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FONTI PER LA RICOSTRUZIONE DELLE STRADE ROMANE INDICE 1. 2. 3. 4.

3. 4. Introduzione La Tabula Peutingeriana I mari La linea costiera e le isole Il processo compilativo del disegnatore I monti I fiumi I laghi Le selve ed altri aspetti fisici Le pietre miliari Itinerarium Gaditanum

1- Introduzione in dall!antichit" l!uomo sent# l!esigenza di tracciare percorsi sul territorio. $ %uesta necessit" rispose il genere degli &itinerari&' guide funzionali in forma espositiva ( itineraria scripta) o grafica (itineraria picta ) contenenti elenchi di localit" e relative distanze su determinati percorsi. *i distinguevano itinerari a uso privato di viaggiatori e commercianti e itinerari ufficiali degli *tati per scopi amministrativi e militari. Per l!et" romana possediamo alcune informazioni sull!esistenza e sull!utilizzo di %uesti ultimi' ma nessuna documentazione diretta. Tuttavia la celerit" e la sicurezza di marcia delle truppe romane mostravano una sicura conoscenza dei luoghi' che difficilmente poteva risalire a informazioni orali assunte volta per volta. 2- La Tabula Peutingeriana La Tabula Peutingeriana appartiene al genere degli itineraria picta e rappresenta il pi+ importante monumento cartografico dell!antichit". *coperta alla fine del ,- secolo dall!umanista viennese .onrad /eltes in una biblioteca di 0orms e da lui rimessa nelle mani di .onrad Peutinger' un anti%uario di $ugusta (dal %uale la Tabula deriva il suo nome)' la carta 1 attualmente 1 conservata presso la 2iblioteca 3azionale di -ienna. 4 dipinta su pergamena ed era originariamente divisa in 12 segmenti' il primo dei %uali 1 andato perduto5 l!unione dei fogli costituirebbe un rotolo lungo poco meno di 6 metri e alto 34 cm. 7uanto alla sua datazione' la critica pi+ recente 1 concorde nel ritenere che si tratti di una copia medievale di una carta originale dell!et" romana imperiale. 8ealizzata per scopi pratici' la Tabula conteneva una grande %uantit" di informazioni utili a chi viaggiava9 circa 1::.::: ;m di strade tracciate' 3.::: indicazioni di luoghi' disegni relativi alla morfologia del territorio e alla popolazione' oltre a numerose raffigurazioni allegoriche. $ causa del formato' il disegno cartografico procede da sinistra a destra e pone l!est in alto' rappresentando l!ecumene secondo un forte sviluppo longitudinale' che lascia poco spazio ai valori della latitudine (rapporto 2191 circa). I singoli oggetti geografici' perci<' vi appaiono stranamente disposti lungo un asse idealmente orizzontale' causando inattesi effetti di collocazione e grave distorsione di molti dei luoghi rappresentati. Per citare un solo esempio' 8oma e /artagine si fronteggiano' separate dalla sottile striscia del Tirreno. 4 probabile che ci< sia stato determinato da ragioni di carattere pratico9 l!autore' preoccupato soprattutto di segnare le strade rispettando i rapporti tra le varie distanze' consider< il resto come accessorio' cos# da sviluppare solo la linea est=ovest e da ripiegare su di essa coste' corsi di fiumi e le strade che seguivano altre direzioni. 7uesta tecnica' che forse doveva rappresentare un tipo cartografico regolato da norme' lasciava infatti integri gli elementi itinerari riguardanti il cursus publicus dei 8omani' che il documento si proponeva di rappresentare.

