre quarti; indossa un
lungo abito e i capelli annodati sulla nuca, il suo
volto semplice e severo con una punta di
malinconia Accanto a lei si trovano le due
malinconia.
giovani figlie, una seduta l’altra in piedi, con
abiti neri e grembiulini bianchi. Il barone Bellelli,
è seduto sulla destra del dipinto su di una
poltrona e da la schiena all’osservatore. Il suo
viso è di profilo e mostra una folta barba e
capelli radi . In prossimità del bordo destro in
basso compare la figura tagliata di un cagnolino.
La stanza è arredata con sobrietà ed eleganza.
Esercizi di giovani spartani, 1860, olio su tela, cm 109 x 155,
National Gallery Londra.

Il dipinto raffigura come soggetto due


gruppi di giovani, quattro donne e
cinque uomini, impegnati in esercizi
ginnic con le giovani donne che
ginnici,
apparentemente stanno schernendo gli
uomini . Sullo sfondo appare un terzo
gruppo di adulti, completamente
vestiti, la città di Sparta e il monte
Taygeto da cui secondo la tradizione
Taygeto,
venivano gettati i bambini malformati.
malformati
In questo lavoro viene utilizzata una
sottile linea di plastica,
plastic che diventa il
principale mezzo di espressione.
espressione Il
numero di colori qui è estremamente
limitato, il che ci ha permesso di creare
un senso di equilibrio, oltre a una
rigorosa chiarezza.
Sebbene Degas abbia lavorato
duramente su tali dipinti, in pochi anni
il tema storico avrebbe smesso di
interessarlo
interessarlo.
Iniziata verso il 1860, Semiramide alla
Semiramide alla costruzione di costruzione di Babilonia, è rimasta
nella bottega di Degas fino alla morte
Babilonia, 1861, Olio su tela, Cm 151 x 258, dell'artista. Il quadro raffigura una
Musée d'Orsay Parigi scena mitologica: Semiramide, regina
degli assiri e fondatrice di Babilonia,
contempla da una delle sponde
dell'Eufrate, la creazione di quella che
diventerà una delle sette meraviglie
del mondo. Alcuni dettagli della
composizione lasciano tuttavia
supporre una ricerca storica. Il carro
sull'estrema destra così come la
pettinatura della regina sembrano, a
tutti gli effetti, elementi iconografici
riscontrati dallo studio dei reperti
assiri che erano appena entrati a far
parte delle collezioni del Louvre. Un
consistente numero di disegni,
conservati presso il Cabinet d'Art
Graphique, testimoniano il lavoro
preparatorio condotto dal pittore per
la realizzazione di questo quadro
storico.

In maniera conforme alla tradizione accademica neoclassica, le figure sono rappresentate separatamente, dapprima nude, poi drappeggiate con
una cura che richiama alla mente lo stile dei maestri del rinascimento italiano. Interrogandosi sulla pertinenza del genere storico nella pittura
contemporanea, l'artista cerca qui di coniugare un processo di ricostruzione storica che si basa sulla riproduzione di citazioni di opere con un
lavoro plastico che assimila i codici pittorici acquisiti nel corso della sua formazione "ingresiana".
Cavalli da corsa davanti alle Realizzata negli anni compresi tra il
1866 e il 1868, La sfilata, anche
tribune (La sfilata) conosciuta con il titolo di Cavalli da
1866-1868, Olio diluito con trementina su tela corsa davanti alle tribune, è una delle
prime pitture che affrontano questo
Cm 46 x 61, Musée d'Orsay tema. Degas riproduce la stessa
atmosfera che si respira su un campo
Il tema delle corse è da corse. In questa tela, l'idea
ricorrente nell'opera dell'imminente partenza è suggerita
di Degas, un artista dall'incedere nervoso dell'ultimo
che si ispira alla vita purosangue. La scelta, solo in
quotidiana dei suoi apparenza banale, di questo preciso
contemporanei. istante, testimonia la volontà di
Questo fatto limitare il ruolo del "soggetto" in
quanto tale nella pittura. Degas
consente al pittore di accorda la precedenza alla luce e al
affrontare un disegno: l'artista mostra più interesse
soggetto per le figure dei fantini e per i cavalli
tradizionale, come che essi montano che alla partenza vera
quello dei fantini e e propria della corsa. Degas omette
delle corse di cavalli, volontariamente alcuni elementi che
trasferendolo in un consentirebbero di identificare subito
il luogo dove si svolge l'azione o i
contesto moderno. proprietari dei cavalli, come il colore
Degas è altresì delle casacche. I singoli elementi del
attratto da questo quadro in diagonale, i forti contrasti di
tema per le luce, soprattutto le ombre che
possibilità che lo inseguono i cavalli, sottolineano
stesso offre di ulteriormente la prospettiva fino al
studiare le forme e il punto di fuga situato sensibilmente al
centro e che mette in risalto l'ultimo
movimento. fantino.
Courses de chevaux à Longchamp (Corse di cavalli a Longchamp), 1869-70, olio su tela, https://www. Course de gentlemen. Avant le départ (Corsa di gentiluomini. Prima della partenza), 1862,
Museum of Fine Arts, Boston youtube.co olio su tela, 48 x 61 cm, Musée d'Orsay, Parigi
m/watch?v=
n64mQMCg
Uao&ab_cha
nnel=LidiaSo
vrano

