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Ege: l’acropoli, il palazzo reale e le problematiche relative allo sviluppo dell’architettura

palaziale di prima età ellenistica.

Nonostante il trasferimento della capitale a Pella, probabilmente sotto il regno di Archelao (413 –
399 a.C.), Ege non perse mai durante la storia del regno macedone, il suo ruolo di prestigio di
centro primitivo della dinastia temenide - argeade prima e antigonide dopo.
Infatti Ege continuò a restare sede principale del consiglio della corona e dell’assemblea dei nobili
che ratificava la nomina del sovrano e, come disposto da Carano – Perdicca , il luogo prediletto di
sepoltura dei re e, saltuariamente , residenza dei sovrani.
Ne è testimonianza il passo di Diodoro Siculo relativo al pretendente al trono Argeo che, benché
supportato dagli Ateniesi, non riesce a convincere “   ” a farsi eleggere re e
allude probabilmente al consiglio e all’assemblea dei nobili che nell’antica capitale si riuniva.
Gli scavi, come sottolineato dalla Girtzy1, condotti per primo da Heuzey nel XIX e
successivamente continuati nel XX hanno prodotto una serie di ritrovamenti tale da permettere una
ricostruzione dello sviluppo architettonico e dello status politico e sociale del sito.
In primo luogo le fortificazioni, costruite in pietra locale e mattoni di fango e rinforzate con torri
rettangolari e semicircolari furono scoperte lungo l’acropoli nella parte sud del sito e includevano il
palazzo.
L’acropoli (fig. 1) ospita alcuni quartieri privati e botteghe lungo il suo acquedotto e comunica col
sito per mezzo di una porta posta nel lato nord del suo peribolo.
La più antica fase delle mura è datata alla fine del IV - inizi III sec. a. C. ( a quell’epoca vennero
ristrutturate dal re Cassandro).
È stata identificata inoltre una fase di restauri sotto Filippo V nel II sec. a, C. e una di distruzione
seguita alla sconfitta di quest’ultimo a Pidna.
Gli edifici dell’Acropoli si datano dal IV fino al I sec. a. C.
Sfortunatamente poi, dice la Girtzy2, non è stato possibile ancora identificare il sito dell’agorà , ma
lo scavo di due strade importanti fa trasparire la possibilità che essa sia situata a nord del palazzo e
del teatro.
Il palazzo si stende sui degradi settentrionali delle colline della Pieria ( a sud – est del sito ), tale da
godere di un vasto campo visivo insieme alla protezione naturale.
Il materiale da costruzione usato fu pietra calcarea, marmo ( solo per gli ingressi), ,mattoni di
fango, tegole di terracotta e legno macedone.
Il palazzo ( fig. 2 – 3) aveva una grande estensione ( circa mq 10.000) e fu organizzato secondo una
struttura con un cortile centrale chiuso da un colonnato di 16 colonne che chiude i quattro lati,
attorno ad esso si sviluppavano delle stanze comunicanti direttamente o indirettamente.
Più specificatamente si possono distinguere: un’ala est, che si raccorda dal centro con un propileo
monumentale (consta di tre stanze con stoà e colonnati a nord e a sud), conteneva diversi ambienti.
Quelli più significativi sono: la tholos circolare, identificata, grazie alla scoperta di un trono e di
offerte votive ( da lì proviene la base con dedica ad Eracle Patroo, databile all’età degli ultimi
antigonidi), come stanza di funzioni ufficiali e religiose ( sala del trono, santuario e prytaneion),
il complesso delle stanze A (identificato come archivio o magazzino sacro) e le stanze D e H ( che
sembravano essere stanze per i simposi).
L’ala sud, che ospitava le più importanti stanze: a partire dalle stanze E, F e G ( al suo centro) , le
quali erano molto elaborate e formavano un’unità (F serviva da anticamera alle stanze E e G) e
evidentemente contenevano letti ed è da identificarsi come la “suite” reale dove avevano luogo i
banchetti per la famiglia reale e gli etairoi.
L’ala ovest dominata da tre grandi stanze ( M1, M2e M3), identificate come stanze per simposi.
L’ala nord consisteva delle stanze N1 – N4 considerate anch’esse adibite per i simposi.
1
M. Girtzy, op. cit.
2
M. Girtzy, op. cit.