3ella Tabula 1 raffigurato l!intero mondo conosciuto dagli antichi con i tre continenti >uropa' $sia e $frica separati tra loro dai tradizionali confini del ?editerraneo' del Tanais (@on)' del 3ilo e circondati dal grande Aceano' che si sviluppa continuo ai margini della carta. Perduto il primo segmento' che doveva raffigurare le /olonne d!>rcole' l!Irlanda (Bibernia) e la mitica isola di Thule' il disegno cartografico si svolge dai luoghi pi+ orientali della 2ritannia e della *pagna fino all!India e alla /ina. $ occidente le /olonne d!>rcole segnavano la fine dell!ecumene' a oriente due aree' accompagnate dalla legenda Hic Alexander Responsum accepit. Usque quo Alexander? (&7ui $lessandro ricevette il responso9 fin dove' o $lessandroC&)' pi+ che richiamare il ricordo di un!impresa' volevano indicare il limite ultimo della Terra. 8itroviamo sulla Tabula anche le terre del settentrione europeo e asiatico e dell!$frica centrale' dove avevano sede i feroci *armati e i misteriosi >tiopi e dove la mancanza di vie di comunicazione' e %uindi di rapporti con il mondo civile' giustificavano la supposta presenza di popoli leggendari e fantastici. L'Italia si sviluppa per cin%ue segmenti (pari a 2'1: metri)' con una ricchezza di informazioni geografiche ben superiore a ogni altro luogo' in modo da creare un!evidente sproporzione di rapporto rispetto ai restanti territori. 3ei particolari' notiamo l!$driatico raffigurato come una sottile striscia allungata5 l!articolazione della penisola istriana distintamente individuata nelle linee generali' cosa che non sar" consueta neppure nelle carte del /in%uecento5 l!assenza dell!apparato deltizio del Po' che doveva cominciare a formarsi solo pi+ tardi' nei secoli ,- e ,-I5 la mancanza del promontorio del Gargano' forse perchD non c!erano diramazioni stradali importanti che vi penetrassero. ?a' come si 1 detto' lo scopo principale della Tabula era di carattere itinerario. Le strade sono tracciate in rosso' con segmenti uniti tra loro da brevi angoli o gomiti' vicino ai %uali compaiono i nomi delle localit" toccate5 ogni segmento indica' perci<' una frazione dell!intero percorso. Le distanze sono espresse in miglia' con numeri romani. I diversi percorsi stradali trovano il loro centro d!incontro e di diramazione nelle citt" principali9 oltre a 8oma' /ostantinopoli e $ntiochia' 8avenna e le %uattro citt" orientali di Tessalonica' 3icea' 3icomedia e $ncEra. -enendo ad una descrizione pi+ dettagliata della Tabula' rileviamo lFuso di ben precisi colori per indicare i vari elementi fisici5 in giallo la terra' in nero i suoi contorni e la maggior parte delle iscrizioni' in rosso il tracciato delle strade statali (cursus publicus)' in verde i mari i laghi e i fiumi' in grigio giallo e rosa le montagne e di GideogrammiH o GvignetteH che segnalano non solo la presenza di centri abitati pi+ o meno importanti' ma soprattutto dei punti di snodo viario dai %uali partivano strade secondarie non indicate sulla carta oltre ai centri di sosta per il cambio dei cavalli. $llFinterno delle varie tipologie in cui 1 stato possibile classificare i simboli grafici presenti sulla carta si possono notare delle lievi varianti operate su schemi fissi. >sse non rispondono ad una volont" di rappresentazione GrealisticaH del paesaggio' ma servono semplicemente a conferire vivacit" ad una rappresentazione altrimenti monotona. I MARI 3ella descrizione del modo' sia per le dimensioni assai ridotte della carta nel senso dellFaltezza sia soprattutto per il discorso cartografico inteso ad illustrare i tre continenti con le loro pi+ evidenti caratteristiche fisiche' antropiche e itinerarie' i mari vengono ad avere un relativo rilievo in %uanto elementi secondari ai fini che la Tabula si propone. *ono ridotti infatti a delle sottili strisce di colore verde' che servono pi+ a delimitare e a definire i contorni continentali a indicarne la posizione nel contesto del disegno generale che a proporre precisi' seppur limitati' riferimenti marittimi. 