Aux courses en province (Alle corse in provincia), 1869-72, olio su tela, 36,5 x 56 cm,
Museum of Fine Arts, Boston

Fantini sotto la pioggia, 1881 pastello cm. 47 x 65, Art Gallery and Museum of
Glasgow.
L’orchestra dell’Opéra, 1870 circa, olio su tela, 56,5 x 45 cm. Parigi, Musée d’Orsay

Alcuni musicisti dell’orchestra del celebre teatro di Parigi sono


raffigurati in primo piano. Al centro è ritratto il suonatore di oboe
circondato da altri strumentisti. In alto poi sul palco un gruppo di
ballerine si esibiscono danzando con i tutu dai colori brillanti.
Infine a sinistra uno spettatore osserva lo spettacolo da un palco
laterale. Edgar Degas in questo dipinto offre una prospettiva
particolare del teatro. Infatti l’artista scelse di rappresentare solo
la fossa dell’orchestra evitando l’ovvietà del palcoscenico. Degas
realizzò l’opera in studio cercando di restituire l’impressione di
presa dal vero. La tela quindi è frutto di una attenta progettazione
compositiva. In seguito ad un esame radiografico i tecnici hanno
scoperto poi che Degas tagliò i lati e la parte superiore del dipinto.
Questa mutilazione fa pensare che l’artista era intenzionato proprio
a mettere in grande evidenza i musicisti. Degas, al fine di mettere
insieme i diversi ambienti (palcoscenico, buca dell’orchestra, sala
del teatro), deformò leggermente la struttura dello spazio
rappresentato. Grazie ad un artificio prospettico gli spettatori e
gli osservatori del dipinto condividono la stessa prospettiva. In
questo modo si ha la sensazione di assistere alla scena.
Le ballerine di Degas sono il soggetto per cui è famoso
Edgar Degas e a cui l’artista si è dedicato a partire dagli
anni settanta del XIX secolo e fino alla morte, nel 1917.
Le ballerine alla sbarra, a riposo oppure durante le prove
sono state una fonte inesauribile di ispirazione per
Edgar Degas, che ha rappresentato una incredibile varietà
di gesti e posture in tutte le sue opere. La passione
per ballerine di Degas non coincideva con una passione
dell’artista per la danza ma era un interesse legato al
lungo di lavoro di preparazione che le ballerine e i
coreografi dovevano svolgere per preparare uno
spettacolo.
Per questo motivo Degas si concentrava spesso
sulla rappresentazione dei momenti di pausa durante le
lezioni oppure le prove e descriveva i volti stanchi delle
allieve.
Edgar Degas era uno spettatore dell’Opéra di Parigi ma
era affascinato soprattutto dal mondo che si
svolgeva dietro le quinte, nel foyer di danza.
Era qui che poteva osservare cosa accadeva
quotidianamente ed era qui che le ballerine di Degas erano
più genuine, si sistemavano i nastri tra i capelli oppure si
stiracchiavano.
Le ballerine, raccontava lui Nelle prime opere dedicate al balletto,
stesso, divennero un pretesto Degas raffigura le ballerine in maniera
per studiare il problema del canonica, ovvero quando si muovono
movimento. Nel dietro le con leggiadria e grazia a passo di
quinte, durante le fasi danza. Presto, però, l’artista decise di
preparatorie dello spettacolo, il abbandonare questo metodo di
pittore indagava la gestualità indagine alquanto sterile, iniziando ad
dei corpi, sorpresi nei interpretare i corpi delle ballerine in
movimenti quotidiani. maniera più scientifica. In pratica,
Cercava di catturare, come in preferì concentrarsi su ciò che avveniva
un fermo immagine, il sul retro del palcoscenico, sulle prove,
momento esatto in cui gli arti, sui momenti di riscaldamento e di
rilassati, assumevano posizioni rilassamento, ovvero quello in cui gli
disarmoniche. Lo stesso valeva arti si assestavano, assumendo
per i volti delle fanciulle, colti posizioni disarmoniche e talvolta goffe.
in smorfie insolite. I corpi delle danzatrici, quindi, anziché
Nell’osservazione impietosa di essere idealizzati, venivano colti in una
pose imperfette e maniera drammaticamente realistica
inusuali, l’artista dissacrava le che ne offuscava la grazia.
grazie e l’armonia di
"Pausa durante una lezione di danza”, pastello su cartoncino,
un’estetica classica, tutta l 1880, 63 x 48 cm., Art Museum Denver.
femminile.
https://www.arteworld.it/lezione-di-danza-degas-analisi/

