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Romanico

Arte e architettura
L'arte Romanica: contesto storico

In tutta l’Europa Occidentale dopo l’anno 1000 regnò un clima di rinnovamento e di intenso fermento
innovativo. I due grandi poteri forti erano l’Impero che perseguiva l’obbiettivo della renovatio imperi, cioè
tornare allo splendore dell’Impero Romano, e il Papato che rivaleggiava con l’Imperatore per sancire la
supremazia del potere spirituale da lui rappresentato. Questo è il tempo della lotta alle investiture che si
concluse solo con il Concordato di Worms 1122: alla Chiesa di Roma spettava il primato per il potere
spirituale e all’Imperatore il potere temporale. Il clima di serenità politica che si era instaurato, unito
all’assenza delle scorrerie dei popoli barbarici che avevano messo a ferro e fuoco l’Europa nel secolo passato,
favorirono la ripresa dei commerci e il ritorno alla moneta (sparita quasi del tutto nell’alto Medioevo
quando era tornato il baratto). Le migliorate tecniche agricole in particolare il sistema di coltivazione a
maggese e la conseguente maggiore disponibilità di cibo, unita a tutti gli altri fattori economici e politici
favorirono inoltre un sensibile incremento demografico con il conseguente ripopolamento delle aree
urbane e il conseguente rinnovamento della città. Ripresero anche gli studi umanistici ma anche scientifici e
nacquero le prime università (ricordiamo l’Università di Bologna nel 1088). Tutte queste trasformazioni
furono le premesse per la formazioni dei Liberi comuni in Italia Settentrionale e Centrale e per l’avvento
dei Normanni al Sud; in Europa furono invece queste le basi per la nascita delle Monarchie Nazionali
L'arte Romanica: la città Montagnana
(Padova)
vanta uno
Nuove città e villaggi sorsero, secondo una dei migliori
esempi in
visione urbanistica agli antipodi di quella Europa di
classica: non più schemi geometrici regolari, fatti cinta
muraria
di strade che si incontravano ad angolo retto, ma medievale. I
suoi solidi
un intrigo di vie e viuzze, su cui si aprivano case contrafforti
racchiudono
secondo una morfologia quanto mai varia. ancora oggi
tutto il
Il tutto formava un insieme molto pittoresco, centro
specie quando i paesi – ed era la maggior parte storico della
cittadina
dei casi – sorgevano su cime di colline, in cui
quindi la varietà planimetrica si univa al
movimento altimetrico. Oriolo, in
Rispetto alle città fondate dai romani, che provincia di
Cosenza.
sorgevano per lo più in posizioni pianeggiante e Nacque come
fortezza a difesa
nei fondo valle, per meglio controllare le vie che dei cittadini
scappati dalle
percorrevano l’impero, le città che sorsero nel coste per
rifugiarsi dalle
medioevo sono quasi sempre situate in posizioni continue
dominanti sul territorio circostante. La difficoltà incursioni dei
saraceni. È
di accedere a questi nuovi borghi era motivo di arroccato su uno
sperone a 500
difesa, in un periodo in cui la sicurezza delle città metri d’altezza e
conserva uno
era garantita solo dalla propria milizia civica. splendido borgo
medievale
intatto
Palazzo Pubblico
Torre del Mangia
Siena
Mentre nel primo Medioevo le funzioni centrali sono assolte da
fortezze, conventi etc., nell’alto Medioevo sorgono ulteriori strutture
funzionali alle esigenze dell’economia urbana, che richiedono spazi
aperti per i mercati.
Le strade, sempre strette presenteranno pertanto variazioni di
sezione, creando i caratteristici slarghi o piazze allungate per i
mercati all’aperto; intorno alle piazze del mercato sorgeranno gli
edifici comunali e nelle città vescovili, con l’accostamento di centri
religiosi e civili, si raggiungerà una forte concentrazione
architettonica (duomo + sagrato - municipio + mercato). L’orgoglio
cittadino ed una sorta di campanilismo, espresso dallo slancio
verticale degli edifici dominanti, creeranno profili urbani di notevole San Gimignano

effetto.
L'arte Romanica
Tutte le manifestazioni artistiche europee sviluppatesi
tra il mille e la fine del XII secolo vengono definite
convenzionalmente romaniche, alludendo alla
matrice romana che caratterizza ancora molti
aspetti di quest'arte. Rispetto all'arte romana, più
totalitaria, l'arte romanica sviluppa aspetti diversi
a seconda delle regioni geografiche, rispecchiando
le diverse situazioni economiche e diversa realtà
culturale delle singole città.
Anche se l'architettura di stile romanico nasce in
Francia, essa trova in Italia terreno fertile. Nelle
varie regioni italiane il romanico si caratterizza in
maniera diversa date le diverse condizioni economiche,
di organizzazione politica e soprattutto data la
disponibilità di materiali da costruzione diversi- San Gimignano (Siena). Per la caratteristica architettura medievale del suo centro storico è
Patrimonio UNESCO dell’umanità. La città è per lo più intatta nell’aspetto due-trecentesco
Nell'edilizia civile si costruiscono in questo periodo ed è uno dei migliori esempi in Europa di organizzazione urbana di età comunale

