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TESTO BIBLICO1

1 PALEOGRAFIA BIBLICA, LINGUE BIBLICHE, MANOSCRITTI BIBLICI (cfr.


ANNA PASSONI DELL'ACQUA, pp. 294-303)
“Quanto alla Sacra Scrittura gli [san Roberto Bellarmino] parve che più efficacemente ne avrebbe adoperate le
testimonianze se avesse potuto leggerla nel testo ebraico originale. Ma egli nulla conosceva allora di quella
lingua. Si fece dunque insegnare da un confratello l’alfabeto e qualche principio grammaticale. Poi, messosi
con grande applicazione a studiarla da sé, riuscì in breve a colpire talmente l’indole dell’ebraico, che ne
compose per suo proprio uso una grammatica di metodo assai più facile dell’adoperato dai Rabbini, ed imparò
quanto di tal lingua conviene a un teologo”2. Nella nota n. 1 della stessa pagina si legge: “La grammatica
ebraica composta dal Bellarmino a Lovanio fu più tardi stampata a Roma con questo titolo: ‘Institutiones
linguae hebraicae ex optimo quoque auctore collectae et ad quam maximam fieri potuit brevitatem,
perspicuitatem atque ordinem revocatae a Roberto Bellarmino Soc. Jesu’, Romae 1578”.
PALEOGRAFIA = scienza che studia le antiche grafie (forme di scrittura e materiali).
 Prime testimonianze di scrittura: a Warkah (nome moderno dell’antica Uruk, biblica Erech [Gn 10,10];
a sud di Babilonia, verso la foce dell’Eufrate) fine IV millennio, Sumeri (inventori della scrittura),
tavolette di argilla, scrittura cuneiforme3, con stiletto di metallo o legno. A Ninive (1850), Mari
(1933), Hattushash (Boghazkoey-Hittiti), Ugarit (1929), Ebla (1964)…4.
 Altri materiali scrittori: pietra, metalli, …coccio (terracotta), pelle, papiro.

1
Cfr. LOGOS, I, pp. 291-372; MERLO P., Il testo dell'Antico Testamento e i suoi testimoni, in L'Antico Testamento. Introduzione storico-letteraria,
a cura di PAOLO MERLO, Carocci, Roma, 2008, pp. 35-48. MAISANO RICCARDO, Filologia del Nuovo Testamento. La tradizione e la
trasmissione dei testi, Carocci, Roma, Nella
2
FIOCCHI AMBROGIO M., S. Roberto Bellarmino della Compagni adi Gesù, Csardinale di S. Romana Chiesa, Isola del Liri (FR), 1930, p. 124.
3
THOMAS HYDE (1636-1703), professore di ebraico e di arabo all’Università di Oxford, nella sua opera Historia religionis veterum
Persarum,Oxonii, 1700 a proposito di questa scrittura per primo parla di “dactuli pyramidales seu cuneiformes”, cfr. CROATTO S., s. v.
Cuneiforme, Scrittura, in EB, II, p. 726; secondo altri l’espressione latina citata era il titolo di un articolo di Hyde. I segni cuneiformi
rappresentavano in maniera stilizzata l'oggetto che si doveva indicare. Questo tipo di scrittura si chiama pittografia: per mezzo di pittogrammi, cioè
segni stilizzati e semplificati, viene raffigurato un oggetto, senza alcun legame con il suono delle parole. Risale al 1900 a. C. la scrittura ideografica,
la quale per mezzo di segni (=ideogrammi) rappresenta non solo un oggetto, ma suggerisce un'idea, per es.: “un aratro poteva indicare sia lo
strumento, sia il lavoro dei campi; un piede indicava l'azione di camminare, lo stare in piedi, il trasportare” SOLETTI E., Scrittura, in Dizionario di
linguistica, 1994, p. 640. Un ulteriore progresso si compì quando dall'ideogramma si passò al logogramma, cioè il segno indicava non più un
oggetto, né un'immagine, ma una parola (i Sumeri, la cui lingua era in gran parte monosillabica, giunsero ben presto al rapporto segno=parola);
ultimo passo nella storia della scrittura si ebbe quando si giunse all'alfabeto fonetico (verso la fine del II millennio), “ai Fenici, nel sec. XII a. C. , si
fa risalire il servirsi esclusivamente di un alfabeto fonetico (di sole consonanti)” SOLETTI, Scrittura p. 641. Già nella scrittura sumerica si
osservano alcuni valori sillabici: per es. i determinativi o indicatori della categoria generale dell'oggetto espresso (dio, uomo, albero...). PAOLO
MATTHIAE definisce la scuttura cuneiforme "un sistema misto, logografico e fonetico, affermatosi progressivamente negli ultimi secoli del IV
millennio a. C." MATTHIAE P., Bella e cuneiforme, in IL SOLE 24 ORE, 26/02/2017, p. 42.
4
V. MANNUCCI, Bibbia come Parola di Dio, 1993 (13 ed.), p. 97.
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1.1 Materiale scrittorio5

1.1.1 Papiro
Da pa,puroj (chiamato anche bu,bloj7 o bi,bloj8)9 = pianta e materiale scrittorio da essa ricavato
6

procedendo in questo modo. “L’accurata estrazione delle fibre interne (...) e la loro sapiente disposizione su un
tavolato permettevano la formazione di un primo piano di fibre. La sovrapposizione di un altro piano, le cui
fibre formavano un angolo retto con quelle del precedente, ed un successivo incollamento davano come
risultato il foglio di papiro, detto già ca,rthj-ou nel linguaggio dei Greci. Su una facciata di questo foglio, la
scrittura (...) seguiva la direzione delle fibre. Questa facciata di righe o fibre parallele si è convenuto di
chiamarla recto, l’altra invece, con le fibre in posizione verticale, è detta verso”10. L'altezza di un singolo foglio
(o plagula) era normalmente di 20/30 cm.
“Molte volte si scriveva solo su una facciata del foglio, preferibilmente sul recto11. Così si procedeva
coi papiri formati da un foglio lungo. Questi si chiamavano rotoli, poiché effettivamente erano arrotolati su un
bastoncino, che Plinio chiama "scapus"12, l'estremità del quale, sporgente, era detto o`mfalo,j o umbilicus. Se,
invece, il papiro era scritto da ambedue le parti, con fogli sovrapposti e uniti fra di loro, come gli attuali libri,
era detto codice”13. Bibli,on = propriamente striscia di bu,bloj.
Ka,lamoj = canna appuntita (fessa)14 “con un coltello o temperino, che faceva parte dell'attrezzatura
dello scriba e [che] serviva anche a raschiare la superficie scrittoria da cancellare” 15. “Ricavato da un giunco di
Phragmites communis, venne introdotto in epoca tolemaica per scrivere in greco, sostituendo il pennello usato
per i geroglifici”16.
Me,lan me,lanoj (inchiostro)17: nerofumo (derivato del carbone) + gomma + acqua18.
L’uso del papiro in Egitto è attestato dal III millennio.

5
Per quanto riguarda la terminologia dei LXX (e di alcuni apocrifi greci) sull'argomento è interessante lo studio di A. PASSONI DELL'ACQUA,
Biblion e BIBLIA: la scrittura nella Scrittura. Osservazioni sul lessico del materiale scrittorio nella Bibbia greca , in RivB, LIV (2006), n. 3, luglio-
settembre, pp. 291-319.
6
EDOUARD LIPINSKI - JOSEPH LONGTON, s. v. papiro, in DEB, 1995, p. 985 "In gr. papyros dall'eg. pa-pouro ('pianta del re'; in epoca
tolemaica il p. era monopolio reale)".
7
“Le attestazioni nei papiri mostrano che in età tolemaica la forma con – u - è sostanzialmente l'unica utilizzata, mentre in età romana avviene
l'inverso” PASSONI DELL'ACQUA, Biblion..., p. 296, nota 20.
8
BIBLOS “è il nome greco di Gebal [odierna Jubayl, 32 km a N di Beirut], città marittima della Fenicia, dovuto al papiro, chiamato biblos, che si
esportava da essa “ (EB, s. v.). Oppure è vero l’inverso, cfr. Enc. Britannica: il papiro (il cui antico nome greco era bu,bloj) ricevette il nome da
questa città, da cui era esportato verso l’Egeo.
9
bu,bloj o bi,bloj può anche indicare un rotolo di papiro di lunghezza non predeterminata, cfr. PASSONI DELL'ACQUA, Biblion..., p. 298, nota
30. Invece ca,rthj “il rotolo di papiro programmato come lunghezza (lo standard era di venti to,moi [= pezzo tagliato di rotolo di papiro] incollati
insieme uno di seguito all'altro” ID.
10
O’ CALLAGHAN JOSEPH, s. v. Papiro, in EB, Leumann (TO), V, col. 491. Cfr. PLINIO IL VECCHIO, Naturalis historia, XIII, XXIII, 77 In
rectum primo supina tabulae schida adlinitur longitudine papyri quae potuit esse (...), transuersa postea crates peragit. Premitur ergo prelis, et
siccantur sole plagulae atque inter se iunguntur (...). Numquam plures scapo [scapus = cilindro di legno attorno a cui si avvolgeva il papiro, poi il
rotolo stesso] quam vicenae, texte établi, traduit et commenté par A. ERNOUT, Paris, vol. III, 1956, p. 43 (e nota a p. 95). Testo di non facile
comprensione nei dettagli.
11
I rotoli di papiro che recano la scrittura su entrambe le facciate si chiamano opistografi (ὄπισθεν= dietro).
12
Vedi nota n. 9.
13
O’ CALLAGHAN, s. v. Papiro, V, col. 491.
14
I migliori calami provenivano dall’Egitto, cfr. MARZIALE, XIV, XXXVIII, 1 Dat chartis habiles calamos Memphitica tellus; PLINIO, Nat. Hist.,
XVI, LXIV, 36 Chartisque serviunt calami, Aegyptii maxime, cognatione quadam papyri. In seguito si usò la penna di volatile, specialmente d’oca,
cfr. ISIDORO DI SIVIGLIA (560 ca-636), Etymologiae, VI, 13 Instrumenta scribae calamus et penna: ex his enim verba paginis infiguntur: sed
calamus arboris est, penna avis, cuius acumen dividitur in duo, in toto corpore unitate servata.
15
PASSONI DELL'ACQUA A., Biblion..., p. 303.
16
PASSONI DELL'ACQUA A., Biblion..., p. 303.
17
2 Cor 3,13; 2 Gv 12; 3 Gv 13. Ger 36,18 ‫ֽי ֹו‬ ‫ְּד‬.
18
“A Qumran (...) appaiono in uso due tipi di inchiostro nero: l'uno di origine vegetale a base di carbone vegetale ricavato dal nerofumo (di
lucerna o candela) o dalla fuliggine (da forno o braciere), misto ad acqua e gomma; l'altro di composizione mista, cioè a base di ossido metallico
(solfato ferroso) trattato con decotto di galla di origine vegetale (noce o quercia)” PASSONI DELL'ACQUA, Biblion..., p. 304.
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1.1.2 Pergamena
Dalla pelle animale (specialmente vitello, capra, pecora, montone) si ricava il cuoio (pelle trattata con
prodotti contenenti tannino [sostanza vegetale]) e la pergamena (pelle immersa in calce, lavata e tesa, in seguito
essiccata, levigata e sbiancata)19. L’aggettivo pergamenh, [difqe,ra = pelle] deriva da Pergamo, città della Misia,
famosa secondo Plinio per la produzione di tale materiale20. Di origine latina è il termine membra,na (cfr. 2 Tm
4,13) per indicare “membrana, pelle, pergamena”21.
Inchiostro era nero o marrone o colorato per le lettere iniziali (spec. rosso, cfr. rubrica).
Vantaggi: prodotta ovunque, facile riciclaggio (palinsesti22; cfr. cod. C), su due lati.
Svantaggi: costo più alto, linee e margini da tracciare, lucentezza.
L’uso è documentato in Persia dall’VIII sec.

1.1.3 Carta (ca,rthj-ou, 2 Gv 12)


Inventata, quella di fibre cellulosiche, dai Cinesi nel I sec. d.C., portata in Europa dagli Arabi (VIII
sec.), dai secc. XII-XIII sostituì la pergamena.

1.2 Forma

1.2.1 Volumen
Volume (da “volvere” = [av]volgere), rotolo (=piccola ruota [da “rota”]). Scrittura interna. In colonne.
Lunghezza media 9-10m (=suddivisione in libri delle opere antiche).

1.2.2 Codice
Da “codex” (=tronco d’albero, ceppo), cioè le tavolette di legno incerato, unite da legacci passanti per
fori laterali. Poi insieme di più fogli uniti lateralmente. Vantaggi: scritti su due lati, girabile con una mano sola,
testi più lunghi. I mss del NT sono codici, ivi compresi i papiri23; quelli dell'AT più antichi sono rotoli. Il codice

19
“Da un ricettario conservato in un codice lucchese del sec. VIII abbiamo la descrizione delle varie operazioni necessarie alla preparazione della
pergamena: Pargamina quomodo fieri debet. Mitte illam in calcem et iaceat ibi tres dies. Et tende illam in cantiro [= una specie di cavalletto]. Et
rade illam cum nobacula [= rasoio] de ambas partes et laxas desiccare. Deinde quodquod volueris scapitulatura [xxx] facere, fac, et postea tinge
cum coloribus” BATTELLI GIULIO, Lezioni di paleografia, 19493, p. 31 (il codice qui citato è riportato da L. A. MURATORI, Antiquitates
Italicae Medii Aevi, , t. II, Mediolani, 1739, col. 370).
20
Secondo una tradizione riportata da PLINIO, Naturalis historia, XIII, XXI, 70 Mox aemulatione circa bibliothecas regum Ptolemaei et Eumenis,
supprimente chartas Ptolemaeo, idem Varro membranas Pergami tradit repertas. Postea promiscue repatuit usus rei qua constat immortalitas
hominum, l’uso della pergamena sarebbe stato introdotto da Eumene II, re di Pergamo (197-159 a.C., cfr. A. ERNOUT, Nat. Hist., p. 93, per
sopperire alla mancanza del papiro, negatogli dal re d’Egitto, Tolomeo Epifane (205-182, cfr. ibid.) per impedire la creazione di una biblioteca
concorrente con quella di Alessandria. Ciò che conferma, con qualche confusione fra Eumene II e Attalo II [erano fratelli], GIROLAMO nella lettera
VII, indirizzata a Cromazio, Jovino ed Eusebio, datata 375-376 (cfr. Lettres. Tom. I, Texte établi et traduit par JEROME LABOURT, Les belles
lettres, Paris, vol. I, 1949, p. 21) Chartam defuisse non puto Aegypto ministrante commercia. Et si aliqui Ptolemaeus maria clausisset, tamen rex
Attalus membranas a Pergamo miserat, ut penuria chartae pellibus pensaretur; unde pergamenarum nomen ad hanc usque diem tradente sibi inuicem
posteritate seruatum est. In ogni caso il nome stesso indica che Pergamo fu il centro principale di produzione.
21
Cfr. PASSONI DELL'ACQUA, Biblion..., p. 313., ove è riportata l'etimologia del termine data da ISIDORO DI SIVIGLIA, Etymologicum, VII, 1
in PL 82, 840B: “Haec membrana dicuntur, quia ex membris pecudum detrahuntur”.
22
“La pergamena era assai costosa. Perciò era spesso riutilizzata, cancellando lo scritto precedente mediante un lavaggio con latte [o] addirittura
raschiandolo [ palin-sesto da: πa,λιν = di nuovo; ψa,ω = raschiare]. Questi manoscritti sono i palinsesti, oppure in latino codices rescripti. Quando
si usava il latte per cancellare la scrittura primitiva, le tracce di essa sono distinguibili tramite i raggi ultravioletti” LASALA FERNANDO-J. DE,
Compendio di storia della scrittura latina. Paleografia latina, Roma, 2008, p. 30. Alla nota n. 63 nella stessa pagina questo autore cita un codice del
sec. XI, proveniente dal monastero di Tegernsee e oggi presso la Biblioteca di Monaco (lat. 18628), che reca quanto segue: “Quicumque in semel
scripto pergameno, necessitate cogente, iterato scribere velit, accipiat lac imponatque pergamenum per unius noctis spatium. Quod postaquam inde
sustulerit, farre [biada, farina] aspersum, ne ubi siccare incipit, in rugas contrahatur, sub pressura castiget quod exsiccetur. Quod ubi fecerit, pumice
[pomice] cretaque expulitum, priorem albedinis suae nitorem recipiet”.
23
ALAND K. – ALAND B., Il testo…, pp. 83-84 “I cristiani, senza dubbio fin dal principio, hanno adottato non il rotolo, ma il codice. essi
compravano una serie di fogli di papiro e li piegavano nel mezzo”; p. 113 “Tutti i papiri qui sopra elencati [da P 1 a P88] appartengono a codici, non
a rotoli, ad eccezione di P12, P13, P18;, P22 (…). A differenza della letteratura pagana, e anche dell’ebraica, che sono scritte su rotoli (nel primo caso su
papiro, nell’altro su pergamena), i testi cristiani, con ogni probabilità, ebbero fin dall’inizio la forma del codice”.
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sostituisce progressivamente il rotolo nel corso del III sec. d. C. e trionfa nel IV sec. soprattutto per l’uso che ne
facevano i primi cristiani24; poteva essere in papiro o pergamena, ma quest’ultima ebbe la meglio25.
Testo in colonne.

1.3 Alfabeti
L’alfabeto nasce nell’area Siro-Palestinese fra 1500 e 1000. Appare anzitutto l’alfabeto ugaritico e più o
meno contemporaneamente l’alfabeto fenicio26. Dall’alfabeto fenicio derivano sia quello ebraico antico, sia
quello aramaico – i quali hanno fondamentalmente solo segni consonantici - sia quello greco27 - che possiede
anche segni vocalici - sia quelli arabici. Direzione: da destra a sinistra; così pure originariamente anche il
greco. Dall’alfabeto greco derivano: copto, gotico, glagolitico (antico alfabeto slavo), cirillico (alfabeto slavo
che sostituì il precedente), latino (dall'alfabeto greco di Cuma28).

1.4 Lingue bibliche

1.4.1 Ebraico
¨ Più antico documento non biblico ritrovato: calendario agricolo di Ghezer (Samaria), iscrizione su
tavoletta di pietra calcarea in caratteri di origine fenicia, scoperta nel 1908 e conservata a Istanbul, risalente
alla seconda metà del X sec.29.
¨ Il più antico papiro ebraico non biblico: il palinsesto di Murabba'at30 (VIII-VII sec. a. C.), contente
frammenti di una lettera e un testo di carattere economico
¨ Il testo biblico più antico finora ritrovato si trova su due lamine d'argento scoperte a Gerusalemme vicino
alla chiesa scozzese di Sant'Andrea, presso la vallata della Geenna (perciò denominati amuleti di Ketef
Hinnom, eb. ‫)ָּכ ֵת ף ִה ינֹום‬, da Gabriel Barkay nel 1979 nella caverna n. 25 (camera tombale). Si tratta di due
piastre d'argento (la più grande di 10 x 2,5 centimetri, e la più piccolo di 4 x 1,2 centimetri) datate
(probabilmente) tra il VII secolo e il VI secolo a. C.; vi si leggono le benedizioni sacerdotali di Nm 6,24-
2631.
¨ I più antichi manoscritti biblici in nostro possesso sono i mss. di Qumran. Si tratta di circa 96032 testi, per
un terzo su pergamena, in forma di rotolo, e il resto in papiro33, “avvolti in tessuti di lino e conservati in
giare di ceramica”34. Datazione: II a. C. fino al 68 d. C., anno della distruzione del sito35.

24
Cfr. REYNOLDS LEIGHTON D. –WILSON NIGEL G., Copisti e filologi. La tradizione dei classici dall’Antichità al Rinascimento, Padova,
1969, p. 30.
25
Cfr. REYNOLDS-WILSON, Copisti…, p. 31.
26
MOSCATI E ALTRI, An introduction to the comparative grammar of the semitic languages, Wiesbaden, 1969, p.18. EBLAITICO: nei testi degli
Archivi di Stato di Ebla si rileva un numero assai elevato di logogrammi sumerici. Non rara è anche la presenza di vocaboli semiti scritti
foneticamente. Si ritrova l’uso non però particolarmente frequente dei complementi fonetici, cioè l’aggiunta a un logogramma di una parte finale
espressa foneticamente, cfr. MATTHIAE PAOLO, Ebla. Un impero ritrovato, Torino, 1977, pp. 173-174.
27
“Tale derivazione non può essere messa in dubbio sia per la forma delle lettere che per l’ordine nel quale si presentano, identico nei due sistemi. I
Greci stessi ne erano coscienti: ERODOTO (V, 58) afferma che i Fenici venuti con Cadmo introdussero presso i Greci molte conoscenze, fra le altre
quella delle lettere dell’alfabeto che i Greci, per quanto mi consta, non possedevano prima; essi le fecero conoscere sotto il nome di phoinìkeia (segni
fenici).” LEVEQUE PIERRE, La civiltà greca, Torino, 1970, p. 106.
28
Colonia di Calcide nell’Eubea.
29
Alcuni “mettono in dubbio che si tratti già di ebraico, perché il documento mostra caratteristiche linguistiche sconosciute a questa lingua”
VILLENEUVE ESTELLE, La scrittura ebraica, in IL MONDO DELLA BIBBIA, n. 89, sett.-ott. 2007, p. 15.
30
“Mur 17; pubblicato da MILIK J. T., ed., Les grottes de Murabba'at (Discoveries in the Judaean Desert, 3), Oxford, 1961, pp. 93-101.
31
Cfr. SKA JEAN-LOUIS, Il libro sigillato e il libro aperto, Bologna, 2005, p, 123.
32
FIDANZIO MARCELLO, Grotta 11Q, la tessera mancante di Qumran, in AVVENIRE, 01/02/2020, p. 22.
33
RODRIGUEZ JUAN CARLOS, Salvaguardare i tesori del deserto, in L’OSSERVATORE ROMANO, 21/07/2018, p. 5. V’è un solo documento
non scritto su cuoio o su papiro, è il ROTOLO DI RAME (3Q15). Si tatta di “un catalogo in 64 capitoli di un’immensa quantità di tesori nascosti in
Palestina… sicuramente esagerata è la quantità dei tesori elencati” MARTINEZ FOLRENTINO GARCIA (a cura di), Testi di Qumran, Brescia,
20032,, p. 716.
34
FIDANZIO, Grotta 11Q…, p. 22.
35
Cfr. l'interessante sito internet della Biblioteca digitale Leon Levy, che contiene oggi (2016) più di 10.000 immagini dei testi rinvenuti a Qumran,
Masada e Murabba'at http://www.deadseascrolls.org.il/home. Precedentemente si considerava come il più antico manoscritto biblico in nostro
possesso il papiro di Nash (II a.C. o I a. C. o II d. C.). “contiene il testo del decalogo, in parte secondo Es 20,1-17 e Dt 5,6-21; ad esso è aggiunto il
testo dello Shema di Dt 6,4-5 [più esattamente solo Dt 6,4]”, per un totale di 24 linee, mutile. Nash era il segretario della Society of Biblical
Archaeology di Cambridge che lo acquistò nel 1902.
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¨ Il più antico testo biblico: cantico di Debora (Gdc 5).
¨ Periodo classico: Re, I Is.
¨ Dopo l’esilio: come lingua parlata l'ebraico cede all’aramaico (lingua franca VIII-III a.C.); come lingua
scritta contiene aramaismi (Qo; Ct).
¨ JOHANNES REUCHLIN (1455-1522) nel 1506 pubblicò De rudimentis hebraicis, libri III, “prima
grammatica ebraica con vocabolario redatta per lettori latini” 36.

1.4.2 Aramaico
¨ Lingua semitica nord-occidentale.
¨ Aramaico antico (X-VIII sec.), aramaico classico o imperiale (impero Assiro, Babilonese, Persiano; dal
VII-IV sec.), aramaico recente: occidentale (Nabateo, Palmireno, Giudeo-Palestinese [TP]), orientale
(Siriaco, aramaico babilonese [TB], mandeo).
¨ Testi biblici: Gn 31,47 2 parole; Ger 10,11; Esd 4,8-6,18; 7,12-26; Dn 2,4-7,28.
¨ L’aramaico biblico è un tipo di aramaico imperiale (V-II sec. a.C.).
¨ Dalla fine dell'VIII secolo l'aramaico diventa lingua internazionale. In 2 Re 18,26//Is 36,11 il gran
coppiere del re d'Assira trasmette la sua comunicazione agli alti funzionari della corte di Ezechia in
aramaico, che il popolo non comprende ancora (701).
1. Gli ostraka di Lakish (probabilmente 589)37 confermano che i Giudei “usavano [ancora] l'ebraico
nella vita quotidiana ed esso era la lingua ufficiale del paese, e in particolare dell'amministrazione
militare”38.
2. Ne 13,24 attesta che nessuno dei figli di alcuni Giudei ammogliati con donne straniere sapeva
parlare giudaico (‫)ְי הּוִ֑ד ית‬.
3. “In aramaico, nel V secolo, i Giudei di Elefantina39, nell'Alto Egitto, scrivono lettere tra di loro e
con i loro corrispondenti di Gerusalemme”40. "L'uso dell'aramaico d'impero da parte della
comunità/colonia militare 'ebraica' di Elefantina, come pure della sua corrispondente 'aramaica' (vale
a dire di origine siriana) di Siene, rientra nel quadro ben noto dell'impiego veicolare internazionale
dell'aramaico nel Vicino Oriente fin dall'epoca neo-assira [metà dell'VIII secolo], con valenza
ufficiale nell'amministrazione achemenide"41.