4 da dire per< che' pur nella loro schematica rappresentazione e nella ristrettezza degli spazi loro concessi' il compilatore si 1 preoccupato di indicare i bacini e le sezioni marittime pi+ importanti' anche se con una localizzazione non sempre precisa. Trovami cos# segnate sulla /arta' le scritte Igenum Mare' sotto la *icilia5 Hadriaticum Pelagus' dalla punta estrema della /alabria a /reta5 Creticum pelagus' a sud di %uestFisola' e pi+ sotto L bicum Pelagus' scritta %uestFultima che si prolunga fin presso lFInsula R!odos5 ed ancora' vicino allFisola di /ipro' le indicazioni Pamp!ilicum pelagus" #inicum et $ riacum pelagus ed Aulon Cilicius. 3on mancano anche numerose scritte intese ad indicare i golfi e i seni di mare pi+ importanti' alcuni dei %uali bene evidenziati sulla Tabula' come il $inus Aquitanicus (Golfo di

2iscaglia)5 il $inus Pestanus (Golfo di Palermo)5 il $inus Corint!us (Golfo di /orinto)5 il $inus Macedonicus (Golfo di *alonicco) e molti altri. LA LINEA COSTIERA E LE ISOLE /ome si 1 detto' la linea di costa' di colore nero e senza soluzione di continuit"' viene a separare nettamente le terre dagli spazi riservati al mare e a definire i contorni e le caratteristiche fisiche dei singoli territori' essa 1 descritta con una generica linea ondulata %uasi sinusoidale' formata da una serie di curve di diversa larghezza e profondit"' alternativamente concave e convesse che si succedono in maniera piuttosto monotona e convenzionale. Tuttavia la ripetitivit" di %uesto disegno riescono a dare rilievo alla linea costiera' ad imprimerle movimento ed a metterla in chiara evidenza' soprattutto l" dove le penisole si protendono nel mare o la costa si apre in larghi e profondi golfi. $nche per %uanto riguarda le isole la rappresentazione cartografica 1 sommaria che si risolve %uasi sempre in unFastratta e vaga forma' spesso tondeggiante o allungata' senza alcun rapporto con le proporzioni o la figura reale delle stesse. *e poi guardiamo al numero delle isole che figurano sulla /arta' anche in rapporto alla realt" insulare presente nei bacini marittimi che trovano spazio in %uesto documento cartografico' dobbiamo riconoscere che non mancano' soprattutto nel ?editerraneo e nei mari collegati con %uesto' le isole pi+ conosciute ed in particolare i pi+ noti arcipelaghi. IL PROCESSO COMPILATIVO DEL DISEGNATORE Parlando dei mari' abbiamo ricordato la linea costiera e %uesto porta il nostro discorso sulla successione delle fasi compositive della Tabula' cio1 sullo sviluppo progressivo del lavoro compiuto dal compilatore nello stendere %uesto testo cartografico. Innanzitutto 1 da ritenere che le diverse parti che dovevano comporre la /arta romana siano state unite fra loro' in modo da formare una lunga striscia continua' prima di dare inizio allFopera cartografica. issato cos# lo spazio su cui stendere la sua /arta' il compilatore deve aver tracciato innanzitutto la linea costiera' in modo da definire in forma sicura e precisa i diversi spazi territoriali e' di conseguenza' i relativi mari' sui %uali poi poter disegnare le maggiori e minori isole. Immediatamente dopo devono essere stati disegnati i complessi montani' prime fra %uesti le grandi catene che sulla Tabula vengono a rappresentare %uasi lFossatura portante dellFintero discorso cartografico. 