L’occasione per studiare dal vero la luce della


danza fu concessa a Edgar Degas nel 1867 da un
amico che lavorava al teatro dell’Opera di Parigi. La
scuola di danza è una immagine che ritrae un
momento delle prove dietro le quinte. Nei dipinti
di Degas le ballerine sono studiate e ritratte mentre
interpretano diverse posizioni. Nel dipinto le
danzatrici si riposano e si sistemano tutù e
scarpette. Al centro del gruppo si trova l’anziano
maestro che attende di riprendere la lezione.
Diversamente dagli artisti che preferivano lavorare
all’aperto Degas compose in studio il dipinto La
scuola di danza. L’opera fu preceduta da molti
schizzi e disegni, annotati dal vero, che fecero da
base al dipinto finale. L’inquadratura del dipinto è
ispirata a quelle fotografiche: le figure vengono
dipinte tagliando alcune loro parti con i bordi del
piano pittorico. In questo modo l’osservatore, già
abituato ad osservare le immagini fotografiche,
ottiene un impressione di maggior immediatezza.
Il dipinto, infatti, acquista una componente di
istantaneità quasi casuale da reportage fotografico.
Diversamente dagli artisti che preferivano lavorare
all’aperto Degas compose in studio il dipinto La scuola
di danza. L’opera fu preceduta da molti schizzi e
disegni, annotati dal vero, che fecero da base al
dipinto finale.
Seppur realizzata in studio, quest’opera rassomiglia a un’istantanea fotografica, dà l’impressione di essere nata di getto,
coglie un attimo a caso tra gli innumerevoli possibili, fissa un’immagine che sembra essere – per usare le parole dello stesso
Degas – « spiata dal buco della serratura ». Il punto di vista è leggermente ribassato e il taglio diagonale, fotografico,
sottolineato dalle linee di fuga delle tavole del pavimento, allunga la prospettiva della scena, che include anche uno
specchio in cui si riflette una finestra con vista sulla città e da cui proviene la luce che illumina il dipinto.
La lezione di ballo, 1874, 83,5 x 77,2 cm, The Metropolitan Museum of Art New York City
Prove di balletto sul set, 1974, olio su tela, Museo d'Orsay a Parigi
Deux danseuses (Due ballerine), 1883- pastello su velina Montgolfier, 70 "Ballerine in rosa" (olio su tela; 32 x 46 cm cm), 1880-85, Boston, Museum of Fine Arts
x 53 cm. Chicago, Art Institute
"Ballerine dietro le quinte", 1897 circa, pastello, Museo Puskin, Mosca Le ballerine blu, olio su tela, 1893 circa, Museo d'Orsay a Parigi
Nel 1874, Degas inizia a farsi conoscere. Fino a quel momento non era molto noto,
malgrado il ruolo di capofila che occupava con Manet tra gli artisti del Café Guerbois.
Alla seconda mostra, Degas viene notato dai critici che lo lodano o lo denigrano per
il realismo del suo lavoro.

A 50 anni però sopraggiunsero i primi problemi alla vista.

Per questo Degas passò dalla pittura ad olio al pastello che gli permetteva di stare
fisicamente più vicino alle superfici su cui lavorava. Sperimentò molto con i pastelli e
anche con altre tecniche, fondendo a volte diversi modi di dipingere per ottenere
risultati inediti.
inediti

Alcuni temi nuovi, come le stiratrici, le modiste o le donne alla toeletta, fanno la
loro apparizione in questo periodo.

