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RINALDI TUFI ARCHEOLOGIA DELLE PROVINCE ROMANE

CAPITOLO 1: LE PRIME PROVINCE.

SICILIA Le vicende della conquista romana della Sicilia sono connesse con la lotta contro
Cartagine. L’arrivo dei Romani in Sicilia coincide con la prima guerra punica quando nel 264 a.C
vennero chiamati in aiuto dai Mamertini contro i Cartaginesi (con i quali Roma si contendeva il
controllo del Mediterraneo). Molti degli eventi delle guerre puniche si svolsero sull’isola e alla fine
i vincitori ovvero i Romani riuscirono ad annettere l’isola che divenne la prima provincia del loro
impero nel 241 a.C dopo la sconfitta dei Cartaginesi alle isole Egadi. La Sicilia divenne il granaio
di Roma nonché divenne luogo di residenza per personaggi facoltosi. Successivamente il ruolo di
granaio di Roma venne svolto dall’Egitto e dall’Africa Porconsolare. In età tardo antica Diocleziano
inserisce la Sicilia fra le province dell’Italia suburbicaria e recupera la sua funzione di
approvvigionatrice di Roma rifornendo l’economia latifondista con ricchi proprietari di tenute che
vivono in splendide ville o palazzi (Piazza Armerina). Giungono poi i Vandali, gli Ostrogoti di
Teodorico, i Bizantini. Durante le guerre tra Goti e Bizantini la Sicilia si schiera con questi ultimi
recuperando il suo ruolo di granaio di Roma. Prima di Roma l’isola conobbe il periodo della
colonizzazione greca: i Corinzi fondarono Siracusa nel 734, i Megaresi fondarono nel 728 Megara
Hyblea, i Calcidesi dell’Eubea fondarono Zancle, Nasso, Catania, Reggio, nel 688 Cretesi e Rodioti
fondarono Gela. Ma anche le città greche della Sicilia fondarono nuove città: nel 650 Zancle fonda
Imera, nel 651 o 628 Megara Hyblea fonda Selinunte, nel 599 Siracusa fonda Camarina e nel 589
Gela fonda Akragas (Agrigento). Colonizzazione fu un evento importantissimo che determinò
nuove situazioni politiche, economiche, culturali. Si affermò la tirannide: Gelone che nel 485
conquista Siracusa e poi Imera e Megara, si allea con Agrigento arrivando a controllare tutta la
Sicilia orientale. Reggio si preoccupa e chiede aiuto ai Cartaginesi che vengono però sconfitti nel
480 ad Imera. Quando Gelone morì nel 478 gli successe il figlio Gerone che partecipò alle lotte
contro gli Etruschi fino alla vittoria a Cuma del 474. Dopo la morte di Gerone Siracusa si da un
governo democratico anche se non cessarono le lotte interne ed esterne. Durante la guerra del
Peloponneso Siracusa aiutata da Sparta sconfigge Atene alleata di Segesta in lotta contro Selinunte.
Quando incombe la minaccia Cartaginese a Siracusa si rinstaura la tirannide con Dionigi I il
Vecchio che ha come obbiettivo proprio quello di sconfiggere il nemico punico, obiettivo che
manterranno anche i suoi successori come Agatocle che nel 316 porterà la lotta contro Cartagine in
Africa. Dopo la sua morte Siracusa chiama in aiuto il re dell’Epiro Pirro che occupò tutta l’isola ma
non riuscì a conservarne il controllo. Con la tirannide di Gerone II la Sicilia fu il teatro delle lotte
tra Roma e Cartagine.
ROMANIZZAZIONE Avviene non con la fondazione di nuove città ma con la
monumentalizzazione e la ristrutturazione di edifici o situazioni già esistenti. Molte città durante le
guerre puniche vengono distrutte come Selinunte nel 250 e Gela nel 282. Con la riorganizzazione
Augustea delle province la situazione cambia radicalmente; molte città diventano dei municipia
(Agrigento) e altre colonie (Taormina, Catania, Messina); dal punto di vista urbanistico si interviene
in modo circoscritto su alcuni monumenti come gli edifici da spettacolo: Tindari nel I-II secolo d.C
viene ampliata la cavea, l’orchestra viene trasformata poi in arena, Taormina il teatro eretto
all’epoca di Gerone II viene rifatto in età augustea con l’ampliamento della cavea, la costruzione di
un edificio scenico con decorazione su due ordini, inserimento di statue (Augusto, magistrati
romani, Afrodite, Artemide). Si costruiscono anfiteatri attestati a Siracusa, Catania, terme,
acquedotti. Si conosce un caso in cui viene mutata la fisionomia di un intero quartiere, quello di
Akradina a Siracusa. Augusto inserisce una piazza porticata, con tempio su alto podio di I d.C e alle
sue spalle una cavea teatrale. Si tratta di un monumento già esistente in età repubblicana in cui si
sono verificati interventi in età imperiale. Non sono note le circostanze dell’introduzione del
cristianesimo nella città di Siracusa. Sicuramente ben attestate le ville tardoantiche, legate alla
formazione dei latifondi e all’emergere di ricchi proprietari. Un esempio è dato dalla Villa di Piazza
Armerina costituita da un nucleo principale con peristilio, basilica e due appartamenti di abitazione,
un peristilio a pianta ovoidale con aula thricora ovvero a tre absidi, dopo un lungo corridoio
trasversale vi erano le terme. Ciò che stupisce di questa villa sono i pavimenti a mosaico eseguiti da
maestranze nord africane (Grande e piccola caccia, fatiche di Ercole). I proprietari forse erano
Ceionio Rufio Volusiano e il figlio C. Ceionio Rufio Albino vissuti nella prima metà del IV secolo
d.C.

SARDINIA La Srdinia et Corsica divenne provincia nel 227 a.C. La Sardegna divenne romana
dopo la fine della prima guerra punica e dopo la sconfitta di Cartagine. Con la riorganizzazione
augustea delle province nel 27 a.C la Sardegna ancora unita alla Corsica viene inizialmente
assegnata al Senato, ma poi viene rivendicata dall’imperatore, Tiberio le separa e la Sardinia
passerà più volte dalla condizione di provincia senatoria a provincia imperiale. Una delle
problematiche principale di questo territorio era il brigantaggio, insieme alla Sicilia, l’Africa e
l’Egitto era fra le massime fonti di approvigionamento di grano per Roma e l’Impero. Dopo la
riforma di Diocleziano la Sardegna segue le sorti dell’Italia. Prima dell’arrivo di Roma la Sardegna
vide alla fine del II millennio l’arrivo di navi e commercianti fenici, presenza che si consolida nel
IX secolo e porta nell’VIII alla creazione di città costiere come Nora, Sulcis, Tharros, e che nel VII
si estende anche nelle zone interne. Nel VI arrivano i Greci che fondano Olbia su un preesistente
insediamento fenicio, i Cartaginesi presero ben presto il posto dei Fenici alleandosi con gli Etruschi
e sconfissero i Greci nel 535 a.C nel mare di Alaila. Ben presto Cartagine si assicurò il controllo
dell’isola, controllo che nel 509 venne riconosciuto da Roma.

ROMANIZZAZIONE Un quadro di insieme della Sardegna romana ci viene offerto da Plinio


nella Naturalis Historia almeno per la prima età imperiale. Una particolarità di questa regione sta
nello stretto legame che vi è tra centri abitati, zone produttive e vie di comunicazione. I porti
principali erano quello di Caralis, Turris Libisonis che erano i punti di imbarco per il frumento
dell’entroterra, Sulcis svolgeva lo stesso ruolo ma per i prodotti minerari, Olbia sorgeva vicino ad
uno dei pochi approdi lungo la costa orientale. Dell’urbanistica della Sardegna romana non
conosciamo molto a causa delle ricerche scarsamente organiche e alle mancate pubblicazioni. Una
delle realtà meglio conosciute ed indagate è Nora sul versante meridionale dell’isola, nella parte
centrale (che corrisponde al nucleo più antico della città romana) troviamo il foro, il teatro, un
tempio, le terme che insistono su preesistenze puniche. Più che un tempio si tratta di un santuario
che oltre al tempio comprendeva anche altri ambienti di culto. Il tempio che forse era esastilo
prostilo, presenta una cella, un adyton entrambi con mosaici che suggeriscono una datazione tra la
fine del II e l’inizio del III secolo d.C. Il tipo di edificio che però è più rappresentato in Sardegna
sono le terme: resti se ne trovano a Cagliari presso il foro, 4 ne sono presenti a Nora: le terme
centrali, quelle di levante, le piccole terme e le terme a mare (costruite tra la fine del II e l’inizio del
III secolo d.C furono rimaneggiate nel V). Ed infine gli edifici da spettacolo: teatro di Nora e tre
anfiteatri a Forum Traiani, a Nora e a Sulcis e soprattutto a Cagliari. Per quanto riguarda gli esempi
di edilizia privata: la casa dell’atrio tetrastilo a Nora collocata ad ovest delle terme a mare e attiva
tra la fine del II e il IV, la Villa marittima di Porto Conte presso Alghero. Case, terme, edifici di
culto hanno restituito in Sardegna numerosi pavimenti musivi soprattutto a Nora. Prevalgono motivi
decorativi geometrici ma non mancano mosaici figurati. In molti si sono chiesti quale fosse il ruolo
delle maestranze africane attive anche al di fuori della loro provincia e si ritiene che il loro influsso
e la loro presenza sull’ isola si possa riscontrare nella parte centro-meridionale mentre a nord
prevalgono modelli romani ed ostiensi.

CORSICA Fa parte insieme della Sardegna della provincia istituita nel 227 a.C dopo la fine della
prima guerra punica. Le fasi pre e protostoriche sono quelle meglio indagate. Per quanto riguarda la
romanizzazione dell’isola non è particolarmente intensa ma vengono fondate due colonie Mariana
e Aleria. La prima costituiva l’approdo più sicuro del tratto della costa orientale a nord di Aleria
anche se quest’ultima ebbe un’importanza maggiore venne rifondata da veterani inviati da Cesare e
Augusto. Aveva avuto contatti con l’Etruria e i centri greco-asiatici.
CAPITOLO 2: PROVINCE IBERICHE: HISPANIA BAETICA, HISPANIA
TARRACONENSIS, LUSITANIA.

Le operazioni per la conquista della Hispania furono cruente tanto che Livio scrive che fu la prima
provincia ad essere invasa e l’ultima ad essere pacificata. Qui la romanizzazione fu profonda grazie
alla fondazione di numerosi municipi e colonie. Gli interventi romani iniziarono con le guerre
puniche, con la prima Cartagine era stata sconfitta ma aveva poi creato in Spagna un nuovo impero
territoriale fino all’Ebro che divenne il limite tra la sfera di influenza della potenza nord-africana e
quella di Roma. La distruzione di Sagunto, alleata dei Romani, da parte di Annibale fu la causa
della seconda guerra punica. L’esercito romano sbarcò in Spagna nel 218 a.C guidato da Publio e
Gneo Scipione che però trovarono la morte nel 211 a.C, il nipote Scipione l’Africano portò a
termine l’occupazione del paese tra il 209 e il 206. Si forma la provincia dell’Hispania Citerior ed
Ulterior nel 197 a.C. La penisola iberica ebbe un ruolo decisivo anche nelle lotte tra Cesare e
Pompeo con le battaglie di Ilerda e di Munda nel 46 e 49 a.C, Cesare assunse il controllo delle
Hispaniae e di tutto l’Occidente, fondò 30 colonie, Ottaviano ne fondò 100 però dovette affrontare
nuove, lotte contro le popolazioni nord occidentali della Cantabria, delle Asturie e della Galizia.
Dopo questi scontri la pensiola iberica trova un suo assetto definitivo, venne suddivisa in tre
province: Hispania Baetica o Ulterior a sud con capitale Corduba-Cordova; Hispania
Tarraconensis o Citerior con capitale Colonia Iulia Augusta Tarraco; Lusitania corrispondente
al Portogallo con capitale Colonia Iulia Augusta Emerita. Con Diocleziano abbiamo un ulteriore
divisione: la Tarraconensis venne divisa in due unità: la Tarraconensis e Cartaginensis. Intenso fu
lo sfruttamento minerario e agricolo, e qui i romani vi crearono dei latifondi per la coltivazione di
olive ed uva.

La penisola iberica conobbe nel I millennio a.C: la colonizzazione fenicia risalente all’ XI secolo
a.C (anche se le testimonianze archeologiche rinvenute risalgono al VII secolo) con la fondazione di
Gadir-Cadice, Malaga, colonizzarono le Baleari; poi punica e greca. I Greci fondarono numerose
colonie su tutto il versante mediterraneo tra cui Emporion-Ampurias, i Cartaginesi fondarono
Nova Carthago e diedero vita ad un vero e proprio impero territoriale che entrò in collisone con
Roma. ROMANIZZAZIONE fu profonda ed è da collegare all’opera di fondazione di colonie e
municipi avviata sin dai primi momenti della presenza romana, qui il fenomeno urbano del resto
non era sconosciuto data la presenza di colonie fenicio-puniche. Alle porte di Emporion si era
stabilito un praesidium militare a cui si sovrappose nel II secolo a.C una nuova città caratterizzata
da mura in opera poligonale e in opus caementicium, foro comprendente il tempio di Giove e
circondato da dimore. Anche la Tarraco nasce come sviluppo di un primitivo insediamento militare
accanto ad un centro indigeno preesistente. La città imperiale si estende sul pendio di un’altura vista
mare, in basso presenta il foro municipale con tempio e basilica, in alto viene costruito da
Vespasiano e completato da Domiziano un insieme monumentale a 3 livelli. Domiziano realizza
anche un circo.Tutto ciò per quanto riguarda l’Hispania Citerior-Tarraconensis. Nell’Hispania
Ulterior-Baetica già Scipione nel 206 a.C aveva fondato Italica così detta perché erano di origine
italica i veterani inviati a popolarla e si trovava sul corso del fiume Baetis così come Corduba-
Cordova che diventerà la capitale della provincia situata in prossimità di un guado, presenta tre
grandi piazze: il foro collocato all’incrocio tra cardo e decumano, un secondo complesso
monumentale tangente al cardo maximus, una terza piazza collocata lungo il tratto orientale delle
mura, circondata su tre lati da portici e aperta verso l’esterno dove vi era al centro un tempio
esastilo su alto podio dell’età di Claudio. Italica fu città natale di Traiano ed Adriano, quest’ultimo
ampliò la città con nuovi monumenti: case mosaicate, anfiteatro, Traianeum tempio dedicato al
culto imperiale. Per quanto riguarda la Lusitania la sua capitale è Augusta Emerita fondata su un
altro fiume la Guadiana da Agrippa, ha un impianto regolare dominato da un grande teatro dedicato
ad Agrippa stesso, da due fori e da una piazza porticata. Per quanto riguarda le tipologie
monumentali della penisola iberica i complessi forensi offrono una casistica ricca, si rifanno tutti
allo schema che si è andato definendo in Italia alla fine dell’età repubblicana e all’inizio dell’età
imperiale ovvero: tempio, piazza porticata, basilica giudiziaria. Il tempio spesso si trova in fondo
alla piazza, i modelli principali sono il Foro di Cesare di Augusto. Vengono anche
monumentalizzati santuari preesistenti, il culto imperiale si afferma nella penisola in particolare è
da ricordare il Traianeum di Italica ovvero il tempio dedicato da Adriano a Traiano divinizzato, è un
ottastilo corinzio collocato al centro di una pizza porticata. Gli edifici da spettacolo sono presenti in
gran numero nella provincia: i teatri sono collocati all’interno delle mura tranne per quello di
Tarraco, gli anfiteatri sono anche questi diffusi ma in misura minore, i circhi meno numerosi.
Acquedotti: di età traianea a Segobriga e a Tarraco, ponti. Numerosi sono i sepolcri monumentali.
Per quanto riguarda le arti figurative prima di Roma forti sono gli influssi dal mondo orientale, dalla
cultura greca, fenicia, celtica, ellenistica e la romanizzazione è talmente forte da costringere le
popolazioni a smettere di produrre materiali locali.

