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“Anche i Fenici abitavano in Sicilia, tutto intorno, dopo aver occupato i promontori
sul mare e le piccole isole vicino la costa per promuovere il loro commercio con i
Siculi; ma quando i Greci iniziarono a giungere in gran numero dal mare, lasciarono
la maggior parte delle loro sedi, si riunirono i comunità e occuparono Mozia, Solunto
e Panormo vicino agli Elimi: avevano fiducia nella loro alleanza con gli Elimi e per il
fatto che da questa città, la distanza tra Cartagine e la Sicilia richiede un tragitto
brevissimo”
Thuc, VI 2,6
Le fortificazioni
Il tratto più consistente delle mura
urbiche di età punica si trova al di sotte
delle cinquecentesche Sale Duca di
Montalto al Palazzo Reale, mentre altri
resti sono sparsi in varie zone della città
vecchia (il quartiere oggi noto come
Cassaro). Esse sono costruite in opera
isodoma di calcarenite estratta da cave
locali e tagliata in blocchi squadrati in
maniera incredibilmente precisa ed
assemblati senza uso di malta
alternativamente in filari di testa e di
taglio.
La cinta muraria della città di Palermo dopo i cinque baluardi proposti dal Ferramolino,
vedrà la nascita di altri bastioni. In una cartina storica risalente al 1571 I bastioni sono
dodici e così denominati;
” di San Giorgio - di San Giuliano - di San Vito - Di Pipirito - di San Jacopo - di San
Pietro al palazzo - di porta Mazara - di Sant' Agata - di Sant' Antonio - del Spasmo -
Veca - lo Terremoto”.
A partire della seconda metà del XVIII, venute meno le esigenze difensive della città, le
cortine difensive e i baluardi saranno o demoliti o privatizzati per essere destinati a
giardino pensile.
Baluardo di S. Vito - Il baluardo di San Vito, che si
trova tra porta Carini e il teatro Massimo, fu
conosciuto in passato anche con il nome di Gonzaga
o di “S. Agata delle mura”. Realizzato nel 1536, nel
1781 fu concesso al monastero di S. Vito che vi
impianto un giardino con vari padiglioni. Del baluardo
resta visibile ancora il “mergolone”, anche se
occultato da numerosi corpi di fabbrica
ottocenteschi.
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