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PAPIROLOGIA
MOD. A
[img. Dal Mediterraneo all’Indo]: indica la storia dei sovrani Tolemeici (III-I a.c.) che si
stabilizzarono con la conquista di Alessandro Magno nel 332 a.c.
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I testi su papiro erano scritti in tutto il Mediterraneo ma si sono conservati solo quelli egiziani per le
particolari condizioni climatiche prevalentemente nella zona del Fayum e di Ossirinco.
Papiri di Ercolano
06.10
332 - 323 a.c. ( conquista dell’Egitto- morte di Alessandro Magno)
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prefetto della Biblioteca Vaticana ( Piaggio). L’aspettativa era che questi fossero testi in latino che
restituissero l’opera di Livio.
Così arrivò padre Piagggio che inventò la macchina: c’è una lettiga su cui poggia il rotolo. Si cerca
un punto di attacco mentre sul retro, si applicano delle strisce di battiloro - un materiale utilizzato in
orificeria- e una volta agganciate alle forcelle iniziava lo svolgimento.
Era un procedimento papirologicamnte giusto ma che richiedeva troppo tempo per il sovrano che
voleva esporlo subito.
Spesso Piaggio si lamentò del fatto che non gli venivano messi a disposizione i rotoli che lui
facilmente riusciva a srotolare.
Lo rotolamento dei rotoli in alcuni casi ha avuto degli esiti disastrosi a causa del restauratore di
Carlo VII e del curatore del museo.
Le condizioni dei papiri conservateci si spiegano se ci domandiamo:
1) chi lo ha scoperto?
2) Come lo ha conservato?
3) Chi lo ha conservato?
Il metodo della scorzatura parziale: rotolo inciso in parte su due lati senza arrivare fino al midollo.
La parte centrale corrisponde alla parte finale del libro che era meglio conservata dagli agenti
esterni. Il lavoro di padani invece rovinava anche il midollo.
Sulla scorza si poteva lavorare per:
1) scorzatura ( si toglieva la parte interna verso l’esterno). Si ha prima la parte finale e si
causavano anche delle perdite.
2) Sollevamento ( si alza dall’esterno verso l’interno). Si ha prima la parte inziale procedendo così
nell’ordine di scrittura.
Ci sono due mansioni:
1) Svolgitore
2) Disegnatore ( spesso i due ruoli erano rivestiti dallo stesso personaggio).
Spesso il restauratore poteva perdere l’ordine logico del discorso e l’ordine del papiro se le varie
parti non venivano inventariate. Ad Ercolano non si è fatto l’inventario perché si è lavorato in
tempi diversi, forse non si. È tenuto un diario quotidiano oppure sono andati perduti poiché sono
anni turbolenti a causa dello scontro fra Francia e Inghilterra nel Mediterraneo.
Nel 2005 venne scoperto il catalogo realizzato da padre Piaggio. Entra in gioco una nuova figura
quella dell’ archivista che si occupa del modo di inventariazione di un determinato reperto. In
papirologia c’è l’archeologo museale.
L’archivio dell’officina dei papiri è parte della biblioteca e custodisce i rotoli e gli studi sul loro
restauro ma lì non c’era il catalogo del Piaggio.
Questo però venne ritrovato in un altro archivio quello del Museo Archeologico di Napoli ; il diario
era finito lì perché la collezione dei papiri venne affidata al museo insieme a tutti gli altri reperti
archeologici come statue, vasi provenienti dalla villa ( I quindicennio del 1800).
Con l’unificazione di Italia i papiri di Ercolano vennero considerati libri e furono mandati alla
Biblioteca piuttosto che al Museo. I papiri allora ritornarono alla biblioteca ma non furono
accompagnati dal catalogo che rimase nell’archivio del museo archeologico.
La perdita di un catalogo faceva sì che si perdesse la possibilità di una guida.
Metodo di catalogazione del Poggio ? Egli catalogò per forme quindi prima i frammenti e poi i
midolli. Per riconoscere l’appartenenza di un pezzo allo stesso frammento era necessario lavorare
sulla grafia e la scrittura con il problema che una stessa mano poteva lavorare su più rotoli e che
questa poteva distorcersi divenendo meno regolare quando si era stanchi.
Inoltre si poteva decifrare quanto leggere e collegare diverse porzioni testuali con un lavoro di
studio del testo.
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07.10
Trasferimento dei papiri
Il trasferimento dei papiri avvenne nel primo quindicennio del XVIII secolo. L’approccio di
Padenni era museale avendo un approccio invasivo sui rotoli ( 1752-53) esibendoli a vari enti
culturali come la Royal Society di Londra.
Presto matura la consapevolezza che bisognava rivolgersi a qualcuno competente nel restauro
librario come Padre Piaggio che a Roma nella biblioteca Vaticana aveva appreso le fondamentali
conoscenze per la restaurazione dei papiri.
Nel 1753 Piaggio arriva a Napoli : nasce fin da subito il conflitto con Padenni. Ci si inizia a
domandare se bisognava considerarli libri e quindi di competenza della biblioteca oppure dei
reperti archeologici di competenza del Museo. Per molto tempo Padenni discusse i rotoli fino a
quando all’inizio dell 800, il governo del regno di Napoli intervenne sulla questione teorica che
portò alla decisione illuminista di tenere tutto insieme nel Museo ( 1861) con l’unificazione del
regno di italia.
I papiri infatti non necessitavano solo di essere esposti ma anche di essere restaurati ( approccio
librario).
I papiri nel 1910 vengono restituiti alla biblioteca rimanendo tutti insieme nell’Officina dei Papiri
ma il catalogo del piaggio rimane nel Museo nonstante i papiri transitino alla biblioteca così che per
molto tempo rimase disperso.
Tappe cronologiche. 1750: scoperta dei papiri >1815: riflessione di carattere amministrativo sul
primato > 1860: Museo diventa competente dei papiri > 1910: la competenza passa alla biblioteca
ma il catalogo rimane al Museo.
Archeologo Disegnatore
Figure di cui ho
bisogno per
Curatore Responsabile
uno scavo e
di
per la raccolta
inventariazione
Restauratore
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Ci sono anche altri numeri di inventario. Questo papiro venne svolto da Piaggio nel 1755 al punto
che fu il primo papiro srotolato da Piaggio. Gli altri numeri vennero dati nel 1782 nel momento di
inventariazione e redazione del catalogo.
Le diverse unità di scorta portano dei numeri differenti. Ogni scorza è stata staccata per
sollevamento; in seguito furono poi scorzate e sollevate in blocco.
( per scorzatura)
( per sollevamento)
225 ( 1-26)
1094 1-2 corrisponde a 1575 n. 23 bisogna stare attenti quando rimetto insieme il testo, alla
procedura utilizzata se di scorzatura o di sollevamento senza seguire l’ordine numerico.
Nel corso del tempo si ritrovavano le scorze singole di uno stesso manoscritto sulla base della
scrittura.
Il papiro 1497 è il trattato di Filodemo ‘de Musica’. L ‘ordine di inventario non corrisponde
all’ordine del testo sul papiro. Per prima vanno pubblicate i fr. 1094 1-2 poi 1575 23 poi 1578 22
poi 225 1. Per avere un testo corretto era necessario seguire le lettere di accompagnamento dei
disegni fatti da padre Piaggio al segretario di Stato ; infatti mano a mano che srotolava Piagio
iniziava uno o più disegni con le relative relazioni. Le corrispondenza di padre piaggio è importante
per capire la successione delle pagine e la storia del suo restauro per ridisporre in maniera giusta le
porzioni di testo.
L’archeologo museale è colui che si occupa degli scritti di padre piaggio.
Interprete era chi sapeva il greco e poteva decifrare i papiri ( traduttore) che verificava la sensatezza
del testo del disegnatore. Interprete e disegnatore lavoravano fianco a fianco e di volta in volta
controllavano la correttezza del disegno avviando la trascrizione. I papiri di Ercolano sono in
caratteri maiuscoli posati.
Di alcuni papiri di Ercolano si salva solo il disegno. Il frammento 2 1073 si è salvato ma II 1-3 sono
in forma di disegno.
Si trovano anche più voluto compatte in una unica voluta. Di solito i frammenti numerati > 1000
sono quelli più vicini al midollo mentre quelli numerati con numero < a 1000 sono la parte più
esterna , quella che era chiamata da Piaggio ‘brachette’.
Chi era Filodemo?
La biblioteca della Villa dei papiri è piena di scritti di Filodemo di Gadara , un filosofo ( l’ultimo
che ha posseduto per intero la biblioteca) epicureo di III generazione - Epicuro era vissuto nel III-IV
secolo a.c.
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Filodemo visse fra il 120-110 a.c. e 70 a.c. era nato a Gadara, città della Siria attuale Giordania che
era parte di un regno ellenistico parlante lingua greca.
Egli come ogni cittadino di buona famiglia studiò retorica in quanto sarebbe dovuto essere un
avvocato ma studi filosofia così si recò ad Atene per finire gli studi. Compose epigrammi poetici
che ci offrono informazioni sulla sua vita.
Poi soggiornò a Napoli e Roma.
La Villa dei Papiri. È anche chiamata Villa dei Pisoni, famiglia proprietaria della villa molto
illustre contro cui lo stesso cicerone nell’orazione In Pisonem viene accusata di malversazioni in
Asia parlando anche della loro tendenza filosofica esibita per proteggere Filodemo.
L’identificazione della Villa dei Pisoni si basa su:
1) un epigramma di Filodemo in onore di Pisone
2) Sulla base dell’orazione in Pisonem
3) Sulla documentazione della casa e della villa redatti dallo stesso proprietario
La villa era di Calpurnio Pisone , suocero di cesare di cui sposò la figlia calpurnia. Questo edificio
si distese come centro di studi filosofici epicurei. Il proprietario della biblioteca era Filodemo in
fuga dal regno di Siria che viveva un periodo di conflitto fra ebrei e il sovrano ellenistico, scontro
che poi si portasse con l’Impero romano.
Egli trovò accoglienza e protezione in Italia sotto la famiglia dei Pisoni.
Il greco era una lingua poco conosciuta in quel periodo. C’erano pochi interpreti per ricostruire un
testo molto frammentario e lacunoso. Nel 700 non esisteva un vero metodo di lavoro per una
situazione testuale e materiale così difficile. Si realizzava una discrasia fra lo svolgitore e
l’interprete. Il testo inoltre era anche molto complesso in quanto trattava di problemi filosofici.
I papiri di sua proprietà raccolgono informazioni e riflessioni di Filodemo e dei filosofi che lo
hanno preceduto come Platone, Aristotele e la sua scuola.
I sovrapposti e sottoposti : sono frammenti di una voluta precedente o successiva
Intercolumnio : spazio fra il rigo di scrittura e il foglio
Di colonna 14 si hanno due disegni : 1) Oxoniense conservato ad Oxford
2) Napoletani : che sono stati realizzati quando i disegni - in fase di restauro- vennero portati via da
Heiter, successore di Piaggio che era morto nel 1806.
Heiter venne inviato a Napoli al sovrano di Inghilterra ma nel 1806 egli portò via sia i disegni dei
rotoli da lui srotolati che quelli dei suoi predecessori. Per compensare la mancanza, a Napoli si
realizzarono i disegni napoletani.
I disegni oxoniensi quindi sono precedenti a quelli napoletani e in alcuni casi presentano anche
delle differenze per le diverse abilità del disegnatore.
Molti dei disegni napoletani si rovinanono anche perché erano anni turbolenti e di conflitto coni
francesi.
Per molte colonne purtroppo ci rimane solo il disegno o le trascrizioni degli interpreti che hanno
realizzato le prime trascrizioni, oggi nrll’ Officina dei papiri compensate da edizioni a stampa
( come la editio princeps e le successive). I disegni infatti venivano incisi su lastre di rame e
stampati da stampatori della corte napoletana.
Sulle lastre era posto il disegno che veniva puntinato e poi la lastra era incisa. La prima
pubblicazione del De Musica presenta la incisioni di tutte le colonne recuperate con una traduzione
e commento.
Nel 1793 apparve il I tomo della I edizione dei Volumina Herculanensium quae supersunt
testimoniando che dalla scoperta era passato molto tempo a causa del testo lacunoso e da integrare.
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11.10.
Contenuti della biblioteca di Filodemo
Filodemo proveniva dal regno dei seleucidi, discendenti dei generali di Alessandro Magno
( diadochi) che dovette spesso fronteggiare lotte fra i dominanti di cultura greca e i dominati di
religione ebraica; questo fu il motivo per cui filodemo emigrò in Italia ( intellettuale migrante).
Egli portò con sé la sua biblioteca precedente- che aveva studiato- a cui aggiunse nuovi libri da Lui
scritti.
Fra i rotoli rimasti ci sono delle opere che erano ancora in corso di scrittura. Nella biblioteca ci
sono:
1) rotoli databili al III secolo a.c. - libri che Filodemo si era procurato fra cui una copia del ‘de
natura’ di Epicuro, fondamentale per la filosofia epicurea.
2) Opere filosofiche stoiche: trattano stessi temi in maniera differente
3) Opere di Filodemo in bella copia
4) Opere di Filodemo in progress > in alcuni casi si utilizza anche il lato esterno del rotolo che di
norma era lasciato bianco nella stesura definitiva ma poiché sono dei rotoli non definitivi si
poteva sfruttare anche il lato esterno a causa dell’alto costo del materiale scrittorio.
Non si sa quanti libri complessivamente contenesse. Alcuni libri furono distrutti nel ritrovamento
perché considerati pezzi di legno , una parte di essi venne danneggiata da Padenni e poi ci sono i
1800 numeri di inventario.
Ancora non si sono collegati i diversi numeri di inventario ad un solo rotolo.
1 2 3 4 ; 5 n. Di inventario con srotolamento parziale. I numeri di inventario sono diversi perché
l’inventario fu fatto 30 anni dopo lo rotolamento dei primi rotoli. Inoltre Piaggio li ha catalogati per
forme.
Nel 1754 venne svolto il primo rotolo , il papiri 1457 contenente il de musica di Filodemo con una
riflessione sulla musica che era al centro della trasmissione della cultura greca infatti il ritmo che
accompagnava un’opera serviva alla memorizzazione e all’apprendimento.
Nel 1783 è l’anno in cui Piaggio redige il catalogo che venne riscoperto solo nel 2005 in quanto era
rimasto al Museo e chi lo cercava pensava che era alla biblioteca. La sua riscoperta ha permesso
l’identificazione di diversi frammenti alla stessa unità libraria ( assemblaggio).
Con le immagini multispettrali c’è l’analisi dei reperti perché si può lavorare sull’oggetto senza
alterarlo accelerando l’assemblaggio.
Padenni morì nel 1781 momento da cui Piaggio ha la possibilità di catalogare tutti i pezzi che hanno
forma analoghe: le scorze con numerazione inferiore a 1000 mentre i midolli con numeri superiori
ai 1000.
Nel 1796 avvenne la morte di Piaggio ma fa in tempo a vedere la pubblicazione dell’editio princeps
dei Volumina ercolanensius tomo I ( 1793) contenente il de musica.
La decifrazione e lo srotolamento sono avvenuti in maniera molto lenta che oggi si è velocizzata
con le immagini multispettrali che con i filtri riescono a differenziare il nero di fondo ( della materia
carbonizzata ) con il nero dell’inchiostro.
Inoltre permettono anche di distinguere lo stesso inchiostro su diversi livelli : come nel caso si
sovrapposti e sottoposti. In alcuni casi infatti staccano due volute qualche frammento della voluta
sottostante rimaneva appiccicato a quella soprastante.
L’archeologo museale fu aiutato dalle relazioni che Piaggio inviava al segretario imperiale e a
Rudolf con cui si lamentava di Paderni : grazie a queste, si è riusciti a rintracciare il catalogo
nell’archivio del museo.
Piaggio ha messo in risalto:
1) i problemi dei diversi pezzi
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2) La scrittura di un promemoria quindi il catalogo doveva per forza esistere
[ fasti di Ercolano B ] nel 1798 il regno di Napoli viene invaso dai Francesi a causa della prima
campagna napoleonica. I regnanti si danno alla fuga come i Borboni che furono a Palermo
portandosi dietro i rotoli.
A Napoli c’è una sollevazione che porta alla nascita delle Repubblica partenopea ( gennaio -giungo
1799) finita con la condanna a morte di molte figura intellettuali napoletane fra cui in interprete dei
papiri. Spesso gli interpreti lavoravano di pari passo con i disegnatori. I disastri paprilogichi di
ercolano erano dovuti al fatto che era la prima volta che si lavorava su papiri.
Pasquale Banfi fu tra i condannati a morte della Repubblica partenopea la quale alla fine cedé a
causa della reazione di Orazio Nelson il quale riporta i Borboni a Napoli, insieme ai rotoli. In
quell’anno vene redatto un registro dei rotoli che ritornarono quì.
Nel 1800 il reverendo Heiter sostituisce padre piaggio. Egli viene raccomandato ai Borboni dal
principe del Galles poi re di Inghilterra. Nelson insidia i Borboni e il principe del Galles insedia
Heiter a dimostrazione che c’era una alleanza fra Inghilterra e Napoli.
Il principe del galles offre dei finanziamenti per il restauro dei rotoli perché già nel 1752 Padenni
diede informazioni sul ritrovamento di papiri alla Royal Society di Londra.
Come si divulga una scoperta:
1) per ritrovamento archeologico
2) Informando i siti più importanti
Il reverendo Heiter lavorò con efficienza perché aveva molte risorse e controllo dei materiali. Egli
fece realizzare:
- maggior numero di macchine del Piaggio
- Diede lavoro a più restauratori e disegnatori aumentando il numero dei rotoli svolti ma con
maggiori danni a causa della velocità di srotolamento.
Nel 1806 Heiter va a Palermo a causa della II campagna Napoleonica rimanendo più a lungo.
Heiter porta via i disegni dei rotoli srotolati sotto di lui e quelli prima di lui, senza portare via i
rotoli stessi.
I disegni lasciata l’Italia approdano ad Oxford. I disegni dei rotoli vennero poi replicati a Napoli
ma conservando una situazione a volte differente. Il lavoro sui rotoli riprenderà quando i Borbone
nel 1816 riprenderanno il controllo di Napoli con la restaurazione: da questo momento saranno
denominati ‘sovrani delle due Sicilie’. In questo periodo i rotoli vennero srotolati con regolarità e
lentezza.
[Pyerck ercolano 1427 ] è relativo al midollo. Federica Nicolardi ha curato l’edizione del I libro del
‘de rhetorica’ di Filodemo.
È anche questo uno dei primi rotoli svolti da Piaggio. Il midollo è la parte meglio conseravta. Si
salvano residui del margine superiore e del margine inferiore mentre le colonne del midollo -quindi
della parte finale - si sono conservate per ‘intero’.
Si può avere una idea generale delle dimensioni delle colonne, del numero delle righe e del rapporto
fra le righe e lo spazio. bianco.
‘intero’ complessivamente ci permette di ipotizzare quante colonne ci fossero. Il numero di righe e
dell’intercolunnio spesso è regolare in quanto i papiri di Ercolano erano oggetti di lusso.
Questo papiro era il I volume di cinque sulla retorica di Filodemo , materia di studio filosofico
fondamentale per la formazione di un uomo politico.
A sinistra ci sono dei frammenti che devono essere collocati nei punti giusti. Fino al 1806 chi
incorniciava i frammenti era spesso colui che li aveva srotolati e li metteva su tavolette di legno in
una cornice.
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Le cornici potavano anche non avere il vetro - ma solo se i frammenti erano capaci di sostenerlo- e
aderivano su un cartoncino su una tavoletta più solida spesso di legno.
Le cornici poi erano costudite in cassette di legno all’interno di un mobile.
13.10
Immagini multispettrali:
Il lavoro di analisi delle immagini multispettrali dei papiri di Ercolano è stata realizzata
dall’università dello Iuta, gestita dai Mormoni per i quali è molto importante ricostruire la storia dei
papiri. Le immagini multispettrali all’inizio dovevano essere applicate in ambito medico ma
vennero usati anche in altri campi come la papirologia.
La biblioteca nazionale di Napoli ha una copia completa delle immagini multispettrali ma la Brian
Library ha :
1) immagini originali
2) Competenza della tecnologia applicata
3) Intera documentazione
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In un lavoro di ricerca si deve essere capaci di valutare tutta la documentazione. Per assemblare la
maquette la studiosa si è avvalsa di photoshop.
Federica Nicolardi mostra anche le parti utilizzate in forma di schema : le colonne in nero
corrispondono a quelle conservate . In fondo c’è la porzione lasciata in bianco ( εις κατοφόλιον) ,
che serviva a non esporre l’ultima pagina al deterioramento e in alcuni casi poteva contenere la
sottoscrizione e registrare il lavoro del copista.
47 mm -45mm: indicano l’ampiezza delle volute che si restringono mano a mano che si va al centro
del rotolo in cui c’era l’ombilicus, un bastoncino intorno a cui il rotolo era avvolto.
Verso l’esterno del rotolo la voluta si allarga. In alto ci sono le colonne precedenti mentre quelle in
nero sono le scorze che si sono salvate.
In alcuni casi il restauratore ha dimenticato di segnare dove i frammenti si sono staccati al punto
che è molto difficile riuscire a ricollocarli. In alcuni casi è ricollegabile solo il frammento del
disegno di Oxford o di Napoli.
col. 189-228: sono andate perdute a causa del taglio che venne effettuato in prossimità del midollo.
Una edizione critica deve essere formata da :
1) trascrizione delle colonne (si trascrive tutto quanto trovo sul papiro)
2) Traduzione
3) Commento
4) Introduzione
N è la lettera sticometrica che indica il numero delle righe che sono state copiate dal copista.
I papiri di Ercolano fino al IV secolo d.c. ( già in età romana nel II d.c. si avvia ad una divisione
delle parole con un segno guida) sono in scriptio continua per cui le parole sono attaccate, prive di
accenti e spiriti e segni di interpunzione.
Nel IV secolo iniziano a comparire dei segni di paratesto che aiutano il lettore nella sua lettura per
scandire bene le parole.
La frequenza dei segni guida cresce nel tempo perché diminuisce la capacità del lettore di dividere
le parole in quanto cresca la distanza fra la lingua dell’autore del papiro.
All’inizio il testo greco non veniva accompagnato da traduzione ma oggi si tende a farlo, in quanto
il testo deve essere interpretato. L’edizione di Nicolardi è attualmente quella più affidabile per il de
retorica. Inoltre ad essa si affianca l’editio princeps ‘ volumina Herculanensius’ che manifesta la
storia degli studi e della condizione in cui si trovava il manoscritto in quel momento.
Ex regia tipografica indica la casa editrice a cura del re di Napoli che stampava gli studi sui reperti
di Ercolano. Casanova fu un disegnatore impegnato nella realizzazione dei disegni dei papiri.
Accademia Ercolanense indica il gruppo di filologhi e studiosi dei papiri. In quel momento si
dovettero inventare queste figure di studiosi oggi così comuni.
L’editio princeps venne fatta a nome di tutti gli ‘accademici Herculanenses’ oscurando il nome
dell’editore che effettivamente la realizzò.
l’editio princeps del de Musica è incompleta in quanto mancano le incisioni dei frammenti ma
vengono riportati solo i midolli.
I disegnatori hanno disegnato colonna per colonna ma non hanno offerto un disegno complessivo.
Il disegno veniva inciso e poi stampato. A. Lentari fu un incisore allievo diretto di Piaggio. Merli fu
un accompagnatore di Piaggio.
Le lettere in rosso sono delle lettere problematiche ; ci sono delle virgole. I rotoli di Ercolano sono
in maiuscola posata on attenzione al tratteggio ( modo di realizzazione delle lettere ).
14.10
Un pò di terminologia:
chartres. it: sito web dedicato ai papiri di Ercolano. ‘charta’ è la parola per designare il papiro.
Papyros indicava la pianta. I papiri di Ercolano superstiti sono in greco e latino ma in misura
maggiore nella prima lingua in quanto la letteratura latina scritta iniziava da poco a circolare.
Inoltre Filodemo era greco e possedeva libri in greco. La produzione libraria in latino si avvia più
tardi intorno al I secolo a.c. rispetto a quella greca che inizia già nel III secolo a.c. ( inizia la
circolazione letteraria di testi ).
È necessario dividere i testi per la circolazione libraria ( il testo è indirizzato ad un pubblico) e
testi per la conservazione .
Già nel IV secolo a.c. vengono messi per iscritto commedie e tragedie e opere omeriche. Con il
regno ellenistico cresce la produzione di libri dove c’è la cultura aristocratica greca che vuole
mantenere vivo il proprio patrimonio culturale nella speranza che non vada perduto.
Inoltre il greco è la lingua dell’amministrazione. La cultura doveva essere :
- divulgata
- Insegnata ( per poter controllare la situazione) . Si cerca di mantenere salda la cultura greca
lontana dalla madre patria. I testi base educativi di riferimento solo l’Iliade e l’eneide per i latini.
Chi avrebbe imparato a leggere e scrivere con competenza sarebbe entrato nell’apparato
amministrativo.
!12
Gli egiziani continuavano a scrivere documenti su papiro. Eraclito depositò la sua opera nel tempio
per conservarlo ai posteri.
Con il periodo di Alessandro Magno numerosi soldati vogliono consolidare il loro controllo sul
paese. In Mesopotamia inizia molto presto la scrittura; oltre a documenti economici si scrivevano
anche testi letterari.
In età micenea , la lineare a e B erano utilizzate per descrivere delle transazioni.
Dal I ac. La scrittura in ambito latino prende piede; molti testi raggiungono Ercolano come un
frammento in cui si celebra la sconfitta di Cleopatra.
Scriptus latinus incertus > sono scrittori di cui non si sa se effettivamente scrivevano in lingua greca
o latina.
Alcuni frammenti sono stati identificati come quello di Cecilio Stazio -commediografo. ‘obdostatas’
c’è una coincidenza fra parola di questo frammento e quelli di tradizione indiretta con cui si può
stabilire con poca certezza l’opera ma se ci rimangono solo frammenti di poche sillabe diventa
molto difficile attribuirle ad un autore.
Il frammento deve essere disposto sulla base del tipo di impaginazione del frammento.
SBN servizio bibliotecario nazionale
È probabile che molti dei libri in latino vennero portati via ecco perché non ce ne sono molti ad
Ercolano. L’accessibilità delle immagini sono divergenti in base alla politica fotografica condotta.
Il sito non ha una biografia ragionata ovvero, non segue un ordine alfabetico.
Dal I secolo ac. Ci sono i primi papiri latini provenienti dall’Egitto o da ercolano.