CAPITOLO 3: PROVINCE GALLICHE: GALLIA NARBONENSIS, GALLIA BELGICA,


GALLIA LUGDUNENSIS, AQUITANIA.

Le province galliche corrispondenti alla Francia erano quattro: Narbonensis, Belgica, Lugdunensis,
Aquitania e le ultime 3 costituiscono la Gallia Comata.

GALLIA NARBONENSE era importante per i Romani in quanto passaggio di terra per la Spagna,
le truppe intervennero su richiesta di Marsiglia, l’antica colonia greca di Massalia era minacciata
dalla potenza della popolazione celto-ligure dei Salluvii. Roma interviene nel 154 a.C e nel 125 si
impadronisce della capitale dei Slluvii Entremont e non molto lontana viene fondata la colonia di
Aquae Sextiae Salluviorum. Successivamente altri generali sconfissero le popolazioni vicine, nel
118 viene fondata Narbo Martius e nel I secolo a.C la conquista del territorio si può dire conclusa
grazie a Mario che sconfigge Cimbri e Teutoni. Nel 59 a.C Cesare viene eletto governatore della
Gallia Narbonense, tra il 58 e il 51 inizia la guerra gallica che si conclude con la conquista della
Lugdunense, Belgica, Aquitania. La realtà etnico-politica di questa parte della Gallia era peculiare:
celto-liguri ad est, celto-iberici con forte componente greca nella colonia di Massalia. Massalia
resta una città molto vivace anche in epoca romana dopo la distruzione di Cesare, aveva più approdi
il principale era Lakydon. Entremont la vecchia capitale dei Slluvii è fra gli abitati celtici
preromani più importante o per meglio dire tra i vari oppida celtici. Altro centro importante è
Glanum si sviluppa sopra un’altura all’uscita di una valle sulle pendici della catena delle Alpilles
presenta un santuario antico sviluppatosi attorno ad una sorgente e vi si venerava il dio Glan. Una
parte della popolazione era di origine greca proveniente da Marsiglia. In epoca romana i romani
intervengono rielaborando e riutilizzando le dimore ellenistiche e il santuario di Glan, accanto al
quale Agrippa aggiunge un tempio dedicato alla Valetudo, i monumenti della parte centrale vennero
demoliti per far posto al foro con basilica e a due templi gemelli del 30 a.C circondati da un portico
su 3 lati. Vi era un arco onorario a nord ad un fornice che presenta sui piloni 4 rilievi con
personaggi ai piedi di un trofeo, poco lontano vi era un mausoleo con zoccolo a pianta quadrata,
arco quadrifronte e una tholos. Si tratterebbe più di un cenotafio che di un mausoleo databile ai
primi anni del principato di Augusto. Oltre a Glanum altre città importanti erano Arausio-Orange
con un impianto urbanistico regolare ai piedi di un colle, ha un teatro e un grande santuario alle
pendici del colle, è stata rinvenuta in frammenti al centro della città una pianta che riproduce la
mappa catastale delle campagne circostanti forse dell’epoca di Vespasiano. Colonia Augusta
Nemausus-Nimes ebbe grande sviluppo con Augusto, con mura poderose, porte monumentali, al
culto di Nemausus si sovrappone quello di Augusto e di Roma, edificio importante è la Maison
Carre dedicato a Gaio e Lucio Cesare figli di Agrippa, anfiteatro, acquedotto. Per quanto riguarda
l’edilizia pubblica importanti sono gli esempi di architettura religiosa, rilevanti sono i casi in cui ai
culti locali si sovrappongono culti ufficiali romani (culto imperiale) come accade a Glanum e a
Nimes (Maison carre tempio esastilo corinzio su alto podio). Per quanto riguarda i complessi
forensi un esempio è dato da Arles colonia fondata da Cesare nel 46 a.C ma che conobbe uno
sviluppo decisivo con Augusto: foro all’incrocio delle vie principali costituito da una piazza oggi in
gran parte scomparso ma riconoscibile grazie al criptoportico che ne seguiva il perimetro. Con
Tiberio l’impianto fu completato da un forum adiectum una nuova piazza adiacente al lato est
dotata di due esedre e da un tempio probabilmente destinato al culto imperiale. Presenta un circo in
area suburbana, un anfiteatro. Gli edifici da spettacolo: teatro di Orange è tra i meglio conservati
presenta in facciata una statua di Augusto, bisogna ricordare che il teatro non era solo un edificio da
spettacolo ma era anche connesso alla direzione politico amministrativa della città. Non mancano
mura con porte e archi nonché strutture legate all’uso dell’acqua come il Pont du Gard e le terme.

GALLIA BELGICA. Le Tres Galliae ovvero la Gallia Comata fu conquistata da Cesare, la Belgica
corrisponde oggi a sei diversi stati europei: Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Olanda,
Svizzera. Augusto ne fece una provincia imperiale retta da un legatus augusti pro pretore e arrivava
fino al Reno e comprendeva anche le due fasce lungo il fiume che poi Tiberio avrebbe trasformato
nelle due Germaniae. Era caratterizzata da importanti corsi d’acqua: il bacino destro della Sequana-
Senna con gli affluenti Isara e Matrona, i bacini di Samara e Scaldis, l’altro corso della Mosa e della
Mosella. La conquista non era stata facile, le campagne di Cesare iniziate nel 57 a.C furono
costellate da eventi sanguinosi e la resistenza delle popolazioni indigene si affievolì solo dopo la
presa di Alesia nel 52 a.C. Anche in età imperiale non mancarono sollevazioni ma malgrado tutto
Augusta Treverorum-Treviri conobbe una florida fioritura fino all’età tarda ed era sede del
governatore della provincia fino a diventare con Diocleziano una delle capitali della Tetrarchia.
(VEDI QUADRENO)

GALLIA LUGDUNENSIS corrisponde alla Gallia Celtica di cui parla Cesare, rispetto alla celtica
originaria però con la riorganizzazione augustea vengono distaccati i territori a sud della Loira
attribuiti all’ Aquitania e quelli ad est assegnati alla Germania Superior. Punto fondamentale della
romanizzazione della provincia fu l’altare di Roma e Augusto a Lugdunum-Lione la capitale detto
Altare delle Gallie dato che qui vi si riunivano ogni anno i rappresentanti delle 60 popolazioni delle
Gallie. La Lugdunensis era ricca di fiumi e per questo era un territorio fertile con ricca produzione
di vino e grano, e poteva attivare una intensa rete comunicazioni via acqua. Intensa era anche la rete
di comunicazioni via terra. Dal 258 conobbe le scorrerie dei pirati franchi e sassoni nei paesi della
Loira, nel 275 si ripresentarono insieme agli Alemanni. Con Diocleziano sarà riorganizzata e divisa
in I e II. Lugdunum-Lione capitale della provincia, alla confluenza tra il Rodano e Saone, ha il suo
grande sviluppo con Augusto, ma perderà presto il suo slancio. Sono stati rintracciati tre nuclei:
sulle pendici e sulla sommità della collina si estende l’abitato e il nucleo monumentale urbano con
foro o fori, edifici da spettacolo e templi, su un’isola in corrispondenza della confluenza tra i due
fiumi vi è Condate ovvero quartiere artigianale, nella lingua di terra costituito dalla confluenza
Druso fondò nel 12 a.C un altare quello delle Gallie. Alesia accelerò il suo sviluppo con Augusto o
Tiberio, sul luogo dove era sorto l’oppidum celtico trovò posto il centro monumentale, sul luogo di
un tempio antico dedicato a Taranis ne fu costruito un altro sempre dedicato a Taranis a cui si
aggiunsero il foro e la basilica. Si delineò così il foro detto tripartito o bloc-forum costituito da
edificio di culto, piazza porticata, spazio per funzioni amministrative e giudiziarie. La stessa
struttura si può notare a Lutetia Parisiorum-Parigi.

AQUITANIA territorio di grande estensione si articola in due nuclei distinti: le tribù celtiche tra la
Loira e la Garonna e quelle iberiche del sud-ovest. Con la riforma di Augusto si costituì tra il 16-13
d.C una provincia unica, la capitale era Burdigala-Bordeaux. Con Diocleziano la provincia venne
divisa in tre circoscrizioni dipendenti dal vicario della diocesi Viennensis. La romanizzazione fu
una tappa importantissima e si attuò sotto i più svariati aspetti. Per quanto riguarda la rete viaria la
realizzazione del sistema stradale fu avviato da Agrippa e completato nel I d.C e vennero curati i
collegamenti tra i capoluoghi delle varie civitates, questi percorsi riprendevano antiche strade
galliche. In età tarda l’Aquitania fu attraversata da una strada interdiocesana che univa Merida in
Lusitania e arrivava a Treviri in Gallia Belgica. Gli edifici legati alla vita politica e amministrativa
non sono molto testimoniati mentre quelli legati alla vita religiosa offrono un panorama variato
dove divinità celtiche e romane convivono. È presente il culto imperiale, nonché è aperta a culti
orientali e al Cristianesimo.

CAPITOLO 4: PROVINCE GERMANICHE: GERMANIA SUPERIOR ED INFERIOR.

La Germania Superior e Inferior si trovano lungo il corso superiore ed inferiore del Reno, erano
aree di presidio militare a protezione delle Tres Galliae. Augusto avrebbe voluto sottomettere le
terre fino al fiume Elba per rinforzare la presenza romana nell’Europa centro settentrionale dopo la
conquista delle Tres Galliae da parte di Cesare. Dopo le operazioni condotte da Agrippa nel 38 e nel
25 a.C fu Druso nel 13 a.C ad intraprendere l’avanzata costruendo un canale dalla foce del Reno
allo Zuiderzee per agevolare le manovre della flotta nel Mare del Nord. Druso vinse molte battaglie,
fondò fortificazioni-castra e raggiunse l’Elba ma morì durante il ritorno nel 9 a.C. Successivamente
delle operazioni furono guidate da Tiberio e da Domizio Enobarbo ma nel 9 d.C a Teotoburgo due
legioni al comando del legato Quintilio Varo furono sconfitte da una coalizione di popolazioni
germaniche guidata da Arminio. Per tale motivo l’avanzata si arrestò e vennero create due province.
I Flavi inserirono, ampliando così la Germania Superior, gli Agri Decumantes area rimasta in
regime dubbio a est del Reno, a sud del Meno e a nord del Danubio. In queste province di
importanza strategica la realtà archeologica più significativa è quella del limes, la linea di confine
dell’Impero con i suoi castra e anche le vicende dell’urbanizzazione passano attraverso la fase della
militarizzazione. Il limes si articola in due componenti principali: per un pezzo il confine è
costituito dal Reno, per un altro al momento in cui vengono annessi gli Agri Decumantes la linea
che li ingloba è costituita da opere di difesa artificiali. Elemento qualificante di un sistema difensivo
è la strada. Elemento fondamentale del sistema sono i castra con una pianta di forma rettangolare
con angoli arrotondati, due strade principali che si incontrano tra loro, presenza di principia e
praetorium ovvero quartier generale e residenziale del comandante al centro, altri edifici come
caserme, terme, ospedali, scuderie, magazzini erano disposti intorno. Molti castra si disponevano
lungo il limes della Germania Superior che ingloba gli Agri Decumantes, sono stati scavati anche
resti di castella o fortificazioni minori e torri di guardia, ma un fenomeno interessante è la
trasformazione di questi insediamenti militari in insediamenti civili. Tappa importante di tale
evoluzione è lo sviluppo delle canabae ovvero di residenze di artigiani, mercanti che operano in
funzione dell’esercito e si stabiliscono in prossimità delle legioni in abitazioni precarie ma da cui
poi sorgono agglomerati più stabili. Il passaggio da insediamento fortificato a città è più rapido in
alcuni centri sul Reno: a Mogontiacum-Magonza e Argentorate-Strasburgo divennero meno
importanti militarmente quando il confine fu spostato ad inglobare gli Agri Decumantes.
Mogontiacum il castrum fu fondato tra il 13 e il 16 a.C alla confluenza tra Reno e il Meno, in un
sito già occupato dai Celti, sede di due legioni fu costruita in legno poi fu rifatto in muratura,
successivamente il venir meno della funzione strategica e lo sviluppo delle canabae favorirono la
formazione di un centro urbano capitale della Germania Superior. Qui troviamo il Mausoleo di
Druso e sull’altra riva del Reno un grande arco onorario parte di un insediamento con funzione di
testa di ponte. Altro nucleo era il castellum Weisenau. Capitale della Germania Inferior è Colonia
nata come Ara Ubiorum, dato che qui vi furono trasferiti gli Ubi all’inizio delle operazioni romane
in Germania, venne impiantato un castrum sede di due legioni, qui nacque Agrippina figlia di
Germanico e moglie di Claudio, quest’ultimo nel 50 d.C elevò la città al rango di colonia: Colonia
Claudia Ara Agrippinensium. Altra città importante è Xanten ovvero l’antica Colonia Ulpia
Traiana che sorse presso la confluenza della Lupia nel Reno per iniziativa di Traiano. In Germania
non mancano monumenti rilevanti come le porte come quella settentrionale di Colonia a tre fornici
sormontati da una galleria ad archi e fiancheggiati da due torrioni, la porta pretoria di Mogontiacum
a due fornici, a Magonza sono stati riconosciuti due archi datati uno all’inizio e uno in una fase più
avanzata dell’età imperiale. Il primo a tre fornici attribuito a Germanico, il secondo ad un unico
fornice è dedicato a Giove ottimo massimo per ottemperare a un voto di Dativius Victor decurione
della Civitas Taunensium. Tra gli edifici pubblici: templi, teatri, anfiteatri, aree forensi rilevante è il
Capitolium di Magonza su cui però è sorta una chiesa. Tra i monumenti votivi importante è la
Colonna di Giove di Magonza dedicata dai canabarii per dimostrare la loro fedeltà agli dei e agli
imperatori di Roma consacrando il monumento a Giove, ha un’impostazione classicheggiante e si
discosta dalle altre colonne tipiche dell’area celto-germanica. Interessanti sono i sepolcri privati
come il mausoleo rinvenuto a sud di Colonia risalente al I secolo d.C di Quintus Poblicius veterano
della V legione Alauda. Per quanto riguarda l’edilizia residenziale ci è quasi sconosciuta non
abbiamo esempi particolari di ville. Invece per le arti figurative non si conoscono molti ritratti, per
buona parte del I secolo la produzione più significativa è quella delle stele funerarie, soprattutto di
soldati e successivamente compaiono temi borghesi. Nella Germania Superior una scuola, bottega
importante è quella di Mogotiacum, nella Germania Inferior invece primeggia la produzione di
Colonia dove vi è una bottega che produce stele funerarie.

