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L’EGEO TRA LA FINE DEL XIII E XI SECOLO

Il collasso dei palazzi micenei


La fine del Periodo Palaziale miceneo visto prima come una sorta di evento improvviso è
stata abbandonata per abbracciare una visione più sfumata che vede questo fenomeno come il
termine di eventi progressivi che si sarebbero succeduti a partire dalla metà del XII (TE
IIIB1), quando una seria di distruzioni di carattere naturale, colpì l’area, causando un primo
indebolimento del potere statale. Alla fine del TE IIIB2, la civiltà micenea sarebbe collassata
nella tipologia della società palaziale, come struttura politica amministrativa fornita di un
apparato burocratico attestato dalla Lineare B. Siamo quindi nel 1200 a.C. Questa transizione
tra TE IIIB al TE IIIC è stata l centro di numerosi dibattiti a proposito delle cause: -
Catastrofi naturali
-Attacchi esterni
- Conflitti esterni
Sicuramente una serie di terremoti ha devastato numerosi siti micenei, ma le distruzioni ed i
relativi incendi non possono essere stati causati da eventi naturali, per cui si può suppore
l’azione umana, un attacco esterno o interno. Tracce di terremoti sono presenti a Tirinto,
Micene, Midea e Tebe nel XII, ma mancano a Pilo. Al XIII secolo si datano le opere di
rafforzamento delle cittadelle fatte probabilmente in previsione di minacce di altra natura. Si
può parlare quindi di una somma di cause in un periodo dove era in atto un declino del
sistema palaziale. Alcuni siti vennero abbandonati ma altri continuarono ad essere abitati
senza però edifici paragonabili a quelli precedenti. Si nota una diminuzione nel popolamento.
Le lotte intestine o gli eventi catastrofici naturali come terremoti portano ad una crisi
dell'economia del palazzo basato sulla redistribuzione dei beni che solitamente avviene o
durante le feste rituali o attraverso il pagamento di un lavoro effettuato (artigiani metallurgici;
lana e tessili; oli profumati). manca completamente la menzione della gestione della
ceramica.

Testimonianze archeologiche
Nel TE IIIB2 visano tangibili testimonianze del deterioramento del potere dei palazzi tra cui
si ricorda:
 Pilo: Si attesta una nuova fase edilizia con la costruzione di nuove ali per ampliare e
magazzini dell'olio, due nuovi ambienti a cielo aperto dove si preparavano unguenti
profumati. A questa fase anche l'ampio magazzino per conservare il vino. Lo
stravolgimento nella planimetria denota la volontà di accentrare all'interno del palazzo
il maggiore possibile di attività.
 Micene: La Cittadella si amplia e alcuni edifici esterni all'interno dei quali vi erano
depositi di olio e spezie o materiale deperibili vengono spostati all'interno. Inoltre si
dota di un nuovo approvvigionamento di acqua con la costruzione della cisterna.
 Tirinto: Dopo un incendio alla fine del TE IIIB1 le mura ciclopiche inglobano l'intera
cittadella e vengono costruiti nuovi edifici nella città bassa. Si amplia
l'approvvigionamento d'acqua con la volontà di potenziare ogni tipo di difesa di fronte
a minacce esterne.