Ci sono dei frammenti di Cecilio Stazio custoditi in 8 cornici. In alcuni casi ci sono due pezzi forse
perché sono state srotolate insieme e quindi sono custodite nella stessa cornice.
Ci sono inoltre sia i disegni napoletani che oxoniensi che furono inventariati dopo che Heiter li
portò via.
LDAB ( Lowen Database of Ancient Book, a Lovanio) è il numero 459 del sistema LDAB. Il
numero di edizione ( indica il numero utilizzato dallo studioso nell’edizione critica di un autore) è
diverso dal numero di inventario e può avere un numero diverso seconda del database.
LDAB: catalogo di tutti i papiri letterari all’inizio solo greco latini. È il nucleo originario di una
piattaforma che poi si è ingrandita e lo ha incorporato nel sistema Trismegistos. org.
Trismegistos che significa ‘3 volte grandissimo’ era l’appellativo del dio Thot, assimilato ad
Hermes dio della memoria e della scrittura.
Egli aveva testa animale e corpo umano rappresentando l’ibis, una manifestazione della divinità in
forma di animale.
Trsimegistos ha una scheda per ogni iscrizione o papiro conservato. Il suo nucleo originario era
LDAB , catalogo di papiri letterari ma oggi vi confluiscono anche papiri in lingua egiziana
accogliendo tutti i testi scritti nel bacino del Mediterraneo.
Ci sono vari tipi di scrittura in un papiro:
1) Geroglifici
2) Ieratico
3) Sistema di scrittura demotico ( utilizzato sotto la dominazione greco romana)
1) Sistema alfabetico greco con alcuni segni non presenti in greco ma estratti dal demotico.
Utilizzati in testi di lingua copta ( III-IV d.c)
In alcuni casi le colonne preservate non formano nemmeno una colonna interna ma per buona parte
si salva il midollo quindi il lavoro è stato condotto molto frettolosamente.
[ default]: indica l’editio princeps
!13
18.10
Charta Borgiana
[P. Show Charta borgiana p. 7] i papiri di ercolano sono rimasti nel luogo in cui furono raccolti ,
oggi luogo in cui sono conservati. Spesso però i papiri emigrano rispetto al loro luogo di
ritrovamento.
Gli unici papiri di Ercolano che sono migrati all’esterno sono frutto di donazione effettuata dal
sovrano Borbone: attuando una dispersione controllata. Molti di essi sono alla biblioteca nazionale
di Francia o ad Oxford.
Il precursore del movimento migratorio è il papiro noto come ‘charta borgiana’: è un rotolo lungo
3.5 m a cui appartengono circa 22 frammenti a cui l’editore pone attenzione nella localizzazione
all’interno del papiro.
Il nome deriva dal fatto che venne donato a Stefano Borgia, cardinale che viveva a Velletri il quale
aveva fatto un museo - una novità.
Il museo rimase a velletri fino alla sua morte : quando una parte di esso finì ai Musei vaticani
mentre l’altra parte al Museo archeologico di Napoli.
Il papiro ha un contenuto documentario forse per questo è finito al museo più che alla biblioteca.
Entrò a partire dal 1778 nella collezione di Borgia : una figura nota per il collezionismo.
Dispersione: un frammento venne donato ad un diplomatico portoghese al punto che nel 2000 enne
riscoperto a Lisbona da Mikos Litinas.
Il papiro presenta delle colonne regolari, spazio interlineare costante e intercolunnio regolare.
Litinas ha anche accostato il frammento di destra con quello di sinistra di Ercolano.
Nel 1788 venne pubblicato il papiro da un danese Show, amico di Stefano Borgia il quale si dilettò
nella decifrazione della scrittura ( Roma era una tappa importante nei viaggi del periodo del
romanticismo) . A volte è chiamato ‘papiro show’.
Il cardinale Borgia fondò una accademia degli accademici di velletri simile a quella di Ercolano.
Nella I parte dell’edizione di Show si raccontano le circostanze del ritrovamento: un commerciante
lo aveva donato a Stefano Borgia e gli era stato offerto un certo numero di soldi da dei Turchi in
prossimità di Menfi ( Gaza), capitale d’Egitto prima dell’arrivo dei Tolemei.
Il papiro era custodito con altri rotoli in una cassetta di sicomoro- una pietra utilizzata in riti. Il
commerciante ne comprò una mentre il resto venne bruciato. La storia è molto pittoresca e
probabilemnte non veritiera.
l’Egitto era parte dell’impero ottomano e vi rimase fino al 900. L’impero ottomano perdeva parte
dei suoi territori e l’Egitto era affidato a dei Mamelucchi, una elites culturale turca, i quali si
comportavano come i possessori del governo centrale.
C’era un grande interesse nel collezionare oggetti antichi fornendo commercio fra egitto e
occidente.
Show nella prefazione dopo aver raccontato la storia del ritrovamento, passa in rassegna i papiri
come ‘supporto scrittorio’ riportando il celebre passo di Plinio il vecchio dell’Historia Naturalis.
Il papiro contiene un elenco di nomi di persona che si riferiscono ai lavori di manutenzione di argini
e dighe dopo l’inondazione del Nilo, vicino Teptunis da cui provengono ancora molti papiri di
IIIac.- III dc.
Per Show Teptunis sarebbe Gizae. I papiri provenienti dal Delta sono molto pochi: gli unici che si
salvano sono grazie alle condizioni di dianossia (‘mancanza di ossigeno’) in quanto c’è stato un
incendio. Infatti il delta è una zona molto umida.
Il Cairo venne fondato nel VII secolo e non c’è Gizae, nome moderno di Menfi. Sakkara è la
necropoli della tomba da cui arrivano i papiri.
!14
A ovest del Nilo c’è il Fayum. Teptunis è una isola del Fayum , oggi Uhm el Brigat. Il Fayum è
raggiungibile per mezzo di un canale, vicino il quale c’è il canale di Giuseppe ( Bahir Iuseph) che
sfocia nel Fayum.
La ricchezza dell’Egitto dipende dal Nilo e dalla corretta gestione della acque. L’inondazione del
Nilo va da inizio giungo a fine settembre: la quantità di acqua cambiava di anno in anno al punto
che i terreni coltivati l’anno precedente non erano gli stessi nell’anno successivo.
Al lavoro di manutenzione dei canali erano obbligati tutti gli abitanti; c’erano anche i lavori di
catasto dei terreni e il tipo di coltivazione utile ai fini fiscali, motivo per cui erano necessari gli
scribi.
Ogni persona doveva svolgere almeno 5 giorni di lavoro ( liturgia gratuita imposta dallo stato). Si
può notare che ogni persona è indicata con nome, patronimico, o nome della madre e tipo di lavoro.
A loro dopo il servizio venne effettuato un certificato. Il papiro testimonia le persone che hanno
prestato il servizio dei 5 giorni chiamato penthèmeros.
I papiri penthemerso sono documentari e datati . Nella carta borgiana la data è del 193 d.c.: si
comprende come l’amministrazione romana si basasse su politiche amministrative egiziane.
Oggi la diga di Assuan controlla le acque del bacino superiore del Nilo e non si devono più
controllare le esondazioni.
Si possono studiare i nomi egiziani-greci ; si può farne uno studio demografico. Si può notare come
questi siano dei nomi egiziani ma declinati in base al sistema linguistico greco. Gli scriventi che
hanno redatto il documento erano gli stessi che scrivevano anche libri.
Ogni rigo corrisponde al nome/ madre/ padre/ lavoro. Spesso gli schiavi vengono mandati a
lavorare al posto dei ricchi. Il testo è organizzato per sezioni : ci sono l’elenco delle persone che
hanno lavorato da tot a tot e alla fine c’è il totale dei partecipanti alla liturgia.
La prima lettera è di modulo maggiore , inserita in un sistema bilineare e posta in evidenza quindi è
una lettera incipitaria utilizzata per segnare nuove sezioni di testo prolungandosi per 3 righi.
La scrive facendo rientrare l’inizio del rigo successivo ( eistesis) facendo capire che si sta parlando
della stessa persona.
Ci sono dei segni di spunta per spuntare le persone;
- la scrittura è corsiva e inclinata a destra
- Maiuscola non posata
- Il fatto che il documento sia scritto in maniera veloce non è una prova della sua arcaicità
- Riduzione del numero dei tratti delle lettere in funzione di una maggiore velocità
- Si scrive in corsivo perché non si ha la necessità di essere decifrabile mentre scrivo in maniera
posata per non essere frainteso
- L’appunto in margine è in corsiva inclinata
- ] : indica una congettura quindi una lettera integrata
- (os): indicano delle lettere che lo scrivente non ha scritto quindi sono delle abbreviazioni perché
si procede in maniera spedita
- In base alla larghezza della colonna si possono dedurre il numero delle lettere che mancano.
- ]: integrazione inziale
- []: integrazione al centro
- [: integrazione finale
- Il sistema di abbreviazioni si può trovare anche in margine sempre in funzione della velocità di
scrittura.
La paleografia come studio della scrittura greco latina nasce a partire dal Rinascimento osservando
però i diversi tipi di scrittura in ambito dei manoscritti letterari. La scrittura minuscola emerge a
partire dal 8/9 secolo d.c. con i papiri ci si è resi conto che un modo di scrivere k del IX secolo
esisteva già nel II dc.: è stato intercettato come un passaggio dalla maiuscola alla minuscola infatti i
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tre tratti del k si dividono in 1+2 accorpando il III e 2 tratto . Si passa quindi da un sistema bilineare
per la maiuscola a un sistema quadrilinerare con la scrittura minuscola.
La minuscola è stata anche interpretata come un cambiamento nella disposizione degli elementi non
della forma costitutiva delle lettere. Questo sistema grafico sarebbe nato dall’esigenza di distribuire
in maniera limpida le lettere. In un sistema bilineare si tende ad avere disordine mentre c’è più
ordine in quello quadrilineare.
Per fare questa sistemazione era necessario un luogo scrittorio che imponesse questo come norma.
La corsivizzazione è invece una tendenza naturale.
Il passaggio dalla maiuscola alla minuscola avviene a partire dal IV secolo d.c. forse in ambito
cancelleresco o imperiale: questo è stato dedotto dai ritrovamenti papiracei di IV secolo.
n. 8749 : numerazione di identificazione nel Trismegistos
data: 193 d.c , dopo il 17 settembre
Molti papiri vengono pubblicati nel luogo che li accoglie mentre alcuni sono pubblicati ‘fuori
serie’ , non presso le collezioni ma nel Sammelbuch.
- mancano segni paratestuali
- papyri.info : è un sito curato da New York. Il testo è ripreso dall’editio princeps quindi viene
riproposto senza essere soggetto a copyright.
- archive. Org : sito di digitalizzazione nato dall’associazione di Google con numerose biblioteche.
- ed. di default: è l’edizione di riferimento
- Tebtunis è un luogo che venne scavato nel 900 e il clima era fresco per gli europei.
- È il I papiro che ci è arrivato
20.10 ci sono casi di papiri letterari scritti in maniera veloce come nelle note marginali. Ci sono
anche rari casi di papiri letterari scritti in maniera corsiva perché erano ad uso dello scrivente e della
ristretta cerchia dell’elites con cui condivideva gli stessi interessi culturali.
Analisi bibliologica: è l’analisi dell’aspetto esterno del papiro da cui ricavo le circostanze del
ritrovamento e il tipo di scrittura nonché il modo in cui il testo è pervenuto.
La corsivizzazione della scrittura evolve nel tempo per arrivare alla maiuscola. Intorno al IV secolo
d.c. c’è stato uno sforzo di normalizzazione che ha stabilito a quale altezza dovessero essere
collocate le lettere e il loro tratteggio. Il passaggio alla minuscola avvenne intorno al III secolo.
I viaggi erano tappe fondamentali di istruzione e formazione degli intellettuali ; come Show li fece
anche Winckelman.
Provenienza: luogo in cui il papiro è stato ritrovato
Origine: luogo in cui è stato scritto
Una opera di Filodemo che ha una origine diverse è l’opera di Epicuro, de natura. La carta borgina è
stata trovata nel Fayum ( tebtunis) ma proviene da Menfi ( gaza).
Ricomposizione dell’itinerario del papiro e delle sue tappe: se prendo in esame diversi penthemeros
( certificazioni individuali) posso ricostruire l’amministrazione egiziana.
Il luogo del ritrovamento è fondamentale perché è probabile che questo fosse trovato insieme ad
altri -magari parte di un archivio o di una biblioteca- che possono offrire informazioni sulle
esondazioni del Nilo o sulla capacità del popolo di tenere a freno le acque del fiume.
Nel IV secolo si assiste ad un calo demografico e ad una maggiore difficoltà nel domare la acque
del fiume.
Una documentazione non deve essere presa in esame in maniera isolata ma deve essere collegata a
quella di un ufficio come quello dei ‘responsabili delle acque del fiume’ con i penthemeros o un
elenco di coloro che hanno prestato il servizio.
Papyri. Info: è il Duke Database of ancient Book che è gestito a New York mentre Trismegistos è
gestito a Lovanio.
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Z : ‘zeiden’ linea
La datazione 193 è ricostruibile sulla base dell’anno di regno del regnante. I turni di lavori alle
liturgie vanno da febbraio a settembre : scnadendo la produzione agricola dell’egitto.
Da giugno a settembre non era possibile coltivare la terra allagata
Il papiro è mutilo sulla sinistra in quanto mancano i mesi da ottobre-novembre e dicembre- gennaio.
Per gli egiziani l’anno iniziava il 1 settembre - momento in cui inizia il ritirarsi delle acque.
I dati sul papiro sono stati presi da HGV ( Database of Heindenberg) che si sono limitati soltanto ai
metadata.
Presikje ha fatto una edizione di riferimento mentre Show ha fatto l’editio princeps. papyri.info ha
inglobato le informazioni contenute in HGV.
Il numero di inventario ci dice dove si trova il papiro . Il papiro borgiano è custodito a Napoli al
museo archeologico ma un suo frammento è a Lisbona ( ms Azul 1725).
È molto probabile che il manoscritto venne ritrovato a Tebtunis e non a Menfi.: ci sarebbe quindi
coincidenza fra origine e provenienza. I turchi infatti avrebbero detto di averlo trovato a Menfi
inquinato era una zona molto importante da un punto di vista archeologico così che lo avrebbero
venduto ad un prezzo più alto.
DDbDP ( Duke database documentary papyri) : non hanno fatto schede di metadati ma solo
trascrizioni di cui si è avvalso il sistema trismegistos.
Description d’Egtypt sono dei volumi a stampa pubblicati dal 1809-1819 relativi ad una
descrizione dell’egitto fatta da 160 studiosi che si recarono nel paese a seguito di Napoleone.
Era una campagna militare utile a controllare l’egitto per il controllo del Mediterraneo ( 1798) ma a
Napoleone si oppongono gli inglesi, guidati da Orazio Nelson e nel 1801 Napoleone rientra in
Francia facendo la II battaglia per l’Italia.
Gli studiosi francesi in quell’occasione percorsero l’Egitto e diedero informazioni sulla geografia,
dei siti archeologici che si incontravano nei diversi luoghi.L’egitto venne analizzato Sia nella sua
antichità che in senso moderno conducendo analisi botaniche, di animali e di siti archeologici.
Grazie a questa opera monumentale, la Francia ha conservato una grande importanza nelle
conservazione dei beni culturali. Il fondatore del Museo del Cairo è Meillet in cui all’ingresso si
trova la sua tomba.
Durante la spedizione francese si ritrovò anche la stele di Rosetta, una iscrizione trilingue che venne
utilizzata da Champollion per la decifrazione del geroglifico partendo dal nome del faraone.
L’isola di Elefantina è il luogo più a sud governato dai Tolemei ; la descrizione procede da sud
verso nord. Da Elefantina provengono un gruppo di papiri che raggiunsero la Germania ad inizio
800.
l’Egitto rimane per altri 100 anni sotto la dominazione ottomana sotto un delegato influenzato dagli
inglesi interessati al controllo del canale di Suez per garantire una maggiore velocità dei commerci
con l’India. Gli inglesi controllavano l’India e volevano una apertura del canale.
È un papiro di contenuto magico infatti è contenuto in Kyprianos database, che colleziona papiri
magici.
È noto anche come la ‘maledizione di Artemisia’; databile al IV secolo a.c. sulla base di criteri
paleografici : la datazione si ricava per mezzo di tendenze di scrittura presenti in papiri documentari
datati.
È uno dei primi papiri che arrivarono in Europa dopo gli studi sull’Egitto. Venne acquistato
dall’imperatore austriaco.
- danneggiato in basso
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- È un papiro letterario proveniente da Menfi
21.10 la paleografia nasce nel 700 per mezzo di Fucon e Mavillon. La paleografia ha come finalità
la catalogazione e l’uso della scrittura nel tentativo di stabilire la cronologia sulla base della data
recata nel documento come ad esempio in una sottoscrizione per papiri letterari medievali. Nei
documenti è sempre presente la data a causa del loro statuto legale dando così dei dati certi anche
per manoscritti letterari senza datazione ma che presentano lo stesso tipo di scrittura.
È possibile identificare un copista o particolari caratteristiche grafiche come le legature. La
datazione della scrittura su base paleografica deve essere presa con criterio perché da sola non
fornisce una prova in quanto un copista potrebbe arcaicizzare o si utilizza una particolarità grafica
per più secoli.
La provenienza è fondamentale per stabilire la datazione ad esempio prendendo in esame la
datazione degli oggetti archeologici con cui è stato ritrovato il papiro.
I manoscritti su papiro difficilmente riportano delle sottoscrizioni ad eccezione di casi eccezionali.
È datato al IV secolo per delle affinità grafiche con un papiro datato al 411 a.c.
È costituito da un foglio singolo costudito alla ONB. La sua edizione di riferimento è U. Wilcken ,
1927 -uno dei fondatori della papirologia- in Upz ( ‘Urkunder deir Ptolemaizen, ‘documenti di età
Tolemaica’) . Petrettini nel 1826 in ‘papiri greci egizi e altri monumenti’ ha fatto l’editio princeps
magari dando qualche informazione relativa al ritrovamento.
Betz, the Greek papyri magical ha come base 'Pap. Graec. Mag.(2) 2’ 40 (Preisendanz, Karl - 1974).
Wessel P. È stato il curatore del papiro nella biblioteca nazionale di Vienna ( 1914). Nel 1882, f.
Blaass è il primo che reagisce all’opera di Petrettini.
È un papiro in maiuscola con scrittura posata. Bl è una lista delle correzioni perché quando si fa una
edizione di un testo si possono commettere degli errori che devono essere corretti in studi
successivi. Sono un insieme di correzioni apportate ai papiri già editi.
- non è scritto per colonne
- C’è un allineamento regolare sia a sinistra che a destra
- c’è una lettere in esponente
- Ω è aggiunta dal copista perché serviva per esprimere una interiezione
- Va a capo in fine parola in quanto l’allineamento sulla destra è irregolare
- In età tolemaica per i papiri letterari greci o epici si va a capo solo per l’esametro; i papiri di
epoca tolemaica sono scritti in prosa anche per la poesia lirica perché si basavano sulle capacità
interpretative del lettore basata sulla sua capacità di divisione delle parole. Ci sono dei papiri con
note musicali.
- Un esametro era costituito da 17 sillabe , unità di misura di uno stichoi 1 stichoi= 2 righe di
colonna
- Alcune lettere possono essere nel rigo di scrittura superiore perché i greci tendono a sospendere
le lettere
- Le lettere incerte devono essere inserite all’interno dell’apparato paleografico : in cui si offre una
iniziale descrizione della lettere.
- Le lettere hanno forme molto geometriche quindi presuppongono uno stato di scrittura molto
antico databile intorno al IV secolo come nel caso della Π.
- Utilizza una scrittura formale
- Una scrittura posata può essere: 1) di scriventi inesperti ( presentando goffaggini e sproporzione
nel modulo) o di esperti ( come gli scriventi di ercolano). In alcuni casi si poteva essere
alfabetizzati ma non abili nello scrivere. | indica il fine di parola.
- C’è una invocazione verso Serapide , una divinità dell’età di Alessandro Magno che era un punto
di incontro fra una divinità greco-egiziana fra Osiride e Apis -incarnazione animale di Osiride
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sottforma di toro che era venerato presso un tempio a Menfi. Rappresentava una divinità di morte
e rinascita. La divinità presiedeva a attività legate ai culti funerari offrendo una speranza nella
resurrezione dopo la morte.
- Era una divinità preposta alla custodia dei defunti e del suo ritorno al giorno. È una tendenza
greca ad iglobare altri culti provenienti da altre popolazioni ( sincretismo religioso).
- C’è una elisione ( ω δεσποτ᾽ο σεραπι). Serapide è invocato da una signora di nome Artemisia.
26.10 con la spedizione di Napoleone vennero ritrovati numerosi papiri egiziani. Dopo le campagne
napoleoniche Pereti importò in Italia ( in Piemonte) una grande quantità di materiali. Barzoni era la
figura di riferimento del British Museum che procurò numerosi reperti. Si è scatenata una polemica
sul perché egli si sia portato via dei reperti che non gli appartenevano.
‘ Papiri greco egizi’ sono un insieme di papiri contenuti e tradotti oltre quelli di Artemisia. Questi
papiri sono arrivati a Vienna precocemente insieme al papiro di Artemisia, forse acquistati
contemporaneamente.
‘altri greci monumenti’: chi ha davanti un papiro ha bisogno di aiuti per interpretarlo facendo
ricorso a iscrizioni in greco in Egitto su supporti di pietra, coevi e prossimi ai luoghi in cui si è
ritrovato il papiro. Si fa ricorso a fonti letterarie ovvero a testimonianze note provenienti da
manoscritti medievali di autori greco latini ( ad esempio II libro di Erodoto di V secolo) o Plinio che
parla dell’Egitto nel XIII libro parla anche della tecnica di fabbricazione della carta di papiro.
Oppure si può fare uso di altri papiri. L’epigrafia nasce con Ciriaco di Ancona avendo dunque una
lunga tradizione di studi.
I manoscritti medievali sono stati conservati in maniera volontaria all’interno di biblioteche mentre
i papiri sono stati conservati sottoterra e in maniera involontaria magari come libri scartati o
destinati alla distruzione.
Era conservato nell’ ‘imperiale reale museo di corti oggi invece si trova alla biblioteca di Vienna. Il
nome ‘museo’ venne applicato a delle nuove istituzioni nascenti come luoghi di raccolta e di
esibizione di reperti archeologici, documentari o letterari.
‘corcirese’ perché era di Corfù ( corica, isola della Grecia) . È un italiano che vive in una isola greca
influenzata da Venezia.
Petrettini era professore di Padova ( Lombardia e Veneto erano parte dell’impero austroungarico)
pubblicando la sua edizione a Venezia nel 1826.
l’edizione è dedicata a Giovanni Conte Chernin di Chudentz. La famiglia Chernin diede nome al
luogo ( Repubblica Cieca).
-stato dell’arte: quali sono i punti raggiunti ; chi lo ha fatto per primo? Serve per capire che quello
che per qualcuno è una novità potrebbe essere stato già fatto da qualcun altro.
Per prima cosa bisogna dapprima fare una trascrizione del testo : separando le parole, integrando
le abbreviazioni e ponendo spiriti o accenti.
[] integrazioni ma in Petrettini ()
() sono lo scioglimento delle abbreviazioni ; tutti questi segni vengono utilizzati in maniera
differente da Petrettini ma dal 1966 , convegno di Leida si sono stabiliti convenzionalmente
l’utilizzo della []; ().
Poi bisogna ridurre in carattere di uso in minuscolo : carattere che verrà utilizzata fino alla
stampa. Aldo manuzio rivolgendosi al cognato Masuro gli chiese di preparare i caratteri a stampa
dell’alfabeto greco sulla base dei caratteri usati al suo tempo . La maiuscola era utile solo per i
caratteri incipitari.
Quando faccio la trascrizione in minuscolo perdo molto dell’aspetto originario maiuscolo
dell’originale. La trascrizione in maiuscolo salva l’aspetto dell’originale.
3) traduzione: alcuni errori di interpretazione possono avere influssi sulla traduzione del testo.
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Serapide era venerato insieme a Iside ( la moglie) e il figlio Arpocrazione costituendo una triade
divina. Artemisia è colei che maledice il padre di sua figlia invece Petrettini pensa che questo sia il
padre di Artemisia. Il padre della figlia di Artemisia ha privato la figlia della sepoltura che lei
voleva tributargli : è probabile che il dissidio fra moglie e marito fosse nato sulle modalità di
sepoltura della figlia.
Le fasi di lavoro su papiro sono: 1) decifrazione; 2) traduzione; 3) interpretazione.
Artemisia voleva che la figlia venisse mummificata mente il marito voleva che venisse seppellita
quindi con l’inumazione o incenerimento. Questo papiro è in una posizione intermedia infatti non è
proprio un testo documentario poiché non è un semplice contratto di matrimonio ma nemmeno un
testo dotato di letterarietà.
È un papiro magico perché ci si aspetta che abbia un effetto sul marito ma è un papiro para
letterario in quanto è un testo intermedio che ha un potere incantatori affine ad un testo letterario.
Winkel lo considerò come un documento per studiare le credenze religiose del tempo.
Petrettini non segnala l’incertezza della decifrazione infatti fino a 30 anni fa non si accompagnava
la trascrizione con le immagini privando del senso dell’incertezza testuale.
- i è una lettera goffa (è necessario confrontare questa scrittura con quella di altri papiri)
- < ; σ realizzata come due tratti obliqui che si incontrano al centro.
- Scrive Artemisia o una persona alfabetizzata che scrive per lei ? Winkel data questo papiro al IV
secolo confrontandolo con un papiro analogo proveniente da Elefantina ( così chiamata dalla
forma di alcune rocce che scendono nel Nilo) ; è un contratto di convivenza oggi a Berlino ( P.
Berol 13500).
27.10 nel papiro di Elefantina G. L’edizione di Rubenson, 1907 coincide sia con l’edizione di
default che con l’edizio princeps. Il papiro di Artemisia raggiunse l’europa subito dopo le campagne
di Napoleone. La maledizione non porta data perché deve essere eterna. Come datare un papiro
senza data?
1) su base paleografica
2) Su base archeologica in riferimento agli oggetti del corredo con cui questo venne trovato
Il papiro di artemisia presenta un tipo di scrittura di tipo epigrafico perché la forma delle lettere è
simile a quella delle epigrafi. Si scrive prendendo come base un modello epigrafico ideale la cui
forma è più duttile se vengono scritte su un materiale rigido mentre rallenta con un materiale
flessibile ( come un calamo o un pennello, strumento scrittorio utilizzato dagli scribi egiziani).
