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COSTRUIRE ROMA

COME CAMBIA LA CITTÀ


Apollodoro e le Terme di Traiano:
l’ideazione di un nuovo modello architettonico
RITA VOLPE

L’atto di nascita delle Terme di Traiano è conservato nei Come dimostrato anche dagli scavi recenti 5, negli
Fasti Ostiensi 1, dove è citata la data di inaugurazione: il oltre trenta anni trascorsi tra la morte di Nerone nel 68
22 giugno del 109 d.C. l’impianto fu aperto al pubblico 2. AD (appena quattro anni dopi il grande incendio) e l’ini-
Cassio Dione (69.4.1) ricorda inoltre, all’anno 117 AD, zio della costruzione delle Terme di Traiano, altri edifici
anche il nome del costruttore: “Adriano dapprima esiliò, erano stati previsti e costruiti in questa zona così centrale.
poi condannò anche a morte Apollodoro, l’architetto che La politica urbanistica degli imperatori Flavi aveva portato
aveva costruito a Roma le opere di Traiano: l’agorà, l’ode- infatti alla realizzazione, nelle aree già della Domus Au-
ion e il ginnasio …”. Quello di Apollodoro di Damasco è rea, di edifici dedicati ad uso pubblico, come ad es.
uno dei pochi nomi di architetti che ci siano rimasti, ma l’impianto termale costruito dall’imperatore Tito nella
certamente uno dei più apprezzati e produttivi del suo tem- parte sudoccidentale di questo stesso colle 6 – probabil-
po, (anche se, stando alla testimonianza della fonte, Adria- mente in connessione e a servizio dei frequentatori del
no evidentemente non condivideva l’alta stima che ne ave- vicino Anfiteatro Flavio – o il Templum Pacis, la monu-
va il suo predecessore). Doveva essere l’architetto di mentale piazza porticata considerata spesso uno dei
fiducia di Traiano, che lo accompagnava nelle sue cam- Fori Imperiali, dove erano esposte al pubblico godimento
pagne militari, progettando probabilmente le opere visibili le opere d’arte che Nerone aveva precedentemente ri-
sulla Colonna di Traiano, come il famoso ponte sul Danu- servato per la sua dimora.
bio 3. A Roma Apollodoro fu incaricato dall’Imperatore
non solo della costruzione del foro (agorà), l’ultimo dei
grandi Fori Imperiali, ma anche della progettazione di un Un nuovo modello architettonico
nuovo gigantesco edificio ad uso pubblico: le Terme, de-
finite non a torto ginnasio nelle citazione di Cassio Dione Alle nuove concezioni urbanistiche e architettoniche di
perché costituiscono la monumentale trasposizione in chia- Apollodoro di Damasco si deve non solo la creazione
ve romana del ginnasio greco 4. La zona prescelta per la di un nuovo modello architettonico, ma anche la ricerca
realizzazione del nuovo complesso era quella del Colle del massimo sfruttamento delle fonti energetiche naturali:
Oppio, propaggine più meridionale dell’altura dell’Esqui- l’orientamento del nuovo imponente complesso su un
lino; l’area doveva evidentemente essere disponibile, in asse girato di 35 gradi verso Ovest sembra condizionato
quanto già di proprietà imperiale, fin da quando, dopo dalla volontà di assicurare agli ambienti caldi il massimo
l’incendio del 64 AD, Nerone aveva qui costruito uno dei potenziale della luce e del calore solare.