1.4.3 Greco

1.4.3.1 AT
¨ Direttamente in greco: Sap, II Mac, aggiunte di Est e Dn.
¨ Pervenuti in greco: Tb, Gdt, Bar, Lettera di Geremia, I Mac, Sir.
¨ LXX42
¨ Caratteristiche: greco ellenistico o koinh. Dia,lektoj: espressività (preposizione dove basta il caso: evn
romfa,ia evn u`,dati; frequenza dei pronomi; forme composte molto spesso con lo stesso significato di
quelle semplici) e semplificazione (oi;damen per i;smen; ei=pa per ei=pon); + semitismi (es.: paratassi;

36
SCOTTO DAVIDE, Per varcare con lo studio i confini confessionali, in L’OSSERVATORE ROMANO, 21/01/2017, p. 5. Reuchlin fu uno
strenuo difensore della cultura e della letteratura ebraica, in un’epoca in cui nel Sacro Romano Impero dilagava una campagna pesecutoria, tendente
a estirpare ogni traccia della religiosità ebraica. Tutti i libri ebraici reperibili dovevano essere confiscati e bruciati, a partire dai libri di preghiere.
GERSHOM SHOLEM, docente presso l’Università Ebraica di Gerusalemme dal 1933 di mistica ebraica, definì Reuchlin “primo studioso di
ebraismo, della sua lingua e del suo mondo, specie della Cabala (…), l’uomo che, circa cinque secoli fa, diede vita alla disciplina degli studi
ebraici in Europa” SCOTTO, Per varcare…, p. 5.
37
Si tratta di 21 lettere – alcune più lunghe, come la III e la IV, altre più brevi o mal conservate - scritte con inchiostro su frammenti di giare in
terracotta, ritrovate fra il 1935 e il 1938 da JAMES LESLIE STARKEY a Tell ed-Duweir (nella Giudea, a ovest di Ebron). Appartenevano
all'archivio ufficiale di Lakish. Contengono informazioni, scambiate fra comandanti militari, sulla situazione della regione immediatamente prima
della distruzione operata dai Babilonesi nel 587-586. La lingua utilizzata è l'ebraico biblico.
38
F. BRIQUEL CHATONNET, L'adozione dell'aramaico, una scelta decisiva, in IL MONDO DELLA BIBBIA, n. 101, gennaio-febbraio 2010, p. 16.
39
J. HERIBAN, s. v. Elefantina, Papiri di, in DIZIONARIO TERMINOLOGICO-CONCETTUALE DI SCIENZE BIBLICHE E AUSILIARIE, 2005, p.
319 Si tratta di “Lettere e altri documenti scritti in aramaico ritrovati nel 1905-1908 sull'isola del Nilo denominata Elefantina (…) di fronte a d
Assuan. Risalgono al V sec. a. C. E contengono notizie preziose sulla vita e sulla religione della colonia militare ebraica, stabilitasi su quest'isola al
tempo del dominio persiano”.
40
CHATONNET, L'adozione..., p. 16.
41
CONTINI RICCARDO, Gli Ebrei di Elefantina: un esempio emblematico di religione non biblica, in RStB, 21 (2009), n. 1, p. 172.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 5/67
figlio di; kai. evge,neto: + ind., cfr Mc 1,9; Lc 1,41; 2,6; 17,14; Mc 4,4 [è la costruzione preferita dei LXX];
+ kai, e ind., cfr. Lc 5,17; 9,51; 17,11; 19,15 [è la costruzione “ebraica”]; + acc. e inf., Mc 2,23; At 16,16 [è
la costruzione greca]).
¨ CIMOSA MARIO, Guida allo studio della Bibbia greca /LXX). Storia – lingua – testi, Roma, 1995, p.
74 “LXX e NT costituiscono un unico mondo linguistico”; MARCOS NATALIO FERNANDEZ, La
Bibbia dei Settanta. Introduzione alle versioni greche della Bibbia, Brescia, 2000 (or. sp.: 1999), 377
pp.43.

1.4.3.2 NT
¨ Il più antico testo pervenuto: p5244 (misura 6,3 x 9 cm; in. II sec.; contiene Gv 18,31-34.37-38; presso la
John Rylands University Library a Manchester).
¨ Evoluzione del greco ellenistico; influssi dei LXX; latinismi (termini militari: praitw,rion legiw,n
kenturi,wn; termini legali e amministrativi: Kai,sar kh/nsoj kolwni,a ti,tloj frage,llion sika,rioj).
¨ Greco + corretto: Atti, Ebr, I e II Pt; - corretto: Ap (1,4 ca,rij u`minv kai. eivrh,nh apo. o` wv.n kai. o` h=n
kai. o` evrco,menoj).
¨ Itacismo o iotacismo. Pronunzia bizantina (Johannes Reuchlin 1455-1522): h u ei oi ui sono pronunziate “i”
(Kyrie eleison). In epoca bizantina ai ed e si pronunziavano “e” e oi e u si pronunziavano “i”, si introdusse
perciò nelle scuole l’uso di denominare “e psilòn [=semplice]” la e e “u psilòn” la u.

1.5 Manoscritti biblici (caratteristiche)


¨ I mss ebraici antichi sono consonantici; vocali dal 700.
¨ I mss greci più antichi sono onciali45 - un tipo di maiuscola -, senza accenti, spiriti; l'uso dell'onciale cessò
alla fine del decimo secolo46. In epoca bizantina (uso generale dal IX sec.) si sviluppa la minuscola47 (più
rapida, più economica), si introducono accenti e spiriti.
¨ Scriptio continua48.
¨ Colofoni (kolofw,n w/noj = cima, termine, conclusione) (o sottoscrizioni). Notizie sul contenuto, lo scriba,
data.
¨ Divisioni del testo49.
42
Il numero LXX (o LXXII, secondo la Lettera di Aristea) può risalire a Es 24,9-11 (Poi Mosè salì con Aronne, Nadab, Abiu e i settanta anziani di
Israele. Essi videro il Dio d'Israele: sotto i suoi piedi vi era come un pavimento in lastre di zaffiro, simile in purezza al cielo stesso. Contro i
privilegiati degli Israeliti non stese la mano: essi videro Dio e tuttavia mangiarono e bevvero.) o a Nm 11,24-25 ( Mosè dunque uscì e riferì al
popolo le parole del Signore; radunò settanta uomini tra gli anziani del popolo e li pose intorno alla tenda del convegno. Allora il Signore scese
nella nube e gli parlò: prese lo spirito che era su di lui e lo infuse sui settanta anziani: quando lo spirito si fu posato su di essi, quelli profetizzarono,
ma non lo fecero più in seguito).
43
Tratta delle origini della LXX, dei suoi rapporti con il testo ebraico, con la tradizione giudaica e con la tradizione cristiana; anche di altre versioni
greche antiche e medievali.
44
Scoperto fra i papiri inediti giacenti presso la John Rylands Library di Manchester da COLIN H. ROBERTS e da lui pubblicato nel 1935 in un
volumetto dal titolo An Unpublished Fragment of the Fourth Gospel in the John Rylands Library.
45
. Il termine è desunto dal prologo di GIROLAMO al libro di Giobbe Habeant qui volunt veteres libros vel in membranis purpureis auro
argentoque descriptos, vel uncialibus, ut vulgo aiunt, litteris onera magis exarata quam codices, dum mihi meisque permittant pauperes habere
scidulas et non tam pulchros codices quam emendatos (ll. 48-51). “Il termine ‘onciale’ deriva dal latino uncia, che significa ‘dodicesima parte’ di
qualcosa [asse, iugero, piede]. A quanto sembra la parola venne a essere applicata a lettere che occupavano approssimativamente [in genere se
ne trovano 16] un dodicesimo di una riga normale di scrittura” METZGER BRUCE M., Il testo del Nuovo Testamento. Trasmissione, corruzione e
restituzione, Paideia, Brescia, 1996, p. 20, n. 12. Caratteristica di questa scrittura è l’arrotondamento degli angoli in lettere come la E, il S. Secondo
altri Girolamo non intendeva indicare un “tipo” di scrittura, ma soltanto opporre codici lussuosi di altri alle sue schede, più modeste, ma più
corrette. “I Padri Maurini [monaci benedettini della congregazione di S. Mauro, fondata a Parigi nel 1585, riformata nel 1645 e sciolta nel 1789.
Assursero a grande prestigio scientifico come esperti di paleografia, diplomatica e patrologia. JEAN MABILLON – 1632-1707; BERNARD DE
MONTFAUCON – 1655-1741], nel Nouveau traité [1750], hanno usato per primi la parola onciale per indicare un determinato genere di scrittura,
senza spiegare la ragione per cui abbiano adottato questo nome” BATTELLI GIULIO, Lezioni di paleografia, Città del Vaticano, 1949, p. 72.
46
Cfr. REYNOLDS LEIGHTON D. –WILSON NIGEL G., Copisti e filologi…, p. 53.
47
"Il primo esempio datato si colloca nell'anno 835 ed è conosciuto come i Vangeli di Uspensky (Leningrado, gr. 219)" ID. Questo tipo di scrittura
proviene dall'onciale sotto l'influsso del corsivo, un genere di scrittura più rapida, perché tracciata senza staccare il calamus dal foglio, con alcune
lettere legate, con abbreviazioni, pendente, di uso molto antico (in Egitto già attestato nel III a. C.).
48
B reca il testo in tre colonne, tranne che i Sapienziali (Sal, Pr, Qo, Ct, Gb, Sap, Sir) distribuiti in due colonne, "secondo le linee di senso, e non in
modo continuo come gli altri [libri]" BOGAERT PIERRE-MAURICE, Le texte de l'Ancien Testament, in Prolegomena (all'edizione facsimile
dell'antico e prezioso codice vaticano B [Vat. Gr. 1209]), Biblioteca apostolica vaticana e Istituto poligrafico e zecca dello Stato, 1999, p. 8. C reca
una sola colonna per pagina, di 42 linee con circa 40 lettere per linea.
49
Cfr. BARTHELEMY DOMINIQUE, Les traditions anciennes de la division du texte biblique de la Torah, in Découvrir l’Ecriture, Cerf, Paris,
2000, pp. 265-290.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 6/67
¨ Divisione del testo ebraico della Torah
1. In base al senso, per favorire il lettore: parashiyyot (sezioni/paragrafi); sono distinte in aperte
(parashiyyot petuchot)50 – 290 nella Torah51 - e chiuse (parashiyyot setumot)52 – 379 nella Torah53 -.
Questo sistema di divisione si è uniformato grazie a MAIMONIDE (1135 – 1204), che ha pubblicato
una lista normativa di queste sezioni, traendola dal codice di Aleppo54.
2. In base all’uso liturgico:
2.1 all’epoca talmudica (III – VII sec.) 53 o 5455 parashiyyot (per una lettura annuale secondo l'uso
babilonese; in L sono contrassegnate dalla parola parash = parashah sezione, pericope: Gn ha
12 parashiyyot [cfr. Gn 6,9; 12,1; 18,1; 23,1; 25,19; 28,10; 32,4; 37,1; 41,1; 44,18; 47,28]; Es
1156, Lv 1057, Nm 1058, Dt 1159)
2.2 o circa 15460 o 16761 (per una lettura triennale secondo l'uso palestinese) sedarim (questi ultimi in
L sono contrassegnati con la lettera s in margine, non sono numerati62 e sono in totale 16763;
secondo BHS Gn ha 45 sedarim, Es 33, Lv 25, Nm 33, Dt 31).
3. La Mishnah (Meghillah64 4,465) inoltre conosce una suddivisione in versetti66. Il versetto è la
quantità di testo che il lettore legge nel rotolo, prima di interrompersi per consentire al traduttore
(=targumista) di improvvisare la sua parafrasi e può avere la lunghezza di una sezione67.
¨ Suddivisione in capitoli68.
1. STEFANO LANGTON (+1228), professore all’Università di Parigi fino al 1206 quando venne
creato cardinale69 e poi arcivescovo di Cantorbery (1207), divise il testo della VG in capitoli di
lunghezza più o meno uguale (30 vv. circa), senza tener tanto conto delle unità di senso;
2. tale suddivisione fu leggermente ritoccata nel corso del XIII sec., specialmente dal domenicano
UGO DI SAN CARO70 (verso la fine del sec. XII -1263 a Orvieto), discepolo di Langton, e poi
adottata dall’edizione clementina della VOLGATA; il ms latino 14417 della Bibl. Naz. di Parigi

50
Quando la sezione o paragrafo comincia all’inizio di una linea, mentre la precedente linea è lasciata parzialmente o totalmente bianca, come per
es. nel codice L; invece queste suddivisioni nella BHS sono contrassegnate dalla lettera p in carattere più piccolo (cfr. BHS, 1997, p. XXXIX).
51
Cfr. HERIBAN, Dizionario..., s. v. petuchah, p. 706.
52
Quando la sezione o paragrafo non comincia all’inizio di una linea e la sezione precedente o finisce nella linea precedente (alla fine o no) o finisce
nella linea stessa (in quest’ultimo caso tra le due sezioni è lasciato uno spazio bianco approssimativamente di 9 lettere), come per es. nel codice L;
invece nella BHS queste suddivisioni sono contrassegnate dalla lettera s in carattere più piccolo (cfr. BHS, 1997, p. XXXIX).
53
HERIBAN, Dizionario..., s. v. petuchah, p. 706.
54
BARTHELEMY, Les traditions…, p. 267.
55
BARTHELEMY, Le traditions…, p. 270; 54 in L.
56
Cfr. Es 6,2; 10,1; 13,17; 18,1; 21,1; 25,1; 27,20; 30,11; 35,1; 38,21.
57
Cfr. Lv 6,1; 9,1; 12,1; 14,1; 16,1; 19,1; 21,1; 25,1; 26,3.
58
Cfr. Nm 4,20; 8,1; 13,1; 16,1; 19,1; 22,2; 25,11; 30,2; 33,1.
59
Cfr. Dt 3,23; 7,12; 11,26; 16,18; 21,10; 26,1; 29,9; 32,1; 33,1.
60
Così BARTHELEMY, Le traditions…, p. 270.
61
Cfr. EJ, s.v. Masorah e Triennial Cycle: 161 o 167.
62
BHQ, Deuteronomy (= n. 5), p. 5*. Qui anche si precisa che G. WEIL, il quale, diversamente da BHK ha numerato i sedarim in BHS, ha omesso di
includere Dt 20,1 nella numerazione, forse per rispettare la somma di 167 segnalata al termine di Dt.
63
Cfr. BHS, p. 353.
64
Terz'ultimo trattato del II ordine; riguarda il libro di Ester.
65
“Colui che legge la Torah non leggerà meno di tre versetti e non leggerà all’interprete più di un versetto per volta; ma dei profeti ne può leggere
tre. Ma se questi tre versetti sono tre sezioni [differenti], li leggerà uno per uno” testo in BONSIRVEN JOSEPH, Textes rabbinques…, n. 1066;
“Chi è chiamato alla lettura della Torà non deve leggere meno di tre versetti. Non deve leggere al traduttore più di un versetto (per volta) e dal brano
dei profeti tre versetti. Se i tre versetti (dei profeti) costituiscono tre paragrafi distinti, si leggono uno ad uno” (AHARON ADOLFO LOCCI,
Mishna. Massekhet Meghillà. Trattato Meghillà, Roma-Milano, 2002, p. 31).
66
Gli scribi circa al tempo di Gesù avevano diviso il testo ebraico in brevi versi, la cui somma fu indicata dai masoreti alla fine di ogni libro, cfr.
Institutiones biblicae scholis accomodatae, vol. I, De S. Scriptura in universum, Prolegomena, P.I.B., Roma, 1951, p. 11; VACCARI ALBERTO,
De textu, in Institutiones...., p. 248 “In questo tempo [secc. I-VI d.C.] risalgono le cure critiche attribuite agli Scribi o Soferim; cioè la divisione in
versetti, e la somma dei versetti, posta alla fine dei singoli libri”.
67
Cfr. nota 60.
68
Suddivisioni del testo in sezioni più o meno ampie si trovano già negli antichi mss.; cfr. B: Mt 170 sezioni, Mc 62, Lc 152, Gv 80.
69
SMALLEY BERYL, Lo studio della Bibbia nel Medioevo, Bologna, 1972, p. 278.
70
Saint Chef o Saint Cher, presso Vienne.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 7/67
(metà XIII sec.) contiene – inserita fra le opere di Ugo di S. Caro - la lista dei capitoli attribuita a
Langton;
3. tale divisione penetrò anche nella Bibbia ebraica, come risulta dalla lista numerata in ebraico
degli incipit dei diversi capitoli, opera di R. SHELOMOH BEN ISMAEL non posteriore agli
inizi del XIV sec. Già la Prima Bibbia Rabbinica recava in margine in ebraico i numeri dei
capitoli, mantenendo però la divisione masoretica in sezioni aperte e chiuse; così farà pure la
Seconda Bibbia Rabbinica.
4. Fu la POLIGLOTTA COMPLUTENSE (di Alcalà) (1514-1517), che, presentando in tre colonne
parallele l’ebraico, il latino e il greco, dovette rinunciare alla tradizionale divisione masoretica e
adottare la divisione in capitoli già in uso per la Volgata.
5. SOLOMON JEDIDIAH RAPHAEL BEN ABRAHAM NORZI (1560– 1616)71, autore del
Godel perets (= riparatore di brecce), un poderoso commentario masoretico a tutta la Scrittura,
pubblicato nella Bibbia di Mantova (1742-1744) con il titolo di Minchat Shay (y"v txnm)72
(pubblicata a Mantova, 173273-1744), accettò la divisione in capitoli per tutti i libri, rinunciando
alle sezioni aperte e chiuse tradizionali.
¨ Suddivisione in versetti numerati. Si avvertì ben presto la necessità di dividere ulteriormente i capitoli
per dare referenze precise.
1. UGO DI SAN CARO74 suddivise ogni capitolo in sette parti contrassegnate dalle lettere a-g.
2. “Il primo che ebbe l’idea di numerare i versetti della Bibbia ebraica per suddividere i capitoli
numerati dai cristiani fu il rabbino provenzale ISAAC NATHAN BEN QALONYMOS, quando
cominciò a redigere nel 1437, ispirandosi all’opera latina di Ugo di San Caro, sotto il titolo di Meir
Netib, la prima concordanza ebraica della Bibbia”75.
3. La prima edizione d’un libro biblico latino diviso in versetti numerati fu quella del Quìncuplex
Psalterium [Gallicum76, Rhomanum77, Hebraicum78, Vetus79, Conciliatum80] di [JACQUES]
LEFEBRE D’ETAPLES nel 151381; seguì il Salterio latino di FELICE DA PRATO nel 1522 e il
commento al Salterio di SANTE PAGNINI [o. p.; di Lucca] nel 1524.
4. “La prima edizione della Bibbia con divisione precisa in versetti numerati in margine fu la
traduzione latina della Bibbia [Veteris et Novi Testamenti nova translatio] che questo stesso
PAGNINI pubblicò a Lione nel 1527”82. Uno dei primi che accettò la numerazione dei versetti
sembra essere stato ANTONIO BRUCIOLI (Firenze ca 1498 – Venezia 1566) nella riedizione
commentata della sua traduzione italiana dell’AT pubblicata a Venezia nel 1540 dai Giunti
(Lucantonio e i figli Tommaso e Giovan Maria, di origine fiorentina, emigrati a Venezia).

71
NORZI, indica che la famiglia proviene da NORCIA in Umbria. Fu un grande studioso della Bibbia e della Massora. Compose un grande
commento masoretico a tutta la Bibbia in due volumi, pubblicato sotto il titolo di Minchat Shay.
72
Il titolo significa “Offerta di Sh [lomo] Jedidiah”.
73
Così BARTHELEMY, Les traditions…, p. 278 ha “1732-1744”; ma probabilmente si tratta di un errore in luogo di “1742-1744”, cfr. CHIESA
BRUNO, Filologia storica della Bibbia ebraica, vol. II, Brescia, 2002, p. 409; idem EJ, s. v. NORZI e s. v. NORZI , JEDIDIAH SOLOMON; anche
N. H. SNAITH nella prefazione alla sua edizione dell'AT ebraico a [p. 2] riferisce che l'edizione Minchat Shai di Norzi fu completata nel 1626 e
pubblicata nel 1742.
74
“Per primo, pose mano alla compilazione di concordanze bibliche (Concordantiae Sacrorum Librorum ), per rendere possibili le quali fu indotto a
suddividere il testo biblico in capitoli e i capitoli in paragrafi, contrassegnati dalle lettere dell'alfabeto” EUGENIO CORSINI, s.v., in NOVA
IPERTEXT - UTET, 2001.
75
BARTHELEMY, Les traditions…, pp. 274-275.
76
Salterio gallicano, cioè quello che Girolamo ha tradotto dai LXX. E' questo il solo testo con versetti numerati (con numerazione esterna).
77
Salterio romano, opera anche questa di Girolamo, che ha rivisto la traduzione latina a lui preesistente, partendo dai LXX.
78
Testo ebraico tradotto in latino.
79
Testo latino pre-geronimiano.
80
Testo latino armonizzato da Lefèvre sulla base dei quattro testi precedenti.
81
Stampato a Parigi nel 1508(-9) e ristampato nel 1513, cfr. CHIESA BRUNO, Filologia storica della Bibbia ebraica, vol. II, Brescia, 2002, p. 340.
82
BARTHELEMY, Les traditions…, p. 275; VACCARI¸ De textu, n. 122, p. 337 “1528”; CHIESA BRUNO, Filologia…, vol. II, Brescia, 2002, p.
340 “1528”; O' MALLEY JOHN W., Trento. Il racconto del Concilio, , Milano, 2013, p. 82 "... traduzione [in latino] dall'ebraico e dal greco
dell'Antico e del Nuovo Testamento (...) uscita nel 1528 con una lettera di approvazione di papa Clemente VII"; BUXTORFIUS JOHANNES,

Lexicon hebraicum et chaldaicum…, Basileae, 17356, p. 5 (retro)


FILOLOGIA BIBLICA – p. 8/67
5. L’attuale suddivisione in vv. però risale all’umanista francese ROBERTO STEFANO (Robert
Estienne; 1503-1559), editore protestante. Egli aveva già pubblicato a Ginevra nel 1551 in due
volumi il testo greco-latino del NT83 con una numerazione nuova da lui realizzata. Nel 1553
pubblica la sua Bibbia francese con i versetti numerati di Pagnini [per l’AT] – con qualche leggero
ritocco – e nel 155784 la sua Bibbia latina con la medesima numerazione85 (integrando con la
suddivisione dei deuterocanonici).
6. Fu la POLIGLOTTA DI ANVERSA [Antwerp] (o BIBLIA REGIA)86, edita a cura di Benito Arias
Montano e altri dal 1569 al 157387, in 8 volumi, con il testo ebraico88, latino, greco e aramaico89,
che oltre alla suddivisione in capitoli introdusse per tutti i testi una chiara divisione in versetti con
numerazione marginale.
7. La POLIGLOTTA DI PARIGI infine, pubblicata a cura di Guy Michel Le Jay fra il 1629 e il 1645 90,
in 10 volumi, fece passare la numerazione dei versetti dal margine dentro il testo.

NB. Un confronto, sia pure limitato, fra i sedarim (contrassegnati con s nel ms L) e i capitoli del libro
della Genesi mostra “che, fin dalla Vetus Latina, la tradizione biblica latina manifesta origini ebraiche evidenti
e che i capitoli stabiliti verso il 1200 da Langton si radicano profondamente – attraverso la mediazione di
tradizioni latine più antiche (…) – nell’antichissima tradizione del ciclo triennale delle letture liturgiche
ebraiche”91. Ecco il confronto:
¨ L’inizio del seder 4 coincide con l’inizio del c. 5 di Gn92 (VG);
¨ L’inizio del seder 6 coincide con l’inizio del c. 8 (VG);
¨ L’inizio del seder 9 coincide con l’inizio del c. 11 (VG);
¨ L’inizio del seder 10 (= parashah Lekh lekah) coincide con l’inizio del c. 12 (VG);
¨ L’inizio del seder 11 coincide con l’inizio del c. 14 (VG); il c. 13 di VG, che non corrisponde a nessuna
tradizione ebraica, sembra suggerito dall’esigenza di dividere una sequenza di 38 vv., ritenuta troppo
lunga;
¨ L’inizio del seder 12 coincide con l’inizio del c. 15 (VG);
¨ L’inizio del seder 13 coincide con l’inizio del c. 16 (VG);
¨ L’inizio del seder 14 coincide con l’inizio del c. 17 (VG);
¨ L’inizio del seder 15 (= parashah wayyera) coincide con l’inizio del c. 18 (VG);
¨ L’inizio del seder 16 coincide con l’inizio del c. 19 (VG);
¨ L’inizio del seder 17 coincide con l’inizio del c. 20 (VG);
¨ L’inizio del seder 18 coincide con l’inizio del c. 21 (VG);
¨ L’inizio del seder 19 coincide con l’inizio del c. 22 (VG);93
¨ L’inizio del seder 20 coincide con l’inizio del c. 24 (VG);
¨ L’inizio del seder 21 coincide con 24,42 (VG)

83
Con due versioni latine, quella Vulgata e quella erasmiana, stampate ai due lati del testo greco, cfr. METZGER BRUCE M., Il testo del Nuovo
Testamento, Brescia, 1996, pp. 107-108.
84
Invece VACCARI ALBERTUS, De textu, in Institutiones biblicae scholis accomodatae. Prolegomena, P.I.B., Romae, 1951, n. 12, p. 11 “1555”;
n. 122, p. 336 “1555”.
85
Cfr. BARTHELEMY, Les traditions…, p. 277.
86
“La Biblia Sacra Hebraice, Chaldaice, Græce et Latine…, donata a Emanuele Filiberto di Savoia dal cognato Filippo II di Spagna nel
1573, è meglio conosciuta come «Poliglotta di Anversa» o «Poliglotta Plantiniana», dal nome dello stampatore Christopher Plantin
(circa 1520 – 1589), o anche «Biblia Regia», poiché fu lo stesso Filippo II a farsi carico delle spese di stampa” in
https://archiviodistatotorino.beniculturali.it/larchivio/la-biblioteca-asto/la-biblioteca-antica/libri-ebraici-a-corte/bibbia-regia/ (07/09/2020).
87
EB, V, col. 817.
88
Con traduzione latina interlineare.
89
Targumim dell’AT (eccetto che per Daniele, Esdra, Nehemia e Cronache) con versione latina; anche NT in siriaco (con versione latina).
90
VACCARI, De textu, n. 2, p. 234.
91
BARTHELEMY, Les traditions…, p. 290.
92
Queste indicazioni possono essere verificate nella BHS.
93
Altre tradizioni ebraiche attestano quattro sedarim: 19 che inizia in 22,1; 19a che inizia in 22,20; 19b che inizia in 23,1; 20 che inizia in 24,1. La
divisione del seder 19 può essere stata suggerita dalla parashah CHAYYE SARAH che inizia con il c. 23; questo dimostra che le parashiyyot del ciclo
annuale coincidono ordinariamente con antichissimi sedarim del ciclo triennale (cfr. BARTHELEMY, Les traditions…, p. 288). La divisione in 19 e
19a coincide con una sezione masoretica aperta.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 9/67
¨ L’inizio del seder 22 coincide con l’inizio del c. 25 (VG);
¨ L’inizio del seder 23 (= parashah Toledot) coincide con 25,19; così anche mss prealcuiniani della VG.