L’uso del pennello implica un tratteggio sottile.
Questo è un esempio di una realizzazione corsiva di una scrittura epigrafica perché si vuole
essere compresi ma c’è velocità.
Rubenson fu l’archeologo che ha trovato il papiro e ha condotto gli scavi trovando ben 5 papiri
dentro una anfora di coccio. I papiri potevano essere conservati in casse o in contenitori di
terracotta. Il tappo del vaso era ricoperto da un altro papiro il cui fine era quello di proteggere gli
altri papiri in esso contenuti. Di questo papiro non si è fatta una nuova edizione; gli archivi devono
essere catalogati in base all’archivio di provenienza.è molto importante conoscere gl archivi perché
spesso anche i papiri di uno stesso archivio, vennero esportati in collezioni differenti.
Archives: insieme di archivi
People: persone
Collections: basato sulle moderne collezioni
Authors: insieme di papiri editi da uno studioso
Time: ricerca sulla base di criteri cronologici
Data: 17 luglio- 15 agosto 310
È scritto sul recto : in papirologia ‘recto’ è il lato in cui la scrittura corre parallela rispetto alle fibre
del papiro. Recto è il lato interno del rotolo - lato più protetto- e lo scrivente era attendo che le fibre
corressero in maniera parallela.
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C’è un sigillo perché il contratto era scritta in duplice copia. Sullo stesso foglio lo scrivente copiò il
contratto e il suo sigillo. Egli ripiegò su se stesso un foglio con un sigillo: il foglio non poteva
essere visto senza rompere i sigilli.
I sigilli sono di terracotta : 6 sigilli di 6 testimoni ἔπτα µάρτυρους ognuno dei quali ha un sigillo
con un amorino o Artemide.
Nel 1906 fu effettuato lo scavo da Rubenson; oggi è conservato in una cassetta . Il testo è scritto sul
lato interno del foglio ma lo scrivente non ha fatto correre la scrittura parallelamente alle fibre ma
perpendicolarmente ( traversa charta).
Nel caso dei rotoli librari si prestava grande attenzione a scrivere parallelamente alle fibre. Oggi si
indica > una scrittura che corre parallela alle fibre mentre con una freccia in basso una scrittura che
corre perpendicolare. Ombitas è il nome del distretto di Elefantuna in quanto l’Egitto venne
organizzato in 40 nomoi.
L’osservazione dei tagli del papiro indica cosa è successo.
Il regnante è Alessandro, figlio di Alessandro Magno. La scrittura è compressa di lato con slancio
verticale.
Nel 310 Tolomeo non è ancora regnante di Egitto mentre era satrapo. Alessandro era il figlio di
Alessandro e Roxane ma a 16 anni venne ucciso da un diadoco. Sono 4 anni che Tolomeo è
regnante come satrapo.
In Egitto c’è lo scepiemento del -σ invece di ττ. Nell’edizione si deve riportare il testo così come è
scritto e poi eventuali note le metto in apparato.
-il documento precisa la data che il marito da alla moglie
- una T rovesciata a sinistra indica le dracme ; 1 con 3 linette sotto indica 1000
- Μάρτυρες : uno di essi viene da Gela ( Sicilia) ; anche Teocrito era un siciliano di III a.c. che
visse ad Alessandria ( esisteva un collegamento fra Sicilia- Egitto). Altri tre testimoni sono di
Temno (isola greca) : si verifica una immigrazione in egitto in quanto la Grecia aveva poche
risorse ; un altro testimone proviene da Cirene ( lidia), vicino egitto. Callimaco era di cirene ed
infine un testimone viene da Cos.
- La lingua del papiro può riflettere dei diversi dialetti perché è un greco condiviso da parlanti di
zone diverse.
- Ω triangolare analoga a quella di Artemisia
- Questo è uno scrivente veloce mentre quello del papiro di Artemisia è fatto da uno scrivente
più lento.
28.10 Σ di stile epigrafico per questo molto spigolosa in quanto bisognava incide la pietra ma la
spigolosi è inutile su un supporto duttile.
Σ > C ( corsivo e veloce) σ nel papiro di Artemisia si ha < . Uno scrivete può utilizzare un modo
idiosincratico (personale e particolare) di realizzare una lettera ma in alcuni casi può anche evitare
di normalizzare questa novità. Tuttavia delle particolari norme grafiche mi permettono di
individuare con sicurezza un particolare scrivente. Un tratteggio di una lettera di forma antica può
essere un solo caso di arcaismo senza determinare l’arcaicità del papiro. I greci prediligono
!23
utilizzare il primo rigo di scrittura e le lettere tonde tendono a non appoggiarvisi ma a levitare come
εθος.
In seguito si passerà da un sistema bilineare a quadrilineare. Nel corso del tempo inizia a nascere
una tendenza a scendere sotto il rigo. Spesso la velocità esecutiva tende a violare il sistema bilineare
così che nel IV secolo si definisce uno schema quadrilineare che non viola il sistema.
Tutte le lettere dell’alfabeto greco si ridispongono e si usa un sistema quadrilineare perché prima
c’era un gran groviglio a causa delle diversi mani idiosincratiche che generano varietà di forme.
Varietà della norma > tipizzazione > canonizzazione della norma.
La α è presente solo a partire dal XV secolo d.c. nei manoscritti a stampa ; era la lettera che
utilizzerà Musuro per Manuzio.
La C evolve in σ e ς. Le dimensioni delle lettere dipendono dallo scrivente e del modulo in cui
vuole realizzarle : una maiuscola può essere scritta in modulo piccolo così come una minuscola può
essere realizzata di modulo grande.
Le mani possono essere: esperte / inesperte ; posata / corsiva ; maiuscola / minuscola ; calligrafica /
usuale ; mano elegante / efficente.
Il X secolo d.c. produce una elegante minuscola proveniente da Bisanzio - un periodo di
Umanesimo Bizantino in cui ci fu una rinascita culturale sotto la famiglia dei Paleologi come in
msc. Parig.grec.1807 che presenta delle tracce di umidità; sono un gruppo di manoscritti della
collezione filosofica in minuscola contenenti dei commenti a Platone ( V - VI secolo) dandoci l’idea
che nella Bisanzio del X secolo ci sono state delle riprese degli studi platonici.
Ekthesis: rientro
È un manoscritto su coll. in corsiva calligrafica con annotazioni marginali provenienti dal scholia
con note di un leggente che utilizza una scrittura usuale per le note marginali.
Matura una minuscola bizantina dall’evoluzione delle minuscole precedenti e osservabili su papiri
documentari.
A partire da questo periodo la competenza del greco antico diventa difficile quindi si iniziano ad
utilizzare spiriti e accenti.
Si noti lo specchio di rigatura che non si può fare su papiro sul quale al massimo ci sono dei punti
che indicano gli estremi delle colonne o i loro margini. La legge di Mass serve per limitare lo
slittamento verso destra.
P.Berol.13270:
Datazione: prima metà III secolo aC : 299 aC - 250 in E. Crisci, Scrittura e civiltà 23 (1999), p. 59
Provenienza: Elefantina (Geziret Assuan) - Egitto
Lingua/scrittura: greco (paleografia: scrittura della riga superiore)
Materiale: papiro
Modulo libro: foglio?
Contenuto (beta!): testo letterario: due scolia e un'elegia (antologia)
Cultura e genere: letteratura — antologia, poesia, lirica
Retto/verso: Ro
Nota: riutilizzato come carta da imballaggio per documenti; trovato con documenti P. Eleph.
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Ortografia: 2 mani (?): righe 1 e 5–16 dalla prima mano, righe 2–5 e 17–21 dalla seconda mano
(?); 3 righe di annotazione nel margine sinistro, circa all'altezza delle righe 8–10, scritte dalla prima
mano (?); Paragrafo tra i versi 11 e 12 (separa la prima parte con i poemi lirici dall'elegia); Righe
12-21 (elegia) in eisthesis (rientrato) e scritte con separazione dei versi.
Contenuto:
copia privata (?) di un simposio ὑπόµνηµα (memorandum) o libro di canzoni.
Righe 1-11: due o tre Scolia (brindisi cantati dai partecipanti a un simposio) o preamboli di poesie,
scritte senza separare i versi.
Righe 12-21: Elegia, che doveva essere cantata all'inizio del simposio, con versi separati.
I 3 versi a sinistra sono stati interpretati come titolo degli Scolia o come commento a un brano del
poema.
Archivio dei papiri di Elefantina
-è il coperchio utilizzato per chiudere l’anfora con il contratto di matrimonio. Si noti la legge di
Maas.
C’è un paragrafos per indicare l’inizio di un nuovo testo con eiktesis , ovvero rientro a destra.
È probabile che questi siano 3 diversi testi o 3 sezioni di uno stesso testo : in margine ci sono i titoli
di componimenti poetici brevi ma scritti in righi lunghi di scrittura; i tre diversi componimenti
sono :
1) Musai riferito al primo componimento rg. 1-3
2) Euforai riferito al II componimento
3) Mnemosyne riferito al III componimento
Si può supporre che fosse un rotolo contenente una antologia di canti; per essere utilizzato come
coperchio è probabile che non gli veniva attribuito molto valore forse perché il rotolo era guasto e
se ne era fatta una nuova copia.
Al III componimento non si può applicare la legge di Maas in quanto il rientro è costante. Essendo
associato a contratti del 310 a.c. probabilmente era stato scritto nel IV secolo per cui coesistettero
diversi stili di scrittura diversi. Questa scrittura tiene presente la scrittura cancelleresca di cui si
conosce:
1) cancelleresca usuale : scrittura ufficiale di cancelleria per documenti
2) Cancelleresca formale
Esistono numerosi documenti di cancelleria del regno di Tolomeo Filadelfo II , figlio di Tolomeo I
Soter. Il ministro delle finanze di Tolemeo II era Apollonio , proveniente dalla Camno in caria
odierna Turchia che forniva mercenari all’Egitto.
Apollonio ottenne una vasta regione agricola nel Fayum la cui bonifica venne effettuata da zenone.
L’archivio di Zenone venne riscoperto nel 900 in Fayum insieme a numerose lettere provenienti da
Alessandria in cancelleresca molto formale.
Era una scrittura di compromesso fra epigrafica e scrittura cancelleresca infatti le lettere sono
stirate in orizzontale come la cancelleresca.
La mano guarda a due modelli: 1) epigrafico e l’altro cancelleresco ( vd. Quaderno forma lettere)
- ha una scrittura maiuscola
- Il testo è poetico ma non dotato di grande letterarietà in quanto sono delle canzoncine
- C’è una riduzione del modulo mano a mano che ci si sposta verso destra forse perché:
1) vuole fare entrare un blocco di testo in uno spazio limitato
2) Non ha altra carta
3) Interpretazione metrico ritmica differente dai vv. Precedenti
Nel 1886 al Cairo in egitto venne scoperto l’archivio di Zenone di cui oggi una parte è a Firenze.
!25
Νεκρόταφοι una categoria sociale molto rispettata di cui si è trovato un archivio ( ‘sono coloro che
seppelliscono i morti’).
-archivio di Tolemo chiamato dei katochoi del Serapeo ovvero dei ‘rifugiato presso il Serapeo’. È
un archivio di alcuni componenti greci che hanno trovato rifugio nel Serapeo; sono dei perseguitati
politici.
03. 11
• Scrittura librarie : adatta all’uso librario la cui evoluzione è più lenta in quanto è una scrittura
molto più stabile poiché ci sono meno scriventi e limitata ad una categoria sociale ristretta
( alfabetizzati di livello elevato) e con obiettivi limitati con un testo ben leggibile e utile alla
riflessione.
• Scritture documentarie : con evoluzione molto veloce in quanto la tensione alla velocizzazione
comporta : 1) varietà di circostanze ; 2) varietà di scriventi; 3) non si rispettano le norme grafiche
Se c’è cambiamento nella scrittura libraria questo avviene per interferenza della scrittura
documentaria in quanto chi sa scrivere testi letterari sa fare anche documenti provocando delle
interferenze.
Nella trascrizione di un libro è necessario essere attenti alle norme tradizionali mentre nella
documentazione il tratteggio viene organizzato in funzione della velocità di scrittura.
La scrittura libraria cambia più lentamente rispetto alla documentazione che invece cambia
continuamente ( scrittura usuale).
Se c’è una variazione libraria bisogna trovarle in quella documentaria e coeva. Nel XI secolo d. C
considerando oramai l’incapacità di scrivere in un sistema bilineare si decide di rinormalizzare la
libraria imponendo nuove norme tradizionali la quale adotta la forma cancelleresca per le scritture
librarie.
IV-IX secolo ci sono interferenze delle scritture documentarie nella libraria
IX: rinascita dell’umanesimo bizantino in cui si ideò una riforma grafica in centri autorevoli
imponendo un sistema quadrilineare.
Le lettere erano a metà fra scritture documentarie e librarie perché erano scritte in maniera veloce
ma posata.
2 archivi a Menfi:
Scoperte all’inizio dell’800 e difficilmente collocabili in un sito. Menfi aveva una enorme necropoli
, quella di Saqquara molto stratificata nel tempo. Esistevano anche delle necropoli per animali come
quella per il bue Apis o per Ibis l’uccello o gatti. Spesso si mummificavano gli animali che erano
considerati significativi e sacri. Con il passare del tempo si assiste ad una estensione della
mummificazione degli animali a causa della democratizzazione della vita nell’aldilà per cui si ha:
-aumento delle mummie umane
-aumento di mummie animali
Coloro che gestivano la mummificazione erano dei sacerdoti che prima dei Tolemai avevano anche
altre fonti di reddito poiché ogni tempio possedeva degli appezzamenti di terra da cui possono
trarne dei benefici . I sovrani macedoni si impossessano di terreni redistribuendolo ai loro veterani.
La classe dei sacerdoti si specializzò in alcuni servizi come la mummificazione.
In età greco romana la classe sacerdotale perse i terreni ma acquisirono nuovi servizi come quelli di
pompe funebri. Esisteva un tempio dell’Anubieion in onore di Anubi ( dio sciacallo) la cui
maschera era indossata dal sacerdote all’inizio della mummificazione.
!26
L’anubieion era collagato ad un dromos al tempio di Oserapide, divinità garante del ritorno al
giorno. Da alcuni templi si sono trovati degli archivi. Menfi era la capitale del Basso Egitto fino
all’arrivo di Alessandro magno.
I templi spesso erano anche dei luoghi di accoglienza dei fedeli e di residenza per i sacerdoti
svolgendo anche parti sulle questioni della necropoli.
Strabone è un geografo e uno storico di I d.c. la Geografia è collegata all’operazione di realizzare
una carta geografica promossa da Agrippa, collaboratore di Augusto rifacendosi ai geografi greci
che lo hanno preceduto come Erodoto ed eratostene ( III a.c). Strabone percorse tutto il
Mediterraneo per una carta aggiornata e il XVIII libro è dedicato all’egitto. Egli crea una opera
simile ad una guida in cui al I 13 si descrive anche Menfi.
Sevant percorrendo l’Egitto al seguito di napoleone segue le testimonianza lasciate da Strabone
arrivando a produrre la Description de l’Egypt. Dopo ci sarà la ritirata dei francesi dal paese e nel
1820 la restaurazione ma questa opera sarà fondamentale per la seconda ondata di visitatori fra cui
Mariette, fondatore del Museo del Cairo. Mariette esplorò il sito producendo un paio di carte in cui
individuò l’Anubieion e il Serapeion ( 1830).
Il punto di arrivo sono i consoli , dei rappresentanti in egitto delle potenze occidentali fra cui si
ricordino:
- Provetti rappresentante della Francia
- Salt rappresentante dell’Inghilterra
- Anastasi rappresentante dell’Olanda
I consoli non facevano delle ricerche archeologiche ma erano dei collezionisti che spesso
vendevano i pezzi alle collezioni; una stessa figura può vendere alle diverse potenze. Solo in seguito
ci si rese conto della dispersione dei materiali archeologici. La ricomposizione di questi archivi è un
fenomeno recentissimo.
Un primo tentativo di ricomporre un archivio risale a Bilcken ‘documenti di età Tolemaica’ che
riesce a mettere insieme documenti sparsi fra i vari paesi e provenienti da un unico archivio.
1927 Urkunden der Ptolemaer zeit’ ancora oggi non si sa con precisione il punto preciso in cui
questi documenti vennero ritrovati e se provenienti da cartonnage di mummie.
I papiri potevano essere scoperti in:
1) edifici in rovina
2) Spesso insieme ad altri rotoli e difficilmente in condizioni isolate
3) Cartonnage ( cartapesta) utilizzata come contenitore di una mummia costituendo il sarcofago
più interno.
Era un materiale molto economico utilizzata riciclando dei papiri che venivano scartati sia
documentari che librari. Il cartonage inizia in età tolemaica. I sarcofagi così prodotti erano costituiti
da cartonage a cui era applicato del gesso e della decorazione. In molte necropoli sono state trovati
sarcofagi con cartonnage di papiri di cui un esempio illustre è il cartonnage di Menandro.
Il cartonnage veniva immerso in acque e aceto e alla fine si staccava ( oggi non si fa così perché si
rovina il papiro). È un modo di lavorare distruttivo perché si distrugge la componente iconografica.
Si inizia a lavorare sopra a questo archivio nel 1927 ma nel 1929 con la II guerra mondiale se ne
perde memoria. La consapevolezza dell’appartenenza ad un archivio si è avuta solo nel 1980. Gli
archivi potevano contenere documenti greci e demotici.
P.Dem.Menphis 7:
Data: BC 78 22 maggio
Provenienza: Menfi - Egitto
Lingua/scrittura: Demotico
!27
Materiale: papiro
Contenuto (beta!): cessione del contratto (diritti funerari)
Recto/Verso: Ro/Vo testimoni.
Archivio di Chonouphis
P.DEM.MENPHIS 7 AB ( Martin, Cary J. - 2009) default
04.11
Le pompe funebri erano una classe importante dell’amministrazione economica egiziana ed era una
casta chiusa. Questi dell’archivio sono dei papiri documentari di contratti prevalentemente in
demotico che inizia ad essere utilizzato a partire dal VI secolo con Amasis che entrò in contatto con
il mondo greco per i soldati greci ed ebrei che arruolò contro Meroe ( Libia). Amasis non è attivo in
un solo settore e il mondo culturale egiziano si apre all’adozione di un sistema semplificato di segni
per testi documentari e lettera in lingua egiziana. Il VI secolo è un momento molto vivace in cui si
impone mercenari e ci sono scambi commerciali e la lotta contro la Libia.
Il fratello di Saffo Kerapsos si è perduto con una prostituta egiziana Rodopi. I componimenti suoi
sono frammentari e probabilmente criticano i commerci.
l’Egitto del VI secolo si conosce con le documentazione in demotico che viene studiato negli ultimi
decenni mentre prima ci si limitava allo studio del greco.
I documenti di Chernufis sono in demotico ( che nasce nel VI secolo) . In questo periodo venne
fondata la colonia di Naucrati città emporio per esportare beni in Egitto al mediterraneo inoltre a
Menfi ci sono gli ellenomenfiti.
I documenti sono del II a.c. ma si può risalire all’indietro di un paio di anni in base a quanto scritto
all’interno di un atto di vendita in cui si dice il nuovo proprietario e ci si riporta la data.
Si può dunque risalire all’indietro di 11 generazioni calcolando 3 generazioni a secolo.
!28
L’archivio venne disperso in 37 testi di cui 12 a Leida; 8 a Parigi; 6 Londra > chi ha trovato i papiri
li ha venduti a più persone oppure sono stati acquistati da uno che li ha poi rivenduti.
Questi provenivano da una unica anfora.
TM 46300:
Oggi custodito a Louvre; ci sono un vecchio numero di inventario E 3267 e il nuovo N.2407.
Il rotolo è molto lungo presentando una scrittura demotica molto posata. Si inizia a leggere da
destra verso sinistra e dalla fine del rotolo. È molto ordinato.
Il testo è scritto per ampie porzioni con allineamento regolare e con ampio intercolumnio per
dividere le sezioni precedenti con quelle successive e si procede con regolarità ( formale).
Il documento è relativo a passaggi di proprietà e di assegnazione di dote ad una figlia dello stesso
ceto. È una proprietà immobiliare o una porzione di laboratorio o una cappella in quanto le famiglie
dei cadaveri pagavano per accendere lumini o versare libagioni.
Sono delle comunità che per lingua e mestiere sono egizie ma che devono confrontarsi con una
amministrazione greca. Spesso si era soliti ricorrere al sistema giuridico greco di conseguenza
un documento giuridico in demotico doveva essere riportato anche in greco, spesso un
documento più sintetico in cui si riportavano le date e le parti coinvolte.
Usualmente si è edito il documento in greco e non quello in demotico avendo una situazione falsata.
TM 45942
Data: a C 132 Nov 9
data del contratto; data di P. Dem. Memphis
data di registrazione: 132 Nov 9
Provenienza: Menfi - Egitto
Lingua/scrittura: demotico / greco
Contratto demotico con targa greca
Materiale: papiro
Contenuto : contratto di locazione (diritti funerari) (a) + registrazione (b) + ricevuta di pagamento
(locazione) (c)
Retto/verso: Ro
Nota: con timbro rosso
P. dem. Memphis 5 AB ( Martin, Cary J. - 2009) [default]
·Kadmos 30 (1991), pag. 173-174 descr. ( Martin, Cary J. - 1991)
· Reveu egyptologie 14 (1914), pag. 59-63 ( Revillout, Eugène - 1914; solo l. 15-fine; solo il resto
descritto)
!29
Collezioni
→ Londra, British Museum EA 10384 ( oggi) > Luogo sconosciuto, Collezione privata
Malcolm numero sconosciuto (precedentemente )
Archivio > chonouphis
È un contratto di vendita dei diritti funebri in cui ci si faceva carico della gestione di diverse
tombe.c’è una registrazione in greco e una ricevuta di pagamento.
Nel margine inferiore c’è la sintesi in greco del contenuto del documento in cui si esplicita la data in
cui il documento fu lasciato nell’archivio, che poteva essere portato come prova legale.
La parte in demotico è minuziosamente attenta ai passaggi di proprietà : una peculiarità della
cultura egiziana come anche la forte attenzione ai dettagli iconografici.
TM 5767
Si riporta la data di deposito presso l’archivio greco competente; una copia viene depositata
all’archivio greco mentre l’altra copia rimane alla famiglia di Chonuphis. Non è all’archivio greco
perché altrimenti sarebbe pervenuto con altri documenti relativi ad altre persone.
Si indica il mese di Mesoré ( mese egiziano ) nel calendario egiziano ci sono 365 gg. + 5 giorni
epagomeni ovvero aggiunti ogni 4 anni.
È da apollonio presso eracleide, responsabile dell’uffico.
TM 3501
Data: aC 98 Nov 5
Provenance: Memphis - Egypt
Language/script: Greek
Material: papyrus
Small fragment preserved
!30
Content : Lettera ufficiale
Recto/Verso: Ro
Publications
UPZ 1 109 (Wilcken, Ulrich - 1927) [default] ; ·Witkowski, Epistulae 62 (Witkowski, Stanislaus -
1911) ; ·P. gr. 1 no. K (Leemans, Conrad - 1843)
Collections
→ Leiden, National Museum of Antiquities ( 402, numero di inventario)
·Leiden, National Museum of Antiquities P. Anastasi 7 (previous)
Archive
Chonouphis
L’archivio di Chonouphis ha documenti scritti anche solo in greco quindi lui probabilmente era
bilingue.
Il figlio Petesis fa un documento copia di Chonuphis , capo della sepoltura di Oserapis. Petesis
scrive a suo’ fratello’ > un suo amico solidale chiamato Assion. Egli si lamenta del fatto che la sua
proprietà subisce attacchi da varie persone chiedendo una tavola imbiancata che attesti la sua
proprietà.
Egli sottolinea di essersi già rivolto a un responsabile in Alessandria permettondomi di avere una
idea dei rapporti fra alessandria e la nuova capitale. Petesis cerca di investire autorità di livello
diverso anche il re quindi è probabile che egli fosse una persona ragguardevole.inoltre ci rendiamo
conto che Petesis è in grado di comunicare agevolmente in lingua greca.
TM 3500
Collections
→ Leiden, National Museum of Antiquities 7 A
Archivo : chonuophis
Aristone, stratego del distretto ellenomenfita ha attaccato le sue proprietà ma Chonouphis si oppone
e si rivolge a personaggi importanti dell’amministrazione greca. Chenuphis si rivolge al sovrano di
Alessandria,
Διοκετης è colui che governa le finanze in Egitto
Στρατεγόι coloro che governano le province
È un archivio bilingue : il bilinguismo nasce dal fatto che si è capaci di rivolgersi nella lingua utile
al dialogo.
- è indirizzata al re Tolomeo Filometor
!31
- Sono due documenti in 1 : la petizione è un allegato ad una in cui Timonico da notizia di come si
sta sviluppando la vicenda ad un supervisore del tempio di Anubi a Menfi.
TM 119 Archivio
Katochoi del Serapion : un archivio proveniente dal Serapeion. In totale sono 130 testi di cui 60 a
Louvre e 30 alla British Museum ; altri in Vaticana.
È un archivio bilingue di alcuni rifugiati presso il Tempio di Serapide da cui non possono uscire ma
intrattengono rapporti con la famiglia nel distretto Eracleopolite.
Tolomeo figlio di Glaukias -assegnatario di terre in quanto militare o erede di soldati- insieme al
fratello Apollonio insieme a due sorelle Tauos e Taues.
Ci sono testi disparati come petizioni, lettere, conti, testi sull’interpretazione dei sogni.
Sono dei papiri che arrivano in Europa introno al II IV del 800 con la speranza di rinvenire testi
biblici di I d.c. quindi testimoni vicino all’origine del cristiianesimo.
TM 59770:
Papiro astronomico di Eudosso ; è un papiro greco con illustrazioni che spiegano quello che il
trattato dice . Nel verso ci sono 4 documenti + 1 appunto di Tolomeo figlio di Glaucia.
08.11
Il papiro contiene una opera letteraria dell’astrologo Eudosso ( Ars Astronomica) , parte
dell’archivio dei Katochoi del Serapeion di Menfi. I katochoi sono i ‘rifugiati’ (κατοιχοι da κατα e
οχος : variazione apofonica della radice del verbo εχω ‘avere’, è ‘posseduto’ ovvero ‘trattenuto’ ).
Erano delle persone che sono state ospitate in una struttura templare di Menfi. Il termine katochoi
può indicare posseduto o trattenuto preso la divinità che gli offre rifugio simile alla clausura.
I documenti del loro archivio ci consentono di farsi una idea del motivo per cui loro sono presso il
Serapeo di Menfi: la ragione ha a che vedere con i moti turbolenti in cui loro sono vissuti.