Godendo della spontaneità che gli permette il lavoro del pastello, egli ricerca effetti
luminosi e colorati molto originali, applicandoli, per esempio, ai nudi molto realisti
del 1886 per tradurre le vibrazioni della luce sui corpi delle donne.
donne
L'artista parigino è un convinto sostenitore
della necessità di rappresentare una realtà che
possa essere facilmente riscontrabile nella vita
di tutti i giorni. Anche per questo motivo rifiuta
probabilmente di dipingere esterni, che,
inevitabilmente, vengo rappresentati con un
pizzico di fantasia dai suoi contemporanei. Egli
si definisce infatti molto più "realista" che
"impressionista": tale scelta influisce
indubbiamente nella sua arte, che vede come
ambientazione principale dei suoi quadri i
caratteristici interni parigini, con particolare
attenzione riservata ai caffé della capitale
francese. Qui, Degas trova la massima
espressione del suo stato d'animo nella realtà
che lo circonda: una realtà fatta di persone
assenti, solitudine e luoghi cupi; in totale
contrasto con la luce e la gioia dei paesaggi
dipinti dai colleghi dell'epoca.
In un caffé, luogo deputato agli incontri alla moda, una
donna ed un uomo, stanno seduti una a fianco dell'altro,
ognuno dei due chiuso in un isolamento silenzioso, lo
sguardo vuoto e assente, i lineamenti disfatti, l'aria
oppressa. L'opera può essere vista come una denuncia
della piaga dell'assenzio, una forte bevanda alcolica che,
per la sua pericolosità, sarà in seguito messa al bando.
L'opera è stata anche accostata al celebre romanzo di
Emile Zola L'Ammazzatoio composto qualche anno dopo.
Lo scrittore stesso, rivolto a Degas, gli confessa: "Ho
semplicemente descritto, in vari passaggi del mio libro,
alcuni dei suoi quadri.“ Il caffè ritratto nella tela "La
Nouvelle Athènes", in place Pigalle, ancora oggi luogo di
incontro degli artisti . L'inquadratura stessa rende l'idea
di un'istantanea scattata dal vivo da un testimone seduto
ad un tavolo vicino. Tuttavia, questa è un'impressione
ingannevole in quanto l'effetto del reale è il risultato di
una minuziosa elaborazione. Il quadro è un'opera di
bottega e non è stato realizzato sul posto.
Il dipinto partecipò alla seconda esposizione impressionista del 1876 con il titolo di Dans
un café. Dal 1892 venne indicato come L’assenzio per sottolineare l’aspetto più crudo e La costruzione dello spazio ricorda
realistico dell’opera. una ripresa fotografica. Infatti sono
soprattutto i piani dei tavolini
Due avventori sono seduti ai tavolini di fortemente in prospettiva a destra
un caffè. La protagonista è una giovane che proiettano l’osservatore
donna vestita con pesanti abiti che la nell’ambiente chiuso del caffè. Inoltre
coprono totalmente e un cappellino alla i tavoli ai quali siedono i bevitori sono
moda. Un paio di scarpette decorate con rigorosamente prospettici e la loro
fiocchi bianchi spuntano poi dal bordo obliquità crea una decisa profondità
inferiore della gonna. Sul tavolino, di dello spazio. Degas però non ottenne
fronte alla protagonista, è posato un questo risultato grazie
calice che contiene una bevanda di all’osservazione dal vero ma progettò
colore giallo chiaro. Nel tavolino di attentamente l’opera in atelier.
sinistra si trova poi una bottiglia
trasparente e vuota posata su un vassoio
di metallo. Accanto alla donna, a destra,
un uomo in abiti scuri fuma da una pipa e
guarda oltre il bordo del dipinto. Dietro i
due personaggi si riflettono sullo
specchio le loro ombre.
La bevitrice sembra persa nel vuoto e
mostra un’espressione triste e
sofferente. Anche la sua posizione
suggerisce abbandono e depressione.
Infatti il busto è leggermente piegato in
avanti e le spalle sono cadenti.
Infine in primo piano sul tavolino di
sinistra si legge la firma dell’artista
scritta in prossimità dell’archetto di un
violino. Inoltre un giornale arrotolato
intorno ad un bastone di lettura è
poggiato tra i piani dei due tavolini.
Edouard Manet, La Prugna,
1877, olio su tela, National
Gallery, Washington D.C., Stati
Edgar Degas, L’Assenzio, Uniti d’America
1876, olio su tela, Musée Henri de Toulouse Lautrec, L’Ubriaca,
d’Orsay, Parigi, Francia 1889, olio e inchiostro su tela, Fogg Art
Museum, Cambridge, Massachusetts,
Stati Uniti d’America
Pablo Picasso, La bevitrice di Pablo Picasso Harlequin e la sua
assenzio (1901), 73×54 cm, ragazza (ginnaste erranti) 1901, 73 x
Emitage San Pietroburgo 60 cm. Museo Pushkin, Mosca. Pablo Picasso “Il bevitore di
assenzio” 1902, olio su tavola, 80
x 62 cm, Kunstmuseum di Berna
L’interesse di Degas si concentra sul lavoro manuale delle donne e in particolare su
quello delle modiste e delle stiratrici che ritrae in diversi dipinti.
dipinti Un soggetto semplice,
che ritrae la realtà per ciò che è, ma che attira l’attenzione verso il lavoro e la sua fatica. Il
contesto storico in cui il dipinto viene realizzato è quello verista in cui, non solo la pittura,
ma anche altre forme espressive stanno analizzando la condizione umana, soprattutto
quella piegata e umiliata dal lavoro.