Infine nell’angolo sud – ovest del palazzo c’era un edificio supplementare che ricalcava la forma
della casa greca che forse serviva come residenza della famiglia reale.
Il palazzo si data alla seconda metà del IV secolo a. C. ( a partire dall’edificio supplementare
datandolo dopo i primi anni del III secolo d. C.) e fu usato fino all’età romana.
Il palazzo reale di Ege è un edificio che per la sua natura e posizione topografica offre degli
interessanti spunti di riflessione circa l’origine dei palazzi ellenistici e la loro relazione con lo
spazio circostante.
Innanzitutto la disposizione degli ambienti sembra riproporre quelle categorie funzionali che Inge
Nielsen3 individua quali: ufficiali e cerimoniali, sociali, religiose, amministrative, di servizio,
residenziali, pubbliche, ricreative e difensive.
Per quel che concerne le funzioni difensive la stessa studiosa dice che un palazzo può o non può
aver avuto un aspetto difensivo, e che dipende dalla stabilità della situazione in cui il palazzo venne
eretto e usato.
Ora, il palazzo di Ege, sebbene non si conoscano le fasi edilizie di età arcaica, ipotizzate tuttavia
dagli archeologi, risale per come lo si conosce adesso all’età ellenistica, e la presenza della mura di
cinta dell’intero complesso e dell’acropoli, posta a Sud, si spiega con l’instabilità politica della
Macedonia durante la sua storia, soprattutto nel IV sec. a. C.( anche se la datazione delle mura
rimanderebbe all’epoca di Cassandro) fino all’avvento al trono di Filippo II.
Tuttavia i restauri di II sec. a. C. sono indicativi dell’importanza e del prestigio del sito, tali da
costringere gli ultimi sovrani antigonidi a restaurare il circuito murario.
Il complesso palaziale di Ege, per la sua struttura con una grande corte a peristilio attorno alla quale
ruotano diversi ambienti con varie funzioni, trova interessanti confronti nel mondo greco, che
possono anche spiegare perché il palazzo, dopo il trasferimento della corte a Pella, mantiene ( come
si evince dai resti monumentali) una funzione di rappresentanza ma richiede la necessità di essere
difeso con la costruzione di possenti mura.
Tuttavia la società della poleìs, come sostiene la Nielsen4, non richiedeva l’erezioni di palazzi,
perciò non vi sono diretti confronti nel mondo greco continentale a eccezione della Macedonia.
Ed è anche pericoloso adoperare Omero come fonte per cercare confronti nei palazzi delle dinastie
principesche da lui descritte nell’IX – VIII sec. a. C...
Non lo è però combinare le notizie omeriche con le evidenze archeologiche.
I palazzi omerici consistevano sostanzialmente di un cortile interno, spesso con colonne, con un
propylon e circondato da stanze, probabilmente ripartite in due piani.
Possedevano inoltre un megaron che aveva molte funzioni e gli appartamenti della famiglia reale si
trovavano al primo piano.
Due dei più antichi esempi di palazzi o residenze palaziali sono stati trovati in Grecia dopo il
periodo miceneo sono a Zagora ( Andros) ed Emporios a Chios, databili, rispettivamente alla
seconda metà dell’VIII sec. a. C. il primo e al 700 a. C. il secondo.
Sono entrambi situati sull’acropoli, in prossimità del principale tempio della città, ma sono molto
differenti: Zagora è una struttura complessa di circa 500 metri quadrati e consiste di un cortile
centrale circondato da stanze con varie funzioni, con magazzini e cucine.
La sala principale, una larga stanza con un focolare e sedili probabilmente fu aggiunta, con
l’aggiunta di un portico dal cortile.
Il “palazzo di Emporios consiste di una sola grande stanza di 117 metri quadrati, un megaron con
tre colonne nell’asse centrale centrale e un portico con due colonne in antis.
Questi due edifici con megara sembrano essere stati molto popolari in Anatolia in questo periodo e
anche in quello più tardo, al quale Chio fu strettamente legata.
Mentre Zagora fu abbandonata intorno al 700 a. C., Emporios rimase in uso per un altro secolo, e in
entrambi i siti i templi continuarono a funzionare per molto tempo.