padiglioni della sua Domus Aurea, circondato dal verde. Il quartiere preesistente le Terme (non solo il padiglione

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esquilino della Domus Aurea, ma probabilmente tutto il continuano a mantenersi gli allineamenti precedenti: la zo-
nuovo impianto urbanistico della zona, nato all’indomani na ad Ovest, verso S. Pietro in Vincoli, è orientata sull’antico
dell’incendio del 64 d.C. che aveva completamente de- asse stradale ripercorso oggi dalla moderna via della Pol-
vastato l’area) era infatti caratterizzato dall’orientamento veriera, mentre il resto del Colle Oppio conserva l’orien-
NS secondo i punti cardinali, sul quale si erano allineati tamento NS, come il serbatoio delle Sette Sale, che
anche gli edifici costruiti in età flavia nell’area circostante. proprio per questo motivo è stato a lungo ritenuto erronea-
Il nuovo orientamento, obliquo rispetto alle strutture pre- mente pertinente alla Domus Aurea neroniana, pur essendo
cedenti, doveva essere limitato al solo complesso termale, invece sicuramente di età traianea (cfr. oltre).
mentre il resto del quartiere manteneva il suo assetto: do- L’accuratezza delle soluzioni escogitate per armoniz-
vevano essere quindi studiate apposite soluzioni per ga- zare la differenza di orientamento tra il vecchio e il
rantire continuità al tessuto urbanistico circostante, soprat- nuovo è un ulteriore elemento che prova l’eccezionalità
tutto nei margini di contatto tra edifici diversamente orientati. e l’audacia del nuovo progetto. Questo prevedeva la
Va infatti notato che intorno al perimetro del complesso realizzazione di una quota unitaria come piano di cal-

1. La pianta delle Terme di Traiano in sovrapposizione al Parco di Colle Oppio, con i resti ancora visibili: 1. Esedra sud-occidentale
(cosiddetta Biblioteca) e portico soprastante la galleria sotterranea; 2. Grande emiciclo del lato sud-orientale del recinto; 3. Gallerie di so-
struzione per il terrazzamento delle Terme nell’angolo meridionale del recinto; 4. Esedra della palestra orientale, aula pavimentata a mosaico
con scena di caccia e parete absidata di uno degli ambienti riscaldati; 5. Crolli delle strutture pertinenti al settore occidentale delle Terme;
6. Esedra-ninfeo nord orientale del recinto perimetrale 7. Cisterna delle Sette Sale con i resti della soprastante domus.

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pestio dell’intero complesso (circa 47 m s.l.m.), su una Le due esedre contrapposte ad E e O presentavano
vasta area che naturalmente presentava livelli differenti, due file sovrapposte di nicchie, destinate a contenere ar-
dovuti alle variazioni della geomorfologia del terreno. madi per libri e documenti, e possono essere quindi
La scelta della quota deve essere stata determinata in identificate come biblioteche/archivi; erano tuttavia de-
base al livello più alto presente nell’area compresa dal stinate anche a riunioni e letture, visto il rinvenimento in
progetto, quello della parte più a N e più alta del Colle quella sudoccidentale di una serie di bassi gradoni, de-
Oppio, dove si sarebbe trovato anche l’ingresso princi- stinati probabilmente a far sedere le persone, come pro-
pale del complesso, rivolto verso i popolosi quartieri vano anche alcuni disegni incisi sui gradini stessi 11.
dell’Esquilino e della Suburra. Tutto ciò che superava la Le due esedre simili sul lato N (di cui si conserva solo
quota prescelta doveva quindi essere demolito, mentre quella orientale) erano invece costituite da due strutture
tutto ciò che era più basso poteva essere utilizzato come concentriche: nell’anello esterno erano i servizi igienici
parte delle fondazioni del grande terrazzamento. L’esem- pubblici (latrine) indispensabili per la frequentazione,
pio più evidente di questo è nell’angolo SE del comples- schermati all’interno del recinto da grandi ninfei monu-
so, in corrispondenza del padiglione esquilino della Do- mentali.