CAPITOLO 5: IL LIMITE SETTENTRIONALE DELL’IMPERO: BRITANNIA

Già Cesare nel corso della guerra gallica aveva compiuto delle incursioni in Britannia alle quali
però non seguì una conquista. Solo nel 43 d.C Claudio decise di assoggettare tutti i territori a sud
dei fiumi Humber e Severn e sul sito di Camulodunum fu poi fondata nel 50 la Colonia Claudia
Victricensis che divenne sede del comando militare e del governatore della provincia. Vennero
fondate anche Londinum e Verulamium ma nel 60 d.C scoppiò una rivolta di vari gruppi di
Britanni, guidati da Budicca regina degli Iceni, e Camulodunum, Verulamium e Londinum furono
distrutte. Il governatore Suetonio Paolino e il suo legato Petilio Ceriale nel 61 compirono una dura
repressione, le città distrutte furono ricostruite ma la capitale fu spostata a Londinum. Nel corso del
I secolo d.C furono condotte varie spedizioni prima da Ceriale poi dal governatore Frontino, anche
Agricola ottenne dei risultati ovvero riuscì a conquistare tutta l’isola fino alla Caledonia-Scozia, ma
venne richiamato da Domiziano e quindi la regione fu abbandonata. Nel 193 il governatore della
Britannia Clodio Alboino venne acclamato imperatore dalle truppe ma dopo essersi alleato con
Settimio Severo contro Pescenio Nigro, fu soppiantato da Settimio Severo che divenne il nuovo
imperatore. Questo rinforzò le difese del limes britannico dividendo la provincia in due unità:
Britannia Superior e Britannia Inferior. Nel III secolo vi furono momenti di crisi ma la provincia
restò prospera, Diocleziano con la sua riforma la suddivise ancora: Britannia I e II, Maxima
Caesariensis, Flavia Caesarensis a cui più tardi si aggiunse la Valentia. Dopo la conquista e il
primo assetto con Claudio il confine settentrionale della Britannia e dell’impero si consolida con il
Vallo di Adriano tra la foce del Solway e del Tyne, costruito tra il 122 e il 130 d.C, si tratta di un
muro seguito lungo tutto il suo percorso da un fossato con terrapieno e da una strada ed era scandito
da forti per le legioni (castra), fortini per le truppe ausiliare (castella) e torri di guardia. Importanti
sono i castra di Carlisle e Newcastle che hanno visto uno sviluppo da insediamenti militari a vere e
proprie città. Altra opera importante è il Vallo di Antonino costruito più a nord e abbandonato già
con Commodo. Per quanto riguarda l’urbanizzazione il rapporto evolutivo tra castrum e città
conosce aspetti interessanti: Camulodunum prima della fortezza impiantata al momento della
conquista, il sito era stato residenza di Cunobelinus e dei suoi eredi, vi era la zecca del Britannorum
Rex. Una fortezza romana forse fu costruita durante la rapida guerra vittoriosa, qui si impiantò la
colonia che ebbe un ulteriore sviluppo dopo la distruzione del 60 d.C. Presentava delle mura con
angoli arrotondati rinforzate da torri interne e da un terrapieno, la pianta della città era a scacchiera
con un ampio isolato ad est riservato al tempio di Claudio e attorno vi era il foro. A questo assetto
però si arrivò solo nel 200 d.C. Londinum fu fondata dopo la conquista del sito dell’attuale Londra
in prossimità di un guado del Tamigi, fu preda dell’incendio degli Iceni nel 60. Venne ricostruita e
la città conobbe un’espansione anche sulla collina occidentale sulla cui estremità di nord-ovest si
impianta un castrum che restò per molto tempo l’unica difesa di una città ampia che solo nel III
secolo d.C vide la costruzione di mura. Presenta due edifici termali, il foro, il praetorium. Anche
Verulamium fu bruciata dagli Iceni e la città romana sorse non lontano da un insediamento celtico.
Ad un’originaria fortezza con fossato alla metà del I secolo d.C si sostituì prima dell’incendio una
città con diritto di municipium. Ad Eboracum-York il primo insediamento stabile sorge nel 71 si
tratta di una fortezza che ospita la legione IX Hispana, fino al IV secolo la fortezza rimase tale
ovvero un castrum le cui mura furono rifatte da Traiano poi da Settimio Severo e più tardi da
Costanzo Cloro. La nascita di una città civile vicino all’insediamento militare è tarda dal momento
che il momento di massimo slancio è legato all’insediamento di Settimio Severo e della sua corte.
Altri centri importanti che conservano nel nome quello delle antiche popolazioni celtiche per cui
erano punto di riferimento sono: Venta Silurum, Isca Silurum, Aquae Sulis sorta presso le
sorgenti minerali calde frequentate già da epoche remote e consacrate dalla dea Sulis. Per quanto
riguarda le tipologie monumentali: il tempio più importante è quello di Claudio a Colchester, dopo
la conquista della provincia e l’occupazione del sito con una fortezza e la fondazione della colonia,
fu eretto un altare per il culto di Augusto e Roma e dopo la morte di Claudio e la sua divinizzazione
un tempio che però furono distrutti nell’incendio del 60 d.C. Quando la città venne ricostruita
vennero riedificati il tempio (inserito nel tessuto della città) e l’altare. Il tempio su alto podio, era al
centro di una piazza porticata (foro) e a sub presentava un ingresso monumentale ad arco.
Inconsueto e l’insieme delle terme-santuario di Bath, la sezione termale presenta un grande bagno
con vasca rettangolare circondata da portici, poi vi è il bagno rotondo con vasca circolare, a nord il
bagno del re che rappresentava l’estremità sud-est del santuario dove vi era un tempio corinzio su
alto podio dove l’elemento più peculiare è il frontone con al centro la rappresentazione della
Medusa maschile. Sono testimoniati i santuari di tipo celto-romano come a Verulamium. Per i
complessi forensi ve ne sono di diverse tipologie: Verulamium abbiamo il doppio foro, a
Londinium il foro a pianta approssimativamente quadrata. Non abbiamo archi onorari, gli edifici
per spettacolo non sono molto grandi. Per quanto riguarda l’edilizia residenziale conosciamo
numerose ville con pavimentazione a mosaico: villa di Lullingstone nel Kent nata come piccola
fattoria alla metà del I secolo d.C, rifatta alla maniera romana nel 100, ingrandita e migliorata nel
180, fu abbandonata all’epoca delle lotte tra Settimio Severo e Clodio Alboino, nel 280 il sito venne
rioccupato e viene creato un grande granaio. Al tempo di Costantino vengono inseriti un triclino
absidato e un vestibolo con i mosaici di Bellerofonte e la chimera, Europa e il toro. L’arte del
mosaico rielabora spunti provenienti da centro dell’impero e dalle province gallo-renane. L’alto
artigianato vede la realizzazione di stupende argenterie: tesoro di Midenhall della seconda metà
del IV secolo d.C, composto da 34 pezzi di argenteria dove i pezzi più belli sono un piatto rotondo
con testa di oceano e un bacile con al centro una testa elmata.

CAPITOLO 6: PROVINCE ALPINE: ALPES COTTIAE, ALPES MARITIMAE, ALPES


GRAIAE ET POENINAE.

Anche dopo le operazioni di Cesare in Gallia e dopo le azioni di Druso nel 15 a.C in Retia et
Vindelicia, le Alpes cioè il settore alpino occidentale, erano rimaste fuori dall’organizzazione della
Cisalpina, della Lugdunensis e della Narbonensis. Cotius re delle Alpi aveva stabilito buoni rapporti
con Roma fino alla stipula di un foedus ma nessun’altra popolazione alpina aveva riconosciuto la
sovranità di Roma. Augusto assoggettò e annesse all’impero tutti questi territori nel 14 a.C con la
creazione delle province di Alpes Maritimae e Alpes Cottiae quindi si poteva considerare
sottomesso tutto l’arco alpino dal Varo al Quarnaro. Nel II secolo d.C è nota anche la provincia di
Alpes Atrectianae atque Poeninae che comprendeva l’alta valle del Rodano e con Diocleziano
venne cambiato il nome in Graiae atque Poenina. Le Alpes Maritimae quando venne aggregata
loro da Augusto l’area di Nicaea-Nizza divennero l’unica provincia alpina ad affacciarsi sul mare
tra la Narbonense e la Regio italiana della Liguria. A ridosso di Nicaea all’interno vi era la sede del
governatore, il Templum Herculis Monoeci presso cui Augusto fece costruire nel 7-6 a.C il
Tropaeum Alpium sulla Via Iulia Augusta. Nelle Alpes Cottiae gli insediamenti si concentrano
lungo la via che da Augusta Taurinorum-Torino porta nelle Gallie attraverso le valli della Duria e
della Druentia e il passo del Monginevro. Il cento più importante è Segusio-Susa che divenne
capitale della provincia. L’arco e il Trofeo delle Alpi costruito presso Nizza-Cimiez rappresenta
una coppia di monumenti che celebrano in modo diverso uno stesso evento ovvero
l’assoggettamento da parte di Augusto dei popoli alpini. L’arco era collocato all’inizio di una strada
che portava al Moncenisio, ad un unico fornice presenta una decorazione sobria ed elegante con agli
angoli semicolonne corinzie su alto plinto, architrave, fregio, cornice, attico. I rilievi del fregio
raffigurano un sacrificio compiuto da Cottius alla presenza dei Romani (a nord) e il re ed un
magistrato romano che stipulano il foedus (ad ovest), un altro sacrificio compiuto alla presenza dei
Dioscuri (a sud) e l’adempimento degli atti giuridico-amministrativi (ovest). Il Trofeo delle Alpi
presenta una targa marmorea dove vi è la dedica ad Augusto e la lista delle 45 popolazioni
sottomesse. Presenta un solido basamento a pianta quadrangolare a cui se ne sovrappone un
secondo più piccolo e a questo una sorta di tholos costituita da un corpo cilindrico, era coperto da
una piramide esagonale a gradoni sulla cui sommità vi era una statua bronzea di Augusto tra barbari
prigionieri. Il luogo prescelto per questi monumenti è legato all’esigenza di visibilità da lunga
distanza.

RAETIA ET VINDELICIA designa in età romana l’area posta a nord delle Alpi Lepontine,
Retiche e Tridentine estesa fino al Danubio e a partire dalla seconda metà del I d.C anche oltre il
fiume. La conquista e la romanizzazione di questo territorio si colloca nelle campagne militari e
operazioni diplomatiche condotte da Augusto per rafforzare e proteggere i confini settentrionali
dell’Italia e portare più a nord il limite dell’Impero. La sottomissione fu portata a termine insieme a
quella del Norico prima da P.Silio nel 16 a.C e da Tiberio e Druso. Assegnata prima al governatore
della Gallia Narbonense, la Raetia et Vindelicia più tardi semplicemente Raetia fu costruita da
Tiberio in provincia a sé. Domiziano portò il confine settentrionale oltre il Danubio e la divise in
Raetia Prima con capitale Curia e in Raetia Secunda con capitale Augusta Vindelicum, che
costituivano una sorta di antemurale dell’Italia. In questa provincia creata per assicurare la
protezione dell’area più settentrionale dell’Italia e l’utilizzo dei valichi e dei transiti alpini, il
sistema di strade e di fortificazioni ha un ruolo importantissimo. La rete delle vie di comunicazione
che viene completata con Adriano e composta da strade che varcano le Alpi e si dirigono ad
incrociare il Danubio e la via che ne segue il corso, e da strade che seguono percorsi trasversali
rispetto a quelle. Per quanto riguarda l’organizzazione del limes ai tempi di Diocleziano la linea di
confine è spostata oltre il Danubio, mentre quella del limes della Germania Superior viene avanzata
ad est del Reno inglobando gli Agri Decumantes. Anche il limes retico si sviluppa con un processo
lungo: una strada militare sorvegliata da torri di legno (età di Domiziano), viene poi aggiunta una
palizzata a nord della strada, poi le torri in legno vengono sostituite da torri in pietra e tra palizzata e
torri viene aggiunto un fossato e un terrapieno (Adriano). Nel tratto retico viene realizzato un muro
vero e proprio detto Muro del Diavolo. Per tutta la lunghezza il limes era scandito da torri, castra
per le legioni, e castella per le truppe ausiliare. La conformazione orografica della regione
determina una romanizzazione abbastanza limitata.

CAPITOLO 7: PROVINCE DANUBIANO-BALCANICHE: NORICUM, PANNONIA,


MOESIA, DACIA, THRACIA, ILLYRICUM-DALMATIA.

NORICUM: Nel II secolo a.C gruppi di Celti si spostarono dalle Alpi Orientali verso sud e da una
condizione di repubblica aristocratica le genti celtiche delle Alpi orientali grazie all’affermazione
della tribù dei Norici passarono ad una situazione monarchica: il Regnum Noricum che stipulò con
Roma patti di amicizia che si tradussero anche in azioni comuni contro i Cimbri. Il regno e la sua
alleanza con Roma si consolidarono nel I secolo a.C, nel 70 a.C il regno iniziò a coniare una sua
monetazione in argento. Nel 58 il regno respinge le invasioni dei Galli Boi, durante le guerre civili
aiuta Cesare, ben presto però la situazione cambiò. I romani iniziarono ad assoggettare tutte le
popolazioni alpine vicine, Augusto per conquistare la Germania volle controllare direttamente la
regione. I Norici accettarono l’annessione conservando le loro tradizioni, la loro struttura tribale e
anche una certa autonomia. La creazione di una vera provincia si ebbe con Claudio accompagnata
dalla creazione di municipia come Virunum sede del governatore. Altre fondazioni si ebbero in
epoca flavia e con Adriano, dopo l’invasione dei Marcomanni vi fu una forte militarizzazione, con
la riforma di Diocleziano la provincia fu divisa in Noricum Ripense a nord (tra le Alpi e il
Danubio) e Noricum Mediterraneum a sud (a ridosso delle Alpi stesse). Tra V e VI secolo vi
furono le invasioni di Unni e Visigoti. Qui più ancora che in altre province è importante la
sistemazione della rete stradale. Compresa tra la Rezia e la Pannonia, il Norico è una sorta di grande
retroterra strategico del limes danubiano e a tale esigenza sono subordinate le vie di comunicazione
e la distribuzione degli insediamenti. Importante era la gravitazione commerciale verso Aquileia
dove fin dai tempi antichi giungeva la via dell’ambra dal Baltico. L’abitato di Magdalensberg a
metà strada tra il Danubio e Aquileia è molto importante. Florido all’inzio del I secolo a.C l’abitato
si sviluppa intorno la metà dello stesso secolo con la creazione di un foro con basilica e tabernae. In
età tiberiana venne aggiunto un praetorium, un tempio dedicato al culto del divus Augustus e della
dea Roma. Prima della metà del I secolo d.C con la provincializzazione attuata da Claudio e con la
creazione di una serie di municipia l’abitato fu abbandonato e rimpiazzato dalla città di Virunum. Il
Municipium Claudium Virunum sorse a partire dal 45 d.C su di una terrazza ad est del fiume
Glan, divenne capoluogo del Norico ruolo che nel 170 cedette ad Ovilava e che riebbe più tardi con
la riforma di Diocleziano come sede dei praesides provinciae Norici Mediterranei. Nella parte
settentrionale della provincia troviamo Iuvavum, Ovilava e gli insediamenti di origine militare
lungo il Danubio come Lauriacum, Aelium Cetium. Iuvavum-Salisburgo ha il suo centro nel
punto in cui la strada proveniente da Augusta Vindelicum e diretta ad Ovilava attraversava con un
un ponte il fiume Iuvarus fra due alture. La città romana collocata sulla riva sinistra è nascosta dalla
città attuale ma sono stati rinvenuti un tempio di Asclepio, un arco quadrifronte, un tratto di strada
con botteghe, un centro artigianale e case. Ovilava-Wels era invece perno di retrovia e centro di
organizzazione per il tratto occidentale del limes norico e nodo stradale nonché sbocco commerciale
per un’area ricca di miniere. All’originario campo fortificato si affiancarono canabae che poi
Caracalla elevò al rango di municipio. Con Diocleziano divenne capitale del Noricum Ripense, le
mura vennero rifatte con l’aggiunta di torri. L’abitato sorto dalle canabae ebbe due fori uno interno
ed uno esterno, commerciale con portici e basilica. Dei centri posti sul limes Lentia-Linz era un
oppidum celtico, con annesso un santuario dedicato ad Epona, nel I d.C venne costruito un castrum,
nel santuario fu introdotto un fanum di tipo celto-romano. Il centro fortificato più importante era
Lauriacum-Lorch alla confluenza tra il Danubio e Enns, un presidio era già stato posto nel 15 a.C
poi fu costruito un castrum, rifatto poi in pietra e spostato, divenne poi anche un importante centro
civile più volte rifatto e distrutto. Per quanto riguarda l’edilizia pubblica il tempio più importante è
quello di Augusto e Roma sul Magdalensberg, costruito su un podio in età tiberiana al centro del
foro con facciata tetrastila fu sostituito da Claudio da un periptero esastilo incompiuto. Prima però
esisteva sulla sommità dell’altura un luogo di culto di antichissima tradizione quello di Mars
Latobius, a partire dal 15 a.C il santuario fu monumentalizzato e venne introdotto un tempio a tre
celle. Rappresentava quindi un importante esempio di convivenza, sovrapposizione di un culto
romano con uno indigeno. Per quanto riguarda mura e foro: conosciamo due sistemi difensivi a
Magdalensburg e ad Aguntum, per i fori: quello di Magdalensburg era un punto di riferimento con
sale per riunioni, ambienti di rappresentanza, archivi, botteghe, terme. Il foro di Virunum costituiva
un unico complesso con il Capitolium e la basilica. Per le arti figurative importanti sono le officine
noriche. Il Giovane in bronzo del Magdalensburg fu realizzato però da un’officina dell’Italia
settentrionale. Virunum sarà sede delle officine che lavorarono sia nel solco dell’arte ufficiale sia
quelle che rispondono a gusti più locali.