2 STORIA DEL TESTO DELL’AT (cfr. BRUNO CHIESA, pp. 305-317; PISANO
STEPHEN94, Il testo dell'Antico Testamento95; JAN JOOSTEN, Manuale di
esegesi dell'Antico Testamento96)

2.1 Premesse
¨ Tradizione: totalità delle testimonianze (o testimoni) su un testo. T. diretta: il testo trasmesso per se stesso
e nella lingua originale; t. indiretta: testo trasmesso in occasione di altra opera letteraria (citazioni,
rielaborazioni, commenti, …) o in traduzione. Compito della critica del testo: constitutio textus, “la
restituzione di un testo che si avvicini il più possibile all’originale [= archetipo]” 97, cioè approntare
un’edizione critica. Poiché il testo biblico è documento di fede della comunità, è sempre necessario
conoscere la storia religiosa e culturale della comunità (cfr. Is 7,14 parqe,noj e hml[).
¨ Il cammino da percorrere è perciò il seguente: recensio (raccolta delle testimonianze e costituzione dello
stemma [nella filologia classica] o individuazione di tipi testuali [per NT] in base agli errori congiuntivi o
separativi), selectio (in base criteri esterni ed interni), emendatio (ope codicum o ope ingenii), qualora il
testo risultante risulti corrotto.

¨ Poiché, però, la massa dei mss. ebraici non ha ancora superato la prima tappa (=recensione, cioè relazione
fra i mss. e conseguente individuazione dei diversi tipi testuali) e inoltre i testimoni sono di natura diversa (i
mss. di Qumran sono solo consonantici; le versioni rivelano solo imperfettamente la loro base ebraica), per
ora “il primo compito della critica testuale della Bibbia ebraica... è quello di stabilire il TM di Tiberiade
(consonanti, accenti, vocali, divisioni, masora)”98.

¨ Il testo ebraico (e aramaico) dell'AT si presenta in forme diverse99; a tutt'oggi possiamo distinguere: testo
masoretico, testo samaritano, testo secondo Qumran e talvolta TH alla base dei LXX, che provengono da
tradizioni testuali diverse.

2.2 Tradizione diretta100

2.2.1
Testo masoretico
Per “testo masoretico” s'intende il testo biblico ebraico contenente le consonanti, gli accenti, le vocali, le
divisioni in capoversi, sezioni libri, le note testuali brevi (=masora parva) o dettagliate (=masora magna) ai
margini dei mss. apposte dagli eruditi medievali (=masoreti)101.

2.2.1.1
Principali codici
Eccettuata la OHB, le altre non sono edizioni critiche, ma diplomatiche, cioè che si limitano a
riprodurre il codex optimus:

94
Professore stabile di Critica testuale presso il Pontificio Istituto Biblico dal 1986. Deceduto il 7 ottobre 2019.
95
in SIMIAN-YOFRE HORACIO, ed., Metodologia dell'Antico Testamento (=Studi biblici, 25), Bologna, 1994, pp. 39-78.
96
in BAUKS MICHAELA – NIHAN CHRISTOPHE, ed., Manuale di esegesi dell'Antico Testamento, Bologna, 2010, pp. 15-43.
97
MAAS PAUL, Critica del testo, Firenze, 1972, p. 1.
98
SCHENKER ADRIAN, Storia del testo dell'Antico Testamento, in T. ROEMER – J.-D. MACCHI – C. NIHAN, Guida di lettura dell'Antico
Testamento, Bologna, 2007, p. 37.
99
MERLO in proposito parla di “varie famiglie di testimoni testuali”, p. 35.
100
La “tradizione è diretta, ove conservi il testo in forma esplicita e nella lingua originale, o indiretta, ove si tratti di traduzioni, citazioni,
rielaborazioni, commenti, ecc.” CHIESA BRUNO, Storia del testo ebraico e aramaico dell'Antico Testamento, in RINALDO FABRIS, ed.,
Introduzione generale alla Bibbia (=Logos, I), 1994, p. 306.
101
Cfr. SCHENKER, Storia del testo..., p. 37.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 10/67
 L[eningradensis]102 1009103, scritto in Egitto al Cairo da SHEMU’EL BEN YA’AQOV. Comprende 491
fogli di pergamena, di cui i primi 463 contengono i 24 libri della Bibbia ebraica con vocali e accenti, più la
Masora grande e piccola104. Il testo biblico è distribuito in tre colonne per pagina (eccetto Sal, Gb e Pr scritti
in due colonne per pagina) con 27 linee per colonna e scriptio continua. Il ms. presenta otto colofoni, nel
sesto (f. 479r) Shemu’el ben Ya’aqov afferma (f. 479r) che egli ha corretto questo ms sulla base di altri
prodotti e corretti da AHARON BEN MOSHE BEN ASHER105. Si può leggere L online al seguente
indirizzo: http://archive.org/stream/Leningrad_Codex.
 L'ordine dei libri è il seguente:
■ TORAH: Gn, Es, Lev, Nm, Dt

■ PROFETI: Gs, Gdc, Sam, Re; Is, Ger, Ez; XII Profeti minori (Os, Gl, Am, Abd, Gio, Mic, Na, Ab,
Sof, Ag, Zac, Mal).
■ SCRITTI: Cr, Sal, Gb, Prov, Ruth, Ct, Qo, Lam, Est, Dn, Esd-Ne.

 A [Aleppo106; in ebraico: Keter Aram Tsovah107], il ms più prezioso108, il cui testo consonantico fu scritto da
SOLOMON BEN BUYA’A e vocalizzato, accentato e provvisto di Masora da AHARON BEN ASHER 109
intorno al 930 a Tiberiade110. In origine conteneva i 24 libri AT, ora ne rimangono 295 fogli, essendo stato
“parzialmente distrutto nel 1949111 quando [2 dicembre 1947] la sinagoga di Aleppo fu incendiata durante
una sommossa contro gli ebrei”112: il testo comincia da Dt 28,17113 e termina con Ct 3,11114. Ora il ms. si
trova a Gerusalemme115, ove nel 1957-58 fu trasportato da MURAD FAHAM – un commerciante di
formaggi di Aleppo con passaporto iraniano - avvolto in un sacco usato per i formaggi e nascosto in una
lavatrice116. Il testo, su pergamena in scrittura quadrata continua, è distribuito in tre colonne per pagina,
eccetto che per Sal, Gb e Pr (due colonne per pagina).
 L'ordine dei libri è il seguente: Dt (da 28,17), Gs, Gdc, Sam, Re, Is, Ger, Ez, Os, Gl, Am, Mic, Na, Ab,
Sof, Zac, Mal, Cr, Sal, Gb, Prov, Rut, Ct fino a 3,11 (‫)ְּב ֥נֹות ִצ ּ֖יֹון‬.
117
 Mancano (a parte Gn 1,1- Dt 28,16): 2 Re 14,21-18,13; Ger 29,9-31,34 e parte di 31,1-25; Am 8,13-ad
finem; Abd; Gio; Mic 1,1-5,1; Sof 3,20 ad finem; Ag; Zc 1,1-9,17; Sal 15,1-25,1; Qo, 'Ekah, Est, Dn,
Esd-Ne.
 Si può visionare il codice online al seguente indirizzo: http://www.aleppocodex.org/.

102
Così denominato da RUDOLF KITTEL, Prefazione alla BHK, 1929, p. XV; ma registrato nella Biblioteca pubblica di Leningrado (dal 1991 di
nuovo San Pietroburgo) con la sigla B19A. Ora il ms. si trova presso la Russian National Library in S. Pietroburgo (prima denominata Saltykov-
Shchedrin Biblioteca Pubblica di Stato di Leningrado e prima ancora Biblioteca Pubblica Imperiale di S. Pietroburgo) registrato con la sigla EBP I
B19a, noto come Codex Leningradensis o Codice di Leningrado (il nome è conservato per evitare confusioni). Questo codice fu descritto per la
prima volta nel catalogo del 1875 di A. HARKAVY e H. L. STRACK (cfr. BHQ, Meghillot, p. XVIII). ZENGER, Introduzione..., p. 52
“Petropolitanus”; BOSCOLO G. La Bibbia nella storia. Introduzione generale alla Sacra Scrittura, Padova, 2009, p. 227 “Petropolitanus”.
103
Per la datazione (siwan [maggio-giugno] dell'anno 4770 della Creazione del mondo, corrispondente all'anno 399 dell'Egira [cfr. Preambolo, f.
1a, ll. 2-6] – quest'ultimo era il calendario in uso al Cairo Vecchio [Al Fustat] al tempo in cui il preambolo fu redatto – cioè estate 1009), cfr. G. E.
WEIL, La nouvelle édition de la Massorah Gedolah selon le manuscrit B 19 a de Lèningrad, in “Riv. di storia e lett. religiosa”, 8 (1972), p. 329; cfr.
anche la sintesi dell’articolo nell’APPENDICE III. BHQ, Meghillot, p. XIX, seguendo la presentazione di BEIT-ARIE’ – SIRAT – GLATZER
propende per 1008. SKA JEAN-LOUIS, Il libro sigillato e il libro aperto, 2005, p. 123 “[L] fu completato nel 1009”; ROITMAN A., The Bible…,
p. 58 “The Leningrad Codex of 1009”.
104
Cfr. BHQ, Meghillot, p. XIX
105
BHQ, Meghillot, p. XIX.
106
Questo codice deve il suo nome alla città di Aleppo (Siria), dove fu conservato, rinchiuso in uno scrigno di ferro, dal XIV secolo (forse 1375)
nella “grotta di Elia”, sita nell'antica Grande Sinagoga di Aleppo, cfr. ROITMAN ADOLFO, The Bible in the Shrine of the Book. From the Dead Sea
Scrolls to the Aleppo Codex, Jerusalem. 2009, p. 62; cfr. G. BUSI, Bibbia di Aleppo, intricata spy-story, in Il Sole 24 Ore, n. 257, 19/09/2010, p. 32.
107
KETER = corona, “termine ebraico di rispetto usato nei paesi del Medio Oriente solo per alcuni antichi manoscritti biblici ebraici”, ROITMAN,
The Bible, p. 55. ARAM TSOVA = nome ebraico di Aleppo, usato dai Rabbini, cfr. ROITMAN, The Bible…, p. 62, cfr. 2 Sm 10,6.8.
108
Cfr. WEIL G. E., La nouvelle..., p. 333. “Il più puro rappresentante della tradizione Ben Asher” BHQ, Meghillot, p. XXI.
109
Nell'iscrizione dedicatoria, “che fu aggiunta circa 100 anni dopo la scrittura [del codice]” si legge: “Questo è il codice completo di 24 libri
scritto […] da Solomon, conosciuto come figlio di Buya'a lo scriba […] e fu vocalizzato e corredato delle note masoretiche […] dal dotto studioso,
maestro degli scribi, padre degli studiosi, capo degli insegnanti […] il maestro Rabbi Aaron figlio del maestro Rabbi Asher” testo riportato da
ROITMAN ADOLFO, The Bible...., p. 57.
110
Tiberiade nel Medioevo fu il più importante centro giudaico nella terra di Israele, cfr. ROITMAN ADOLFO, The Bible ..., p. 57.
111
O nel 1947, in seguito ai disordini provocati dalla decisione dell'ONU (29/11/1947) di dividere la Palestina in due Stati: uno ebraico e uno arabo-
palestinese, cfr. http://it.cathopedia.org/wiki/Codex_Aleppo (24/05/2010).
112
SKA JEAN-LOUIS, Il libro sigillato e il libro aperto, Bologna, 2005, p. 123. Il codice però non presenta tracce di bruciature, sembra piuttosto
che alcune pagine siano state strappate, cfr. http://www.aleppocodex.org/links/10.html
FILOLOGIA BIBLICA – p. 11/67
 C118 [è conservato al Cairo] “copiato e vocalizzato da Mosheh119 ben Asher, padre di Aron”120; uno dei due
colofoni del manoscritto attribuisce il testo consonantico, le vocali, gli accenti e la Masora a MOSHE BEN
ASHER e data il codice all’894/895 in Tiberiade121. Comprende 296 fogli di pergamena contenenti i Profeti
Anteriori e Posteriori; il testo, eccetto che per i vari Cantici, è distribuito in tre colonne di 23 linee
ciascuna con scriptio continua. “E' proprietà della comunità dei caraiti di Cairo”122. Si può visionare il
codice C al seguente indirizzo: http://en.wikipedia.org/wiki/Codex_Cairensis.

2.2.1.2 I Masoreti e la masora


 Masorah (‫ = ָמ סֹוָר ה‬tradizione): “insieme di note che accompagnano il testo biblico e che sono poste o ai
margini superiore e inferiore (masora magna) o a lato e tra le colonne del testo (masora parva) o alla fine
del manoscritto (masora finalis)”123. “I masoreti sono gli scribi che hanno inventato un complesso sistema di
note, di accenti e di vocali per preservare il testo ebraico dell'AT ebraico. Sono stati attivi a Tiberiade verso
il V secolo d. C.”124
 Annotazioni atte a tutelare il testo: ricorrenze (b); hapax (‫ ;)ֵל ית‬scriptio plena (lm = ‫ ;)ָמ ֵל א‬s. defectiva
(sx = ‫;)ָח ֵס ר‬ bytK (= scritto); areq. (= letto o da leggere; è part. passivo aramaico, cfr. J16e); Lv 8,8
‫ = חצי התורה בפסוק‬metà della Torah quanto a versetti; Lv 10,16 ‫ = חצי התורה בתיבות‬metà
della Torah quanto a parole tra vr:²D" vroïD"; Lv 11,42 !AxøG" (= ventre di rettili): il ‫ ֹו‬è ‫חצי‬
‫ = אותיות בתורה‬la lettera centrale della Torah.
 Vocalizzazione: sopralineare, sottolineare (o infralineare), dall’VIII d.C., per fissare la lettura. Tre sistemi:
tiberiense (il più “organico e omogeneo; elaborato in forma definitiva dalla famiglia BEN ‘ASHER; C 895,
A 930, L 1008/9; infralineare), babilonese (in oriente, sopravvissuto in aree marginali – Yemen – anche
dopo l’affermazione del sistema t.; sopralineare), palestinese ( molto imperfetto; sud della Palestina;
sopralineare). I BUXTORF, una famiglia di ebraisti protestanti di Basilea – Johannes senior (1564-1629)
autore di una fortunata Epitome grammaticae Hebraicae (1605) e di un Lexicon Hebraicum et Chaldaicum
113
Cfr. BHQ, Meghillot, p. XXI. “Nel colofone, oggi scomparso dopo i disordini del 1947, ma che A. HARKAVY e PAUL KAHLE citano, si può
leggere: Poi il manoscritto di Aleppo fu puntato, munito di Massorah e rivisto con precisione dal maestro, il dotto, il saggio, il capo degli scribi, il
padre dei dotti, il primo fra quelli che insegnano, perfetto nelle sue opere... Mar Rab Aaron figlio del defunto Mar Rab Asher [più esattamente Aaron
figlio di Moshe figlio di Asher]. Il manoscritto fu redatto per un mecenate di nome Israel ben Simchah ben Sa’ayah ben Ephraim di Bassora, che ne
fece dono alla comunità qaraita di Gerusalemme”, WEIL G. E., La nouvelle..., pp. 333-334. A finì poi al Cairo (1071) e da ultimo ad Aleppo,
dove si trovava già prima del 1478-79 (cfr. EB, I, col. 281). Introdotto fortunosamente in Israele nel 1958, dal 1962 è affidato alla custodia del Ben
Zvi Istitute in Gerusalemme. Nel 1993 dopo lavori di restauro fu esposto nel Santuario del libro (sezione del Museo d'Israele), sempre in
Gerusalemme, ove si trova tuttora. Fu studiato dal prof. MOSHE DAVID (UMBERTO) CASSUTO (1883-1951) nel 1943 (o 1944). Nel 1976 fu
pubblicata un'edizione fotografica del codice A: Moshe H. Goshen-Gottstein, ed., The Aleppo Codex. Jerusalem: Hebrew University Bible Project,
1976. Photographic facsimile edited by Moshe H. Goshen-Gottstein, Introduction in Hebrew and English. Cfr.
http://www.aleppocodex.org/links/11.html and /9html and 10html (24/05/2010), dove si può vedere una riproduzione fotografica digitale di A.
Molte edizioni moderne della Bibbia sono basate su A: l'edizione curata dalla HEBREW BIBLE UNIVERSITY PROJECT (Is, Ger, Ez; vedi sopra),
quella della BAR-ILAN UNIVERSITY (= Mikra'ot Gedolot Haketer che include la Masora parva la Masora magna riportata da A; finora sono
comparsi Gn, Es, Gs, Gd, Sam, Re, Is, Ez, Ps; iniziata nel 1992), e la recente edizione della HEBREW UNIVERSITY (= Mordechai Breuer et al.,
Jerusalem Crown. The Bible of the Hebrew University of Jerusalem. Pentateuch, Prophets and Writings, According to the Text and Masorah of the
Aleppo Codex and Related Manuscripts, Following the Methods of Rabbi Mordechai Breuer. Basel, Switzerland: Karger, 2000), cfr. ROITMAN,
The Bible..., p. 66.
114
Verbum Domini Hominum Bibliae. La Parola di Dio nella vita della Chiesa italiana attraverso le Bibbie, CEI, Noventa Padovana, 2017, p. 15.
115
Cfr. SKA, Il libro..., p. 124.
116
G. BUSI, Bibbia di Aleppo....
117
Cfr. BHQ, Meghillot, p. XXI.
118
Così denominato da R. KITTEL, Prefazione alla BHK, 1929, p. XVI.
119
“Il nome di Mosè non è mai stato portato da nessun altro personaggio della Bibbia e per rispetto nessun ebreo ha dato questo nome a suo
figlio almeno fino al IX sec. d. C. quando per la prima volta appare il nome di Moshe Ben Asher, un famoso masoreta, autore nel 895 del celebre
codice ebraico dei profeti consevato ora al Cairo” RAVASI GIANFRANCO, Esodo, Brescia, 19903, p. 169.
120
WEIL G. E., La nouvelle..., p. 336.
121
Cfr. BHQ, Meghillot, p. XXIII.
122
HERIBAN JOZEF, s. v. Cairo, Codice del, in DIZIONARIO TERMINOLOGICO-CONCETTUALE DI SCIENZE BIBLICHE E AUSILIARIE,
Roma, 2005, p. 198.
123
CHIESA, Storia…, p. 309.
124
SKA, Il libro sigillato e il libro aperto, Bologna, 2005, p. 136, nota 45.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 12/67
(1607), Johannes junior (1599-1664), Johannes Jakob, nipote, (1645-1704) - difesero l'ispirazione anche
dei punti vocalici125. "Fu pochi anni dopo la morte del Gaetano [Tommaso De Vio; 1468 – 1533] che un
dotto ebreo, Elia Levita [1472 – 1549], mostrò che la puntazione masoretica era opera decisamente tarda,
che si era sviluppata nella grande cultura ebraica sorta in Palestina sotto la dominazione araba" 126.

2.2.1.3 Raccolte di varianti in codici medievali


 KENNICOT BENJAMIN, Vetus Testamentum Hebraicum cum variis lectionibus, I-II, Oxonii, 1776, 1780.
Esaminò 615 mss ebraici e 52 edizioni stampate "per raccogliere le varianti consonantiche"127.
 DE ROSSI GIOVANNI BERNARDO (1742-1831)128, Variae lectiones Veteris Testamenti ex immensa mss.
editorumq.[ue] codicum congerie haustae et ad Samar.[itanorum] textum, ad vetustiss.[simas] versiones, ad
accuratiores sacrae criticae fontes ac leges examinatae I-IV + supp., Parma, 1784-1788 (vedi appendice I).
"Consultò 1418 manoscritti e 374 edizioni stampate per completare il lavoro di Kennicott. Indicò anche le
divergenze vocaliche"129. Si può trovare on-line il I volume (Genesi, Esodo, Levitico) al seguente indirizzo:
https://books.google.it/books?id=tK0WAAAAQAAJ&pg=PAxxvii#v=onepage&q&f=false.
 I mss consultati sono tardo medievali e rinascimentali130. “Kennicott’s collection is full of errors, de Rossi’s
less so”131

2.2.1.4 Testo consonantico


Non c’è documentazione sufficiente per seguire la storia del testo dal tempo di Cristo al 700. Ci sono di
aiuto, per ora, solo QUMRAN (1947) e AQUILA, TEODOZIONE, SIMMACO (questi tre ultimi suppongono
un testo molto simile a quello masoretico).

2.2.2 Testo samaritano


 “Il Pentateuco samaritano contiene [solo] il testo della Torah ed è considerato dalla comunità religiosa
samaritana come l'unico corpus di Sacra Scrittura”132.
 Circa la data di formazione l'ipotesi oggi più accreditata fa risalire questo Pentateuco al II sec. a. C.133.
 Il testo è scritto in caratteri ebraici “arcaicizzanti”134. I mss. medievali erano senza segni vocalici, che sono
stati invece introdotti solo di recente.
 Il più antico ms. samaritano – frammentario - “risale al IX secolo, ma la grande maggioranza è databile dal
XII secolo in poi”135.
 Questa tradizione testuale venne riscoperta grazie a PIETRO DELLA VALLE (1586-1652) 136, che nel 1616
acquisì a Damasco un ms samaritano.
125
SACCHI PAOLO, Tra giudaismo e cristianesimo. Riflessioni sul giudaismo antico e medio, Brescia, 2010, p. 57.
126
SACCHI, Tra giudaismo... p. 53.
127
PISANO STEPHEN, Il testo dell'Antico Testamento, in SIMIAN-YOFRE HORACIO, ed., Metodologia dell'Antico Testamento (Studi biblici,
25), Bologna, 1994, p. 45.
128
Cfr. Dizionario Enciclopedico, UTET, vol. VI, Torino, 1968, s. v.; PARENTE FAUSTO, s.v., http://www.treccani.it/enciclopedia/de-rossi-
giovanni-bernardo_(Dizionario-Biografico)/ (21/08/2015). Nel pronao della chiesa parrocchiale di Villa Castelnuovo (TO) [ Via C. Nigra - Villa,
Castelnuovo Nigra (TO)], dedicata a S. Maria Assunta e a S. Sebastiano, si trova sotto il busto del De Rossi la seguente epigrafe: "HONORI ET
MEMORIAE JO[ANNIS] BERNARDI PETRI HUBERTINI F[ILII] DE ROSSI DOMO CASTRONOVO CANAPITII IN ATHEN[AEO]
PARMENSI DOCTORIS LINGUAR[UM] ORIENTALIUM EARUMQ[UE] ILLUSTRATORIS AETATIS SUAE. PRIMI PRAESIDIS
THEOL[...] VII [SEPTIMI] VIRI REI LITT[ERAE] MODERANDAE EQ[UESTRIS] GEORGIANI ALIORUMQ[QUE] ORDINUM OB
COLLECTAM OMNIUM MAXIMAM PRETIOSISSIMAM CODICUM LIBRORUMQ[QUE] SANCTOR[UM] COPIAM A
PRINCIPIBUS VIRIS CERTATIM EXPETITAM AC HONESTISSIMA PLURIUM INVITAMENTA MULTAQ[UE] SACRAE ERUDITIONIS
OPERA EDITA PER EUROPAM AMERICAM LONGE CLARISSIMI EMENTE D D J M[ARIA] L[UISA] AUG[USTA] BIBLIOTECAE [sic]
PUB[LICAE] TRADITIS SUBSTANTIIS PATRIAE ET EGENOR[UM] BONO SE VIVO LEGATIS VITA PIISSIMA ACTA FUNCTI X
K[ALENDAS] APRIL[IS] A[NNO] MDCCCXXXI ANNOR[UM] LXXXVIII M[ENSES] IV D[IES] XXVI NEPOTES EX FRAT P S BS ET CS
HIC DEGENTES PATRUO BENEMERENTISSIMO PP C LACR".
129
PISANO, Il testo..., p. 45.
130
Cfr: FOX MICHAEL V., Proverbs. An eclectical edition with introduction and textual commentary, Atlanta, 2015, p. 18.
131
FOX, Proverbs…, p. 18.
132
MERLO, Il testo..., p. 38.
133
MERLO, Il testo..., p. 38.
134
MERLO, Il testo..., p. 38. O realmente arcaici? Cfr. SACCHI PAOLO, Storia del Secondo Tempio. Israele tra VI secolo a. C. e I secolo d. C.,
Torino, 1994, p. 130: “I samaritani scrivevano i loro rotoli della legge servendosi dei caratteri ebraici, quali erano stati in uso in Palestina fino
all'esilio”.
135
MERLO, Il testo..., p. 38.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 13/67
 Caratteristiche:
 il Pentateuco samaritano “contiene molte lezioni tipiche della teologia samaritana (ad esempio
'Garizim' al posto di 'Sion')”137;
138
 tende ad armonizzare nomi, cifre o passi paralleli;
 a semplificare ortografia e morfologia.
139
 “Diverse di queste particolarità... sono state però ritrovate in alcuni rotoli di Qumran” .
140
 “Vi sono 6000 varianti circa fra il testo masoretico e quello del Pentateuco samaritano. 1900 di queste
varianti sono comuni alla traduzione greca dei LXX e al Pentateuco samaritano... Il testo samaritano è
anche sorprendentemente simile su alcuni punti ai testi ritrovati a Qumran”141.
142
 Tali concordanze attestano “l'esistenza di una tradizione testuale antica” , “pre-samaritana”.
 Edizioni:
143
 “Attualmente esiste una sola edizione critica completa del Pentateuco samaritano” : AUGUST VON
GALL (hrsg), Der hebraische Pentateuch der Samaritaner, Toepelmann, Giessen, 1914-1918.
 Più recente è 'edizione curata da ABRAHAM TAL, The Samaritan Pentateuch, Edited According to MS 6
(C) of the Shekhem Synagogue, Tel Aviv University Press, Tel Aviv, 1994. Edizione basata su un ms. del
1204 quasi completo e corredata di rare note.
 Ancora incompleto il tentativo di edizione critica a cura di LUIS-FERNANDO GIRON BLANC,
Pentateuco hebreo-samaritano: Genesis, Ediciòn critica sobre la base de Manuscritos inéditos, Consejo
Superior de Investigaciones Cientificas, Madrid, 1976.

2.2.3 Testo di Qumran


 Scoperta. 1947144. Mohammed Edh-dhib (= Mohammed il lupo, lo sciacallo) della tribù dei Ta’amirah. Dal
1947 al 1956 sono stati scoperti a Qumran, in 11 grotte, circa 900 mss. (frammentari) biblici ed extrabiblici.
I mss. biblici “appartengono a poco più di 200 manoscritti diversi”145, cui sono da aggiungere circa altri 20
documenti scoperti in altri siti, sempre sulla riva occidentale del Mar Morto. Sono tutti i libri della Bibbia
ebraica, eccetto Ester e Neemia (considerando Neemia separato da Esdra).
 Materiale e lingua. Per lo più pergamena (meno numerosi i testi su papiro). Per lo più ebraico e aram.;
solo in 7Q sono stati trovati 19 frammenti (esattamente “i resti di 18 frammenti + l'impronta di un altro
frammento di papiro su una zolla di argilla”146) di papiro e in greco; cfr. G. GHIBERTI, Marco a Qumran, in
“Parole di vita”, 37 (1992), pp. 46-52; MARTINEZ FLORENTINO GARCIA, Testi di Qumran, 20032, p.