7uesta priorit" degli elementi fisici rispetto a %uelli antropici e itinerari pu< trovare la sua conferma in %uelle stazioni stradali che riprendono il nome di un fiume e che spesso si trovano lontane da %uesto. *uccessivamente dun%ue alla rappresentazione dellFaspetto fisico della /arta' il compilatore ha disegnato vignette' punti sicuri di riferimento per il successivo discorso itinerario e per le numerose annotazioni riguardanti regioni' popoli e indicazioni di varia natura. I MONTI /hi osserva anche superficialmente la Tabula' fra gli altri elementi fisici nota immediatamente il disegno con il %uale il compilatore ha inteso caratterizzare e distinguere i rilievi e le catene montane. Tale disegno si risolve in una forma ripetitiva' del tutto convenzionale e simbolica' ed ha lFunico scopo di indicare in modo schematico e generico la presenza di un gruppo o di un sistema montuoso. -ediamo cos# che tutti i monti' che la /arta ricorda' sono rappresentati allo stesso modo' con una pi+ o meno lunga e ininterrotta serie di piccole gibbosit" %uasi uguali per forma e dimensione ' che servono e chiarire lo sviluppo della catena stessa' la cui base 1 resa con una linea continua pressochD retta. 3on vi 1 mai alcuna ricerca di evidenziare il reale aspetto delle montagne5 infatti gli elementi del rilievo sono posti lFuno accanto allFaltro senza alcuna voluta diversificazione fra vetta e vetta e la loro resa grafica 1 piuttosto sommaria' affrettata e senza particolari caratterizzanti. I monti si presentano spesso anonimi e rivelano cos# la loro funzione piuttosto secondaria e subordinata rispetto ad altri elementi fisici' %uali i fiumi' il cui nome 1 invece %uasi sempre segnato in modo preciso. /i< pu< rivelare una minore preoccupazione di esattezza da parte del compilatore nei riguardi del discorso ortografico e %uesto probabilmente per il carattere della /arta stessa' che imponeva una maggiore attenzione e diligenza verso altri dati

cartografici pi+ interessanti ai fini a cui la /arta doveva servire. Le montagne' insieme alla linea costiera' dovevano con ogni probabilit" rappresentare lFossatura portante dellFintero disegno cartografico' che si sarebbe poi andato via via sviluppando in maniera sempre pi+ puntuale' approfondita e precisa attraverso un ulteriore discorso fisico e %uindi antropico ed itinerario. *correndo la tavola da >st' la prima via alpina fra lFItalia e la Gallia passava attraverso il ?onginevro' nelle $lpi /ozie. @al versante italiano' al passo si perveniva lungo una strada che da Torino (Augusta Taurinorum) toccava' tra gli altri centri abitati' anche *usa ($egusione). Il passo 1 marcato da una stazione (in alpe cottia ). @a %ui si raggiunge il centro di 2riancon (%rigantione). 2en tre percorsi distinti permettono di scendere nella vallata del 8odano5 una prima via in direzione di $rles (Arelato)' unFaltra che va verso -alence (&alentia)' e la terza infine diretta a -ienne (&igenna). La rete di comunicazioni alpine fra lFItalia e la Gallia' include anche un altro passo9 In alpe graia . *i tratta dellFodierno valico del Piccolo *an 2ernardo' che si raggiungeva' come oggi' dal centro di $osta (Augusta Pretoria). 