PANNONIA Fu Ottaviano nel 35 a.C a lanciare un’offensiva contro Aravisci, Boi, Iasi, Scordisci
ma già dal III secolo a.C non era mancata una penetrazione verso il Danubio affidata ai mercatores.
Ottaviano voleva rinforzare il limite settentrionale dello stato romano sottomettendo le aree a nord
delle Alpi. La guerra ebbe risultati postivi ma non definitivi, Tiberio nel 10 costituì la provincia di
Illirico Inferiore in cui Pannonia e Dalmazia erano amministrate insieme. La Pannonia fu per
secoli un baluardo dell’Impero romano e l’avamposto più importante era quello di Laugaricium.
Tra Tiberio e Traiano furono impiantate colonie ad Emona, Savaria, Sirmium, Siscia, Petovio e
molte comunità indigene furono trasformate in civitates e molti castra si trasformarono in città.
Dopo la sottomissione della Dacia da parte di Traiano il problema della frontiera divenne meno
assillante per la Pannonia. Oltre il Danubio vennero installate delle fortezze e Traiano divise la
Pannonia in Superior ed Inferior. Nel III secolo si riaccesero battaglie sui confini ed è il teatro di
lotte per la successione al trono, con la tetrarchia vi è una riorganizzazione amministrativa e militare
con un ulteriore suddivisione del territorio: la Superior si articola in Pannonia Prima e Savia, la
Inferior in Pannonia Secunda e Valeria. Il fenomeno più caratteristico è la trasformazione dei
castra in città come nel caso di Carnuntum fortificazione fondata sul Danubio nel 16 d.C e rifatta
in pietra nel 73 in una posizione strategica che permette il controllo del fiume e delle strade.
Quando la Pannonia venne divisa da Traiano in Superior ed Inferior, divenne quartier generale del
governatore della Superior. Diverrà poi base di Marco Aurelio nelle operazioni contro i
Marcomanni e Quadi e sede della legione XIV Gemina che acclamerà Settimio Severo imperatore.
Divenne con Diocleziano capitale della Pannonia Prima, nel IV secolo conobbe il declino. Il
castrum originario collocato a metà strada tra le odierne Petronell e Bad Deutsch Altenburg. Nei
primi secoli dell’Impero viene più volte ristrutturato con al centro i principia, l’aula basilicale, il
sacello delle insegne, e il palazzo del legato vicino vi erano il foro-mercato, le canabae, l’anfiteatro
militare. La città civile aveva un impianto in parte regolare e manca di un vero e proprio foro, vi
erano però un secondo anfiteatro e tre mitrei. Aquinicum-Budapest situata su un guado del
Danubio, nel 45 a.C furono impiantati alcuni accampamenti provvisori per unità di cavalleria, con
Domiziano strutture in pietra si sostituirono a quelle in legno e si iniziarono a sviluppare le canabae.
Si avvia così l’urbanizzazione quando Traiano attua la sua riorganizzazione del limes e diviene
capitale della Pannonia Inferior, Adriano le conferisce il titolo di municipium. Restaurata e dotata di
mura dopo le guerre di Marco Aurelio la città viene anche dotata di una doppia testa di ponte al di là
del Danubio. Lungo il limes in corrispondenza di una grande capitale moderna c’era Vindobona-
Vienna collocata all’estremità occidentale della provincia sorse vicino ad un’altura sede di un
antico insediamento celtico dove il corso del Danubio si interseca con la Via dell’Ambra. Nasce
come castrum in età flavia, diverrà poi una delle basi di Marco Aurelio e nel III secolo municipium.
Dell’insediamento antico non si conosce molto. Non mancano in Pannonia città importanti sulla via
dell’ambra come Emona-Lubiana che a partire dal 170 venne inquadrata nella X regio dell’Italia la
Venetia et Histria.

MOESIA Tra le province dell’Impero la Moesia Superior ed Inferior sono le più differenziate e
caratteristiche dal punto di vista etnico, e la suddivisione non è solo una distinzione geografico-
amministrativa tra area gravitante sulla grande catena montuosa e area sulla foce del grande fiume
ma anche una presa di coscienza di un’articolazione culturale profonda tra un’area dove dopo la
conquista si parla latino e un’area si parla greco. Dopo vari interventi nel I secolo a.C volti a
salvaguardare la Macedonia da incursioni delle tribù tracie, con Ottaviano si ebbero nel 29 e 11 a.C
spedizioni più decise ma non si insediò una vera e propria provincia. Una prima sistemazione si
ebbe con Tiberio nel 15 che pone sotto il potere del legato proconsolare delle Mesia anche la
Macedonia e l’Acaia. Claudio nel 44 distacca la Macedonia e l’Acaia e nel 46 annette il regno
Trace. Una definitiva sistemazione si avrà con i Flavi e con Domiziano che nell’85 d.C divide la
provincia in Moesia Superior ed Inferior. Durante le guerre daciche la Moesia Inferior vede un
tentativo di diversione con Decebalo e dei suoi alleati. La conquista della Dacia sottrae buona parte
della Mesia alla sua funzione di provincia di confine, quando però nel 270 Aureliano rinuncia alla
Dacia, la Mesia si vede sottrarre una parte del territorio per costruire, al di qua del Danubio una
nuova provincia: la Dacia Ripensis. Con Diocleziano la Mesia Superior è divisa in Moesia
Margensis o Prima e in Dardania, la Inferiore in Moesia Secunda e in Dardania. La situazione
all’interno delle due Moesiae sono diverse: nell’Inferior restano come poli di attrazione le città di
antica fondazione greca sulle coste del Mar Nero, nella Superior troviamo insediamenti fortificati
lungo il Danubio che costituiscono una prosecuzione della linea difensiva retico-norico-pannonica
che non si svilupperanno in centri civili. Lungo la linea del Danubio troviamo Singidunum-
Belgrado castrum nel I d.C, municipium nel 169 e colonia nel 239, Viminacium castrum della
legione VII Claudia e con Adriano Colonia Aelia, importante come base della flotta fluviale.
Ratiaria collocata su un terrazzo fluviale tra il Danubio ed un suo affluente, colonia fondata da
Traiano come Ulpia Traiana Ratiaria tra la prima e la seconda guerra dacica era stata forse
preceduta da un altro insediamento di cui però non sono state rinvenute tracce, protetta da mura,
sede di un porto fluviale, di industrie metallurgiche e laterizie divenne capoluogo della Dacia
Ripensis. Nella Moesia Inferior abbiamo Oescus presso una confluenza del Danubio, prima castrum
poi colonia con Traiano viene smilitarizzata dopo la conquista della Dacia e poi città di frontiera
inserita nella Dacia Ripensis. Al centro vi era il complesso forense con tre templi dedicati alla triade
capitolina, e un tempio dedicato alla fortuna. Novae campo fortificato in età claudio-neroniana per
la legione VII claudia, venne distrutto dai Daci e Sarmati e ricostruito in epoca flavia per la legione
I Italica, e con Marco Aurelio divenne municipium e un importante nodo stradale del sistema
mesico-dacico nonché porto fluviale e centro economico e produttivo. Nella Moesia Inferior lungo
il Mar Nero la romanizzazione non si attua attraverso l’urbanizzazione ma attraverso interventi in
città esistenti. Histria colonia milesia del VII secolo a.C presentava un’acropoli con santuario di
Zeus, cinta in età ellenistica e da una città bassa. Fu più volte distrutta e ricostruita e con
l’occupazione romana si ebbe una seconda fondazione di cui non si conoscono i dettagli. Ma la
colonia più importante era sicuramente Tomi-Costanza altra fondazione milesia del VI secolo, in
età ellenistica fu contesa da Histria e Bisanzio. Passò sotto il controllo di Mitridate e con Ottaviano
Augusto era sotto il protettorato romano. Nel II secolo d.C venne costruita una cinta muraria, un
complesso commerciale a più piani e nel IV secolo fu ricostruito il porto. Monumento più noto della
Mesia è il Tropaeum Traiani ad Adamclisi luogo dove venne eretto il grande monumento a
ricordo della conquista della Dacia dove sorgevano anche un altare ed un cenotafio. Vicino fu
stabilito un abitato popolato da Daci e veterani delle campagne del 101-102 e 105-106, divenne
municipium con Marco Aurelio e dopo essere stato distrutto dai Goti venne ricostruito da
Costantino e Licinio. Ispirato alla tipologia del mausoleo presenta un corpo di base cilindrico, un
tetto tronco-conico ed un piedistallo ottagonale a due ordini che sostiene un trofeo antropomorfo,
decorato con metope raffiguranti scene di battaglia, fuga di barbari, di sottomissione e con merli
dove vi sono barbari prigionieri.

DACIA è l’ultima provincia romana che costituisca una conquista duratura in seguito alle
campagne condotte da Traiano tra 10-102 e 105-106 d.C. I primi contatti con i Daci si ebbero
quando Cesare tentò di elaborare un progetto di spedizione per fronteggiare la potenza di Burebista
e che rappresentava un pericolo per le città greche del Mar Nero, ma la morte di Cesare e di
Buderista cambiarono gli eventi. I Daci tornarono alla rivalsa negli ultimi decenni del I d.C con
Decebalo che sconfisse e uccise il prefetto del pretorio. Domiziano presente in Mesia spedì oltre il
Danubio il generale Tezio Giuliano che ebbe qualche successo in Transilvania, Decebalo si
riconobbe cliente ma riuscì ad ottenere molti vantaggi. Promosse poi un’alleanza antiromana
coinvolgendo popolazioni vicine e lontane e per tale motivo Traiano intervenne con le due guerre
daciche del 101-102 e del 105-106. La provincia venne istituita nel 106 d.C e i suoi confini a nord
sono i Carpazi, a sud il Danubio, ad ovest il fiume Tibisco e ad est il Mar Nero. Alla morte di
Traiano una rivolata di Daci mette a dura prova l’esercito romano e Adriano rinuncia ad alcuni
territori e divide la dacia in Superior ed Inferior, Marco Aurelio la dividerà in 3: Prolissensis,
Apulensis, Malvensis. Nel III secolo Aureliano rinuncerà a questi territori costituendo una
provincia di ripiego la Dacia Ripensis a sud del Danubio. Già poco urbanizzata nel periodo
dell’indipendenza, la Dacia conserva una forte impronte rurale anche durante l’Impero, ciò non
significa che non sia esistito il fenomeno dell’urbanizzazione: oltre alla capitale che diviene
Colonia Ulpia Traiana Augusta Dacica anche altri centri furono trasformati in municipia e poi in
colonie, ma la popolazione restò distribuita in pagi, in campagne disseminate di fora, vici, castella.
Uno dei principali strumenti della romanizzazione della Dacia è costituito dalla fitta rete stradale
costruita dopo la conquista. Sul limes e nel territorio sono ben attestati castra. La capitale Colonia
Ulpia Traiana Augusta Dacica fondata da Traiano dopo la fondazione della provincia stessa, la
città sopravvisse fino alla metà del IV d.C. Non conosciamo all’interno delle mura l’impianto
urbano se non complessi monumentali come il foro circondato da un muro con un portico sul lato
nord e assimilato al foro di Traiano, gli edifici di culto come il mitreo, tempio di nimesi, Giove
Dolicheno, di Asclepio e di Liber Pater. Fuori dalla città vi era l’anfiteatro.

THRACIA Dopo la battaglia di Pidna del 148 a.C che segnò la romanizzazione della Macedonia i
Romani accordarono un protettorato al piccolo regno tracico degli Odrisi che era stato annesso da
Filippo di Macedonia ed era sopravvissuto ai Selucidi, ai Tolomei e anche alle invasioni dei Galati.
Il regime di protettorato durò a lungo con Claudio la Tracia divenne una provincia affidata ad un
procuratore, con Traiano la capitale fu insediata a Perinto. Base romana nel I secolo a.C per
spedizioni contro Scordisci e Bessi la Tracia conservò un carattere agricolo oltre che colonie e
municipi i Romani vi fondarono emporia ovvero centri di mercato periodico lungo le principali vie
di comunicazione con l’Asia: la principale era quella che collegava Naissus con Perinto e Bisanzio.
Con la riorganizzazione di Diocleziano la Tracia fu divisa in 4 province. L’urbanizzazione conosce
un notevole sviluppo in età traianea ed adrianea ma interventi si registrano anche in epoche
successive. La città più importante è Nikopolis ad Histrum fondata da Traiano su un fiume
affluente del Danubio sulla strada tra questo e Philippopolis, elevata a municipio ebbe particolare
fioritura con Settimio Severo, venne ricostruita da Giustiniano. Era cinta da mura con torri circolari,
al nucleo principale si aggiungeva un castellum difensivo. Al centro vi è il foro (o meglio l’agorà)
di età Adrianea ma con interventi successivi, ha anche un bouleterion, odeon e basilica.

ILLYRICUM-DALMATIA il Regno degli Illiri che espando il loro territorio e costituiscono una
struttura di stato organizzato, abili nella navigazione e nella pirateria che nuoceva ai mercatores
italici. Scoppiò una guerra condotta da Cn. Flavio Centumalo e da L. Postumio Albino, Teuta fu
deposta e al suo posto venne insediato il figlio Pinnes sotto il controllo di Demetrio di Pharos
alleato di Roma. Una nuova guerra condotta nel 219 a.C da L. Emilio Paolo e Salinatore, Demetrio
venne sconfitto e scacciato da Pharos. Venne rafforzato il protettorato sull’Illiria e gettate le basi per
una presenza duratura sulla sponda orientale dell’Adriatico. Con due campagne vennero sottomessi
gli Histri e venne fondata la colonia di Aquileia nel 181 a.C. Roma cosi controlla l’alto Adriatico
fino al fiume Arsia, il basso Adriatico fino alla Narenta, il territorio nel mezzo è occupato da
Liburni e Iapodi e dai Dalmati. Dopo varie lotte contro questi popoli vengono definitivamente
sconfitti e la provincia viene costituita nel 27 a.C ma si hanno nuove rivolte dei Dalmati con i
Pannoni e per venirne a capo Roma invia generali come Tiberio, Germanico e M. Lepido. Unita
inizialmente alla Pannonia la provincia rimase pacificata, nel 14 l’Illirycum venne separato dalla
Pannonia e in età flavia entrò la definizione di Dalmatia. Con il riordino dioclezianeo la provincia
fu divisa in Dalmatia con capitale Salona e Praevalitana con capitale Scodra.