136
Romano di nascita, l'8 giugno 1614 in seguito a una delusione amorosa – com'egli stesso racconta – partì da Venezia alla volta dei Luoghi Santi.
Visitò la Grecia, l'Asia Minore, Gerusalemme. Proseguì per la Mesopotamia fino a Baghdad e da lì raggiunse la Persia, ove si trattenne a lungo.
Descrisse le iscrizioni cuneiformi di Persepoli e i costumi e la storia dei Persiani. S'imbarcò per l'India, di cui visitò le coste fino a Calcutta,
spingendosi poi all'interno fino al Gujarat. Nel viaggio di ritorno sostò nella penisola arabica, a Mascate, quindi attraversò il Golfo Persico,
giungendo ad Alessandretta, di dove s'imbarcò per Siracusa e Napoli, ritrovandosi a Roma il 28 marzo 1626. Portò con sé un'importante collezione
di manoscritti orientali (che avrebbe poi donato alla Biblioteca vaticana) oltre a reperti di varia natura, incluse alcune mummie egiziane. Narrò il
suo viaggio in una serie di 54 lettere all’amico Mario Schipano, che furono più volte ristampate, fino all'ultima edizione di Torino del 1843 ( Viaggi
di Pietro Della Valle il pellegrino, descritti da lui medesimo in lettere familiari all’erudito suo amico Mario Schipano, divisi in tre parti cioè: la
Turchia, la Persia e l’India. Colla vita e ritratto dell’autore. Torino, 1843). Aveva anche tenuto un diario di viaggio che è rimasto inedito.
137
MERLO, Il testo..., p. 38. Cfr. in Dt 27,1-8 le pietre su cui deve essere scritta la legge sono erette sul monte Ebal secondo il TM, sul monte
Garizim secondo il Pentateuco samaritano; e quest'ultima sembra la lezione primitiva, cfr. infatti 27,12 (le benedizioni sono pronunziate sul monte
Garizim) e 11,29 (la benedizione è posta sul monte Garizim), cfr. SACCHI PAOLO, Storia del Secondo Tempio. Israele tra VI secolo a. C. e I
secolo d. C., Torino, 1994, p. 131 e SKA, Il libro..., p. 136.
138
SACCHI PAOLO, Storia..., p. 131: “Il testo samaritano presenta molte varianti nei numeri specialmente relativi agli anni delle genealogie”.
139
MERLO, Il testo..., p. 39.
140
Precisa tuttavia SACCHI, Storia..., p. 130: “Molte varianti hanno portata puramente grammaticale e stilistica, e non incidono sul senso se non in
maniera limitatissima”.
141
SKA, Il libro..., p. 136, nota 46. “Il sesto volume della Poliglotta di Brian Walton (1657), curato da Edmund Castell (1606-1685), raccoglie circa
6.000 varianti del Pentateuco Samaritano rispetto al TM; di esse 1.900 sono in accordo con la versione dei LXX” BORGONOVO GIANANTONIO,
La Tôrâ, ovvero il Pentateuco, in Torah e storiografie dell’Antico Testamento (Logos, 2), Leumann (TO), 2012, p. 90, nota 18.
142
MERLO, Il testo..., p. 39.
143
MERLO, Il testo..., p. 39.
144
Più esattamente forse inverno 1946, cfr. PAGANINI SIMONE, Qumran. Le rovine della luna. Il monastero e gli esseni, una certezza o
un'ipotesi?, Bologna, 2011, pp. 11-12.
145
MERLO, Il testo..., p. 39.
146
MARTINEZ FLORENTINO GARCIA, Il fascino di Qumran sui cristiani, in F. MEBARKI – E. PUECH, I manoscritti del Mar Morto, edizione
italiana a cura di GIANFRANCO RAVASI, Milano, 2003, p. 221. Il MARTINEZ è contrario a identificare 7Q5 con Mc 6, 52-53.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 14/67
771: 7Q1 = 7QLXXExod [contiene resti dell’Es greco]; 7Q2 = 7QLXXEpJer [contiene resti dell’Epistola di
Geremia vv. 43-44]; 7Q3-19 [contiene testi greci non identificati].
 Datazione: dal 200 a.C. al 70 d.C. (o forse 68, quando il sito fu distrutto dai Romani, cfr. G. FLAVIO, Bell.
Iud., 4,8,1.4; 4,9,1), “ma la maggior parte dei essi [mss.] è databile al I secolo a. C.”147.
 Pubblicazione. “Praticamente tutti i manoscritti ritrovati sono ormai resi pubblici nei 39 [il 40°, l'ultimo, è
apparso nel 2009] volumi dell'edizione ufficiale costituita dalla collana “Discoveries in the Judean Desert”
(Oxford 1955ss)”148.
 Grotta 4: + ricca di mss. biblici; Grotta 1: 1QIsa e 1QIsb.
 Testo.
a
 IQIs “fu il primo manoscritto a essere pubblicato (1950) ed è databile al 125-100 a. C., contiene tutto il
libro di Isaia e riproduce un testo quasi del tutto simile a quello masoretico”149.
b
 “Altri rotoli, come ad esempio 4QGer si discostano dalla tradizione masoretica e concordano invece
con la tradizione attestata nella versione dei LXX”150 (invece 4QJera e 4QJerc hanno testo lungo come
TM); altri ancora concordano con il Pentateuco samaritano.
 Molti mss “presentano caratteristiche proprie... ad esempio un uso abbondante di matres lectionis, una
morfologia propria e un rapporto relativamente libero con il modello di testo, con la presenza di
molteplici errori e correzioni”151.
 EMANUEL TOV classifica in cinque gruppi i tipi di testo presenti a Qumran:
■ “testi all'interno della tipica ortografia e pratica scribale di Qumran (20 per cento);
■ testi 'proto-masoretici', cioè fondamentalmente in accordo con quello che à poi il testo masoretico (35
per cento);
■ testi 'pre-samaritani', cioè che riflettono le caratteristiche armonizzatrici tipiche del Pentateuco
samaritano, pur senza l'ideologia samaritana (5 per cento);
■ testi che somigliano o concordano con le lezioni della LXX (5 per cento);
■ testi non allineati a nessun gruppo o che concordano a volte con una a volte con un'altra tradizione (35
per cento)”152.
 Tutto ciò attesta per quel luogo e per quel tempo una situazione di variabilità testuale.

2.3 Tradizione indiretta

2.3.1 La versione greca dei LXX (vedi sotto “VERSIONI ANTICHE E MODERNE”)

2.3.2 Le versioni aramaiche o Targumim (ID.)

2.3.3 La “Peshitta” (ID.)

2.3.4 Le traduzioni latine e la Vulgata (ID.).

2.4 Origine del testo ebraico


 Teoria dei testi locali (FRANK M. CROSS): tre tipi di testo corrispondenti ai tre centri del giudaismo:
Palestina (testo lungo, come nel Pent. Sam.), Babilonia (testo breve, come TM), Egitto (a metà, come

147
MERLO, Il testo...., p. 39.
148
MERLO, Il testo..., p. 39. L'opera comprende non solo i testi provenienti da Qumran, ma anche quelli ritrovati nelle grotte presso Wadi
Murabba'at, Nahal Hever e Wadi Daliyeh, cfr. Verbum Domini..., p. 21.
149
MERLO, Il testo..., p. 40.
150
MERLO, Il testo..., p. 40.
151
MERLO, Il testo..., p. 40.
152
Cfr. MERLO, Il testo..., p. 40; inoltre “Il 60% circa di tutti i manoscritti sono da lui rapportati al tipo testuale proto-masoretico (ad es. 1QIs b); un
testo proto-samaritano, peraltro ancora privo di caratteristiche settarie (soprattutto mancante dell’inserzione nel decalogo del precetto sul Garizim), è
attestato, ad esempio, in 4QpaleoExodm (...); un tipo di testo che potrebbe aver fatto da base per i Settanta (ad es. 4QIer b.d: il testo è molto più breve
del testo masoretico ed è disposto diversamente); un tipo di testo caratteristico di Qumran e che dev’essere stato vergato qui (ad es. 1QIs a), che si
distingue per l’ortografia (soprattutto nella predilezione per la grafia piena) e la grammatica (in particolare i suffissi), ma anche per l’adattamento
linguistico del testo al rispettivo contesto; infine un tipo testuale indipendente, non inseribile in alcun gruppo” STEMBERGER GUENTER,
Ermeneutica ebraica della Bibbia, Paideia, Brescia, 2000, p. 43.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 15/67
LXX)153. Tale teoria non regge di fronte alle varietà testuali attestate a Qumran e tutte “in qualche modo
correlate con la Palestina”154.
 Teoria dei vari gruppi e movimenti: testo vicino ai LXX riconducibile agli ambienti del tempio di
Gerusalemme, quello vicino al TM riconducibile ad ambienti farisaici (questo sembra essere l'orientamento
oggi prevalente155).
 Teoria di EMMANUEL TOV.
 “Lo sviluppo letterario [= la composizione dell'opera fino al suo stadio definitivo] dei vari libri terminò
in date diverse a seconda dei libri stessi”156.
 E' possibile che siano esistiti diversi testi primitivi (simili) di una stessa opera (cfr. il testo più breve di
Gr nella LXX), trasmessi all'interno delle singole comunità.
 E' possibile che si siano compiute recensioni allo scopo di attenuare le discordanze, ma non tutti mss.
precedenti furono eliminati; ciò spiegherebbe la coesistenza di forme testuali diverse a Qumran.
 “Si tenga però presente che non tutti i libri della Bibbia presentano una medesima varietà testuale: per
alcuni essa è più accentuata, per altri meno”157.
 “Questo periodo di pluralità testuale ebbe termine verso la fine del I secolo d. C. o l'inizio del II per
motivazioni prevalentemente religiose e politiche.
 La tradizione attestata dal TM fu accettata e fissata dal rabbinismo, unico gruppo religioso ebraico che
sopravvisse con le sue antiche tradizioni alla dominazione romana, mentre la tradizione attestata dalla
versione dei LXX fu accettata dai cristiani e rifiutata dagli ebrei” 158.

2.5 Edizioni a stampa

 Il primo libro dell’AT stampato in ebraico fu il libro dei Salmi, Bologna, 29 agosto 1477, con 153 fogli;
“ogni versetto è seguito dall'appropriato passo del commentario di D. [avid] Kimchi”159.

 L’editio princeps di tutto l’AT, a cura di GIOSUE’ SALOMONE SONCINO160 e ABRAMO BEN
HAYYIM dei Tintori (o il Tintore, di Pesaro), Soncino (Cremona), 13 febbraio 1488, si basava su mss
franco-tedeschi (ashkenaziti), meno attenti alla masora, con vocali e accenti ma senza commentari 161. La
seconda a Napoli (1491/93), la terza a Brescia (a opera di GERSHOM SONCINO, nipote di Giosuè,
1495162), la quarta nel 1511 a Pesaro.

153
Cfr. la critica a questa teoria mossa da PISANO STEPHEN, Il testo dell’Antico Testamento , in Metodologia dell’Antico Testamento, a cura di
HORACIO SIMIAN-YOFRE, EDB, Bologna, 1995, p. 55. La critica è conseguente alle proposte recenti di E. TOV.
154
MERLO, Il testo..., p. 45.
155
Cfr. CHIESA, Storia del testo...., p. 312.
156
MERLO, Il testo..., p. 45.
157
MERLO, Il testo..., p. 46.
158
MERLO, Il testo..., p. 46.
159
MERLO, Il testo..., p. 46.
160
La famiglia SONCINO, originaria di Spira (nel Palatinato [Germania centro-occidentale]), si stabilì a Soncino, borgo non distante da Cremona,
nel 1454, assumento il cognome dal toponimo; ne venne espulsa nel 1490. YEHOSHU'A SHELOMOH stampò a Soncino venticinque edizioni circa,
prima di trasferirsi a Napoli, ove morì nel 1493. Nel 1488 uscì dalla tipografia dei Soncino la prima Bibbia ebraica completa. Dopo la morte del
cugino (o nipote, secondo SCAIOLA, “Una cosa..., p. 50 e EJ, s.v. Soncino), GHERSHON si trasferì prima a Brescia, poi a Barco (RE) e infine a
Venezia nel 1498. Dapprima lavorò in Venezia per l'editore ALDO MANUZIO, che sognava di stampare la Bibbia in ebraico, greco e latino.
Guastatisi i rapporti con costui (Manuzio nel 1501 pubblicò l'Introductio perbrevis alla lingua ebraica di Ghershon senza citarne il nome) e a motivo
dell'acerrima concorrenza di DANIELE BOMBERG, dovette lasciare Venezia, per stabilirsi a Fano (PS), ove inaugurò un nuovo corso editoriale,
stampando non solo pubblicazioni in ebraico, ma anche testi in latino e in volgare ( www.storiastampa.unibo.it: corso tenuto presso l'Università di
Bologna).
161
Cfr. SCAIOLA DONATELLA, “Una cosa ha detto Dio, due ne ho udite”. Fenomeni di composizione appaiata nel Salterio Masoretico, Roma,
2002, p. 50; NORMAN HENRY SNAITH, in EJ, s. v. BIBLE: THE CANON, TEXT, AND EDITIONS: “They [= i Soncino: Giosuè, Mosè e
Ghershom] produced the first complete Bible, the Soncino Bible of 1488, with vowels and accents, but without a commentary, as was the custom of
the Soncinos”.
162
Così SCAIOLA, “Una cosa..., p. 50; altri 1494 (per es. MAISANO, Filologia…, p. 117: “Ed. Giosuè Soncino, Napoli 1488 e 1491; ed. Girolamo
Soncino, Brescia 1492 e 1494”).
FILOLOGIA BIBLICA – p. 16/67
 Prima Bibbia rabbinica163, “in quattro volumi con Targumim e commentari”164, edita da FELIX
PRATENSIS165 l’11 dicembre 1517 dedicata a Leone X, da cui ricevette l'imprimatur, e stampata da
Daniele Bomberg (ricco commerciante cristiano di Anversa; morto nel 1549166). Nella ed. della seconda
Bibbia rabbinica (stampata anch'essa a Venezia da Daniele Bomberg, 1524-1525 in IV voll. con
Masora marginale – parva e magna -, i Targumim e i commenti di Rashi, Ibn Ezra, David e Mosè
Kimchi e di Levi ben Gershom) JA’AQOB BEN HAYYIM IBN ADONIJAH167 si serve di manoscritti
spagnoli (sefarditi), che riproducono fedelmente la tradizione dei Ben ‘Asher; questa Bibbia diviene il
Textus receptus (fino al 1937).

Oggi le più diffuse sono:


¨ quelle israeliane (per la nitidezza dei caratteri si segnala l’edizione bilingue, ebraico-inglese, THE
KOREN JERUSALEM BIBLE; essa prende nome dallo stampatore e tipografo ELIYAHU KOREN, che
la pubblicò nel 1962168; l'ultima edizione a cura della Koren Publishers Jerusalem è del 2008, e ha VII,1029
pp.;
¨ l’ed. curata da NORMAN HENRY SNAITH per la British and Foreign Bible Society (Londra, 1958) è
basata principalmente sulla prima mano del ms. Or 2626-8 del British Museum (Londra), scritto a Lisbona
nel 1482169.
¨ Biblia Hebraica (= BHK3 ) curata da RUDOLF KITTEL [1853-1929] (III ed., Stuttgart, 1929-1937),
riproduce L, abbandonando il testo di Ben Chayyim. A questa edizione il SACCHI muoveva una doppia
critica: "Da un lato, ricorre con troppa disinvoltura a congetturare quando si tratta di mutamenti di poca
portata..., dall'altro... essa troppe volte non prende in considerazione la tradizione extraebraica [= al di fuori
del TM]"170.
¨ La 1a ed. (=BHK1) era apparsa a Lipsia già a cura di Rudolf Kittel (1853 – 1929) nel 1905171 per i tipi di
J. C. Hinrichs, con testo di Ben Chayyim;
¨ la 2a (=BHK2) nel 1913 a Lipsia sempre a cura di Rudolf Kittel, sempre per i tipi di J. C. Hinrichs e
sempre con il testo di Ben Chayyim172.
¨ Biblia Hebraica Stuttgartensia (= BHS) (1967-1977) curata da KARL ELLIGER e WILHELM
RUDOLPH, riproduce L; riporta con maggior precisione e completezza la Masorah parva (nel margine
interno ed esterno) e magna (sopra e sotto).
¨ E’ stato pubblicato nel 2004 il fascicolo n. 18 “Meghillot” della BIBLIA HEBRAICA QUINTA (BHQ) –
il primo - a cura della Deutsche Bibelgesellschaft di Stuttgart con ampia introduzione generale (pp. VII –
C), il n. 20 “Ezra ad Nehemiah” nel 2006, il n. 5 “Deuteronomy” nel 2007, il n. 17 “Proverbs” nel 2008, il
n. 13 “The Twelve Minor Prophets” nel 2010, il n. 7 “Judges” nel 2012.
¨ Direttore del progetto editoriale è padre ADRIAN SCHENKER, o.p. Si tratta ancora di un’edizione
diplomatica di L: “questa edizione offre come suo testo base una presentazione fondamentalmente
diplomatica di ML (= Testo masoretico come conservato nel ms L)”173; sono inoltre stati consultati sette
altri mss opera della Famiglia dei ben Asher di Tiberiade:
¨ per la Torah: il codice di Aleppo (A), il codice orientale 4445 della British Library (B), il ms EBP II B
17 della Biblioteca Nazionale Russa di S. Pietroburgo (=L17), il ms Sassoon 507 (=S5) ora Heb 24°
5702 della Biblioteca Nazionale e Universitaria di Gerusalemme;
¨ per i Profeti: anche il codice del Cairo (C);
163
Cosiddetta perché il testo ebraico è accompagnato dai targumim, dalla masorah grande e piccola e da commentari rabbinici, cfr. PERRELLA
GAETANO M., Introduzione generale alla Sacra Bibbia, Marietti, Torino, 1949, n. 180, p. 184.
164
SCAIOLA, “Una cosa..., p. 51.
165
FELICE DA PRATO (ca. 1460-1559), ebreo convertito, battezzato nel 1506, poi agostiniano. Cfr. CHIESA BRUNO, Filologia storica della
Bibbia ebraica, Paideia, Brescia, II, 2002, pp.329-332.
166
BJ, s. v. , “died between 1549 and 1553”.
167
BJ, s.v. Bible:: the Canon, Text, and Editions, Printed Editions, “giunse a Venezia dopoché la sua famiglia era stata cacciata dalla Spagna e anche
da Tunisi”. Poco dopo il 1525 anch'egli divenne cristiano.
168
Cfr. p. VII.
169
Cfr. Preface, [p. 2].
170
SACCHI, Tra giudaismo..., p. 65.
171
Così BHQ, Meghillot, 2004, Stuttgart, p. 153*; invece a p. VII la data riportata è 1906. Probabilmente si trattò di ristampe.
172
BHQ, Meghillot, 2004, Stuttgart, p. VII.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 17/67
¨ per gli Scritti: anche il ms 1753 della Cambridge University Library (=Y), il ms Sassoon 1053 (=S1) e il
ms EBP II B 34 della Biblioteca Nazionale Russa di S. Pietroburgo (=L34).

¨ HEBREW UNIVERSITY BIBLE (=HUB) di Gerusalemme. Riproduce il codice A174. Finora sono stati
pubblicati i seguenti testi:
¨ The Book of Isaiah, ed. M. H. Goshen-Gottstein175, The Hebrew University, Jerusalem, 1995
¨ The Book of Jeremiah, ed. C. Rabin - S. Talmon - E. Tov, Magnes Press, Jerusalem, 1997
¨ The Book of Ezekiel, ed. M. H. Goshen-Gottstein, S. Talmon, G. Marquis, Magnes Press, Jerusalem,
2004.
¨ OXFORD HEBREW BIBLE (= OHB). “L'impostazione dell'edizione della OHB privilegia invece la
critica testuale classica. I curatori di quest'edizione respingono l'idea di pubblicare (o privilegiare) il testo
di un codice, sia pure esemplare, disponendo a piè di pagina le lezioni degli altri testimoni. Di volta in volta,
osservano, bisogna giudicare qual è la lezione più vicina all'originale. Ritengono possibile raggiungere (e
ricostruire) in tal modo il testo ebraico del III sec. a.C., coevo all'epoca della traduzione dei LXX” 176.
Finora è stato pubblicato a cura di RONALD S. HENDEL, The Text of Genesis 1-11. Textual Studies and
Critical Edition, Oxford University Press, New York, 1998.
Interessanti saggi dell’applicazione di questo metodo a pericopi di Gn, Lv, Dt, I-II Re, Ger, Prov si possono
trovare al sito http://ohb.berkeley.edu (16/05/2012).
¨ THE HEBREW BIBLE: A CRITICAL EDITION (=HBCE). RONALD HENDEL (vedi sopra) è il
curatore di questa nuova serie, che intende offrire “un nuovo modello per una edizione critica della Bibbia
Ebraica”177 e ha come scopo primario “ricostruire gli archetipi corretti dei libri biblici” 178. Finora è uscito il
volume dei Proverbi a cura di MICHAEL V. FOX, Proverbs. An eclectical Edition with Introduction and
textual Commentary, SBL Press, Atlanta, 2015, XXII,431 pp., 42* pp. (recanti il testo ebraico; al fondo del
volume).

173
BHQ, Meghillot, p. IX. Le ragioni di questa scelta sono essenzialmente tre, come spiega p. SCHENKER: “Innanzitutto, ma non è certo la
ragione determinate, di esso [=L] esistevano già un testo elettronico e uno stampato, una condizione che presentava vantaggi pratici non
trascurabili. Per molti studiosi, poi, appare prematuro produrre un testo eclettico della Bibbia ebraica, dal momento che la storia del testo
veterotestamentario non è ben conosciuta soprattutto in un'epoca cruciale qual è quella tra il IV sec. a.C. e il I sec. d.C. Ciò risulta con
evidenza nell'incerta valutazione critica dei testi di Qumran. Gli studiosi non sono concordi se esistesse a quel tempo un testo fissato o circolassero
più testi (molteplicità testuale). Una tale oscillazione ha influito certamente sulla decisione del comitato della BHQ di optare per il codice di
Leningrado. Per Schenker e altri suoi colleghi però la difficoltà maggiore è rappresentata dalle traduzioni. Tra i testimoni più antichi ve ne sono
di non ebraici. Ciò vale per i libri di Geremia, Samuele, Re, Esdra, Neemia, Daniele, Ezechiele e dell'Esodo, almeno per alcuni settori. In questi casi,
paradossalmente, i testi più antichi sono greci o latini. Talora la testimonianza più antica si trova nella Vetus latina, che, come è noto, è un traduzione
del testo greco e che pertanto può conservare la forma più antica della Bibbia greca che, a sua volta, può conservare la forma precedente rispetto al
testo ebraico. Volendo applicare in modo rigoroso i principi della critica testuale, nel caso di 2Sam 7,11, dove la valutazione della discordanza tra
testo ebraico e greco propende per quest'ultimo, si dovrebbe pensare di inserire la lezione greca nel testo o farne la retroversione in ebraico. Ma
sarebbe un'operazione improponibile. Posto che una lezione dei testi di Qumran dovesse risultare più antica rispetto a quelle di altri testimoni, la si
dovrebbe vocalizzare e accentare. Ma sta di fatto che non si conosce la pronuncia del tempo, ed è probabile che fosse diversa da quella tiberiense,
come risulta dalle trascrizioni di Girolamo e della seconda colonna dell'Esapla”.
174
Ecco le caratteristiche di questa edizione esposte da p. A. SCHENKER in una conferenza tenuta presso lo Studium Biblicum Franciscanum di
Gerusalemme il 18 novembre 2005 (testo adattato dal curatore R. P.): “ L'edizione della HUB vuole essere un' editio maior. E' corredata da un
quadruplice apparato critico dove si registrano tutti i testimoni ebraici antichi, tutte le versioni (che spesso rappresentano per buona parte i
testimoni più antichi), tutte le citazioni rabbiniche e anche quelle di altra provenienza, spiegazioni e annotazioni. Il codice di riferimento è quello di
Aleppo, che è mutilo, va ricordato, del Pentateuco. Gli editori non scelgono tra le lezioni. Mettono a disposizione il materiale senza qualificarlo, non
dicono se è antico o recente. Non offrono un testo critico. Perciò non segnalano l'antichità relativa dei testimoni. L'idea di fondo è che allo stato
attuale degli studi i criteri per scegliere una lezione invece di un'altra sono soggettivi e provvisori”. Per maggiori dettagli circa i quattro
apparati cfr. SEGAL MICHAEL, The Hebrew Univesity Bible Project, in HeBAI 2(2013), pp. 47-62: il I apparato riporta la varianti delle antiche
versioni condotte su testo ebraico (LXX, AQ, TH, SIM, VG, PESHITTA, TG); il II apparato riporta varianti attesate in antichi testimoni ebraici
(Rotoli del Mar Morto, Pentateuco samaritano, citazioni nella letteratura rabbinica); il III apparato riporta varianti contenute in mss biblici
medievali; il IV apparato riguarda varianti ortografiche, vocali e accenti nei mss. medievali; al disotto dei quattro apparati si trovano note
esplicative, che si riferiscono principalmente, ma non esclusivamente al I apparato.
175
Moshe Henry Goshen-Gottstein, biblista e semitista israeliano (1925-1991). Goshen-Gottstein ha diretto il progetto della edizione critica della
Bibbia ebraica (Hebrew University Bible Project) e il Modern Hebrew Dictionary. Tra le sue opere si possono ricordare: Text and Language in
Bible and Qumrân (1960), Hebrew and Semitic Languages: Out-line and Introduction (1965), Introduction to the Lexicography of Modern Hebrew
(1969), The Bible in SyroPalaestinian Version, I (1973), The Book of Isaiah, I-II (1975; capitoli 1-22 in edizione critica), Fragments of Lost
Targumim (1983).
176
A. SCHENKER in una conferenza tenuta presso lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme il 18 novembre 2005 (testo adattato dal
curatore R. P.).
177
FOX MICHAEL V., Proverbs. An eclectical Edition with Introduction and textual Commentary, SBL Press, Atlanta, 2015, p. IX.
178
FOX, Proverbs…, p. 2. Sulla teoria e il metodo della HBCE si può consultare il sito www.hbceonline.org.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 18/67
¨ Un altro progetto, quello della BIBBIA QUMRANICA, è allo stato nascente. A portarla avanti sono
studiosi dell'università di Tubinga e americani. L'obiettivo è di editare la bibbia letta a Qumran.