7uesta strada era' in epoca repubblicana' la via usata pi+ comunemente per raggiungere la Gallia dallFItalia ' ed il suo tracciato faceva capo a -ienne. >ra considerata una strada piuttosto difficile per gran parte del traffico9 nella pi+ tarda et" imperiale fu sostituita dallFarteria del Gran *an 2ernardo che' sulla Tabula Peutingeriana' porta il toponimo In summo. I due laghi di /omo e ?aggiore' sulla nostra carta appaiono come un unico specchio dFac%ua. @a %uesto lago parte una strada che' superando un passo non ben identificato (Cunia)' raggiunge il centro di Augusta Ruracum' oggi $ugst' in territorio svizzero. Pu< essere interessante ricordare come %uesto passo potrebbe essere il valico del *an Gottardo anche alla luce di recenti ritrovamenti archeologici ad $irolo che indicherebbero un traffico mercantile in epoca romana con l!area transalpina. Per chi si fosse messo in viaggio da /omo' in direzione delle $lpi' attraverso /hiavenna (Cla'enna)' un valico importante attraverso le montagne era /unuaureu (Cunus Aureus) che tradizionalmente viene fatto corrispondere allFodierno Passo dello *pluga. Purtroppo le distanze fra i punti di sosta riportate dai compilatori della carta non corrispondono con le distanze reali. $ttuali studi' basandosi sull!analisi statistica delle misure annotate' avanzano la tesi che Cunus Aureus possa essere il Passo Iulier situato in una zona di grande interesse strategico per i 8omani. @al valico' attraversate /oira (Curia) e %rigantio' ora 2regenz' si poteva raggiungere il nodo stradale di Augusta &indelicum' la moderna $ugsburg. $ugsburg era punto di arrivo anche per chi' partendo da -erona' attraverso Trento (Tredente) e -epiteno' avesse percorso l!itinerario del 2rennero passando per Innsbruc;' lFantico Pons Aeni ($d enum). $ll!estremo est dell!arco $lpino' rappresentata come un meraviglioso castello cinto da alte torri' troviamo $%uileia' punto di partenza di numerose strade che raggiungevano tutte le pi+ importanti localit" del 3orico e della Pannonia (che comprendeva varie regioni dell!odierna Jngheria' dell!$ustria e dell!area *lava). @a %ui si distaccava una strada che' superato il valico del Predil' conduceva a Kollfeld (&iruno). Jn altro itinerario' tracciato attraverso il facile valico del Pero (in alpe iulia)' arrivava a >mona (Lubiana)' %uindi a Petauione (lFattuale PtuL)' e $abarie (*zombathelE). *eguendolo si ha lFidea del percorso lungo il %uale era possibile raggiungere le legioni romane dislocate lungo il @anubio a &indobona (-ienna)' a Carnunto (Petronell) capitale della Pannonia' ad Aquineo (2udapest) e a $ingiduno (2elgrado). I FIUMI ra gli elementi fisici descritti dalla Tabula' grande rilievo hanno i fiumi. > %uesto 1 spiegabile in %uanto' fin dalle pi+ antiche et"' i corsi dFac%ua hanno rappresentato le direttrici delle grandi vie di penetrazione' lFossatura portante dei traffici' ed hanno dato vita ad una vasta ed articolata rete di comunicazioni' che ha preceduto e si 1 poi accompagnata ai grandi itinerari terrestri. La presenza di un corso dFac%ua navigabile ha sempre condizionato lFuomo' le sue intraprese' i suoi incontri' le sue scelte residenziali' s# che possiamo dire che la storia di molte grandi civilt" del passato si accompagna al nome di un fiume. $ tutto %uesto si aggiunga anche il fatto che alcuni corsi dFac%ua hanno per lungo tempo rappresentano le naturali linee di demarcazione fra popoli e territori diversi e non a