soprattutto castelli fortificati e torri dando ad alcune Il termine romanico fu usato per la prima volta dallo studioso francese
città un aspetto caratteristico che ancora oggi rimane del Medioevo De Caumont (1824) per definire l'arte dei secc. XI e XII
intatto, per esempio San Gimignano. nell'Europa centrale: egli ne sottolineava il significato di libera
rinascita delle forme dell'arte romana e l'analogia con la contemporanea
formazione e sviluppo delle lingue romanze.
L'arte Romanica: architettura
L’edificio più simbolico di questa rinnovata attività
costruttiva fu la cattedrale. Su questo edificio, in cui si
riconosceva la popolazione di una città o di un
villaggio, si concentrò l’attenzione della cultura
architettonica del tempo, elaborando quello stile detto
«romanico», che, dopo l’età classica, sarà il primo stile
internazionale adottato da tutti gli stati europei
allora esistenti. Pur avendo varianti regionali che
rendevano distinguibile il romanico lombardo da quello
pisano, o il romanico provenzale da quello renano o da
quello catalano, lo stile tuttavia ebbe alcune costanti
che sono rintracciabili in tutte le aree geografiche
che applicarono questa nuova architettura. I limiti
cronologici in cui il romanico si sviluppò vanno intesi
secondo le aree geografiche, tuttavia, in senso generale
può considerarsi come termine iniziale la fine del X
secolo, e come termine finale la metà del XIII
secolo. Esso cadde in disuso quando lo stile gotico, che
pure era una evoluzione del romanico, rinnovò
ampiamente il bagaglio tecnico e formale
dell’architettura. https://youtu.be/aNfKTXfm0bY
La pianta
Generalmente è a
croce latina con tre o
eccezionalmente cinque
navate; è presente un
transetto e la cripta
seminterrata.
Le volte della cripta
superano il livello del
pavimento delle navate
e per questo il
presbiterio risulta
sopraelevato.
La volta a crociera
Le capriate in legno che coprivano le navate vengono sostituite dalla volta a crociera
costituita dall’intersezione perpendicolare di due volte a botte uguali. Lo spazio
quadrato generato da una volta a crociera prende il nome di campata
Arco a tutto sesto
Si diffonde l’uso dell’arco a tutto sesto, di derivazione romana (acquedotti, archi trionfali), che delinea una
semicirconferenza precisa.
Sostituiscono spesso le colonne, sono compositi o cruciformi, sono più

I pilastri robusti e sorreggono meglio le forze di scarico derivate dagli archi;


Il matroneo Sopra alle volte delle navate è quasi sempre presente il matroneo, già codificato nelle
architetture paleocristiane, era lo spazio riservato alle donne (da matrona che in latino
significa donna, signora). In genere affaccia sulla navata centrale con delle aperture:
bifore, trifore o quadrifore. Conferiva alla navata centrale maggiore altezza
L’esterno Abbazia di Sant' Urbano

All'esterno i muri di laterizio o di pietra sono


spesso dotati dei tipici rinforzi: i contrafforti.
Generalmente si fa uso di materiali poveri, quelli
che venivano trovati nel luogo di edificazione. I
mattoni messi in opera a filari e uniti tra loro da
strati di malta. Le mura, massicce e piuttosto
basse, sono concepite in modo che sia netta la
percezione delle masse murarie, per dare un senso
di stabilità a tutta la struttura.
Tuttavia tali masse, sono in qualche modo
“alleggerite” da alcuni accorgimenti formali come: Cattedrale di Matera
delle loggette costituite da archeggiature
cieche poggianti su colonnine o lesene; sistemi
a logge intrecciate, e partizioni verticali delle
superfici murarie attuate con lesene, sormontate
da archi.
Altre modalità utilizzate per arricchire i fronti
esterni, sono le strette finestre a feritoia, a
semplice o doppia strombatura, i fregi
decorativi con disegni geometrici e le decorazioni
scultoree.
Facciata
Il prospetto, o facciata, rispecchia all’esterno la divisione degli spazi interni . La facciata, a capanna o a salienti,
è arricchita da archi e loggette pensili presenta spesso un elemento chiamato rosone, che oltre a ricoprire n
ruolo di decorazione, è atto ad illuminare lo spazio della navata centrale.
Il portale di ingresso è riccamente decorato. Ad esso a volte erano affiancati due portali minori e, sui fianchi
laterali erano posti generalmente altri due portali. Di questi, quello meridionale costituiva spesso il più ornato. Il
portale è dotato di archivolto: una fascia decorata a rilievi, che può essere cordonata o scolpita, e che segue la
curva stessa dell'arco, a tutto sesto -o raramente anche acuto. I portali detti a sguancio, presentano una
successione di archi ciechi che seguono la strombatura dei piedritti –sostegni dell'arco. Una caratteristica
tipicamente romanica fu quella di far precedere il portale principale dal protiro - una struttura costituita da un
arco poggiante su due colonne rette dai leoni stilofori.

