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I Papiri sono una testimonianza della vita di piccoli centri perché provengono dalla provincia, Chora egiziana,
la parte più interna poi collegata alla capitale Alessandria.

Si suddividono in:

letterari e documentari

Documentari testimoniano la vita quotidiana, aspetti diplomatici, economici, amministrativi.

Letterari restituiscono testi nati con intenzioni letterarie, ma anche le lettere di privati.

Bagnal parlava della microstoria ovvero la storia della vita quotidiana di piccoli centri, i papiri offrono la
possibilità di capire e conoscere la vita di queste città.

I papiri che studieremo sono relativi ai ritrovamenti di Ercolano ed Ossirinco In Egitto.

Ercolano ci tramanda la più ricca biblioteca antica epicurea messa insieme ed incrementata nel corso dei
secoli e non smembrata.

Ossirinco oggetto di campagne di scavo sistematiche mirata alla ricerca di papiri romani, collezione molto
ricca ma anche contestualizzata in un preciso habitat II d.C. Ma anche età tolemaica III a.C.

La papirologia è la disciplina che si occupa di testi su tutti i materiali trasportabili, materiali mobili, solo testi
scritti in greco e latino.

papiri documentari e letterari relativi ad un determinato arco cronologico.

tre grandi fasi per ragioni convenzionali:

La carta di papiro è il frutto di una lavorazione nota a Plinio il vecchio, era venduta in rotoli in forme di
stoccaggio che poi venivano adoperati a seconda degli scopi. difficilmente vengono applicati ulteriori fogli
anzi il contrario avvengono dei tagli.

i fogli singoli si chiamano collema più fogli uniti collemata, uniti insieme fino a formare una lunga striscia che
poi viene arrotolato su se stesso o su una asticella onfaluss. Poi riposto in capse contenitori in cuoio in
posizione verticale o in scaffali in posizione orizzontale.

il riconoscimento avveniva attraverso dei titoli o con etichette sul dorso i silliuboi cartellini legati col nome
autore opera.

Nel mondo egiziano il papiro cresceva lungo il fiume Nilo soprattutto nel medio Egitto fino al Delta e fino al
mare.
Per crescere serviva un clima umido e secco asciutto per conservarsi.

in origine il codice era ligneo poi il papiro e la pergamena. Ma chi scrive? una persona alfabetizzata a cui
veniva affidata la scrittura si tratta di una classe professionale: gli scribi.

Si seguono delle mode, abitudini che si imparavano presso le scuole di scrittura, queste determinano la
possibilità di datare le scritture antiche.

il modo di scrivere non è solo soggettivo, ma c'è un modo di scrivere che accomuna in una data epoca.

l’organizzazione della scrittura e la scelta di determinati formati del rotolo cambiano a seconda delle epoche.

Ed anche l'organizzazione dello spazio nel rotolo, gli scribi scrivono da sinistra verso destra si procede per
colonne 2/3 dell'altezza del rotolo lasciando un margine superiore e inferiore privi di scrittura.

l'ampiezza della colonna può variare nel corso del tempo allo stesso modo anche l'altezza della stessa
colonna, la colonna solitamente in scrittura occupa circa 2/3 di spazio rispetto all'altezza del foglio del rotolo
di papiro, varia sia per prassi di una certa epoca sia a seconda del destinatario di quel testo, ma anche a
seconda della particolare scrittura di quello scriba.

Differenza fra testi letterari e testi documentari: i testi letterari hanno solitamente un certo tipo di estensione
e quindi determinano un'organizzazione dello spazio scrittorio diverso rispetto a un testo documentario che
può essere molto più ridotto, trascrivere un testo poteva avere una sorta di facilitazione nell'organizzare il
proprio spazio scrittorio.

gli scribi che si formavano presso queste scuole poi potevano o restare nell'ambito delle stesse scuole ed
essere quindi utilizzati poi anche dai privati e pagati a seconda della quantità di testo che dovevano
trascrivere.

I collema venivano incollati gli uni agli altri attraverso delle giunture che vengono chiamate colleisis queste
giunture venivano fatte con le sostanze collanti in maniera solitamente molto accurata da chi fabbricava il
rotolo di papiro, perché non dovevano costituire nessun tipo di intoppo alla scrittura che avveniva attraverso
solitamente l'uso di un calamo, una cannuccia appuntita che veniva imbevuta in un inchiostro, l’inchiostro
degli antichi anche questo mostra delle variazioni nelle varie epoche storiche, solitamente gli inchiostri più
antichi erano diciamo costruiti sulla base di carbone e gomma e invece gli inchiostri più recenti a partire dal
i secolo fine primo secolo a.C. primo secolo d.C. e poi accolgono degli elementi metallici soprattutto piombo
e poi anche del ematite nei pigmenti per ottenere inchiostri colorati.

nel momento in cui lo scriba doveva scrivere col calamo e questo inchiostro sul papiro seguiva solitamente
da sinistra verso destra e il foglio di papiro non veniva rigato lo scriba seguiva solitamente l'andamento delle
fibre del papiro che infatti veniva costruito dagli artigiani sovrapponendo delle strisce della pianta del papiro
ottenute dal fusto della pianta, queste strisce venivano disposte prima in un andamento tutto in un senso
orizzontale poi venivano sovrapposte sulle prime strisce delle strisce perpendicolari alle prime quindi in senso
verticale, venivano poi battute con un apposito strumento queste fibre e venivano quindi il foglio, poi i rotoli
di papiro stavano molto attenti nel momento in cui congiungevano i vari collemata attraverso queste colleseis
queste giunture fatte solitamente con una colla a base di acqua e farina, non doveva ostacolare la scrittura
dello scriba quindi fatte a regola d'arte quasi nascoste in maniera tale che lo scriba potesse seguire
l'andamento del profilo come se si trattasse di un unico foglio e scrivere sulla facciata del papiro dove le fibre
si presentavano al suo occhio parallele a quella che sarebbe stato l'andamento della sua scrittura da sinistra
a destra, quindi le fibre costituiscono su questa facciata del foglio una sorta di guida, viene chiamata recto
mentre invece non è la preferita l'altra faccia del foglio l'andamento delle fibre è perpendicolare rispetto alla
scrittura e quindi scrivendo su quella faccia che viene chiamata verso .

Comunque, la carta di papiro aveva un suo costo soprattutto per testi più ridotti o meno ufficiali non faceva
tanto importanza venivano utilizzati dei fogli già adoperati come carta da riciclo spesso si scriveva anche sul
verso, questo fatto di scrivere sul verso testi documentari facilita anche dalle volte la datazione dei rotoli
letterari, perché il rotolo letterario solitamente non veniva datato chi trascriveva un rotolo letterario non
aveva la necessità di datare il documento.

quando troviamo una datazione di un testo letterario più facilmente ci si riferisce all'epoca in cui quel testo
letterario è stato scritto dall'autore non all'epoca in cui testo letterario è stato copiato quindi attenzione a
non confondere queste due nozioni una cosa è la datazione dell'opera è un'altra cosa e la datazione del
papiro, mentre invece un testo documentario si riferisce a un atto economico, una transazione, a una
registrazione di una tassa oppure a un momento della vita la vita privata di matrimonio un atto di morte
eccetera sono testi che solitamente richiedono una data che sia fissato nel tempo il momento in cui quel
documento è stato redatto quindi se un testo documentario che è datato si trovano sul verso di un rotolo
letterario costituisce rispetto al letterario un elemento importante per la datazione costituisce il cosiddetto
terminus ante quem il termine cronologico prima del quale è stato redatto il testo letterario

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i supporti scrittori alternativi al papiro

La papirologia si occupa delle scritture in greco e latino su materiali mobili in periodo che va da metà del
quarto secolo fino al settimo secolo circa la metà del settimo secolo d.C.