caso il Tanai e il 3ilo' come la stessa Tabula indica espressamente' erano considerati i confini rispettivamente dellF>uropa e dellF$sia' dellF$frica e dellF$sia. @esta sorpresa il veder ricordati' su un documento cartografico che descrive tutto il mondo conosciuto dagli antichi' anche fiumi di poca o addirittura di scarsissima importanza. In particolare in Italia' infatti' ma anche altrove' accanto a corsi dFac%ua maggiori o di giusta rilevanza' sono trascurati altri del tutto trascurabili. *e per< consideriamo i corsi dFac%ua in rapporto alle strade che venivano ad incontrarli' allora il discorso cambia e molte perplessit" sulle ragioni di certe indicazioni possono essere comprese e giustificate. LFostacolo pi+ fre%uente che un percorso stradale deve superare 1 rappresentato dai fiumi' che nel mondo antico sollevavano delicati problemi riguardo alla sicurezza e alla solidit" dei ponti. 4 naturale perci< che tali punti di passaggio fossero ben conosciuti da chi si metteva in cammino' il %uale doveva inoltre tener sempre presente la situazione stagionale con il conseguente ingrossamento delle ac%ue' che potevano impedirgli di procedere oltre. I LAGHI $ completare il %uadro idrografico presentato dalla /arta' incontriamo diversi bacini lacustri' la maggior parte dei %uali in rapporto diretto con un corso dFac%ua. $nche in %uesto caso il disegno non tiene assolutamente conto della particolarit" fisiche nD delle effettive dimensioni del lago' ma si risolve in un astratto e generico simbolo cartografico' inteso ad indicare la presenza di uno specchio dFac%ua interno5 solo il colore verde' che contraddistingue lFimmagine 1 realistico. $ccanto ad alcuni grandi laghi' messi in giusta evidenza' figurano sulla carta anche bacini lacustri di minore o addirittura di trascurabile importanza9 in tutti e due i casi il ricordo e %uindi lFannotazione cartografica devono essere stati determinati da un loro particolare interesse in relazione a %uadro logistico descritto dalla tabula. $d esempio' 1 disegnato presso la catena alpina e con notevole rilievo il Lacus (enus nel %uale 1 facile riconoscere il piccolo laghetto del Gran *. 2ernardo5 mancano invece alcuni laghi ben conosciuti dagli antichi' come il lago di Garda (%enacus). *i ritiene dun%ue che tali dimenticanze siano state determinate da una precisa scelta del compilatore' intesa a trascurare %uegli elementi pur di rilievo' ma inutili ai fini del suo discorso antropico e itinerario. LE SELVE ED ALTRI APETTI FISICI La /arta offre ancora' per %uanto riguarda i dati fisici' altri particolari e scritte interessanti. Presso la vignetta che raffigura la citt" di $ntiochia e intorno ad un grande edificio troviamo disegnata una serie di alberelli. LFimmagine richiama in modo %uanto mai evocativo ed immediato il bosco di lauri' dedicato a @afne' che circondava il famoso tempio di $pollo di $ntiochia. In altri due luoghi della Tabula sono disegnati degli alberi' che ricordano lFesistenza di grandi selve. Jna lunga fila di piante caratterizza infatti la $il'a Marciana e la $il'a &osagus (i -osgi). 7ui la rappresentazione di alberi di diverso tipo e forma' pi+ che indicare diverse specie di piante' serve a dare variet" e movimento allFimmagine. 3on mancano anche le scritte che richiamano regioni e territori inospitali o desertici. 3ellFestrema parte settentrionale dellF>uropa' oltre la linea del fiume @anubio' incontriamo le $olitudines $armatarum (@eserto dei *armati)5 nel *inai la /arta ricorda il )esertum ubi quadraginta annis erra'erunt *ilii Israel ducente Mo se (@eserto dove per %uaranta anni vagarono i figli di Israele sotto la guida di ?os1)5 nella regione mesopotamica figurano le scritte Campi )eserti et in!abitabiles propter aquae inopiam (luoghi deserti e inabitabili a causa della mancanza di ac%ua)' )eserta" )esertum' e' fra %uesta regione e lFIndia' lFannotazione Campi )eserti. (Immagini9 TP 15 TP 25 TP 35 TP 45 TP M5 TP N5 TP 65 TP O5 TP P5 TP 1:5 TP 115 TP 125 TP 135 TP 14.)