Les repasseuses è una delle quattordici opere che


Degas dedicò al tema delle stiratrici: l’obiettivo di
quelle opere è quello di illustrare il popolo e i
massacranti mestieri che compie per guadagnarsi
da vivere. Per quanto riguarda quest’opera lo
sguardo da voyeur del pittore si intrufola in
un’umile lavanderia, dove troviamo due stiratrici.
La prima impugna una bottiglia di vino e sbadiglia
sonoramente, reclinando il capo e
accompagnando il movimento con la mano. La
seconda è intenta al lavoro, e ha le braccia tese sul
ferro da stiro, che muove sulla biancheria usando
tutta la pesantezza del proprio corpo. Altri pochi
elementi – una stufa, la biancheria sullo sfondo
appesa ad asciugare, una piccola ciotola
dell’acqua – completano in maniera efficace
l'illustrazione di questo significativo episodio
quotidiano.
Curiosa è l’analogia tra Les repasseuses e dipinti
analoghi e l'opera letteraria di Émile Zola.
https://restaurars.altervista.org/le-donne-di-edgar-degas-nudi-
ripresi-dal-buco-della-serratura/

I lavori di Degas che ritraggono figure femminili


intente a lavarsi o ad asciugarsi sono tra i più
originali e formidabili esempi di nudo che ci
abbia offerto l'arte del XIX secolo. È l'artista
stesso a sottolinearne la forza innovativa: "Il
nudo è sempre stato ritratto in pose che
presuppongono lo sguardo del pubblico,
mentre le mie donne sono persone semplici e
oneste, interessate soltanto al proprio corpo:
è come guardarle dal buco della serratura".
Due esempi significativi sono Donna nella
tinozza (1885) e Donna nella tinozza che si
spugna la nuca (1886 sotto).
Nell'ultima mostra degli impressionisti del 1886,
Degas espose un gruppo di dieci lavori, descritti
nel catalogo come "donne che fanno il bagno, si
lavano, si asciugano, si strofinano, si pettinano o
si fanno pettinare".
Alcuni visitatori rimasero esterrefatti e
scandalizzati dalle pose inconsuete, altri ne
furono conquistati. Joris-Karl Huysmans,
romanziere e critico d'arte, elogiò
"l'indimenticabile autenticità del disegno,
straripante di lucido e controllato ardore e di
gelida febbre".
Donna che lava nel bagno, pastello, 1892 Donna che fa il bagno, pastello, 1883
Degas, in tutta la sua produzione artistica,
raffigura quasi esclusivamente donne.
L‘artista è infatti incantato dai movimenti
femminili, che ritrae in tutta la loro
naturalezza attraverso un uso sapiente dei
colori, specialmente del pastello.
I nudi, in particolare, hanno la verità dei
gesti che i soggetti stanno compiendo, riti
quotidiani in cui è del tutto assente l'ideale
marmoreo che era stato eletto a modello
dagli artisti di stampo accademico. In
tutta la storia dell'arte, fra l'altro, il nudo
era sempre stato considerato forma da
idealizzare, affinché non apparisse
osceno. Tale problema viene ovviato da
Degas attraverso la spontaneità nei gesti
dei suoi soggetti, che non lasciano
trasparire malizia. A tal fine,
probabilmente, la scelta del pittore di
raffigurare spesso le donne ritratte di
spalle, o comunque col volto nascosto.
Dopo il bagno, pastello, 1883 Ragazza che si asciuga, pastello, 1885 Ragazza che si asciuga, pastello, 1893
La scena è ambientata nell'interno di
un'abitazione privata, dove una giovane
donna è raffigurata chinata di spalle mentre
si lava il collo: è completamente svestita, ma
elude l'oscenità e, anzi, restituisce
un'impressione di delicatezza e
pudicizia Sotto i suoi piedi vi è infine la
tinozza di ferro che dà il nome al dipinto.
Anche in questo pastello Degas si concede
ampie libertà compositive e decide
audacemente di falsare la prospettiva
ricorrendo alla tecnica dello «strapiombo».
Nella porzione destra della scena, infatti,
interviene una mensola biancastra sulla
quale è disposta l'oggettistica da bagno, che
nel suo complesso va a costituire uno
splendido brano di natura morta: vi
troviamo, infatti, un paio di forbici, una
spazzola, una massa di capelli posticcia e
due brocche di grandi dimensioni, di cui la
prima è in rame e l'altra è bianca e
finemente decorata. L'inserimento della