3 STORIA DEL TESTO DEL NT (ANNA PASSONI DELL'ACQUA, pp. 319-346)

3.1 Dall’originale ai mss.


Trasmissione di testi biblici prima a opera di privati, poi (dal IV sec.) di scriptoria (più scribi, sotto
dettatura, correttore, monaci dall’epoca bizantina).

3.1.1 Classificazione dei mss del NT


¨ Denominazione più antica: Codex Alexandrinus179 (provenienza), codex Vaticanus graecus 1209180
(conservazione), codex Bezae (possessore, TEODORO BEZA [nato a Vézelay nel 1516 e morto a Ginevra
nel 1605]181) o Cantabrigensis (conservazione, Cambridge), codex Ephraemi rescriptus, Coridethianus
(luogo del ritrovamento)182 …
¨ WETTSTEIN JOHANN JACOB (1693-1754; svizzero, originario di Basilea): fu il primo a indicare i mss.
onciali con le lettere maiuscole latine (A = codice Alessandrino; B = Codice Vaticano; C = Codice di
Efrem riscritto; D = Codice di Beza o Cantabrigensis…) e i mss. in minuscola (compresi i lezionari) con
numeri arabi183; ed. NT 1751-52.
¨ COSTANTIN VON TISCHENDORF (luterano tedesco, 1815-1874): anche lettere greche ed ebraiche.
¨ CASPAR RENE’ GREGORY (americano, 1846-1917, si trasferì in Germania184): mss maiuscoli 0...185: 01 =
S, 02 = A, 03 = B, 04 =C, 05 = D; minuscoli 1…; papiri: P1…; lezionari l1…
¨ HERMANN FREIHERR VON SODEN (nato nel 1852 a Cincinnati –Ohio-, morì a Berlino 1914186): d
(tutto NT, esclusa o compresa Ap) e (Vangeli) a (Atti ed Epistole con o senza Ap) + un numero relativo al
tempo e al contenuto dei singoli mss. (non adottata)187; es.: d1 = B; d2 = S; d3 [lacunoso] = C; d4 = A; d5
[lacunoso] = D (solo Vangeli e Atti); e050 = Koridethianus.
¨ Numero: secondo KURT e BARBARA (subentrata poi al marito, deceduto nel 1994, come direttore
dell’Institut fuer neutestamentliche Textforschung di Muenster, sorto nel 1959) ALAND vi sono 88 papiri
catalogati, 274 onciali cat., 2795 min. cat., 2209 lez. cat.188. Il NESTLE-ALAND27 del 1993 (ristampa 2001)
elenca 116189 papiri, 303 codici maiuscoli greci, 2818 codici minuscoli greci, 2211 lezionari; NESTLE-
ALAND28 del 2012 elenca 127 papiri, 303 codici maiuscoli greci, 2818 codici minuscoli greci, 2211
lezionari.

3.1.2 Principali testimoni del NT (pp. 324-329)

3.1.2.1 Testimoni diretti: manoscritti greci


Testi di riferimento:
179
“Il cod., di cui è attestata l’esistenza nella Biblioteca del Patriarca di Alessandria fin dal sec. XI, fu donato nel 1628 per l’intercessione del
Patriarca Cirillo Lukaris al re Carlo I d’Inghilterra” ALAND KURT – ALAND BARBARA, Il testo del Nuovo Testamento, Marietti, Genova, 1987,
p. 120.
180
“La segnatura attuale (Vat. gr. 1209) gli fu data intorno al 1612. Nella critica testuale viene citato comunemente, a partire da Wettstein (1751),
con la sigla ‘B’”, MARTINI CARLO MARIA, Il problema della recensionalità del codice B alla luce del papiro Bodmer XIV, P.I.B., Roma, 1966,
p. 2.
181
“Illustre studioso francese che divenne successore di Calvino come capo della chiesa ginevrina” METZGER BRUCE M., Il testo del Nuovo
Testamento. Trasmissione, corruzione e restituzione, Paideia, Brescia, 1996, p. 55. Nel 1581 lo offrì alla biblioteca dell’Università di Cambridge.
182
“Rinvenuto nella chiesa dei Santi Kerykos e Iulitta presso Koridethi, situato sui monti caucasici vicino al Mar Caspio; attualmente si trova a
Tbilisi [in russo TIFLIS], capitale della (...) Georgia” METZGER, Il testo..., p. 63.
183
Cfr. ID., p. 117; ALAND K. - ALAND K., Il testo..., pp. 15.80-81.
184
Morì durante la prima guerra mondiale, combattendo come volontario dalla parte dei Tedeschi; si era arruolato a sessantotto anni.
185
Ma conservò le lettere alfabetiche del Wettstein fino a 045.
186
“Morì nel 1914 in seguito a un incidente occorsogli mentre saliva sulla metropolitana a Berlino” METZGER, Il testo..., p. 138.
187
Cfr. METZGER, Il testo..., p. 139, nota 31.
188
Testo..., p. 82.
189
VOICU SEVER J., Una storia lunga diciotto secoli: il Papiro Bodmer 14-15 (P 75) arriva alla Biblioteca Apostolica Vaticana, in
“L’OSSERVATORE ROMANO”, 24 gennaio 2007, p. 5, col. IV “… papiri neotestamentari, che nel 2006 sono ormai diventati 118”; vi si trova una
accurata descrizione ed esauriente storia del documento con interessanti osservazioni filologiche più generali.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 19/67
¨ ALAND KURT – ALAND BARBARA, Il testo del Nuovo Testamento, Marietti, Genova, 1992 (or. Ted.:
1982; repertorio più aggiornato)
¨ METZGER BRUCE M., Il testo del Nuovo Testamento. Trasmissione, corruzione e restituzione, Paideia,
Brescia, 1996 (terza ed. ingl., 1992), 289 pp. (descrizione dei mss, storia della critica testuale, metodi e
applicazioni)
¨ MARTINI CARLO MARIA, Il testo biblico, in C.M. MARTINI-L. PACOMIO, I libri di Dio, Marietti,
Torino, 1975, pp. 502-551.

3.1.2.1.1 Papiri 190


¨ Tre collezioni:
¨ [Alfred] CHESTER BEATTY191 conservata nel Museo omonimo a Dublino;
¨ [Martin] BODMER (13/11/1899-21/03/1971; nato a Zurigo, si trasferì poi Ginevra e infine
definitivamente a Cologny, bibliofilo e umanista; acquistò la collezione intorno al 1955-56;
attualmente essa è conservata nell’omonima biblioteca di Cologny (Ginevra).
¨ JOHN RYLANDS UNIVERSITY LIBRARY OF MANCHESTER, istituzione risultante dalla
fusione, avvenuta nel 1972, della John Rylands Library con la Biblioteca della Victoria University
of Manchester192.
¨ Più famosi: P52 (numero del papiro) o Gr. P. 457 (numero di catalogo), Manchester, John Rylands Library193
(125 ca)194, è un codice; P46 Dublin, A. Chester Beatty (lettere paoline; intorno al 200); P72 o Bodmer VII e
VIII (Lettera di Giuda [Bodmer VII]; I-II Lettera di Pietro [Bodmer VIII; ha 36 pagine; 17-19 righe per
pagina]195; III-IV sec., il più antico testimone delle due lettere di Pt); P75 o Bodmer XIV-XV, Bibl. Vat.196
(in origine constava di 144 pagine, ne rimangono 102; Lc 3-24+ Gv 1-15197; 175-225)198…

190
CATHOPEDIA, Lista dei papiri del Nuovo Testamento (11/04/2011): “La denominazione dei 127 papiri catalogati [del NT] è composta da una 'P'
gotica seguita da un numero posto all'apice, più eventuali lettere dell'alfabeto latino per indicarne i frammenti”. Segue una utile classificazione, che
riporta la sigla di ogni papiro, la datazione, il tipo testuale, il contenuto, l'ente, la collezione o il museo dove è conservato, la classificazione usuale
alternativa a quella unitaria e infine la sede del manoscritto (località e Stato).
191
Sir Alfred Chester Beatty was born in New York City in 1875. He initially attended Princeton University but transferred to Columbia from which
he graduated as a mining engineer. Working in the southwestern United States, he rapidly established himself in his profession and developed
significant mining interests of his own. (...) From an early age he was a collector and he already had a library of note when his first wife, Grace
Rickard of Denver, Colorado, sadly died in 1910 leaving him a widower with two small children. Already a wealthy man, he decided, for various
reasons, to move his base of operation to London where, by 1911, he took up permanent residence. (...) Beatty became a British subject in the 1930s
(...) A combination of factors decided Beatty to leave his home in Britain as his active business career was coming to an end. Mindful of his Irish
ancestry, he explored the possibility of moving to Dublin and, with the ready support of Irish diplomats and political leaders, he established his
collection in 1950 at Shrewsbury Road, a fashionable suburb of Dublin. (...) Knighted by the Queen of England in 1954, Irish honours were
showered on Beatty and he became, in 1957, the first honorary citizen of Ireland. Beatty found his Irish home congenial and he decided, in
consultation with the Government of Ireland, that his Library would be left in trust for the benefit of the public after his death. Beatty died in 1968
and was accorded a State funeral (the only private citizen to receive such an honour). His Library became a public charitable trust in 1969 supported
by a grant from the Government of Ireland.
192
The John Rylands Library was founded by Mrs Enriqueta Augustina Rylands, widow of the very successful cotton entrepreneur, John Rylands
[inglese, nato a Parr (Lancashire) il 7 febbraio 1801], died in 1888 [11 dicembre]. In 1890 Mrs Rylands, having purchased the site on Deansgate in
the city centre, commissioned the architect Basil Champneys to design the building. The building took nine years to complete. She assembled one of
the world's finest collections of early printed books and manuscripts. The Library was eventually inaugurated in October 1899, the first readers being
admitted on 1 January 1900. In 1892 she had purchased the collection of early and fine printed books amassed by George John Spencer (1758-1834)
which formed the nucleus of the major research collections for which the Library is world famous. In 1972 Mrs Rylands's foundation merged with
the University of Manchester Library to form the John Rylands University Library of Manchester.
193
Contiene Gv 18,31-33.37-38; proveniente da Fayum o Ossirinco, cfr. PIER ANGELO GRAMAGLIA, Processi di manipolazione del Gesù
storico, 2005, p. 6 (pro manuscripto).
194
Nella medesima biblioteca è conservato anche il John Ryland Papyrus greek 458 datato al II sec. a. C. e contenente Dt 23,24; 24,3; 25,1-3;
26,12.17-19; 28,31-33: il più antico testo dei LXX.
195
Donato a Paolo VI dal dott. MARTIN BODMER il 10 giugno 1969 a Ginevra e da Paolo VI affidato alla Biblioteca Apostolica Vaticana il 28
giugno 1969.
196
“22 novembre 2006: il Papiro Bodmer 14-15, donato a Sua Santità Benedetto XVI dalla generosità della Sally and Frank Hanna Family
Foundation e della Solidarity Association (U.S.A.), nonché del Mater Verbi/Hanna Papyrus Trust , viene depositato nella Biblioteca Apostolica
Vaticana” VOICU SEVER J., Una storia lunga diciotto secoli: il Papiro Bodmer 14-15 (P75) arriva alla Biblioteca Apostolica Vaticana, in
“L’OSSERVATORE ROMANO”, 24/01/2007, p. 5. La moderna Biblioteca Apostolica Vaticana è la Biblioteca della Santa Sede costituita dal
Pontefice Nicolò V, "pro communi doctorum virorum commodo" (Breve del 30 aprile 1451). Attualmente contiene 150.000 manoscritti (Ib., col.
1). Fra i mss. biblici vi si conserva il P72 (=Bodmer 8) “il più antico testimone noto delle due lettere di S. Pietro” (ID.). E’ consultabile online al
seguente indirizzo: http://www.vaticanlibrary.va/home.php?pag=BODMER_XIV_XV&ling=eng&BC=11.
197
Verbum Domini..., p. 25.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 20/67
3.1.2.1.2 Mss maiuscoli o onciali
Più numerosi dal IV sec.

I più famosi:
¨ Sinaitico (S o a, 01, d2; Londra, British Library, Additional 43725; IV199; testo disposto in 4 colonne200;
tutta la Bibbia201; lacune)202; secondo THEODORE CRESSY SKEAT (1907-2003)203, bibliotecario e
filologo inglese, il codice sarebbe stato realizzato in uno scriptorium a Cesarea di Palestina, ciò egli
sostiene in base a errori di scrittura204; anche il codice B avrebbe avuto lo stesso luogo di origine205;

198
Cfr. METZGER, Il testo…, p. 48. Ivi egli aggiunge che si tratta dell’esemplare più antico che si conosca di Lc; “presenta una forma di testo assai
simile a quella del Vaticanus”; di origine egiziana, concorda infatti in alcune lezioni interessanti con la versione sahidica di Lc e Gv (cfr. Lc 16,19
ove aggiunge il nome del ricco “NEVE”, corrispondente per aplografia a “NINEVEH” della versione sahidica; inoltre in Gv 10,7 anziché “Io sono la
porta delle pecore” legge “Io sono il pastore” come la versione sahidica). VOICU SEVER J.[professore all'Augustinianum di Roma], Una storia
lunga diciotto secoli: il Papiro Bodmer 14-15 (P75) arriva alla Biblioteca Apostolica Vaticana , p. 5, col. 3 “… scritto nei primi anni del III secolo…
si tratta del più antico manoscritto che contiene due Vangeli”. Di fattura modesta, per usi pratici (liturgici ?). Sua importanza: dimostra che “lo
stesso tipo di testo [che si trova in B e S, realizzati in uno stesso scriptorium a Cesarea di Palestina] era ormai arrivato fino in Egitto agli inizi del III
secolo” (Ib., col. 4).
199
Argomenti per tale datazione: tipo di scrittura, 4 colonne per pagina, assenza di lettere larghe iniziali e di ornamenti, rari segni di punteggiatura,
titoli corti dei libri, presenza di divisioni del testo anteriori a quella di Eusebio, aggiunta della Lettera di Barnaba e del Pastore di Erma; modo di
abbreviare i numeri riscontrabile in papiri egiziani databili ai decenni centrali del IV sec.(cfr. WILSON NIGEL G., Occhi digitali sul codice
Sinaitico, in L'OSSERVATORE ROMANO, CLI (2011), n. 104, 06/05/2011, p. 5).
200
I libri poetici sono disposti in 2 colonne più larghe. Ogni colonna comprende 48 linee (47 le Lettere cattoliche). Non vi sono né accenti, né
spiriti, né segni di punteggiatura, eccetto talvolta apostrofi e punti alla fine di un periodo.
201
Ecco il contenuto di S: AT: (Gn), [Es], (Lv), (Nm), (Dt), (Gs), (Gd), [Rut], [4 Regni], (I-II Par), [A]-(B Esd), Est, Tb, Gdt, I e IV Mac, Is, Gr,
Lam, (lacuna di 7 quaderni), Gl, Abd, Jon, [Mic], Na, Ab, Sof, Ag, Zac, Ml, Ps, Pr, Eccle, Ct, Sap, Eccli, Gb; NT: Mt, Mc, Lc, Gv, Rm, I-II Cor,
Gal, Ef, Fil, Col, I-II Ts, Eb, I-II Tm, Tit, Flm, At, Gc, I-II Pt, I-II-III Gv, Gd, Ap, Lettera di Barnaba, Pastore di Erma [fra parentesi tonde sono i
libri frammentari; tra parentesi quadre i libri totalmente mancanti].
202
Scoperto da COSTANTIN TISCHENDORF nel 1844 [“Leaves and fragments of this manuscript were taken by Constantine Tischendorf on three
occasions – in 1844, in 1853 and in 1859 – so that they might be published” http://www.codexsinaiticus.net/en/codex/history.aspx ]. presso il
Monastero di S. Caterina (Sinai), ove si era recato sotto il patrocinio dello Zar Alessandro II. Riuscì a ottenere il codice, che fu trasferito nella
Biblioteca Nazionale Russa a S. Pietroburgo. Nel 1933 il Governo Sovietico lo vendette alla British Library di Londra per £ (=sterline) 100.000. Ivi
si trovano 347 (esattamente 346 e mezzo) fogli di S; 12 fogli e 14 [40 secondo http://www.codexsinaiticus.net/en/codex/history.aspx , 23/09/2009]
frammenti si trovano ancora nel Monastero di S. Caterina, dove furono ritrovati nel giugno del 1975; 43 fogli si trovano nella Biblioteca
Universitaria di Lipsia e frammenti di 3 [6 secondo http://www.codexsinaiticus.net/en/codex/history.aspx, 23/09/2009] fogli nella Biblioteca
Nazionale Russa di S. Pietroburgo. Tischendorf ne pubblicò il facsimile in quattro volumi nel 1862. Il sito internet sopra citato riproduce tutto il
codice S. Il codex sinaiticus è visibile all’indirizzo http://www.codexsinaiticus.org/en/manuscript.aspx.
203
Cfr. T.C. SKEAT, The Codex Sinaiticus, The Codex Vaticanus and Constantine, in JTS, 50 (1999), pp. 583-625.
204
“In un momento di distrazione un amanuense scrisse Cesarea quando avrebbe dovuto scrivere Samaria [At 8,5 φιλιπποϲ δε κατελθω ειϲ την
πολιν τηϲ καιϲαριαϲ εκηρυϲϲεν αυτοιϲ τον χν] e in un altro passo scrisse erroneamente il nome di Antipatris, una città non distante da Cesarea [Mt
13,54 και ελθων ειϲ την αντιπατριδα αυτου εδιδαϲκεν αυτουϲ εν τη ϲυναγωγη αυτων] ” WILSON NIGEL G., Occhi..., p. 5. Si tenga inoltre presente il
colofone che S reca al termine del libro di Ester: εϲθηρ αντεβληθη προϲ παλαιωτατον λιαν αντιγραφον δεδιορθωμενον χειρι του αγιου
μαρτυροϲ παμφιλου προϲ δε τω τελει του αυτου παλαιωτατου βιβλιου οπερ αρχην μεν ειχεν απο τηϲ πρωτηϲ των βαϲιλειων ειϲ δε την
εϲθηρ εληγεν τοιαυτη τιϲ εν πλατει ϊδιω χειροϲ ϋποϲημιωϲιϲ του αυτου μαρτυροϲ ϋπεκειτο εχουϲα ουτωϲ:
μετελημφθη και διορθωθη προϲ τα εξαπλα ωριγενουϲ ϋπ αυτου διορθωμενα αντωνινοϲ ομολογητηϲ αντεβαλε παμφιλοϲ διορθωϲα το
τευχοϲ εν τη φυλακη. δια την του θυ πολλη[ν]
και χαριν και πλατυϲμο[ν] και ει γε μη βαρυ ειπει[ν] τουτω τω αντιγραφω παραπληϲιω̣ν ευρειν αντιγραφον ου ραδιον διεφωνη δε το
αυτο παλαιωτατον βιβλιο[ν] προϲ τοδε το τευχοϲ ειϲ τα κυρια ονοματα.
Traduzione: [il manoscritto S o a ] è stato collazionato con una copia veramente antichissima corretta per mano del santo
martire Panfilo [discepolo di Pierio, successore di Origene nella direzione della scuola catechetica di Alessandria; operò a Cesarea di Palestina;
ammiratore di Origene; contribuì grandemente ad arricchire la Biblioteca di Cesarea, fondata dal vescovo Agapio, cfr. QUASTEN J., Patrologia. I
fino al Concilio di Nicea, Casale Monferrato (AL), 1967, p. 405; “Durante la persecuzione di Massimino Daia, fu torturato e gettato in carcere, nel
307. Vi rimase fino all'esecuzione capitale, avvenuta il 16 febbraio del 309 o 310” QUASTEN, Patrologia..., p. 405; “A lui [Panfilo] e a Eusebio si
deve se le Chiese di Palestina adottarono la versione dei Settanta nella revisione di Origene, e se questa si diffuse largamente al di là dei limiti di
questa regione” QUASTEN, Patrologia..., p. 406]. Alla fine del medesimo antichissimo libro che cominciava dal primo libro dei Re e
finiva con Ester si trovava un'annotazione del medesimo martire dalla larga calligrafia, che recitava così: [il manoscritto
antichissimo con cui S/a è stato collazionato] fu copiato e corretto sulle Esaple di Origene corrette da lui [da Origene]. Antonino
il Confessore collazionò [sempre il manoscritto antichissimo], io, Panfilo, corressi il volume [sempre il manoscritto antichissimo] in
prigione. Per la grande benevolenza di Dio e l'ampiezza (della benevolenza divina o del volume?) non è certo gravoso
affermare [= non esito a dire] che non è facile trovare una copia simile a questa copia. Ma il medesimo antichissimo libro
differiva da questo volume nei nomi del Signore.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 21/67
¨ Vaticano (B, 03, d1; Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. gr. 1209; IV; tutta la Bibbia206; lacune: fino a
Gn 46,28; Sal 105,271 – Sal 137,61; da Eb 9,14 in poi; mancano anche I-II Mac)207; “son [di S] cousin
plutot que son frère”208);
¨ Alessandrino (A209, 02, d4; Londra, British Library, Royal 1 D. VIII; V; testo disposto su due
colonne210; tutta la Bibbia; lacune [rimangono 773 fogli su 822]: I Regni [= I Sm] 12,17 14,9 e Sal
49,201 – 79,112 authj);
¨ Ephraemi rescriptus 211(C, 04, d3; Parigi, Bibl. Naz., Gr. 9; tutta la Bibbia; 64 ff. dell’AT e 145 del
NT – incompleto -; V; pagine con 1 sola colonna di 42 linee con ca. 40 lettere per riga);
¨ di Beza o Cantabrigensis (D, 05, d5; Cambridge, Univ. Libr., Nn. 2.41; V-VI sec.212; solo parti del
NT213; bilingue: greco-latino; nel 1581 Beza lo regalò alla Bibl. Univ. di Cambridge 214 nel 1581; “scritto
in Egitto o nell'Africa del Nord”215);
¨ Claromontanus216 (Dp , 06, a1026; Parigi. Bibl. Naz., Gr. 107 AB; VI sec.; lettere paoline [con Ebrei];
bilingue: greco-latino).

3.1.2.1.3 Mss minuscoli


¨ 4 categorie: c. vetustissimi (IX-X) con grafia regolare non legata, iota ascritta; c. vetusti (X-XIII) varie
grafie iota sottoscritta dal XII; c. recentiores (XIII-XIV) varie grafie, legature; c. novelli (dopo la stampa).

205
Cfr. GUIDI SILVIA, Il sogno di Tischendorf realizzato (ma solo in rete). Intervista a Francesco d'Aiuto, in L'OSSERVATORE ROMANO,
09/07/2008 (www.vatican.va/news_services 12/05/2011) “Si tratta, in realtà, di una vecchia ipotesi, che è stata di recente ribadita, in un articolo del
1999 nel "Journal of Theological Studies", da un noto papirologo e biblista scomparso nel 2003, Theodore Cressy Skeat. L'ipotesi è che il Vaticano
e il Sinaitico siano le due uniche superstiti fra le cinquanta Bibbie che, come sappiamo, l'imperatore Costantino (306-337), il primo imperatore
romano ad abbracciare il cristianesimo, commissionò a Eusebio vescovo di Cesarea di Palestina, per farne dono alle chiese di Costantinopoli: ovvero,
di quella nuova capitale imperiale che era stata da lui fondata sul Corno d'Oro, sul sito dell'antica colonia greca di Byzantion”. Argomenti addotti:
stessa calligrafia nei due manoscritti e “notevole somiglianza di disegno fra gli elementi decorativi che incorniciano i titoli dei singoli libri biblici, in
entrambi i manoscritti [nel suo articolo, p. 603 SKEAT cita la straordinaria somiglianza fra la decorazione del colofone di Dt nel codice vaticano e il
colofone di Mc nel sinaitico e a p. 623 mostra una riproduzione fotografica di entrambi]”; non tutti ritengono queste ragioni convincenti.
206
Ecco il contenuto del codice B: AT: (Gn), Es, Lv, Nm, Dt, Gs, Gd, Rut, I-IV Regni, I-II Par, A-B Esd, (Ps), Pr, Eccle, Ct, Gb, Sap, Eccli, Est,
Gdt, Tb, Os, Am, Mic, Gl, Abd, Jon, Na, Ab, Sof, Ag, Zc, Ml, Is, Gr, Bar, Lam, Ep Gr, Ez, Dn, (mancano I-IV Mac);NT: Mt, Mc, Lc, Gv, At, Gc,
I-II Pt, I-II-III Gv, Gd, Rm, I-II Cor, Gal, Ef, Fil, Col, I-II Ts, (Eb). Fra parentesi tonde testi lacunosi.
207
Vedi APPENDICE III.
208
M. JOSEPH LAGRANGE, Introduction à l'étude du Nouveau Testament: Deuxième partie: Critique textuelle: II. La Critique rationelle, Paris,
1935, p. 91 (citato da SKEAT, The codex sinaiticus..., p. 593).
209
Secondo la CATHOLIC ENCYCLOPAEDIA, s. v., sarebbe stato BRIAN WALTON nella sua Bibbia Poliglotta [in 6 voll, 1654-57] a
denominare per primo questo codice con la lettera A, in quanto si trattava del primo codice onciale noto nel mondo degli studiosi.
210
Contenenti da 49 a 51 righe.
211
“Nel XII secolo fu lavato e riutilizzato per scrivervi 38 trattati di Efrem in versione greca” K. ALAND-B. ALAND, Il testo del Nuovo
Testamento, Genova, 1987 (or. 1982), p. 121. TISCHENDORF mediante l’uso di un reagente chimico riuscì a far riapparire la scritturaa originaria,
cfr. K. ALAND-B. ALAND, Il testo..., p. 17, nota 14. “Su 241 codici biblici in maiuscolo, 55 sono palinsesti” secondo
http://www.gliscritti.it/approf/mbibbia/mbibbia2008.htm (09/07/2010).
212
Così METZGER, Il testo..., p. 55; MAISANO, Filologia…¸ p. 101; invece NESTLE-ALAND, 200127: V. sec.
213
Esattamente “la maggior parte del testo dei quattro vangeli [nel seguente ordine: Mt, Gv, Lc, Mc] e degli Atti, con un piccolo frammento delle
terza epistola di Giovanni” METZGER, Il testo..., p. 55. “Nessun manoscritto conosciuto si discosta tanto spesso e in misura così notevole da quello
che è usualmente considerato il testo normale del Nuovo Testamento. La caratteristica particolare del codex Bezae è la libera aggiunta (e la sporadica
omissione) di parole, frasi e perfino episodi” Ibid..; MAISANO, Filologia…, pp. 102-103 “Il testo greco del codice di Beza non è tramandato in
modo identico da nessun altro testimone e la traduzione [latina] a fronte non corrisponde interamente a nessuna fra le antiche versioni latine
oggi note”, inoltre “la traduzione latina a fronte del greco non fu condotta direttamente su questo, bensì su un testo simile” e infine aggiunge:
“il codice di Beza tramenda un testo dei vangeli sostanzialmente simile a quello in uso presso la generazione di intellettuali che visse e operò a
Roma fra il 140 e il 170: Marcione…Giustino…Taziano”.
214
ID.
215
K. ALAND-B. ALAND, Il testo..., p. 121.
216
TEODORO BEZA scrive di esserlo procurato a CLERMONT presso BEAUVAIS (nord della Francia; non Clermont-Ferrand). “Beza wrote in
the letter accompanying his gift that the manuscript was obtained from the monastery of St. Irenaeus in Lyons, during the war in 1562. Lyons was
sacked by the Huguenots in that year and this manuscript was probably part of the loot. The reformer said it had lain in the monastery for long ages,
neglected and covered with dust; but his statement is rejected by most modern scholars. It is claimed, in fact, that this codex is the one which was
used at the Council of Trent in 1546 by William Dupré (English writers persist in calling this Frenchman a Prato), Bishop of Clermont in Auvergne,
to confirm a Latin reading of John, xxi, si eum volo manere, which is found only in the Greek of this codex. Moreover, it is usually identified with
Codex beta, whose peculiar readings were collated in 1546 for Stephens' edition of the Greek Testament by friends of his in Italy. Beza himself, after
having first denominated his codex Lugdunensis, later called it Claromontanus, as if it came not from Lyons, but from Clermont (near Beauvais, not
Clermont of Auvergne). All this, throwing Beza's original statement into doubt, indicates that the manuscript was in Italy in the middle of the
sixteenth century, and has some bearing upon the locality of the production.” (CATHOLIC ENCYCLOPEDIA ON CD-ROM). “Il nome
claromontano deriva dal luogo di conservazione, il Collège de Clermont a Parigi (poi soppresso)” LOGOS, I, p. VIII, Tav. 15.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 22/67
¨ “La grande maggioranza dei codici in minuscola tramanda forme testuali… comprese sotto l’etichetta di
‘testo bizantino’, o ‘testo comune”217, eccetto – tra i più noti - :
¨ Fam. 1 o [Kirsopp] Lake: 1,118, 131, 209 + altri – XII-XIV – per Mc tipo testuale concordante con Q
Koridethianus (IX218) tipo testuale cesariense (da Cesarea di Palestina, ove Origene si trasferì da
Alessandria);
¨ Fam. 13 o [William Hugh] Ferrar: 13, 69, 124, 346 + altri – copiati fra XI e XV – affinità con il tipo
cesariense.
¨ Il più antico: cod. 461 (835), Gv, testo bizantino.