CAPITOLO 8: PROVINCE GRECHE: MACEDONIA, EPIRUS, ACHAIA, CRETA ET


CYRENAICA, CYPRUS

MACEDONIA Alla creazione di una provincia di Macedonia si arrivò dopo lunghe guerre: la
prima occasione di scontro si verificò durante la seconda guerra punica nel 215 a.C dopo che
Filippo V di Macedonia strinse un’alleanza con Annibale e si arrivò alla prima guerra macedonica
che si concluse nel 205 con la pace di Fenice. Ma già nel 203 e nel 201 una serie di eventi turbano
quel precario equilibrio esistente: Filippo V si allea con Antioco di Siria per un’espansione
nell’Egeo, i Macedoni sconfiggono a Chio e a Lade Rodi e Pergamo, gli alleati di Filippo gli
Acarnani compiono un’incursione contro Atene. Si arriva così alla seconda guerra macedonica
risolta a Cinoncefale con la vittoria del generale romano Quinzio Flaminio. Successivamente Roma
si inserì nella questione della successione di Filippo appoggiando il secondogenito filoromano
Demetrio contro il primogenito Perseo. Quando Demetrio fu ucciso, ascese al trono Perseo nel 179
e la tensione sfociò nella terza guerra macedonica iniziata nel 171 e che si concluse con la vittoria
di Lucio Emilio Paolo a Pidna nel 168 e con la morte del re. Divisa in 4 distretti la Macedonia vide
nel 148 lo scoppio di una rivolta che determinò un nuovo intervento romano, nel 146 fu costituita la
provincia romana che comprendeva anche l’Achaia. Venne occupata da Mitridate VI re del Ponto
recuperata poi da Silla nell’85 fu poi teatro della guerra contro i cesaricidi Bruto e Cassio. Con il
riassetto augusteo del 27 a.C la Macedonia divenne una provincia senatoria. Con la riforma di
Diocleziano la Macedonia fu divisa in Macedonia Prima e Macedonia Secunda. La Macedonia
romana fu divisa in 4 merides con capitali Amfipoli, Tessalonica, Pella e Pelagonia. Le prime 3 si
trovano lungo la via Egnatia la grande arteria fatta costruire nel 130 a.C dal proconsole Gn.
Egnatius e conduceva da Durazzo alla Tracia. Rilevanti furono gli interventi romani in alcune città,
in altre però gli interventi furono alquanto circoscritti in modo tale da non alterare gli assetti
preesistenti. La capitale della provincia era Thessalonike fondata da Filippo II o da Cassandro,
importante per il suo porto sul Golfo Termaico e per la sua posizione sulla Via Egnatia. La città
romana è nascosta dall’attuale città di Salonicco, ma gli interventi romani sul precedente tessuto
macedone furono rilevanti: al centro vi era l’agorà, ad est vi è il celebre complesso costruito da
Galerio che comprendeva palazzo, ippodromo e la rotonda raccordato alla Egnatia da una via
porticata. Sul punto di incontro tra le due arterie vi era un grande arco quadrifronte dedicato a
Galerio. A Filippi sulla via Egnatia la città romana sorse sulle macerie dell’antico insediamento
macedone provato da lunghe guerre come per esempio la lotta tra Ottaviano e Marco Antonio
contro Bruto e Cassio, i primi vincitori fondarono la Colonia Victrix Philippensium, dopo che
Ottaviano ebbe la meglio su Marco Antonio la colonia venne ampliata e ridenominata Augusta
Iulia Philippensis Iussu Augusti. I principali edifici del centro monumentale a sud della grande via
sono il grande foro, due templi, una biblioteca, un portico, due fontane in un complesso completato
nel II sec d.C. Poco oltre vi erano una palestra, il mercato, un ginnasio di età antonina su cui fu
costruita una basilica cristiana. Sulla via Egnatia si trova anche Pella la città dove i re di Macedonia
avevano posto nel 400 la loro capitale e aveva conosciuto un grande sviluppo a noi noto attraverso i
resti di ricche dimore decorate con i mosaici ciottoli, dalle tombe regali di Vergina. In età romana la
città non fu oggetto di interventi significativi che però si ebbero ad Apollonia antica colonia di
Corcyra, la città ebbe un notevole sviluppo nel V secolo a.C l’area più importante è quella
dell’acropoli con numerosi templi, tempietti ad edicole e alle pendici meridionali vi era il teatro. Ad
est vi era l’agorà e ad est di questa vi erano i principali edifici romani il Monumento degli
Agonoteti o meglio il bouleterion e l’odeion e ad ovest un edificio termale con una palestra
porticata. Il complesso forense di maggiore interesse è quello di Filippi che costituisce un’ennesima
variante di questa tipologia architettonica. Una grande piazza rettangolare allungata e circondata su
tre lati da portici sopraelevati mentre il quarto lato adiacente alla via Egnatia ospita diversi
monumenti: due templi in antis: quello ad est riservato alla famiglia imperiale e alla Colonia Iulia
Philippensis e quello ad ovest dedicato da un magistrato al genio della colonia. Sui lati brevi vi
erano una basilica forense ed una biblioteca. Tutti questi resti sono datati alla seconda metà del II
secolo d.C ma doveva esservi una fase precedente. Grandioso è il complesso fatto costruire da
Galerio a Salonicco: il palazzo, l’ippodromo e la rotonda (sala circolare coperta da cupola
emisferica forse mausoleo o luogo di culto imperiale, alla fine del IV secolo venne trasformata da
Teodosio in cappella palatina). L’arco di Galerio a Salonicco non era un vero e proprio quadrifronte
anche se era percorribile sia nel senso della Egnatia sia nel senso della perpendicolare strada
proveniente dalla rotonda, a tre fornici. I 4 pilastri centrali erano decorati con rilievi raffiguranti
episodi delle guerre di Galerio in Oriente.

EPIRO soltanto nel II secolo d.C l’Epiro fu staccato dalla Macedonia a cui era stata unita sin dalla
conquista nel 168 a.C. L’Epiro è una regione aspra e caratterizzata da 4 catene montuose, nonché
boschi e pascoli, le pianure sono esigue e sulle coste risultano quasi assenti buoni approdi. I Romani
però avviarono una riorganizzazione del territorio costruendo strade, ma gli interventi urbanistici
furono limitati. Città importanti sono Nikopolis città celebrativa sorta in prossimità di Azio dove
Ottaviano vinse nel 31 a.C contro Marco Antonio e Cleopatra; Dyrrhachium e Byllis. Sul territorio
erano presenti colonie greche tra le più antiche abbiamo le corinzie Corcyra, Ambracia, a cui
seguono Epidamnos-Dyrrhachium, Buthroton, Orichon. Dal IV secolo si costruisce una lega
epirota e anche le città illiriche sono interessate ai fenomeni di urbanizzazione. Prima della
conquista romana le città erano ricche di monumenti: templi, teatri, mura con porta e torri,
abitazioni decorate a mosaico. Epidamnos cambia nome in Dyrrhachium nel 229 a.C anno in cui
viene chiamata Roma contro le tribù illiriche. Collocata sul mare e all’estremità occidentale della
Via Egnatia, i monumenti romani conosciuti sono pochi: anfiteatro e le terme. A Buthroton viene
rifatto il teatro.

ACHAIA con questo nome i Romani designavano l’area attorno all’istmo di Corinto che aveva
opposto l’ultima resistenza alla fine della guerra acaica, e quelle poste a sud che furono
successivamente assoggettate senza molti sforzi. Poi la definizione si ampliò a tutta la Grecia
comune. Episodi importanti per la conquista furono la batatglia di Leucopetra e la presa di Corinta
nel 146 a.C (lo stesso anno della presa di Cartagine). Roma così si trova a controllare tutta la
Penisola Balcanica anche se alcune città come Atene mantengono la loro libertà. L’intero territorio
viene organizzato in provincia sotto il controllo di un governatore residente a Tessalonica, l’Achaia
verrà separata con Augusto e poi anche l’Epiro. Essendosi impadronita della culla della civiltà
classica era inevitabile che Roma non ne subisse il fascino e l’influsso. Una grave crisi però si ha
quando le popolazioni greche appoggiarono Mitridate e per ritorsione Atene viene distrutta da Silla
nell’86 a.C. Cesare rifondò Corinto che divenne colonia romana, le altre città conservarono le loro
magistrature, sopravvivono anche le leghe sacre, i santuari e i giochi. Nel III secolo si ebbero le
invasioni di Alemanni, Goti ed Eruli. Se nelle province europee la romanizzazione si esprime
attraverso l’urbanizzazione, in Grecia e nelle province asiatiche la nascita e lo sviluppo dei centri
urbani precede l’arrivo di funzionari e soldati da Roma. Non si tratta di costruire nuove città ma di
inserire nuovi edifici e monumenti o di ristrutturarne altri nell’ambito di città già esistenti con
l’eccezione di Nikopolis città fondata da Augusto. Corinto rappresenta un caso a parte, distrutta nel
146 a.C, interventi furono attuati con particolare incremento sotto Augusto, Giulio-Claudii e poi con
Vespasiano e Adriano. La rinascita della città in età romana è legata alla sua economia e ai suoi
commerci, grazie al rilancio dei porti e del ripristino delle vie di comunicazione. Qui trovò posto il
governatore dell’Achaia e nel I secolo d.C fu terreno fertile per la predicazione di San Paolo. Il
teatro di V secolo a.C venne rifatto con cavea che si sovrappone alla precedente, un edificio scenico
riccamente decorato, vicino viene costruito nel I secolo d.C un odeion scavato nella roccia rifatto
nel II secolo da Erode Attico con un edificio scenico a tre ordini. Viene restaurata la fonte Glauke e
la Peirene (quest’ultima fu integrata prima da un portico poi con la costruzione su 3 lati di absidi).
L’agorà romana si arricchì di tempietti e di un monumento circolare di età tiberiana dedicato a
Babbius Philinus, alle spalle di questi vi era il Capitolium. Completavano il quadro la basilica ed il
mercato: quest’ultimo di pianta rettangolare chiuso da portici sotto i quali si aprivano le botteghe,
risalente al I secolo d.C. La basilica si data all’inizio dell’età augustea, a tre navate. Atene conserva
il suo status di capitale culturale, Augusto si serve degli scultori neoattici per proporre un modello
di arte in tutto l’Impero “neoclassica”, crea l’agorà romana, ma è con Adriano che la città si
arricchisce di monumenti. Mentre la rinascita di Corinto è una rinascita economica e commerciale
quella di Atene è una sopravvivenza ideologica e simbolica, culturale e forse accademica. Un
intervento significativo di età augustea è il monumento onorario di Agrippa eretto nella struttura dei
Propilei, Augusto costruisce l’agorà romana tra I a.C e I d.C in un’area che doveva essere già
occupata da edifici prima dell’età romana e che dovette essere liberata con delle demolizioni. La
vecchia agorà perse la sua importanza perché venne ridotta e divenne un punto di riferimento
commerciale e circondato da portici. Tra l’agorà greca e quella romana vi era la Torre dei Venti
attribuita all’architetto Andronikos di Kyrrohos, è ottagonale e sormontata da cuspide piramidale,
era un orologio ad acqua alimentato da un serbatoio. Altri edifici vengono costruiti da Traiano come
il monumento funebre di Gaius Iulius Antiochius Philopappus, cittadino romano e console e frater
Arvalis, ma anche cittadino ateniese, arconte, coreuta e inoltre re o meglio discendente di una
famiglia reale della Siria Commagene. Con Adriano, imperatore filoelleno costruisce importanti
edifici: il tempio di Zeus Olimpo costruito nel VI a.C dai Pisistratidi, e proseguito da Antioco IV di
Siria ma la costruzione fu interrotta. Adriano completa la costruzione esaltando non solo Zeus ma
anche e soprattutto se stesso. Il tempio un ottastilo diptero, aveva una colonna crisoelefantina di
Zeus, e fu inaugurato nel 131-132 d.C. Adriano creò poi una biblioteca. Non sono da dimenticare le
costruzioni di Erode Attico: odeion, e il ninfeo di Olimpia.

CRETA ET CYRENAICA nel 96 a.C la Cirenaica venne lasciata in eredità a Roma da Tolomeo
Apione come era accaduto nel 133 in Asia per il regno di Pergamo. I romani si limitarono a gestire
il possesso di terre che si stendevano dalla grande Sirte fino al gran Catabatmo lasciando alle città
una certa libertà ma nel 75 il Senato decise di costruire una vera e propria provincia. A questa ne fu
unita un'altra ovvero Creta nacque così la provincia di Creta et Cyrenaica affidata ad un unico
governatore, ma quando il controllo dell’oriente saraà affidato ad Antonio questo donerà la
Cirenaica a Cleopatra Selene la figlia avuta con Cleopatra. Ottaviano recupererà il territorio dopo
Azio e attuò il riordino dell’Impero nel 27 a.C riunificando la provincia affidandola ad un
proconsole di rango pretorio che ha due residenze a Gortina e a Cirene. La Cirenaica dovette fare i
conti però con un’insurrezione di Giudei scoppiata sotto Traiano e repressa. Nella riorganizzazione
dioclezianea le due regioni divennero province distinte e furono assegnate a diocesi diverse. La
Cyrenaica venne suddivisa in Lybia Superior o Pentapolis e Lybia Inferior o Sicca assegnata
alla diocesi d’oriente, Creta fu aggregata alla Mesia. Anche qui la politica edilizia romana non
consiste nella fondazione di nuove città ma di interventi in situazioni urbanistiche già esistenti. A
Cirene conosciamo tre nuclei: il santuario di Apollo, quello di Zeus Liceo e quello dell’agorà. Il
Santuario di Apollo in cui troviamo un’antica fonte venerata, il tempio di Apollo stesso e quello
minore di Artemide a cui si aggiunse un tempietto dedicato ad Iside. Il santuario di Zeus Ammone e
poi Liceo, poi Soter e poi Olimpio è un ottastilo periptero dorico, costruito tra il VI e il V secolo
a.C. Al centro della città vi era l’agorà da cui si poteva raggiungere il santuario di Apollo con una
strada al cui inizio vi era l’heeron del fondatore Batto. Fuori dalla città vi era il santuario di
Demetra. In epoca romana queste realtà vengono rispettate ma sottoposte a restauri e ristrutturazioni
a partire dalle mura, nell’agorà vengono ristrutturate alcune abitazioni e costruito il Cesareo, a sud
sorge un tempio tetrastilo prostilo, dorico su alto podio dedicato alla Triade Capitolina o a Zeus
Soter e ad Atena Soteira, ma secondo un’epigrafe fu costruito in onore di Adriano e Antonino Pio.
Nel III secolo viene costruito anche un teatro. Vicino al Cesareo vi è la casa di Giasone Magno che
conserva la pianta originaria ma che viene monumentalizzata all’interno. Nell’area del santuario di
Apollo Traiano aggiunge nel 107 un tempietto dedicato ad Ecate a celebrazione della fine delle
guerre daciche, e un impianto termale distinto in grandi terme e piccole terme. Dopo la
devastazione giudaica Adriano ristruttura questi due edifici, crea un nuovo ingresso monumentale al
santuario e ristruttura l’Apollonion e l’Artemision. Nel III il teatro greco viene trasformato in
anfiteatro. Tolemaide fondata dai Lagidi o Tolomei in occasione delle nozze tra Tolomeo III e
Berenice, anche se un insediamento doveva esistere già in età arcaica con la funzione di scalo
costiero del centro di Barce. L’età ellenistica lasciava a Roma un impianto urbano quadrangolare
con due grandi assi viari nord-sud che intersecano dei plateai orientati da est a ovest e in questo
schema erano inseriti il teatro, l’agorà, il piazzale delle cisterne e il palazzo delle colonne. In età
romana l’agorà diventa il foro ospitando un tempio, il palazzo delle colonne si arricchisce di
pavimenti musivi e di pitture parietali, un arco onorario a tre fornici di IV secolo d.C, in un’antica
cavea viene ricavato l’anfiteatro. Diviene capitale della Lybia Superior o Pentapolis Tolemaide
incrementa il suo ruolo monumentale fino a quando alla metà del V secolo d.C dovrà cedere il suo
ruolo ad Apollonia collocata sul mare, aveva conosciuto una certa fioritura in età ellenistica, di II
secolo a.C era la cinta muraria così come lo stadio, del 300 a.C era un tempio dorico dedicato forse
ad Afrodite. In età imperiale la città conosce la sua massima importanza politica e in età tarda subì
dei rifacimenti alle mura. Hadrianopoli fondata da Adriano dopo la repressione della rivolta
giudaica sorgeva sul sito di un precedente vicus. Per Creta l’età imperiale è un periodo di prosperità
fino al terremoto del 670. A Gortyna sede del governatore rimango in uso il grande tempio e
l’altare, ai piedi dell’acropoli vi era il foro, aveva due teatri, e cisterne.