Testimonianze archeologiche di nuovi reperti


 Barbarian Ware: si tratta di una ceramica di carattere preistorico prodotta a mano il
repertorio e vasellame comune. compare la prima volta a Creta nel TM IIIB e nelle
fasi finali devi palazzi della Argolide. Nel TE IIIC è attestata a Micene, Tirinto e
Dimini. Si attesta che questa ceramica era un prodotto locale per cui è stata
interpretata come l'indicatore della presenza di un elemento etnico non miceneo
presente nel periodo immediatamente successivo alla distruzione dei palazzi del
Peloponneso. Alcuni studiosi hanno messo in rapporto questa ceramica con la
comparsa delle fibule e delle spade Naue II (identificate già come elementi degli
invasori settentrionali) riferendoli ad un unico fenomeno. altri ipotizzano che questi
oggetti passano essere il prodotto di scambi commerciali
 Spade Naue II: si tratta di grandi spade comparse attorno al 1200 e che insieme alle
altre armi offensive e difensive fanno supporre un cambiamento nelle tecniche di
combattimento basate sulla fanteria anziché sui carri. Sulla base di paralleli
individuati nell'area balcanica si sono attribuite ad una possibile invasione della
Grecia da nord ma è più probabile che siano il risultato di influenze da aree extra-
egee.
 Fibule: figure ad arco di violino che riflettono nuove forme di abbigliamento

Testimonianze testuali
da alcune tavolette in lineare B di pilo si potrebbero evincere notizie riguardo ad una
aspettativa da parte degli abitanti di un imminente attacco esterno.
 Tavolette O KA: sono un gruppo di tavolette che trattano la protezione delle coste
della Messenia. Sono state interprete come i preparativi militari a fronte di una
emergenza ma potrebbero anche essere una normale procedura di salvaguardia dei
confini.
 Tavoletta dei Bronzieri: in questa tavoletta si richiede del bronzo per impiegarlo
nella costruzione di armi chiedendolo a tutte le circoscrizioni del regno. Si parla del
bronzo come bronzo del tempio ma non sappiamo se si fa riferimento ad una
situazione di emergenza.
 Tavoletta della processione: nella tavoletta si fa riferimento ad una festa eccezionale
il cui carattere straordinario è stato interpretato come la volontà di ingraziarsi tutte le
divinità in un momento di difficoltà. Non sappiamo se semplicemente questa festa
fosse da rintracciare in una delle più importanti cerimonie annuali come quella fatta
durante il mese della navigazione.
Queste tavolette sono l'elemento essenziale della burocrazia palatina portato agli stremi che
quindi non né un indice di forza ma di debolezza. Sistema quasi maniacale di annotare nei
minimi dettagli l'organizzazione per dimostrare quanto sia efficiente ma che nella realtà non
lo è.

Testimonianze linguistiche
la varietà micenea si può inquadrare in quello che è definito il greco orientale o meridionale
mentre il dialetto dorico appartiene a quello settentrionale. alcune tracce di forme di dorico
sono state considerate un indizio della presenza di genti parlanti il dialetto dorico che però
ricoprivano una posizione sociale di scarso rilievo.

Patrimonio leggendario
la teoria delle invasioni e migrazioni è legata a due questioni: il problema della guerra di
Troia e e il problema dei Popoli del mare.
 Guerra di Troia: questo problema sussiste solo se si riconosce nella guerra di Troia
un evento specifico che si aggira attorno al 1200. Dovrebbe trattarsi di una guerra fra
forze micenee alleatesi fra loro opposte a quelle dell'occidente anatolico.
Difficilmente però si può contestualizzare storicamente, tuttavia si può riconoscere
nel mito una serie di elementi che possono essere riferiti sia all'età micenea che ai
periodi successivi.
 Popoli del mare: si tratta di una serie di gruppi distinti che invasero le aree costiere
del Mediterraneo orientale ma vennero fermati da Ramsete III. Solo una piccola parte
di queste genti possono essere identificati con popolazioni esterne all'egeo. Solo i
Peleset (Filistei) sembrano avere una chance per essere identificati come originari dei
Balcani.
La leggenda che è stata legata più spesso alla rovina dei palazzi micenei e quella
dell'invasione dorica che rappresenterebbe una propaggine di questi movimenti di popoli. In
realtà si limiterebbe ad una migrazione da sud all'area propriamente micenea. Non vi sono
testimonianze archeologiche ne linguistiche.