Duomo di Modena San Michele a Pavia San Lorenzo a Genova


Altro elemento ricorrente è il campanile a pianta quadrata: esso viene
inserito generalmente nel transetto, anche se in Italia, la torre campanaria
viene spesso concepita come edificio indipendente.

cattedrale di Ruvo di Puglia


Torre di Pisa

Chiesa della SS. Trinità di Saccargia


http://www.basilicasantambrogio.it/la-basilica/tour-virtuale/
SANT'AMBROGIO - MILANO, XI sec.

• riedificata tra il 1088 e il 1099


ricostruendo e ampliando una
precedente chiesa fondata da
Ambrogio, vescovo di Milano;

• dedicata ai martiri perché


costruita nel luogo in cui erano
stati sepolti i cristiani martirizzati
a causa della loro fede;

• è l'architettura religiosa simbolo


della città, seconda solo al Duomo;

• la costruzione coincise con


l'affermazione del comune di
Milano;

• diventò esempio per lo sviluppo


dello stile romanico in Lombardia

• L’edificio è sviluppato in larghezza


e lunghezza piuttosto che in
altezza, dando così l’impressione di
essere una struttura massiccia,
fortemente attaccata al terreno.
L’edificio è composto da due volumi distinti: il primo è il quadriportico, il secondo è la chiesa vera e propria, a cui
si affiancano simmetricamente due campanili.

Il quadriportico, costituito da una corte a cielo aperto delimitata su tre lati da portici mentre il quarto lato dalla
chiesa stessa, era originariamente destinato ad accogliere coloro che, non ancora battezzati, non potevano entrare
in chiesa, serve poi a dar riparo ai pellegrini e diventa il luogo in cui si radunano i cittadini del Comune di Milano
per discutere dei loro problemi.
La facciata a due spioventi, detta per
questo “a capanna”, è composta da un
portico a grandi arcate sormontato da
una loggia con cinque arcate a tutto
sesto digradanti, che alleggeriscono la
struttura.
La decorazione del portico è della
facciata è ottenuta mediante la
dicromia data dal materiale utilizzato
(laterizio, pietra) che evidenzia le varie
membrature architettoniche: archi con
doppia ghiera ben definita, teorie di
archetti che sottolineano le cornici a
rilievo, semicolonne che partono dai
pilastri per prolungarsi nella zona
superiore.
• La struttura interna della basilica è a tre
navate senza transetto di cui quella
centrale, ̀larga il doppio delle laterali, è
coperta da volte a crociera con costoloni
che ricadono su pilastri polistili forti e
deboli alternati.

• Gli ampi archi delle finestre dei matronei


si affacciano sulla navata centrale; a di
sotto, le navate laterali sono divise in
campate di ampiezza pari a metà di
quella delle campate della navata
centrale, coperte da crociere senza
costoloni.

• All’interno la luce è scarsa; penetra


attraverso i finestroni della facciata,
percorre la navata centrale e lascia nel
buio quelle laterali, facilitando la
preghiera e la meditazione; finestre sono
inoltre aperte nell'abside, e illuminano
l’altare.

• La decorazione è sobria, data dai diversi


colori dei materiali impiegati, teorie di
archetti pensili e cornici a rilievo, le
colonne sono sormontate da capitelli in
http://www.unesco.modena.it/visita-virtuale-
San Geminiano a Modena duomo/krpano/panomodena.html