3
I. Nielsen, Hellenistic Palaces. Tradition and Renewal, Aarhus University Press, 1994
4
I. Nielsen, op. Cit.
Secondo Boardman il tempio di Emporios continuò a vivere rispetto al palazzo perché Atena era la
dea patrona del re prima che divenisse sempre la salvatrice del popolo.
Del periodo arcaico, dei palazzi dei tiranni, restano poche testimonianze, se si fa eccezione alle
rappresentazioni delle pittura vascolari, per esempio il Cratere François o al palazzo di La risa (fig.
4), dove domina il tipo a megaron.
Ad Atene, durante il periodo dei Pisistratidi, è difficile localizzare il palazzo, ma si può già
escludere l’Acropoli, perché, sebbene le fonti dicano che fu inizialmente occupata da Pisistrato non
vi sono evidenze che testimonino la presenza di un palazzo.
Perciò, dato l’aspetto popolare e demagogico della tirannide pisitratea, la presenza di un palazzo
debba essere cercata nel luogo di principali attività durante la tirannia: l’agorà.
In questo periodo ( metà del VI sec. a. C.) nell’agorà già sorgevano l’edificio chiamato F, sotto la
Tholos, e il complesso C e D sotto il Vecchio Bouleterion.
Inoltre vi erano i templi di Zeus Agoraios e Apollo Patroos, una casa a corte( l’Helieia) posti a Sud,
il Poritco Reale, la Fontana a Sud – Est e infine l’altare dei Dodici Dei.
Se si guarda alle varie funzioni dei palazzi se ne possono notare alcune negli edifici sopra
menzionati: tutta l’area occupa uno spazio di 500 metri quadrati e il Portico Reale e l’Helieia
possono essere visti come parte ufficiale e di rappresentanza.
In particolare gli edifici C e D sono collegati tramite a un muro al largo ma irregolare edificio F
interpretabile come parte residenziale, costruita attorno a un cortile con colonne sui due lati
fiancheggiato da stanze., c’erano altre stanze anche sul lato Sud e Ovest (fig. 5).
Un funzione da banchetto può essere dedotta dalle due grandi fosse da cucina rinvenute a Ovest del
cortile, mentre invece la funzione cultuale era servita dai due templi e dall’Altare dei Dodici
Dei.non è possibile affermare se tale complesso possa essere una residenza reale, tuttavia la
vicinanza ad un area pubblica ( mentre nel caso di Samo le fonti parlano di una residenza di
Policrate sull’acropoli) potrebbe suggerire una sorta di controllo dei tiranni sulla vita pubblica e le
istituzioni5.
Un ulteriore confronto è dato infine dalle case di Olinto dal V – IV sec. a. C. e poche case palaziali
a Eretria di età tardo – classica.
Le case di Olinto, che furono di pianta regolare, erano incentrate attorno uno o più cortili, non
usarono il megaron o la prostàs come stanza principale ma invece fu usato il tipo a pastàs, con più
stanze che fronteggiavano un portico o un corridoio, che a giro si apriva su un cortile.
Gli androòn di Olinto erano del tipo a forma di spiazzo, e due di queste grandi case di Eretria hanno
restituito due androòn di misure differenti, a Olinto i peristilii iniziano a essere introdotti nei cortili
delle case più eleganti di primo IV sec. a. C., mentre essi esistevano dal principio nelle case
eretriesi, che ebbero, per lo più, una corte più piccola con una cucina, bagni ai lati del peristilio,
indicando così che queste case ebbero una funzione ufficiale e residenziale insieme.
Da questi esempi si può dedurre che il principale elemento nei futuri palazzi sarà la corte centrale,
invariabilmente fornita di peristilio.
Per quel che concerne l’aspetto difensivo gli esempi dei palazzi micenei( Micene e Tirino) e poi
Zagora ed Emporios situati su alture difese da mura hanno sicuramente ispirato la struttura
topografica del palazzo di Ege, sebbene come si vedrà poi il complesso assumerà un aspetto di
rappresentanza e sacralità dovuto al prestigio dell’antica capitale.

Bibliografia essenziale:

S. Drogou – C. Saatsoglou Paliadeli, Vergina. Wandering through the archaeological site, Atene,
2000
Girtzy M., historical Topography of Ancient Macedonia. Cities and other Settlement – sites in the
late Classical and Hellenistic period, University Press Thessaloniki, 2001

5
I. Nielsen, op. cit.
I. Nielsen, Hellenistic Palaces. Tradition and Renewal, Aarhus University Press, 1994
M. Andronikos, Vergina : the Royal Tombs and the Ancient City, Atene, 1984

Fig. 1 Ege: pianta del sito e in alto a destra l’acropoli


Fig. 2 pianta del palazzo di Ege
Fig. 3 veduta del palazzo di Ege
Fig. 4 Larisa: fasi costruttive del palazzo
Fig. 5 Atene: edifici arcaici dell’agorà

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