CYPRUS sfruttò le sue ricchezze naturali da sempre come le miniere di rame, isola fertile, ebbe
rapporti con le città fenicie, fu sempre uno dei crocevia culturali ed economici dell’Oriente. Nel 58
a.C era governata da un fratello del re d’Egitto Tolomeo Aulete quando fu annessa a Roma.
Aggregata inizialmente alla Cilicia fu donata da Cesare a Cleopatra con un provvedimento
confermato poi da Antonio ma dopo Azio tornò in possesso di Roma e nel 22 Augusto ne fece una
provincia a se stante e il governatore fu un proconsole di rango pretorio residente a Paphos. Ai
tempi di Traiano risale una rivolta di Giudei, una nuova rivolta si ebbe ai tempi di Costantino e nel
648 l’isola venne occupata dagli Arabi. L’isola fu connessa con il mondo asiatico e con quello
fenicio: i fenici fecero di Slamina e di Kiton due loro principali emporii. L’urbanizzazione è un
fenomeno preclassico e in epoca ellenistica si hanno importanti realizzazioni come il porto di
Amatunte o le fortificazioni di Nea Paphos dove sono note le tombe dei re, a Kourion il santuario di
Apollo comprende anche un bosco sacro. Gli interventi romani appaiono circoscritti i più rilevanti
sono quelli effettuati nella residenza del governatore a Paphos dove nel II d.C viene rimodellata
l’area centrale. Viene costruita un agorà circondata da portici, un odeion,, un Asklepieion, a sud e
sud-ovest dell’agorà vi è il quartier residenziale: la casa si Orfeo, di Dioniso, di Aion, di Teseo sono
quelle più indagate. Salamina non conosce in età romana sviluppi concreti, Amatunte sulla costa
meridionale conosce invece degli sviluppi soprattutto per quanto riguarda il tempio di Afrodite
Cipria sull’acropoli.

CAPITOLO 9: PROVINCE D’ASIA MINORE: ASIA, BITHYNIA ET PONTUS, GALATIA,


LYCIA ET PAMPHYLIA, CAPPADOCIA, CILICIA.

ASIA fu il primo territorio provinciale di cui Roma riuscì ad entrare in possesso in virtù di un
testamento quello di Attalo III di Pergamo del 133 a.C. Agli Attalidi si deve il merito di aver
sconfitto i Galati e di aver dato vita ad un fiorente regno. I confini della provincia non erano gli
stessi del dominio degli Attalidi ed oscillarono a lungo, grave era il problema della gestione
amministrativa e politica e in più Roma dovette fare i conti con l’azione antiromana del re del
Ponto, Mitridate che nell’88 fece una strage di italici. Con Augusto vi fu un rilancio, conoscono
nuovo impulso i traffici lungo l’antica strada reale e lungo le nuove arterie che vengono costruite,
prospera l’agricoltura, l’industria estrattiva e tessile. L’Asia diviene una provincia senatoria e
fiorisce l’attività edilizia soprattutto nella capitale Efeso. Nel III secolo viene minacciata da Persiani
e Goti, con la riorganizzazione dioclezianea viene suddivisa in 7 province. In queste province
greche ed orientali i Romani attuano una politica urbanistica diversa: non fondano nuove città ma
interviene in realtà già esistenti. Questa fase si avvia con la riorganizzazione da parte di Augusto nel
27 e diviene significativa nel II d.C a cui si accompagna la ristrutturazione dei grandi santuari
(Artemision di Efeso, Didymaion di Mileto). Tra i principali progetti di Augusto vi è quello della
capitale Efeso alla cui zona centrale si arrivava al termine della grande via colonnata, fiancheggiata
da terme e ginnasi, arrivava dal porto fin sotto il teatro, non lontano dal teatro vi era l’agorà
ellenistica e una seconda agorà. Mentre la prima era destinata a scopi commerciali la seconda era un
centro direzionale dove Antonio fece costruire un tempio di Dioniso, la piazza fu abbellita da un
arco di ingresso a 4 fornici e da un ninfeo. Vi erano anche la biblioteca di Celso, il tempio di
Adriano, il ginnasio di Vedio. Mileto aveva appoggiato Mitridate ed era stata punita con la perdita
della libertà che le era stata restituita da Antonio. Anche qui si registrano dei grandi interventi:
Pompeo nel 63 fa erigere un monumento per celebrare i suoi successi contro i pirati, Augusto
inserisce un tripode marmoreo come dono votivo per Apollo Aziaco in riferimento alla sconfitta
inflitta ad Antonio ad Azio. Viene costruito un monumento votivo minore, si amplia la via
colonnata del porto, Traiano fa costruire un ninfeo. Mentre Efeso e Mileto erano città portuali,
Pergamo capitale del regno degli Attalidi era all’interno, collocata su un’altura o alle sue pendici,
presentava edifici ellenistici come il grande altare, il santuario di Atena Polias, i palazzi di Attalo I e
di Eumene II. Qui viene costruito il Traianeum tempio di Traiano divinizzato ad opera di Adriano,
si interviene anche nel teatro stesso. Le varie tipologie edilizie sono rappresentate da un gran
numero di esempi. Per quanto riguarda i templi e i santuari in età romana si completano o
restaurano grandi edifici di età ellenistica: nel Didymaion di Mileto i Romani aggiungono
un’ulteriore fila di colonne alla peristasi, i capitelli corinzi e la trabeazione vengono completati nel
II d.C. Viene ristrutturato l’Asklepieion di Pergamo che viene in pratica totalmente rifatto.
Vengono realizzati edifici ex novo come il Tempio di Zeus ad Aizanoi, il grande temenos del
tempio di Afrodite ad Afrodisia e il santuario dedicato nella città di Cizico al culto di Adriano
proclamato 13 divinità dell’Olimpo (edifici di età Adrianea). Il culto imperiale in Asia non era nato
con Adriano, a partire dal 29 a.C le città della provincia avevano scelto Pergamo per la celebrazione
di tale culto che poi si era esteso ad altri centri. A Pergamo un piccolo tempio fu collocato nel
ginnasio, Adriano aggiunse poi sull’acropoli il tempio di Traiano. Fra le costruzioni più originali è
da ricordare il Serapion di Pergamo santuario dedicato alle divinità egiziane costituito da un
immenso cortile, e all’estremità orientale da un edificio a pianta basilicale fiancheggiato da due
edifici identici e simmetrici ognuno dei quali caratterizzato da un cortile porticato e una torre
cilindrica. Gli interventi romani per quanto riguarda i luoghi dell’attività politica e amministrativa
anche qui si tratta alcune volte di modifiche di impianti preesistenti altre di realizzazioni ex novo.
Le modifiche sono limitate al restauro delle strutture ellenistiche con l’inserimento di qualche
elemento circoscritto come nel caso dell’agorà settentrionale di Mileto a cui si aggiunge a sud una
porta monumentale o nell’agorà commerciale di Efeso dove in età augustea fu aggiunto un ingresso
monumentale. Per quanto riguarda i teatri sia l’Asia che le altre province anatoliche offrono una
casistica ricca e variegata, alcuni di questi edifici da spettacolo sono realizzati ex novo in epoca
romana altri invece sono di origine ellenistica quelli più antichi sono di Mileto e Priene di IV secolo
a.C. Il teatro di Afrodisia fu costruito nel 30 a.C o prima del 27, quello di Hierapolis in Frigia della
fine del II d.C la parete di fondo è caratterizzata dalla Porta Regia e Hospitale. I rilievi sopra la
porta Regia raffiguravano Settimio Severo e la famiglia imperiale. Anche i due teatri di Pergamo
sono costruiti ex novo anche se il principale resta quello costruito dagli Attalidi sulle pendici
dell’acropoli in cui i Romani inserirono una scenae frons. Alcuni teatri erano oltre che edifici per
spettacolo anche luoghi legati alla vita politica, destinati a questa seconda funzione erano i
bouleuteria come quelli di Priene e Mileto entrambi preromani. Altri monumenti sono ninfei,
propilei e biblioteche. Importante è la Biblioteca di Celso ad Efeso collocata nell’agorà
commerciale costruita nel 110 d.C come monumento sepolcrale. Intensa fu l’attività di scuole,
botteghe che si svilupparono attorno alle cave di marmi bianchi o colorati. Tra queste scuole
importante è quella di Afrodisia che operavano a Roma, a Leptis Magna, e in tutto l’Impero. Altre
scuole si svilupparono a Hierapolis, a Pergamo, ad Efeso che realizzò le decorazioni per la
biblioteca di Celso.

BITHYNIA ET PONTUS nel 74 a.C Nicomede IV Filopatore, re di Bitinia lasciò in eredità a


Roma il suo regno. Nel 63 Pompeo con la vittoria su Mitridate re del Ponto si impossessava del suo
territorio, procedette ad una riorganizzazione dell’Oriente e venne creata la provincia di Bithynia et
Pontus che confinavano a nord con il Mar Nero. Questa zona era ricca di città dell’entroterra come
Nicea e la capitale della Bitinia Nicomedia, e città portuali come Sinope, Eraclea, Amastris e
Bisanzio sul Bosforo. Vi erano importanti vie d’acqua verso l’interno a cui si aggiunsero
canalizzazioni artificiali, furono costruite o ripristinate anche le vie di terra. Vennero fondate o
rifondate molte città già con Pompeo poi con Cesare e con Augusto e i suoi successori. Traiano
tenne conto della sua posizione strategica per la preparazione delle campagne d’Oriente. Con
Diocleziano la provincia viene divisa in: Bitinia, Onoriade, Diosponto, Ponto Polemoniaco,
Armenia Minore. La Bitinia fu abitata a partire dal VIII secolo a.C da tribù di origine tracica,
conobbe lungo le coste la colonizzazione greca e fu poi sottomessa da Ciro il Grande il quale la
incluse nell’Impero Persiano. Venne conquistata da Alessandro Magno e fin dal III a.C un re Zipete
fondò una dinastia. Paese ricco per l’agricoltura e l’allevamento e per le materie prime. Anche il
Ponto aveva conosciuto la colonizzazione greca e poi il dominio persiano, condusse una politica
antiromana e Mitridate VI Eupatore nell’88 a.C compì la strage di italici presenti in Asia,
innescando una serie di guerre contro Roma in Asia e in Grecia che si conclusero con la sconfitta
contro Pompeo e il suicidio del re nel 63 a.C. Roma non solo interviene nelle antiche città greche
ma fonda nuove città. Mentre in Bithynia i centri principali si collocano anche all’interno nel Pontus
si trovano soprattutto lungo la costa. Città importanti erano: Nicaea fu fondata da Antigono
Monoftalmo con nome di Antigonea, Lisimaco di Tracia cambiò il suo nome in Nikaia nel 281 a.C,
collocata su un lago al centro di un territorio agricolo e fertile, aveva grandi strade che si
incrociavano ad angolo retto. In età imperiale si aggiungono edifici costruiti da Augusto, Tiberio,
Traiano, Adriano, vi erano un Apollonion, un tempio di Cesare e di Roma, il mercato, il teatro e le
mura. Nicomedia all’inizio della principale via di penetrazione dalla costa all’interna era stata
fondata da Zipote e passò a Roma con il testamento di Nicomede IV. Nell’impianto ellenistico si
inseriscono edifici romani: il porto, la basilica, il circo, l’ippodromo, alcuni edifici privati, Antonino
Pio fece costruire delle terme, Traiano una basilica. Fu assegnata alla Bitinia la colonia di Bisanzio
anche se geograficamente appartenente alla Tracia. Devastata da Settimio Severo fu valorizzata con
Costantino che le diede il suo nome e ne fece la sua capitale. Dal punto di vista urbanistico fu
ampliata molte volte con cinte murarie (poderose quelle di Teodosio). Nel Ponto Heraclea era di
antica fondazione di Beoti e Megaresi venne rifondata da Lisimaco e occupata da Mitridate. Doveva
la sua importanza al suo doppio porto ebbe un rilancio in età Cesare e Augustea. Sinope fondata nel
630 a.C da Mileto divenne così importante da fondare delle colonie sulle coste del Ponto. Fu in
seguito inglobata nel regno pontico e presa da Lucullo uno dei generali romani impegnati nella lotta
contro Mitridate. Con Cesare e Augusto divenne Colonia Iulia Felix.

GALATIA nella sua capitale Ancyra è conservato un documento di straordinario interesse per la
storia dell’impero il Monumentum Ancyranum si tratta del testo delle Res Gestae Divi Augusti, il
testamento politico di Augusto. La Galazia non fu acquisita con conquiste militari fu costituita in
provincia da Augusto nel 25 a.C dopo la morte dell’ultimo re Aminta. Abitata da tribù celtiche
(detti Galati) che praticavano agricoltura e allevamento. Poco numerose le città conosciamo resti
importanti ad Ancyra, Pessinous sede di un antico santuario della Magna Mater, sappiamo di
colonie di veterani a Comana, Cremna e Antiochia in Pisidia, Claudiopolis in Isauria, Iconion
in Licaonia e Germa in Galizia. Dell’antica Ancyra-Ankara si conservano le terme, palestra,
tempio di Roma e Augusto, fatto erigere dopo la costituzione della provincia sul sito di un
precedente culto di Cibele e Men. Sulle pareti della cella e su quelle delle ante del pronao vi era
inciso in latino e in greco il testo delle Res Gestae Divi Augusti. Antiochia di Pisidia fu fondata nel
280 da Seleuco Nicatore ed ebbe nuova vita in età romana diventando colonia con Augusto.
Restano il teatro, le mura, acquedotto, il tempio di Men e Augusto.

LYCIA ET PAMPHYLIA La Licia collocata nell’estremità sud-occidentale della penisola


anatolica è una regione aspra e montuosa bagnata su 3 lati dal mare, sede di un’antica
confederazione di città era in ottimi rapporti con Roma tanto da conservare una formale
indipendenza fino all’età di Claudio, venne organizzata da lui in provincia e ricevette un assetto
definitivo con Vespasiano nel 74 d.C. La Panfilia presentava una serie di pianure costiere popolate
da antiche città, l’urbanizzazione era stata completata in età ellenistica quando la regione era stata
annessa dai Tolomei, poi dai Seleucidi e infine dagli Attalidi. Proprio da Attalo III era stata lasciata
in eredità a Roma. Alle spalle della Panfilia fu aggregato un tratto dell’altopiano pisidico: la Pisidia
che fu divisa tra province diverse. I primi abitanti della regione sono i Lici, popolo di pirati
proveniente da Creta. La Licia entrò nel VI secolo a far parte dell’impero persiano ma la sua
autonomia fu notevole dal momento che fu prima affidata a principi locali e poi a satrapi che erano
indipendenti. Sottomessa da Alessandro la regione venne poi occupata dai Tolomeo I poi da
Antioco III di Siria e infine dai principi rodii. Chiese aiuto a Roma nel 169-169 a.C che la dichiarò
indipendente, costruendo uno stato federale formato da 23 città. L’arte della Licia è testimoniata
dalle tombe con eleganti facciate o da sarcofagi con coperchio a doppio spiovente. Annessa alla
Licia nel VI a.C la Panfilia passò nel 546 sotto il dominio persiano. Conquistata da Alessandro
passò sotto tre diverse dinastie ellenistiche. Le principali città della Licia sono collocate in luoghi
impervi. Xanthos si estendeva su un terreno roccioso, importante è la necropoli vasta in cui spicca
il Monumento delle Arpie, il Pilastro iscritto. In età ellenistica sotto il controllo dei Lagidi e dei
Seleucidi la città conosce un ulteriore sviluppo con una nuova acropoli in cui sorgeva il tempio di
Artemide. Questa sarà anche l’acropoli romana, quando dopo la distruzione della città ad opera di
Bruto nel 42 a.C e dopo la costruzione della provincia da parte di Claudio nel 43 d.C si ebbe una
notevole fioritura. Sul pendio dell’altura venne costruito un teatro, dietro un agorà, sull’acropoli
licia sorse una ricca dimora con mosaici. Vi era anche l’arco-porta di Vespasiano a un fornice. Altra
città importante è Termessos collocata all’interno sui fianchi e le sommità di una montagna che
domina i passi che collegano con la Pisidia. Fu tra le pochissime città dell’asia minore a non essere
conquistata da Alessandro, fu costretta ad allearsi con Roma nel 189 a.C dopo la battaglia di
Magnesia. Il periodo di massimo splendore è quello del II-III secolo d.C e nel IV divenne sede
episcopale. L’agorà ellenistica era chiusa ad ovest da un portico donato dal re di Pergamo Attalo II,
mentre quello settentrionale fu donato da un ricco cittadino in età romana. Ad est vi era un ginnasio,
sull’agorà si affacciavano due templi uno dedicato ad Ares e l’altro a sud. Ci sono anche teatro ed
odeion di I d.C. la città fu ampliata nel II d.C con un nuovo giro di mura. La Panfilia entrò nello
stato romano nel 102 a.C per far parte della provincia di Cilicia e poi di quella d’Asia, affidata dal
36 da Antonio ad un re Aminta, fu di nuovo inserita nell’Impero ma nella Galazia fino a quando
Claudio la associò alla Licia e con una parte della Pisidia. Nelle città l’intervento romano fu più
incisivo. Perge aveva in età ellenistica una notevole estensione, con una poderosa cinta muraria, la
cui porta principale presentava due torri rotonde. L’abitato ai piedi di una collina si estende in età
romana e dalla porta principale parte una via colonnata che si dirige verso l’acropoli. Altra grande
città della Panfilia è Side antica colonia di Kyme eolica fu un importante città portuale, si arrese ad
Alessandro ed entrò poi nell’orbita dei Seleucidi. La cinta muraria ellenistica presenta torri e porte
monumentali, all’interno la città si rimodella in età romana. La Lycia et Pamphylia comprendevano
anche la Pisidia una regione montuosa interna, fertile e ricca di acque. Una regione che si era
mantenuta indipendente dal regno persiano, dopo la pace di Apamea del 188 a.C passò sotto il
regno di Pergamo ed entrò a far parte dello stato romano nel 133. Inclusa da Pompeo nella provincia
di Cilicia fu poi assegnata in parte alla Galatia e in parte alla Lycia et Pamphylia. Città importante è
Sagalassos situata presso le sorgenti del fiume Cestro, fu conquistato da Alessandro. I rapporti con
Roma ben presto si guastarono e la città fu distrutta. Venne ricostruita in età imperiale.