I documenti che parlano di loro sono spesso datati in quanto sono papiri documentari . L’archivio
dei katochoi comprende oltre a documenti anche testi letterari in demotico ( sistema di scrittura in
uso dal VI secolo per testi di uso corrente ) o in greco.
Fra i papiri letterari c’è la arte astronomica di Eudosso.
Trismegistos > archivi > katochoi > 130 testi
Se scrivevo invece il ‘libro dei morti’: lì non avrei utilizzato la scrittura demotica ma i segni
geroglifici tradizionali per quel determinato tipo di testo. La lingua è la stessa ma cambia soltanto il
tipo di scrittura. Il sistema di segni geroglifico è destinato a testi letterari mentre il sistema di segni
ieratici, usati per documenti e letterari ufficiali ,prodotto dalla semplificazione corsiva dei
geroglifici.
Il sistema di segni in demotico invece è di uso quotidiano e di testi non molto prestigiosi.
Il papiro in questione si trova a Louvre ( Parigi ): costituito da due pezzi con due diversi n. Di
inventario (2329; 2388).
DCLP : è una sezione recente dei papiri letterari in papiri.info
MP3 (Mertens-Pack 3 ) : mi dà una scheda riassuntiva. P. Paris 1 , è un primo papiro pubblicato. Mi
da il titolo dell’opera; l’editio princeps; questo sito ha una bibliografia più aggiornata perché ha
meno testi rispetto a quelli presenti in TM.
Mi rimanda alla foto. Pack era uno studioso americano che pubblicò un censimento (1965) di tutti i
papiri letterari greci e latini. Al suo aggiornamento fu fatto da Mertens, a Liegi. Lo studio di questo
professore era pieno di schedari relativi a tutti i papiri letterari mano a mano pubblicati.
!32
Il formato digitale rispecchia la scheda di Mertens. Per ogni papiro letterario si aveva una scheda
con n. Di inventario e di edizione; una scheda con le pubblicazione ognuna delle quali avevano un
determinato colore per distinguerle fra quelle di default, o pubbl. in cui si parla solo di questo
papiro. (AGGIORNAMENTO BIBLIOGRAFICO).
Mertens inoltre chiedeva ad ogni collezione una foto del papiro di interesse.
- è una porzione del papiro
- L’immagine è capovolta sul sito di Louvre
- Il papiro è lungo 1,20 m e 20 cm. Di altezza
- 13 colonne totali con illustrazioni
- La parte che ci interessa è dopo la fine dell’ultima colonna : con l’ultimo disegno e il titolo in cui
cambia il modulo delle lettere, ci sono rg. In cui i caratteri delle lettere sono maggiori e altre
minori.
Le righe scritte in caratteri maggiori sono della stessa mano di colui che ha trascritto il rotolo.
Si riporta il titolo (rg. 4) poi si è lascito uno spazio e una altra mano ha scritto una altra cosa.
Legatura fra s+ i : si scrive prima la parte inferiore del s poi la parte di i (βάσιλευσιν, per i re). È
una dedica dell’opera ai re, un sovrano e la sua consorte.
Βάσιλευσιν
O (lettera rotonda sospesa in alto, incerta) Υ Ρ Α (appuntito) Ν ( con secondo tratto allungato che
va verso l’altro e si incurva con funzione decorativa e per velocità) Ι O ( lettera spigolosa perché è
scritta con una cannuccia appuntita che difficilmente riesce a realizzare un tondo) Σ
ΔΙΔΑΣΚΑΛΕΑ invece doveva essere dιδασκαλεια quindi ‘ai due sovrani, un insegnamento
celeste’.
Λ ( in ektesis, spostata verso sinistra per dare evidenza alla riga) Ε Π Τ ( con tratto ornamentale) Ι Ν
( lettura incerta perché l’inchiostro si è sbiadito, modo tipo della scrittura di cancelleria) Ο Υ
ΓΕ ; si è staccato uno strato di fibre γε[γραφότος] ( genitivo assoluto al perfetto ‘avendolo scritto
Leptine’ quindi sarebbe una sottoscrizione). È il nome di colui che ha ricopiato il testo
I papiri avevano due titoli: uno iniziale e uno finale. Nel nostro caso si ha sia il titolo iniziale con il
nome dell’autore, sia il titolo finale con il titolo dell’opera e del trascrittore.
Una altra mano ci ha infilato delle ulteriori parole: è una mano abile che scrive con una penna
sottile.
Σαραπιοσ Χρησµοι ‘oracoli’/ predizioni. Il testo trascritto in precedenza è utile alla divinazione,
attività presieduta sia da Serapide ( divinità egizia che parte da Osiris- Apis) che da Hermes ( dio
greco assimilato a Thot , dio della scrittura e della memoria).
Η>η
Ερµου χρεσµοι
Il testo scientifico di astronomia viene rifunzionalizzato a fini di astrologia, ovvero per elaborare
oracoli sulla base del percorso degli astri.
Se su un libro manoscritto pongo una dedica ai sovrani , è una opera unica: forse era una opera
proveniente da Alessandria - sede dei sovrani di egitto e poi arrivata a Menfi?
10.11
È un rotolo librario sul cui rovescio sono scritti una serie di documenti che permettono di datare il
papiro. In un rotolo può essere scritto su un lato, un libro ( spesso il recto) mentre sull’altro lato ci
!33
sono i documenti (in quanto sono spesso datati) fornendoci un terminus ante quem, ovvero un
termine di datazione anteriore a quella data.
Ci sono anche casi inversi, ad esempio per papiri di epoca romana provenienti da Ossirinco: ci sono
sia testi letterari riutilizzati a fini documentari, sia testi documentari riusati a fini letterari fornendoci
un terminus post quem, data dopo il quale fu scritto il testo letterario.
Quindi la parte di rotolo utilizzata per prima sarebbe dovuto essere quella interna in cui la scrittura
correva parallela alle fibre del papiro; esso è il cosiddetto recto.
Tale termine è desunto dalla paleografia dove si indicano: recto (indica la pagina di fronte) e folio
verso (retro del recto) . La stessa cosa può avvenire se invece di un rotolo, ho un codice papiraceo le
cui prime attestazioni risalgono a dopo il II d.C.
A seguito di queste motivazioni la pagina scritta prima ( e spesso contenente testi letterari) è
solitamente quella del recto.
Il formato del codex prevarrà sul rotolo. Ancora oggi è il formato dei nostri libri. Oggi stiamo
nell’era digitale e il libri stanno divenendo da libri in formato cartaceo a libri nel formato digitale
kindle.
Per comprendere al meglio il testo/ documento che ho davanti è necessario che tenga ben presente il
suo formato e le evoluzioni dello stesso: infatti gli strumenti con cui scriviamo o conosciamo
cambiano con il tempo provocando dei cambiamenti anche nei contenuti.
C’è una differenza radicale fra i testi che nascono in un formato e terminano in un altro: possono
esserci testi digitali e testi portati in digitale così come anticamente c’erano testi nati in codice e
quelli nati in formato rotolo in seguito passati in codice.
I rotoli papiracei erano utilizzati prima sul lato interno dove correva il testo lungo le fibre, mentre il
verso del papiro ,sul lato esterno sarà stato utilizzato in seguito magari come riuso dello stesso
materiale.
I motivi pratici che stanno dietro la preferenza dell’uso del recto sono essenzialmente due:
1) il calamo non si impunta contro la fibra verticale del papiro
2) se devo riarrotolare il rotolo dopo averlo aperto, sul lato esterno le fibre devono correre in
verticale rendendo così agevole il movimento di chiusura e voltura del rotolo.
Ne consegue che un lungo pezzo di carta di papiro con le fibre verticali esterne permettono una
maggiore velocità di chiusura del papiro e una loro maggiore resistenza.
Sulla base di questo si può osservare -nel caso del papiro 59770- che il lato interno presenta un
testo letterario.
La carta di papiro essendo materiale costoso veniva spesso riutilizzata sul rovescio ( in alcuni casi
anche a fini letterari) ma in questo caso, il verso è sfruttato a fini documentari, i quali portano la
data dandomi un criterio di datazione, utile anche ai fini della scrittura greca.
Il termine di paragone della scrittura può essere utilizzato per datare altri papiri documentari o
letterari privi di datazione.
I documenti scritti su rovescio del rotolo letterario portano i numeri Tm 3502, 3503, 3536.
Essi ci conducono ad un periodo intorno al 150 a.C.: decenni cruciali per la storia dell’Egitto in
quanto Roma diventa una potenza imperiale conquistando i diversi regni ellenistici, deboli
internamente.
Nell’Egitto tolemaico la debolezza era causata dal sovrano Tolomeo VI Filometor - l’ultimo dei
sovrani dotato di cogliere la misura dei problemi che affliggevano il paese. Drammaticamente però
morì in guerra contro il fratello così che venne meno una figura importante che avrebbe potuto
frenare la decadenza.
Nel 145 a.C. alcuni intellettuali alessandrini -come Aristarco ( figura importantissima nell’ecdotica
del tempo) - furono costretti ad andare in esilio da parte del sovrano successore di Tolomeo VI,
Tolomeo VIII Evergete II.
!34
Questo era il fratello di Tolomeo VI e fra i due era scoppiata una guerra civile che si complicò con
lo scontro fra due diverse fazioni : sia la componente egizia, che dal 217 a.c. stava cercando di
affermare la sua autonomia si una forte presenza ebraica , stabile fino da Alessandro il Macedone e
consolidatasi attraverso il migratorio dalla Palestina in Egitto. Sembrerebbe che la migrazione sia
stata provocata dallo scontro - avvenuto in area palestinese ( nella zona del regno dei Seleucidi) di
una grossa fazione della popolazione ebraica tradizionalista che si era scontrata con una fazione
ebraica filoellenica.
Erano due regni instabili: l’instabilità seleucide era dovuta alla ribellione del ebrei di cui si trova
menzione anche nel ‘libro dei Maccabei’. Sarebbe dunque avvenuto un tragico scontro interno alla
popolazione ebraica in cui c’era dubbio se essere filo-ellenici o meno.
La componente filo greca della popolazione ebraica ha la peggio e si rifugiano in Egitto.
La migrazione avviene in maniera sistematica , è guidata dal capo Onias che porta con sé un
esercito di mercenari ponendolo al servizio di Tolomeo Evergete II.
Il VI Tolemeo sembra essere stato un sovrano con degli obiettivi: aveva un progetto politico più
generale ma la sua morte, determinò il regno del fratello il quale fece numerose manovre politiche
che avviarono l’Egitto verso una forte dipendenza da Roma in quanto per riprendere il controllo del
suo paese ( rivolta egiziana) cercò l’ appoggio dell’Urbe.
Da questo momento una potenza esterna è utilizzata per controllare la politica interna del paese :
prende sempre più piede e si affermerà progressivamente.
Sono anni complicati in cui vivono le persone che conosciamo attraverso questo archivio.
La storia dell’Egitto può essere raccontata non soltanto ricorrendo a fonti letterarie - come i IV
libri dei Maccabei ma anche attraverso fonti documentarie -come l’archivio dei katochoi- prodotti
da persone qualunque capaci di dare un diverso punto di vista della situazione (microstoria).
Queste persone fanno in modo che si abbia una versione più amplia degli eventi storici ,che devono
essere messi sullo sfondo della storia di ambito letterario.
I protagonisti dei documenti dell’archivio dei katochoi sono:
1) Tolomeo,
2) Apollonio
3) L’egiziano Thol. Tutte queste figure hanno cercato rifugio a Menfi intorno al II a.C.
TM 3502:
Il rotolo contenente l’ars astronomica dello pseudo Eudossso conserva questi documenti sul verso:
uno di essi è datato al 21 settembre del 164.
È un lungo documento consistente in tre lettere in cui Heroide scrive a Onia, forse il personaggio
della spedizione ebraica. Sono quindi delle lettere ufficiali di alto livello e cura formale.
Il rotolo sembrerebbe una copia della lettera ufficiale; non è l’originale scritta di pungo da Heroide.
È opportuno quindi chiederci quale è l’interesse di Tolomeo e suo fratello Apollonio per questa
lettera?
Altri documenti provengono dall’archivio, alcuni dei quali sono di mano di Tolomeo. Ci permettono
di ricostruire che egli fuggì dalla sua regione di origine posta nel distretto di Heracleotopolite
( odierna Benisueftz).
Trovando rifugio in Egitto come esule, sceglie la clausura nel tempio di Serapide in quanto è un
fuoriuscito a causa delle turbolenze del suo tempo.
!35
Tolomeo e Apollonio sono identificabili sulla base degli altri documenti dell’archivio che li
nominano.
La proposta avanzata è che questi documenti servissero come testi scolastici: erano utili a Tolomeo
e al fratello per apprendere il modo in cui si scriveva un decreto.
È probabile che il fratello Tolomeo si era portato con sé il fratello piccolo; in una lettera posteriore
cerca di farlo arruolare nell’esercito , avendo all’epoca già 16 anni lo avrebbe portato con sé
quando era ancora molto piccolo.
Lo stesso Tolomeo studiava ma i testi di studio erano per lo più destinati ad Apollonio che li copia
di sua mano.
Famosissimo è un frammento di Apollonio della tragedia Euripidea Telefo. Il frammento però deve
essere visto come un esercizio scolastico di un bambino nonostante sia l’unico frammento del testo
che ci è pervenuto.
Il testimone che me lo trasmette però non è un libro ma un quaderno di esercizi di un bambino;
queste informazioni sono indispensabili nel momento in cui provvederò a farne una edizione critica.
Il decreto è un testo di studio complesso quindi non parte di una educazione scolastica basilare:
probabilmente Tolomeo sperava di istruire il fratello per diventare un burocrate.
Alcune lettere mostrano come Tolomeo sia bloccato nel santuario ma continui ad avere contatti con
la famiglia di origine per gestire da lontano i suoi affari . Ovviamente per farlo aveva bisogno di
rivolgersi alle autorità e di utilizzare un determinato eloquio che avrà imparato su testi documentari
come quello contenuto in questo papiro.
Questi testi sono datati esattamente perché un decreto del sovrano portava una certa data.
Siamo sicuri che questa era la ragione di interesse di questi testi? O forse avevano un altro senso?
l’Egitto è maggiormente studiato nel III aC. perché è il secolo maggiore : si fonda Alessandria ,
abbondanza di studiosi e di riforme. Si tende però a scartare gli anni del II secolo a.c. benché siano
anni cruciali in cui c’è stato un capovolgimento che avrebbe portato Roma a divenire un impero
con la conseguente crisi dei regni ellenistici, da cui la capitale avrebbe imparato la gestione della
provincia.
Altri documenti datati :come quello in cui Tolomeo scrive all’amico Armakis perché si trova in
difficoltà.
TM 3503:
- È datato al 163 ac.
- È una breve istruzione -non propriamente un editto- ulteriore del sovrano Tolomeo che
indirizzata a Dionisio, un amministratore locale.
- I sovrani tenevano a dare ai loro sudditi greci o agli amministratori egiziani l’impressione di
poter avere un accesso diretto ai loro sudditi privilegiati in quanto affidabili per il sovrano. Lo
scrivere direttamente ( corrispondenza diretta fra sovrani e singoli individui) è una caratteristica
del tempo.
TM 3536:
- Datato alla prima metà del II secolo. Non ha una data esatta .
- HDG ( sul sito di Heidelberg) dove trovo la scheda descrittiva
- è una lettera di carattere privato: è la copia di una lettera modello. Questi documenti sul rovescio
del rotolo sono documenti che servivano come modello per elaborare delle loro lettere o scritti.
L’ immagine si trova in un libro a stampa , corrispondente all’ edito princeps.
Come faccio a sapere che è l’ed. Princeps > papiri.info > check List ( lista di tutte le edizioni)
BGU: papiri documentari greci custoditi a Berlino
BKT: testi classici ( papiri letterari di Berlino)
!36
Sulla base di cosa viene dato il nome ad un corpus di papiri?
CPR :corpus papyrirorum Ranieri, appartenente all’ arciduca di Vienna 800
P. Aberdd. : luogo di conservazione dei papiri
P. Abin: indicano il personaggio di cui narrano i papiri
P. Achmin: dal luogo in cui furono ritrovati i papiri
P. OXy: pap. Di Ossirinco . È il luogo di ritrovamento più importante con scavi condotti nel primo
900.
Il primo volume della collezione era del 1898; il volume più recente è del 2020 ( il volume
ottantacinquesimo).
Alcuni papiri di ossirinco di tipo astronomico furono pubblicati da Jones nel 1999.
P. oxyrinca : non vengono da ossirinco ma da un luogo omonimo del Fayum.
P.paris : è il titolo del volume dell’edizione princeps contenente l’immagine del papiro. ‘notizie e
testi’ di Letronne, Brunet e egger ( che lo pubblicano postumo nel 1865 dopo la morte di Letronne).
Sb: sammelbuch > raccolta di tutti i papiri fuori serie documentari
Son of Suda : opera enciclopedica del IX secolo d.c in cui venne raccolto molto dello scibile .
Venne messa online da uno studioso morto presto.
P. Paris > editio princeps del 1865. Non c’è la dedica all’imperatore perché c’è stata la rivoluzione
francese.
Non c’è il titolo iniziale esplicito con il nome di Eudosso, ma questo appare sottoforma di un
acrostico: ciascuna delle 12 rgg. Inizia con una lettera che se lette in verticale, danno eudosso
techne. Ogni riga descrive il contenuto dell’opera disposto in modo che ogni rigo sia lungo 30
lettere che equivalgono ai 30 giorni del calendario egiziano di 12 mesi + 5 gg. aggiuntivi.
Si descrive in breve il contenuto dell’opera e si descrive con le lettere, l’anno del calendario
egiziano e con acrostico si propone il nome dell’autore.
Blass nel 1882 ( ed. di defult) lo ripubblicò ma l’editto princeps ha una sua utilità perché si
riproducono i disegni dell’originale. L’editio princeps procede rispettando l’allineamento
dell’originale. Traduce il testo come lo presenta l’originale.
-24 coll. totali
TM 59970:
C’è un cerchio con il nome di Serapide in cui c’è l’elenco dei segni zodiacali ( è lo zodiaco). Lo
stesso si ritrova anche all’inizio del rotolo , molto male conservato. Ci sono anche altre illustrazioni
di varie dimensioni e in punti diversi.
È un testo molto difficile la cui edizione risale al 1882 perché è un testo difficile che ha bisogno di
un restauratore e di un astronomo.
L’opinione degli studiosi è che l’opera sia di uno Pseudo Eudosso, forse una sintesi del suo trattato
maggiore di astronomia . Eudosso fu il fondatore degli studi di astronomia nella cultura greca. Era
un interlocutore di Platone . Diogene laerzio, autore di un primo manuale di filologia ci dice che
andò ad Atene a studiare con lui quindi erano coetanei. Apollodoro cronografo dice che l’acme di
Eudosso fu fra 368- 365.
Si ritiene che la sua acmé fosse a 40 anni quindi lui nacque alla fine del IV secolo aC. Era un
intellettuale su cui si fondarono le opere dei matematici e alessandrini astronomi di III secolo a.c.
durante il quale, un sovrano poteva permettersi di fare un biblioteca ed essere capace di dare
alloggio agli studiosi.
Gli studiosi astronomici, matematici di Alessandria si fondano sulle opere di Eudosso.
!37
-è una riduzione in pillole del suo trattato scientifico : è un riassunto selettivo del opera. L’ampiezza
e la cura dell’epitome dipendono dalle scelte e le sue finalità . Un epitome può essere un riassunto
più corposo o meno in base alle esigenze.
È una selezione ma chi l’ha realizzata potrebbe essere lo stesso Lectine della sottoscrizione, il
trascrittore e il pubblico a cui è destinata sembrano essere i sovrani di Egitto. Alcuni intellettuali di
Alessandria furono spesso docenti del figlio del re.
Si parte da un rotolo maggiore illustrato> per produrre opera riassuntiva con illustrazioni
selezionate > trascrivo il nome di colui che ha fatto la selezione ( come Leptine).
Lucio Lusso scrisse nel 1966 la ‘rivoluzione dimenticata’ , dedicato alla storia delle scienze in
epoca ellenistica.
Una teoria di Eudosso era delle sfere omeocentriche: ogni pianeta si muoveva in una sua sfera e
che tutte queste sfere avevano però lo stesso centro ( omeocentriche) e si trovavano in posizioni
relative fra i vari pianeti ; la posizione di ciascun pianeta si trovava triangolando rispetto alla
posizione di un altro pianeta in una altra sfera.
Fra i disegni contenuti nel papiro c’è la rappresentazione delle sfere omeocentriche fatto in maniera
essenziale. La scoperta delle sfere omeocetriche viene dimenticata per molto tempo e riemergerà
soltanto nel Rinascimento.
Il ragionamento sulle sfere ha un significato algoritmico di cui si è reso conto Schiaparrelli un
intellettuale del 800.
Lo sprofondamento delle conoscenze in Egitto comincia a metà del II secolo d.C.
Grandi scienziati però ci sono stati in tutto il periodo ellenistico: ad esempio Tolomeo fu un grande
astronomo.
11.11
Ossirinco (dehn-essa) è una località del Medio egitto. Il sito che ci è utile è papyrologi. Ox. ac. Uk (
Oxyrinchus online)
Nel primo volume che uscì nel 1898, conteneva le edizione principe di 207 pezzi.
I papiri di Ossirinco disponibili sono quelli della Sattler Library of Oxford che accoglie le immagini
di tutti i papiri pubblicati. A Oxford ci sono anche altri papiri di Ossirinco della Biblioteca della
Bordealan Library ( biblioteca centrale) che non sono riprodotti nel sito di papirologi. uk.
Per i papiri del I volume erano tutti della Bordean Library : prima erano depositati in parte nella
Bordean Library e in parte nel British museum, che aveva finanziato le scoperte dei papiri. Negli
anni altre istituzioni finanziarono gli scavi di papiri di Ossirinco e tutti i finanziatori ebbero in
cambio una parte dei papiri. I papiri di Ossirinco erano pubblicati nella collana dei papiri di ox. La
loro maggioranza è conservata a Oxford in due luoghi mentre altri papiri sono in diverse collezione
inglesi e americane.
Ma la loro pubblicazione è comunque presente nella pubblicazioni dei papiri di ossirinco.
C’è stato anche in questo caso una dispersione successiva. Molti papiri di Ossirinco sono in Egitto
nella collezione del Cairo. Inoltre continuarono ad esserci ricerche clandestine: le persone del luogo
continuavano a cercare dopo che gli archeologi europei se ne erano andati; molti di essi sono del
museo di egittologia di Berlino.
Bisogna essere consapevoli per riflettere e mettere ordine sul danno che si è arrecato. Al tempo in
cui i papiri furono trovati, il governo era d’accordo e non c’era una legge per esportazione di beni
culturali dall’Egitto che arrivò solo a metà 900 , con la rivoluzione di Nasser.
!38
Il pap. È alla bordean library ms. gr. th. e minuscola ( indica le dimensioni del reperto più piccolo
rispetto a quelli grandi ) 7 ( indica il numero della posizione).
È il papiro che venne pubblicato per primo perché di marcato interesse teologico ( è il Vangelo di
Tommaso, il vangelo del più scettico dei seguaci di Gesù cristo ed il più autorevole dei vangeli
apocrifi. Consiste di una lunga serie di detti di Gesù, non cuciti in una narrazione continua molti dei
quali riconoscibili. Sono dei detti isolati.
Se i Vangeli di Tommaso sono anteriori o posteriori rispetto quelli canonici è una cosa irrisolta. È
studiata negli ultimi venti anni quando c’è stato un ritorno ai testi sacri della regione cristiana, dopo
le torri gemelle.
C’è stato questo ritorno alla tradizione della Bibbia e Nuovo testamento. Sono testi di studio
interessanti perché fanno parte della tradizione scritta della civiltà occidentale.
C’è stato un particolare interesse per il Vangelo di Tommaso che sembra una registrazione di detti
spesso rivelatori che non sono risolti in una narrazioni. Sembra di essere alle origini dei Vangeli: ma
bisogna essere molto cauti perché la rinascita di interesse era accompagnata negli Stati Uniti con un
atteggiamento inutile scientificamente, per cui volevano per forza trovare qualcosa. Si voleva
datarlo per forza al I d.c. e si confondeva la verità, che si attinge con altre vie.
Il fondamentalismo ha avuto come conseguenza un aumento dei costi di papiro sul mercato
antiquario perché ci sono alcuni fondamentalisti americani che hanno finanziato acquisto di papiri
nel mercato antiquario nella scommessa di trovare un nuovo papiro che rispondesse alle loro ansie.
Green ha lanciato una campagna di acquisti incontrollabili che ha avuto come conseguenze :
l’aumento di prezzi, esportazione clandestina, modo frettoloso di trattare i reperti senza procedere
con attenzione. Molti papiri di cartonnage sono usciti illegalmente da Egitto e furono acquistati da
Mr. Green. Il recupero di papiri di cartonnage deve rispettare la maschera egiziana e lavorare con
estrema prudenza e lentezza. Venne fatto un restauro irrispettoso. Fu un esito pessimo di un
atteggiamento fondamentalista , promuovendo comportamenti deleteri da un punto di vista
scientifico che doveva rispettare : il luogo in cui è stato trovato, nel non comprare cose illegali e nel
non far salire i prezzi di mercato.
Solo procedendo in maniere scientificamente corretta si possono scoprire le cose.
Se voglio fare la storia della tradizione del Vangelo di Tommaso devo iniziare dai frammenti
papiracei: devo censirli uno per uno; registro dove sono stati trovati; chi li ha pubblicati; chi li ha
studiati; ragiono sul periodo in cui furono scritti e da lì proseguo. Sulla fondazione scientifica posso
riflettere sulla relazione fra vangelo Di Tommaso e Vangeli canonici. Se inizio con il piede sbagliato
accumulo errori e fraintendimenti.
Bisogna togliere tutto il lavoro sbagliato e pregresso - salvando solo le parti più giuste.
Fu pubblicato in una pre edizione nel 1897 ( un anno prima della collezione dei papiri di ossicino )
perché venne fatto un evento.
1 volume di papiri di Osrrinico : di 70 vol. di cui molti papiri sono testimonianza dell’evoluzione
del diritto romano.
Logia Iesou (I) > col tempo si è scoperto che era il Vangelo di Tommaso. Era generalmente
chiamato ‘detti di Gesù’.
C’è un papiro adespoto ( si capisce il contenuto ma non l’autore ) > trattato teologico.