Comprende sia testi documentari che testi letterari

Immagine: marmor parum una iscrizione che vedete su pietra che è stata ritrovata nell'isola di Paro è stata
ritrovata in due parti, queste due parti si trovano in differenti musei e questo è un esempio del fatto che
come i papiri così anche le iscrizioni possono essere andate divise e quindi soltanto attraverso lo studio si è
potuto capire che questi due pezzi appartenessero alla stessa iscrizione. è chiaro che questo tipo di materiale
fa parte di un'altra disciplina epigrafia cioè la scrittura su pietra

Immagini: antichi esemplari di testi su materiale ligneo in questo caso un libro rituale corteccia di un albero
quindi una popolazione i batacchi dell'isola di Sumatra quindi l'uso del legno sottili sfoglie di radica di legno
di corteccia un uso diffuso presso un po’ tutte le civiltà antiche

un esempio di papiro proveniente da ossirinco poxy la scrittura su colonne possono essere come in questo
caso tutto mancanti nella parte iniziale, nella parte finale possono essere in condizioni diciamo più integre
margini superiori che venivano lasciati privi di scrittura, la colonna di scrittura parte sempre alla stessa altezza
cioè la tendenza a mantenere quindi l'ampiezza del margine superiore costante così come anche la ampiezza
del margine inferiore, la parte non scritta intercomunali cioè spazi privi di scrittura che separano le varie
colonne poteva variare da circa 1 cm a due 3 cm, ci sono delle eccezioni vedete bene qui nella parte inferiore
dell'ultima colonna dove c'è una evidente mano diversa da quella che ha Vergato il testo non soltanto il
modulo delle lettere che chiamiamo il ductus nella scrittura il ductus è la velocità di scrittura cioè la velocità
con cui lo scriba o comunque chi scrive esegue la scrittura, la velocità è naturalmente maggiore e quindi il
ductus più rapido quanto più il testo che si sta vergando non è un testo ufficiale il ductus è più posato la
scrittura viene seguita con maggiore lentezza nel caso soprattutto appunto dei testi letterari, quando lo scriba
chi scriveva si poneva appunto il problema di essere più chiaro più elegante e quindi è chiaro che questa
annotazione che vedete nei margini come tante altre volte che troviamo delle annotazioni non ha questo
stesso scopo non mira a questa stessa chiarezza e quindi eseguita in maniera più veloce. Chiaramente
dipende dal tipo di annotazione, ma difficilmente è uno scriba ad apporre una notazione del genere, più
spesso è un commentatore. Un lettore che comunque appone un commento o una grossa esplicativa al testo
che sta leggendo e quindi un intervento. Gli interventi di correzione di un testo potevano essere eseguiti o
dagli scribi stessi si parla di correctio in scrivendo, cioè una correzione che avveniva nel momento stesso in
cui lo scriba si accorgeva di aver fatto l'errore mentre scriveva, oppure la correzione anche da parte dello
stesso scriba poteva avvenire in un secondo momento in una fase successiva di revisione del testo, in questo
caso possiamo notare che magari il Ductus è diverso, il tratteggio delle lettere, cioè La quantità di tratti.
l'andamento dei tratti, quindi non soltanto la quantità dei tratti, ma andamento dei tratti con cui veniva
tracciata ogni singola lettera.
. Il paleografo distingue le mani grazie anche al tratteggio diverso con cui vengono tracciate delle singole
lettere

La coronide veniva apposta dallo scriba e serviva solitamente a indicare la fine del testo. Oppure esistevano
anche le cosiddette coronidi Intertestuali per segnalare per esempio, forti stacchi di passaggio tra un testo e
l'altro, oppure per un capitolo e l'altro del testo. poteva essere piuttosto elaborata

la scrittura ieratica è una scrittura, destinata invece a usi religiosi, la scrittura demotica la scrittura che
usavano i greci, le popolazioni greche In Egitto nell'ultimo periodo della loro storia,

la stele di Rosetta famosissima stelle ritrovata all'epoca della spedizione di Napoleone Bonaparte in Egitto
all'inizio dell'Ottocento. una stessa iscrizione geroglifico sia in greco sia in demotico dette la possibilità a
Champollion di decifrare il geroglifico.

Tratto dalla naturalis historia di Plinio il Vecchio, Plinio il vecchio dedica il dodicesimo buona parte del
tredicesimo. Libro in cui descrive la pianta di papiro, dalla quale appunto si ricava non soltanto la Carta di
papiro. La descrizione di Plinio è piuttosto dettagliata è una testimonianza, piuttosto Discussa e controversa.
denota una mancanza di vaglio delle fonti.

definizione di Plinio, di tessere papiro è piuttosto impropria perché fa pensare a una vera e propria tessitura,
mentre si può parlare più di una sovrapposizione di strisce delle fibre bagnate nell'acqua del Nilo effetto di
una colla, ci informa sul fenomeno della muffa, cioè del papiro che soffre l'umidità. È un fenomeno che noi
che studiamo i papiri di Ercolano ci interessa in quanto molti di essi furono descritti come ammuffiti.

Un rotolo di papiro per essere letto doveva essere sempre svolto per l'operazione di lettura e poi di
riavvolgimento del rotolo comportava un consumo del rotolo di papiro, soprattutto nelle parti esterne, nelle
parti superiori e inferiori del rotolo e non bisogna dimenticare che appunto poteva agire non soltanto la
muffa, ma altri microrganismi, insetti, roditori. Sappiamo da testimonianze antiche che tutti coloro che
possedevano libri spesso tenevano nelle case dei gatti, proprio perché i gatti potevano mangiare i topi.

La deperibilità del papiro rendeva necessaria l'operazione di trascrizione. Non esisteva la stampa. Anche la
diffusione dei testi era garantita dal fatto stesso che questi testi venissero trascritti, gli esemplari di copia
prendono il nome di antigrafi di copia. Se un autore passava di moda oppure non interessava, per non parlare
poi di quella che era la vera e propria censura che a un certo punto ha colpito molti testi, in modo particolare
i testi epicurei, hanno subito una censura da parte della Chiesa, oltre altri eventi catastrofici come incendi
delle biblioteche e così via. Tutto quello che abbiamo oggi è prezioso perché ci è giunto.

La testimonianza di Plinio è interessante perché non solo ci parla della carta e della procedura ma anche del
fenomeno della muffa.

Per la costruzione del foglio di papiro si procede, semplicemente con una sovrapposizione prima orizzontale
poi verticale di queste fibre che poi vengono, pressate poi essicati si formano i singoli fogli di papiro. E dopo
un'operazione di levigatura o con la pietra pomice con i denti di conchiglie, lo scopo fondamentale di chi
fabbricava il foglio di papiro era quello di ottenere un foglio quanto più resistente, ma anche più omogenea
e quanto più liscia possibile per facilitare appunto la scrittura col calamo.

In Egitto si tratta in questo caso di papiri non carbonizzati che quindi conservano il colore originario e anche
la possibilità di essere svolti in maniera piuttosto agevole. Questo non significa che non mostrino anch'essi
delle lacune o delle dei danni notevoli però sicuramente un papiro conservato sotto la sabbia dell'Egitto si
presenta in condizioni molto più favorevoli allo svolgimento alla lettura rispetto a un papiro carbonizzato,
come i papiri ercolanesi che poi andremo a vedere.

Qui avete appunto un esempio di papiri ercolanesi carbonizzati, pezzi di papiro, qui vedete un umbilicus
Vedete un papiro in sezione si riescono a intravedere le volute, cioè gli avvolgimenti del papiro che in questo
caso doveva essere munito di umbilicus, bastoncino
Un papiro privo di umbilicus, quindi privo di rinforzo interno era più sottoposto alla possibilità di subire dei
danni o degli schiacciamenti, le CAPSE sono una sorta di borse, spesso di cuoio, in cui venivano messi in
posizione verticale gli uni accanto agli altri o, come dicevamo, riposti su scaffali. E in posizione invece
orizzontale.

Con la mano sinistra veniva svolto e poi sempre con la sinistra riavvolto presenta il silliuboi etichetta

Altri supporti

tavoletta Lignea Cerata presentava la parte appuntita da una parte e una parte invece con una sorta di piccola
spatola che serviva poi per cancellare per poter riutilizzare così la tavoletta, queste tavolette, lignee cerate,
come vedete venivano spesso da sovrapposizioni, parliamo di dittico, o trittico, o polittico, cioè a seconda di
quante tavolette venissero sovrapposte e incernierate tra di loro, solitamente sul lato lungo della tavoletta
di legno venivano eseguiti dei fori e questi fori uniti insieme con dei legacci Codex.