mensola genera una morbida (seppur netta)
cesura dello spazio pittorico e giustifica la
rappresentazione dall'alto dell'attività della
donna, della quale maschera così il volto. Gli
altri dettagli che completano il pastello
ribadiscono invece l'indigenza della donna: il
pavimento, infatti, è logoro e malandato, e
la stessa donna si sta lavando in una tinozza,
non potendosi evidentemente permettere
una vasca da bagno. Sullo sfondo si scorge
infine un letto sfatto.
Le ballerine sono uno dei soggetti preferiti di
Degas, che a loro dedica non solo decine di tele
ma anche numerose statue divenute anch’esse
famosissime. In questa sua tematica sono diversi i
punti interessanti: innanzitutto la ricerca della
grazia espressa dalla fanciullezza delle ballerine,
quindi l’espressione del movimento ed infine lo
studio di inquadrature nuove. Si noti ad esempio
in questo quadro l’arditezza dello scorcio dall’alto,
che da all’immagine un fascino tutto particolare.
Della ragazza si vede una sola gamba, il che le da
un aspetto del tutto instabile. Ma ciò aumenta la
sensazione della dinamica in corso. La sua figura
non occupa il centro dell’immagine ma è
chiaramente decentrata. Per quasi due terzi del
quadro domina quindi il piano del palco, mentre la
restante parte ci lascia intravedere parte delle
scene dietro le quali si nascondono altre ballerine.
Ma l’attenzione dell’osservatore è catturata tutta
dall’istante in cui il movimento della ballerina si
ferma in una posa di grande leggerezza e grazia
Per circa trent'anni, già anziano, Degas non smette di rinnovare
la sua arte.
Lavorando sempre di più in serie, declina i suoi temi familiari.
Non interessandosi in modo particolare al paesaggio, è sempre
affascinato dalle danzatrici e sempre di più dalle donne alla
toeletta che si lavano, si pettinano o escono dal bagno.
Per ritrarre queste figure femminili, Degas tende a privilegiare i
colori vivi e intensi, contrapponendoli, senza paura di sfociare in
armonie violente.
Spesso si è spiegato l'evoluzione della tavolozza dell'artista con
l'aggravarsi delle sue condizioni di vista.
L'uso di questi colori audaci è indissociabile dall'affermazione
della potenza espressiva della linea. Degas non trascura mai la
struttura formale:: per mettere su tela le sue composizioni, a volte
ricorre ad un disegno sottostante a carboncino e utilizza
regolarmente disegni preparatori.
L'uso intenso che fa della scultura partecipa allo stesso modo a
questo desiderio di non trascurare la struttura formale, cercando
per ogni figura il giusto movimento e l'equilibrio dei volumi.
Anche in questa opera, di alto livello artistico, il pittore impressionista
francese Edgar Degas ritorna sul tema tanto caro della danza, ma
abbandona la scena centrale del palcoscenico, per lo più conosciuta al
pubblico, per concentrarsi su quello che sovente avviene dietro le quinte di
un teatro.
teatro

Degas riproduce la scena dal suo particolare punto di osservazione: si


allontana dall’immagine frontale per optare verso una posizione
decentrata e laterale verso l’alto, quasi a voler carpire con l’inganno quel
particolare istante di vita quotidiana.
quotidiana

Nel dipinto “Ballerine


“ alla sbarra” l’elemento principale è il colore,
utilizzato quale fondamentale strumento per delimitare le forme.forme
Le tonalità cromatiche dell’arancio, dell’ocra e del verde si accostano le
une alle altre riempiendo tutte le zone del dipinto, con pennellate piatte e
frammentate. Anche le braccia e le gambe delle ballerine richiamano a
loro volta le tonalità cromatiche del pavimento e del vestito, donando
all’opera un aspetto fortemente compatto e unitario, mentre il viso di
entrambe le ballerine viene soltanto abbozzato quasi come se fosse un
elemento secondario dell’immagine nel suo complesso.
complesso

Ciò concorre a rendere l’opera “Ballerine alla sbarra” lontana dal mondo
reale. Quello che Edgar Degas vuole rappresentare è una personale
interpretazione del mondo reale, il suo point of view e non la
rappresentazione fotostatica dell’immagine vera ed effettiva.