CAPPADOCIA Aveva come risorse principali l’allevamento, pastorizia, agricoltura estensiva,


entrò nell’orbita romana come regno cliente nel II a.C e divenne provincia con Tiberio e le furono
annesse alcune parti del Ponto. L’urbanizzazione fu limitata. L’invasione dei Persiani ebbe
drammatiche conseguenze, venne espugnata la capitale Cesarea. Con Diocleziano venne riordinata
e la Cappadocia si articolò in Disponto, Ponto Polemoniaco, Cappadocia Prima, Cappadocia
Seconda, Licaonia, Armenia Prime e Seconda. Importante come provincia di confine dopo la
creazione del limes sull’Eufrate, la Cappadocia non conobbe un’intensa urbanizzazione.

CILICIA Pompeo Magno venne inviato qui per risolvere il problema dei pirati, minaccia per lo
svolgimento dei commerci nel Mediterraneo orientale. L’attività dei pirati aveva suscitato
preoccupazioni sin dal II secolo a.C ma fu Pompeo a mettere fine a questo problema distruggendo
le flotte di quelli della Cilicia e ad occuparne le basi nell’Aspera. La provincia istituita nel 62
comprendeva oltre alla Aspera e alla Piana anche Pisidia, Panfilia, Isauria, Licaonia e dal 58 l’Isola
di Cipro. La provincia fu divisa con Arcadio in Cilicia Prima, Secunda e Isauria con capitali
Tarso, Anazarbos e Seleucia. Aveva conosciuto prima della romanizzazione esempi di vita urbana
evoluta, tale sistema fu potenziato e a partire dall’età flavia venne sviluppato un sistema viario. La
monumentalizzazione dei tessuti urbani è affidata alle grandi strade colonnate, santuari rupestri,
templi, teatri, terme.

CAPITOLO 10: PROVINCE D’ORIENTE: SYRIA ET PALESTINA, IUDEA, ARABIA,


ARMENIA, MESOPOTAMIA, ASSYRIA

SYRIA ET PALESTINA nel Vicino Oriente Roma entrò in contatto con la dinastia dei Seleucidi,
che era stata fondata da Seleuco I Nicatore su un’area che comprendeva anche parte dell’Asia
Minore. Il conflitto con Antico III concluso con la battaglia di Magnesia del 189 a.C vinta da Roma,
la conquista si consolida con le campagne d’Oriente di Silla, Locullo, Pompeo ed è quest’ultimo a
costituire la provincia nel 62 a.C. Una distesa di aree diverse che oggi appartengono agli stati di
Siria, Israele, Giordania, Libano e Turchia, in cui vi erano inseriti regni minori e città indipendenti
di cui Roma rispettò l’autonomia come Commagene a nord e la Giudea a sud, e le città fenicie della
costa. La Siria fu provincia imperiale affidata all’imperatore nella qualità di capo supremo
dell’esercito e da lui governata attraverso un legatus Augusti pro pretore al cui comando vi erano 4
legioni. Questo territorio era situato a ridosso dell’Impero dei Parti, la capitale è Antiochia
sull’Oronte. Quando Traiano conquista l’Assiria, Mesopotamia e l’Arabia la Siria non si trovò più
sull’estremo limite dell’Impero e vide diminuire la sua funzione militare, ma l’Assiria e la
Mesopotamia vennero presto abbandonate e il ruolo strategico della Siria ritorna. A metà del III
secolo la situazione si aggrava: i Sassanidi che si sono sostituiti ai Parti nel dominio sui territori
iranici, invadono la Siria e Valeriano viene sconfitto e fatto prigioniero. La difesa dell’Impero è
assunta da Odenato, Zenobia, Vaballato principi di Palmira. L’imperatore Aureliano nel 272 d.C
occupò Palmira e sconfisse Zenobia. Diocleziano nella sua riorganizzazione dell’Impero rafforzò
questa provincia di frontiera costruendo la Strata Diocletiana. Si sviluppano grandi città Seleucia,
Apamea, Tolemaide, Heliopolis, dall’Arabia e dall’India e dalla Cina giungono merci preziose che
fanno la fortuna delle città carovaniere: Palmira, Damasco, Gerasa, Dura Europos antica fortezza
macedone sull’Eufrate che conserva la sua postazione militare e posta al confine fra Impero
Romano e Impero Partico, luogo di incontro di culture e di merci. La Siria divenne provincia assira
e poi neobabilonese, destinata però ad essere incorporata nell’Impero Persiano. Quando l’Impero
Persiano fu conquistato da Alessandro anche la Siria entrò a far parte dell’orbita macedone. Dopo la
morte di Ale il controllo della Siria fu conteso tra i vari successori: Tolomeo I, Antigono
Laomedonte fino a quando Seleuco I Nicatore non si impadronì della regione. L’Impero Seleucide
comprende anche parti dell’Asia Minore e alcune regioni a oriente che dal III sec a.C si staccarono
e vennero annesse al Regno partico. Seleuco e i suoi successori fondarono numerose colonie. Con la
sconfitta di Antioco III battuto alle Termopili nel 191 a.C e a Magnesia nel 189, fu costretto poi a
sottoscrivere una pace ad Apamea nel 188 la posizione della Siria venne meno. Nelle province
orientali e greche non è la romanizzazione ad introdurre l’urbanizzazione dal momento che esistono
già prima della conquista città importanti espressione di cultura classica ed ellenistica. Gli interventi
romani sono comunque significativi e si manifesta con le grandi plateiai ovvero assi stradali
rettilinei fiancheggiati da portici: è conservata per lunghi tratti la plateia di Apamea base militare al
centro di un’importante area sul fiume Oronte, rifatta dopo il terremoto del 115 d.C, la via
colonnata di Antiochia sull’Oronte, la via colonnata di Gerasa fondata da Antioco IV Epiphanes e
chiamata Antiochia sul Chyrsorrhoas, annessa nel I a.C da Alessandro Ianneo alla Giudea fu
assegnata alla Siria nell’ambito del riassetto dei territori orientali da parte di Pompeo, città
carovaniera, il fiume la taglia in due parti a est la zona residenziale e ad ovest il santuario di
Artemide, l’area monumentale. La plateia che comincia a sud presenta agli incroci tetrapyla.
Un’importante plateia è presente anche a Byblos antica città fenicia, ebbe legami stretti con
l’Egitto. Questa via colonnata si inserisce in un impianto urbano con grandi monumenti: teatro, case
con mosaici, ninfeo. Palmira occupa un posto privilegiato nel deserto arabo-siriano grazie alla
presenza di un’oasi, città carovaniera assorbita poi dallo stato romano. Ha una pianta allungata e
irregolare anche qui via colonnata che sembra voler unificare un impianto non unitario, non ha un
andamento rettilineo e presenta due snodi. La romanizzazione comporta anche l’allestimento delle
opere di difesa e del sistema stradale. Le mura di cinta sono di età ellenistica ma poi vennero
ristrutturate fino ad età tardoimperiale. Significativo è il complesso di opere realizzate a difesa della
frontiera con l’Impero partico: una fortezza a lungo contesa è quella di Dura Europos sull’Eufrate,
fortezza macedone fondata nel 300 a.C sul sito di un antico insediamento semitico, la città-
piazzaforte fu occupata nel 100 a.C dai Parti e divenne loro avamposto contro Roma, quest’ultima
la occupò con Lucio Vero nel 165 d.C. Presenta una poderosa cittadella e mura e anche un impianto
urbanistico con strade di origine ellenistica. Questa frontiera orientale dimostra come il confine
dell’impero romano non fosse una linea rigida e bloccata, ma un sistema elastico e basato sulla
mobilità delle truppe e in tempi di pace, di merci e mercanti. È un fascio di strade punteggiate con
fortezze, con avanzamenti e ripiegamenti a seconda delle varie epoche. Vi sono strade sul limes ma
anche che attraversano l’intera provincia da Damasco ad Apamea a Beroea o da Emesa a Palmira a
Dura; o lungo la costa da Tiro a Berito a Laodicea ad Antiochia. Non dimentichiamo la Strata
Diocletiana. Anche queste strade erano sorvegliate da fortezze quella più nota è quella di Resafa
percorso carovaniero tra l’Eufrate e Damasco. Tra i monumenti principali abbiamo i santuari ad
Apamea, Gerasa, Damasco testimoniati in maniera frammentaria, ma si tratta di templi posti al
centro di cortili porticati. Ad Apamea domina il santuario oracolare di Zeus Belos, a Gerasa vi è il
Tempio di Zeus e di Artemida, a Damasco abbiamo il santuario di Iuppiter. Un caso particolare è
quello di Heliopolis tra le catene del Libano e dell’Antilibano che ebbe il suo massimo sviluppo nel
II secolo, l’impianto urbano è dominato dal complesso templare, attorno al tempio di Giove-Baal si
aggiunsero molti edifici. Il tempio si affaccia su una piazza porticata e vi si accede attraverso un
ingresso monumentale. Palmira è ricca di santuari all’estremità ovest-nord-ovest della via
colonnata vi era il tempio di Atena e Allat che fu poi occupato dal campo di Diocleziano,
all’estremità opposta della città vi era il tempio di Bel in cui vi sono una commistione di elementi
greci ed orientali. Altro tempio notevole è quello di Baalshamin costruito all’età di Adriano inserito
in un preesistente santuario di tipo orientale. Teatri a Gerasa ve ne sono 3, a Palmira uno solo, tra i
monumenti pubblici ricordiamo gli archi come quelli di Palmira, di Gerasa e di Laodicea
(importante scalo sul Mediterraneo, ha un arco quadrifronte costruito all’epoca di Lucio Vero o di
Settimio Severo).

IUDEA o Palestina occupa una posizione alquanto singolare è aggregata alla provincia solo
relativamente tardi nel 44 a.C, e conserva stretti rapporti con Roma. Prima dell’Intervento di
Pompeo si erano susseguiti eventi drammatici: la rivolta dei Maccabei e la salita al trono degli
Asmonei. La rivolta dei Maccabei guidata da Giuda e Gionta era esplosa come reazione al tentativo
di ellenizzazione da parte di Antioco IV. L’intervento di normalizzatore di Pompeo si ha solo nel
63. Pompeo insedia Ircano II ultimo degli Asmonei, come re della Palestina assistito da Antipatro
che resterà in buoni rapporti con Cesare e Crasso e con Antonio. Nel 37 il figlio di Antipatro, Erode
viene nominato dai Romani re di Giudea. Il successore Archelao per la eccessiva crudeltà venne
rimosso nel 6 d.C dai Romani che trasformarono la Giudea in provincia. Il governatore più noto è
Ponzio Pilato, e poi Erode Antipa posto a capo di un nuovo regno vassallo, ma già nel 44 si
ripristina il controllo imperiale con l’annessione della Siria e la creazione della Syria et Palestina.
Poi vi furono le guerre giudaiche: la prima vinta nel 70 da Tito con la presa di Gerusalemme e la
distruzione del tempio, la seconda scoppiò con Adriano che avviò la trasformazione della città di
Gerusalemme in Aelia Capitolia. Grazie all’appoggio dei romani Erode unificò tutto il territorio
costituito dalla Giudea, Idumea, Samaria e dalle città greche della costa. A ciò si legò un’intensa
attività edilizia sia con la costruzione ex novo, o quasi di insediamenti sia con interventi di grande
peso e prestigio in centri urbani già esistenti. Tra le città costruite ex novo ricordiamo Cesarea
Marittima e il porto di Sebastos, Samaria Sebaste. Importanti sono gli interventi su
Gerusalemme il monumento che dà impronta a tutta la città è il nuovo Tempio con la sua immensa
spianata su un poderoso terrazzamento sostenuto da grandi muraglioni, ma nell’antico insediamento
si costruiscono anche nuove mura, torri e complessi residenziali. La città sarà espugnata, il tempio
distrutto e saccheggiato durante la guerra giudaica condotta da Tito nel 70 d.C, dopo la seconda
guerra giudaica condotta da Adirano nel 135 venne eretto un tempio di Giove. La città di Adriano
Aelia Capitolia sarà una città del tutto nuova con cardi e decumani. Erode però ha dato una sua
impronta a città come Gerasulemme, Cesarea con grandi architetture con opere murarie influenzate
da modelli ellenistici. Importanti sono gli edifici culto a partire dal Tempio di Gerusalemme. Il
primo edificio sacro fu fatto costruire da Salomone tra il 959 e 952 a.C insieme con un grande
palazzo. Il tempio era diviso in vestibolo, santo e santo dei santi (in cui vi era l’arca). La distruzione
nel 586 a.C da parte dei Babilonesi determinò la scomparsa dell’arca. Il secondo tempio costruito
nel 525 era più modesto e fu sottoposto più volte a saccheggi, ma il vero secondo tempio è quello di
Erode e i lavori durarono fino al 64 d.C. Dopo la distruzione da parte di Tito il tempio non fu più
ricostruito. Il muro del pianto è un tratto delle strutture di contenimento create da Erode. Gli edifici
per spettacolo: teatro di Cesarea costruito in età augustea ma fu più volte rifatto, quello di Samaria
Sebaste di III d.C a piedi dell’acropoli e uno stadio delimitato da 4 portici. L’edificio più
caratteristico dell’età di Erode è però il palazzo rinvenuto a Gerusalemme, a Gerico, e a Cesarea,
non mancano esempi di architettura residenziale e funeraria.