CRETA
Non è possibile determinare in modo preciso la fine del età palaziale finale e l'inizio dell'età
post palaziale a Creta in quanto dipende dalle diverse datazioni della distruzione di Cnosso. Il
ritrovamento di tavolette in lineare B a Chanià attestano che l'attività amministrativa era
ancora praticata nel XIII secolo ed è probabile che knosso esercitasse ancora delle funzioni
palaziali. Con la distruzione finale di Cnosso e la scomparsa di ogni traccia di scrittura e
quindi di attività amministrativa, Creta perde la sua posizione di primo piano. Il livello di
prosperità in generale inizia a declinare e con la riduzione di ricche tombe. Rinvenuto da
Evans tra le rovine un santuario denominato il sacello delle Doppie Asce. Con la fine dei
palazzi cessa anche l'autorità sulla religione ed infatti nel TM IIIC appaiono piccoli santuari
all'interno degli insediamenti e delle case.
La situazione nella Creta occidentale è diversa, infatti nel corso del TM IIIB a Chania si
attestano costruzioni nuove ed anche la ceramica raggiunse una grande diffusione nell'egeo e
a Cipro soprattutto con la fabbricazione di anfore a staffa (alcune delle quali con iscrizione in
lineare B dipinte). Presente una necropoli ad Armeni con tombe a camera di tipo miceneo e
sepolture entro larnakes.
Nel TM IIIB nella Messarà era attivo ancora il sito di Haghia Triada, Con l'agorà e gli edifici
circostanti mentre dopo una distruzione l'uso si attesta attorno al piazzale dei sacelli. Nel TM
IIIC invece fu utilizzata un'area di fronte al megaron e dalla stoà come santuario all'aperto
senza edifici attestato dal rinvenimento di centinaia di offerte votive.
L'inizio del XII secolo è contrassegnato da turbamenti in tutto il mondo egeo che culminano
con la distruzione dei palazzi micenei, anche a Creta domina un clima di insicurezza che si
manifesta nelle distruzioni ed abbandoni di numerosi siti. Nel TM IIIC assistiamo alla
fondazione di nuovi abitati in posizioni protette in netto contrasto con il periodo precedente:
gli abitati sono costruiti in zone difendibili di difficile accesso, su sommità di alture rocciose
in modo da esercitare una funzione di controllo sulle coste e vallate. Si tratta di piccoli centri
a volte difesi da mura. In alcune zone montane risultano spesso presenti due siti appaiati che
cooperavano nel controllo dei passi e degli accessi alle aree circostanti. La fondazione di
questi nuovi siti è messa in relazione con il fenomeno di migrazioni dei micenei dal
continente verso le isole, ma per altri studiosi questi spostamenti potrebbero essere stati
determinati da nuove condizioni economiche e politiche.
 Karfì: Centro ubicato in una zona isolata e inospitale caratterizzato da edifici costruiti
su livelli diversi Uniti da rampe di scale i luoghi di culto erano invece più isolati.
Il periodo di passaggio tra Tardo Bronzo e Protogeometrico viene denominato Subminoico ed
è caratterizzato da uno spopolamento generalizzato a seguito di condizioni di insicurezza che
portano la popolazione ad abitare in siti montani. In queste zone la tradizione culturale
minoica si preservò mentre nell'isola si affermano gradualmente i caratteri dell'età del ferro:
cremazione, uso del ferro e fibule.

La ceramica
dopo la caduta di knosso la produzione di ceramica si afferma con linee di sviluppo locali in
diverse aree di produzione anche se si osserva una omogeneità generale.
 TM IIIB: Ceramica di argilla chiara e decorazione bruno-arancione. Si nota una
decorazione zonale, con motivi standardizzati, astratti e schematizzati; oltre quelli di
origine naturalistica ( polpi, uccelli fiori ) si affermano sempre di più i motivi
geometrici. Le forme sono di origine micenea: anfore a staffa, crateri, albastra e gli
schyfoi,
la tazza profonda che costituisce il principale elemento distintivo della produzione
continentale del TE IIIB.
La ceramica evolve con una certa gradualità nel quale si osserva uno scadimento qualitativo
nel corso del tempo.
 TM IIIC: Fringed style. Vasellame di buona qualità caratterizzato dalla decorazione
con frange; sembra essere una variante cretese del cosiddetto Stile Chiuso (TE IIIC)
del continente che era caratterizzato da un accentuato horror vacui. I motivi più
comuni sono i polpi, gli uccelli, i fiori e le conchiglie, oltre alle frange vi sono molte
linee ed elementi di riempimento.
 Sub-minoico XI secolo: la qualità va peggiorando ulteriormente e la decorazione è
sempre più semplice ed astratta esclusivamente di carattere geometrico.