3- LE PIETRE MILIARI

Prassi comune del mondo antico 1 misurare le distanze in base ad elementi del corpo umano' alla possibilit" di compiere percorsi standard a piedi o a determinate capacit" lavorative. Le origini dei sistemi di misurazione organizzati vanno ricercate' come gi" accennato' in Ariente' da dove influenzarono l!>gitto' la Grecia e infine 8oma. L!origine comune delle unit" di misura non significa che %ueste fossero omogenee' da cui' appunto' la necessit" di organizzarne la comparazione sia per fini commerciali che fiscali' oltre che per l!edilizia urbana. La costruzione di edifici nelle colonie dell!impero' progettati secondo le unit" di misura romane' dovevano infatti essere comprensibili alle maestranze locali per le %uali una misura ugualmente denominata (un piede' ad esempio) poteva avere una diversa dimensione. $lcuni ritrovamenti archeologici dimostrano la diffusione di %ueste tabelle comparative eQ . la generale' imperante' confusioneR Jn rilievo da *alamina mette a confronto' correlandoli' il piede dorico' il piede attico e il cubito egizio' mentre un rilievo proveniente da Leptis ?agna' in Libia' confronta il piede romano' il cubito punico e il cubito regale egizio' solo per citarne tra i pi+ famosi. I romani adottarono come unit" di misura lineare il &piede&' identico a %uello attico che veniva prevalentemente utilizzato nel mondo greco' e misurava 2P'NM centimetri. Tuttavia dalla casa di Giulio Polibio' a Pompei' e sulle tavolette ritrovate ad >raclea ci giunge notizia del piede osco=italico' lungo 26=2O centimetri. L!utilizzo del pes romanus divenne comun%ue obbligatorio sotto $ugusto. Per garantire la precisione degli strumenti' una unit" campione veniva conservata a 8oma nel tempio di Iuno ?oneta (probabilmente per< anche in altri templi della capitale e certamente anche nelle altre citt")' da cui il nome di &pes monetalis&. Il pes aveva multipli e sottomultipli' come evidenziato nelle seguenti tabelle9 Sottomulti li !"l # "$# P>* *>,T$3* o @A@8$3* P$L?J* J3/I$ @IGITJ* 2P'NM cm S @I P>* T @I P>* 1U12 @I P>* 1U1N @I P>*

Multi li !"l # "$# P>* /J2ITJ* o JL3$ G8$@J* P$**J* @>/>?P>@$ o P>8TI/$ $/TJ* *T$@IJ* ?ILIJ? o ?ILI$8IJ? 2P'NM cm 1'M P>* 2'M P>* M P>* 1: P>* 12: P>* N2M P>* M::: P>* (O *T$@I)

L!e%uivalenza del &milium& a O &stadi& merita una precisazione. 7uesta uguaglianza 1

riportata da *trabone e dalla maggior parte degli autori latini' ma secondo Polibio' un milium sarebbe e%uivalente a O stadi e 1U3. L!analisi storica giustifica la discordanza ipotizzando che *tabone faccia riferimento allo stadio alessandrino' pari a 1O4'OM metri' mentre Polibio si rifarebbe allo stadio attico lungo 166'N metri. 7ualun%ue fosse la dimensione del milium prevalentemente utilizzata' %uesta 1 una ulteriore dimostrazione del ginepraio di misure esistenti nell!antichit". PoichD un miliarium era anche e%uivalente a 1::: &passus& (ognuno dei %uali era 1U24: dello stadio' il %uale a sua volta rappresentava' oltre al noto edificio' la distanza percorribile di corsa)' si parla anche di milia passuum.Il miliarium era utilizzato per misurare distanze di una certa consistenza e %uindi gli itinerari' con la medesima funzione dei nostri chilometri. Lo stesso termine &miliarium& indicava anche le pietre miliari' di solito cilindriche' alte da 2 a 4 metri e poste lungo le strade a mille passi di distanza l!una dall!altra a partire dal foro romano' dove $ugusto fece porre il cosiddetto &miliarium aureum&. *ulle pietre miliari era indicata la distanza dal punto di origine' il nome della strada e il nome di chi l!aveva costruita o restaurata. Corpus Inscriptionum Latinarum" +I" ,-./0 un milliare della 'ia Traiana no'a da Allerona 1Umbria2 Imp(erator) /aesar' U divi 3ervae f(ilius)' U 3erva Traianus U $ug(ustus)' Germ(anicus)' @acic(us)' pont(ifeV) maV(imus)' trib(unicia) p(otestate) ,II' U imp(erator) -I' co(n)s(ul) -' p(ater) p(atriae)' U viam novam Traian(am) U a -olsinis ad fines U /lusinorum fecit. U ,-II. (Immagine del miliare) Traduzione9 L!imperatore /esare 3erva Traiano $ugusto Germanico @acico' figlio del divo 3erva' pontefice massimo' avendo rivestito per dodicesima volta la potest" tribunizia' essendo stato acclamato imperatore per la sesta volta ed essendo console per la %uinta volta (1:O d./.)' padre della patria' fece la via Traiana nuova da -olsinii ai confini di /hiusi. @iciasettesimo miglio.