3.1.2.1.4 Lezionari
¨ Evangeliari; apostolos (lettere paoline e cattoliche) o praxapostolos (Atti + lettere); Sinassari (letture
bibliche per sabati e domeniche a partire da Pasqua); menologi (letture per le altre feste e per i santi, a
partire da settembre); profetologi (letture profetiche per tutto l’anno).
¨ Per lo più sono posteriori al IX, in maiuscola fino al XI.
¨ Mostrano soprendente stabilità nella trasmissione del testo; ma mancanza di unitarietà nel testo.
¨ Il più antico: l 1596 (Vienna [Austria]; V).

3.1.2.2 Testimoni indiretti

3.1.2.2.1 Versioni antiche


¨ Soprattutto in lingua siriaca, latina, copta
¨ Uso prudente: imperfetta comprensione della lingua, traduttori diversi; solo se direttamente sul greco o
rivedute su di esso.

3.1.2.2.2Citazioni dei Padri e degli scrittori antichi


¨ Utilità: localizzazione e datazione di varianti e tipi testuali.
¨ Uso prudente: copia da testo o cita a memoria.

3.2 Verso l’edizione critica (pp. 329-334)


 I ed. a stampa del NT greco (editio princeps):
◦ Il primo Nuovo Testamento stampato fu il V volume della Bibbia poliglotta, progettata nel 1502 e
finanziata dall'arcivescovo di Toledo (1495), cardinale dal 1507, il francescano FRANCISCO
JIMENEZ (o XIMENEZ) DE CISNEROS (1436-1517)219, e stampata ad Alcalà220 (= Complutum;
perciò l'opera è nota come “Poliglotta Complutense”). Il colofone di questo volume, il primo
stampato, reca la data del 10 gennaio 1514; "in appendice ha il libro della Sapienza"221. La
Poliglotta completa, comprendente 6 volumi in folio (I-IV con l'AT222, la cui stampa per i tipi di
Arnao Guillén de Brocar fu terminata il 10 luglio 1517, come si legge nel colofone del IV volume;
VI, stampato nel 1515, contiene un dizionario ebraico-aramaico-latino, un dizionario greco-latino,
217
MAISANO, Filologia…, p. 106.
218
“Ma senza certezza” avverte MAISANO, Filologia…, p. 105. Il codice, ritrovato nel 1853 in un monastero abbandonato a Kala, villaggio sul
Caucaso, proveniva dallo scomparso villaggio georgiano di Koridethi presso l’odierna Batumi sul Mar Nero; ora si trova a Tbilisi, cfr. MAISANO,
Filologia…, p. 104.
219
Fondatore dell'Università di Alcalà (l'attuale Università di Madrid) nel 1508, cfr. O' MALLEY JOHN W., Trento. Il racconto del Concilio,
Milano, 2013, p. 42. "Prima sacerdote secolare, poi francescano di stretta osservanza, rigido ma di ampie vedute, benché ambizioso e testardo, uomo
di pace, ma pure guerriero (indossò le armi nel 1509 per la conquista di Orano, in Algeria), confessore della regina e, per due volte, reggente di
Spagna. Fu nominato nel 1495 arcivecovo di Toledo, e dal 1507 cardinale, primate di Spagna e Grande inquisitore di Castiglia", PANI
GIANCARLO, Erasmo da Rotterdam e la Bibbia Complutense. Il primo caso di concorrenza libraria nella storia, in CC, 2017, vol. IV, p. 548.
220
Alcalà allora apparteneva all'archidiocesi di Toledo.
221
PANI G., Erasmo..., p. 547.
222
Le pagine sono speculari. La colonna più esterna reca il testo ebraico; la seconda colonna reca la versione latina della Vulgata di Girolamo;
quella più interna reca il testo dei LXX in grafia minuscola greca con traduzione latina sopralineare; al di sotto si trovano internamente i Targumim
in lingua caldaica (aramaica) [per il Pentateuco il Targum di Onkelos] con traduzione latina affiancata esternamente; nella colonna più esterna, a
fianco del testo ebraico, sono riportate le radice ebraiche e caldaiche (aramaiche) [“Primitiva Heb/Chal”] che rimandano ai dizionari del VI
volume; infine lettere latine minuscole in posizione interlineare collegano i medesimi termini dell’ebraico, della versione latina e le relative radici
ebraiche, e così pure le parole aramaiche e le relative radici aramaiche.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 23/67
una introduzione alla grammatica sia greca sia ebraica e infine un indice latino) ottenne
l'approvazione del Papa Leone X il 2 marzo 1520, come si legge nel I volume; “ma sembra che la
Poliglotta, per qualche motivo, non sia stata effettivamente diffusa (ossia, pubblicata) prima del
1522 circa”223, esattamente il 28 marzo 1522224, in una tiratura di 600 copie225. Non sappiamo con
certezza quali manoscritti siano stati utilizzati per il Nuovo Testamento complutense 226. “Per
lavorare con le fonti più sicure possibili Cisneros comprò manoscritti provenienti da Toledo, da
Firenze, dalla Grecia e dalla Siria. Acquistò a proprie spese esemplari unici molto costosi, tra cui…
una Bibbia gotica che costò quattrocento ducati, e per sei codici ebraici pagò quattromila ducati
d’oro”227.
"Nel prologo della Complutense il cardinale aveva affermato con chiarezza lo scopo che si era
proposto: 'La sovrabbondanza e al ricchezza della Sacra Scrittura sono tali che nessuna traduzione,
con la semplice connessione delle parole, può lascire emergere i misteri più profondi della divina
sapienza'"228.
◦ “Nonostante il testo complutense fosse il primo Nuovo Testamento greco a stampa, il primo
pubblicato (ossia messo sul mercato) fu l'edizione allestita dal celebre studioso e umanista
olandese”229 DESIDERIO ERASMO da Rotterdam (1466/1469-1536). “Il 1° marzo 1516230 fu
pubblicato e messo in vendita presso l'editore Johann Froben di Basilea il Novum Instrumentum
omne”231; si trattava di un grande volume in folio di circa 1000 pagine; accanto al testo greco
Erasmo offriva una sua elegante traduzione latina e “una serie di Annotationes filologiche e critiche,
di osservazioni erudite che discutono le varianti dei codici greci”232; opera importante, perché per la
prima volta si applica al testo sacro il principio della collatio textuum; ma anche assai difettosa
(centinaia di refusi tipografici; alcuni passi, come ad esempio gli ultimi cinque versetti
dell'Apocalisse, sono ritradotti da Erasmo in greco partendo dalla Volgata). Erasmo pose “a base
della sua edizione codici dei secc. XII-XIII, i quali, nell'insieme, tramandavano il testo dell'età
bizantina, la koiné”233. Ne seguirono altre quattro edizioni: 1519, 1522, 1527, 1535234. L'opera ebbe
un tal successo che il testo erasmiano divenne "per più secoli il Textus receptus [ab omnibus]"235,
"benché qualitativamente inferiore a quello del cardinale Jiménez", probabilmente a motivo della

223
METZGER BRUCE M., Il testo del Nuovo Testamento. Trasmissione, corruzione e restituzione, Brescia, 1996, p. 101.
224
Così precisa ALAND KURT – ALAND BARBARA, Il testo del Nuovo Testamento, Genova, 1987, p. 8.
225
Cfr. G.M.V., Lo scoop di Erasmo, in L'OSSERVATORE ROMANO, 29/12/2016, p. 4. "Oggi ne rimangono 128 copie, di cui diverse in Italia e in
particolare a Roma" PANI G., Erasmo..., p. 547; "A Roma si trova nelle biblioteche Vaticana, Alessandrina, Angelica, Casanatense, Vallicelliana e
in quella dell'Università Gregoriana" PANI, Erasmo..., p. 547, nota 7.
226
METZGER , Il testo..., p. 102.
227
GUIDI SILVIA, La Bibbia impossibile, in L’OSSERVATORE ROMANO, 10/11/2017, p. 4.
228
PANI G., Erasmo..., p. 549.
229
METZGER , Il testo..., p. 101.
230
La stampa era iniziata il 2 ottobre 1515, cfr. METZGER, Il testo..., p. 103.
231
ALAND KURT – ALAND BARBARA, Il testo del Nuovo Testamento, Genova, 1987, p. 7. Il titolo (quasi) completo è il seguente: “Novum
Instrumentum omne, diligenter ab Erasmo Roterodamo recognitum et emendatum, non solum ad graecam ueritatem, uerumetiam ad multorum
utriusque linguae codicum, eorumque veterum (sic) simul et emendatorum fidem, postremo ad probatissimorum autorum (sic) citationem,
emendationem et interpretationem […] una cum Annotationibus, quae lectorem doceant, quid qua ratione mutatum sit. Apud Inclytam Germaniae
Basilaeam (sic). In Aedibus Ioannis Frobenii: Basileae (sic) M.D.XVI” PANI GIANCARLO, L’epistolario paolino alle origini della riforma
protestante, in Paolo di Tarso a 2000 anni dalla nascita, a cura di GIUSEPPE GHIBERTI, Cantalupa (TO), 2009, p. 256, nota15. La seconda
edizione , molto più ampia, esce nel 1519 sempre a Basilea presso l'editore Froben con questo titolo: Novum Testamentum omne, multo quam
antehac diligentius ab ERASMO ROTERODAMO recognitum, emendatum ac translatum, non solum ad Graecam veritatem, verum etiam ad
multorum utriusque linguae codicum, eorumque veterum simul et emendatorum fidem, postremo ad probatissimorum autorum (sic) citationem,
emendationem et interpretazionem, praecipue Origenis, Athanasii, Nazianzeni, Chrysostomi, Cyrilli, Theophylacti, Hieronymi, Cypriani, Ambrosii,
Hilarii, Augustini, una com Annotationibus recognitis, ac magna accessione locupletatis, quae lectorem docenat, quid qua ratione mutatum sit.
Quisquis igitur ams veram Theologiam, lege, cognosce ac deinde iudica. Neque statim offendere si quid mutatum offenderis, sed expende num in
melius mutatum sit. Nam morbus est non iudicium, damnare quod non inspexeris.
232
PANI GIANCARLO, L’epistolario paolino..., p. 256.
233
ALAND K. – ALAND B., Il testo..., p. 8.
234
Cfr. G.M.V., Lo scoop di Erasmo, in L'OSSERVATORE ROMANO, 29/12/2016, p. 4.
235
PANI G., Erasmo..., p. 553.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 24/67
fretta con cui fu elaborato236. LUTERO condusse la sua versione in tedesco del Nuovo Testamento,
pubblicata nel 1522, proprio su questa edizione critica di Erasmo237
◦ "A partire dal XVI secolo molte edizioni del Nuovo testamento seguirono sia Erasmo, sia al
Complutense, sia entrambe. Mentre a Basilea si preferiva seguire l'umanista, ad Anversa l'editore
Christophe Plantin seguì la Complutense nella pubblicazione della Poliglotta (1568-1572). A
Heidelberg l'edizione di François Vatable la riprese nel 1586, nel 1587, nel 1599 e nel 1616; lo
stesso fecero poi la Poliglotta di Parigi dello Stefanus nel 1628-1645 e, infine, quella di Londra del
Walton nel 1653-1657/58"238.
 La prefazione alla II239 ed. del NT greco (1633) curata da BONAVENTURA e dal nipote240 ABRAMO
ELZEVIER (Leida) contiene l’espressione textus receptus241; il testo di questa edizione divenne
normativo (standard); esso combinava le edizioni di Erasmo (Basilea, 1516 e 15192), di Roberto Stefano
(Parigi, 1546; 15492; 15503; Ginevra, 1551) e di Teodoro Beza (diverse edizioni).
 JOHANN ALBRECHT BENGEL (1687-1752) (“te totum applica ad textum: rem totam applica ad te”
in Vorrede zur Handausgabe des Griechischen Neuen Testaments, 1734). “I criteri decisivi della
critica testuale, valevoli tuttora, erano stati formulati già dal Bengel [per es. lectio difficilior, usus
scribendi…]242”243.
 EDWARD WELLS (1667-1727) nella sua ed. del NT (tra 1709 e 1719) mutò il textus receptus in molti
passi244; ma il primo che se ne liberò completamente fu KARL LACHMANN (1793-1851) che nella
sua ed. del NT gr. (1831) si attiene alla critica textus per valutare le varianti. Tuttavia il programma
enunciato dal Lachman “abbandonare il receptus, che era un testo tardo, e ritornare al testo della Chiesa
del fine del quarto secolo... fu poi effettuato da Costantin von Tischendorf (1815-1874)”245.
 LOBEGOTT FRIEDRICH CONSTANTIN TISCHENDORF , Novum Testamentum Graece, Editio
octava critica maior, Lipsiae, I 1869, II 1872. Egli utilizzò tutto il materiale noto ai suoi tempi: 64
codici maiuscoli, un solo papiro e una piccolissima parte dei 2795 codici minuscoli a noi noti oggi;
ritenne il codice sinaitico, da lui scoperto, “decisivo per la costituzione del testo”246.
 BROOKE FOSS WESTCOTT – FENTON JOHN ANTHONY HORT247, The New Testament in the
Original Greek, 2 voll., Cambridge and London, 1881. Questa edizione si fonda sul codice B, ritenuto
“il più vicino possibile al testo originario, anteriore alla tripartizione in testo alessandrino, bizantino e
occidentale”248.
 DA NESTLE A OGGI
249
◦ EBERHARD NESTLE (1851-1913), Novum Testamentum Graece, Stuttgart, I ed. 1898…XXV
ed. 1963 (a cura di KURT ALAND [28/03/1915 – 13/04/1994]250 e ERWIN NESTLE [+ 1972])…
XXVI ed. [a cura di un international committee, fra cui Carlo Maria Martini] 1979…XXVII 1993…
XXVIII 2012251.
236
Come confessò lo stesso Erasmo "in una lettera dell'aprile 1516 a N. Ellenbog: il testo fu praecipitatum [...] verius quam editum" PANI G.,
Erasmo..., p. 554, nota 20.
237
Cfr. VANNINI MARCO, Quando inizia la modernità?, in L'OSSERVATORE ROMANO, 01/04/2021, p. 6.
238
PANI G., Erasmo..., p. 556.
239
La famiglia ELZEVIER di Leiden ne curò sette edizioni fra il 1624 e il 1678, cfr. ALAND KURT – ALAND BARBARA, Il testo del Nuovo
Testamento, Genova, 1987, p.10.
240
Cfr. METZGER, Il testo..., p. 257, nota 90.
241
Ecco il testo “Textum ergo habes, nunc ab omnibus receptum: in quo nihil immutatum aut corruptum damus”, Ibid.
242
MAISANO, Filologia…, p. 127.
243
Cfr. ALAND K. – ALAND B., Il testo..., p.15.
244
Cfr. ALAND K. – ALAND B., Il testo..., p.13.
245
ALAND K. – ALAND B., Il testo..., pp.15-17 (passim).
246
ALAND K. – ALAND B., Il testo..., p. 18.
247
Cfr. METZGER, Il testo..., pp. 129-130.
248
ALAND K. – ALAND B., Il testo..., p. 19.
249
Teologo luterano tedesco.
250
Teologo e filologo berlinese. “Dopo la nomina a professore nell’Università di Muester egli fondò in quella città nel 1959 l’Institut fuer
neutestamentliche Textforschung, che diresse fino al 1983, quando gli succedette Barbara Aland” MAISANO, Filologia…, pp. 140-141. Il
sunnominato Institut cura l‘EDITIO CRITICA MAIOR (ECM) del NT. Finora sono stati pubbicati Le lettere cattoliche (vol. IV/1[testo];
IV/2[materiale supplmentare]), 2012, e gli Atti degli Apostoli (vol. III/1.1 testo cc. 1-14; III/1.2 testo cc. 15-28; III/2 materiale supplementare), .
251
Per l’uso di questa edizione è molto utile MAISANO, Filologia…, pp. 144-146.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 25/67
◦ AUGUSTINUS MERK (1869-1945), Novum Testamentum graece et latine, PIB, 1933… 199211.
◦ GIANFRANCO NOLLI, Novum Testamentum graece [Merk] et latine [Vg], 1955 (nel 1981 vi fu
aggiunta la Neovolgata).
◦ GIUSEPPE BARBAGLIO, Nuovo Testamento greco [Merk] e italiano [CEI], Bologna, EDB,1990.
◦ THE GREEK NEW TESTAMENT, United Bible Societies (19661, 19682, 19753 – XXVI - , 19934 –
XXVII - ).

4 CRITICA DEL TESTO (MARTINI C. M., Il testo biblico, in MARTINI C. M. –


PACOMIO L., ed, I Libri di Dio. Introduzione generale alla Sacra Scrittura,
Marietti, Torino, 1975, pp. 502-551; JOOSTEN J, La critica testuale..., pp. 29-
43252; PISANO S253., Il testo..., pp. 68-74254; WEGNER P. D., Guida alla critica
testuale della Bibbia. Storia, metodi e risultati255)
Padre STEPHEN PISANO, S.J. (16/04/1946-07/10/2019), per 38 anni insegnante di critica del testo presso il
Pontificio Istituto Biblico, in una intervista rilasciata il il 4 novembre 2018, definiva la critica del testo “a
necessary evil, in the sense that there are so many scholars who want to find the original form of the text, or at
least the earliest possible form of the text that is attainable. But when you start looking at the manuscripts you
see that there are so many different variants, no two manuscripts are exactly the same, so you have to perform
this exercise of textual criticism in order to establish a form of the text that you want to use as the basis for
your exegesis”256.
“La critica testuale, partendo dalle trascrizioni che possediamo...257
 Originali, apografi, trascrizioni (copie di copie), Che cos’è l’originale? Autografo, testo dettato e poi
rivisto dall’autore, testo da lui approvato per essere ricopiato e diffuso, redazione definitiva di un’opera
(non gli stadi precedenti, né la tradizione orale) che di fatto è all’origine della tradizione manoscritta.
 Testimoni diretti o indiretti. In lingua originali o in traduzione.

Deformate da errori inconsci [meccanici] e mutazioni conscie [intenzionali]


 Errori accidentali258: omissioni per aplografia (es. Rosso-roso; Is 5,8259), omoioteleuto (es. 2 Sm 15,20
[TM-LXX]260) o omoioarcton (es.: Gs 2,1 [TM-LXX]261); aggiunte per dittografia (sera-serra; Is
40,12262); confusione di lettere o parole simili per grafia o pronunzia (es.: 2 Sm 13,39263; itacismo, Is
3,26264); metatesi o trasposizione di lettere o parole (es.: Sal 49,12 TM; 2 Cr 31,6 LXX265); divisione
(es.: Sal 73,1 TM)266 o unione errata di parole (scriptio continua).
 Cambiamenti volontari o intenzionali267: miglioramenti grammaticali e stilistici o di contenuto;
miglioramenti lessicali (sostituzione di parole difficili, es.: Gr 10,25 TM-LXX268); glosse esplicative;
mutazioni dovute a preoccupazioni teologiche (es.: 1 Sm 3,21-4,1a TM; 2 Sm 2-4 'Ish-Boshet/'Ish-Ba'al
252
BAUKS MICHAELA – NIHAN CHRISTOPHE, ed., Manuale di esegesi dell'Antico Testamento, Bologna, 2010 (con esempi utili).
253
Nato il 16 aprile 1946 a New York, deceduto a Roma il 7 ottobre 2019.
254
SIMIAN-YOFRE HORACIO, ed., Metodologia dell'Antico Testamento (=Studi biblici, 25), Bologna, 1994.
255
Cinisello Balsamo (MI), 2009 (or. ingl.: 2006), 432 pp.
256
CANDIDO DIONISIO-PESSOA LEONARDO DA SILVA PINTO, A Necessary Task. Essays on Textual Criticism of the Old Testament in
Memory of Stephen Pisano, Roma, 2020, p. 16.
257
MARTINI C. M., Il testo biblico, in MARTINI C. M. – PACOMIO L., ed, I Libri di Dio. Introduzione generale alla Sacra Scrittura, Torino,
1975, p. 508.
258
Per la tradizione manoscritta del NT, cfr. MARTINI, Il testo..., p. 520.
259
Cfr. PISANO, Il testo..., p. 70.
260
Cfr. PISANO, Il testo..., p. 71.
261
Cfr. PISANO, Il testo..., p. 71.
262
Cfr. PISANO, Il testo..., p. 71.
263
Cfr. PISANO, Il testo..., pp. 71-72.
264
Cfr. PISANO, Il testo..., p. 72.
265
Cfr. PISANO, Il testo..., p. 72.
266
Cfr. PISANO, Il testo..., p. 72.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 26/67
TM-LXX269; Dt 9,24 TM-Sam270; Nm 12,8 TM-LXX271; Pr 14,32272; Sal 58,2273; Is 53,11274). “Il tipo più
frequente di mutamento consapevole consiste nelle aggiunte per ottenere maggior chiarezza”275.

e variamente influenzate dai processi recensionali


 Recensione = “revisione totale con correzioni consce” (L. HAVET), “creazione di un testo fatta secondo
determinati principi e accolta da una chiesa” (SACCHI), quindi carattere logico e sistematico; scopi: per
es. fornire un testo liturgico uniforme a una chiesa276. Nel far questo non si sono seguiti criteri
rigorosamente scientifici, per cui ne sono derivati testi caratterizzati da conflazioni e armonizzazioni.
 Dall’esame degli errori comuni (KARL LACHMANN 1793-1851) si potrebbe arrivare a costituire lo
stemma o albero genealogico; ma per i mss. biblici è molto difficile, perché sono numerosi e
contaminati. Per ora con il NT greco si è arrivati a individuare famiglie, gruppi e tipi testuali.
 Famiglia di mss. “Un gruppo di codici che sono legati tra di loro da relazioni genealogiche
chiaramente dimostrabili, e per i quali è possibile costruire uno stemma, anche se con alcune
incertezze e lacune” (MARTINI, p. 509): es. “famiglia [Kirsopp] Lake” (cod. 1 e affini), “famiglia
[William Hugh] Ferrar” (cod. 13 e affini).
 Gruppo di mss. “Concetto più vago, che può essere usato anche per codici che presentino tra loro
affinità generiche, senza che sia possibile individuare relazioni genealogiche precise” (ID.).
 Tipo testuale. “Complesso di varianti che si ritrovano insieme in determinati codici, hanno
caratteristiche comuni e sembrano avere una comune provenienza” (ID.).
 Tipo testuale alessandrino (H): attribuito a ESICHIO277 d’Egitto; testimoni: B, a (o S); A (per
At, Paolo, lett. catt., Apoc); C (per Vangeli); W (Lc 1,1-8,12 e Gv 5,12-21,25278); P45 (per Atti),
P66, P75 recensione antica migliore e più vicina all’originale.
 Tipo testuale occidentale (D): testimoni: D (di Beza; per Vangeli e Atti); DP (claromontano; per
Paolo); W (V sec.; per Mc 1,1-5,30); Vetus Latina. Diffuso in occidente (Nord Africa, Italia,
Gallia; ma anche in Oriente). Tipo testuale poco omogeneo; più una crescita “selvaggia” della
tradizione manoscritta, che una recensione.
 Tipo testuale cesariense (C o I [`Ieroso,luma]): prodotto da Origene a Cesarea di Palestina (=
Cesarea Marittima) e diffuso da Eusebio e Panfilo di Cesarea279; riconosciuto dal can.
BURNETT HILLMAN STREETER; testimoni: precesariense: P 45 (III sec.; per vangeli e Atti);
W (per Mc 5,31-16,20); famiglia Lake e Ferrar; cesariense: Q (coridetiano). Mescola lezioni del
tipo testuale occidentale e di quello alessandrino.