Il cantiere, affidato all’architetto


Lanfranco, risale al 1099 ed ha come
compito quello di dare una nuova Cattedrale
alla città ed una nuova sepoltura al suo
patrono, San Geminiano.
La proposta architettonica di Lanfranco è
improntata ad una evidente armonia
compositiva: egli utilizza come modulo la
campata di base quadrata, una delle
strutture più significative dell’architettura
romanica europea. La pianta della chiesa è
di tipo basilicale, a tre navate, senza
transetto sporgente, mentre la facciata a
salienti evidenzia i rapporti interni tra
navata centrale e navate laterali. Lanfranco
sceglie un motivo unificante per interno ed
esterno, ovvero il triforio entro una grande
arcata, donando eleganza all’insieme.
Tre sono i portali presenti, tutti senza
lunette, i due laterali sono più piccoli
mentre quello centrale ha dimensioni
maggiori. Quest’ultimo è sormontato da un
protiro, sostenuto da due leoni stilofori, e
da un’edicola. Sulla facciata compaiono
inoltre, quattro pannelli in bassorilievo
Nel 1184 papa Lucio III consacra l’edificio. Dal 1190 subentrano i Maestri Campionesi che portano
influssi artistici dalla Francia: sopraelevano l’area presbiteriale, aprono il rosone in facciata e la
Porta Regia, ingresso monumentale su Piazza Grande. A loro si deve, infine, il deciso
innalzamento della torre, la Ghirlandina.
All’aspetto monumentale dell’esterno del Duomo fa riscontro,
all’interno, un’atmosfera di raccoglimento. L’impianto dell’edificio è
suddiviso in tre navate con falsi matronei; imponenti pilastri
cruciformi scandiscono le cinque campate della navata centrale
alternati a colonne di marmo sormontate dai capitelli a decoro
vegetale di Wiligelmo. L’interno si conclude con il presbiterio
sopraelevato, accessibile da due scale laterali, e con le tre absidi.
Architetto operante tra la fine
Architetto Lanfranco del sec. XI e gli inizi del sec. XII.
Di origine sicuramente
Costruzione del Duomo di
Modena; scavo delle fondamenta,
lombarda, probabilmente
avvenuto il 23 maggio 1099; a comasca, fu autore del duomo di
sinistra, ritratto in atto
d'impartire ordini, l'architetto Modena (iniziato nel 1099, prima
Lanfranco, di formazione
campionese, cioè comacina, che la consacrazione nel 1106), in cui
Relatio dei lavori così descrive:
«Magister Lanfrancus, progettista interpretò originalmente forme
di una così grande opera,
edificatore di una tale struttura,
lombarde (facciata a capanna,
mirabile artefice, straordinario pianta a tre navate, logge ad
costruttore». Miniatura della
Relatio (1099–1106, Archivio archetti), con uno spiccato senso
capitolare di Modena) con operari
agli ordini di Lanfranco che tiene plastico e con un rigoroso criterio
in mano la virga, segno di
comando e strumento di misura. di unitarietà in tutte le parti
dell'edificio. La fortuna della sua
opera (il duomo di Modena fu
Apertura del sepolcro di
modello per tutta l'architettura
San Geminiano alla romanica emiliana), definito
presenza di Matilde di
Canossa, Lanfranco e dall'iscrizione sepolcrale
due vescovi. Miniatura dell'abside mirificus aedificator,
nella Relatio de
innovatione … , Modena, testimonia dell'importanza di
Archivio capitolare del
Duomo. Inizio XII secolo.
Lanfranco, prima personalità
Nella fascia inferiore “storica” dell'architettura
miles e cives sorvegliano
il corpo del santo. italiana.
Wiligelmo scultore Sopra al portale minore di
sinistra della Cattedrale vi
è un bassorilievo che
rappresenta tre diverse
scene: la Creazione di
Adamo, la Creazione di Eva
e il Peccato originale.
All’estrema sinistra appare
il Padre Eterno,
simbolicamente racchiuso
in una mandorla sorretta
con grande sforzo da due
angeli inginocchiati.
Proseguendo abbiamo Dio
che plasma Adamo,
rappresentato come un
uomo nudo, goffo, con il
ventre sporgente e le
ginocchia flesse. Al centro è
rappresentata la creazione
di Eva, che viene generata
Wiligelmo è stato uno scultore italiano dell’XI – XII secolo. Tra il 1099 e il 1106 egli partecipò dal fianco destro di Adamo,
alla decorazione scultorea della Cattedrale di Modena. Fra i più noti bassorilievi scolpiti da il quale è disteso
Wiligelmo vi sono quelli della Genesi. L’illustrazione dei vari episodi si svolge in una addormentato su una
successione continua al di sotto di una incorniciatura di dieci arcatelle a tutto sesto, con ghiere roccia in riva a un fiume. A
variamente intagliate a motivi geometrici e floreali. destra il Peccato Originale
Sulla struttura ideata
da Lanfranco si
innesta, con
straordinaria armonia,
la scultura di
Wiligelmo. A lui e alla
sua scuola si riconduce
la splendida
decorazione che popola
di motivi vegetali e di
esseri fantastici i
capitelli della loggia, le
mensole dei sottostanti
archetti e le lastre
ornamentali. La sua
maestria è evidente nei
Rilievi della Genesi e
nei decori del Portale
maggiore, mentre la
sua ammirazione per
l’Antichità è presente
nei grandi capitelli
fogliati delle colonne
interne della navata
centrale.
La cattedrale fa parte di un complesso di
edifici composto da duomo, battistero e

La Cattedrale di Parma campanile.


Il Duomo di Parma sorge in piazza Duomo,
accanto al Battistero e al Palazzo vescovile
ed è dedicato a Maria Vergine Madre di Dio.

La Cattedrale fu edificata a seguito del


terribile incendio che distrusse la precedente
basilica paleocristiana. I lavori iniziarono
nel 1059 e terminarono nel 1074, ma la
consacrazione avvenne solo nel 1106.

La Cattedrale subì danni durante il


terremoto del 1117, ; certo è che nel periodo
successivo si intervenne con diversi lavori e
che per la loro realizzazione, nel 1178,
collaborò anche Benedetto Antelami,
scultore e architetto, molto attivo a Parma.

Negli anni 1280-94 si ha l'intervento dei


maestri campionesi che rialzano la facciata
ed inseriscono il protiro del portale centrale;
negli stessi anni viene elevato il campanile.
Dal Trecento in poi si assiste all'aggiunta
delle cappelle laterali cinque cappelle..
La facciata è a capanna , con paramento murario in blocchi di
pietra squadrati e presenta tre ordini sovrapposti.

Nel primo ordine è liscio, privo di decorazioni, si trovano tre


portali i due laterali più piccoli, quello centrale più grande,
ciascuno dei quali è leggermente strombato ed è sormontato
da una lunetta chiusa da vetrate.