Le altre produzioni artigianali


Con le fasi più avanzate del TM IIIB scompaiono le pitture parietali ed i vasi in pietra. I
sigilli sono esemplari riutilizzati soprattutto in contesti tombali.
Tra il TM IIIA e il TM IIIC si afferma la tendenza a mettere nei luoghi di culto delle statuette
in terracotta (personaggi femminili) con le braccia alzate. Questi idoli ( 10/85 cm) avevano la
testa il collo i seni e le braccia realizzati a parte e successivamente applicati al busto. Spesso
portavano copricapo o corone con applicazioni plastiche che avevano un valore simbolico
come fiori di papavero, serpenti, uccelli o corna di consacrazione. Rinvenute in gruppo, sono
state identificate come le dee con le braccia alzate, ma non è chiaro se si trattasse di divinità o
dell'immagine delle devote che partecipavano alle cerimonie. Le figure potevano essere
portate durante la processione e apposte sulle mensole o banchine all'interno dei santuari.
Diffuse solo a Creta perché erano un riferimento molto forte della religione minoica saranno
un'iconografia molto significativa per identificare una continuità religiosa che si riscontra
anche nei centri montani di difficile accesso.
Insieme a questi idoli erano associati gli Snake tubes,dei tubi cilindrici in terracotta che
assumevano a volte la forma di serpenti. Si ipotizza l’uso durante le cerimonie a carattere
ctonio o come supporti per le offerte, o per versare il liquido al suolo.
Sopravvissero alcune pratiche religiose minoiche nell'età del ferro soprattutto nei santuari
all'aperto e nelle caverne sacre come l'Antro Ideo.

