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Il sito archeologico di Segesta venne trovato per primo dal domenicano Tommaso Fazello che, servendosi soltanto delle

antiche fonti letterarie e di un'impareggiabile spirito di riflessione, ha saputo identificare con sicurezza la gran parte dei siti archeologici della Sicilia. Segesta fu una delle principali citt degli Elimi che, secondo Tucidide, sono il risultato dell'incontro tra la gente locale, i Sicani, e i Troiani scampati agli Achei dopo la distruzione di Troia. Secondo Dionisio di Alicarnasso gli Elimi erano parte di una spedizione di Italici, nella terza generazione prima della guerra di Troia. Ancora oggi storici e antropologi sostengono accesi dibattiti sull'origine di questo misterioso popolo antico. La citt, fortemente ellenizzata per aspetto e cultura, raggiunse un ruolo di primo piano tra i centri siciliani e nel bacino del mediterraneo, fino al punto di poter coinvolgere Atene e Cartagine nella sua secolare ostilit con Selinunte. Distrutta l'eterna rivale, grazie allintervento cartaginese nel 408 a.C., Segesta visse un periodo di pace, fino ad essere conquistata e distrutta da Agatocle di Siracusa (nel 307 a.C.), che le impose il nome di Dicepoli, citt della giustizia. In seguito, ripreso il suo nome, pass nel corso della prima guerra punica ai Romani che, in virt della comune origine leggendaria troiana, la esentarono da tributi, la dotarono di un vasto territorio e le permisero una nuova fase di prosperit, permettendole molte liberta. Segesta venne totalmente ripianificata sul modello delle grandi citt microasiatiche, assumendo un aspetto molto scenografico. Si a lungo ritenuto che Segesta fosse abbandonata dopo le incursioni vandale, ma recenti indagini hanno rivelato una fase tardo-antica, una chiesa cristiana, un esteso villaggio di et musulmana, seguito da un insediamento normanno-svevo, dominato da un castello alla sommit del Monte Barbaro. Notevole la presenza di una moschea, il primo ritrovamento di questo genere in Sicilia, identificata con certezza per la nicchia del mihrab, elemento presente in tutte le moschee antiche e moderne. Gi famosa per i suoi due monumenti principali, il tempio di tipo dorico, pi esattamente un peristilio e il teatro, Segesta vive ora una nuova stagione di scoperte, dovute a scavi finanziati dalla Comunit Europea con il fondo Europeo di Sviluppo Regionale, in collaborazione con le maggiori Universit italiane. Gli scavi archeologici cominciati nel 1989 hanno permesso di ricostruire con precisione l'evoluzione urbanistica della citt. Segesta occupava la sommit del Monte Barbaro (due acropoli separate da una sella), naturalmente difeso da ripide pareti di roccia sui lati est e sud, mentre il versante meno protetto era munito in et classica di una cinta muraria provvista di porte monumentali, sostituita in seguito (nel corso della prima et imperiale) da una seconda linea di mura ad una quota superiore. Al di fuori delle cinte murarie, lungo le antiche vie daccesso alla citt, si trovano due importanti luoghi sacri: il tempio di tipo dorico (430-420 a.C.) e il santuario di Contrada Mango (VI-V sec. a.C.). Fuori le mura stata anche individuata una necropoli ellenistica. Lurbanistica di Segesta ancora in corso di indagine: sono segnalati alcuni probabili tracciati viari, larea dellagor e alcune abitazioni. Sullacropoli Nord, dove si trova il teatro, sono visibili i resti pi recenti di Segesta: il castello, la moschea e la chiesa fondata nel 1442 su un terreno pluristratificato.

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