Il portale centrale, a differenza degli altri due, è preceduto da


un protiro, opera di Giambono di Bissone (1281), con arco a
tutto sesto, poggiante su due colonne corinzie ognuna delle
quali a sua volta e retta da un leone stiloforo. Il protiro
termina con una loggia con copertura a doppio spiovente e
volta a botte, il cui archivolto è decorato con motivi ad
archetti; la copertura è sorretta da una colonnina corinzia per
lato.
Al centro, sopra il protiro, si apre una grande monofora con
arco a tutto sesto, che dà luce all'interno.

La fascia mediana è composta da due ordini di loggette ad


arcate cieche percorribili a trifore con colonnine in marmo
veronese. Probabilmente in origine esse dovevano essere
continue, essendo il protiro di costruzione posteriore. La
seconda loggia ha il medesimo schema di quella inferiore, ma
è meno alta.

La terza galleria continua segue gli spioventi del tetto.


Il battistero di Parma è una torre a base ottagonale la cui costruzione è
Battistero cominciata nel 1196 sotto la guida di Benedetto Antelami, esecutore anche delle
sculture dei portali. L'opera di Antelami, ancora di gusto romanico si nota nella
base aperta dai tre portali mentre i piani rimanenti con le logge, il coronamento
ad archi a sesto acuto ed i pinnacoli risalgono agli anni successivi, sino al 1270
quando la costruzione venne consacrata.

Tutti i portali hanno strombi molto ampi, decorati di fasci di colonnine che
proseguono oltre i capitellini per formare le ghiere dell'archivolto.
Caratteristica dell'edificio è l'alternanza cromatica tra il marmo bianco ed il
marmo rosso di Verona.
La deposizione dell’Antelami
È la prima grande opera nota di Benedetto Antelami, ma anche un capolavoro d’arte gotica. Faceva parte dell’ambone, luogo
dal quale un tempo veniva proclamata la Parola di Dio.
Volendo osservare con attenzione la composizione ci si rende conto della modernità e dell’umanità che l’autore è riuscito a
scolpire nel marmo. La scena ha un forte impatto drammatico: al centro vi è il Cristo, il cui corpo ormai inerme è sostenuto da
Giovanni. Alla sinistra della Croce vi sono i centurioni, intenti a giocarsi a dadi le vesti del figlio di Dio. Personalissimo lo stile
dell’Antelami, che pur realizzando quest’opera nel 1178 anticipa con notevole lungimiranza alcuni elementi della scultura
gotica.
L’architettura e l’arte veneziana risentono di influssi bizantini, orientali e islamici: un
celebre esempio è sicuramente uno dei simboli indiscussi di Venezia, la Basilica di San Marco.
San Marco a Fu eretta nel 1063 quando i veneziani, avendo trovato il corpo di San Marco ad Alessandria
Venezia d’Egitto, avevano bisogno di un posto che ospitasse le spoglie mortali del Santo.

L’edifico è rappresentativo nei suoi valori laici e


religiosi, con il complesso architettonico che la
circonda: la piazza, l’attigua piazzetta, il
Palazzo Ducale.
San Marco sorse come chiesa ufficiale della
repubblica, accanto al palazzo del governo,
quasi una grande “cappella palatina” al servizio
del doge e dei cittadini, santuario politico.
Perciò la forma interna venne esemplato sulla
Basilica dei Dodici Apostoli di Costantinopoli (
VI secolo ).