mus Aurea, il cui secondo piano fu demolito, mentre il L’ingresso principale si apriva verso N, su quello che
resto che fu utilizzato come basamento. Nei punti “vuoti” rimaneva dell’antico percorso – forse il vicus Sabuci –
furono costruite nuove strutture destinate a sorreggere e che portava verso la porta Esquilina. È evidente lo
contenere il poderoso interro di dieci/undici metri ne- scopo “pubblicitario” di tale scelta: l’accesso si rivolgeva
cessario per il raggiungimento del livello previsto per le ai quartieri abitati soprattutto da ceti popolari; l’impiego
Terme: strutture parallele vennero costruite nel peristilio e del bottino della guerra Dacica nella costruzione di que-
altre furono addossate alla facciata della Domus per so- sto edificio enorme, grandioso, pieno di luce e di spazi
stenere l’angolo SE del terrazzamento. Nell’angolo su- riccamente decorati, dove anche il più umile dei cittadini
doccidentale del complesso termale, invece, questa dif- poteva godere degli stessi lussi di un ricco, forniva sicu-
ferenza tra il piano di calpestio antecedente e il nuovo ramente un contributo sostanziale alla popolarità dell’im-
livello da costruire superava i quindici metri 7. peratore Traiano.
Il recinto termale vero e proprio era quindi esteso su Dall’ingresso principale si accedeva all’edificio termale
un terrazzamento di 298 x 220 m circa (corrispondenti vero e proprio, costituito da ambienti destinati ai bagni
a circa 1000 x 750 piedi 8), un’area di oltre sei ettari e alla cura del corpo: l’ampia natatio, cui faceva seguito
(60.000 mq), che pur se di proprietà imperiale era, co- sullo stesso asse la grande basilica centrale (frigidarium)
me già visto, occupata da costruzioni; a questa si deve e poi il tepidarium ed il calidarium. Ai lati di questo asse
aggiungere la superficie interessata dagli edifici di ser- erano simmetricamente disposti spogliatoi, palestre ed
vizio (come il serbatoio delle Sette Sale e il vicino hor- altri ambienti.
reum: v. oltre) e le strutture di collegamento, raggiungen- Questa versione romanizzata del ginnasio greco, in
do quindi i dieci/undici ettari (fig. 1). cui alle attività di bagno si affiancavano quelle ricreative
La planimetria del complesso è ricostruibile sia in base del corpo e della mente (nonché forse quelle amministra-
ai resti monumentali ancora conservati – pur se isolati e tive e pubbliche), costituisce il primo esempio e il proto-
non connessi tra loro – all’interno del Parco di Traiano, tipo dello schema delle grandi Terme imperiali, cui si
creato nel 1935-36, sia in base al confronto con le suc- ispirarono in seguito sia le Terme di Caracalla che quelle
cessive grandi terme imperiali che a queste si ispirano. di Diocleziano a Roma e altri complessi in ambito pro-
Inoltre si conservano alcuni frammenti della Forma Urbis vinciale 12.
marmorea di età severiana che ne raffigurano sia l’an- La quasi totale assenza di urbanizzazione dell’area
golo nord-occidentale, perfettamente sovrapponibile alle del Colle Oppio in età medievale e moderna e l’utiliz-
strutture conservate, che la parte del tepidarium e cali- zazione prima per coltivazioni e poi come parco hanno
darium 9. Un’ampia area verde, racchiusa in un recinto favorito da un lato l’interramento del complesso, dall’altro
porticato e libera da costruzioni, circondava su tre lati la conservazione di alcune imponenti strutture in eleva-
il corpo edilizio con gli ambienti termali veri e propri; to 13. Queste si conservano tuttavia isolate all’interno del
sul perimetro del recinto correvano lunghi porticati, sui parco del Colle Oppio, la cui sistemazione, risalente
quali si aprivano ambienti di varie dimensioni, ma so- agli anni Trenta, non consente oggi di percepire l’unita-
prattutto alcune grandi esedre semicircolari 10. rietà del complesso termale.

