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Itinerario 9
Pompei. Veduta
aerea degli scavi
archeologici.
ITINERARIO
Pompei.
Il colore
di una citt
interrotta
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Porta Marina
Porta Ercolano
Tempio di Apollo
Basilica
Foro
Tempio di
Vespasiano
7. Tempio di Giove
8. Macellum
9. Tempio della
Fortuna Augusta
10. Terme del Foro
11. Casa del Poeta
Tragico
1.
2.
3.
4.
5.
6.
15 14
20
18
Fontana piccola
13. Casa del Fauno
14. Casa dei Vetti
15. Casa
del Labirinto
16. Casa delle Vestali
17. Casa della Caccia
Antica
18. Casa
del Menandro
19. Villa dei Misteri
20. Lupanare
21. Casa di Meleagro
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cardo, solitamente centrale, risulta qui spostato verso occidente e orientato da NordOvest a Sud-Est. Esso diviso in tre parti
pressoch uguali da due decumani fra loro
paralleli e a esso perpendicolari, le cui varie intersezioni con la viabilit secondaria
formano le insulae, cio gli isolati nei quali
vengono costruite le case di abitazione.
Lattuale divisione in nove quartieri (o
regiones) frutto del lavoro di riordino archeologico del XIX secolo e serve comunque a individuare con precisione le varie
zone della citt, della quale, a tuttoggi,
stato riportato alla luce poco pi del 60 per
cento della superficie.
Centro commerciale e politico di Pompei, come di ogni altra citt romana, era il
foro, collocato fra i due decumani e a essi
perpendicolare, anche se spostato a occidente del cardo, sui resti del primitivo insediamento degli Oschi. Su di esso, costruito
fra II e I secolo a.C., affacciano la grande basilica, quattro templi, le terme, la curia, vari
uffici pubblici, il mercato delle verdure e dei
cereali e il macellum, lampio mercato porticato per il commercio di carne e pesce.
Tutto intorno, lungo le vie principali e le
loro numerosissime perpendicolari, si distende il fitto tessuto cittadino, dove modeste
botteghe si susseguono senza interruzione a
ricche case patrizie o a pi umili abitazioni
collettive, a un secondo foro triangolare, a
due teatri allaperto, ad altre terme, ai lupanari , ad alberghi e taverne e, nelle regiones
Sud-orientali, ancora a templi, a una vasta
palestra e anche a un grandioso anfiteatro,
capace di circa 20 mila spettatori.
Molte di queste architetture e degli affreschi in esse contenuti, conservatisi pressoch
intatti, rappresentano per noi testimonianze preziose del modo di vivere, oltre che di
costruire e di decorare degli antichi Romani, facendoci meglio capire anche quelli che
erano lorganizzazione e il funzionamento
economici e sociali della citt.
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9.1
Prospettiva
architettonica
I secolo a.C. Affreschi del cubicolo 16
iferibili al secondo stile pittorico (o dellarchitettura in prospettiva), in base alla classificazione che August Mau propose nel 1882,
gli affreschi del cubicolo 16 ricoprono le pareti
di un ambiente con due alcove, cio rientranze
nelle pareti nelle quali potevano essere sistemati i letti.
Una finta architettura prospettica scandisce
tutto lo spazio disponibile e, pur in presenza di
diverse soluzioni per ciascuna parete, un sistema
di grandi paraste negli angoli (con capitelli a volute) che sostiene una trabeazione prospetticamente spinta in profondit, circonda tutto il cubicolo unificandone lornamento architettonico.
Un secondo sistema di colonne, pi basse
delle paraste, sembra forare le pareti che si
aprono su spazi prospetticamente pi arretrati.
In corrispondenza di una delle due alcove tre
volte a botte cassettonate appoggiano su una
trabeazione che corre lungo un muro decorato
nella porzione inferiore a specchiature rosse e,
in quella superiore, a incrostazione di marmi
colorati (tipico del primo stile pittorico). Il muro
ripartito in tre spazi dalla presenza di paraste,
di fronte alle quali sono collocate delle colonne
corinzie, accompagnate dallaggetto della trabeazione che le sormonta.
La seconda alcova caratterizzata, invece,
da un sistema architettonico pi complesso. In
primo piano quattro colonne dai capitelli corinzi, con testine che sostituiscono i fiori dabaco,
sostengono due porzioni di architrave accop-
Lupanare
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9.4
Emblema musivo
con genio bacchico che
cavalca una tigre
I secolo a.C. Mosaico, 163163 cm. Dal triclinio
34. Napoli, Museo Archeologico Nazionale
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9.4
9.5
Genio
Dal latino gnium, derivato dal verbo gignere, nascere. Nelle religioni antiche indicava una divinit
personale, posta a tutela di una persona o di un
luogo.
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Casa di Meleagro
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9.7
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stanze conseguenti allampliamento delledificio, cresciuto attorno al peristilio), i tre frammenti pittorici delle pareti Nord, Est e Sud sono
attualmente conservati al Museo Archeologico
Nazionale di Napoli.
Eseguiti secondo le novit del IV stile, i dipinti costituiscono a tuttoggi lunico esempio
presente in unabitazione privata pompeiana di
affresco comprensivo di parti a rilievo in stucco. La tecnica, infatti, gi sperimentata a Roma
nella Domus Aurea neroniana, riscontrabile
nei siti archeologici campani interessati dalleruzione del 79 d.C. esclusivamente in stabilimenti termali o nella modellazione dei lacunari
delle volte.
Delle architetture fortemente scenografiche
con edicole che definiscono degli sfondamenti
prospettici delle pareti, sono coronate da terminazioni ondulate sormontate da unornamentazione a grottesca su fondo azzurro.
Le edicole minori, ma che appaiono illusionisticamente le pi profonde, ospitano figure
dipinte di offerenti rivolte verso edicole maggiori dove, contro una campitura rossa, figure a
rilievo di Dioniso (parete Nord) e Sileno (parete
Sud) ubriachi sono sostenute e accompagnate
da satiri. Il decoro-rilievo (e gli stucchi modellano colonnine, trabeazioni, lacunari, piedistalli,
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figure umane e animali) alterna e combina porzioni gialle, rosse, verdi e azzurre, mentre si arricchisce di nature morte con pesci, di quadretti
idilliaci con animali al pascolo, paesaggi, puttini
cacciatori, episodi mitologici e porte a due battenti aperte, attraverso le quali si intravedono
delle figure minute e poco caratterizzate. Notevole , invece, la figura femminile inquadrata
dalla porta che compare nel frammento Est.
Tra le pi raffinate dellintera decorazione (pi
vistosa ed esuberante che non attenta alla qualit dellesecuzione) ammantata di rosso, essa
volge lo sguardo e il viso a sinistra, mentre
avanza recando in mano un piccolo scrigno:
quasi unofferta agli ospiti della casa.
9.7b
9.7c
9.8
Sacrificio di Ifigenia
47-79 d.C. Affresco, 140138 cm.
Dallambulacro Est del Peristilio. Napoli, Museo
Archeologico Nazionale
ollocato originariamente in fondo allambulacro Est del peristilio [6], entro una decorazione in IV stile, il Sacrificio di Ifigena, ora al
Museo Archeologico Nazionale di Napoli, uno
dei molti quadri a soggetto mitologico contenuti nella casa, per i quali il proprietario doveva
avere una particolare predilezione. Laffresco
la rileborazione di unopera creata nella Grecia
del tardo V secolo dal pittore Timante e si riferisce proprio allepopea della guerra di Troia.
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