Il codice, quindi, nasce come ligneo, esisteva anche il cosiddetto Codex ANSATUS, che presentava una sorta
di manico che veniva spesso attaccato alla a parete.

tavole plumbee incise, sono supporti scrittori alternativi. laminette, in questo caso aurea.

L’ argilla. In forme diverse, qui vedete quello che si chiama appunto Ostraka, cioè questi pezzi per scrivere,
oppure anche un qualunque vaso poteva essere rotto e utilizzato nella parte cosiddetta concava, la funzione
dei nostri scontrini fiscali.

Oppure ostraka che registrano l'avvenuto pagamento di tasse, quindi comunque strumenti, scrittori destinati
diciamo a usi pratici.

Anche testi più ampi di una certa ampiezza, quindi più elaborati rispetto a quelli che vi ho fatto vedere prima
e in modo particolare il papiro conservato alla società italiana 1300 corrisponde a questo ostrakon con un
testo, della poetessa Saffo,

l'Unione di più tavolette lignee legate incernierate attraverso questi fori. E questi legacci di cuoio sul lato
lungo Questo è un bassorilievo. In Germania con l'esempio di un codex ANSAtus Appendere

La pergamena si ottiene dalla pelle degli animali, hanno una diciamo diffusione rispetto alla pianta del papiro
molto superiore e quindi la pergamena era possibile, diciamo scrivere su pelle di animali adesso non parliamo
ancora di pergamena, ma in generale scrivere su pelle di animali permetteva l’uso anche ai ceti meno abbienti
di poter avere a disposizione un supporto scrittorio durevole nel tempo resistente.

Ovviamente la pelle doveva essere estremamente pulita, lavata, raschiata, eliminato, eliminato il pelo,
eliminato il sangue e la pelle stessa poi era sottoposta a dei diversi trattamenti che potevano determinarne
un esito diverso, cioè se la pelle veniva trattata con una sostanza vegetale che si chiama canino, si attiene Il
cuoio, oppure se invece la pelle veniva immersa in una sostanza che conteneva gesso e polvere di allume,
quindi sostanze minerali non vegetali, si otteneva appunto la Pergamena che prende il nome dal Regno di
Pergamo. Plinio il vecchio, ancora una volta lui ci informa che secondo la testimonianza di Terenzio Varrone,
questa pergamena sarebbe stata inventata nel Regno di Pergamo quando, in seguito a una guerra tra il
sovrano di Pergamo e il Sovrano di Egitto, c'era stato una sorta di embargo dell'Egitto all'esportazione della
papiro e quindi era stato necessario, diciamo così, ingegnarsi e trovare altro tipo di materiale scrittorio questo
fa parte, diciamo di una delle notizie dateci da Plinio il vecchio,

Sicuramente si può pensare che a Pergamo sia stata perfezionata la tecnica della produzione della Pergamena
e il nome è sicuramente legato alla città di Pergamo, ma che non sia stata inventata, per così dire, in quel
determinato momento in quella determinata circostanza, questa è una notizia, piuttosto diciamo fantasiosa
e da prendere con le molle.

Quando ci sarà il passaggio, diciamo dalla forma del rotolo alla forma del codice, passaggio che avverrà a
partire dal primo secolo d.C. E in maniera progressiva più o meno fino al quarto secolo. d.C. Quando si
afferma. Il codice rispetto al rotolo, la pergamena comincerà a diventare una alternativa al Papino e quindi
all'inizio abbiamo una sorta di coesistenza tra rotoli di papiro e rotoli di pergamena, codici in papiro e codici
in pergamena. A un certo punto, invece, che vi dicevo dal IV d.C. In poi. Il rotolo rimarrà appannaggio del
papiro e soprattutto appannaggio di una certa un certo tipo di élite culturale, fino a diventare quasi una sorta
poi di cimelio, in un certo senso nelle biblioteche; invece, il codice troverà nella pergamena sempre di più il
proprio materiale scrittorio e sarà quello che poi si affermerà.

La pergamena veniva imbevuta di una sostanza, ottenuta dalla conchiglia del Murice da cui si ottiene la
porpora e quindi venivano anche questi codici non soltanto impreziositi con la porpora, ma anche poi nelle
varie iscrizioni venivano adoperate le foglie di oro e quindi abbiamo, oltre a queste miniature, con dei colori
molto vivi, anche queste questi contorni e le areole dei santi in foglia d'oro.

Viene mostrato molto rapidamente il passaggio per così dire,

dal rotolo al codice, al centro, ovviamente. il punto A è semplicemente il singolo foglio. Nel B vedete invece
appunto il foglio nel momento in cui viene piegato e quindi nel momento in cui viene piegato si comincia a
scrivere su entrambe le pagine. Queste così chiamate pagine a questo punto del foglio piegato, questi fogli
piegati o di papiro o di pergamena, vengono nel punto d sovrapposti gli uni agli altri e cuciti qui sul dorso.
Quindi diciamo, questi fogli sovrapposti singoli fogli sovrapposti gli uni agli altri. E il piegati e poi cuciti sul
dorso, costituiscono come dei piccoli, delle piccole unità del codice che vengono poi a loro volta unite ad
altre unità e fino a formare anche tuttora il Codice intero, quindi il codice nasce dalla sovrapposizione di
questi fascicoli. Solitamente l'unità di misura più diffusa era il cosiddetto quaternione, era dato dalla
sovrapposizione di quattro fogli interi, quattro fogli, che poi venivano appunto sovrapposti, piegati al centro,
cuciti sul punto di piegatura e venivano appunto a costituire 8 foglietti, 16 pagine a avanti e dietro, mentre
come vi ho detto ieri, il rotolo di papiro solitamente veniva scritto solo su una delle due facce e si veniva
preferita il cosiddetto recto invece con il Codice c'era la possibilità di scrivere, diciamo così, fronte retro e
quindi questa possibilità aumentava da un lato la capienza del codice rispetto al profilo, soprattutto ne
migliorava la maneggevolezza.
Dicevamo, prima appunto, che il rotolo andava incontro a questo deterioramento dovuto a vari fattori e
comunque il tempo non giocava a favore del rotolo di papiro e questo se da un lato comportava questa
operazione continua di trascrizione di un testo, dall'altro, poteva anche richiedere semplicemente degli
interventi di restauro, Il papiro veniva quindi già in epoca antica sottoposto a operazioni di restauro.

Noi possiamo accorgerci che dei papiri sono stati restaurati proprio perché si assiste alle volte alla
sostituzione di interi collemata. Cioè, veniva eliminato il Collema deteriorato e sostituito con un nuovo
Collema ovviamente questo collema vecchio sostituito, recava della Scrittura E bisognava ricopiare sul nuovo
ColleMa il testo che si era perso. Ovviamente questa operazione veniva fatta chiaramente dopo molto tempo,
quindi da uno scriba diverso da quello che aveva redatto il testo la prima volta e quindi un'operazione di
restauro si evidenzia molte volte proprio attraverso un cambio evidente di mano. Nel bel mezzo del testo del
papiro, una colonna improvvisamente mostra un'altra mano di scrittura.

Quindi se il cambio di mano può essere un primo, diciamo indizio di un intervento di restauro, poi ha un
esame più attento, ci rendiamo conto che effettivamente anche la qualità del papiro, del supporto di papiro
è diversa per quanto riguarda quel Collema rispetto ai collemata che lo precedono e quelli che lo seguono. E
quindi non è soltanto la scrittura che cambia, ma anche proprio il tipo di papiro adoperato e se siamo
fortunati, riusciamo appunto anche a cogliere esattamente il punto di congiunzione, cioè la colleseis che
denota appunto il cambiamento di foglio e l'intervento di restauro.