IL CONTINENTE
In passato si considerava il periodo Post Palaziale come l'inizio dei cosiddetti Secoli Oscuri
ma nonostante non vi fosse più traccia dell'organizzazione politica, economica e sociale,
rappresentata dal palazzo miceneo, si può considerare il TE IIIC come un'ultima fase di
espressione della civiltà micenea. Ancora ricca di fermento nella cultura materiale ed in
continuità con i periodi precedenti, questa fase è però caratterizzata da una indubbia
instabilità.
 I palazzi distrutti (Pilo, Micene, Tirinto e Tebe) non furono più ricostruiti visto che le
società che rappresentavano erano ormai scomparse. Tuttavia il collasso non portò ad
una rottura completa infatti sia a Micene che a Tirinto le mura di fortificazioni
continuarono ad essere in uso a Micene furono ricostruite numerose case della
Cittadella ed il granaio vicino alla porta dei leoni fu a lungo abitato nel corso del TE
IIIC:
 Tirinto: furono riparate alcune porzioni delle mura E della Cittadella bassa insieme al
quartiere al di fuori che fu ricostruito secondo una nuova pianta. Nel TE IIIC Tirinto
sostituisce Micene come centro più importante della regione. nella Cittadella ha alta
fu edificato sopra il grande megaron Un'importante edificio (edificio T) con focolare
centrale e tre colonne in fila mentre nella Cittadella bassa si costruirono diversi edifici
tra cui un sacello. la città al di fuori delle mura risulta essere costituita da strutture
abitative magazzini ambienti di lavoro ed appare un grande edificio a megaron
suddiviso da colonne ( Megaron W).
 Midea e Lefkhandi: presentano edifici a megaron di nuova costruzione Risalenti al
TE IIIC.
Il 1200 il quadro degli abitati continentali si presenta più vario rispetto a Creta con un numero
minore di siti di nuova fondazioni in posizioni difendibili. In Corinzia e Messenia le
abitazioni si concentrarono in numeri ridotti di stanziamenti. In Beozia alcuni villaggi in zone
non difendibili continuarono ad essere abitati. Aumentano il numero di tombe in alcune aree
(Acaia, Cefalonia Rodi) della Grecia occidentale in cui comparvero sepolture di individui di
alto rango con ricchi corredi. In questo fenomeno non si può riconoscere l'arrivo di rifugiati,
ma piuttosto bisogna interpretarlo come un fenomeno di nucleazione cioè di concentrazione
di popolazioni in pochi centri.
Infatti, vi sono molti dubbi a proposito del fatto che dopo il crollo della società palaziale
micenea fossero avvenute massicce immigrazioni verso Cipro, Levante e l'Italia di
popolazioni egee. Sono invece significativi proprio in questo periodo i rapporti con l'Italia
peninsulare e Cipro rappresentati dalle innovazioni in campo dei costumi funebri,
abbigliamento e cultura materiale.
Nelle fasi più avanzate del TE IIIC a Micene e Tirinto si attestano distruzioni con il fuoco a
seguito di azioni belliche di cui il Vaso dei Guerrieri di Micene è l'elemento di conferma di
tensioni e di instabilità.
La religione e i costumi funebri
A Micene il Cult Center non venne più usato mentre a Tirinto fu costruito un piccolo sacello
a forma di megaron nella Cittadella bassa. Si tratta di un edificio con un piccolo portico che si
apre su una stanza in cui erano presenti un focolare centrale ed una banchina con figure
femminili con braccia sollevate. Un elemento di continuità sono le figure umane ed animali
rinvenute nei contesti tombali.
Per il periodo Post Palaziale i costumi funebri sembrano in parte in continuità con l'Epoca
Palaziale, la maggior parte delle tombe erano ancora a camera ma come ci attesta la nuova
necropoli di Perati queste erano più piccole e più rozze. Spesso vi contenevano una o due
sepolture; inoltre presenti anche tombe a pozzetto e cremazioni. In Messenia sono utilizzate
ancora le tombe a tholos ma non sono più costruite tombe monumentali.
La cremazione fa la sua comparsa nelle tombe a camera del TE IIIC di Perati e a Rodi.
Questa pratica sarebbe stata introdotta forse dall'Anatolia visti i confronti con la necropoli di
Troia VI h. Si assiste al riemergere di una pratica del ME con l'uso di tombe a cista forse
nell'impossibilità di utilizzare le grandi tombe a camera collettive.

Artigianato
Come risulta dai corredi della necropoli di Perati,i gioielli, i sigilli e gli avori sono piuttosto
semplici.
Nella bronzistica invece si notano aspetti interessanti con l’introduzione delle spade Naue II
che divennero comuni nel TE IIIC, che riflettono contatti con l'occidente.
La ceramica del TE IIIC è caratterizzata da un progressivo scadimento qualitativo ma si
possono riconoscere alcune ceramiche di alta qualità considerate come prodotti di lusso per
contesti tombali: la Close Style in Argolide, Octopus Style in Attica, Cicladi e Dodecaneso,
Fantastic Style a Lefkhandi e la Fringed Style a Creta. Alla fine del TE IIIC la notevole
povertà di forme e di motivi decorativi suggerisce un cambiamento nel sistema di produzione.
 Vaso dei Guerrieri: cratere alto 42 cm rinvenuto in una casa a sud del Circolo A di
Micene databile al TE IIIC. La decorazione è costituita da guerrieri in marcia con
elmi di nuovo tipo mentre una donna sconsolata li saluta.

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