Atti di Paolo e tecla > oltre agli atti canonici degli apostoli che sono prossimi alla fase iniziale del
cristianesimo. Tecla era una cristiana di Egitto; molti papiri la riguardano.
Nei volumi di Ossirinco c’è una prima sezione di argomento teologico perché al tempo erano quelli
di interesse maggiore poi ci sono i papiri in greco come quelli di Saffo ( molta poesia di lei ci è
giunta per mezzo di ritrovamenti papiracei). I testimoni antichi ne tessevano molte lodi attirando
attenzioni e curiosità. Alcuni componimenti sono citati in maniera indiretta dall’autore anonimo del
trattato sul Sublime.
!39
- Alcmane ( in collezione di autori dei papiri di Oxirinco)
- Aristosseno ( teorico della musica). Il rovescio venne utilizzato a fini documentari; un elenco di
pesi e misure
- Pubblicare autori così diversi erano fantastici da un luogo dell’Egitto da cui si aspettavano solo
ritrovamenti egiziani.
- Questo ci fa capire come molti problemi testuali di periodo umanistico esistevano già nel II a.c.
Le varianti testuali spesso si sono generati in una fase molto alta della tradizione.
La letteratura greco latina era già allora molto complessa e molto articolata. Non era un filone
semplice che poi si è divaricato; I papiri ci mostrano come i greci e latini erano intelligenti e
radicati.
Sono riemerse una quantità di opere molto maggiori di quelle che erano conosciute: molte cose però
sono andate perse.
Fino a Xenofonte sono testi in greco ; Euclide messo più in basso perché il numero di persone
interessate sono minori; poi ci sono le opere latine ( la presenza di parlanti latino in Egitto era molto
ridotta). Da Italia dopo conquista di Egitto, non c’è stato movimento migratorio massiccio. Ci
andavamo solo amministratori e soldati romani mentre nel periodo macedone, c’era migrazione
continua di greci in Egitto. Seneca fu un proprietario terreno in Egitto perché ai romani si davano
pezzi di terreno.
La lingua amministrativo di egitto era sempre il greco. Tutti i papiri documentari erano scritti in
greco che era la lingua dell’amministrazione che amministrava per conto di Roma. Diocleziano -nel
fine III secolo- tentò di imporre l’uso della lingua latina ma fu un tentativo che fallì perché le
popolazioni di quel regioni parlavano, greco o egiziano. I documenti in latino sono in misura molto
ridotta.
Dal XXXIII ci sono i papiri documentari che testimoniano l’attività di governo dell’imperatore. Un
dialogo con un imperatore era parte anche delle opere storiche.
I numeri di ordine sono calibrati sulla prospettiva temporale del testo in cui si colloca e può dare
notizie su persone importanti nel tempo quindi hanno un numero più alto. Quello alto racconta un
colloquio con un imperatore, importante perché ne parlano anche le fonti letterarie. Invece allo
schiavo emancipato , non ho interesse quindi nella collezione ha un numero più avanzato.
I papiri documentari sono di più mentre quelli letterari sono di meno. Ogni volume dei papiro di
oxirinco era accompagnato da immagini dei papiri proposti.
- si adotta la trascrizione in caratteri maiuscoli come l’originale
- Riproduzione dei fr. di saph
- Imagine del papiro di Ossirnico non disponibile perché è in bodlean library: vangelo di Matteo
è un foglio di un codice papiraceo. Alfa indica in alto il n. di pagina o di fascicolo: serviva a
rilegarli nell’ordine di successione corretto ma in una seconda rilegatura l’ordine poteva essere
scompaginato e alterato. Si deve cercare di risalire al suo formato originario. Con quali testi era
associato ? C’era solo questo o altri?
- Copia accurata ma con una scrittura umile nelle sue ambizioni bibliologiche
- Ha un incolonnamento accurato sulla sinistra
- Costante spazio interlineare
- La scrittura è confrontabile con quelli dei logiai iesu di Tommaso
- Si possono datare due vangeli sulla base della scrittura, del luogo di origine o dei reperti
archeologici.
Gli editori dei papiri di Ossirinco ( ‘a city and its text’ su papirology)> sono Grenfell e Hunt.
Iniziarono gli scavi nel 1897 seguendo l’indicazione del loro professore di archeologia, Flinders
Petrie.
!40
-mappa del sito ( inizio del 900) : disegnata in prima esplorazione del sito archeologico a nord
vengono segnalati dei punti di riferimento su cui Hunt e Grenfell condussero i loro scavi. Petrie
condusse la necessità di uno scavo archeologico su base degli strati per stabilire una relazione
cronologica dei diversi strati. Questo metodo funziona bene in occidente ma in Egitto è difficoltoso
a causa della sabbia. Petrie aveva anche lavorato in Palestina, in quanto c’era un interesse biblico.
Alessandria fu un luogo importantissimo per gli inizi della storia della traduzione della bibbia in
lingua greca , su cui si fondò la Vulgata di San Girolamo . La traduzione dei 70 intellettuali ebrei
convocati ad alessandria, sulla base della tradizionale ‘ lettera di Aristea’ su commissione del II
Tolomeo (III secolo a.c).
Forse risale al II a.c. e rispondendo alle esigenze della comunità di lingua greca di Egitto. Fu alla
base del Nuovo Testamento in lingua greca in relazione all’originale ebraico, chi aveva interesse
per questo scava sia in Egitto che in Palestina.
Petrie individua il sito di Ossirinco come interessante e lo passa ai suoi allievi che lo raggiungono
nel 1896 . Faranno scavi per successive campagne: per tutto il 900 accumulando moltissimo
materiale che esporteranno in Europa.
a mappa viene visualizzata con il nord in alto. La distanza dall'alto verso il basso della mappa è di
circa due miglia; l'enorme zona che si sarebbe rivelata più fruttuosa nella ricerca dei papiri è
segnata ' tumuli romani ', a NO dell'odierno villaggio e grosso modo al centro della cornice. Non
c'erano case qui; questa era la principale discarica antica. Gli antichi edifici della città, di cui poco è
rimasto e ancor meno visibile, giacciono più vicini al villaggio moderno, all'incirca in un
semicerchio di raggio di mezzo miglio attorno ad esso; vedere la mappa modificata . Notare il
tumulo a forma di D non esattamente mezzo miglio a ovest del villaggio moderno: questo appare
come un tempio sul piano rivisto, ma è stato in parte scavato da Petrie e scoperto essere un
enorme teatro .
A poco più di mezzo miglio a nord del villaggio moderno, su questa mappa è indicata la
"scoria"; quest'area è stata indagata negli scavi degli anni '80 e si è rivelata una zona industriale con
un gran numero di forni per la ceramica .
-mappa del 1908: orientamento cambiato a nord . Ci sono i cumuli ( kiman) che grenfell e Hunt
trovarono e ispezionando trovarono dei papiri. Con lavoro forsennato, setacciarono papiri e li
chiusero in contenitori di alluminio che spedirono in Europa.
Scavano gli abitanti del luogo. Il Kom è un cumulo) ; ne individuarono una 30; è il kom di
Abutheir , il personaggio sepolto nel mausoleo una figura sacra il cui mausoleo era in cima al
cumulo che i due sezionarono con varie trincee. Ad ogni livello ci sono persone che setacciano la
sabbia. Fra i lavoratori cerano molti bambini che recuperavano pezzi di papiro dalla sabbia.
Setacciando Grenfell e Hunt recuperarono molto materiale. Poi 30 anni dopo > spedizione italiana.
Komm aligamman: si scontrarono con gli abitanti del luogo perché avevano paura del crollo del
mausoleo e si interruppero gli scavi archeologici di Greenfell e hunt. Nel 1930 Evaristo Breccia,
andò a ossicino e scavò. Fu il promotore del museo greco-egizio di Alessandria : potè completare le
ricerche. Ci sono tracce dello stesso rotolo di papiro fra Ossirinco e Firenze > bisogna mettere
insieme i pezzi.
Antinopoli città di Adriano perla morte di Antino che muore nel Nilo. È un sito molto generoso per i
papiri.
A millennium of documents: papiro antico proveniente da ossicino; Molti papiri di Ossirinco sono
di età romana o bizantina ; pochi di tarda età tolemaica. Forse stavano in uno stato profondo e
umido, quindi deperiti. Ossirinco era una città che esisteva prima di Alessandro Magno e dei greco -
!41
macedoni. Aveva una storia risalente all’epoca faraonica. Ci sono anche papiri in demotico ma in
quantità minore.
Da Ossirinco provengo reperti papiracei in lingua copta, originariamente dei codici perché la lingua
egizia è resa con segni alfabetici greci con 6 segni. Il copto si diffonde nel IV Secolo d.c.; la
maggior parte dei testi hanno per lo più dei testi di argomento cristiano. Il copto nasce per
divulgare testi cristiani in lingua egiziana.
Altri siti di papiri copti sono stati più generosi rispetto a Osrrinico . Erano magari sedi di
associazioni religiose cristiane. Champollion sulla base del kopto + stele di rosetta si sono tradotti i
geroglifici sulla stele trilingue. Quella lingua copta era ancora in uso nella chiesa egiziana.
In a millennium documents:
Documento di registro della cessione di terra. Testo molto fitto e complesso
È articolato in tre sezioni con una sottoscrizione in scrittura corsiva
-è databile all’8 dicembre del 73 a.c
-Di Oxyrhynchus sono sopravvissuti pochissimi papiri di data tolemaica (circa III-I secolo aC), per
ragioni non del tutto chiare ma probabilmente in gran parte legate al livello di umidità del
sottosuolo. Questa cessione relativamente tardiva, da parte di un cavaliere chiamato Theon, è uno
degli esempi meglio conservati. Viene mostrato qui per la sua parte nel mostrare come gli stili di
scrittura documentaria siano cambiati nell'arco di 700 anni coperto dai papiri in questa sezione.
PAPIROLOGIA MODULO B
————————————————————————————————————————
15.11
Il testo di cui ci occuperemo è il peri parresias di Filodemo, filosofo di scuola epicurea, nato a
Gadara ( odierna Giordania, in prossimità di Israele), una città ellenistica soggetta ai sovrani
!42
Seleucidi. Egli prosegue i suoi studi prima ad Atene arrivando fino in Italia, dove trova accoglienza
presso l’illustre famiglia dei Pisoni. I Pisoni avevano una residenza di lusso ad Ercolano e avevano
legami di amicizia con Filodemo. Si suppone che la biblioteca dei papiri di Ercolano - di cui una
parte preponderante è costituita dai testi di Filodemo- era parte della loro villa.
Fra i rotoli recuperati, uno dei meglio conservati è proprio il peri parresias.
Quando ci troviamo davanti un papiro dobbiamo porci delle domande:
1) di cosa parla ?
2) Ci sono altri autori che parlano della stessa cosa ?
3) Esiste una edizione di default con cui confrontarmi?
4) Traduco il titolo?
Il titolo Παρρησία è una parola costituita da due parole πάν + ρησ-ια. La radice re- significa “dire
in pubblico” quindi Παρρησία significa il ‘dire tutto senza tacere nulla’. Il parlare in pubblico è il
cuore di una città democratica come Atene ed è questo il motivo per cui il concetto venne analizzato
da autori diversi. Il titolo parresia è traducibile come “ sulla libertà di parola”.
Un filosofo francese , Michel Foucault ha negli anni 80 -prima di morire- condotto una riflessione
intensa sul concetto di libertà di parola e riflettendoci sopra si rende conto di dover risalire alle sue
radici storiche . Alla fine della sua vita si impegna a recuperare le radici greche di concetti base e le
fonti antiche che ci aiutano a comprendere il concetto.
Molti studiosi antichisti si sono messi a ristudiare i testi degli autori che parlavano della parresia
nell’antichità.
Come trovare autori che hanno parlato di parresia nell’antichità? Cerco il termine su un database
come un dizionario online come il TLG (Thesaurus linguae graecae) e TLL (Thesaurus linguae
latinae).
Cerco Tlg > παρρησία
Il Thesaurus venne inventato per la prima volta da Etienne nel 600, in XV volumi. Etienne fu un
sommo filologo che ha prodotto un dizionario , alla base dei moderni dizionari.
Una fonte del concetto di parresia è rappresentata dall’ Atenaion politeia di Aristotele ( “
Costituzione degli ateniesi”) il quale fonda una riflessione filosofica sul concetto di parresia.
La fonte più antica però è rappresentata da Euripide in due tragedie e Aristofane in contesto
comico ( V secolo a.c.): il termine essendo utilizzato dai tragediografi ci indica che il pubblico sà di
cosa stanno parlando quindi questo termine esisteva già da prima.
Aristotele cap. XVI Costituzione degli ateniesi : parla nello specifico del tiranno ateniese Pisistrato.
Aristotele riflette sul funzionamento generale del governo ad Atene e nell’ambito di questa
riflessione, parla di Pisistrato ( VI secolo) che governò per un arco di tempo molto lungo
dilungandosi per un trentennio dal 560- 528 a.c. I figli Ippia e Ipparco invece regnarono per molto
meno tempo , uno dei quali venne addirittura assassinato. Il governo del tiranno però alterna varie
fasi: egli viene cacciato una prima volta da Atene, poi vi ritorna per venire cacciato una seconda
volta e poi ritornarci . Egli sale la prima volta al potere in anni molto inquieti ,dopo la
riorganizzazione dello stato di Solone ( νοµοθέισας).
Durante questo periodo, il legislatore Solone pone delle leggi - nello specifico una Costituzione
molto giusta che tuttavia ben presto- , dopo l’esito di Solone entra in crisi. Il risultato finale è la
tirannide di Pisistrato. Aristotele vuole riflettere su come fosse Pisistrato e come tenne il potere così
a lungo.
In (1) si sono già narrate le vicende di Pisistrato e ora Aristotele cerca di tirare un riassunto di
quanto detto in precedenza. Aristotele è interessato alla figura di Pisisstrato nelle sue vesti di
maestro di Alessandro Magno, figlio di Filippo il Macedone.
!43
Forse il suo obiettivo era quello di insegnargli il modo attraverso cui si prende il potere e come va
mantenuto. Tuttavia non sappiamo se Aristotele fosse a favore o meno della democrazia o
tirannide. Egli si limitava soltanto a studiare gli eventi adottando un critico sguardo da studioso.
“ La tirannide di Pisistrato sin dall’inizio fu stabilita in questo modo ed ebbe tali e tanti
cambiamenti. Pisitrato governò come si è già detto, il governo della città con moderazione sia
politicamente ( secondo le buone norme della polis) piuttosto che tirannicamente. (Pisistrato si è
comportato più da politico che da tiranno, un dominatore di Atene). Infatti nelle altre cose ( “per il
resto”. È probabile che prima era stato raccontato qualcosa per cui Pisistrato aveva rivelato la
sua natura di tiranno) era filantropo ( “amichevole “), mite, facile a scusare ( συννόµι in gr. mod.
significa ancora “scusa” ) coloro che sbagliavano e per l’appunto, prestava ricchezze agli
indigenti ( “coloro che sono senza mezzi”) per iniziare delle attività ( egli dava un prestito per
iniziare una propria impresa), così i contadini si nutrissero ( finanziava imprese agricole). Faceva
questa cosa per due motivi , affinché non si trattenessero nella città (non socializzassero con altri) ,
ma sparsi in campagna ( Pisistrato finanzia l’impresa agricola così che gli agricoltori rimangono
in campagna e visto che hanno da fare, non si trattengono in città. Il tiranno non solo è generoso
ma cerca di evitare disordini) e affinché stando in buone condizioni delle cose a loro commisurate e
essendo impegnati sui loro affari, non si eccitassero né si trattenessero a prendersi cura degli
interessi comuni ( ognuno doveva pensare ai fatti propri , cosa possibile in quanto i cittadini delle
campagne non si incontravano con quelli della città . Non venivano in città in quanto avevano cose
da fare così da pensare ai propri fatti e non a quelli comuni. Se invece parlassero si genererebbe
una opinione pubblica su cui Pisistrato non avrebbe un controllo immediato. Aristotele sta solo
analizzando la situazione). E inoltre, capitava a lui che le entrate diventassero maggiori
( comparativo di µέγας) poiché la campagna era completamente coltivata. Esigeva infatti dai
prodotti la decima parte. Perciò organizzò i giudici nei diversi demoi ( viene posto un giudice in
ognuno dei 10 demoi per incassare i proventi) , e lui stesso spessi usciva nella campagna ( il
tiranno non resta nella città ma a volte si recava nelle campagne. Vedendo di persona come
procedeva la situazione così da avere sotto controllo la χώρα), controllando e risolvendo coloro che
erano in dissidio ( Pisistrato giudica egli stesso le dispute esercitando potere giudiziario) affinché
non si occupassero delle loro questioni scendendo in città ( nella città il confronto permette il
nascere del senso critico ma un tiranno non vuole che questo succeda). (6) Infatti in occasione di
una tale uscita per Pisistrato, dicono che capitassero i fatti riguardanti il coltivatore sul colle
Imetto (altura che sovrasta Atene) del luogo di campagna successivamente chiamato esente da
tasse ( Pisistrato si imbatte nel contadino che i coltivava il luogo che in seguito divenne esente da
tasse). Vedendo un tale che zappava e estraeva soltanto rocce e lavorava, per la meraviglia ordinò
allo schiavo di chiedere che cosa venisse prodotto da questo posto ( Pistrato va in una zona
collinare ma pietrosa, difficile da coltivare nonostante questo l’agricoltore zappa e tira fuori pietre
in maniera ostinata). Lui disse : “ tutti i possibili mali e dolori, di questi mali e dolori bisogna che
Pisistrato prenda una decima parte”. Quell’uomo rispose senza sapere ( se l’uomo lo avesse
saputo che c’ era Pisistrato non lo avrebbe detto; c’è un sotto testo) (7) ma Pisistrato rallegrandosi
( è un participio aoristo passivo da ἐδοµάι) per questa sua esplicitezza (παρρησία) e per il suo
amore del lavoro, lo fece esente da tutto.” Pisistrato premia la parresia ( libertà di parola ) sia
perché il contadino non sapeva che lui era lì sia perché apprezza il suo lavoro costante . Aristotele ci
offre l’immagine di un tiranno molto tollerante e capace di mantenere equilibrio. Invece un tiranno
che si offende ed è severo, perderà prima il suo potere.
La parresia è in questo contesto:” dire quello che si pensa in maniera efficace”. È un concetto che si
definisce in relazione alla figura del tiranno. Il problema della parresia -nell’Atene classica- è
quello di esercitare la libertà di parola in relazione ad un potente in una situazione di squilibrio dei
!44
poteri. La libertà di parola permette di dire quello che penso senza la paura di pagarla cara
( tolleranza).
Bisogna comprendere il contesto in cui il concetto è maturato: nell’Atene del VI secolo dove c’era
un tiranno e qualcuno capace di dire qualcosa di poco gradito.
Il termine nasce in un momento in cui una persona che diceva la propria, aveva meno potere del
tiranno.
Quando Filodemo rifletterà sulla parresia, il contesto è diverso. In questo caso, parresia equivale a
dire tutto in una situazione di pericolo per colui che parla o per qualcuno che ascolta , il quale può
venire offeso da queste parole.
C’è anche un altro passo in cui Aristotele usa parresia sempre nel trattato della ‘Costituzione degli
ateniesi’.
La Costituzione è una opera che permette ancora oggi di applicarla pensando al presente. È una
opera teorica. Aristotele ha costruito la sua teoria a partire da uno studio meticoloso di dati concreti
( attraverso uno studio empirico). Egli procede con un gruppo di collaboratori e infatti fu autore di
una raccolta di Costituzioni di diverse città non limitandosi a studiare solo il governo di Atene ma di
ciascuna delle tante. Tutte le altre Costituzioni sono andate perdute e ci rimane soltanto la
‘Costituzione degli ateniesi’ di cui nel corso del tempo si formano delle sintesi, oggi conosciute
solo in parte. La sintesi venne fatta da uno studioso interessato alle Costituzioni di Aristotele. Le
sue costituzioni sintetiche (πολιτέιαι) avevano un valore scolastico fino a divenire in seguito delle
opere autonome. Il primo collaboratore di Aristotele è Teofrasto.
Si produce una mole di materiale aristotelico sulle Costituzioni al punto che per renderle accessibili
agli studenti furono necessarie delle sintesi. Le sintesi delle Costituzioni aristoteliche conservate
appartenevano a Eraclide Lembo ( era un soprannome che indicava un traghetto merci ) in quanto
egli traghettava le sue conoscenze ad altri.
Sono delle epitomi molto impoverite rispetto allo stile ampolloso dell’opera principale. l’Atenaion
politeia si perse ma ad un certo punto venne riscoperta per mezzo di un papiro che ce la conserva.
Prima c’era una conoscenza solo indiretta per mezzo di citazioni poi divenne una conoscenza
diretta con il ritrovamento del papiro ma purtroppo la prima parte del papiro era fortemente
danneggiata e l’inizio del testo non si è salvato. Si possono notare le lacune.
Ci è pervenuta attraverso un papiro londinese 131 ( TM 59294) : è una porzione di rotolo molto
lunga in cui la Costituzione sta sul verso se ben osservato, questo è un papiro documentario che
viene riciclato ( ecco perché è scritto sul verso e non sul recto) . Non porta una data precisa ma nel
documento il termine post quem oscilla fra I secolo a.C e I secolo d.C.
Il papiro venne scritto da più mani simili ma differenti. In molte colonne si usa una scrittura usuale
( non era quindi un libro per circolazione libraria ma era ad uso proprio e per una cerchia ristretta
nonostante presenti buona attenzione alla qualità del testo). È scritto su colonne molto larghe
quindi la destinazione non era libraria perché spesso il testo librario era scritto per colonne strette .
L’impaginazione è per uso personale senza l’intenzione di scrivere un testo elegante. Ci sono anche
altri due testi fra cui un pezzo di Callimaco. Il papiro è arrivato a Londra perché in quegli anni il
paese esercitava il protettorato in Egitto. Questo arriva a Londra procurato dal collezionista Wallis
Budge che ha raccontato molte storie fantasiose sul recupero dei papiri destinati alla British
Library. Il collezionista dice di averlo comprato nella località di Meyr.
Il luogo di provenienza più probabile è forse Hermopolis, dirimpettaia di Antinopoli, la città fondata
da Adriano in onore di Antino affogato nel Nilo. Hermopolis era una città molto colta confrontabile
con il livello della cultura di Ossirinco ma i papiri di Hermopolis sono stati trovati in gran parte
durante ricerche non autorizzate. La Costituzione degli ateniesi conserva frammenti di tradizione
indiretta di detti di Solone. Colui che ha trascritto questo testo aveva interesse per questa opera,
forse per la storia di Atene e per alcune categorie del pensiero politico come la parresia.
!45
Oggi sono stati pubblicati soltanto 47 papiri di Aristotele perché sono un testo molto difficile da
interpretare.
Il papiro contiene:
1) Costituzione degli Ateniesi di Aristotele (P.Lond.Lit. 108)
2) Scholia sull'Ezia di Callimaco (P.Lond. Lit. 181),
3) Conti di fattoria (SB VIII 9699, P.Lond. I 131*),
4) Commento su In Midiam di Demostene (P. Lond. Lit. 179)
17.11
I grandi temi della riflessioni filosofica sono sistematizzati da Aristotele e i temi di tutto lo scibile
da lui individuati, sono stati poi discussi nelle diverse scuole filosofiche che si sono formate in
seguito, quali:
1) Accademica
2) Peripatetica
3) Epicurea : fino ai ritrovamenti di Ercolano, aveva avuto molte perdite nel corso della tradizione.
La filosofia epicurea era nota soltanto attraverso Lucrezio il quale nel De rerum natura ne
riutilizzò gli argomenti e i temi. Inoltre ci sono pervenute anche alcune lettere di Epicuro , in
maggior parte conservate per tradizione indiretta , ovvero trasmesse da un testimone antico che
le cita come Diogene Laerzio (II d.c). Diogene scrisse una storia sulla filosofia antica
utilizzando trattati filosofici precedenti che in seguito furono dimenticati. Sono note anche
alcune citazioni epicuree. La filosofia epicurea se in un primo momento riscosse un grande
successo, questo iniziò a diminuire intorno al I d.c. : l’impero romano infatti preferì la filosofia
stoica, più consona ad un governo ecumenico. Anche il cristianesimo preferì la filosofia stoica e
il platonismo piuttosto che epicureismo. I primi ad accantonare l ‘epicureismo furono gli stessi
imperatori romani. I ritrovamenti di Ercolano i hanno trasmesso una testimonianza diretta della
filosofia epicurea attraverso la biblioteca di Filodemo di Gadara ( I a.c.), nato fra 120- 130 a-C.
4) Stoica
Blank oltre ad aver riscoperto il catalogo dei papiri di Ercolano , preparato da Piaggio, fra i suoi
scritti, sotto la voce ‘Filodemo’ , si è occupato anche della vita di questo filosofo.
Fra i rotoli di Ercolano si è conservato un trattato molto lungo sulla parresia; di conseguenza si può
concludere che anche in ambito epicureo si svolse una riflessione filosofica su questo tema, fondato
da Aristotele.
Aristotele è colui che ha sistematizzato il tema in ambito filosofico fino ad arrivare all’opera più
estesa sul tema -che è costituita dall’opera di Filodemo. Analizzando i testimoni antichi, scopro che
il trattato di Filodemo è il più ampio.
TLG > FULL CORPUS / BROWSER ( παρρησια /verbo παρρησιαζοµαι).
LSJ ( liddel Scott Jones) : dizionario greco. Il Rocci ha come base il LSJ, il Montanari è più recente.
La parresia era un tema caro ad Euripide che nelle sue tragedie parla di problemi essenziali della
società ateniese.
Teodoro Metochite è un autore cristiano bizantino il quale risemantizza il termine parresia in
ambito cristiano.
Le opere di Aristotele si dividono in due grandi gruppi :
1) una parte esoterica ( le opere destinate alla circolazione all’interno della scuola)
2) una parte essoterica ( opere divulgative e più sviluppate di cui purtroppo si salvano soltanto
frammenti per citazione indiretta. Cicerone ci dice che la prosa di Aristotele era splendida ma forse
!46
il suo giudizio si riferisce solo alla parte delle opere divulgative perché quelle che ci sono
pervenute - principalmente le opere esoteriche- sono sintetiche e difficili in quanto non erano
destinate alla divulgazione. Le opere esoteriche sono principalmente gli appunti delle lezioni presi
dagli studenti per questo, presentano una prosa sbrigativa e veloce. )
Della parte divulgativa ( essoterica ) si sono conservati principalmente dei frammenti ( in TLG sono
in fondo alla lista ).