Una cosa però è il restauro in epoca antica che veniva eseguito da persone specializzate per i scribi esisteva
una figura specifica che è quella del glutinator era lo scriba specializzato negli interventi di restauro.
Testimonianza anche dalle fonti letterarie dell'esistenza di questa figura del glutinaor per esempio Cicerone
nelle sue lettere chiede all'amico Tirannione di mandarli dei glutinatores perché gli servivano per le sue
biblioteche

Accanto agli interventi di restauro nel mondo antico dobbiamo registrare ovviamente gli interventi di
restauro nel mondo moderno, i papiri, come vi ho detto, sono giunti ovviamente a noi in condizioni diverse,
anche nella migliore delle ipotesi mostrano sempre delle fratture, dei buchi, delle lacune, dei punti di
debolezza e di fragilità che richiedono l'intervento, del restauratore moderno.

Ovviamente i metodi moderni di restauro dei papiri sono cambiati nel corso di questi due secoli, si eseguono
diciamo in maniera oggi sempre più raffinata, facendo uso di strumenti molto sofisticati e di procedimenti
chimici sempre più adatti ad ottenere lo scopo senza danneggiare il papiro, senza danneggiare soprattutto la
scrittura del papiro. Però vi dico anche che molti degli interventi di restauro moderni consistono soprattutto
in operazioni di spianatura di superfici Papiracee che si sono gonfiate, una risposta agli agenti atmosferici che
ne ha determinato magari l’accartocciamento; quindi, la necessità di spianare avviene spesso con degli
strumenti come delle spatole e molto morbide con dei pennelli.

E allo stesso modo anche spesso è necessario rinforzare con degli adesivi particolari i punti dove il papiro si
è scostato rispetto alla tavoletta o al supporto su cui è stato originariamente incollato quando è stato
ritrovato e quindi è necessario procedere a queste operazioni di rincollatura dei margini di papiro in modo
tale che i quei pezzi sui margini che sono sempre quelli più esposti ai danni, non vadano a frantumarsi
ulteriormente e a distaccarsi magari per sempre dal corpo originario del supporto papiraceo.

Dopo il restauro di un papiro proveniente dall'Egitto, è possibile conservare il papiro stesso, solitamente fra
due lastre. Lastre che sono state in passato di vetro, poi era stata, introdotto l'uso del Plexiglas per poi
ritornare al vetro e comunque i papiri provenienti dall'Egitto, vengono posti fra queste lastre e queste lastre,
come vedete, poi sono chiuse da una sorta di cornicetta che fa da supporto si vede il papiro sul recto e sul
verso.

Ddiversa è la conservazione dei papiri carbonizzati che non possono essere posti fra lastre di vetro, nel senso
che la doppia Lastra Produce comunque sulla superficie del papiro un effetto di schiacciamento che è
consentito con i Papini greco egizi che vedete hanno delle condizioni di leggibilità decisamente discrete, nel
senso che l'inchiostro comunque risalta sulla superficie del papiro stesso, per quello che riguarda invece i
papiri ercolanesi o comunque tutti i papiri carbonizzati, il fatto che l'inchiostro risalti molto, molto di meno
sulla superficie carbonizzata, quindi assume una colorazione praticamente nera, nella migliore delle ipotesi
marrone insomma, comunque condizioni molto più complicate, fa sì che Il Papirologo debba avere una
visione molto più diretta del papiro carbonizzato, sotto il microscopio, anche perché i papiri carbonizzati nel
momento in cui sono stati svolti o aperti, mostrano rispetto ai papiri greco egizi, un fenomeno che quello
della confusione degli strati del papiro, cioè il papiro mostra una stratigrafia, quella che chiamiamo
stratigrafia complicata e compromessa, per cui la superficie di un papiro carbonizzato si mostra quasi sempre
costellata da quelli che noi chiamiamo strati sovrapposti o strati sottoposti cioè che non appartengono
originariamente a quella parte del papiro. E quindi questo tipo di problema può essere affrontato e risolto
solo grazie a una visione Tridimensionale della superficie del papiro che sarebbe impedita dalla conservazione
fra due lastre.

Siamo nella zona del miglio d’oro a partire dal 700, tante ville residenziali signorili più o meno importanti che
hanno fatto diciamo da contorno alla grande Reggia di portici voluta da Carlo di Borbone quando nel 1734
venne ad assumere la reggenza Del Regno di Napoli.

Già nel 1711 prima quindi della venuta di Carlo di Borbone, erano avvenute delle esplorazioni nel sottosuolo
dei pozzi che in seguito, insistevano su quella che era stata la sede del grande teatro di Ercolano, la proprietà
del terreno era del principe di Elboeuf (sotto dominio austriaco) che aveva costruito questo palazzo sul suolo
del Granatello. Questa esplorazione portò alla scoperta di Statue, pezzi di colonne, pezzi di frontone, di quello
che si pensava fosse il tempio ma che era invece il frontone del teatro di ercolano, grandi statue, una la
cosiddetta grande ercolanese e la piccola ercolanese in due esemplari che ebbero una storia singolare,
Intanto furono donate al principe di Savoia poi portate a Roma e vendute in blocco al re augusto di Polona a
Dresda, la cui figlia, Maria Amalia, avrebbe poi sposato Carlo di Borbone.

Quindi per questo strano intreccio le nostre statue ercolanesi erano finite nella casa, proprio nella dimora di
Maria Amalia, Di Borbone, moglie di Carlo di Borbone sostenne molto l’impresa archeologica del marito che
a partire dal 1738 diventò più sistematica, attraverso i pozzi che già numerosi erano aperti nelle terre dei vari
contadini e quindi iniziò questa Esplorazione, diciamo sistematica, alla ricerca di Antichità e una di queste
esplorazioni, poi, avrebbe portato alla scoperta della nostra Villa Ercolanese, da cui sono stati estratti i nostri
papiri, vedete una serie di immagini relativi appunto proprio alla villa al molo del Granatello e alla Villa, oggi
purtroppo in assoluto dissesto.

Questa è Maria Amalia, in un dipinto dell'epoca e la Reggia di Portici come era e come è oggi, la Reggia di
Portici ospitò inizialmente, per volere di Carlo di Borbone, l'Ercolanese Museum destinato ad ospitare tutti i
reperti che mano a mano fuoriuscivano da questa esplorazione che, vi ripeto, avvenne per pozzi e cunicoli
sotterranei con questi cavamonti borbonici, molte volte prigionieri forzati. Diciamo disperata, venivano
mandati giù nelle viscere della terra dove con strumenti assolutamente inadeguati dovevano scavare queste
gallerie sotterranee per esplorare il sottosuolo alla ricerca delle antichità, sicuramente Carlo di Borbone, la
stessa Regina Maria Amalia, dimostrarono un vero e proprio interesse per le antichità.

E qui vedete il pavimento a intarsio in marmo policromo che oggi è al museo archeologico di Napoli e che
proviene proprio dal primo punto della Villa dei Papiri di Ercolano, che fu esplorato attraverso il pozzo ciceri
uno, si tratta del pavimento del cosiddetto Belvedere della Villa dei papiri e quindi il primo punto da cui si
cominciò l'esplorazione nel 1750, quindi l'area viene esplorata a partire dal 1738, ma nel 1750 i cavaMonti
Borbonici si imbattono in questo primo Elemento della villa dei papiri

1750 fondato Museo Paderni come custode dal 1751 fu poi inaugurato nel 1758 HERCULANENSE MUSEUM i
visitatori non potevano effettuare disegni (criticati dagli intellettuali contemporanei)
Villa dei Papiri

Probabile proprietario Lucio Calpurnio Pisone Cesonino (suocero di Cesare) o suo figlio Pontefice protettori
di Filodemo di Gadara colui che si preoccupò di curare la biblioteca epicurea ritrovata.

Esisteva una consuetudine di costruire ville lungo le coste campane Rusticae o marittimae per otium la
bellezza del contesto amoenitas. Cicerone è una fonte principale per le conoscenze sulle dimore romane di
villeggiatura Philosophia o luxuria.

Dopo l’eruzione del 79dc per parlare di una ripresa di un vero e proprio paese nato sull’antica Ercolano si
deve arrivare al secolo X con Resina.

L'esplorazione avvenne a partire dal Belvedere fino ad arrivare al grande peristilio rettangolare di cui vi
parlavo per le CAPSE, grande natatio la piscina. Peristilio quadrato della Villa, al centro ci sono gli ambienti
del cuore della Villa stessa Il tablinum era molto probabilmente la sede, di consultazione della biblioteca,
questa è la zona che cosiddetto atrium, cosiddetto perché oggi gli archeologi pensano che questo costituisse
solo l'accesso dal mare della Villa dei papiri, mentre doveva esservi un altro accesso nella parte superiore
non scavata.

