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PAOLA SUPINO MARTINI

SCRITTURA E LEGGIBILIT IN ITALIA NEL SECOLO IX


in Libri e documenti dItalia: dai Longobardi alla rinascita delle citt. Atti, Udine 1996, pp. 35-60.
Di notevole interesse per la storia della paleografia e del codice appare il complesso di mutamenti
intervenuti nella scrittura dei libri per rispondere ad esigenze nuove, rispetto a quelle dei lettori tardoantichi, e funzionali, dallalto al basso medioevo, sia ad una lettura ad alta voce, che ad una silenziosa.
Tali cambiamenti possono essere cos riassunti:
- Abbandono della scriptio continua, in favore della separazione delle parole con spazi o in favore di
blocchi di parole spaziati;
- Ritorno alluso di distinctiones e ad una sensibilit in generale per linterpunzione, dal VII secolo in
poi;
- Sviluppo di altre convenzioni grafiche , destinate a rendere meglio leggibile il messaggio di un testo.
La ricerca circoscritta allItalia: pi precisamente, per i libri, ad un certo numero di scribi che, al
settentrione e al centro, gradualmente si distaccarono dalle vecchie librarie in favore della carolina, al
meridione, invece, elaborarono dalla corsiva quella scrittura che sarebbe divenuta la beneventana; per i
documenti, ai coevi rogatari di due aree-sondaggio, rispettivamente della Lombardia e della Campania.
Cominciamo dai libri, con lovvia considerazione che le modalit di scrittura che essi presentano potrebbe
essere fortemente influenzata dagli antigrafi e che, daltra parte, non disponiamo, per il secolo IX e per
lItalia, di testimoni numericamente significativi di cui ci siano pervenuti i rispettivi antigrafi.
I codici esaminati lasciano intravedere, da parte degli scribi, un consapevole intento di leggibilit:
- il comportamento prevalentemente seguito dagli scribi in fine pagina, o, talora, se limpaginazione
su due colonne, alla fine della prima colonna (sul quale, a differenza di altri, non pu aver influito
meccanicamente lantigrafo) ci mostra la tendenza ad evitare innanzitutto di andare a capo tra
recto e verso di una carta (che comporterebbe il dover voltare pagina), poi tra verso e recto (che
comporterebbe saltare con gli occhi dalla fine di una pagina allinizio di quella che gli affrontata) e
infine tra la prima e la seconda colonna di una stessa pagina
- gli scribi poi tendevano a salvare il senso delle parole in sequenza e, pertanto, una o pi parole atte
a completare il senso di una frase potevano essere scritte oltre il margine o sotto lultima riga
tracciata.
- Essi tendono a privilegiare la separazione con spazio, o con spazio e distinctio, di piccoli gruppi di
parole costituenti ununit di significato, rispetto alla divisione con spazio di ciascuna parola dalla
successiva. La separazione delle singole parole non rappresentava un prioritario requisito di
leggibilit, mentre la modalit di vergare il testo per unit di significato rappresenta una costante
delle scritture librarie derivate dalla corsiva e la minuscola carolina.
- Le abbreviazioni che sembrano avere avuto unincidenza nel ritmo di scrittura sono quelle che
compendiano una o pi lettere, per lineetta orizzontale o altro segno, soprascritto o sul rigo di
scrittura: generalmente lesecuzione del segno pu essere allorigine di una spezzatura della parola
o di una spaziatura tra la parola abbreviata e quella successiva.
Superato il trauma del cambio grafico, la via alla leggibilit rest ancora quella di una scrittura che offriva
la separazione, mediante spazi e distinctiones, di alcune parole in successione, costituenti unit di
significato. Preziosa spia delle difficolt di una lettura ad alta voce e destinata a terzi sono, ad esempio, la
traslitterazione in lingua latina dei numeri romani, dordine, dei Salmi, eseguite nelle interlinee, con punta a
secco, da mano coeva a quella del testo. Leggere correttamente significava leggere non tanto scandendo

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una ad una le singole parole, quanto articolando e modulando la voce secondo il significato di una
sequenza di parole.
Quanto allindagine sulla scrittura dei rogatari di documenti privati, circoscriviamo la ricerca al territorio
lombardo e campano. Alcune caratteristiche sono comune ad entrambe le realt:
- Lo stato laicale dei rogatari;
- Una diversa situazione grafico-culturale tra rogatari delle citt e quelli dei centri minori;
- Una sensibilit nei confronti della leggibilit limitata a pochi rappresentanti;
- Una variazione nellofferta di leggibilit correlata spesso con la qualifica dei richiedenti della
documentazione scritta.
La corsiva nuova presenta nel milanese del IX secolo esecuzioni di vario livello (il pi alto a Milano, Pavia e
Brescia, con luso di ausili minimi alla leggibilit, quali spazi bianchi separatori del protocollo dal testo o
littera notabilior). Che la separazione delle parole con piccoli spazi non costituisse un consapevole obiettivo
certo, mentre non sappiamo in che modo taluni rogatari acquisissero rispetto ad altri una migliore,
ancorch omogenea, educazione grafica: alcuni rogatari rimasero immuni da ogni influenza morfologica
della nuova leggibilissima libraria.
Per quanto riguarda il salernitano, una offerta di leggibilit proviene da quei rogatari che usano, tra terzo e
ultimo decennio del IX secolo, una cancelleresca di tipo beneventano o, ad alti livelli di esecuzione, una
corsiva beneventana (partizione del documento con spazi e interpunzione, ricorso a litterae notabiliores).
Diversamente da quanto accaduto nel milanese, qui non sembra essersi verificata unirrimediabile frattura
tra leducazione grafica dei laici addetti alla documentazione e quella dei copisti di libri: la cancelleresca
adottata nel Palatium salernitano era sostanzialmente analoga a quella della cancelleria beneventana.
In conclusione:
1. La separazione delle parole con spazi non rispondeva ad un requisito di leggibilit nel periodo e nei
territori considerati;
2. Il cambio grafico della carolina non riguard tale aspetto e costitu forse lespressione non di
unesigenza nuova di migliore leggibilit e calligraficit, ma di un complesso processo di
unificazione e normalizzazione della scrittura.
3. Il IX secolo, a prescindere dalladozione della carolina, comport una scrittura dei libri soprattutto
ma non solo- sempre pi funzionale alla lettura, grazie ad un ampio ricorso ad un sistema di
aggregazione di parole per unit di significato, separate da spazi bianchi e segni di interpunzione.

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