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Sul lato meridionale è ancora ben percepibile la gran-
de esedra centrale semicircolare, dove oggi si apre l’ac-
cesso alla Domus Aurea, mentre a fianco di essa una
serie di ambienti voltati (addossati alla facciata della do-
mus Aurea stessa) costituiscono la sostruzione della piat-
taforma su cui si ergevano le Terme. Del recinto esterno
sono visibili la grande esedra sul lato SO e quella sul-
l’angolo NE, mentre del corpo centrale si conservano al-
l’interno del parco altre due grandi esedre, una semicir-
colare, l’altra leggermente curva, pertinenti rispettiva-
mente ad una palestra 14 e ad un probabile ambiente
per essudatio. Altri grandi tratti di murature crollate sono 2. Veduta ricostruttiva della natatio delle Terme (elaborazione Bor-
visibili all’interno del Parco, dove si conservano anche ghini-Carlani 2016).
resti di colonne colossali in granito rosa rinvenute a metà
dell’Ottocento, pertinenti probabilmente alla grande aula cessaria al funzionamento delle Terme (la sola vasca
basilicale. della natatio richiedeva almeno 4 milioni di litri d’acqua!
Cfr. fig. 2) poteva essere garantito soltanto dal riforni-
mento di un acquedotto e da una riserva monumentale.
L’acqua delle Terme e le Sette Sale A questo scopo infatti fu costruito il gigantesco serba-
toio noto fin dal medioevo con il nome di Sette Sale,
Nel 1939 alcuni tratti di tubazione in piombo (per posto a NE del complesso, sul lato opposto rispetto a
una lunghezza di 18 metri circa) furono rinvenuti in quello del ritrovamento delle fistule, nel punto più elevato
posto, immediatamente all’esterno del perimetro termale, del colle 16. La scelta del sito è dovuta sia alla sua quota
parallelamente ad esso. Il ricco corredo epigrafico posto che alla presenza del terrapieno relativo alle antiche
su ciascuna di esse (vedi catalogo) menzionava le Terme Mura Serviane, che correvano sul margine E del Colle
di Traiano, e portava la dicitura AQTR, che venne inter- Oppio. Questo venne infatti sfruttato non solo per incas-
pretata come aqua Traiana, dando peso all’ipotesi che sarvi la mole della cisterna (e sostenere quindi la pres-
l’acquedotto costruito da Traiano alimentasse anche le sione dell’acqua in essa contenuta), ma anche perché
sue Terme 15. Questa lettura costituirebbe però un unicum, su di esso doveva passare il ramo di acquedotto che
visto che sulle fistule acquarie non è mai attestato il nome garantiva quotidianamente il rifornimento d’acqua al ser-
dell’acquedotto, ma solo quello del proprietario della tu- batoio, che poteva contenere circa 6000 metri cubi,
bazione stessa (e quindi titolare della diramazione) oltre pari ad oltre sei milioni di litri d’acqua; si tratta proba-
a quelli dei fabbricanti. Nessun dato archeologico può bilmente dell’aqua Iulia 17, in grado di arrivare alla
inoltre essere portato a sostegno di questa ipotesi, che quota di 55 m s.l.m., dove è attestato l’ingresso dell’ac-
deve essere scartata anche per problemi di quote del qua nel serbatoio.
terreno: il percorso dalle pendici del Gianicolo (dove La costruzione, su una superficie di circa 50 x 60 metri
l’aqua Traiana scende) fino alla cima del Colle Oppio è disposta su tre livelli: quello inferiore è costituito da
non garantisce infatti la pressione sufficiente a raggiun- nove ambienti poggianti direttamente sul terreno, con
gere il livello delle Terme. Poco conta anche l’osserva- l’unica funzione di sopraelevare il piano superiore che
zione che sui Fasti Ostiensi la data di inaugurazione era il vero e proprio serbatoio. Questo è costituito da
dell’acquedotto è molto vicina a quella delle Terme: se nove ambienti paralleli larghi circa m 5.20 e di lunghezza
l’acquedotto avesse dovuto garantire il rifornimento del variabile da m 29 a m 39, (poiché la parete orientale
complesso termale non avrebbe potuto essere inaugurato è curva), comunicanti tra loro tramite un sistema di aper-
due giorni DOPO di esso. Inoltre il luogo di ritrovamento ture disposte su assi diagonali, tale da impedire la for-
delle fistule si trova lungo il lato Sud delle terme, a circa mazione di correnti o il ristagno d’acqua. L’interno dei
4 m più in basso del livello del complesso, e sembre- vani presenta pareti in laterizio rivestite in intonaco idrau-
rebbe quindi piuttosto “provenire” dalle Terme stesse, re- lico fino all’imposta delle volte a botte, che furono gettate
cando quindi un genitivo di appartenenza. su una doppia centinatura di mattoni bipedali e bessali
Va infine ricordato che l’enorme quantità d’acqua ne- di cui tuttora sono visibili le impronte nel calcestruzzo.