ARABIA alla morte dell’ultimo re Rabbel II, il regno nabateo fu annesso allo stato romano nel 105
d.C e l’anno successivo il territorio fu organizzato in provincia da Traiano. Con l’aggiunta di
Philadelphia, Gerasa e Adraha distaccate dalla Siria, il territorio della provincia aveva come confine
la valle del Giordano e il Mar Morto, la capitale divenne Bostra ristrutturata e ribattezzata Nea
Traiane Bostra, vi fu stabilita una guarnigione la III Cyrenaica. Vennero create nuove strade come
quella che portava da Bostra ad Aila o altre comunicanti con la Syria et Palestina, ma le vie più
importanti erano quelle già esistenti ovvero le vie carovaniere che portavano fino allo Yemen e al
Golfo Arabico e che avevano costituito la fortuna del regno nabateo, la cui antica capitale Petra
riceve da Adriano il titolo di metropoli. Con Settimio Severo con il riassetto della Siria, l’Arabia fu
ingrandita con l’annessione dello Hawran. Con Diocleziano fu attuata una suddivisione dalla parte
settentrionale venne distaccata quella meridionale che andò a formare la Palestina Tertia o
Salutaris. Prima dei Nabatei le terre tra il Mar Morto e il golfo di Aqaba erano occupate da
popolazioni non arabe non troppo note. La presenza araba si fa rilevate a partire del V secolo a.C
con l’affermarsi dei Nabatei che daranno vita ad un regno che si estendeva a est del Giordano
comprendendo il Sinai e il Negev e l’ Arabia nord-orientale, raggiunge la massima espansione
arrivando fino a Damasco ma nel 65 mentre assedia Gerusalemme si scontra con la presenza
romana. Pompeo e i suoi legati realizzarono spedizioni contro i Nabatei. Ottaviano divenuto
Augusto non si interessò ai Nabatei, i suoi successori per tutto il I d.C non intervennero più in
Arabia e la capitale dei Nabatei, Petra divenne un punto di riferimento cosmopolita. Con l’ultimo
sovrano Rabel II si ha poi l’annessione da parte di Traiano. Gli interventi romani non fanno altro
che incrementare la monumentalità degli assetti urbani. Bostra la capitale aveva un suo nucleo
nabateo di cui non conosciamo la consistenza, ma aveva un ingresso monumentale con la Porta
Nabatea. Dopo l’annessione all’impero romano sorse presso questo nucleo un palazzo e vennero
create una serie di vie colonnate. L’asse meglio indagato è quello che parte in senso sud-est/nord-
ovest con delle piccole irregolarità dal momento che è una ripresa in età romana di strade
carovaniere preesistenti. Vi era un castrum della III Cirenaica che venne poi inglobato nella cinta
muraria distrutta nel 272 dai Palmireni. Petra antica capitale del regno nabateo perse la sua
importanza a causa della promozione di Bostra a capitale, le venne però conferito il titolo di
metropoli. Il principale intervento romano si verifica in un’area dove si affacciavano il palazzo, il
tempio dei leoni alati, il mercato, il tempio corinzio con i suoi propilei, fino al temenos. Tutti questi
monumenti dovevano essere collegati tra loro da una strada che con Traiano o con gli Antonini
viene trasformata in una grande arteria lastricata e fiancheggiata da portici con una porta a sud ed
un ninfeo a nord. Gli impianti forensi non sono molto attestati al contrario di archi, teatri, residenze
private.

ARMENIA, MESOPOTAMIA, ASSYRIA questi territori all’estremità orientale dell’impero


erano stati sedi di civiltà antiche e di celebri e potenti imperi, e furono effimere conquiste di Traiano
nelle ultime campagne condotte prima della sua morte nel 117 d.C. La presenza romana in Armenia
è alquanto effimera non furono fondate colonie, dopo che la provincia fu abbandonata da Adriano
l’importanza strategica di quest’area non fu trascurata da Roma che ne mantenne il controllo con
l’insediamento di re filoromani. Vi sono castra che ospitavano soldati romani. La Mesopotamia nei
secoli successivi a Traiano fu occupata con molte oscillazioni del limes che non era una rigida linea
ma una serie di fortezze scaglionate a varia distanza e di varie tipologie. Alle esigenze romane però
faceva fronte anche la realizzazione di una rete stradale più militare che commerciale delle due
principali strade verso il Tigri, una passava per Nisibis e l’altra per Thannuris. Tra le città più
importanti abbiamo Edessa chiamata così da Seleuco I in ricordo dell’omonima città macedonica,
nel 132 ai Seleucidi subentrò una dinastia araba, in età imperiale la città fu sotto il controllo di
Roma o dei Parti. Dal 109 al 159 d.C e nel II, III secolo fu governata da re armeni. L’Assyria appare
la più effimera tra queste province.

CAPITOLO 11: PROVINCE AFRICANE: MAURETANIA, AFRICA PROCONSULARIS E


NUMIDIA.

MAURETANIA anche questo lembo nord-occidentale dell’Africa (corrispondente al Marocco, a


parte della Mauritania e alla parte occidentale della costa algerina fino al Wadi el Kebir) giunse a
Roma come dono di un sovrano. Ai tempi della seconda guerra punica l’area era sotto il controllo di
una dinastia locale, restò unificata con il re Bocco I durante la guerra giugurtina e anche nella prima
metà del I a.C. Dopo il territorio appare diviso tra due sovrani e il confine tra le due era dato dal
fiume Malus che sarà un punto di riferimento anche per ripartizioni successive, in età imperiale tra
Mauretania Tingitana e Mauretania Caesarensis. A causa dell’amicizia con Antonio uno dei due
sovrani perse il suo regno nel 38 a.C che si unificò con quello dell’altro, che alla morte lasciò la
Mauretania in eredità ad Ottaviano. Questo nel 25 da vita ad un regno cliente dato a Giuba II suo
amico, condotto a Roma dopo la sconfitta del padre Giuba di Numidia. A Giuba II succede il figlio
Tolomeo che però Caligola fa uccidere nel 40 d.C sarà Claudio a dar vita alla provincia, anzi alle
province: la Mauretania Tingitana con capitale Tingis e la Mauretania Caesarensis con
capitale Cesarea. Con la riforma di Diocleziano dalla Caesarensis viene distaccata la Sitifensis con
capitale Sitifis. La presenza militare e l’organizzazione di opere di difesa costituiscono una
presenza non troppo invadente ma costante nelle province mauretane. Nella Tingitana si conoscono
12 castra, del limes della Caesarenisis invece non conosciamo l’esatta consistenza. Una prima
sistemazione si ha con Traiano ed Adriano lungo una direttrice che comprende Rapidum, Auzia, la
piana del Selif che viene poi rinforzata con Commodo. Ma è Settimio Severo che apporta modifiche
sostanziali: vengono inclusi i monti di Hodna, di Bibans, di Titteri, con la creazione di nuovi castra,
la rete stradale però non è così fitta. Anche la Sitifensis presentava numerosi castella.
L’urbanizzazione presenta diversi gradi di intensità, poco si sa degli assetti urbani preromani.
Volubilis il sito meglio noto presentava sin dal III secolo a.C un centro indigeno aperto ad influssi
libico-punici, era la capitale della parte occidentale del regno dello stesso Giuba, venne inserita con
Caligola nella provincia di Mauretania e cambiò volto. Si sviluppa il foro che nel II appare come
una piazza con tempio al centro e con Settimio Severo si amplia, vengono costruiti portici
perimetrali, una basilica e il Capitolium. Abbiamo anche un arco dedicato a Caracalla e alla molglie
Iulia Domna. Tingis capitale della Tingitana sappiamo poco, mentre sappiamo molto di Caesarea
Iol capitale della Caesarensis, antico emporio punico gravitante nell’orbita di Cartagine divenne poi
capitale del regno di Mauretania. Presenta mura lunghe 7 km e provviste di 6 porte, divenne poi
capitale della Caesarensis mantenendo una funzione di alta rappresentanza, vi si afferma il culto
imperiale che ha sede nel teatro, aveva due fori e un acquedotto, il teatro viene trasformato in un
teatro-anfiteatro. Tipasa già dal VI vi si insedia un nucleo di coloni cartaginesi e sul promontorio si
sviluppò poi la città romana a partire da Claudio. Il foro era collegato con la basilica ed era
circondato su 3 lati da portici sui quali si aprivano la curia e il Capitolium. La Sitifensis fu creata in
occasione della riorganizzazione dioclezianea distaccando la parte orientale di quella che era stata la
Caesarensis, la capitale era Sitifis situata in una zona ricca di sorgenti fu fondata da veterani inviati
da Nerva. Aveva un impianto urbanistico ortogonale di cui facevano parte il foro, il teatro,
l’anfiteatro, le case. Conobbe una fioritura con Settimio Severo arricchendosi di un tempio vicino al
foro e di due edifici termali, un ippodromo.

AFRICA PROCONSULARIS E NUMIDIA i contatti con Cartagine furono precoci, e i rapporti


vennero regolati con dei trattati che furono vani alla fine dell’espansione romana fino allo stretto di
Messina. Quando nel 264 i Mamertini chiamarono Roma in aiuto per liberarsi di Cartagine Roma
intervenne. Ebbero così inizio le guerre puniche (264-241, 218-201, 149-146) che avevano come
obbiettivo il controllo del Mediterraneo occidentale. Con la distruzione di Cartagine nel 146 a.C lo
stato romano si assicurò una posizione di predominio, nei territori appartenuti ai Cartaginesi, Roma
stabilì un controllo limitato, venne costituita la provincia d’Africa formata da uno stretto territorio
nell’entroterra di Cartagine. La presenza romana però si estendeva ben oltre i limiti amministrativi a
causa delle ricchezze di cui il territorio disponeva. In Africa si svolsero poi episodi importanti delle
guerre civili, che culminarono con la vittoria di Cesare a Tapso contro i seguaci di Pompeo, in
questa occasione venne annessa la Numidia denominata Africa Nova con capitale Zama. Con il
riassetto di Augusto delle provincie la Numidia fu unita all’Africa Proconsularis, ma se ne
distacca quando Caligola separa il potere civile del governatore da quello militare del comandante
della guarnigione che ha sede nelle città numidiche di Ammaedara, Thevest e Lambaesis. Questa
separazione venne ufficializzata con Settimio Severo. Dopo la crisi del III d.C anche qui la riforma
dioclezianea comportò nuove suddivisioni: dalla Numidia si ricavano la Cirtensis e la Militania,
dall’Africa la Zeugitana, la Byzacena e la Tripolitania. Il VII secolo è quello dell’invasione
araba. Il termine Africa indica la parte settentrionale del continente con l’esclusione dell’Egitto che
viene considerato parte dell’Asia. La prima opera di difesa della provincia è quella di Scipione
Emiliano dopo al distruzione di Cartagine nel 146: la fossa regia di Thabraca sulla costa
settentrionale a Thenae sulla costa orientale, lungo un percorso oggi perduto. Non si può parlare di
difese stabili di grande respiro anche se non mancano fortini e castelli e la presenza della legione III
Augusta. Da Augusto fino a Traiano si decide di portare avanti verso sud il limite romano con
l’inserimento e l’assimilazione delle popolazioni libiche, l’attenzione si concentra sulla Numidia e
sulla parte occidentale della Proconsularis mentre la Tripolitania a este e la Mauretania ad ovest non
sono urbanizzate ne strategicamente attrezzate. Con Traiano si fonda una colonia Thamugadi e si
rinforza il castrum di Lambaesis. La difesa del fronte meridionale della Numidia e della parte
occidentale della Proconsularis è costituita da due linee fortificate, una a nord e una a sud delle
montagne. In Tripolitania le prime difese stabili verso sud vengono realizzate da Commodo e
rinforzate dai Severi. Il limes della Tripolitania è un limes aperto fa eccezione il tratto del muro di
Tebaga. I castra e i castella sono disposti lungo la linea del limes e ripetono lo schema che
caratterizza i forti romani pianta quadrangolare, angoli arrotondati, disposizione regolare e
simmetrica all’interno di alloggi, ospedali, stalle, terme, praetoria, principia. Si moltiplicano i centri
urbani. L’urbanizzazione è intensa in Numidia e nella parte occidentale della Proconsularis meno
intensa in Tripolitania dove però ci sono tre città importanti: Leptis, Oea, Sabratha. Dei centri
urbani alcuni sono di fondazione romana, altri sorgono sul sito di precedenti fenicio-punici o libici.
Quelli di origine fenicio-punica nacquero come approdi su isolotti costieri o promontori come nel
caso di Utica, Leptis Magna, Hippo Regius, Sabratha, Cartagine. I siti di origine libica sorgono su
ripide colline non lontane da qualche wadi. Le città fondate ex novo hanno un assetto regolare con
strade che si incrociano ad angolo retto, mentre quelle che si sviluppano su centri fenicio-punici o
libici conservano un nucleo irregolare attorno al quale si estendono nuovi quartieri come a Leptis e
Sabratha. La colonia Thamugadi in Numidia fondata da Traiano nel 100 d.C nel quadro del
riassetto del limes meridionale e delle aree a ridosso. La città è stata adattata all’interno di una cinta
di un precedente castrum, l’impianto comprendeva monumenti che occupavano molto spazio e per
questo il foro, il teatro, il capitolium si trovano fuori dalle mura. Questi quartieri extraurbani si
inseriscono nel tracciato della rete stradale collegante la città con il resto della regione. Altra
colonia della Numidia è Cuicul alla confluenza di importanti strade provenienti da Igilgilis, da
Theveste e da Cirta su un pianoro di forma triangolare delimitato da rive di torrenti. Il nucleo
originario che presentava mura è dominato dall’ampia piazza del foro con annessi curia, basilica,
capitolium e non lontano il tempio di Venere Genitrice. La città subisce un successivo ampliamento
che dilaga fino a sud delle mura nel II d.C e che nel III conosce un impulso con i Severi. Si
costruiscono un nuovo foro con annesso il tempio della Gens Septimia, le terme, il teatro. Le città
principali della Tripolitania sono: Sabratha, Leptis. A Sabratha il foro si inserisce in un quartiere
preesistente e anche gli altri edifici importanti hanno allineamenti diversi. Leptis il cui originario
insediamento punico era vicino all’approdo, qui vi sorse in età augustea il foro vecchio e alle spalle
di questo primo nucleo sorsero due quartieri imperniati su un cardo maximum che rappresenta
l’inizio della strada in Mediterraneum, sul quale sorgono alcuni archi come quello di Tiberio, e tre
quadrifronti di Traiano, Antonino Pio. Di età Severiana abbiamo il foro nuovo e il porto
monumentale. Thugga nasce su un centro libico, il cui nucleo originario era sulla sommità di una
collina, prima dell’annessione a roma l’insediamento aveva cominciato a svilupparsi verso sud e
questa tendenza si conserva durante l’età imperiale con numerosi terrazzamenti artificiali.

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CAPITOLO 12: AEGYPTUS

La battaglia di Azio del31 a.C con la vittoria di Ottaviano contro Antonio e Cleopatra rappresentò
una svolta epocale, Augusto prese il possesso del grande paese attraversato dal Nilo. Quest’area
privilegiata non diventa una provincia ma un kratesis cioè una proprietà dell’imperatore e il
governatore viene definito praefectus appartenente al rango equestre. La sede del prefetto era
Alessandria. Forti tensioni turbarono l’Egitto e si accentuarono nel III d.C Caracalla promosse una
dura repressione ad Alessandria, nel 297-298 si insedia al potere un usurpatore Lucio Domizio
Domiziano e la legalità viene ristabilita da Domiziano. Nell’architettura e nella produzione artistica
dell’Egitto si individuano due distinti filoni: il primo comprende i monumenti e i programmi
figurativi concepiti nel solco della tradizione ellenistico-romana, il secondo la ripresa di
convenzioni stilistiche della tradizione faraonica. Il primo filone è rappresentato da Alessandria, tra
i monumenti importanti vi è il Serapeion, dopo gli interventi augustei sono da prendere in
considerazione le opere di ingegneria idraulica: canali che collegavano con il delta e con il Mar
Rosso di età adrianea. Ma la più significativa operazione architettonica e urbanistica di Adriano in
Egitto è la fondazione di Antinoupolis sul medio corso del nilo, creata ex novo in memoria di
Antinoo. L’altro filone vede la ripresa di impostazioni architettoniche e convenzioni stilistiche della
tradizione faraonica. Un esempio è dato dai monumenti di File nell’Alto Egitto. In un contesto di
edifici sacri ad Iside eretti dagli ultimi faraoni e poi dai sovrani della dinastia tolemaica si inserisce
un dromos, un grande viale di ingresso al santuario e fiancheggiato da portici eretto da Augusto.

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