“La pittura è innanzitutto un prodotto dell’immaginazione, non deve mai


essere una copia. L’aria che si vede nei quadri non è respirabile“.
respirabile
L’ opera rappresenta una donna nell’ atto di
asciugarsi dopo il bagno. La ragazza ritratta è di
schiena: il viso della fanciulla non viene
evidenziato, quasi fosse un elemento di
secondaria importanza.
L’ opera ” Donna che si asciuga il collo ” fece
fortemente discutere la critica, sin dal momento
della sua esposizione: in particolare si riteneva
che l’atto di asciugarsi il collo così come
raffigurato nell’ opera attraverso un movimento
inclinato della giovane ragazza, era considerato
dissonante rispetto ai criteri estetici dell’ arte
tradizionale.
Per converso, l’ opera “ Donna che si asciuga il
collo ” è la piena rappresentazione del nudo per
eccellenza, evidenziato da una silhouette
femminile armonica, aggraziata e ben definita da
una luce velata: sulla schiena della donna
troviamo gli effetti cromatici della luce e delle
ombre.
I colori sono vivi e intensi che accompagnano il
movimento dell’ azione. Edgar Degas pone in
essere un accostamento cromatico unico e
creativo: da notare come la carta da parati della
stanza richiama nelle sue diverse tonalità sia la
vasca da bagno, o ancora la carnagione della
donna raffigurata.
A partire dagli anni 1880, Degas prende a
realizzare delle sculture impressioniste. Questi
lavori, modelli in cera dipinta al naturale che egli in
seguito completa con altri materiali (capelli, tulle
per il tutù ecc.), colpirono i suoi contemporanei per
il loro realismo. L'unico di questi modelli
presentato in pubblico durante la sua vita,
all'esposizione impressionista del 1881, fu la
Petite danseuse de 14 ans. La figura, creata in
cera dipinta, era completata da capelli veri,
scarpette da ballo, calze e tutù in tulle.
Alla morte dell'artista, nel suo studio vennero
trovate decine di queste figure in cera, che non
erano destinate alla pubblicazione, ma piuttosto a
fissare dei movimenti per poi servire da modelli al
pittore. I temi trattati nelle sculture sono molto
simili a quelli dei quadri, come la serie delle
ballerine o dei nudi femminili
In riferimento alla sua fedeltà alle regole classiche
come pure alle sue innumerevoli innovazioni, si
può affermare che Degas abbia gettato un ponte
tra due epoche, legando il passato al presente.
È una delle opere di Edgar Degas (Parigi, 1834 – 1917) più fotografate al mondo. In
effetti, della Piccola ballerina di quattordici anni esistono ventisei esemplari, i più famosi
custoditi al Musée d’Orsay, alla National Gallery of Art di Washington, al Metropolitan
Museum of Art di New York, al Virginia Museum of Fine Arts, ma solo uno si può
ritenere essere l’originale, realizzato direttamente dall’artista.
dall’artista

Il primo esemplare della Petite danseuse fu infatti eseguito in cera ed è quello oggi
conservato alla National Gallery of Art di Washington, mentre tutti gli altri sono versioni
in bronzo dell’originale. Si tratta inoltre dell’unica scultura che Degas espose
pubblicamente durante la sua esistenza, precisamente in occasione della sesta Exposition
des Indépendants, nel 1881.

Quando la statua venne presentata per la prima il critico Henry Trianon si scandalizzò per
la bruttezza di quella scultura e fece della cattiva ironia affermando che “nei
“ bassifondi
delle scuole di danza, esistono delle povere bambine che somigliano a questo piccolo
mostro”; suggerì inoltre di “metterle in un museo di zoologia, d’antropologia, di
fisiologia, ma non in un museo d’arte”.
d’arte E non contento, aggiunse ancora che Degas
l’aveva scelta tra le più “odiosamente brutte”. Élie de Mont commentò: “Non chiedo che
l’arte sia sempre elegante, ma non credo che il suo ruolo sia sostenere la causa della
bruttezza e accostò la Piccola ballerina a “una scimmia, a un azteco, da mettere in
bruttezza”
contenitore sotto formalina”,
formalina mentre Paul Mantz disse: “I borghesi ammettono di
rimanere stupefatti nel contemplare questa creatura di cera, ma si sentono i padri
pregare Dio perché le loro figlie non diventino delle ballerine”,
ballerine e parlò dell’“istruttiva
bruttezza del viso”, ragionando che “senza dubbio Degas è un moralista”.
L’atteggiamento di Degas era secondo lui di “bestiale sfrontatezza”.
Edgar Degas, Adrien-
Aurélien
Hébrard, Piccola
ballerina di quattordici
Edgar Degas, Piccola ballerina di anni (1922; bronzo,
quattordici anni (1878-81; cera tarlatana, raso di seta,
colorata, metallo, capelli umani, legno, 97,8 x 43,8 x 36,5
nastro di seta e lino, corpetto in cm; New York,
pizzo, tutù di cotone e seta, Metropolitan Museum)
scarpette di seta, su base di legno,
98,9 x 34,7 x 35,2 cm senza base;
Washington, National Gallery of
Art, Collezione Paul Mellon)