Anche nella Politica di Aristotele , pg.1313 b ( indica la metà inferiore della pagina nell’edizione
dell’ “Opera omnia” curata dall’editore Bekker, e considerata come l’editio princeps ), si parla del
concetto di parresia.
“Αἱ δὲ τυραννίδες σῴζονται κατὰ δύο τρόπους τοὺς ἐναντιωτάτους , ὧν ἅτερός ἐστιν παρα
δεδομένος καὶ καθ' ὃν διοικοῦσιν οἱ πλεῖστοι τῶν τυράννων τὴν ἀρχήν . τούτων δὲ τὰ
πολλά φασι καταστῆσαι Περίανδρον τὸν Κορίνθιον · πολλὰ
δὲ καὶ παρὰ τῆς Περσῶν ἀρχῆς ἔστι τοιαῦτα λαβεῖν .
ἔστι δὲ τά τε πάλαι λεχθέντα πρὸς σωτηρίαν , ὡς οἷόν τε ,
τῆς τυραννίδος , τὸ τοὺς ὑπερέχοντας κολούειν καὶ τοὺς φρονηατίας ἀναιρεῖν , καὶ μήτε συ
σσίτια ἐᾶν μήτε ἑταιρίαν(1313b) μήτε παιδείαν μήτε ἄλλο μηθὲν τοιοῦτον , ἀλλὰ πάντα φυλ
άττειν ὅθεν εἴωθε γίγνεσθαι δύο , φρόνημά τε καὶ πίστις , καὶ μήτε σχολὰς μήτε ἄλλους συλ
λόγους ἐπιτρέπειν γίγνεσθαι σχολαστικούς , καὶ πάντα ποιεῖν ἐξ ὧν ὅτι μάλιστα
ἀγνῶτες ἀλλήλοις ἔσονται πάντες ( ἡ γὰρ γνῶσις πίστιν (5)ποιεῖ μᾶλλον πρὸς ἀλλήλους ) · κ
αὶ τὸ τοὺς ἐπιδημοῦντας αἰεὶ φανεροὺς εἶναι καὶ διατρίβειν περὶ θύρας ( οὕτω γὰρ ἂν
ἥκιστα λανθάνοιεν τί πράττουσι , καὶ φρονεῖν ἂν ἐθίζοιντο μικρὸν αἰεὶ δουλεύοντες ) ·
καὶ τἆλλα α οιαῦτα Περσικα καὶ βάρβαρα τυραννικά ἐστιν πάντα
γὰρ ταὐτὸν δύναται ) · (10)καὶ τὸ μὴ λανθάνειν πειρᾶσθαι ὅσα τυγχάνει τις λέγων
καὶ τὸ λανθάνειν πειρᾶσθαι ὅσα τυγχάνει τις λέγωνἢ πράττων τῶν ἀρχομένων , ἀλλ' εἶναι
κατασκόπους , οἷον περὶ Συρακούσας αἱ ποταγωγίδες καλούμεναι , καὶ οὓς
ὠτακουστὰς ἐξέπεμπεν Ἱέρων , ὅπου τις εἴη συνουσία καὶ σύλλογος (παρρησιάζονταί τε γὰ
ρ ἧττον, φοβούμενοι τοὺς τοιούτους , κἂν παρρησιάζωνται , λανθάνουσιν ἧττον ).
La parresia viene tematizzata in ambito filosofico da Aristotele in un contesto ben preciso, quello
della tirannide, una delle forme possibili del governo della città. Il filosofo non esprime giudizi ma
si limita solo ad analizzare il fatto poiché egli è uno scienziato quindi raccoglie dati per teorizzare
quanto apprende. La raccolta dati per lo studio della politica parte dalla raccolta delle politeiai ( le
costituzioni) di diverse città greche ma l’unica che si è conservata è la Costituzione degli Ateniesi.
Non necessariamente un testimone più antico - magari papiraceo- conserva una tradizione del testo
migliore. Molti dei problemi testuali che si credeva si fossero generati nel corso della tradizione di
un testo in realtà si trovavano già nei papiri.
“ I regimi tirannici si salvano in 2 modi diversi fra loro; dei quali l’uno è quello tradizionale e
secondo il quale, governano il potere la maggior parte dei tiranni. ( i regimi tirannici durano nel
tempo. E si salvano in due modi fra loro opposti ). Di questi dicono che la maggior parte l’abbia
stabilita Periandro di Corinto ( un tiranno greco tipico che insieme a Trasibulo, sono i prototipi
della tirannide. Periandro fu tiranno di Corinto mentre Trasibulo fu tiranno di Mileto, in Asia
Minore. I tiranni successivi seguiranno il loro esempio). Ma è possibile trovarne altri anche dal
potere dei Persiani ( altri esempi sono forniti osservando il sistema di governo dei Persiani; forse
Aristotele vuole indicare un sottotesto; nei tempi presenti Aristotele osserva i Persiani, nemici
!47
contemporanei). Sono quelli già detti dagli antichi per la salvezza , per quanto possibile, della
tirannide, l’ostacolare coloro che sono in posizione di prestigio e eliminare gli intelligenti
( bisogna ostacolare i ceti superiori e eliminare coloro che hanno capacità di giudizio) e non
consentire né i sissizi ( συν + σιτος ‘grano’, sono delle situazioni in cui si mangia insieme), né l’
eteria ( associazioni di pari grado fra amici, detti anche sodales) né l’educazione e niente altro del
genere ma stare attenti a tutte le occasioni dalle quali è consueto che si generino due cose,
l’intelligenza e la fiducia. E non concedere né scuole né altre aggregazioni scolastiche e di fare
tutte le cose grazie alle quali tutti saranno sconosciuti gli uni agli altri ( si deve evitare lo scambio
di conoscenze da cui deriva una fiducia comune ) ( il conoscere soprattutto genera fiducia gli uni
negli altri) . E anche incrementare il fatto che quelli che sono in giro siano sempre visibili e si
trattengano presso le porte ( quelli che escono devono aggirarsi intorno al palazzo del tiranno) ( in
questo modo infatti sfuggirà quanto meno possibile che cosa fanno, e prenderanno poco l’abitudine
di pensare essendo sempre schiavi). E tutte le altre cose quante ce ne sono di persiane e barbare
( tutti infatti possono fare le stesse cose). E il non trascurare di controllare le cose che a qualcuno
che comanda, capiti di dire o di fare ma che ci siano delle spie, per esempio a Siracusa le
cosiddette ποταγογιδης ( a Siracusa si parlava dialetto dorico ποτ = πος. Erano delle prostituite che
controllavano nel ruolo di spie) e quelli che Gerone mandò detti ascoltatori. ( Gerone per il
controllo si avvaleva sia delle ‘signori attraenti’ sia degli ascoltatori’), dovunque ci fosse una
riunione o un incontro ( infatti parlano esplicitamente di meno, temendo tali spie e anche se
parlano, sfuggono di meno).”
Per controllare Ierone si avvale di due figure : le belle donne e gli ascoltatori che entrano in gioco
nel momento in cui ci sono riunioni o incontri (συνλόγος ; συνουσία). Ierone fu tiranno di Siracusa
intorno al 480. Il fatto che Ierone tenga sotto controllo la popolazione, si hanno solo due scelte: 1)
parlare poco 2) se parli si sa quello che si è detto. L’effetto di questa politica è la repressione oppure
il venire a conoscenza di quello di cui si è parlato. Questo passo serve a capire bene che cosa sia il
termine parresia.
Aristotele parla di parresia nel contesto dei costumi tirannici e si viene a conoscenza di quali
contesti si pratica la parresia: in situazioni di incontro come σισσιτία ( “occasioni istituzionali in
cui si mangia insieme” ) e le σχόλαι ( “luoghi in cui si studia insieme”), eterie, συλλόγος ,συνουσία.
Una scuola filosofica ( “σχολή”) riflette su temi più vari fra i suoi allievi e studenti; per questo è
concepita nelle tirannidi come un luogo pericoloso in quanto in esse si sviluppa la parresia ( mi
permette di parlare liberamente su ogni cosa in un contesto di studio in cui ognuno esprime la sua
opinione in funzione di una maggiore conoscenza).
Dalla parte delle σχόλαι ci sono le scuole filosofiche: ogni gruppo di persone che studiano insieme è
un luogo di parresia.
Una σχολἠ è una scuola filosofica. Le scuole filosofiche successive si focalizzano sull’uso della
parresia nel loro ambito; non intende il modo in cui fare politica ma il modo in cui esercitare la
parresia per mezzo del φρόνεµα (‘intelligenza’).
Un tiranno non vuole che si eserciti la parresia perché così si esercita il proprio pensiero di
conseguenza non si riesce più a governarli e a sottometterli.
Un sovrano illuminato non schiaccia i suoi sudditi ma enfatizza il loro pensiero per mantenere il suo
potere. Nessuna tirannide nonostante questo, sarà eterna.
Aristotele aveva al suo seguito una fitta schiera di collaboratori fra cui Teofrasto, i quali gli
permettevano per mezzo del dialogo di procedere in direzione della conoscenza.
Si può capire in base alle restanti opere aristoteliche il modo in cui intende la parresia o
analizzando il VIII libro dell’Etica Nicomachea, il concetto di amicizia come un obiettivo in
comune.
!48
Filodemo non fu una mente eccellente ma anche lui parlò del medesimo argomento presupponendo
la riflessione filosofica della parresia precedente in quanto è un buon sintetizzatore e come era
concepita nell’ambito epicureo.
Il papiro della costituzione degli Ateniesi forse è originario di Hermopoli. I primi tre rotoli furono
acquistati con un lotto che comprendeva i papiri 130-137, acquistati da Doctor J. Alexander il 12
aprile 1890. Il quarto rotolo fu acquistato più tardi intorno al 12 luglio 1890. Alexander era un
mediatore del Cairo e chi li ha procurati fu Wallas Budge . Questi sono più pezzi dello stesso rotolo
, riutilizzati sul rovescio per scriverci l’intera opera.
Oggi i papiri sono conservati in una teca di vetro chiusi con nastro adesivo.
Da f. 6 v - f. 10 v. c’è la Costituzione degli Ateniesi.
Nel recto invece compare un testo documentario: è una bella mano ma la difficiloltà è nello
scioglimento delle abbreviazioni. [ repertorio di abbreviazioni]. Il sistema delle abbreviazioni si
sviluppa prima nei papiri e poi viene utilizzato anche nei codici manoscritti medievali.
Il recto presenta un testo documentario scritto in un sistema bilineare tendenzialmente corsivo
mentre sul verso ( in quanto il papiro venne riciclato per uso letterario) la scrittura è molto nitida,
chiara e facilmente comprensibile, un tipo di scrittura adatta al sistema librario.
18.11
L’atteggiamento che il tiranno deve avere con i suoi φίλοι, lo devono aiutare nel gestire il potere e i
φύλακες, lo aiutano a conservare le ricchezze. I personaggi al tiranno più vicini sono i più pericolosi
e quindi il tiranno deve stare attento.
Il contesto in cui è utile riflette sulla parresia ha a che vedere con i contesti in cui il tiranno incontra
i suoi φίλοι come σίσσιτια e σχολαι : occasioni in cui si esercita ‘il dire tutto apertamente’.
!49
Le opere pubbliche possono dare prestigio al tiranno e genereranno lavoro per i sudditi. I φίλοι
vengono convocati per presentare i loro consigli al sovrano: loro parlano al tiranno in maniera
aperta.
Il tiranno deve difendersi dalla χολακέια (‘adulazione’) : non si deve scambiare l’adulazione per un
vero consiglio.
La riflessione sulla parresia nasce in un contesto di riflessione intorno alla tirannide. Le persone
che partecipano ad un convegno sono dello stesso strato sociale: un tiranno è prestigioso non solo
perché è forte ( come la sua abilità nel fare la guerra) me anche perché esercita altre virtù, come la
conoscenza.
Il tiranno deve essere capace di valutare un progetto che gli viene presentato attraverso le
competenze che acquisisce. Un tiranno ideale per Aristotele è competente:
1) nel fare la guerra
2) nella gestione del suo potere-delegandolo ad amici-;
3) sa distinguere fra amici e adulatori e sa farne buon uso degli amici lasciandogli libertà di
parresia ma è capace anche
4) di limitare i suoi amici perché costituiscono la parte più pericolosa in quanto possono
detronizzare il tiranno per divenire loro dei tiranni.
Aristotele sta cercando di insegnare i suoi insegnamenti al suo allievo , Alessandro Magno. Alla
morte di Filippo il Macedone, Aristotele ritornò in Grecia dove apre la sua scuola. Aristotele lascia a
fianco di Alessandro Magno, Callistene, uno storico ufficiale che è un fidato del filosofo delegando
il suo compito. Callistene per eccesso di parresia fa una brutta fine. Alla notizia della brutta fine di
Callistene , Aristotele giustifica sostenendo che non riusciva a controllare il suo discorso.
La scuola di Aristotele sarà in seguito il modello delle successive scuole filosofiche che si
formeranno. Le corti ellenistiche successive avranno come modello quella di Alessandro, una corte
itinerante. I diadochi erano dei discendenti dei regni macedoni. Nelle corti ellenistiche si presentano
gli stessi problemi di eccesso di potere, identici a quelli dei regni tirannici.
I diadochi dovranno :
1) gestire il potere utilizzando una corte di amici
2) eleggere il successore; il discendente deve formarsi attraverso un maestro e una σχολή
Tolomeo I Soter - che fu anche uno storico- fonda la sua corte scegliendo come maestro di suoi
figlio, Platone di Lampsaco, il successore di Aristotele a capo del Peripato.
Sotade, un poeta di corte Tolemaico fece una brutta fine per eccesso di parresia dicendo una cosa
di sbagliato sul matrimonio di Tolomeo II Filadelfo , un sovrano illuminato con la sorella . Un poeta
fa parte della corte di un sovrano illuminato quindi è un filos; in questo ambiente è ammessa la
parresia ma questa deve essere espressa con attenzione senza troppi eccessi. Il matrimonio con la
sorella era normale per una cultura egizia e non per una greca.
Teocrito racconta che Sotade venne chiuso in una cassa di piombo e sprofondato in mare. Sotade è
un esempio sfortunato di esercizio della parresia.
I filoi sono i collaboratori più vicini al sovrano. Tolomeo II poteva però creare una situazione meno
violenta nei confronti di Sotade in quanto questo evento ha diminuito la sua autorevolezza.
La riflessione sulla parresia perdura sia nella corti che nelle scolai. È una riflessione consapevole
dei rischi che si corrono. Nei regni ellenistici la tirannide diventa la norma mentre in Atene, le
tirannidi potevano esserci o meno. Nella generazione successiva ad Aristotele le tirannidi saranno la
norma e colui che riflette sulla situazione contemporanea, è spesso un uomo di corte.
La parresia è una arte del parlare capace di essere insegnata nelle scuole; una arte indirizzata a
coloro che sono al potere o la esercitano.
!50
Quando si fa una edizione di una opera papiracea e devo integrare, la famigliarizzazione con il tema
di Aristotele mi permette di sanare le parti dell’opera di Filodemo che non ci sono pervenute.
Δόξαι ( ‘modi di pensare’ ). Se mi impadronisco dei temi precedenti, riesco a impadronirmi del
lessico e degli esempi utilizzati, utili per l’edizione del trattato di Filodemo. Bisogna essere padroni
dell’argomento.
L’esperienza dei filoi deriva dalla frequentazione della scholé , un altro luogo in cui si esercita la
parresia , un luogo in cui tutti sono uguali e liberi di dire la propria opinione così da fare emergere
un guadagno di conoscenza.
[ sito specializzato sui papiri di Ercolano : chartes. It ] . Il papiro di Filodemo sulla parresia è il pap.
1471: il testo è integro; conservato ( ovvero è stato restaurato); venne svolto nel 1808 da F.
Casanova -poi aiutato anche da suo fratello- perché padre Piaggio era già morto. Non ci sono scorze
ma delle cornici ( il papiro venne diviso in porzioni ciascuna delle quali contenute in cornici).
Il lavoro di srotolamento e del disegno è durato fra 1808-11 e venne ripreso nel 1817.
In totale ci sono circa 21 cornici.
- l’immagine di chartres. It è una immagine multispettrale ( che gioca sui filtri discriminando fra
nero di fondo e nero dell’inchiostro). L’editio princeps che venne pubblicata nel 1914, venne
preparata da A. Olivieri affaticandosi su porzioni di testo che erano difficilmente distinguibili.
- La decifrazione di Olivieri va sempre tenuta presente ma con le immagini multispettrali si
potrebbe avere una decifrazione diversa.
Olivieri aveva una guida nella decifrazione : i disegni dei fratelli Casanova, svolgitori e disegnatori.
Il lavoro di Olivieri deve essere sottoposto a verifica avvalendosi dei disegni , contenuti nel V
volumina Hercolanensium quae supersunt. Nel momento in cui il rotolo venne messo sotto vetro i
Casanova dividono il rotolo in porzioni in quanto non si poteva mettere sotto vetro un testo lungo
17 m;
- 21 cornici ognuna delle quali contiene più pezzi che non sono disposti nelle cornici nell’ordine
originario. Il recupero dell’ordine di questo papiro è stato effettuato contemporaneamente ma in
maniera diversa da :
1) White, 2009, Cronache ercolanesi
2) 2010, De Lattre
Questi studiosi sono arrivati alle stesse conclusioni ma il francese in maniera più lineare perché ha
lavorato a questo papiro avendo già lavorato ad un altro papiro ercolanese.
Le cornici da 17- 21 offrono un testo continuo mentre le cornici precedenti offrono un testo la cui
porzioni relative dovevano essere accertate. Olivieri propone una trascrizione dei frammenti che
non seguono l’ordine originario del testo; per questo non si capisce il filo del discorso.
L’ordine del discorso non è stato turbato dai disegnatori ma dallo studioso che non ha capito il
criterio con cui i Casanova avevano messo insieme i pezzi in una determinata cornice ( bisogna
capire la logica).
Ci sono circa 159 disegni disponibili e i disegnatori sono tre ( Cozzi A. Nel 1908 riprende l’attività
di disegno).
22.11
La paresia fu definita da Aristotele il quale nella Politeia ricorda un episodio fra Pisistrato e un
uomo qualunque. In quella occasione il tiranno diede prova di intelligenza.
In cap. 11 di Politica sulla base delle costituzioni di molte città, Aristotele ha riflettuto sul potere fra
tiranno e sudditi. All’interno di questo potere, c’è la possibilità di dire la propria parola senza freni.
(leggi capitolo 10 di POlitica, arist.).
!51
I contesti in cui si esercita la paremia sono: scholé e corte. Non vanno pensati come due luoghi
diversi ma spesso coincidenti. Colui che si può permettere la scolé ( ootium) sono i ricchi che poi
saranno sovrani o componenti della corte. La scholé è prossima alla corte perché chi studia si
prepara ad essere parte del ceto dirigente. Il maestro di Alessandro magno era Aristotele e nelle corti
dei diadochi, ci saranno altri intellettuali al servizio del sovrano. L’informazione è più dettagliata a
proposito dell Egitto Tolemaico: perché Alessandria fu una capitale del mondo mediterraneo in cui
precipitò la cultura greca. vi si traferirono molti greci privilegiati, studiosi e come centro di studi.
A queste informazione si è aggiunta la massa di ritrovamenti papiracei. Degli altri regni ellenistici si
sa molto ma non si hanno la stessa mole di documentazione scritta che mostra la vita quotidiana
nello specifico.
Per altri regni ellenistici c’è letteratura, iscrizioni. l’Egitto a differenza degli altri regni, è meglio
documentato.
Si può vedere come il sovrano ha una corte di abbienti che si sono formati alla scuola di vari
intellettuali.
Chi opera nella corte ha interesse a riflettere sulla paresia perché : 1) l’intellettuale vuole sapere i
limiti entro cui può spingersi la parresia senza fare una brutta fine
2) ci si chiede il modo di esercitare la parresia in maniera intelligente nella scholé. Bisogna creare
un dialogo non reticente e produttivo, senza generare falsa informazione.
Foucault si rende conto che volendo riflettere sul tema della parresia doveva tornare alle fonti
greche per definire i termini della questione, ammettendo i propri limiti.
Come governo la parresia ? > domanda posta da Arsitot. L’unico trattato specifico sulla parresia è
quello di Filodemo.
È un papiro ben conservato. Marcello Gigante voleva studiare il papiro tenendolo fermo per molti
anni stessa cosa disse Obbin. Il problema era causato dal progredire lento del lavoro.
Ancora oggi bisogna confrontarsi con il fatto che è un processo lungo e non si avevano gli strumenti
adatti.
L’edizione di A.Olivieri era insoddisfacente perché il compito era molto difficile fino a quando si
sono inventate le immagini Multispettrali e si doveva capire perché il testo era molto frammentato
in 21 cornici.
Perché ci sono 21 cornici ognuna contenente una porzione di papiro?
L’attenzione al modo in cui il papiro si presenta è maturata nel 2005 quindi molto tempo dopo
l’edizione di Olivieri > bisogna fare attenzione alla storia del restauro senza limitarmi a tradurre
solo il testo.
Delle 21 cornici, quelle dalla 17-21, ( la costituzione degli ateniesi è conservata in teche di vetro
perché il testo era molto lungo). I frammenti di Ercolano non sono messi sotto vetro perché troppo
fragili; i restauratori fecero aderire i fr. a d un cartoncino che poggiava su una tavoletta e posta
dentro una cassettina recante il numero di inventario. In tempi recenti la cassettina è divenuta di
metallo e sopra si è posto uno strato di vetro staccato rispetto al papiro.
Oltre alle immagini multispettrali ci sono anche le immagini a ultrarossi perché non riprendono
l’inchiostro posto all’inizio dell’800 dai restauratori. Bisogna lavorare su immagini multispettrali,
infrarossi, papiro e le incisioni realizzate dai disegnatori dei diversi fr. dei rotoli
P. Herc.1471
Cornici 1-21
!52
CR. 17-21 conservano la parte finale del rotolo quindi il midollo (ben conservata) in cui il testo è
disposto in ordine sequenziale e certo. È la parte più facile da studiare. In fondo c’è anche la
sottoscrizione con il titolo finale ( subscritio).
Nell’edizione di Oliveri (1914) le colonne contenute all’interno di queste cornici CR. 17-21 = coll. (
Olivieri numerò le coll. dalla prima della 17 fino alla 21) 1- 24 Olivieri.
Per le cornici 1-16 si hanno molti frammenti la cui correlazione non è molto evidente. Oliveri seguì
la numerazione presente dei disegni.
CR 1-16 = frr. 1-x ( numerazione come scritta in Volumina Herculanensium quae supersunt) e il
loro numero compare sulle etichette poste dai restauratori.
I restauratori pongono i numeri sui fr.. e poi il loro numero è riportato sui disegni. Olivieri utilizza
questa numerazione ma in alcuni casi, la modifica perché attraverso l’analisi testuale esclude alcuni
frammenti.
Oliv. 4 | VH 3 ( elenco delle concordanze)
Devo ricostruire l’aspetto del rotolo originale attraverso una maquette virtuale ( un disegno in cui
si immagina l’aspetto dei diversi frammenti nelle posizioni originari dei diversi pezzi; è un disegno
in cui si ricollocano i diversi frammenti del papiro ). Si chiama maquette perché il primo che lo ha
realizzato era un francese per l’edizione del De Musica; facendo fare un salto di qualità agli studi
ercolanesi.
Egli fece vedere in quali posizioni reciproche erano i frr. Che si sono conservati.
Con le immg. Multispettrali si può vedere il testo e anche le pieghe fatte sul rotolo > osservazione
sul supporto prima del testo o in combinazione.
Per cercare di recuperare l’aspetto originale del rotolo, un dato utile sono le lettere sticometriche
( lettere che sono poste ogni 100 sticoi dallo scriba il cui scopo era per misurare il suo lavoro). Sui
frammenti del papiro 1471 ci sono alcune lettere sticometriche.
Le lettere sticometriche che si salvano sono una decina: τ υ ω ( 24 x 100 righi= 2400 στίχοι) da cr
1-16 I serie ; Ζ ? Η θ Ι Κ ( 10 x 100 = 10000 righe) II serie
2400 + 1000= 3400
1 stikos = 17 sillabe (lunghezza media dell’esametro omerico) = 1 rigo nei poemi omerici = 2 linee
nella colonna . I poemi omerici furono i primi ad essere trascritti professionalmente quindi la
numerazione sticometrica è nata con l’Iliade.
In età Tolemaica furono raccolte molte copie di letterature greca > sistematizzazione dei testi di
ciascuna opera > copia dell’Iliade. Si sono chiesti come misurar il lavoro dei versi copiati dal
copista ? Attraverso gli stichoi trascritti.
3400 stichoi x 2 linee di scrittura = 6800 rgg. : 5.5 (larghezza media di scrittura di 1 colonna) = 12
metri ( lunghezza originaria del rotolo)
Protocollo ( pagina bianca iniziale) escatocollo ( pagina bianca finale)
7 cm di diametro
Posso immaginare anche quanto fosse alto >l’altezza del papiro oscilla fra i 32-33 righi ( sulla base
delle cr. 17-21 ) + i margini superiori e inferiori.
Il rigo di 5.5 cm ha al suo interno almeno 20 lettere.
CR 17 coll. 1-3: dobbiamo stare attenti al numero delle righe per ogni colonna perché il papiro è
danneggiato in una parte superiore e inferiore. C’è una perdita di testo quindi bisogna riflettere su
quanto testo è andato perduto.
Olivieri distingue fra col. 1 A ( parte superiore della I )e col. 1 B ( parte inferiore della I colonna ).
- si vede anche lo spazio intercolonnare.
!53
- La piegatura di Cr 17 si troverà anche in Cr. 18. Se la ritrovo anche nei fr. cr. 1-16 uno di quelli
sarà in successione a queste cr.
- In scrittura maiuscola libraria molto posata e facilmente decifrabile, destinati alla circolazione.
Alcuni rotoli sono la brutta copia delle opere che Filodemo doveva dettare al suo scrittore.
Si è conservata l’ultima linea di scrittura > si può ricostruire anche il margine inferiore del papiro
- tracce di scrittura fino all’estremità superiore della colonna ma non si può dedurre che c’era un
margine superiore
- Poi posso verificare la decifrazione di Olivieri e l’incisione di questa parte della colonna in VH
( papiro, incisione dei VH, edizione di Olivieri, disegni).
Olivieri fece una introduzione, decifrazione senza traduzione. Il lavoro di Olivieri venne criticato
da filipson.
Gigante fece un lavoro preparatorio; Achille Voiano lasciò carte presso l’Officina dei papiri ( note
di studio) di cui si è dato notizia nel 2015 sul numero delle cronache ercolanesi.