267
Interessante è la dichiarazione del filosofo neoplatonico PORFIRIO (III-IV sec. d. C.) riguardante la raccolta di oracoli da lui curata: egli invoca
gli dei a testimoni che non ha aggiunto né omesso alcunché; ha soltanto corretto lezioni erronee, ne ha rese altre più chiare, ha integrato lacune
o rielaborato passi che non si adattavano al contesto: “ma il senso delle parole l'ho mantenuto intatto” (EUSEBIO Praeparatio Evangelica, IV,
7, GCS, 43, 1, p. 177), cfr. ALAND K. – ALAND B, Il testo..., p. 321.
268
Cfr. PISANO, Il testo..., p. 73.
269
Cfr. PISANO, Il testo..., p. 73.
270
Cfr. JOOSTEN, La critica..., p. 31.
271
Cfr. JOOSTEN, La critica..., pp. 38-39.
272
Cfr. JOOSTEN, La critica..., p. 40.
273
Cfr. JOOSTEN, La critica..., p. 41.
274
Cfr. JOOSTEN, La critica..., p. 40.
275
ALAND K. – ALAND B., Il testo..., p. 319.
276
Nella filologia classica: raccogliere testi, definirne le relazioni, creazione stemma (cfr. REYNOLDS-WILSON, Copisti e filologi, p. 145).
277
Vissuto intorno al 300, cfr. EUSEBIO, Storia eccl., 8, 13, 7 in PG 20,776; ricordato da GIROLAMO, per es. in Prologus in libro Paralipomenon,
Romae, 19752 , l. 9 “Alexandria et Aegyptus in Septuaginta suis Hesychium laudat auctorem”.
278
Gv 1,1-5,11 è misto con alcune lezioni alessandrine e poche occidentali, cfr. METZGER, p. 62.
279
Cfr. ALAND KURT – ALAND BARBARA, Il testo del Nuovo Testamento, Genova, 1987, p. 73. Cfr. GIROLAMO, per es. in Prologus in libro
Paralipomenon, Romae, 19752 , ll. 9-12 “Costantinpolis usque Antiochiam Luciani martyris exemplaria probat, mediae inter has provinciae
palestinos codices legunt, quos ab Origine elaboratos Eusebius et Pamphilius vulgaverunt, totus orbis hac inter se trifaria varietate conpugnat”. Qui
però Girolamo si riferisce solo al testo greco dell'AT.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 27/67
 Tipo testuale koinè o bizantino o antiocheno280 o siriaco281 (K): basato sulla recensione di
LUCIANO D’ANTIOCHIA (martire 312); diventò il textus receptus della Chiesa greca; origine
secondaria, perché mescola elementi derivanti dai tipi testuali più antichi. Testimoni: A (per
vangeli); W (per Mt e Lc 8,13-24,53)…282.

Cerca di risalire indietro verso lo stadio originale dell’opera, emendando quei luoghi dove sembra
essersi introdotta una mutazione”283.

Come procedere? (cfr. MARTINI, pp. 510-511)


 Criteri esterni:
 In base al numero, valore (normalmente privo di correzioni), età (benché “recentiores non
deteriores”) dei codici.
 Caso ideale: se il tipo testuale alessandrino e il tipo testuale occidentale offrono la stessa
lezione, questa ha probabilità di essere la buona (cfr. Mt 6,13 aggiunta dopo ponerou/,
assente in S, B; D; nel tipo pre-cesariense [fam. Lake: 1; 118; 131; 209]; Tertulliano,
Origene, Cipriano).
 Criteri interni:
 "Lectio difficilior praestat facili"284: cfr. Es 32,34 (TM-LXX) 285;
 "Lectio brevior praestat longiori"286: cfr. 1 Sm 5,5 (TM – LXX) 287;

 "Lectio difformis a loco parallelo praestat conformi"288: 2 Sm 7,7 e 1 Cr 17,6 (conservarle


entrambe, come fa LXX) 289; Mc10,34 μετὰ τρεῖς ἡμέρας così a, B, C, D, L.../ τῇ τρίτῃ ἡμέρα
(//Mt 20,19-Lc 18,33) A(*), W, Q, f1.13...;
 "Illa est genuina lectio, quae ceterarum originem explicat"290 (quella che spiega l’origine delle
altre): 2 Sm 9,11 (cfr. LXX e VG suppongono TM diverso)291;
 Contesto letterario (stile dell’autore, suo vocabolario…).

5 VERSIONI ANTICHE E MODERNE

5.1 Di origine giudaica (AT)

5.1.1 Pentateuco samaritano


¨ Non versione, ma tipo testuale diverso rispetto al TM (6000 differenze) e vicino (2000 convergenze) ai
LXX (e NT)
¨ Varianti intenzionali: chi corregge? TM o Sam? (cfr. Dt 27,4 Garizim [così anche VL] o Ebal, come TM).
¨ Versione greca (Samaritikon), aramaica (Targum samaritano), araba.

280
Cfr. HERIBAN, Dizionario..., s. v. Testo antiocheno e Testo bizantino, p. 919.
281
Cfr. HERIBAN, Dizionario..., s. v. Testo bizantino, p. 919.
282
Per le informazioni circa i tipi testuali cfr. METZGER, Il testo del Nuovo Testamento, Brescia, 1996, pp. 203-210.
283
La definizione è di MARTINI, p. 508.
284
PISANO, Il testo..., p. 68.
285
Cfr. PISANO, Il testo..., p. 69.
286
PISANO, Il testo..., p. 69.
287
Cfr. PISANO, Il testo..., p. 69.
288
PISANO, Il testo..., p. 69.
289
Cfr. PISANO, Il testo..., p. 69.
290
PISANO, Il testo..., p. 69.
291
Cfr. PISANO, Il testo..., pp. 69-70.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 28/67
5.1.2 LXX
 Nome. “Il nome Settanta deriva dalla Lettera di Aristea, uno scritto pseudoepigrafo con finalità
apologetiche, secondo cui 72 esperti provenienti da Gerusalemme tradussero la Torah in greco in 72 giorni
con la successiva acclamazione generale di tutta la comunità giudaica di Alessandria 292”293.
 Contenuto: oltre al canone ebraico, i deuterocanonici (Giuditta, Tobia, I-II Maccabei, Sapienza, Siracide,
Baruc, Lettera di Geremia; aggiunte a Salmi [151], a Geremia, a Ester, a Daniele) e apocrifi (I Esdra, III-IV
Maccabei, 9 Odi, 18 Salmi di Salomone).
 Origine:
◦ cfr. Lettera di Aristea al fratello Filocrate (II-I sec. a.C.);
294
◦ ARISTOBULO (filosofo ebreo peripatetico; consigliere di Tolomeo VI Filometore [181-146) in
un frammento conservatoci da Eusebio nella sua Praeparatio evangelica XIII,12 afferma:
“Tutta la traduzione dell'insieme della Legge è stata fatta sotto il re Filadelfo [285-246], tuo antenato,
che se ne fece un punto d'onore, quando Demetrio Falereo si occupò della cosa”.

◦ FILONE D'ALESSANDRIA (metà I sec. d. C.) nella Vita di Mosè, II, 25-44 così racconta la storia
della traduzione dei LXX:
Certuni avrebbero giudicato scandaloso che le leggi giudaiche, scritte solamente in caldeo [= ebraico],
potessero essere studiate solamente dai barbari e che i Greci ne fossero esclusi. Vista l'importanza
dell'impresa, non ci si rivolse a semplici privati né ad autorità qualunque, ma al più famoso dei re, Tolomeo
Filadelfo. Quest'ultimo inviò al gran sacerdote e re dei Giudei ambasciatori che esposero i progetto. Il gran
sacerdote stabilì la lista degli Ebrei della sua cerchia che avessero ricevuto un'educazione greca oltre
all'educazione giudaica. I traduttori giunsero ad Alessandria. Risposero alle domande poste dal re con sentenze
piene di forza. Poi si ritirarono nell'isola di Faro 295 e la 'profetizzarono': essi tradussero la Legge tutti con le
stesse parole e frasi, some sotto la dettatura di un invisibile ispiratore. Essi sono non traduttori, ma 'ierofanti e
profeti'.

◦ G. FLAVIO, Antiquitates Iudaicae, c. 12 (rielaborazione della lettera);


◦ fonti rabbiniche;
◦ Padri della Chiesa.
◦ 70 o 72.
 Epoca: “a metà del III a.C. [Tolomeo II Filadelfo 285-246; cfr. Prologo Siracide, ll. 24-26 132] il
Pentateuco/Torah venne tradotto ad Alessandria”296. “Il processo [di traduzione] si protrasse fino all'inizio
del II secolo d. C. Per ultimi furono tradotti i libri di Qoelet, il Cantico dei cantici, Esdra e Neemia”297.
“Essa [LXX] non è l'opera di una sola persona, ma di diversi autori, così che la traduzione dei LXX è in
realtà una raccolta di molteplici traduzioni, talvolta diverse anche all'interno di uno stesso libro
biblico”298.
 Luogo: discusso: Alessandria o Palestina.
 Motivo: conoscere la legge degli Ebrei e arricchire la biblioteca di Alessandria (così le fonti antiche);
esigenze cultuali e liturgiche, pedagogiche e catechetiche, apologetiche e missionarie (ipotesi moderne).
 Testimoni: “La maggior parte della tradizione e della storia testuale conosciuta della Bibbia greca si è svolta
fondamentalmente in ambienti cristiani”299, salvo quanto qui sotto segnalato.
300
 Epoca pre-cristiana :
 P. Rylands 458 della John Rylands Library (= 957 di Rahlfs) contenente frammenti di Dt 23-28 (sec.
II a.C.);

292
“Solo successivamente si aggiunsero ulteriori elementi leggendari sulla traduzione, come quello che i traduttori furono isolati e le versioni, una
volta confrontate, risultarono identiche (così già Ireneo)”, MERLO, Il testo...., p. 47, nota 22.
293
MERLO, Il testo..., p. 41.
294
Cfr. DORIVAL GILLES, Les origines de la Septante: la traduction en grec des cinq livres de la Torah, in M. HARL – G. DORIVAL – O.
MUNNICH, ed., La bible grecque des Septante. Di judaisme hellénistique au christianisme ancien, Paris, 1994, p. 45.
295
La menzione dell'isola di Faro è propria di Filone, non compare nella Lettera di Aristea.
296
FABRY HEINZ-JOSEF, Il testo e la sua storia, in Introduzione all'Antico Testamento, ERICH ZENGER et alii (edd.), Brescia, 20045, p.82.
297
FABRY HEINZ-JOSEF, Il testo..., p. 82.
298
MERLO, Il testo..., p. 41.
299
MARCOS NATALIO FERNANDEZ, La Bibbia dei Settanta. Introduzione alle versioni greche della Bibbia, Brescia, 2000, p. 193.
300
Cfr. MARCOS NATALIO FERNANDEZ, La Bibbia..., p. 193.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 29/67
Papiro Fouad 266 (= 848 di Rahlfs) contenente frammenti di Dt 17-33; datato intorno al 50 a.C.;

“con il tetragrammaton scritto in caratteri ebraici quadrati”;
a
 mss rinvenuti a Qumran: P 7QLXXEx (=805 di Rahlfs); 4QLXXLev (=801 di Rahlfs); P
4QLXXLevb (=802 di Rahlfs)301; 4QLXXNum (=803 di Rahlfs); 4QLXX (Deut (819 di Rahlfs); 7Q2
(=804 di Rhalfs) recante vv. 43-44 della Lettera di Geremia e datato intorno al 50 a. C.;
302
 Rotolo di cuoio con frammenti dei XII Profeti (Nachal Chever303; 8HevXII gr = 943 di Rahlfs),
databile fra il 50 a. C. e il 50 d. C., con preferenza per la fine del I sec. a. C.
 Epoca cristiana
 Maiuscoli (IV-X sec.): B (comincia da Gn 46,28; mancano Sal 105-137; qualche vv. di 2 Re;
mancano 1-4 Mac; testo molto buono, ma non per tutti i libri). S (il Pentateuco manca quasi del
tutto; testo imparentato con B, salvo che per Tobia in cui differisce molto). A (più completo dei
precedenti; testo assai eclettico).
 Minuscoli (IX-XVI sec.): 1600 ca.
 T. indiretti: versioni antiche, citazioni patristiche e rabbiniche.
 Tecnica di traduzione: equilibrio fra letteralismo e libertà; accentuazione del letteralismo nelle parti più
recenti.
 Importanza linguistica:
la lingua del NT “la cita, la imita e in campo lessicale ne è l’erede diretta” (p. 351). “Nel NT su 350
citazioni dell'AT, circa 300 sono prese dalla LXX”304.
 Importanza testuale
 Divergenze da TM riguardanti: varianti testuali (testo pre-masoretico?, cfr. Q e Tiqquney Soferim),
lunghezza e ordine del testo (da originale differente), quindi
 “la versione greca dei LXX rimane molto importante, poiché la traduzione originaria si basò su un testo
ebraico antecedente alla fissazione del TM, così che spesso, quando la versione dei LXX differisce
grandemente dal TM, non sta alterando il testo ebraico, ma sta solo seguendo un tipo testuale
differente”305 (cfr. la concordanza fra mess ebraici di Qumran e LXX).
 Importanza nel cammino della rivelazione
Ha affermato BENEDETTO XVI nel discorso pronunziato nell'aula magna dell'Università di
Regensburg il 12 settembre 2006: “Oggi noi sappiamo che la traduzione greca dell'Antico Testamento, realizzata in
Alessandria – la “Settanta” –, è più di una semplice (da valutare forse in modo addirittura poco positivo) traduzione del
testo ebraico [mehr als eine bloße (vielleicht sogar wenig positiv zu beurteilende) Übersetzung des hebräischen
Textes; the Septuagint - is more than a simple (and in that sense really less than satisfactory) translation of the
Hebrew text; la “Septante” - est plus qu'une simple (un mot qu'on pourrait presque entendre de façon assez
négative) traduction du texte hébreu]: è infatti una testimonianza testuale a se stante e uno specifico importante
passo della storia della Rivelazione, nel quale si è realizzato questo incontro in un modo che per la nascita del
cristianesimo e la sua divulgazione ha avuto un significato decisivo”.
 Edizioni:
 Prima edizione a stampa di Bibbia poliglotta: Biblia sacra polyglotta306 complutensia o Poliglotta
Complutense, 6 voll. [5 volumi più 1 di Apparatus], Alcalà de Henares (= Complutum, presso Madrid),
stampata tra il 1514 e il 1517307, ma “messa in vendita nel 1522 al costo molto contenuto di sei ducati e
mezzo d'oro” 308 dopo l’approvazione ricevuta da papa Leone X (22 marzo309 1520)310.

301
“I frammenti di Lev. 2-5 individuati in 4QLXXLevb, del I sec. a. C., … presentano il tetragrammaton scritto in greco (iva,w) invece della
semplice traslitterazione o della traduzione ku,rioj” MARCOS NATALIO FERNANDEZ, La Bibbia..., p. 193.
302
Esattamente Os 2,8; Am 1,5; Gl 1,14; Gio 3,2-5; Na 1,9; 2,8s; Zc 3,1s; 4,8s; 8,21 così ANDRE' LEMAIRE, s. v. Nahal Hever, manoscritti, in
DEDB, pp. 908-909 che parla di "una traduzione greca".
303
Grotte nel deserto di Giuda, a sud di Engaddi.
304
BOSCOLO G., La Bibbia nella storia. Introduzione generale alla Sacra Scrittura, Padova, 2009, p. 246.
305
MERLO, Il testo..., p. 41.
306
Oggi il progetto “LA BIBLE EN SES TRADITIONS” (=Best) prevede la pubblicazione delle versioni ebraica, aramaica, greca e latina della
Bibbia con l’aggiunta di note sul testo e sulla ricezione della Bibbia nelle diverse tradizioni religiose e culturali (=Wirkungsgeschichte).
Questo progetto è promosso dall’École biblique et archéologique française de Jérusalem, il cui vice-direttore, Olivier-Thomas Venard o. p., è il
coordinatore del lavori, cfr. DE JAEGHERE MICHEL, Una rivoluzione nella storia della letteratura, in L’OSSERVATORE ROMANO, 2/12/2016,
p. 5 e www.bibletraditions.org.
307
L'ultimo volume, il IV, dell'AT reca il colofone (10 luglio 1517).
FILOLOGIA BIBLICA – p. 30/67
 Per l’AT reca su pagine speculari TM, VG311 a fianco, LXX con traduzione latina sopralineare (è la prima
edizione dei LXX), in basso il testo aramaico (caldaico) solo del Pentateuco con traduzione latina a
fianco. Ecco il titolo completo: Biblia sacra Polyglotta complectentia V.T. Hebraico Graeco et Latino
idiomate, N.T. Graecum et Latinum, et vocabularium Hebraicum et Chaldaicum V.T. cum grammatica
Hebraica necnon Dictionario Graeco. Studio opera et impensis Cardinalis Fr. Ximenes de Cisneros312.
Industria Arnoldi Gulielmi de Brocario artis impressorie magistri. Compluti, 1514 [—15, —17]313.
“Compirono il lavoro di stesura alcuni dotti dell’Università cittadina (=Alcalà), assistiti da un gruppo di
colti ebrei convertiti al cristianesimo”314. Una curiosità: “Una serie continua di lettere minuscole in
posizione interlineare permette di collegare agevolmente i medesimi termini delle diverse versioni
linguistiche”315. Nel margine esterno (primitiua hebraica) sono riportate le radici (= perfetto, III pers.,
sing., masc.) delle forme verbali ricorrenti nella colonna, alle quali sono collegate da lettere latine
collocate in esponente.
 Per il NT viene presentata la versione greca e latina (Vg).
 Il VI volume contiene un dizionario ebraico-aramaico-latino, un dizionario greco-latino, una
introduzione alla grammatica greca ed ebraica e infine u indice latino316.
 Editio Aldina (dal nome dello stampatore ALDO MANUZIO317), Venezia, 1518 [o 1519, BOGAERT, p.
12]. Eccone il titolo Πάντα τὰ κατ᾿ ἐξοχὴν καλούμενα βιβλία, θείας δηλαδὴ318 γραφῆς παλαιᾶς τε καὶ νέας.
Sacrae scripturae veteris novaeque omnia. Colophon: Venetiis in aedib[us] Aldi et Andreae soceri. mdxviii.,
mense Februario. Siccome la Biblia Complutensia fu messa in vendita solo nel 1522 questa può essere
considerata l’editio princeps di tutta la Bibbia greca.
 Editio Sixtina (1586-1587319), voluta da Sisto V (1585-1590). Eccone il titolo Η ΠΑΛΑΙΑ ΔΙΑΘΗΚΗ |
ΚΑΤΑ ΤΟΥΣ ΕΒΔΟΜΗΚΟΝΤΑ | ΔΙ ΑΥΘΕΝΤΙΑΣ | ΞΥΣΤΟΥ Εʹ ΑΚΡΟΥ ΑΡΧΙΕΡΕΩΣ | ΕΚΔΟΘΕΙΣΑ |
VETVS TESTAMENTVM | IVXTA SEPTVAGINTA | EX AUCTORITATE | SIXTI V. PONT. MAX. |
EDITVM | ROMAE | EX TYPOGRAPHIA FRANCISCI ZANETTI. M.D.LXXXVI(I)320 | CVM
PRIVILEGIO GEORGIO FERRARIO CONCESSO. E' l'Aldina corretta su B321.

308
RITA ANDREINA, Per la storia della Vaticana nel Primo Rinascimento, in Le origini della Biblioteca Vaticana tra Umanesimo e Rinascimento
1447-1534), MANFREDI ANTONIO, ed., Città del Vaticano, 2010, p. 287. “Ne furono stampati 600 esemplari, tra cui pochissimi in pergamena.
Gran parte della tiratura andò dispersa in mare a causa di un incidente, durante il trasporto in Italia” (ID.).
309
O "maggio", cfr. HENRY BARCLAY SWETE, An introduction to the Old Testament in greek. Additional notes, Cambridge University Press,
1914, pp. 171-172.
310
Cfr. PERRELLA, Introduzione..., n. 243, p. 236.
311
“Nella prefazione è data questa spiegazione: ‘Mediam latinam S. Hieronymi veluti inter Synagogam et orientalem Ecclesiam [= LXX] tamquam
duos hinc inde latrones, medium autem Iesum, i. e. Romanam sive Latinam Ecclesiam collocantes”, ID., nota 3.
312
Fondatore dell’Università di Madrid.
313
In basso nel frontespizio del I volume si legge quanto segue: “VETUS TESTAMENTUM MULTIPLICI LINGUA NUNC PRIMO
IMPRESSUM. ET IMPRIMIS PENTATEUCHUS HEBRAICO GRECO ATQUE CHALDAICO IDIOMATE. ADIUNCTA UNICUIQUE SUA
LATINA INTERPRETATIONE”, RITA, Per la storia..., p. 289. Ecco una descrizione più dettagliata dei singoli volumi: il primo volume
raccoglie il Pentateuco nel testo ebraico, latino (“Translatio Beati Hieronyni”, cioè laVulgata) e greco (“Translatio greca [= LXX] cum interpetazione
latina”). Quest'ultimo con traduzione latina sopralineare. In basso si offre il Targum (“Translatio o Interpetatio chaldaica”) , cioè l'antica versione, in
gran parte interpretativa, in aramaico, secondo il testo detto di Onqelos, una traduzione 'ufficiale' del II-III secolo sorta in Palestina e codificata a
Babilonia. A fianco del Targum è la versione latina (“Interpretatio o Traslatio chaldaica”); il II, III e IV volume contengono il rimanente Antico
Testamento, solo in ebraico, greco e latino; il V volume è dedicato al Nuovo Testamento e contiene una appendice con i deuterocanonici antico-
testamentari Siracide e Sapienza, a cui si uniscono una interpretazione dei nomi neo- testamentari e un lessico greco-latino del Nuovo Testamento; il
VI volume è dedicato ai sussidi filologici: un dizionario di ebraico- latino e latino-ebraico, un dizionario etimologico dei nomi propri della Bibbia,
una grammatica di ebraico.
314
GIANNI A., ed., Il grande alfabeto dell’umanità, Milano, 2013, p. 143.
315
GIANNI, IL grande..., p. 144.
316
Cfr. GIANNI, Il grande..., pp. 143-144.
317
Deceduto il 6 febbraio 1515, cfr. ROSENTHAL AVRAHAM, Daniel Bomberg and His Talmud Editions, in “Gli Ebrei e Venezia secoli XIV-
XVIII”, Atti del Convegno internazionale organizzato dall'Istituto di storia della società e dello stato veneziano della Fondazione Giorgio Cini.
Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore 5-10 giugno 1983, Edizioni Comunità, 1987, p. 376. La prima opera uscita dalla sua tipografia fu la
Grammatica greca del dotto bizantino COSTANTINO LASCARIS (marzo 1495), cfr. CARENA CARLO, Lettore mio, il greco ha futuro, in IL
SOLE 24 ORE, 10/12/2017, p. 26.
318
= senza alcun dubbio, naturalmente.
319
La stampa cominciò nel 1582 e fu terminata nel maggio 1587, cfr. BOGAERT, Le texte…, p. 13.
320
The second i has been added in many copies with the pen. The impression was worked off in 1586, but the work was not published until May
1587.
321
Cfr. BOGAERT, Le texte…, p. 12. Il medesimo autore (p. 11) riferisce l'auspicio dei Padri del Concilio di Trento, rivolto al papa in data 17 marzo
1546, di far approntare edizioni il più corrette possibile della Volgata, del greco e dell'ebraico.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 31/67
 Editio di JOHN ERNEST GRABE, Oxford, 1707-1720. Basata sul cod. A. Ecco il titolo che compare sul
primo volume: "Septuaginta | interpretum | tomus I | continens Octateuchum | quem | ex antiquissimo codice
Alexandrino | accurate descriptum | et ope aliorum exemplarium, ac priscorum scriptorum | praesertim vero
Hexaplaris editionis Origenianae | emendatum atque suppletum | additis saepe asteriscorum et obelorum
signis | summa cura edidit | Joannes Ernestus Grabe S.T.P. | Oxonii, a theatro Sheldoniano | . . . MDCCVII.
 ROBERT HOLMES [1748-1805]- JAMES PARSONS, 5 voll., Oxford, 1797-1827 (si basano sulla Sistina,
secondo l'edizione di LAMBERT BOS, Franeker [Olanda]322).
 HENRY BARCLAY SWETE [1835-1917], 3 voll., Cambridge, 1887-1894 (B [secondo l'edizione romana in
5 voll. del 1868-1872]323 con varianti di codd. maiuscoli e 30 minuscoli).
 ALFRED RAHLFS (1865-1935), Septuaginta, id est Vetus Testamentum Graece iuxta LXX interpretes,
Stuttgart, 2 voll., 1935 (B, a, A); seconda edizione (“duo volumina in unum”, ciascuno con lo stesso
numero di pagine della I ed.; solo la prefazione passa a LXXVI pp.): “Editio altera quam recognovit et
emendavit ROBERT HANHART, Stuttgart, 2006.
 ALAN ENGLAND BROOKE [1863-1939] – NORMAN MACLEAN [1865-1947] – HENRY St. JOHN
THACKERAY [1869-1930], The Old Testament in Greek according to the Text of Codex Vaticanus
Supplemented from Other Uncial Manuscripts, with a Critical Apparatus Containing the Variants of the
Chief Ancient Authorities for the Text of the Septuaginta, Cambridge, 1906-1940, 9 voll. (interrotta
definitivamente a Tobia324). Il testo è quello di B, le varianti di tutti gli altri codd. si leggono nell'apparato.
 Edizione di GOTTINGA, 1926-2008, finora 25 voll.: Septuaginta: Vetus Testamentum Graecum Auctoritate
Academiae Scientiarum Gottingensis editum, Goettingen, 1926ss325. Questa edizione come quella di Rahlfs
mira a costituire un testo critico.
 Ispirazione?
CIMOSA afferma che “l'ispirazione dei LXX non ci sembra una questione oziosa ma un problema da prendere
molto sul serio e che fa riflettere”326 e per parte sua aggiunge: “Vorremmo subito dire che, a nostro parere, uno
studio accurato dei problemi circa i LXX convince sempre più per una loro ispirazione”327.

5.1.3 Altre versioni greche


Scopo: “adeguare il testo greco a quello ebraico rabbinico, divenuto nel frattempo sempre più
autoritativo”328; rifiuto dei LXX per polemica anticristiana.