Gli scavi odierni hanno dimostrato che la concezione di questa Villa così maestosa con questo grande
peristilio rettangolare di oltre 100 Mt. poi il peristilio quadrato di tutta questa zona prospiciente appunto la
Villa, a questo Belvedere, questo camminatoio fino al Belvedere e così via avrebbe avuto un impianto
unitario, a differenza di quanto pensavano invece prima gli archeologi, che ci sarebbe stata una doppia fase
di questi di costruzione della villa legata prima alla parte più tradizionale, con il peristilio quadrato e poi
successivamente l'ampliamento col Peristilio rettangolare. Oggi gli archeologi hanno potuto ricostruire
l'unitarietà della struttura della Villa e della sua unica fase costruttiva.

La pianta della Villa realizzata da Carl Weber. Dobbiamo dire che questa pianta della Villa, per quanto
estremamente dettagliata e a quanto pare anche estremamente ben fatta e fedele all'originale, rappresenta
però una visione della Villa che assolutamente superata perché prima che fosse intrapreso lo scavo a cielo
aperto, questa pianta dava la visione di una villa che si sviluppasse, per quanto cosi in esteso su un unico
piano al contrario, gli scavi recenti intrapresi negli anni 90 del secolo scorso, hanno dimostrato che la Villa
dei papiri si estendeva per Tre o anche quattro piani su del pendio naturale, quindi terrazzamenti su dei
terrazzamenti naturali il terreno e quindi questo esplorato dai Borboni, non sarebbe soltanto il piano nobile,
il piano superiore, diciamo così l’attico, della Villa che invece si estendeva al di sotto per ancora tre piani
completamente inesplorati fino alle scale ce l'ha aperto e ancora però purtroppo tutt'oggi solo parzialmente
inesplorati. Perché le difficolta dello Scavo, la mancanza di fondi eccetera ha impedito di andare troppo
avanti.

Nel 1738 La villa del Granatello fu venduto alla real famiglia la quale abbattendo ulteriori palazzi preesistenti
come Palena e Santobuono poi Caramanico e Mascabruno, costruirono la Reggia nella quale venivano portati
tutti i ritrovamenti.

1738 Sotto la direzione di Alcubiere generale dell’esercito poi Weber e vega

1739 giuseppe canart addetto al restauro

Ercolano era coperta da uno strato di lava misto a fango 20 mt i tesori erano di proprietà del re e
aumentavano il suo prestigio

L’esplorazione inizio dal pozzo di enzechedda (teatro lo stesso del principe di Elbeuf) si prosegui con gallerie
sotterranee poi nel 1739 dal pozzo di Spinetta (basilica)

Weber fu anticipatore delle moderne metodologie penetrare dalle porte non rompere le mura

1750 attraverso un pozzo Ciceri 1 fu aperto il pozzo ciceri2 la direzione affidata a Weber segui criteri rigorosi
rispetto ad Alcubierre .
Si giunse ad uno spazio circolare sopraelevato pavimentato con un intarsio di marmi neri e giallo paglierino
dal belvedere attraverso una scaletta di marmo si accedeva ad un lungo camminamento l’esplorazione
prosegui seguendo la gruta derecha unica fonte di luce. Si giunse al peristilio 100mt largo 37 25 colonne lati
maggiori 10 lati minori al centro natatio tra le colonne statue (man) poi tablinium poi peristilio quadrato con
vasca infine ambiente V deposito con uno stipo contenente oltre 800 papiri.

Le esplorazioni vennero riprese più volte nell’800 e con Amedeo Maiuri 1926 ci fu lo scavo cielo aperto di
ercolano ma non della villa

Weber continuò le ricerche fino al 1760 ripreso e poi interrotto definitivamente per le esalazioni

1969 fu fondata a Napoli su iniziativa del Prof Marcello Gigante il CENTRO ITERNAZIONALE PER LO STUDIO
DEI PAPIRI ERCOLANESI

1986 attraverso il pozzo Veneruso si arrivò all’edificio antico ci si ritrovò di fronte la colonna Gemina (pianta
del Weber) zono tablinium poi un altro sopralluogo attraverso pozzo ciceri1 per verificare la pianta del Weber
1992-98 scavo a cielo aperto, si provo l’esistenza di 3 piani livelli della villa 1 livello 2 livello basis villae con
oculi e 3 livello

8-03-22

Sculture presenti nella villa dei papiri oggi conservati al man, queste statue nel tablinium conferivano
all’ambiente una certa solennità. Personaggi legati alla cultura ellenistica filosofi e poeti.

PIANTA DEI PAPIRI DEL WEBER

1970 ha ispirato una riproduzione della villa da Ghetty oggi museo in California a Malibu

Peristilio con natatio centrale.

Mostra la villa dei papiri, l’ambiente primo la basis ville oblo circolari con pasta vitrea per dare luce agli
ambienti, poi un livello ancora inferiore. Zona atrium mosaici di pregio, strutture murarie interessanti opus
reticolatum, presenza di affreschi pitture delicate, tra il 2 stile e il 3 stile,

I papiri furono ritrovati i n 5 ambienti diversi della villa. Dal 19 10 1752, l’ambiente 5 fu raggiunto per ultimo
800 rotoli trovati li, ritenuto inizialmente la biblioteca invece ipotesi più accreditata deposito di libri, nel
tablinium li consultavano, 2 peristili uno rettangolare uno quadrato.

I bustini sono indicativi in assenza dei silliuboi nella bibliotea ercolanese potrebbe essere giustificata dai
piccoli bronzi, bustini epigrafi col nome del personaggio anepigrafi il contrario.

Demostene no testi

Epicuro si testi

Ermarco successore di Epicuro, non ci sono arrivati papiri con le sue opere.

Esempi di papiri ercolanesi carbonizzati ammassati o in terra o in capse o sugli scaffali.

Scavi dal 1750 -1761 fermati per le esalazioni

1752 ritrovati 60 rotoli nel tablinium sala di lettura

1753 ritrovati rotoli nei peristili quadrato e rettangolare chiusi in casse di legno altri ammucchiati

1754 ritrovati 840 rotoli nell’ambiente V forse deposito


Sempre gli uni sugli altri. Montones di papiri impossibili da separare esposti nell’officina ercolanese a Napoli
fori da umbilicus i bastoncini sui quali venivano avvolti.

I tentativi di svolgimento dei rotoli sono stati diversi sempre distruttivi mancava esperienza nel 1752 inizio
della scienza papirologica agli esordi.

Il metodo pioneristico adottato ed efficace è il metodo di scorzatura, esiste una confusione che riguarda
l’avvenuta separazione delle scorze dai midolli che ha comportato una perdita di identità della scorza col
midollo.

1840 rotoli schedati da inventario nell’officina ercolanese sono pezzi di rotoli molti dei quali sono scorze pezzi
appartenenti allo stesso rotolo. Molti rotoli non svolti (Ermarco forse li)

Una prima fase fu molto invasiva con Camillo Paterni direttore museo di portici dove furono portati i papiri:

rotolo cilindrico taglio longitudinale poi venivano scarniti con un coltello a partire dall’interno del
rotolo grattato via restava solo l’ultimo foglio, restano solo i disegni.

1753 su richiesta di Carlo di Borbone inviato dal prefetto della biblioteca del vaticano arriva lo scolopio Il
Piaggio invento la scorzatura parziale (fu ostacolato dal Paderni)

1° papiro svolto pherc. 1497 IV libro della musica di Filodemo (critica di winckelmann)
macchina del Piaggio basata su un sistema di trazione, pelle di battilori per rinforzare la superfice del papiro
unita a fili di seta tirati dalla macchina.