È necessario il loro parere per il riesame del papiro. Una traduzione in inglese venne pubblicata nel
1998 in cui degli studiosi americani - di cui il capostipite era D. Konstan - iniziarono a tradurre
sulla base dell’edizione di Olivieri.
La traduzione venne pubblicata in Georgia da Society Bibical Literature: la parresia è una
riflessione anche in contesto biblico già presente in Filone di Alessandria, contemporaneo di Gesù.
In 2 opere filosofiche di filone si riflette sulla parresia. Nella tradizione ebraica nasce il
cristianesimo e si porta in questo ambito una riflessione sulla parresia, già nata nella cultura ebraica
ellenicizzante che ha come somm esponente Filone.
24.11
P. Herc. 1471 17 corn: è una immagine del 700 fatta dai fratelli Casanova, anche le immagini
vecchie riflettono lo stato di conservazione del reperto agli inizi del 700.
Inoltre possiamo avvalerci dei disegni fatti agli inizi del 800 che riflettono uno stato di
conservazione migliore. È sulla base di quelle incisioni e dei disegni pubblicati in VH, Olivieri
pubblica l’edizione princeps.
Il lavoro dei disegnatori fu molto prezioso ma non avevano la conoscenza della lingua greca.
I disegni erano il risultato di uno sforzo di decifrazione : i restauratori avevano una forte capacità
manuale.
Gli svolgitori dei rotoli di ercolano avevano una profonda competenza su cui puntò Alesssandro
Olivieri che disponeva dell’originale del papiro e dei disegni in 5 volume di VH.
Nella premessa dice Olivieri ‘rursus et rursus legit’ dice la fatica che ebbe nella decifrazione del
papiro; a supporto aveva solo i disegni.
Noi invece abbiamo le immagini multispettrale e le immagini a infrarossi e la scrittura emerge di
netto dal supporto da cui è scritta perché le imm. Multispettrali discriminano i diversi tipi di nero.
Oggi ho:
1) Originale
2) Disegni
3) imm. Multispettrali
4) Mappa mentale del rotolo, ricostruito sulla base delle note sticometriche
Sul tavolo devo avere la:
1) edizione di Olivieri
2) La traduzione in inglese di studiosi americani nel 1998
!54
Perché il testo è difficilmente traducibile perché è un testo filosofico con linguaggio tecnico e i temi
trattati sono difficile. Inoltre il testo è molto lacunoso; questi sono i motivi per cui Olivieri non
diede una traduzione.
Olivieri non ha fatto una traduzione anche perché il lavoro editoriale non permetteva un testo
traducibile.
Il primo suo lettore fu Filipson che criticò il fatto che Olivieri non diede una sua traduzione.
l’editio princeps è il primo ingresso scientifico dello studio sul papiro perché Olivieri ha avuto a che
fare prima con questo oggetto ; in apparato o nella sua premessa possono esserci delle informazioni
importanti.
Olivieri decise di numerare le coll. a partire dalla 17 : l’imm. Mi da la I II III coll. . la cornice 17 è
diviso in una parte superiore e inferiore.
A e B sono due pezzi separati da una lacuna : al momento non si sanno quante righe sono andate
perdute.
L’edizione di Olivieri fu fatta da Teubner.
Collane editoriali :
1) edizione di belle Lettre
2) ed. Oxford
3) Leube ( con testi e traduzioni)
4) Teubner
Venne pubblicato nel 1914 a Lipsia.
La prefazione in lingua latina si è interrotta nell’ultimo ventennio.
pp. 2-3 inizia l’edizione vera e propria. A librario : è colui che ha trascritto il rotolo che si è avvalso
di alcuni segni para testuali.
APPARATO DEI SEGNI DI OLIVIERI:
Utilizzate dall’editore:
* che rende evidente lo spazio di circa una lettera lasciato vuoto nel papiro. Lo spazio lasciato
bianco Olivieri decide di segnalarlo con un asterisco. In quel punto il copista voleva segnalare una
porzione di testo
[] : indicano una lettera integrata
[[]] : indicano una lettera che è stata cancellata dal librario
≤a> : si mettono le lettere aggiunte ulteriormente dal librario ( sono delle lettere superflue)
Lettere sottolineate : indicano lettere incerte
L’invenzione di una segnaletica dei segni che utilizzo è stata formalizzata negli anni 1960.
Le lettere con i puntini : sono lettere danneggiate ma con decifrazione non incerta
….. > per le tracce di lettere che non si capisce cosa siano
Disegno a : disegno
Disegno b: incisione pubblicate in VH 5
Ci può essere una divergenza fra l’incisione del disegno e i disegni stessi
pp. 40-41 > trascrizione dei frr. 86 , 87 e 88 ( precedenti alle cornici 17- 21) poi comincia le
trascrizione della col. I
!55
Olivieri nella prefazione dice che ha rinunciato all’edizione di alcuni frammenti
————————————————————————————————————————
La parte superiore dell’apparato mi da informazioni sull’APPARATO PALEOGRAFICO ( mi da
informazioni sulle condizioni del reparto in un determinato punto)
————————————————————————————————————————
APPARATO DEI LOCI PARALLELI: altre fonti utili ad interpretare il passo in questione.
o.p. ( opera laudata; indica una opera già citata che nel caso dell’opere di Plutarco è ‘su come
distinguere l’amico dall’adulatore’)
l’opera di Plutarco è utile per padroneggiare la lingua e per capire le lacune. Si deve prendere
confidenza con la lingua e con i pensieri precedenti.
Filodemo è anteriore a Plutarco ma i temi da lui trattati sono ripresi da Plu. E gli stessi argomenti di
filodemo si collegano a sua volta a quelli di Aristotele.
————————————————————————————————————————
La sottolineatura delle lettere continua non sono delle lettere incerte perché le lettere con i puntini
indicano delle lettere senza lettura dubbia quindi la combinazione dei due deve essere capita.
Nella decifrazione si deve partire dalle parti più facilmente decifrabili. Quindi cr. 17 col. I a e col. I
b nella parte maggiormente decifrabile.
P : r in un sistema bilineare. Non sempre gli scriventi vanno a capo interrompendo le parole; in
questo caso il librario va a capo perché tiene l’allineamento a destra, quindi deve spezzare la parola
e andare a capo.
Spesso gli scriventi non vanno a capo preferendo invece finire il rigo con una parola intera.
Le lettere sottolineate non sono sottolineate nel testo.
Il Φ viola il bilinearismo perché il tratto verticale sale e scende. La mano dello scriba è molto
decorativa e spesso arcua i tratti muovendoli. A cavallo fra I ac. E I d.c le mani librarie utilizzano
una maiuscola bilineare ornata libraria.
L ‘ A ha una punta che sporge nell’incrocio dei tratti obliqui: due papiri egiziani hanno un modo di
scrivere l’A in maniera molto simile. Sono due ambienti diversi ma in comunicazione fra di loro
perché gli intellettuali si muovono e uno stesso librario magari lavora in un ambiente e poi in un
altro o lavora prima in un punto e poi in un altro.
H con trattino di appoggio alla base .
Si ingrandiscono le lettere incipitarie : si vuole segnare una pausa di senso forte rispetto alle lettere
precedenti.
Olivieri sottolinea i righi precedenti perché comincia una sezione del testo in cui si elabora un
concetto a cui segue una spiegazione del tema. La sottolineatura è relativa al titoletto. La
segnaletica del librario è evidenziato da una lettera incipitaria e da uno spazio bianco.
- si deve partire dall’ultimo rigo e salire verso l’alto nella decifrazione
25.11
Si deve partire nella decifrazione dal fondo della col. I per verificare la correttezza dell’edizione di
olivieri.
!56
Le parole non si separavano in quanto il greco è una lingua flessa che aiuta a separare le parole: mi
aiutano le congiunzioni καί, µη , την ,ους ου.
Col. I
r. 10 Ω Σ Τ Ε Λ Ο Ι Δ Ο Ρ Ε Ι Ν . . ΠΟΜΠΩ
r. 11 Α Τ λ Β Χ Α . . [ . . ] . Μ .
r. 12 ] Π T ..[ . ] µηδ᾽αε/ θ . . Τ/Γ Ρ. . C
r. 13 Κe . [..] καις χρω ( trascrizione diplomatica, si presentano le lettere come presentate nel
papiro).
] . ( Π Γ Τ) α.Κe . [..] καις χρω
Posso iniziare a scrivere l’apparato paleografico ( altrimenti ci si potrebbe non ricordare tutti i
ragionamenti)
In alcuni casi vedo meglio le lettere se le trascrivo
M con decorazioni e le 2 traverse centrali scendono un pochino sotto il rigo. Il copista è un
calligrafo
Δ amplifica il tratto con un tratto obliquo su questa via si arriva al delta minuscolo in quanto l’asta
diventa di quella minuscolo e l’occhiello si restringe.
Fra i rotoli di Ercolano ci sono copie di arrivo ma anche brogliacci. Si può dire anche per i
frammenti se sono delle copie di arrivo o alcuni brogliacci.
Lo scrivente lascia dello spazio bianco forse per indicare un inizio di un nuovo paragrafo ma la
lettera dovrebbe essere maggiore oppure potrebbe esserci una abrasione.
2 ( dal basso) .. [ la prima delle due lettere precedenti la lacuna potrebbe essere un τ ( un elemento
ornamentale a sinistra della traversa)
Le pieghe nei papiri di Ercolano sono molto utili per capire se una piega fa parte di una altro
frammento del papiro .
Lettere corsive immaginabili solo in fine parola e leggermente scivolate.
Questa è una mano molto artificiosa
Lessici in versi che partivano dalla fine di parola.
Λοιορειν significa ‘calunniare’ > è uno degli usi cattivi possibili della parresia. La libertà di parola
è un bene prezioso ma ce ne se può fare un cattivo uso.
Ωστε : consecutiva ‘ non si deve … in modo da calunniare’.
29.11
Pap. Ercol. 1471 col. I b: siamo partiti dal basso perché le coll. sono divise in due porzioni : una
superiore e una inferiore in ognuna delle quali è andato perduto alcune porzioni testo.
La colonna è lacunosa ma intera verso il basso mentre la situazione del margine superiore è più
complicata.
Un gruppo di traduttori americani - guidati da Konstan- ha pubblicato la traduzione del testo di
Oliveri che per questa col. Coincide con il testo decifrato da Olivieri ma non hanno offerto
l’apparato critico che invece è presente nella ed. princ. Di Olivieri.
Olivieri utilizza due apparati : quello paleografico e quello dei loci similes.
!57
L’immagine è presa dalla foto dei fratelli Arinari che attesta una fase della conservazione del
papiro migliore rispetto a quella di un secolo dopo.
Proponeva Olivieri per CR. 17 col. I B una riga sottostante che è persa ma che lui reintegra. Per
κάις χρ.. si è ipotizzato ad un dativo plurale femminile.
Χρόω ‘usufruire’
Al tema della parresia fra i termini ricorrenti c’era κόλαξ κολακέια , un atteggiamento adulatorio
che vuole blandire colui verso il quale si parla. Il tema di fondo è l’esercizio della parresia rispetta a
qualcuno che regna.
Bisonga tener conto che ogni colonna di scrittura è di 5.5 cm compresa di spazio interlineare.
Χρώ -[ µενος τέχναις ] poiché la col. Finisce è probabile che il continuo fosse nelle coll.
successive.
T γ Π : decifrazioni alternative al r. 12 Olivieri
Quando ho solo le tracce devo ragionare su tracce compatibili con e tracce non compatibili con.
L’integrazione deve essere fatto in base all’usus scribendi ( patrimonio lessicale di un determinato
autore o di una determinata tradizione ) prendendo una parola che sta bene in questo contesto.
Se devo lavorare sull’originale bisogna dapprima sviluppare il lavoro ponendomi delle domande
che poi vedendo il manoscritto, si sciolgono.
Il x in una mano bilineare, il punto di incrocio è troppo basso per essere un punto di attacco. Le
lettere triangolari sono:
Α
Λ
Δ
Χ
r. 11 E è troppo in alto quindi o Olivieri lo vede ma effettivamente non c’è oppure, la fibra si è
alzata, in questo caso bisogna andare dal restauratore.
Lo rotolamento virtuale si basa su sezioni assiali ricomponendo le sezioni di inchiostro su ogni fetta
di papiro: il papiro viene tagliato virtualmente in tante fette che poi vengono riallineate così da
srotolare il rotolo.
Lo srotolamento virtuale è riuscito sia su un rotolo di Ercolano che su alcuni papiri di Kumran (del
Mar Morto in ebraico), che potevano essere ricondotti ad un testo già noto.
Nel pap. Di Ercolano invece si sono decifrati solo 5 cm, circa due righe > il lavoro è stato molto
costoso e lungo.
Questi macchinari avevano una applicazione più vasta in medicina e in seguito furono poi applicati
in ambito papirologico.
Il Μ si può facilmente scambiare con ΛΛ. Lo scrivente in questione in alcuni casi ha una forte
legnosità o in alcuni casi pecca di artificiosità: è un professionista della scrittura e sa scrivere in
greco ma è probabile che forse non era la sua lingua madre.
Bisogna tenere in considerazione che i rotoli provengono da Napoli e di conseguenza la loro lingua
madre non era il greco.
Uno scrivente se costretto a preparare un libro in scrittura calligrafica posata prova ad assumere una
calligrafia più leggibile.
Quando ci sono delle mani molto artificiose bisogna tenere in considerazione che probabilmente si
sta contenendo per eccesso di zelo.
!58
Sui papiri c’è sempre il sigma lunato quindi non posso sapere se è all’inizio in corpo o in fine
parola. Non si percepisce la distinzione fra sigma chiuso e sigma discendente che iniziano ad
apparire dai manoscritti del XIV secolo.
σ > è un sigma lunato chiuso con una traversa per effettuare una legatura
ς > si forma a partire dal sigma lunato con la codina
Le piegature del supporto non vanno sottovalutate perché si possono riconoscere in fr. isolato così
che le due possono collegarsi per danni solidali.
Il Γ è realizzato più piccolo rispetto alle altre lettere . Lo scrivente scrive in modulo maggiore le
lettere che stanno ad inizio rigo : è un vezzo molto artificiose e inutile come segnale ( lettere
incipitarie).
In questa immagine non c’è la scala che riporta le dimensioni reali dell’oggetto così che ci si può
fare una idea di quanto è ingrandita o rimpicciolito questa immagine.
1. 12
Λλ > nei papiri non si trova un andare a capo così. La sillabazione in greco antico ha delle regole
diverse che in italiano ( r. 6)
Ω ~ stretto per lesione verticale del papiro
Nei papiri di Ercolano raramente si osserva la deviazione verso il margine sinistro : non si rispetta
la legge di Maas perché sono rotoli calligrafici perché lo scriba è molto attento nella trascrizione.
Nei documenti invece, lo scrivente tende a distaccarsi dal margine sinistro a causa della postura
degli scribi.
I scribi più attenti tendono a mettersi in una posizione più adeguata.
Nella rg. 6 si conservano le lettere incipitarie . Forse l’ampliamento c’è solo se inizia una nuova
parola ma non si trova ad inizio di rigo in cui si continua una parola del rigo precedente.
6) ‘ nel peggiore dei modi possibili’, ηκιστα ( neutro plurale con valore avverbiale)
5) Si trova alla fine delle aste verticali un ricciolo per le lettere Τ, Σ, Φ, Ρ, Κ
E di formato molto piccolo perché lo scrivente è proiettato sulla lettera precedente
Ξ realizzata con due tratti ondulati
Αφιλόδοξος : è una parola rara utilizzata solo dallo stesso Filodemo.
Nella Politica di Aristotele egli dice che 'può essere tirannico anche un regime democratico quando
un popolo si fa tiranno in condizioni di demagogia.’ È giusto amare il popola ma c’è un punto oltre
il quale si finisce sin demagogia.
La demagogia si trova in un contesto di parresia. Il TLG se cerco - µαγογως esce fuori solo
δηµαγογως. La traccia è compatibile in effetti con un D.
È probabile che questo personaggio scrivesse anche dei documenti perché utilizza molti elementi
decorativi.
- ως : fine di parola per gli avverbi come τάχως ‘velocemente’.
O : era realizzata in due semicerchi che sono in asse oboliquo o verticale.
!59
02.12
Si deve tenere in conto la regola di sillabazione presupposta che sui manoscritti greci sono diverse
rispetto a quelle della lingua italiana.
1 αν
2 πας […..] ποτε ευνοων κ..
3 συvετ[..] κα. […]εχῶς φιλ-
Lo scriba ad inizio rigo utilizza delle lettere ingrandite mentre quando va a capo della parola
precedente non lo fa.
Lo scriba mette ad ogni stanghetta verticale un elemento decorativo. N+K Lo scrivente dovrebbe
utilizzare N+G ma sono delle condizioni che lo scriba può o meno utilizzarla.
Il sigma è realizzato con una coppa inferiore con un tratto orizzontale chiuso in un secondo
momento.
Bisogna prima decifrare la nostra trascrizione e poi vedere quella di Olivieri perché altrimenti ne
siamo influenzati.
Gli apparati sono pieni di abbreviazioni a causa dell’economia dello spazio: in apparato si tende ad
utilizzare il latino perché il lessico latino ha delle abbreviazioni standard universalmente condivise.
Oliveri nella prima riga dice che nella prima parte non c’è nulla mentre ci sono tracce di testo:
l’edizione di Olivieri non rispetta il testo.
CR.17 I a
Lo scrivente lascia uno spazio bianco in alcuni casi: forse è influenzato dalla pratica scrittoria latina
in cui si separavano le parole nei manoscritti in lingua latina reperiti sia a Ercolano che nell’Egitto
profondo -antica Primis- molto a sud di Elefantine. Venne trovato un componimento di Cornelio
Gallo ( I prefetto di Egitto) e simile al Carmen aziacum ( che ricorda la battaglia di Azio e reperita
ad Ercolano): sono del I secolo d.c e si osserva che le parole nel manoscritto latino sono separati da
spazi.
Inoltre questo scrivente oltre allo spazio bianco, utilizza delle lettere incipitarie che per la scrittura
greca sono delle anomalie mentre nel caso della lingua latina era usuale.
Ricordiamo che egli sta scrivendo ad Ercolano per un pubblico latino in lingua greca.
6
7 τ.. Παλ.. Απ Ω . . Χθηρας
8 Βειν .αι .ινες
r.4 compressione del sigma
Διαθεσις αστειας : ‘atteggiamento corretto o civile’. Si comporta bene perché ha abitato nell’ αστυ
quindi ha avuto accesso al centro della civiltà andando al ginnasio comportandosi di conseguenza.
I vv. Prima del 1 nell’edizione di Olivieri non c’è quindi è inedito; ci sono circa 10 rgg. In più
rispetto alla trascrizione di Olivieri e questo succede per tutti gli altri testi.
Olivieri non ci dice le ragioni di questo modo di lavorare > bisogna vedere se lo dice nella
prefazione ; se non lo ha dichiarato ha fatto male.
Quella di Olivieri è una edizione di riferimento e non l’editio princeps: egli non dà nemmeno la
traduzione non prendendosi delle responsabilità.
!60
L’editio princeps è quella dei Voluminum Herculanensium qual supersunt I vol: nel 1835 per
l’edizione delle colonne ultime prossime alla fine del rotolo.
Nel 1843 nella seconda parte del VH5 si è fatta l’editto princeps dei frammenti dalla I alla XVI
cornice.
La parte finale è stata edita per prima mentre la sezione frammentaria ad otto anni di distanza.
06.12
Cosa indica la sottolineatura nell’edizione di Olivieri? È una scelta editoriale di Oliveiri ripresa poi
da Konstan. È un portato dello spazio bianco e della lettera incipitaria del modulo ingrandito che ci
indica che inizia una nuova porzione di testo. Olivieri ci dice che nelle intenzioni di Filodemo è un
titoletto della parte successiva.
Olivieri lo deduce dal fatto che quello che è scritto nelle due rgg. Iniziali è ribadito e ampliato nelle
righe successive. Lo stacco fra le rgg. Precedenti e le successive è dovuto allo spazio bianco e la
lettere incipitarie di εστιν: questo è interpretabile come un titoletto intermedio.
È evidente che i rgg. 2-4 - quelli sottolineati- non stanno in piedi da soli in quanto manca una verbo
reggente.
Si deve partire da εστίν : φύσιν è integrato da Olivieri.
L’integrazione διαλαβέιν è legittima; questo è un infinito dipendente da εστίν anche perché la frase
successiva inizia con κάι.
Non ci sono molti verbi in greco che finisco in -λαβειν; viene da λαµβάνω ‘prendere’. Si può
sicuramente pensare quindi a λαβειν semplice ο διάλαβειν, un suo composto ( o variate preposizioni
possibili).
Dialabein fa parte del lessico specifico filosofico e proprio di Filodemo per specificare
‘distinguere’. Questa operazione di distinzione è alla base della modalità di ragionamento che i
greci hanno inventato per noi, l’altra è διαιρέσις, come all’inizio del dialogo platonico in cui
Socrate dice che bisogna procedere con la διάιρεσις ( αιρέω indica un sollevare le due parti e
dividerle per mezzo della preposizione δια).
Indicano entrambi la distinzione di due diverse parti, quindi è più probabile che ci sia δια: è
opportuno in seguito controllare i diversi usi di questo verbo nel lessico dell’autore.
Sull’originale non ci sono segni di interpunzione che invece sono dei segni editoriali. Ma cosa mi
permette di mettere un punto fermo? Il fatto che si apre una altra parte del ragionamento con una
coordinata.
Εστίν διαλαβειν : ‘ è possibile distinguere di colui che esercita la parresia in base alla sua
disposizione civile ( αστέιαν, abitante del centro ) e di colui il quale viceversa a partire da una
disposizione temeraria’.
C’è una contrapposizione fra l’atteggiamento civile e l’atteggiamento avventato ( διατεσις αστειας
vs διατεσις µοχθηρας) .
Olivieri propone l’integrazione φύσις perché vuole un oggetto di διαλαβέιν.
!61
La prosa è molto sintetica: il greco essendo una lingua flessa gli consente di essere molto sintetico
mentre questo non è possibile in italiano.
L’eleganza del greco nel ragionamento filosofico è nel livello della concisione. Nel titolo από
διατέσεος ἀστειας παρρεσιαζοµενον και τόν αποφαυλής , ‘ da una disposizione civile colui che
esercita la parresia e uno che ha una disposizione temeraria’ .
Deve esserci una convergenza di significato fra φαυλής e µοχθηρας così che posso intendere che
quello è un titoletto mentre se non c’è, lo escludo.
Un altro problema è capire da cosa dipende παρρεσιαζόµενος: la presenza di questo participio
maschile in accusativo spiega la lettura τόν , proposta da Olivieri alla fine del primo rigo.
Και τινές ‘ e alcuni’ : questi alcuni saranno tipicamente altri che la pensano in diverso modo o
procedono in diverso modo nel ragionamento.
Quale sia il verbo riferito a τινες - pronome indefinito soggetto- non si può sapere perché fra la
parte superiore e inferiore della colonna è andato perso un rigo ma devo farmi una idea di quanta
parte del ragionamento è andato perduto.
Anche nella parte inferiore della cornice 17 col. I A Olivieri propone una integrazione [ από µεν
ἀστειάς ] deducendolo da quanto ha letto nel frammento precedente. In questa sezione inferiore
della colonna si approfondisce il ragionamento sulle due diverse disposizioni.
Olivieri interpreta πάς con il significato di ‘ognuno’: al singolare non significa sempre ‘tutto’ ma va
qualificato.
L’integrazione proposta da Olivieri è τίς così che vuole dire ‘tutti quelli che’ quindi ‘ognuno’.
Quali costruzioni ammette πάς ? ‘ ognuno di volta in volta (πότε, sulla base delle ricorrenze in
Hom. ‘un tempo’; ma quì significa ‘di volta in volta’) con un atteggiamento benevolo (ευνοέω) e
intelligentemente (συνεθώς, è un avverbio ) e coerentemente esercitano la filosofia, e grande in
atteggiamento ( è un uomo magnanimo, ἐκσις indica come le cose stanno) e che non si innamora
delle sue opinioni (ἀφιλόδοξος) e il minimo possibile (εκιστα, αvverbio) con atteggiamento da
demagogo e esente da invidia e che dice soltanto le cose adeguate e senza disperdersi
( εκσυνφερόµενος, non deve parlare delle cose inutili. Non si può criticare una persona come tale
ma soltanto in base alla contingenza) in modo da insultare o blandire o agitare o colpire e che non
si serva di arti non acconce e servili e adulatrici’.
- significa utilizzare il cuore e il cervello: questa persona è colui che utilizza la parresia in maniera
civile ed educata.
Filodemo sta in questo passo descrivendo il parresiasta ideale per mezzo di una serie di participi che
descrivono il corretto comportamento del parresiasta contrapponendolo con quello scorretto.
Supponendo che nelle 2 rgg. Perdute ci sarà: ‘ definiamo un buon parresiasta chiunque sia un
eunoon, filosofn, megas , afilodocsos, non demagogo …. Ed eviti uno che prenda una direzione
sbagliata con la conseguenza di insultare, blandire o recare danno e non si serva di arti κολακεύτι
καις e sconvenienti’.
La presentazione del personaggio era preceduta da qualche espressione come ‘ definiamo
parresiasta con atteggiamento civile colui che ha questi comportamenti e che ne evita altri’.
Filodemo ragiona con grande concisione e con grande attenzione.
Mano a mano che si capisce il modo di ragionare di Filodemo, si riuscirà più facilmente il tipo di
espressione nelle lacune.
Ci sono molte lacune nelle parti superiori e inferiori delle colonne insieme ad altre lacune minori
che in alcuni casi, sono integrabili con fiducia come nel caso di un avverbio integrato con un altro.
Από µεν αστειας ; τεχνάις sono delle integrazioni di Olivieri molto pesanti.
Olivieri ha ragione che il passo in questione è un titoletto introduttivo del ragionamento successivo
relativo a distinguere chi parla con un atteggiamento corretto e chi no.
!62
Si comincia iniziando a descrivere i comportamenti di chi è corretto ( col. I a) mentre forse nella
col. I B ci saranno state le descrizioni del comportamento di uno che esercita la parresia in maniera
scorretta.
Posso poi procedere a confrontare la traduzione offerta dai colleghi americani: hanno messo in
corsivo il titoletto ‘ uno che è franco nel parlare a partire da un atteggiamento ben educato e uno
che esercita la parresia da un atteggiamento volgare.’