Edgar Degas,
Adrien-
Aurélien
Hébrard, Piccol
a ballerina di
quattordici
anni (1921-31;
bronzo
patinato, tutù
in tulle, nastro
di raso, base in
legno, 98 x 35,2
x 24,5 cm senza
base; Parigi,
Musée
d’Orsay).
Prima di realizzare la scultura, l’artista eseguì
alcuni studî su carta, disegnando la ballerina
da diverse angolazioni.

Edgar Degas, Tre studî di una ballerina in quarta posizione (1879-80; carboncino e pastello su carta, 48
x 61,6 cm; Chicago, Art Institute)

Edgar Degas, Due ballerine (1879 circa;


carboncino e gesso bianco su carta patinata, La storia di un sogno infranto che rivive in tutti
63,8 x 48,9 cm; New York, Metropolitan
Museum)
gli esemplari della Piccola ballerina di
quattordici anni,
anni da quello originale della
National Gallery of Art di Washington a quelli
in bronzo dei più prestigiosi musei del mondo.
Edgar Degas, Quattro studî di una ballerina (RF 4646,
L’unica scultura che Degas decise di esporre
Recto; Parigi, Département des arts graphiques, nella sua esistenza: alla sua morte, nel 1917, la
Fonds des dessins et miniatures, collection du
musée d’Orsay) © RMN-Grand Palais (Musée sua bottega rivelò un tesoro di ben 150
d’Orsay) - Photo Adrien Didierjean
sculture di cera o di terra, fino ad allora
sconosciute.
La Piccola Ballerina suscitò così tanto scalpore perché si trattava di qualcosa di molto innovativo dal punto di vista
della scultura del tempo: usciva totalmente dagli schemi delle statue marmoree che spesso raffiguravano nudi idealizzati
nelle abituali esposizioni. L’allontanamento dalla tradizionale scultura classica francese si concretizzava in quest’opera
nell’utilizzo di materiali non convenzionali e realistici e nella posa che non rimandava affatto alla grazia, all’eleganza e alla
bellezza, attributi solitamente associati al mondo della danza.
La statua era modellata in cera colorata (non nel tradizionale marmo), e presentava inoltre accessori reali:: aveva capelli umani
veri legati con un nastro di raso, indossava un corpetto in stoffa, un tutù di pizzo e scarpette da ballo in seta rosa.
La posa era lontana dal portamento eretto e composto tipico di una ballerina di danza classica, poiché il petto e il mento
protendevano in avanti in un portamento sgraziato, le mani erano unite dietro le schiena, la gamba destra posta in
avanti con il piede in en dehors,, assumendo tuttavia una posizione rilassata. Per questo i critici avevano percepito nella scultura
di Degas la bruttezza della ballerina, perché si discostava completamente dai modelli aggraziati e raffinati di ballerine che
erano abituati ad ammirare in questi contesti espositivi. Ad accrescere inoltre la sensazione di trovarsi di fronte a una scimmia,,
come era stato affermato, o comunque a una creatura da studiare zoologicamente o antropologicamente, era il fatto che la
statua era chiusa in una teca di vetro, come un artefatto di un museo etnografico.
Al di là di tutte le considerazioni, questo
artista ebbe una personalità
straordinaria, temuta per la sua sottile
arguzia, e la sua completa devozione
all’arte.
Tra gli artisti come Renoir e Pissarro, il suo
genio ottenne totale rispetto.
Dopo la morte, avvenuta nel 1917,
divenne quasi un monumento nazionale in
Francia e la sua reputazione di uno dei
Ritenuto da molti un misogino, non si sposò mai, considerando le donne
come eterne seconde rispetto alla sua arte. Nonostante ciò, molti dei suoi
grandi dell’arte del XIX secolo, ancora
quadri più famosi ritraggono ballerine e donne al lavoro e in fondo forse oggi è molto forte. La sua influenza
non ebbe sempre un brutto carattere. Aveva diversi amici, stava volentieri sull’arte del XX secolo molto ampia, sia
con i bambini e solo con l’età e la perdita della vista divenne solitario e
insofferente. su artisti che conobbe di persona, sia su
altri venuti dopo. La sua abilità come
disegnatore colpì artisti come Picasso ed
Hockney.

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