La traslazione delle reliquie di San


Giovanni Crisostomo nella chiesa dei
Santi Apostoli. Miniatura dal Menologion
di Basilio II.
L’aspetto attuale della basilica si deve a diversi interventi i più importanti dei quali vennero compiuti fra l’XI e il XIV secolo.
Malgrado le sovrammissioni, chiaramente riconoscibili, chiaramente riconoscibili, sarebbe errato tuttavia scindere le parti più
antiche dalle successive, soprattutto quelle romaniche dalle gotiche, sarebbe impossibile dividere ciò che è stato fabbricato
localmente da ciò che è stato portato dall’Oriente, l’edificio deve essere visto nel suo insieme, perché forma, nel complesso, un
tutto unitario e coerente. Per la particolare natura culturale di Venezia, non dobbiamo aspettarci in San Marco i blocchi
articolati plasticamente del romanico padano. Anzi la straordinaria ricchezza delle forme e delle decorazioni fa si che
l’architettura sia mobile, che sfugga che si disperda. Il prevalere della larghezza, delle aperture, delle linee curve, degli
elementi ornamentali, del colore, la presenza di andamenti orientaleggianti ( gli archi con la punta al centro, d’età gotica, detti
inflessi e le cupole rialzate ), tutto contribuisce ad annullare il senso della massa strutturale. Parlando di architettura
veneziana bisogna tenere presente che gli edifici sono fondati su pali e sorgono sull’acqua. Un edificio di masse e volumi
prospetticamente impostati, sarebbe un controsenso, San Marco infatti è il tipico esempio di un’architettura che visivamente
non pesa sul terreno ma levita nell’aria.
La facciata, su cui si aprono cinque portali, con i pilastri e gli strombi fasciati da colonnine, è decorata da
preziosi marmi e mosaici e divisa in due parti da una terrazza, sulla quale poggiano i Quattro Cavalli di
rame dorato (appartenevano all’Ippodromo di Costantinopoli) inviati da Costantinopoli al doge Enrico
Dandolo nel 1204 (copie degli originali custoditi all’interno).
La pianta della Basilica è a croce greca, caratterizzata
da quattro bracci di uguale lunghezza.
Il braccio superiore termina con un abside semicircolare
(il presbiterio) sotto il quale vi è la cripta dove è
custodito il corpo di San Marco. Ognuno dei bracci,
tranne il presbiterio, è suddiviso internamente in tre
navate (una maggiore centrale e due minori laterali)
delimitate da pilastroni e colonne che sorreggono le
cinque cupole situate in corrispondenza di ogni singolo
braccio e al centro della croce.
Sul lato della facciata, lungo tutto il braccio inferiore, è
stato posto un atrio.
Mentre nell'atrio il piano del pavimento rimane a livello della piazza,
quello della basilica è sopraelevato di alcuni gradini a creare una sorta
di percorso ascendente sapientemente calcolato per preparare
gradualmente al raccoglimento il visitatore che dallo spazio aperto della
piazza si accinge ad entrare nel tempio. All'interno una suggestione
indimenticabile coglie il visitatore; la solennità dell'architettura, la
ricchezza e varietà delle decorazioni, lo sfolgorio dei mosaici d'oro
rendono la Basilica di San Marco un'opera unica al mondo.
FIRENZE e la Toscana
Il romanico fiorentino è lo stile architettonico che si sviluppò tra l’XI e l’XIII a Firenze. Questo stile si diffuse solo nel
contado della città in un periodo in cui in Toscana era ancora vitale il potere politico ed economico e l’influenza culturale di
Siena, Lucca e Pisa. Le caratteristiche specifiche di questo stile architettonico sono ricondotte da un recupero di elementi
del periodo classico. L'elemento più evidente di tale stile è la suddivisione delle facciate caratterizzate dalla presenza
di archi a tutto sesto ciechi, poggianti su semicolonne, riquadri geometrici, ottenuti da decorazioni a intarsio
marmorei, che ripartiscono la superficie secondo modularità complesse e da finestre o edicole generalmente
sormontate da timpani. Tali elementi, unitamente al cromatismo (bianco e verde) richiamano la classicità anche in
riferimento alle tarsie marmoree che ricoprivano numerose architetture romane. Anche i particolari architettonici, come le
edicole, i capitelli, le cornici ed in genere gli elementi dell'ordine architettonico, trovano richiami nelle testimonianze classiche.
Inoltre non mancano significativi esempi di riuso di elementi di spoglio, come nel battistero. Lo stile romanico fiorentino
non ha prodotto molte opere e non ha avuto la diffusione del romanico pisano o lombardo, tuttavia la sua influenza fu
determinante per i successivi sviluppi dell'architettura, in quanto ha costituito la base alla quale attinsero Francesco Talenti,
Leon Battista Alberti, Filippo Brunelleschi e gli altri architetti che crearono l'architettura del Rinascimento.
Basilica San Miniato al Monte
Iniziata nel 1013 sotto il vescovo Alibrando e consacrata nel 1018 si trova sulla sommità di una collina, e quindi
dalla sua posizione domina simbolicamente la città.
La facciata della basilica è ispirata allo stile classico e geometrico degli edifici romani; presenta cinque archi a
tutto sesto sorretti da colonne in serpentino verde di Prato aventi capitelli corinzi in marmo bianco. I frontoni
delle navate laterali sono anch’ essi in marmo bianco e sono costituiti da elementi geometrici che rimandano all’
opus reticulatum romano. Sulla sommità della facciata si eleva un grande timpano triangolare ispirato all’ arte
classica.
L’interno è ispirato ai
modelli paleocristiani, infatti
è presente una sola abside, il
presbiterio è rialzato ed è
presente una cripta
seminterrata. Si accede alla
parte superiore dell’edificio
da due scalinate laterali che
sono in collegamento con le
due navate laterali. Inoltre
la copertura è costituita da
capriate lignee. Sono
presenti solo quattro pilastri
che sono collegati
trasversalmente da due
grandi archi a tutto sesto. Le
colonne dividono la navata
centrale da quelle laterali e
sono costituite da capitelli
corinzi, alcuni dei quali sono
materiali di soglio
provenienti da edifici
classici. Il catino dell’ abside
è decorato con un mosaico
raffigurante il Redentore
posto fra la Madonna e San
Miniato.
Il Battistero di San Giovanni è una delle più
antiche chiese di Firenze, posto di fronte alla
Cattedrale della città, la chiesa di Santa Maria
del Fiore.