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Nella terrazza di copertura soprastante il serbatoio fu del piano superiore si aprono dei finestroni per l’area-
realizzata una domus ad atrio, con pavimenti a mosaico zione, mentre in quelle inferiori si trovano i condotti per
e murature in opera mista di tufelli e laterizi, molti dei l’uscita dell’acqua, che passando attraverso condutture
quali presentano gli stessi bolli presenti nel complesso poste in un’apposita galleria di servizio arrivavano a ri-
termale. La costruzione di un edificio residenziale in po- fornire il complesso termale 19.
sizione dominante sull’intero complesso (probabilmente Sempre a servizio delle Terme, va ricordata anche la
riservata al funzionario incaricato della gestione) risale costruzione di un edificio intermedio tra il complesso ter-
sicuramente al progetto originario, ben prima della tra- male e le Sette Sale, proprio di fronte a queste ultime,
sformazione nella lussuosa domus tardo antica con pa- con le quali era strettamente collegato. Presenta anch’es-
vimenti e decorazioni in opus sectile 18. so strutture in opera mista di tufelli e laterizi (con bolli di
Mentre la parte posteriore ricurva dell‘edificio e parte età traianea), ed è costituito da un ampio cortile scoperto
dei lati erano incassati nel terreno, in modo che fossero e porticato, circondato su tutti i lati da ambienti che vi
coperte e contrastate dal terrapieno, era in vista la parte si affacciavano; recentemente è stato identificato come
frontale rettilinea, costituita da una serie di nicchie alter- un horreum, destinato probabilmente a contenere i ma-
nativamente rettangolari e semicircolari. Nelle nicchie teriali necessari al funzionamento delle terme 20.

1
L’iscrizione marmorea frammentaria, con il calendario di avvenimenti di statue dal praefectus urbi Felice Campaniano, ma scavi effettuati
relativi al periodo che va dal 49 a.C. al 175 d.C., fu rinvenuta ad negli strati di abbandono del collettore dell’acqua presso l’esedra
Ostia antica agli inizi del XX secolo. NE mostrano che l’impianto doveva essere stato almeno parzialmente
2
La conferma della datazione ad età traianea dell’intero impianto defunzionalizzato già alla metà del V secolo d.C. (cfr. Carboni
viene anche dai numerosi bolli laterizi ritrovati in varie riprese nelle 2003). Il rinvenimento di sepolture databili alla fine del V e al VI se-
murature dell’edificio (cfr. Bianchi 2010b). Da respingere sembra colo sia nell’esedra NE (Carboni 2011) che in quella SO (Caruso
perciò la teoria, appoggiata a testimonianze tarde, che il complesso et al. 2010a) mostra un’utilizzazione degli edifici parziale e diversa,
sarebbe stato iniziato da Domiziano. forse di tipo abitativo. Gli scavi eseguiti nell’esedra SO mostrano un
3
Sulla figura di Apollodoro soprattutto come architetto militare cfr. interramento del livello originario a partire dal VII secolo d.C.
infra, e La Regina 1999a, che ne ipotizza un’origine nabatea. Per 14
Lavori di scavo e restauro eseguiti nel 1999-2000 hanno portato,
la sua opera cfr. Tra Damasco e Roma 2001. tra l’altro, alla scoperta di un ambiente con mosaico pavimentale
4
Cfr. Volpe 2007. con raffigurazione di belve e venatores (di cui uno di nome Cupido),
5
Volpe 2000a; Volpe 2010. probabilmente pertinente ad una palestra (Caruso 2001).
