LA LETTERA DI LUPO DI FERRIRES E LA RINASCITA DELLA CAPITALE EPIGRAFICA:
ALCUNE RIFLESSIONI SUL TERMINE MENSURA in Sit liber gratus quem servulus est operatus, Citt del Vaticano 2012, 123-131 Nellanno 836 circa Lupo di Ferrires scriveva una epistola a Eginardo abbate di Selingestadt, chiedendo di ricevere lintroduzione al Calculus Victorii, un testo del V secolo. Nella stessa epistola, in chiusura, Lupo fa una richiesta ulteriore a Eginardo: chiede gli sia inviata la mensuram di quelle antiche lettere di ampie dimensioni, dette anche onciali, che lo scriptor regius Bertcaudus si dice abbia realizzato. Niente di pi normale per il IX secolo che un personaggio del calibro di Lupo di Ferrires esprimesse il desiderio non solo di ricevere altri codici o testi, ma anche di ricevere istruzioni circa le scritture da utilizzare. E che linteresse per la scrittura possa essere stato un argomento di riflessione da parte di Lupo lo dimostra indirettamente il suo allievo Remigio di Auxerres, che nel suo Commentun in Donati Artem Maiorem, in particolare nella sezione dedicata allarte della scrittura , propone unanalisi protopaleografica, precisando le diverse leggende sulle origini dei sistemi scrittori ed evidenziando lesistenza di scritture latine differenti. Riprendendo lidea di un modello grafico specifico, di dimensioni ampie, adatto allincipit dei testi e a corredarne lo svolgimento nei codici, Remigio specifica che questa scrittura si definisce unciales e che si trova in apertura di volume, indicando, a differenza del maestro, con il termine genera le forme delle lettere, senza chiamare in causa il termine mensura. Il termine mensura usato da Lupo ambiguo, talmente ambiguo da sollevare qualche perplessit. Il termine sta ad indicare infatti non la forma, ma le quantit, siano esse riferite a liquidi, a superfici, a misure. In ambito letterario e compositivo indica lestensione di un gruppo di parole; in poesia adottato per indicare la quantit sillabica. Nulla a che vedere con il disegno delle lettere che prende il nome di figura, character. Isidoro di Siviglia, nella sua opera Etymologiarum sive Originum libri XX dice molto chiaramente: Unicuique autem litterae tria accidunt: nomen, quomodo vocetur; figura, quo caractere signetur, potestas, quo vocalis, quae consonans habeatur. E sicuramente non doveva essere passata inosservata nella cerchia di Lupo la monumentale opera di Isidoro, n allallievo Remigio (Lupo ne annota una copia originaria di Fulda). Quando nella stessa opera Isidoro parla di mensura i riferimenti sono precisi: Quantitas est mensura, per quam aliquid vel magnum vel minus ostenditur, ut longius,brevis. Isidoro utilizza il termine con un significato specifico, tecnico quasi, spesso in riferimento alle figure geometriche. Difficile immaginare che lo stesso Lupo, revisore del testo di Isidoro e conseguentemente attento lettore delle parole utilizzate, abbia utilizzato il termine mensura al posto di figura, termini che indicano concetti fra loro distanti. Ritengo che il termine utilizzato da Lupo di Ferrires possa essere inteso in senso pi ampio, ossia una richiesta non tanto del disegno delle lettere per le quali sarebbe stato pi opportuno indicare figura, quanto piuttosto la richiesta di regole per lesecuzione della scrittura capitale. Le forme geometriche alle quali rapportarsi per riportare a un rapporto 1:1 lo sviluppo delle lettere capitali. E in questo contesto la capitale epigrafica diviene un elemento cardine per riportare in auge anche la cosiddetta gerarchia grafica. A questo proposito, credo che il recupero antiquario della gerarchia grafica debba essere ripensato in termini differenti, ossia in direzione di una normalizzazione delle forme grafiche di scritture ancora in uso (merovingica, alemannica) ma modificate parzialmente nel modulo, piuttosto che di un recupero totale di scritture ormai dimenticate.
La Maiuscola Greca Nelle Sottoscrizioni Dei Documenti Pugliesi, in Storie Di Cultura Scritta. Studi Per Francesco Magistrale, A Cura Di P. Fioretti, Spoleto 2012 (Collectanea, 28), Pp. 35-57.