Le scorze potevano essere solo 2 o 4 lascando il midollo, metodo proseguito anche dopo

Il Piaggio catalogava i rotoli indicando le condizioni:

buoni – incerti – cattivi

Intero – pezzo – frammento-porzione -ammasso

Forma:

compresso x lungo – non perde del tutto la forma

compresso a tavoletta perde la forma

compresso in varie guise difficolta di svolgimento

Nell’ 800 le scorze aperte col coltello che grattava lo strato visibile fino all’ultimo foglio poi non esiste più
l’originale

Gli ultimi fogli sottoposti a restauro qualche anno fa, interessanti per quanto molto rovinato se sopravvivono
tracce di lettere uniche testimonianze della scrittura originale, il disegnatore non riesce ad essere preciso per
un paleografo.

I papiri potevano contenere un titolo iniziale e un titolo finale.

Modo attuale di conservazione dei papiri ercolanesi carbonizzato non premuto tra laste di vetro ma fissati su
cartoncini di supporto e poi riposti in cornici di metallo perni laterali con un buco nel vetro per alzare la lastra
ed estrarre il cartoncino dalla cornice. I sovrani Borbone li esponevano come dei quadri.

Questi fogli avevano delle etichette che spesso si perdevano quindi impossibile l’identificazione.

Anni 60 dell ‘800 sono stati messi in cornice del man ciò ha provocato dei danni, prendevano umidita, sole,
polvere dal 1753 fino a pochi decenni fa non sono stati conservati in maniera integra.

I metodi di svolgimento sono stati numerosi ancora oggi la macchina del piaggio è stato un sistema
utilizzato poi un nuovo metodo nel 1980 ideato da un’équipe norvegese, guidata dal filologo Knut Kleve,
ha ideato un metodo, fondato sull’impiego di acido acetico, gelatina e acqua, che si è rivelato efficace A
Kleve si deve anche la messa a punto di ottime tecniche fotografiche. Oggi, grazie all’interessamento di
Gigante e in seguito a una convenzione con la Biblioteca Nazionale di Napoli, operatori della Brigham
Young University (Provo, Utah) hanno realizzato la riproduzione fotografica multispettrale dell’intera
collezione, che consente un migliore approccio di lettura ai testi anneriti.

I disegni

I papiri sono stati disegnati ed è una caratteristica dei papiri ercolanesi (quelli egiziani no quelli dopo 800
tecniche fotografiche) il disegno costituisce una testimonianza.

Sì suddivisi in 2 serie oxoninienzi (oxford) e napoletani (officina dei papiri ercolanesi) legati alla sede dove
sono conservati fatti dagli stessi disegnatori ercolanesi non conoscevano il greco però attraverso gli anni
maturavano una esperienza con le sequenze più comuni della lingua. Alcuni disegni sono stati falsificati con
lettere che non corrispondono perché venivano pagati sulla quantità della trascrizione.

(oxford fino al 1806) i papiri viaggiavano al seguito dei BORBONE, NEL 1806 i disegni finirono a Palermo e
poi spediti in Inghilterra perché il responsabile dell’officina dei papiri era inglese Heiter. i disegni napoletani
sono stati rifatti dal 1806 o fatti per la prima volta per i papiri svolti dopo i 1806.

iavarone è un academico che approva il disegno per la sua pubblicazione.


Armadi che conservano i papiri a cassetti mobili cornici metalliche

Nel 1755 venne fondata l’accademia ercolanense, prime leggi a tutela del patrimonio artistico e
archeologico su proposta del Tanucci

Dopo Carlo di Borbone seguì Ferdinando IV che affidò la pubblicazione dei reperti agli accademici ercolanesi
in maniera esclusiva

Prima pubblicazione 1747 era stata costituita nel regno la scuola d’incisione di portici + la regia stamperia
(Carlo) il frutto di tale lavoro furono in primo luogo gli 8 tomi per pubblicare i reperti ercolanesi ANTICHITA
DI ERCOLANO esposte con raffinate incisioni con dedica a re Carlo pubblicato 1757, tra gli accademici Ignarra,
Mazzocchi, Capasso

La partenza del re Carlo per la spagna aveva segnato una crisi del regno

Da ricordare che Il primo papiro pubblicato carta borgiana 1788 Show

Il più antico dei cataloghi presenti in officina 1782 (8 papiri svolti) rintracciato da Blanck e Longo Auricchio
pubblicato nel 1999 2004 da questo inventario è stato realizzato 2015 un database di cui si progetta la messa
in rete.

1787 venne rifondata l’accademia ercolanese disposta dal re Ferdinando IV tra i nuovi membri (Ignarra) rosini
Baffi e poi rifondata nel 1087 ma finalmente nel 1793 prima pubblicazione di 1 papiro svolto con la:

COLLECTIO PRIOR

Primo tono pubblicato nel 1793 primo anno di pubblicazione di un papiro ercolanese (1° papiro svolto pherc.
1497 IV libro della musica di Filodemo edizione curata da Rosini poi divenuto vescovo di pozzuoli.

sistema riproduzione a sinistra dell’incisione del disegno e poi sulla pagina affianco una doppia colonna il
testo che veniva scritto in scriptia conitnua senza separazione e la traduzione latina seguita da un commento
in latino

Periodo di pubblicazione che va dal 1793 -1855 11 TOMI 19 papiro svolti

Nel 1798 Ferdinando iv fuggi a Palermo con i papiri nel 1799 il re tornò ma solo nel 1802 i papiri giunsero al
museo di Portici . il principe Giorgio d’Inghilterra concluse un accordo con il re per accelerare lo svolgimento
inviando il suo cappellano di corte Hayter spese a carico dell’Inghilterra e le pubblicazioni curate dalla
stamperia reale (compenso a cottimo)

Finalmente vennero recuperate opere di Epicuro

1806 nuova invasione francese fuga a Palermo pure Hayter fuggi e osteggiato dal direttore del Museo Rosini
non portò i papiri con se ma solo i disegni fatti fino al 1806 nel 1809 andò in Inghilterra per non fare più
ritorno a Napoli i disegni a tutto il 1806 sono ad Oxford

1806-15 Decennio Francese con Giuseppe Bonaparte fino 1808 trasferimento dei papiri dal museo di portici
a Napoli palazzo degli studi – reale museo – museo archeologico nazionale diventò istituto di educazione,
Rosini ancora direttore furono svolti ulteriori papiri e rifatti i disegni oggi conservati nella officina della
biblioteca nazionale ritratti fino al 1854
1087 catalogo dei papiri Donati giorno dello svolgimento o peri “isvolgeri” giorno della restituzione

Gioacchino Murat succeduto nel 1808 – 1815 Restaurazione Borbonica trona Ferdinando I delle 2 Sicilie

Ancora Rosini direttore

1860 entrata di Garibaldi a Napoli fine del regno Borbonico (Francesco II) l’aggettivo reale fu sostituito da
NAZIONALE

COLLECTIO ALTERA

Periodo di pubblicazione dal 1862-1876 sempre 11 tomi come la prior sotto la monarchia dei Savoia (unità
d’Italia) i papiri vengono portati al man sotto la custodia dello stato italiano, veniva pubblicata la fotografia
dell’incisione in rame dei disegni senza la traduzione latino ne commenti. 176 papiri svolti

NOTA: Già Paderni con le prime scorzature trascriveva prima adi passare allo strato successivo

L’usanza dei disegni fu concepita da Carlo come pure le incisioni poi con il 1916 si è passati alla fotografia

Oggi ci avvaliamo delle immagini multispettrali spettri di luce infrarossa e ultravioletta

Piaggio disegnava le colonne i disegnatori erano spesso ignoranti di greco i disegni venivano controllati con
un visto buono VB e poi venivano incisi su tavole di rame con nome del disegnatore e incisori. I rami venivano
poi utilizzati nella regia stamperia

1906-1926 direzione dell’Officina Domenico Bassi (1910) i papiri esposti al museo furono danneggiati i rami
si ossidarono, Cronert denuncia lo stato di abbandono

1910 l’officina passò dal museo alla biblioteca

1922 i papiri vengono trasferiti ma non i rami

1925 COMPLETO Trasferimento OLTRE 800 CORNICI FURONO RIPULITE E COLLOCATE IN ARMADI CHIUSI CON
CASSETTI MOBILI

Collectio Tertia 1914 Bassi primo volume P.Herc 1457 1050 Hoepli no traduzioni no commenti ma con
apparato critico paleografico

1929 castaldi catalogo descrittivo 37 papiri incompiuti indicazioni bibliografiche sui rotoli

1969 Marcello Gigante fona Centro internazionale x lo studio dei papiri il centro si dotò di microscopi
binoculari

1979 sotto la sua direzione pubblicano il CATALOGO DE PAPIRI ERCOLANESI con dati tecnici integrati da dati
biblioogici quindi indagine paleografica e bibliologica insieme a quella della morfologia dei manufatti per la
ricostruzione

Un cambiamento si registrò quando Gigante stipulò con l’università dello utah la fotografia multisprettale

2005 Gianluca del Mastro chartes messa on line in base al catalogo del 1979

2008 catalogo descrittivo dei papiri ercolanesi della Travaglione si arriva a 1840 numeri di papiri in officina.
Dispersione del materiale sotto piu numeri.