6
Tradizionalmente per le Terme di Tito si accetta la pianta disegnata 15
Sulle fistule vedi la descrizione analitica di J. Hansen come appen-
da Palladio, che ne farebbe un prototipo delle terme imperiali. dice in De Fine Licht 1990, pp. 111-124. Per l’interpretazione cfr.
Tuttavia l’analisi di alcuni resti delle Terme, identificati e scavati un recente studio di A. Castagna, c.s., presentato nel corso della
alcuni anni fa (Caruso 1989 e 1990), ha dimostrato che il disegno giornata di studi “Terme di Traiano sopra e sotto”, tenuta presso l’Au-
di Palladio è molto ricostruttivo e non differenzia le varie fasi edilizie. ditorium dell’Ara Pacis il 7 giugno 2016, in corso di pubblicazione.
Le strutture conservate sembrano infatti quasi tutte posteriori all’origi- 16
Per una descrizione generale dell’impianto e del suo funzionamento
naria costruzione di età flavia (Calvigioni, c.s.). cfr. De Fine Licht 1990, Caruso, Volpe 2001 e da ultimo Santucci
7
Come dimostrato dagli scavi della Sovrintendenza Capitolina: cfr. 2015. Il monumento, visibile anche nella cartografia storica, si con-
Volpe 2000a; Caruso, Volpe 2000; Caruso et al. 2014. serva quasi integralmente sui margini del Parco del Colle Oppio, con
8
Se si considera anche la larghezza delle due esedre semicircolari accesso in via delle Terme di Traiano 11. Nell’ambito delle ricerche
negli angoli SO e SE la misura aumenta a 330 m circa; cfr. Caruso, che la Sovrintendenza Capitolina ha in corso sulle Terme di Traiano,
Volpe 2001. volte ad una maggiore conoscenza del complesso termale, della sua
9
Frammenti n. 10i (noto solo da un disegno rinascimentale), 10lm, architettura e del suo funzionamento, nel 2015 è stato intrapreso uno
10n, 10opqr, 10s, 10wxy, 10z, 12, 13q, 13r, 13s nella numera- studio sugli impianti tecnici delle Terme, ricostruendo i percorsi idrici
zione di Rodriguez Almeida 1981. A questi va aggiunto il frammento di adduzione e smaltimento delle acque necessarie al complesso ter-
565, che Rodriguez Almeida 1994a ha attribuito alle strutture del male. I primi risultati dello studio, condotto da Leonardo Lombardi ed
calidarium delle Terme. Elettra Santucci con il contributo tecnico operativo degli operatori di
10
Sui resti conservati delle Terme di Traiano cfr. De Fine Licht 1974; Roma Sotterranea, sono stati presentati nel corso della giornata di
De Fine Licht 1976; Caruso, Volpe 2001. studi “Terme di Traiano sopra e sotto”, tenuta presso l’Auditorium del-
11
L’esedra SO si conserva quasi integralmente ed è stata oggetto di l’Ara Pacis il 7 giugno 2016 e sono in corso di pubblicazione.
recenti scavi e restauri (cfr. Volpe 2010a; Volpe, Rossi 2012), mentre 17
Cfr. Volpe, Parisi 2009, in particolare pp.100-102.
quella sull’angolo SE è quasi totalmente crollata nell’Ottocento. 18
Cfr. Volpe 2000b.
12
Cfr. Volpe 2007. 19
De Fine Licht 1990; Carboni 2003; Santucci 2016.
13
Le Terme, insieme con le vicine Terme di Tito, sono ricordate agli 20
Il complesso era già stato identificato e documentato da De Fine
inizi del IV secolo d.C. (e quindi erano funzionanti) nei Cataloghi Licht 1990. Per l’interpretazione come horreum e i confronti (soprattutto
Regionari. Un’iscrizione ricorda che nel V secolo vennero adornate con i più piccoli horrea Epagathiana di Ostia) cfr. Volpe, Geri 2012.

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