A pianta ottagonale, interamente rivestito di


lastre di marmo bianco e verde di Prato, il
Battistero è coperto da una cupola ad otto
spicchi poggiante sulle pareti perimetrali,
mascherata all'esterno dall'elevazione delle
pareti sopra l'arcata del secondo livello e da un
tetto a piramide schiacciata.
La pianta è ottagonale,
ogni faccia è suddivisa in
nove settori da strutture
verticali e orizzontali.
Esternamente sono
presenti tre livelli:
lesene, colonne
sormontate da arcate al
cui interno sono inserite
le finestre, e lesene
leggere. I tre livelli sono
separati da trabeazioni
classiche.
Il disegno geometrico
esterno prepara alla
comprensione
dell’interno, in cui le
strutture, dovendo
sopportare il peso della
cupola, sono staccate
dalla parete
denunciando la loro
funzione portante.
L’involucro perimetrale è interamente rivestito
da un suntuoso paramento di marmi
vivacemente contrastanti, bianco di Carrara e
verde di Prato.
L’ordine inferiore è giocato su elementi
rettilinei: lesene e semi pilastri reggono una
trabeazione che gira tutt’intorno, mentre il
marmo di Prato disegna due serie di rettangoli
di dimensioni degradanti verso l’alto.
Nell’ordine superiore prevale la linea curva, per
la presenza di arcate su semi pilastri a sezione
ottagonale e di finestre classicheggianti, in
parte centinate, in parte sormontate da un
timpano. Sopra una seconda trabeazione,
conclude la sequenza degli ordini un alto attico.

L'ornamento esterno è scandito da tre fasce


orizzontali, ornate da riquadri geometrici,
quella mediana occupata da tre archi per lato,
nei quali sono inserite superiormente finestre
con timpani. Il pilastri in marmo verde del
registro inferiore corrispondono colonne
poligonali in strisce bianche e nere in quello
superiore, reggenti gli archi a tutto sesto. Si
tratta di uno spartito di gusto classico, usato
già in altri monumenti romanici come la
facciata di San Miniato al Monte.
Nel perimetro si aprono tre porte, che tra Trecento e Quattrocento ricevettero le celeberrime imposte: alla principale, volta ad
Oriente e al Duomo, fa fronte la scarsella rettangolare contenente l’altare, il cui profilo era in origine semicircolare.
Le tre porte bronzee, realizzate secondo un programma figurativo unitario nell'arco di più di un secolo, mostrano la storia
dell'umanità e della Redenzione, come in una gigantesca Bibbia figurata. L'ordine narrativo, sconvolto dal cambiamento di
posizione delle singole porte, va dalle Storie dell'Antico Testamento nella porta est, a quelle del Battista nella porta sud, fino a
quelle del Nuovo Testamento (Storie di Cristo) nella porta nord
Lorenzo Ghiberti, Porta del Paradiso Andrea Pisano, Porta sud Lorenzo Ghiberti, Porta Nord
La decorazione interna è ispirata
agli edifici romani, come il Pantheon,
con un ampio uso di specchiature
marmoree policrome.

È suddivisa, come all'esterno, in tre


fasce orizzontali, la più alta però
coperta dalla cupola, mentre la fascia
mediana è occupata dai matronei.
Inferiormente le pareti sono
suddivise verticalmente in tre zone
per mezzo di lesene e di colonne
monolitiche in granito e in marmo
cipollino di spoglio, con capitelli
dorati che reggono l'architrave.

Le pareti, tripartite da colonne e


raccordate agli angoli da doppi
pilastri scanalati in marmo,
presentano un rivestimento
marmoreo a due colori alternati in
fasce e altre forme, bianco di Carrara
e verde di Prato. Sopra le bifore si
trovano tarsie geometriche.

Il pavimento presenta tarsie


marmoree di grande pregio.
Il rivestimento a mosaico della cupola fu
impresa difficile e dispendiosa; i lavori
iniziarono forse intorno al 1270 e si
conclusero agli inizi del secolo successivo.
Presenta otto spicchi ed è rivestita da mosaico
su fondo dorato. Su una fascia superiore sono
raffigurate le gerarchie angeliche Su tre
degli spicchi è raffigurato il Giudizio
Universale, dominato dalla grande figura del
Cristo: sotto i suoi piedi avviene la
resurrezione dei morti, alla sua destra i giusti
sono accolti in cielo dai patriarchi biblici,
mentre alla sua sinistra si trova l'inferno con
i suoi diavoli.
Gli altri cinque spicchi sono suddivisi in altri
quattro registri orizzontali, dove sono
raffigurate a partire dall'alto: storie della
Genesi, storie di Giuseppe, storie di Maria e
di Cristo e storie di San Giovanni Battista.
Furono impiegate, secondo alcuni,
maestranze veneziane, coadiuvate
sicuramente da importanti artisti locali che
fornirono i cartoni, come Coppo di
Marcovaldo, autore dell'Inferno, Meliore per
alcune parti del Paradiso, il Maestro della
Maddalena e Cimabue, cui sono attribuite le https://www.youtube.com/watch?v=bvrUi0w-LE0
prime storie del Battista.
IL DUOMO DI PISA e PIAZZA DEI MIRACOLI

In quella splendida cornice che è piazza


dei Miracoli, tra la mole del Battistero e
il profilo pendente della torre
campanaria, si erge la Cattedrale di Pisa,
il Duomo di Santa Maria Assunta: un
eccezionale esempio di romanico toscano,
o meglio, di romanico pisano, colto al suo
apice architettonico e decorativo.