INVETARI:

Papiri ercolanesi 1822-1823

Della Reale officina dei papiri ercolanesi 1824

Generale de papiri e di tutti gli altri oggetti ivi esistenti 1853 più volte integrato fino al 1912 direttore Bassi
con lui furono redatti nuovi inventari
9-3-2022

Per quanto riguarda la carbonizzazione dei rotoli i papiri erano stati esposti ad una temperatura oltre i 300°,
non sono stati ritrovati solo ad Ercolano papiri carbonizzati ma nel bacino del mediterraneo nel delta del Nilo
a Derveni a Petra in Giordania in queste altre località ci sono stati incendi.

Lo schiacciamento dei rotoli ha comportato la deformazione dei rotoli che hanno assunto una morfologia
diversa rispetto a quella originaria. Quando i cavamonti trovarono questi pezzi di rotoli che in qualche modo
potevano essere connessi tra di loro ma non capirono subito che facevano parte di uno stesso rotolo.

Usanza di indicare un rotolo con più numero di inventario o papiro spezzato o che mi riferisco a parti
esterne interne papiro 1149/993 devo sapere che cosa indicano parte inferiore e superiore papiri ricostruiti

Il dovere del papirologo oggi è rimettere insieme i pezzi sparsi che potevano appartenere ad un unico rotolo.

Schiacciamento: deformazione dei rotoli:

voluta semplice due parti

voluta complessa piu parti

una voluta più ridotta non può precedere una voluta più ampia c’è una regolarità di scarto tra una voluta e
l’altra 1mm

SPECCHIO DI PAGINA: ampiezza di ogni colonna + ampiezza intercolumnio

La formazione di ONDE

E i DANNI SOLIDALI

MISE EN PAGE: impaginazione organizzazione dello spazio da parte dello scriba per mantenere costante lo
specchio di pagina – si verifica una oscillazione della colonna verso il margine sx legge di MAAS perché cerca
di finire le parole mette dei riempitivi osserva però la divisione in sillabe – fenomeno ottico

La conservazione:

I papiri viaggiatori villa di portici alla reggia poi Palermo 1806 al palazzo degli studi museo (per 100 anni)
biblioteca nazionale

Mano a mano si sono susseguiti gli acquisti di armadi e cornici, quindi, hanno cambiato continuamente la
loro posizione.

Tutti i problemi di conservazione hanno creato una gran dispersione del materiale originario.

Ritrovamento svolgimento conservazione

Prima si devi ricostruire il supporto originario poi si legge il testo riuscendo a ricostruire delle colonne.

Una voluta è ogni singolo avvolgimento o intorno a sé stesso oppure intorno all’ubilicus volute più ampie
precedevano volute con dimensione più ridotta.

Qualunque tentativo di svolgimento dei rotoli determino la necessita di eliminare parti esterne di rotoli per
poter arrivare alle parti più trattabili.

Lo schiacciamento agevola la ricostruzione della voluta che risulta suddivisa in sezioni o semi volute.

Rotolo a voluta semplice quella che nello schiacciamento ha subito una frattura regolare in 2 più parti a voluta
complessa. Uso anche dei margini superiori ed inferiori per la ricostruzione. Si viene a creare l’ONDA che può
far ricostruire una voluta.
10-03-22

Una voluta è ogni singolo avvolgimento o intorno a sé stesso oppure intorno all’ubilicus, vanno crescendo
man mano che ci allontana dalla parte finale fino alla parte iniziale del rotolo.

Una voluta più ridotta non può precedere una voluta più ampia, gli schiacciamenti si presentano come linee
di frattura, non sempre una volutasi riferisce a due semi volute.

I danni solidali; buchi pieghe rigonfiamenti sulla superfice del papiro, possono dare la possibilità di individuare
una voluta.

Conoscere l’ampiezza delle volute ci orienta nel disporre i pezzi superstiti del rotolo nel corretto ordine.

L’ampiezza della voluta degrada, c’è una regolarità di scarto tra una voluta e l’altra.

Lo scarto si aggira tra 1mm o piu generalmente un paio di mm.

L’esatta misura per capire nelle operazioni di svolgimento quanto papiro si sia perso tra un pezzo e l’altro.

Che significa perso, nella migliore delle ipotesi lo troviamo in un’altra cornice e lo recuperiamo, in altri casi
sappiamo che con la macchina del piaggio attraverso la trazione dei fili a volte si intoppava qualcosa e per
procedere piccole scorzature interne, eliminavano una parte per poter riprendere lo svolgimento (anche
anni) come si quantifica la perdita? Con lo scarto.

Lo specchio di pagina è la misura dell’ampiezza di ogni colonna di scrittura piu l’ampiezza dell’intercolumnio.

SP 4.5cm int 0.5cm scarto 9 cm io ho la possibilità di capire che ho perduto 2 colonne di scrittura.

Calibro elettronico non si poggia sul papiro, misura non precisa.

Sovrapposti e sottoposti legge nardelli

Sovrapposti di primo livello se è sovrapposto si uno strato secondo livello due strati.

Il principio di individuare le volute.

Ci sono anche altri elementi da tenere in considerazione nel voler sistemare un pezzo inferiore e un pezzo
superiore bisogna considerare il collesis il punto di incollatura di un collema al collema successivo.
A ricostruire il papiro Ci aiuta la mise en page impaginazione organizzazione di scrittura dello scriba in
particolare mantenere costante lo specchio di pagina cioè la misura complessiva data dall’ampiezza della
colonna più l’ampiezza dell’intercolumnio

Una ampiezza di colonna per quanto regolare può mostrare una oscillazione.

Lo specchio di pagina ha un’ampiezza costante, detto ciò, un elemento fondamentale per la ricostruzione
deve essere la ricostruzione dell’allineamento della parte superiore e inferiore.

Legge di maas

Ha notato un fenomeno che si verifica regolarmente cioè uno scriba cerca di mantenere l’allineamento delle
righe, osservando la divisione in sillabe corretta senza trattino, cerca di finire le parole complete, mette dei
riempitivi dando l’impressione di un allineamento. A sinistra succede che per un fenomeno ottico spostano
sempre un po’ di più la linea successiva più a sinistra (legge di maas)

Eventuali restauri cambio di mani

Titoli o sul verso o silloboi dentro

Agrafon n. 3
Nome in genitivo titolo opera numero del libro poi ci sono degli orpelli, non sempre lo apponeva lo scriba

15-03-22

Documenti di archivio per la messa on line

Dal 1806 al 1925 al museo di Napoli.

La ricerca di Blank che si mise a cercare l’inventario ritrovato nell’archivio del museo manca la prima parte.

Citazione 1866 del piaggio al tanucci

Piaggio ha effettuato una catalogazione dei rotoli tra buoni incerti cattivi.

Il piaggio si sofferma se si tratti di un papiro che si possa ritenere intero nella sua altezza altrimenti pezzo,
frammento parte rimossa nella scorzatura, porzione una parte gia svolta del papiro e ammasso i papiri
compattati foto montones . Numero superiore sono i pezzi.