Μοχθός - µοχθερός
Edizione inglese: ‘chiunque ha un atteggiamento di benevolenza e esercita la filosofia
intelligentemente e costantemente ed è grande nel carattere e indifferente alla fama ( diverso dalla
interpretazione di Falivene intendendo la docsa in senso tecnico perché pensa ad una situazione di
dialogo filosofico in cui ognuno esprime il proprio parere; bisogna prendere in considerazione tutte
le diverse opinioni ma se sono disposta a fare questo non si tiene in particolare evidenza la propria
fama cercandola di legarla all’opinione che si esprime) e in minima misura al politico, puro da
invidia e dice solo quello che è pertinente e non si lascia trasportare (συνεχγερόµενος) in modo da
insultare o strattonare o disprezzare o recare danno e non ricorre all’insolenza e alle arti della
adulazione ( in questo modo si perde l’endiadi ασεργέιας κάι κολακουτικαι)”.
Αφιλόδοξος si può interpretare sia come attaccamento alla propria opinione e sia come un
attaccamento alla fama che mi sono costruita a furia di proporre delle opinioni generalmente accolte
da molti.
Olivieri propone un titolo e una discussione di cui la colonna conserva la distinzione fra i due modi
sbagliati o meno di esercitare la parresia. Raggiunto questo livello di eleborazione, si può tornare
all’edizione princeps di Ottaviani in VH 5 confrontando quello che l’edizione mi offre e quello che
ho sull’originale.
Bisogna capire cosa c’è scritto nelle prime righe della colonna che Olivieri ha accantonato mentre
Ottaviani propone qualcosa.
Ottaviani ritiene che sono andate perdute tre righe nella lacuna maggiore fra le due porzioni di
colonna.
Ci sono come delle cancellature nell’edizione di Olivieri: bisogna chiederci se l’editore voleva
scriverle e poi l’ha cancellato oppure è forse la copia da cui è tratta l’immagine ha danni di foxing.
Olivieri si ferma dove si ferma la decifrazione offerta da Ottaviani che ci da la possibilità di farmi
rendere conto che sopra c’era altro.
Olivieri si è basato sulla trascrizione di Ottaviani aggiustandola senza dire che ci sono delle righe
precedenti.
Ottaviani però ci da anche il disegno dando modo di controllare che c’era di altro mentre Olivieri
può indurre in inganno.
Ottaviani è approssimativo ma compensa nel disegno mentre Olivieri fa la stessa cosa senza nessun
campanello di allarme.
La trascrizione del disegno di Ottaviani effettuato da Casanova, accompagna l’editio princeps. Il
disegnatore ha fatto una riflessione accurata anche dei vuoti e non tutti i disegnatori sono stati così.
Cornici da 1-16 contengono i frammenti non riorganizzati in colonne: questi frammenti sono stati
disegnati e editati nel II tomo del V volume dei Volumina Herculanensium, di cui ho disegni,
trascrizione e traduzione di Olivieri ma non conosco la loro posizione.
Un passo avanti per risolvere questa questione fu fatta da White -studioso americano- e De Lattre -
studioso francese che ha esposto le sue argomentazioni in maniera meno dettagliata.
Le cornici da 1-5 sono stati poco studiati perché più danneggiati in quanto sono parte delle volute
esterne e ad oggi rimangono inediti. Invece i frammenti delle colonne successive dalla VI- IX sono
stati editi e disegnati. Inoltre i frammenti dalla X cornice addirittura hanno un loro corrispettivo
superiore conservato nelle cornici da 14 a 16.
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14 14 15 16
6 7 8 9 10 11 12 13
09. 12
De latre D. Coordinatore del gruppo che a Parigi vuole fare una nuova edizione del papiro di
Filodemo. Nel 2010 , a un anno di distanza da White, propone una ricostruzione virtuale del rotolo ,
prendendo le mosse dalla cornici 800 che conservano frammenti e porzioni.
A partire da una riflessione sulle forme, si è ricostruito il modo in cui i restauratori hanno posto i
frammenti in determinati cornici piuttosto che in altre.
cr. 14 delle due porzioni che sono state incollate uno sopra l’altro. Delattre non ha lavorato solo
sulle img. Multispettrali come White, ma anche sulle img. Dei restauratori che sono state apposte e
che sfuggono alle immg. multispettrali.
Il collega americano ha ragionato solo sulle fonti e non sui numeri apposti dai restauratori. Si deve
ragionare in termini di porzioni e non frammenti perché ci sono due porzioni non interrotte ma che
sono state tenute insieme dall’assemblaggio di diversi frammenti.
De Lattre per frammenti intende le due fasce quella sopra e quella sotto nella cornice. I due
frammenti sono stati incollati fra loro al momento del restauro.
Cosa è successo in fase di restauro? Mano a mano che il rotolo era svolto alcune porzioni
staccavano da quelle successive. Lo svolgitore però sapeva quali porzioni si erano staccate prima
ponendo una numerazione ad essi e collegandoli anche fisicamente.
Nella parte sotto si può vedere alcune strisce di battiloro - strisce adesive ricavate dal peritoneo di
animali, di una membrana sottilissima già usata in oreficeria come adesivo- con cui si sono
ricollegati frammenti che in fase di restaurazione si sono distaccati ma consecutivi.
In molti casi si deve supporre che anche fra fr.77- 78 ci siano state delle strisce di battiloro
spiegando forse il motivo per cui questo non porta numero forse per dirci che fra 77 e 78 è andato
distrutto qualcosa.
Il non dare numero e evitare il collegamento con battiloro ci dice che questo fr. stava prima del 78
ma non era immediatamente contiguo.
Se si assume l’atteggiamento di Olivieri - per cui voleva capire in base al contenuto il filo del
discorso- si andava forzando il filo del discorso.
In alcuni casi si è sostituito ad un criterio materiale un criterio testuale: se una porzione di testo si
collega meglio con un altro frammento Olivieri negava l’andamento materiale preferndo un criterio
testuale.
Tutti i frmm. Nelle cornici da 14-16 sono parti superiori delle colonne perché non hanno margine
inferiore perché in alto hanno resti del primo rigo di scrittura.
I restauratori hanno messo dentro la stessa cornice tutti i fr. delle porzioni superiori. Le cornici da
14 -16 sono fasce superiori del rotolo. cr. 14 A e cr. 14 B sono state messe nella stessa cornice
perché c’è prossimità maggiore: la cr. 14 B è probabile che stava a destra del cr. 14 A.
I restauratori hanno srotolato consecutivamente una parte superiore del rotolo collegando il
ricollegabile ma non quello che era immediatamente precedente. Sotto una stessa teca hanno messo
insieme due parti superiori che sono l’una successiva all’altra.
Si può tentare di collocarle virtualmente lavorando con le immagini multispettrali.
14 A + 14 B sono due porzioni superiori di testo
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Come ridisporre un pezzo prima e uno dopo? Si devono osservare le forme ricostruite e se si
osserva bene ci sono dei danni solidali: in alcuni punti due frammenti hanno subito gli stessi danni
per mezzo dell’analisi delle immagini multispettrali.
Si deve vedere se fra le sezioni riaccostate ci sono dei danni solidali che mi fanno capire se i due fr.
fanno parte di volute successive.
[ delattre 3 ] è il rimontaggio di immagine multispettrale con l’aiuto dei fr. delle cornici 15-12. I fr.
cr. 15 sono in alto a cui si può sottoporre i fr. conservati nella cornice 12 ( in basso).
cr. 15 messa insieme fra cr. 15 A ( in alto) + 15 B ( in basso).
Le cr. 12 conservano dei fr. di margine inferiore. Cosa mettere sotto alla cornice 15? Sotto i frr.
Della cr. 15 si possono collegare i fr. 52 55 e 58 contenuti nella cornice 12; è dimostrabile grazie a
delle continuità fisiche fra cui una kollesis ( una incollatura fra un foglio e il successivo nel rotolo; è
una linea più scura risultante dalla sovrapposizione di un foglio con quello successivo).
Inoltre si possono notare delle piegature messe in evidenza da una differenza di colorazione che si
riscontrano sia nella porzione sup. che inferiore.
La differenza di colorazione mi permette di unire una porzione di testo con un altra. Si possono poi
rilevare altri danni solidali.
Cosa si intende per piegatura solidale? Le pieghe mi permettono di stabilire se una porzione
testuale deve essere collegata prima o dopo.
Se si pubblicano consecutivamente solo le 15 porzioni testuali superiori ci sono delle interruzioni
periodiche del filo del discorso, soprattutto se è un discorso filosofico.
Questo ebbe come effetto un grande scoraggiamento nei confronti di coloro che lavoravano ai rotoli
di Ercolano.
L’arte è di guardare l’oggetto sulla base del modo con cui ha lavorato colui che lo ha restaurato. I
restauratori non erano in grado di sottoporre a verifica i danni solidali - anche se è un compito da
restauratore- ma oltre non si sono spinti.
Una volta disposti i frammenti nella cornice li hanno numerati ma era una operazione pericolosa
perché hanno unito porzioni testuali superiori in una stessa cornice ponendo i successivi uno dietro
l’altro ma facendo pensare che fossero porzioni di margini inferiori.
Le parti inferiori sono in cornici con numeri più bassi di cr. 15. Dalla parte vicina al midollo si è
riusciti a srotolare l’intero rotolo: ci sono stati dei danni materiali.
È forse probabile che in partenza l’oggetto era più danneggiato forse perché è stato compresso
dall’alto.
La ricollocazione dalla 10- 16 è a buon punto ma quelli da 1-9 non si comprendono ancora bene. I
problemi che si sono riscontrati nella parte meglio conservata mi possono essere di aiuto per le parti
relative alle porzioni precedenti.
Una volta ricomposto virtualmente il ricomponibile si possono rinumerare le colonne. Olivieri
numera da 1- 24 le colonne in cr. 17-21.
Con i calcoli sticometri so quante erano le colonne totali del rotolo : divido il numero dei stichoi ( 1
stichoi > 2 riga) per il numero di righi contenuti in una colonna.
Le colonne in origine erano 205 quindi l’ultima della cr. 24 era 205 e vado a ritroso.
58 numero dei restauratori.
La col. 162 = 83 + 55
K > ultima lettera sticometri conservata
[delattre 4 TAVOLA DELLE CONCORDANZE ] sintesi dei contenuti delle cornice da 10-16.
cr. 10
cr. 11
!66
cr. 13
Non c’è corrispondenza esatta fra le cornici superiori e le cornici inferiori. Le cornici superiori
hanno dei frammenti che slittano verso sinistra.
Questa è la rappresentazione grafica dell’intera porzione di rotolo precedente il midollo che hanno
le coll. da 142- 182.
cr. 14 conserva per la parte superiore questi frammenti mentre i fr. per le parti inferiori li trovo
nella cr. 11 per fr. da 45-49 mentre nella cornice 10 da 37-44 perché hanno danni solidali.
La porzione inferiore non è venuta via pari passo con la parte superiore del rotolo. Ci sono anche i
numeri dell’edizione di Olivieri che a partire dal fr. 76 ha cambiato le numerazione: il fr 76 = fr. 76
di Olivieri ma il fr. 77 in VH non c’è in Olivieri. Per olivieri c’era collegamento fra 76 Olivieri e 77
Olivieri. Poi ha rinumerato tutti i frammenti. Alcuni frammenti non sono mai stati editati come 77/1
77/2 e contigui a 77 perché c’è anche contiguità con il fr. 46 nella parte inferiore.
Oliveri non lo pubblica perché non era stato nemmeno disegnato da Ottaviani, editor princeps. Il
disegnatore non ha disegnato il fr. < Ottaviani non lo ha pubblicato > Olivieri non lo ha trascritto.
Ci sono alcuni frr. Dell’editio princeps che Olivieri non ha pubblicato.
Si è progressivamente generato del disordine perché chi ha lavorato nella seconda fase non si è
riallacciato alla numerazione di coloro che hanno lavorato prima.
Nel corso del tempo si è persa memoria di alcuni frammenti che non sono stati pubblicato
nell’edizione di Olivieri: viene fuori un testo che non ha un proprio filo del discorso.
74/1 : indica un frammento mai pubblicato che sta nella cornice 10 dopo il fr. 74. Che non
compaiono né nella edizione di Ottaviani e nemmeno nella edizione di Olivieri che si è limitato a
quello che era stato già tradotto in latino.
Se si ponevano alla rg. Prima i numeri dell’edizione di Olivieri si andava a perdere l’ordine
cronologico delle numerazioni.
[ De Latre 5 ] fr. 78 di cr. 14, 77 di edizione di Olivieri. Delattre è partito dal fr. che Olivieri ha
trattato diversamente rispetto all’editto princeps.
-contenuto nella cr. 14
- ci sono alcuni far. Inediti e individuo il fr. che Olivieri non ha pubblicato e capisco cosa è
successo.
[ de Latre 6 ] è la rilettura del fr. 78 di Delattre a confronto sia con il testo letto da Olivieri e da
Konstan in cui quest’ultimo ha lavorato di più rispetto a quella di Olivieri.
È una zona del rotolo in cui Olivieri ha avuto difficoltà.
E p : ex papiro scrissi ' Sulla base del papiro’.
In un apparato positivo indico le lezioni dell’autore con quelle di altri e la ricostruzione sulla base di
quale fonte. Serve per verificare sull’originale di dove c’è divergenza e della diversa lettura delle
lettere così che ci sia una diversa lettura del testo || ( nuovo problema).
Εφεστωτα : dal verbo εφιστηµι , participio perfetto. De Lattre ha maggiore competenza nel lessico
di Filodemo, che utilizza numerosi participi perfetti.
13.12
Pap. 1471 cr. 14 [ Delattre 1 ]: foto in bianco e nero di due frammenti incollati uno sopra l’altro,
posti sottovetro e incorniciati dai restauratori.
I numeri che compaiono vanno da 76-79 però non è chiaro se si riferiscano ai frr. Superiori e
inferiori: non è chiara la numerazione di tutti i frammenti. Il fr. n. 75 si riferisce all’insieme ?
Quello prima e staccato fa riferimento al n. 74?
!67
Il fr. 78 si riferisce al fr. inferiore o superiore ? La cornice è stata smontata virtualmente con le
immagini multispettrali. Ci si è resi conto che tutti i fr. della cr. 14 sono porzioni della parte
superiore del rotolo e ci si è accorti che i frr- di crn. 14- 15 -16 si succedono in modo che le fasce
superiori e inferiori devono essere riallineate.
La numerazione assegnata alle cornici mi garantisce la successione come nell’ordine in cui sono
riportati i frammenti.
In particolare De Lattre si è preoccupato del fr. 78: un frammento per il quale Olivieri ha deciso di
procedere ad una nuova numerazione scartando alcuni fr. contenuti invece in VH 5.
[ concordanze 4 ] ricorda che Olivieri giunto al fr. 77 della numerazione di VH ha misteriosamente
deciso di non accoglierlo nella sua edizione quindi il fr. 78 di VH per Olivieri ha assunto il n. 77.
De lattre si è focalizzato proprio su questo fr. e sui motivi per cui Oliviefri lo avrebbe trascurato.
Olivieri ha ridotto i numeri dei frammenti, l’editore si basa sul numero dei fr. di VH ; procede poi
ad una tavola delle concordanze per avere presente cosa c’è e cosa non c’è nelle diverse edizioni
perché anche l’opera di Olivieri anche se è scarsa, bisogna comunque tenerne conto.
De lattre si è reso conto che non tutti i frr. Delle cornici sono disegnati : c’è di più nelle cornici di
quello che c’è in editto princeps di Ottaviani con cui l’edizioni di Olivieri c’è ancora una maggiore
diminuzione.
Ogni volta che ci sono fr. non presenti in editto principe devo numerare quei framm. In base a quelli
pubblicati e poi con le barre. Dopo il fr, 75 ci sono in codice 75/1 75/2 .. che non sono stati trattai in
Olivieri né da Ottaviani quindi sono inediti.
Analogamente dopo il fr. 74 ci sono altri 4 frr. Non ancora editi. Il fr. 77 non è stato ripreso da
Olivieri scartandolo e a destra di esso ci sono altri fr. inediti per poi arrivare al fr. 78, che per
Olivieri è il 77.
Perché Olivieri scarta questo frammento? È probabile che Olivieri lo sottrae perché essendoci tutti
questi fr. inediti l’ordine non era quello rispettato dai disegnatori, egli non capiva il filo del discorso
quindi tralasciò tutti i frr. Che secondo lui avevano un ordine diverso, saltando tutta questa parte
fino ad una porzione testuale che lui comprendeva.
È una scelta editoriale che rivela che l’editore si è arreso. È rimproverbaile il fatto che Olivieri non
dice in apparato che secondo lui ci sono dei fr. che non sono nell’ordine stabilito sospendendo
quindi il suo giudizio ma avrebbe dovuto dirlo.
Con l’edizione di Olivieri non si viene a sapere che c’è di più di quanto l’edizione offre. Il fr. 78 è la
metà superiore di una col. Che continuava con il fr. 48/1 in cr. 11. Le cornici 14-16 hanno porzioni
di testo superiori mentre da 10-13 hanno porzioni di fascia inferiore con un allineamento ricavabile
dai danni solidali come piegature e kollesis.
Fr. 78 VH = 77 Oliv. Deve essere ricollocato il 48 / 1 ( fr. inedito né in Vh né in Olivieri)
restituendo la col. 155.
Il fr. 48 ha la stessa numerazione in Olivieri che inizia a cambiare la numerazione da fr. 78.
[ de lattre 5 ] del fr. 78 ho sia il disegno che l’immagine multispettrale nell’articolo di Delattre.
Bisogna fare una tabella dei versi dove. Sinistra metto il lavoro precedente e a destra quello di
Delattre.
De altre però non mette l’edizione di Ottaviani anche se ci pone il disegno.
Si numerano i righi delle colonne. Il IV rg. È quello che tutti e 3 gli editori hanno in comune. È
evidente che de lattre offre un testo più sostanzioso.
Il papiro 1471 è stato pubbl. sia nel tomo V vol. I in cui sono stati commentati, trascritti le ultime
coll. ma dopo 8 anni è apparsa la II parte in cui sono stati pubblicati i fr., fra i quali il 78.
All’inizio del volume c’è il titolo dell’opera - ma è il titolo finale del papiro.
Fra il fr. 77 e 78 Ottaviani non mi offre nulla quindi sotto cornice ci sono dei fr. di rotolo che ad
oggi sono inedite.
!68
Se voglio ricomporre il rotolo devo essere consapevole che non posso accostare direttamente 77 con
78 ma devo accorgermi che ci sono alcune porzioni in mezzo.
Francesco casanova ha fatto il disegno mentre il fratello Giuseppe ha fatto l’incisione per la stampa.
È probabile che Olivieri aveva davanti la cornice e l’edizione dei volumina Ercolan., egli ha
controllato la corrispondenza e si rende conto che fra il fr. 77 e 78 c’è dell’altro. Egli dunque
dovrebbe preparare anche per questi una edizione princeps e non è convinto del filo del discorso che
viene fuori con il testo di 77 e fr. 78 che in prima istanza, non hanno senso ma si rende conto che
c’era dell’altro. Non sa bene come ricomporre l’ordine e ci rinuncia. Toglie 77 che non sta bene con
il 78 ma ritiene che 78 stia meglio con 76 di quelli che stanno in mezzo, non sa come collocarli
quindi li scarta soltanto.
Olivieri dice che il fr. 77 = 78 di VH dicendo di aver saltato un frammento ma l’obiezione
successiva è che non ha detto i motivi di questo salto ma in apparato dice quello che secondo lu
era il filo del discorso. Olivieri in parte lo dice ma la responsabilità è di chi ha poi utilizzato l’opera
di Olivieri perdendo di completezza.
Olivieri non si è dilungato nel commento in apparato.
fr. 78 : nell’editto princeps si dice che c’era qualcosa prima di ενἰα. È una scelta di Olvieri poi
ereditata da Konstans il fatto che non si segnalano delle lettere che precedono questo parola. µ.νοις
ενια. Prima c’era un elemento para testuale che va segnalato.
Bisogna mettere sotto alla µ un punto in quanto è una lettura incerta posso anche mettere un punto o
due punti e tutto questo posso segnarlo in apparato con l’inserzione dell’elemento paratestuale.
[(.)] : scelta fra 2 o 3 lettere mancanti
Il lavoro di delattre è buono ma il suo lavoro è stato pubblicato in una miscellanea sugli studi del
papiro 1471. Delattre non offre questo lavoro come una cosa definitiva ma si limita ad appurare la
ricomposizione delle porzioni delle varie cornici.
Delattre però non ci presenta la sua edizione come quella definitiva. Un working progress è una
tavola con le diverse trascrizioni ma nella edizione definitiva non posso mettere tutte le diverse
trascrizioni ma solo quella definitiva.
‘mettere sotto gli occhi’ υπό οµµατόν δεικνυµεν
15.12
De Lattre recupera la numerazione di Ottaviani con ulteriori frammenti che non sono nemmeno in
Ottaviani. I frammenti di cui è stata offerta una pre-edizione sono il fr.78 e nel 2010 l’ultima
colonna del rotolo.
4 Μ .. νοις ενια των ε.σιφ
Rg. 5 fr. 78 > ο Π ο ι σ ε π ι δ ε ι κ ν υ µ η ..
・
La ι è realizzata dritta ma nel rg. 5 con asta arrotondata. Bisogna tenere presente l’allineamento
delle lettere perché se il rigo rientra a destra significa che manca qualche lettera. L’allineamento in
presenza di una lacuna mi aiuta a stabilire quante lettere sono andate perdute mentre nelle tracce ci
indicano il numero delle lettere.
Questa consapevolezza mi aiuta a discriminare le tracce.
Lo scriba è arrivato in fine rigo quindi stringe la sua scrittura perché deve far entrare le parole nel
rigo.
La Y > V > U che viene realizzata in un solo movimento e nel centro del quadrilineo.
Αναθετεον è un aggettivo verbale.
9) το γε των [.] α νουθετησ ε
16.12
K vel η Philippus.
La µ è una lettera poco elegante. È probabile che questo non fosse l’ultimo rigo di una colonna.
Dopo che ho fatto la trascrizione mia, la controllo con quella di Delattre.
Divinatio: è una intuizione suggerita dal resto del contesto. Ipotizzare un errore del copista è solo un
ultimo approdo: bisogna stare molto attenti ad ipotizzare un errore della fonte che risolve un
problema mio.
17.12
Nell’edizione di de Lattre legge rg. 14 τ[ωτα] ha la ω lunga con il circonflesso per la legge sotera??
in un trocheo finale l’accento della lunga è circonflesso.
Γνώριµος : è la radice di γίγνωσκω sono ‘coloro che si conoscono fra loro e che insieme
apprendono qualcosa’. È un ‘compagno’ sia dei suoi compagni che del proprio maestro il quale è
ἔφεστώς ‘colui che dirige’. Questo termine indica una parità fra chi insegna e chi studia.
Il problema della parresia va governata in una situazione in cui tutti sono alla pari come in una
scholé; l’altro luogo di parresia è la corte ma i meccanismi comunicativi sono gli stessi.
Il problema che Filodemo con i suoi maestri affronta il modo di governare la parresia e dei modi
con cui procedere che in alcuni casi è anche pericolosa.
Ci sono punti in cui l’inchiostro è molto scuro e punti in cui è molto più chiaro.
A rg. 6 e 12 ci sono due spazi bianchi.
Άλλά ‘ ebbene ‘ : è la stessa radice di ἄλλός.
rg. 4 : paragraphos è il tratto orizzontale sotto il rigo di scrittura che indica una pausa.
!70
Diplè : è un tratto orizzontale che è posto nell’intercolumnio per indicare un nota bene; in rg. 4 si
utilizza una diplé.
Il copista è un professionista della scrittura che copia lentamente e bene ; forse è un latino che
scrive in greco. Le brutte copie conservate fra i papiri di ercolano fanno capire che un antigrafo era
difficilmente decriptabile. Binsogna vedere quante volte con certezza questo scrivente commette
errori : cosa da segnalare all’interno della introduzione mettendo in evidenza che forse era uno
scrivente di madrelingua latino e forse il suo brogliaccio da cui copiava, era una copia di lavoro
capace di spiegare il motivo per cui commettere errori.
Spesso una bella copia è più erronea di una brutta perché spesso lo scrivente si distrae perché è
attento alla decorazione ad esempio l’omero di Harrauer è un esemplare bellissimo ma pieno di
errori.
De Lattre raggiunge un testo che funziona in traduzione ma non sempre quello che si ha nella
trascrizione corrisponde a quanto c’è sul testo.
Lo scrivente quando lascia uno spazio bianco lo segnala anche ad inizio rigo.
Traduzione di de lattre: “si vuole riflettere su alcuni fatti che si sono verificate in alcune situazioni
in alcuni luoghi; forse a nessuno dei viventi del tutto si deve attribuire un errore oppure questo
priva dei beni che si ottengono attraverso il rimprovero (voυθέτεςις ). I benefici che sono tanto
grandi ebbene .. colui che sovrintende a coetanei e ai compagni ( a coloro che si conoscono ;
compagni di studi) “.
Αρά segnala che c’è una interrogativa quindi anche per questo era più facile tralasciare i segni di
interpunzione.
Νουθέτεσις ἀµαρτίαν sono due termini tecnici filosofici relativi alla parresia. Quello che segue
qualifica i benefici. C’è uno spazio bianco perché la domanda si è conclusa.
Γνώριµοις sarebbe coordinato con un dativo plur. ηλικιοταις. Ἔφεστότα è colui che sorveglia.
Filodemo poi si avvia a consigliare su come governare un gruppo di studenti quando c’è un
rimprovero. Un x studente si è sbagliato deve essere rimproverato o devo stare zitto ma se faccio
questa cosa, lo privo della possibilità di crescere ma se lo rimprovero davanti a tutti, il compagno
potrebbe essere deluso e si troverebbe in difficoltà umiliandolo.
La deve essere esercitata indipendentemente dalle diverse situazioni.
Titolo dell’opera : nell’ultima colonna con cifra sticometrica κ. Lo scrivente lascia uno spazio libero
e dopo isolato appone questo titolo in cui i disegnatori videro il nome di Filodemo poi il titolo
dell’opera ‘ περί ητων και βιων ἔκ τών Ζενόν σχολών ( ‘dalle lezioni di Zenone quelle elaborate in
sintesi e riguardanti i caratteri e le vite’ ) … ὄ έστίν περί παρρήσιας ( è il titolo breve) .
Il peri parresias è il risultato della rielaborazione ( έπιτοµή) del maestro di Filodemo, Zenone di
Sidone degli appunti presi da Filodemo sui caratteri e sugli stili di vita.
Questo trattato deriva direttamente dalle lezioni del suo maestro di Epicureismo. La conoscenza
passa per trasmissione in gran parte orale.
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