Iniziata nel 1063, la Cattedrale, nella


sua fastosità e maestosità, si riveste di
un preciso messaggio politico-culturale,
rappresentando il centro di culto di una
delle quattro Repubbliche Marinare,
esaltata nel momento di massimo
prestigio dopo la vittoria in Sicilia contro
le forze musulmane.
https://www.youtube.com/watch?v=K-Do9tGZwFU
Il Duomo di Pisa fu iniziato nel 1064, per volontà
dei cittadini e i lavori furono diretti dall’architetto
Buscheto, in un periodo in cui Pisa era la più
importante potenza marinara nel Mediterraneo.
Tale opera fu finanziata con il bottino recuperato
in seguito alle vittorie sui Saraceni e al saccheggio
di Palermo.
Nel 1092 il duomo diventò una chiesa Primaziale,
cioé il vescovo era anche primate (oggi continua ad
essere così, ma questo titolo è onorifico).
La cattedrale fu consacrata da Papa Gelasio II nel
1118. Buscheto fu responsabile della
costruzione del corpo basilicale a cinque
navate, del transetto sporgente e della
cupola, mentre l’architetto Rainaldo, che portò a
termine quest’immensa opera, si occupò della
facciata e di prolungare l’edificio. La
costruzione terminò qualche decennio prima della
fine del XII secolo.
Molti furono nei secoli i restauri, il rifacimento più
importante fu quello successivo all’incendio del
1595, infatti in quella occasione venne rifatto il
tetto e vennero realizzate le tre porte di bronzo
presenti sulla facciata.
La pianta della Cattedrale di Santa Maria Assunta è a croce latina con
cinque navate nel corpo centrale e tre nel transetto, scandite da arcate a
tutto sesto sorrette da colonne con capitelli. La cupola ellittica, decorata
da affreschi secenteschi, si affaccia sul bel pavimento sottostante in
marmi policromi del XIII secolo. L’originaria copertura a capriate andò
distrutta nell’incendio del 1595 e fu sostituita nel Seicento dal soffitto a
cassettoni.
La facciata a salienti, realizzata da Rainaldo, è
percorsa da fasce sovrapposte di loggette cieche che
coronano la parte alta, al di sopra dei tre portali
d'accesso, a loro volta incorniciati da arcate cieche che,
come motivo decorativo, continuano lungo le fiancate
del corpo di fabbrica. Inoltre Rainaldo, nella parte
inferiore della facciata, riprende il tema di archi
ciechi e losanghe (rombi) con il
quale Buscheto aveva già decorato tutto il perimetro
del duomo.

Lungo il fianco,
si trova la
celebre porta
bronzea di San
Ranieri,
realizzata da
Bonanno Pisano
attorno al 1180
e decorata con
formelle
illustranti
Storie del
Nuovo
Testamento.
All'interno, la cattedrale è cadenzata da colonne a capitello corinzio, alcune delle quali provenienti dalla
moschea palermitana (bottino del 1063). Il soffitto a cassettoni dorati è interrotto centralmente dalla cupola,
affrescata con una scena della Vergine in gloria e santi, splendido contraltare al mosaico absidale del Cristo in
maestà con la Vergine e San Giovanni evangelista (1320), il cui volto del santo è da attribuire a Cimabue.
All'interno della Cattedrale è
conservato inoltre il famoso
Pergamo di Giovanni
Pisano, capolavoro scultoreo
del primo decennio del
Trecento (e del gotico italiano,
in generale) che coniuga alla
struttura architettonica una
decorazione raffinata e
fortemente comunicativa,
caratterizzata da una
narrazione efficace e
dinamica.
Le formelle del pulpito
illustrano scene della Vita di
Cristo e sono disposte su
pannelli leggermente
incurvati che danno continuità
alla lettura. La base
poligonale del pergamo, luogo
dal quale il sacerdote
effettuava le letture bibliche, è
sorretta da cariatidi
simboleggianti le Virtù.
La struttura più famosa del
Campo dei Miracoli è
indubbiamente la Torre
campanaria, iniziata nel
1173, sotto le direttive di
Diotisalvi o Bonanno
Pisano, situata nella zona
est dell’area. È costituita da
6 ordini di loggiati
praticabili, sovrapposti al
piano terra da una base ad
arcate cieche. Arrivati al
primo ordine, la struttura
subì un cedimento a causa
del terreno argilloso
sottostante, ma proprio
questa pendenza sarà
l’elemento che
contraddistinguerà questo
simbolo italiano nel mondo. I
lavori così si interruppero e
ripresero poi nel XIV secolo,
seguendo la linea stilistica
del duomo e del battistero.
Per quanto riguarda il Battistero, la costruzione fu
iniziata nel 1153, su progetto di Diotisalvi, e fu portato
a termine in periodo gotico. La struttura è circolare, su
due piani, con una cupola fortemente conica. L’esterno
è stato arricchito nel tempo con decorazioni in linea sia
con quelle del duomo (archi ciechi e losanghe), sia in
accordo col gusto personale degli scultori Nicola e
Giovanni Pisano. Padre e figlio, si occuparono del ciclo
di busti e statue per l’esterno del battistero ( molte
delle quali sono conservate presso il Museo dell’Opera
del Duomo di Pisa) con espliciti richiami alle sculture
gotiche francesi, con le loro figure allungate e la
ritrovata monumentalità.

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