L!epigrafe registra dun%ue la costruzione di una via Traiana nuova tra /hiusi e &olsinii (probabilmente la &olsinii (o'i che sorgeva nei pressi dell!attuale 2olsena' piuttosto che l!antica citt" etrusca di &olsinii &eteres' identificata da alcuni studiosi con l!odierna Arvieto) da parte di Traiano5 la titolatura imperiale' in I particolare la menzione della dodicesima tribunicia potestas' ci consente di datare l!intervento al 1:O d./. milliari dun%ue si rivelano preziosi non solo per localizzare il tracciato di una via (sempre che siano stati ritrovati nel loro contesto originario9 un milliare in effetti' anche per la sua forma cilindrica' pu< facilmente essere portato anche ad una notevole distanza e reimpiegato)' ma anche per ricostruire la loro storia. %- ITINERARIUM GADITANUM *ingolari esempi di iscrizioni itinerarie ci vengono anche da %uattro bicchieri in argento ritrovati' tra altri doni votivi' presso la fonte termale delle $%uae $pollinares' lFodierna -icarello' sul lago di 2racciano (/IL ,I' 32O1=32O4). *u %useti oggetti' risalenti agli inizi del I- sec d./.' venne inciso lFitinerario che andava dalla citt" spagnola di Gades (lFodierna /adice) fino a 8oma' con le distanze parziale tra le localit" che sorgevano lungo il percorso. (Immagini9 TP 1M5 TP 1N5 TP 16.) 4 difficile comprendere per %uale motivo i bicchieri offerti in dono alla divinit" che presiedeva e dava il nome alle Aquae Apollinares' $pollo' riportassero il percorso /adice= 8oma. /erto i %uattro bicchieri' per il testo che riportano e per la loro forma' che riproduce in scala miniaturizzata %uella di un milliare' sembrano aver lo scopo di ringraziare il dio per aver protetto l!avventuroso viaggio via terra tra /adice a 8oma9 tuttavia l!itinerario non prevedeva un passaggio da -icarello' ma giungeva a 8oma dalla via laminia' attraverso (arnia (3arni) e 3criculum (Atricoli)' circa 3: ;m. pi+ est' nD gli oggetti sembrano

presentare un %uanche rapporto con $pollo. Inoltre il fatto che 4ades sia il punto di partenza degli itinerari sembra implicare che i bicchieri siano stati prodotti nella citt" della *pagna meridionale9 si 1 dun%ue supposto che gli oggetti siano stati donati ad $pollo da alcuni mercanti gaditani' forse recatisi a 8oma per vendere uno dei prodotti caratteristici della loro terra' l!olio o il garum' la salsa di pesce molto apprezzata nella cucina romana9 non riusciamo tuttavia a spiegarci per %uale motivo %uesti commercianti avessero scelto di percorrere una via terrestre lunga oltre 2.6:: ;m.' %uando le merci spagnole seguivano sempre la assai pi+ rapida ed economica via marittima. La presenza a -icarello di %uesti singolari documenti resta insomma' per alcuni aspetti' enigmatica.

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