Nella forma 4 tipologie : compresso per lungo quando il rotolo nel famoso processo di schiacciamento aveva
una compressione per tutta la sua lunghezza in maniera non troppo forte che non avevano perso del tutto l
forma cilindrica originaria, compresso a tavoletta mostrano lo stesso tipo di schiacciamento ma cosi forte da
ridurre il cilindro a forma schiacciata fornisce la misura della larghezza come una semi voluta. Compressi in
varie guise in vari modi maggiori difficolta nello svolgimento.

I papiri compressi per altro erano posizionati nelle capse schiacciamento su entrambi le basi del papiro alto
e basso tipo a s oppure ad u.

I più importanti inventari e cataloghi presenti in officina:

blanck e longo auricchio pubblicano gli inventari Stato delle porzioni papiri svolti a tutto il 1798

1803 altri dieci rotoli svolti sotto John eiter ( 1803 1806 ) stilava anche lui inventari, che poi porterà via i
disegni oxford.

Accanto a questi registri dei papiri svolti venivano compilati inventari di papiri disegnati.

Un catalogo 1807 catalogo dei Papiri ercolanesi dati per svolgersi dati per donazioni diplomatiche indica il
giorno dello svolgimento e il giorno restituito

1823 -1824 due inventari a distanza di poco tempo avevano scopi diversi, il primo aveva come interesse
fondamentale il luogo dove si trovavano.

1853 nei particolari servito da base


Epoca di Bassi direttore dal 1906 altri cataloghi papiri ercolanesi

3 Inventari uno del 1979 da gigante

Quello piu noto cartes nasce dalla digitalizzazione del catalogo del 79 con foto

Successivamente messo on line consultato in tutto il mondo

2008 infine travaglione un catalogo descrittivo dei papiri ercolanesi si arriva a 1840 numeri di papiri in
officina. Dispersione del materiale sotto piu numeri.

Solo attraverso i papiri ercolaneesi possiamo leggere l’opera di epicuro

dovette spezzarsi gia al momento dell’eruzione

Parte superiore schiacciato a tavola parte inferiore in varie guise


1149 una parte a Napoli una parte a Londra perché il papiro era stato gia pubblicato

993 conservate interamente a napoli

16-03-22

Pelle di battiloro nella macchina del piaggio che poi venivano collegati ai fili di seta che passavano negli
anelli della macchina

Voluta semplice cioè composta da 2 semi volute


profilo ad onda a – b

Frecce gialle individuano le colleiseis

non aveva umbilicus

sottoposti e sovrapposti
parti perdute tra f e g

Sulla base della misura delle volute e delle kolleseis

Mancavano 5 colonne calcolate su base matematica


s sta per svolgimento

collectio altera

inventario del piaggio mucido ammuffito


Inventari e cataloghi fondamentali per lo studio

Cartes ha collegato una foto ad ogni papiro

la sesta cornice non appartiene al 1010 errore di Bassi

Dagli apografi napoletani in 5 cornici (copia di un originale manoscritto)


1 vestigia litterarum punti al di fuori parentesi sono tracce di lettere l'editore nn si pronuncia tracce di 3 lettere ...

2 se si trovano tra parentesi quadre è una lacuna dove il numero delle lettere perdute si puo definire ... 3 lettere

3 se ritiene che non si possano definire mette i trattini

4 punto sotto la lettera significa lettera dubbia o molto mutila rovinata

5 se la lettera o le lettere si trovano tra parentesi quadre significa che l'editore le ha integrate lui
6 quando l'editore mette delle lettere tra parenteesi graffa significa che nel papiro si trovano ma l'editore le elimina perche ritiene
che ci sia un errore dello scriba

7 operazione opposta lettere tra parentesi angolari lettere aggiunte dall'editore il papiro è integro ma le lettere non ci sono

8 un asterisco sotto la lettera significa che è una lettera che si trova nel papiro l'editore la legge come alfa ma ritiene che dovesse
esserci epsilon o altra lettera quindi mette asterisco sotto epsilon

9 vacuum spazio tra due lettere lo scriba mette una pausa tra periodi

i segni ecdotici

Nicolardi

La ricostruzione del midollo

La ricostruzione delle scorze

Questa è la subscriptio

165mm= agraphon
non ci sono dubbi

cornice 1 la parte evidenziata non è coerente


con l’andamento delle colonne e degli intercolumni della parte sottostante

c’è qualcosa che non torna tra gli intercolumni


sarebbe troppo stretta la colonna gia francesca Longo Auricchio pensava a dei sottoposti

In questa cornice ci sono 3 pezzi differenti

svolto alla fine dell 800


Quando parliamo di ricostruzione di volumina scorzati dobbiamo tenere presenti 3 aspetti

1. Il dato testuale
2. I dati materiali e inventariali
3. I dati bibliologici e paratetuali (note sticometriche)
il Janko ha istituzionalizzato il metodo da lui definito Obbink-Delattre, enucleandone i seguenti punti
essenziali:

a) la normale tecnica di chiusura del rotolo antico prevedeva l'avvolgimento della parte terminale di esso o
su se stessa o intorno al cilindretto che a volte era fissato al volume, La sottoscrizione, dunque, era nella
sezione più interna del papiro;

b) durante la scorzatura i due semicilindri esterni erano letti, disegnati e raschiati dalla parte più interna
cosicché l'ordine di distacco dei fogli era inverso rispetto a quello dei frammenti nella struttura dell'opera;
c) qualora si accerti che la numerazione degli apografi rispecchia l'ordine di distacco dei fogli, la successione
corretta dei frammenti sarà data dalla sequenza del foglio più esterno del primo semicilindro (A) con quello
complementare del secondo (B) contenente le colonne successive dello stesso strato e così di séguito
procedendo alternativamente, dai fogli più esterni a quelli più interni giacenti sulla sommità della superficie
concava delle due scorze;

d) nella determinazione dell'originaria sequenza dei frammenti, fondamentale è l'analisi della


configurazione degli apografi, unici testimoni del testo scorzato. In generale gli strati successivi si
presentano simili nella forma e nei contorni e la quantità di testo disegnato tende progressivamente a
crescere col progredire della numerazione degli apografi;

e) le giunture in una stessa serie di disegni sono possibili solo qualora le parti superiore e inferiore della
stessa colonna siano state trascritte separatamente e numerate con cifre diverse;

f) strati successivi di testo non possono congiungersi a meno che una porzione di testo non sia rimasta
legata allo strato superiore (sottoposto) o inferiore (sovrapposto). In tal caso il sottoposto andrà a collocarsi
nella sezione immediatamente antecedente, il sovrapposto nella sezione immediatamente successiva

Il metodo Obbink-Delattre ha riscontro soltanto se si suppone che gli strati di ciascuna scorza siano stati
sollevati singolarmente senza alcuna perdita di testo e che colonne contigue di una serie siano state
disegnate sullo stesso foglio. Tuttavia, tali condizioni molto spesso sono vanificate sia per l'aderenza delle
pagine del papiro carbonizzato, la quale durante la raschiatura del foglio causò spesso la distruzione anche
dello strato sottostante, sia per la tendenza dei disegnatori a tralasciare nella trascrizione porzioni minime
di testo e a copiare su fogli distinti colonne susseguentisi sullo stesso strato

In questi casi il recupero parziale dell'esatta ubicazione dei frammenti scorzati si potrà conseguire
attraverso l'esame del contesto e della configurazione degli apografi, il quale individui tutte le combinazioni
di serie complementari superstiti col supporto delle eventuali annotazioni sticometriche marginali sì da
quantificare e qualificare i danni subiti dal rotolo prima e durante la scorzatura.

Vacuum spazio vuoto

Arco di circonferenza

Corda di circonferenza

Unita once

Hessler e il calcolo matematico calcolo ampiezza della voluta di appartenzenza della scorza

Formula aspirale archimedea basata sull’ampiezza della voluta e il restringimento medio (lo conosciamo dal
midollo del rotolo) decremento tra una voluta e l’altra

Possiamo calcolare quanto papiro svolto manca dalla scorza fino alla sua fine quante colonne mancano

Lunghezza rotolo = p greco x raggio al quadrato diviso t i raggi delle volute successive

Con la subscriptio troviamo il n di sticoi linea

Sticos = 2 linee unita di misura esametro metrico


Sticometria calcolo della colonna

Stratigrafia creata dalla macchina del piaggio

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