¨ Kai,ge (Palestina; I d.C.): ~G


(gam) e ~gw
(wegam) sono sempre tradotti con kai,ge; maggiore fedeltà
all’ebraico; rinvenuta nel “Dodekapròfeton” di Nachal Chever da Dominique Barthélemy.
¨ TEODOZIONE (I sec. d.C.): di Efeso; originaria della Palestina (?); “non fece una nuova traduzione, ma
piuttosto una revisione che avvicinava il testo all’ebraico”329; mantiene divergenze dei LXX rispetto al TM;
traslitterazione di termini ebraici caratteristici; restano : tutto Dn (nel cod. B e A), aggiunte a Ester, a
Geremia, a Giobbe.
¨ AQUILA (prima metà II sec. d.C.): di Sinope (Ponto); letteralismo esasperato (“per es. ‘et, che può
significare ‘con’ ma che può essere anche il segno di un oggetto di un verbo, viene tradotto
sistematicamente con su,n”330); si discosta molto dai LXX; tetragramma in lettere ebraiche.
¨ SIMMACO (seconda metà II d.C.): versione più corretta e più varia; tetragramma in lettere ebraiche.

322
BOGAERT, Le texte…, p. 13.
323
BOGAERT, Le texte., p. 14.
324
I libri apparsi sono: Gn, Es-Lv, Nm-Dt, Gs-Gdc-Rut, 1-2 Re, 3-4 Re, 1-2 Par, 1-2 Esd, Est-Gdt-Tb.
325
Così MERLO, Il testo..., p. 48, nota 25; in effetti nel 1926 A. Rahlfs pubblicò il Libro della Genesi, seguito nel 1931 dal Libro dei Salmi.
326
Guida allo studio...., p. 19. Alle pp. 17-19 suggerisce alcune “piste che possono in qualche modo orientare nella soluzione del problema” (p. 17).
327
BUZZETTI CARLO – CIMOSA MARIO, Bibbia. Parola scritta e spirito, sempre. Ispirazione delle sacre Scritture, Roma, 2004, p. 212. Alla p.
213 riassume i quattro argomenti adotti da PIERRE GRELOT, Sur l'inspiration et la canonicité de la Septante, in Sciences Ecclésiastiques, 16
(1964) 387-418: 1) il ruolo della versione greca nella storia della rivelazione (ponte fra l'ebraico e il NT); 2) il progresso della rivelazione nei LXX
(rilettura, attualizzazione); 3) l'estensione del testo ispirato (testi deuterocanonici); 4) l'uso nella tradizione della Chiesa (nei primi secoli era l'unico
testo biblico disposizione).
328
MERLO, Il testo..., p. 41.
329
PISANO, Il testo..., p. 58.
330
PISANO, Il testo..., p. 58.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 32/67
5.1.4 Recensioni greche (II-IV d.C)
 GIROLAMO nel Prologus in libro Paralipomenon ne attesta l’esistenza e la provenienza:
Alexandria et Aegytus in Septuaginta suis Hesychium laudat auctorem, Costantinopolis usque Antiochiam
Luciani martyris exemplaria probat, mediae inter has provinciae palestinos codices legunt, quos ab Origene
elaboratos Eusebius et Pamphilius vulgaverunt, totusque orbis hac inter se trifaria varietate conpugnat (ll. 9-
12).

“Sembra che questa ‘trifaria varietas’ si riferisca alle tre recensioni della Bibbia conosciute da Girolamo:
quella di Esichio (Alessandria ed Egitto), quella di Luciano da Costantinopoli fino ad Antiochia e quella
d’Origene (Palestina)”331

 ORIGENE: Ta. Evxapla/ (I ebr.; II trasl.; III Aquila; IV Teod.; V LXX con segni diacritici; VI Simmaco);
scopo polemico e scientifico; modifica l’ordine delle parole per conformarlo all’ebr., conserva la forma
ebraica dei nomi propri.
332
 “Già dal VII secolo non si ha più alcuna notizia di essa” . “Solo nel 1896 il cardinale Mercati scoprì, in
un palinsesto della Biblioteca Ambrosiana, frammenti di una copia abbreviata della Esapla contenenti
cinque colonne di diversi salmi”333.
 LUCIANO (III sec.-IV): fonti: citazioni di Padri siriaci e annotazioni marginali su mss.; più rintracciabile in
libri profetici, 1 Esd (apocrifo), e Macc. Ossessione per l’atticismo.
 “La sua recensione contiene correzioni tardive pst-esaplari, ma anche alcune lezioni antiche, forse basate
su manoscritti pre-esaplari ('proto-lucianei')”334.
 ESICHIO (dubbi sulla persona335, sulla recensione; meglio parlare di “recensione alessandrina”).

5.1.5 Versioni aramaiche: Targumim


 “L lingua aramaica si diffuse in Palestina durante l'epoca persiana; iniziarono così a essere preparate
traduzioni aramaiche della Bibbia, anche per l'uso sinagogale. La caratteristica principale di queste
traduzioni (...) era il loro carattere di parafrasi”336.
 TARGUM PALESTINESE
e
 T. dello Pseudo-Jonathan o J rushalmi I: Pentateuco; redazione finale dopo V sec.; con materiali più
antichi.
 Frammenti dalla Genizah del Cairo: forma più antica del T. palestinese; Pentateuco; resti di 7 mss. fra VII
e IX sec.
337
 Ms Neophyti I : 477 ff in pergamena; Pentateuco; famiglia testuale vicina a T. del Cairo e TJ II.
 Targum (frammentario) o T. Jerushalmi II: molto frammentario; carattere non uniforme.
 TARGUM BABILONESE
 T. di Onqelos (Torah): versione ufficiale della Torah; lingua dotta; traduzione letterale; tornò in Palestina
dopo la conquista araba e soppiantò il più antico T. palestinese.
 T. di Jonathan ben ‘Uzziel (Profeti): versione ufficiale dei Profeti; meno letterale; più parafrastico per i
Profeti posteriori.
 T. degli Agiografi: non riconoscimento ufficiale; origine palestinese; dal IV al VII sec.

331
PISANO, Il testo..., p. 61.
332
MERLO, Il testo..., p. 42.
333
MERLO, Il testo..., p. 47, nota 24.
334
MERLO, Il testo..., p. 42.
335
Talvolta identificato con ESICHIO, vescovo e martire, morto nel 311 (cfr. EUSEBIO, Storia eccl., VIII, 13).
336
MERLO, Il testo..., p. 43.
337
La scoperta è avvenuta nel 1949 qui a Roma, nella Biblioteca Vaticana. Il Prof. Alejandro Díez Macho, sacerdote agostiniano spagnolo che
lavorava all'edizione del targum di Onqelos per la Bibbia Poliglotta di Madrid, trovò che un manoscritto era erroneamente catalogato come targum di
Onqelos. Esso proveniva dalla Pia Domus Neophytorum, era stato copiato a Roma nel 1504 per conto di Egidio da Viterbo, ministro generale degli
eremiti di S. Agostino e poi cardinale; compreso entro uno stock di 42 volumi entrò nella Vaticana l'anno 1891 con la sigla Neofiti I, acquistati nel
1896 per 4000 lire del tempo. (R. Le Déaut, "Jalons pour une histoire d'un manuscript du Targum palestinien", Bib 48 (1966) 509-533, 527). Il
confronto con frammenti di targum palestinese provenienti dalla Geniza del Cairo, pubblicati da Paul Kahle nel 1930 o scoperti dallo stesso Díez
Macho, confermava che si trattava di un intero targum palestinese. Esso si aggiungeva a quelli già conosciuti: il summenzionato targum di Onqelos,
proprio della tradizione babilonese, il Targum I di Gerusalemme o dello Pseudo-Gionata, comprendente Pentateuco e Profeti, e il cosiddetto Targum
Il di Gerusalemme o Targum Frammentario. Da questo ritrovamento ricevette nuovo impulso lo studio dei Targum (Pontificium Athenaeum
Antonianum, Atti Giornata di Studio 29 novembre 2000, Le due Sinagoghe d'origine: Il Giudaismo e il Cristianesimo del primo secolo a confronto .
Aspetti storico-teologici e archeologici. La Bibbia in Aramaico. Verso una mutua definizione di Giudaismo e Cristianesimo).
FILOLOGIA BIBLICA – p. 33/67
 Valutazione. “I testi targumici (...) seguono principalmente il testo ebraico della tradizione masoretica,
anche se in rari casi contengono lezioni che si discostano dal TM”338. Occorre usarli con prudenza, perché
“l'intenzione dei traduttori era anche quella di interpretare, spiegare, e rendere 'attuale' la Scrittura”339.

5.2 Versioni di origine cristiana340

5.2.1 Versioni latine


 Vetus latina o Itala341
 Attestata dal II-III sec. in Africa sett.., Gallia merid., Italia. “Le citazioni latine di Tertulliano [ca 155 –
dopo 220] documentano una varietà testuale che non palesa l'esistenza di un'unica traduzione latina,
mentre autori successivi, come Cipriano [200/210 – 258] e Agostino [354 – 430] testimoniano una
maggiore uniformità di citazione. L'insieme di queste prime traduzioni latine (...) è stato denominato
con il titolo di Vetus Latina”342.
 “La Vetus Latina è stata ricomposta principalmente tramite citazioni patristiche e lezioni marginali di
manoscritti della Vulgata”343.
 AT: parti; dai LXX; mss. più antichi V sec.
 NT: “base testuale assai antica, di tipo occ.” (MARTINI, p. 550); mss. più antichi IV sec.
 Importanza testuale: “La Vetus Latina, nonostante per molti libri si basi prevalentemente su una
precedente traduzione greca, risulta molto rilevante per la storia testuale di Ester e Maccabei”344
 Codici contrassegnati con lettere minuscole
 Edizioni:
345
■ PETRUS SABATIER , Bibliorum sacrorum latinae versiones antiquae, seu Vetus Italica, et
Caeterae quaecumque in Codicibus Mff (= manuscriptis) & antiquorum libris reperiri potuerunt: Quae
cum Vulgata Latina, & cum Textu Graeco comparantur, apud Reginaldum Florentain, Remis, 3 voll.,
1743-49.
■ Il VETUS LATINA INSTITUTE, fondato nel 1945 dal monaco benedettino Dom Bonifatius Fischer
OSB (1915-1997) a Beuron (Germania), dal 1949 cura l'edizione critica in 27 volumi: Vetus Latina.
Die Reste der altlateinischen Bibel nach Petrus Sabatier neu gesammelt und herausgegeben von der
Erzabtei Beuron unter der Leitung von Roger Gryson, Herder, Freiburg im Breisgau. Finora sono stati
pubblicati i seguenti volumi
 dell'AT: Gn (1951-1954); Ruth (2005); Tobit (in preparazione); Gdt (introduzione 2001); Hester
(1,1-6,2 2008); Ct (Introduzione, 1992); Sap (1977-1985); Sir (1987-2001); Is (1987-1997);
 del NT: Rm (introduzione 1996); 1 Cor (introduzione 1995-1998); Ef (1962-1964); Fil ( 1966-
1969); Col (1969-1971); 1 Ts (1976-1977), 2 Ts (1977-1978); 1 Tm (1978-1981); 2 Tm (1981-
1982); Tit (1983); Flm (1983); Eb (1987-1991); Gc (1956); 1 Pt (1958); 2 Pt (1960); 1 Gv (1965-
1966); 2 Gv (1966); 3 Gv (1966-1967); Gd (1967); Ap (2000-2003).
 Vulgata
 Girolamo (che dimora a Betlemme dal 386).
 WEBER, p. XV:

338
MERLO, Il testo..., p. 43.
339
MERLO, Il testo..., p. 43.
340
Nella biblioteca del buon cattolico, secondo le indicazioni del catalogo fornito dalle "AMICIZIE CRISTIANE", fondate dal padre Nikolaus
Albert Diessbach nel terzultimo decennio del XVIII a Torino, è assente la Bibbia, cfr. MATTEI ALBERTO DE, La Biblioteca delle
'Amicizie'.Repertorio critico della cultura cattolica nell'epoca della Rivoluzione, 1770-1830, Bibliopolis, Napoli, 2005, p.
341
“Itala” proviene da un testo di AGOSTINO “In ipsis autem interpretationibus itala ceteris praeferatur, nam est verborum tenacior cum
perspicuitate sententiae” (Doctrina christiana, 12, 15, 22; in PL, 34,46).
342
MERLO, Il testo..., p. 45.
343
MERLO, Il testo..., p. 45.
344
MERLO, Il testo..., p. 45..
345
Monaco benedettino francese della Congregazione di San Mauro (1682- 1742), che ha raccolto le citazioni bibliche latine dalle opere di circa 60
Padri della Chiesa.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 34/67
■ AT: comprende, tradotti fra il 390346 circa e il 405 dall’ebraico o aramaico, tutti i libri, meno il Salterio
– antica versione latina rivista sul greco esaplare – e Sap, Sir, Baruc, Mac – testo di antiche versioni
latine non riviste da Girolamo.
■ NT: il fondo è costituito da antica versione latina sempre rivista sul greco, un po’ affrettatamente per i
Vangeli (383), più accuratamente per gli altri libri. Girolamo ha certamente rivisto i vangeli, per gli
altri libri non si conosce l’identità del revisore.
 Dalla congerie di manoscritti contenenti il testo latino della Bibbia “l'Università di Parigi creò un testo
standard, che fu sostanzialmente adottato dall'edizione principe di Johannes Gensfleisch zum
Gutenberg, la 'Bibbia di 42 linee347' (Magonza 1452-1455 [precisamente 25348 febbraio 1455]349)”350. Fu
questo testo che i Padri del Concilio di Trento nel decreto “Insuper” (8 aprile 1546) approvarono come
versione “autentica” (= affidabile)351, pur raccomandando di promuoverne una edizione il più corretta
possibile352 (cfr. Bibbia sisto-clementina)353.
 Mss. lettere latine maiuscole (A [= Amiatinus], inizio del sec. VIII. Il più antico ms. a noi giunto che
contenga tutta la Bibbia latina; scritto in Northumbria [stato medievale comprendente parte
dell’Inghilterra settentrionale e della Scozia]; attualmente a Firenze, presso la Biblioteca Laurenziana).
 Edizioni:
354
■ Biblia sacra Vulgatae editionis Sixti Quinti pont. max. iussu recognita (et auctoritate Clementis
Octavi edita), Romae, 1592. Ne furono pubblicate 500 copie355.
 L’iter dall’edizione di Sisto V a quella di Clemente VIII è riassunto nella Praefatio ad lectorem ex
editione vaticana anni 1592:
“Verum conventum356 illum ob varias, gravissimasque Sedis Apostolicæ jamdudum intermissum
[interrotta], Sixtus v divina providentia ad summum Sacerdotium evocatus, ardentissimo studio
revocavit, et opus tandem confectum typis mandari jussit. Quod cum jam esset excusum, et ut
in lucem emitteretur, idem Pontifex operam daret, animadvertens non pauca in sacra Biblia
præli vitio irrepsisse, quæ iterata diligentia indigere viderentur, totum opus sub incudem
revocandum censuit atque decrevit. Id vero cum morte præventus præstare non potuisset,

346
“Non sappiamo da quali libri [Girolamo] abbia cominciato: dai Re... Oppure i Profeti...” A. DI BERNARDINO, ed., Patrologia, vol. III, Casale
Monferrato, 1978, p. 214.
347
Ma ci sono anche pagine con 40 e 41 righe; “Gutenberg decise di aggiungere due righe in corso d’opera per risparmiare carta”, SALIS
STEFANO, Quel che resta di Gutenberg, il IL SOLE 24 ORE, 3/06/2018, p. 21
348
Secondo altri il 23 febbraio, cfr. APPELLA ENZO, Perché ancora la Bibbia?, in BIBBIA IERI E OGGI, n. 11, gennaio-marzo, 2019, p. 6.
349
Cfr. RAVASI GIANFRANCO, Imprecazioni sì, ma bibliche, in IL SOLE 24 ORE, 25/11/2018, p. 29. La tipografia di Gutenberg si trovava a
Magonza; l’incisore dei punzoni con le lettere gotiche fu PETER SHOFFER e lo sponsor dell’operazione fu JOHANN FURST, cfr. RAVASI,
Imprecazioni…, p. 29.
350
J. GRIBOMONT, s. v. Volgata, in EB, vol. VI, 1971, col. 1221. Ce ne sono pervenute 48 copie complete (più singoli fogli sparsi, utilizzati per
rilegare altri libri o venduti uno per uno sul mercato antiquario), di cui 36 di carta e 12 di pergamena, cfr. SALIS S., Quel che resta…, p. 21.
351
“Insuper eadem sacrosancta Synodus considerans, non parum utilitatis accedere posse Ecclesiae Dei, si ex omnibus latinis editionibus, quae
circumferuntur sacrorum librorum, quaenam pro authentica habenda sit, innotescat: statuit et declarat , ut haec ipsa vetus et vulgata editio, quae
longo tot saeculorum usu in ipsa Ecclesia probata est, in publicis lectionibus, disputationibus, praedicationibus et expositionibus pro authentica
habeatur” DENZINGER-HUENERMANN, 1506. “Questa decisione spesso fraintesa deve essere compresa non sul piano letterario e su quello
della critica testuale, ma unicamente sul piano dogmatico. Essa afferma che la Volgata non contiene errori di fede, ma non che rende sempre
esattamente il senso originario di un passo. Il ricorso al testo originario greco o ebraico non è quindi superfluo. Ma, di fatto, la decisione determinò
un disinteresse nei riguardi dei testi originali. In ambiente cattolico, il principio umanistico del ‘ritorno alle fonti’ cedette il passo a una sicurezza
meramente dogmatica. Si ritenne che la Volgata bastasse, dal momento che conteneva certamente la parola di Dio e la verità, e ci si risparmiò
ampiamente la fatica di ricorrere ai testi originali greci o ebraici. Solo nell’enciclica Divino afflante Spiritu (1943) di Pio XII si affermò chiaramente
che non era questo ciò che il decreto intendeva” SCHATZ KLAUS, Storia dei Concili. La Chiesa nei suoi punti focali, Bologna, 1999, p. 172. "Il
gruppo incaricato di redigere la minuta [del II decreto approvato nella IV sessione l'8 aprile 1546] non intendeva proscrivere le altre traduzioni in
latino... [il decreto] nulla diceva circa le traduzioni della Bibbia in volgare" O' MALLEY JOHN W., Trento. Il racconto del Concilio, Milano,
2013, p. 88.
352
“[Eadem sacrosancta synodus Tridentina] statuit, ut posthac sacra Scriptura, potissimum vero haec ipsa vetus et Vulgata editio quam
emendatissime imprimatur” DENZINGER-HUENERMANN, 1508.
353
Così si esprime il WEBER nell'introduzione all'edizione da lui curata della Vg (Stuttgart, 1969 2), p. XV “Il testo che ha avuto gli onori dell'editio
princeps [=la Bibbia stampata da Gutenberg], e da cui le edizioni successive, ivi compresa l'edizione ufficiale sisto-clementina, dipendono quasi
esclusivamente, è quello che nel XIII secolo aveva adottato l'Università di Parigi; esso lascia molto a desiderare”.
354
E pubblicata nel 1590, ma non ritenuta soddisfacente neppure dallo stesso Sisto V (deceduto il 27 agosto 1590).
355
Cfr. GIANNI, Il grande..., p. 145.
356
La Commissione Sistina “era presieduta dal cardinale Carafa, e contava dottissimi uomini di varie nazioni, l’inglese Allen, creato poc’anzi
cardinale, il francese Morin, lo spagnuolo Valverde, e oltre al Lando, segretario del Carafa, gli italiani Agelli teatino e Bellarmino gesuita” [P.
ENRICO ROSA], La storia della Vulgata Sistina e l’opera del Bellarmino, in CC 1912, vol. e, fasc. 1490, pp. 163-164..
FILOLOGIA BIBLICA – p. 35/67
Gregorius xiv qui, post Urbani vii duodecim dierum Pontificatum, Sixto successerat, ejus animi
intentionem executus perficere aggressus est, amplissimis aliquot Cardinalibus, aliisque
doctissimis viris ad hoc iterum deputatis. Sed eo quoque, et qui illi successit, Innocentio ix
brevissimo tempore de hac luce subtractis; tandem sub initium Pontificatus Clementis viii qui
nunc Ecclesiæ universæ gubernacula tenet, opus, in quod Sixtus v intenderat, Deo bene
juvante perfectum est”357.
 e da un passo dell’Autobiografia del Card. ROBERTO BELLARMINO:
“Anno 1591, cum Gregorius XIV cogitaret quid agendum esset de Bibliis a Sixto V editis, in
quibus erant permulta perperam mutata, non deerant viri graves qui censerent ea biblia esse
publice prohibenda. Sed N. [= Bellarmino] coram Pontifice demonstravit non esse biblia illa
prohibenda, sed esse ita corrigenda ut salvo honore Sixti Pontificis biblia illa emendata
prodirent. Quod fieret, si quam celerrime tollerentur quae male mutata erant, biblia recuderentur
sub nomine eiusdem eiusdem Sixti, et addita praefatione qua significaretur in prima editione
Sixti prae festinatione irrepsisse aliqua errata vel typographorum vel aliorum… Placuit
consilium N. Gregorio Pontifici, et iussit, ut congregatio fieret ad recognoscendam celeriter
Bibliam Sixtinam et revocandam ad ordinariam Bibliam, praesertim Lovaniensem. Id factum est
Zagarolae… et post obitum Gregorii et Innocentii, Clemens VIII edidit Bibliam recognitam sub
nomine Sixti cum praefatione, quam idem N. composuit”358.
359
 "La versione finale, pubblicata nel 1592 sotto Clemente VIII, corresse più di 3000 errori" .
■ ROBERTO WEBER, 2 voll., Stuttgart, 1969;
■ JOHN WORDSWORTH- H. J. WHITE-H. F. D. SPARKS, Novum Testamentum Domini nostri Iesu
Christi latine secundum editionem S. Hieronymi, Oxford, 3 voll., 1889360-1954;
■ Biblia Sacra iuxta latinam vulgatam versionem ad codicum fidei cura et studio monachorum Pont.
Abbatiae S. Hieronymi in Urbe condita, Romae, 1926-1987 (solo AT).

 Nova Vulgata Bibliorum Sacrorum editio Sacrosancti Oecumenici Concilii Vaticani II ratione habita iussu
Pauli PP. VI361 recognita auctoritate Ioannis Pauli PP. II promulgata362, Città del Vaticano, 19791, 19862.
 Dalla CONSTITUTIO APOSTOLICA QUA NOVA VULGATA BIBLIORUM SACRORUM EDITIO
“TYPICA” DECLARATUR ET PROMULGATUR, 25 aprile 1979 “... In qua recognitione efficienda [di
tutti i libri della Sacra scrittura] “ ad verbum ratio habita est veteris textus editionis Vulgatae, ubi
videlicet primigenii textus accurate referuntur, quales in hodiernis editionibus, ad criticam rationem
exactis, referuntur; prudenter vero ille est emendatus, ubi de iis deflectit vel minus recte eosdem
interpretatur. Quam ob rem Latinitas biblica christiana est adhibita, ita ut aequa aestimatio traditionis
cum iustis postulationibus artis criticae, his temporibus vigentis, temperaretur ” (cfr. Alloc. Pauli VI, 23
Dec. 1966; A.A.S. LIX, 1967, pp. 53 s.). Textus, ex hac ipsa recognitione exortus, quae quidem impensior
fuit in quibusdam libris Veteris Testamenti, quibus s. Hieronymus manus non admovit, ab anno
MCMLXIX ad annum MCMLXXVII seiunctis voluminibus est editus, nunc vero editione “ typica ”, uno
volumine comprehensa, proponitur. Haec Nova Vulgata editio etiam huiusmodi esse poterit, ut ad eam
versiones vulgares referantur, quae usui liturgico et pastorali destinantur; atque, ut verbis utamur
Pauli VI, Decessoris Nostri, “ cogitare licet eam certum quoddam fundamentum esse, in quo studia
biblica... innitantur, maxime ubi bibliothecae, specialibus disciplinis patentes, difficilius consuli possunt
et congruentium studiorum diffusio est impeditior ” (cfr. Alloc., 22 Dec. 1977; cfr. diarium L'Osservatore
Romano, 23 Dec. 1977, p. 1)...”.
357
Biblia Sacra iuxta Vulgatam Clementinam, Editio electronica plurimis consultis editionibus diligenter praeparata a MICHAELE TVVEEDALE,
Londini, MMV, p. X.
358
[P. ENRICO ROSA], La storia…., in CC 1912, vol. e, fasc. 1490, p. 197, nota 1.
359
O'MALLEY JOHN W., Trento. Il racconto del Concilio, Milano, 2013, p. 230.
360
Cfr. NESTLE-ALAND27, 2001, p. 65*. ALAND K. - ALAND B., Il testo..., p. 213 “Nel 1898 uscì il primo [volume]...”; METZGER, il testo..., p.
82 “Il primo volume, che contiene il testo dei quattro vangeli, cominciato dal vescovo John Wordsworth e da H. J. White, venne pubblicato nel
1899”.
361
Paolo VI costituì il 29 novembre 1965 la Pontificia Commissio pro Nova Vulgata Bibliorum editione presieduta dal card. Agostino Bea., cfr.
Nova Vulgata Bibliorum Sacrorum editio..., p. 9.
362
Il primo libro approntato fu il Liber Psalmorum edito il 10 agosto 1969 a opera di una Sottocommissione pro Psalterio inserita nella Pontificia
Commissione per la Nova Vulgata alla fine del 1967, cfr. Nova Vulgata Biibliorum Sacrorum editio..., p. 10. Questo testo è quello attualmente
impiegato per l'uso liturgico, cfr. PAOLO VI, COSTITUZIONE APOSTOLICA LAUDIS CANTICUM, 1°/11/1970 "...è stata adottata la nuova
versione latina preparata dalla Commissione per la Neo Volgata della Bibbia, da Noi costituita".
FILOLOGIA BIBLICA – p. 36/67
5.2.2 Versioni siriache363
Di tutta la Bibbia
 Peshitta'364 = semplice, comune;
365
 semplice “in contrasto con i targum, di carattere parafrastico” o “in contrapposizione all’Harclense che
è dotata di apparato”, p. 361, n. 28
 oppure comune infatti “la maggior parte degli studiosi pensa che indichi la Peshitta come una traduzione
di uso 'comune', 'vulgata', di contro alla sua rivale, la siro-esaplare”366 (SyP).
 Comprende:
367
■ AT: incerta data e origine, giudaica o cristiana; traduzione diretta – “fedele, ma non servile”368 -
dal testo ebraico in siriaco369; influsso dei LXX; due forme testuali diverse [per pronunzia e grafia]370:
tradizione siro-occ. (Chiesa giacobita371; Chiesa maronita372) e siro-orientale (Chiesa nestoriana); ed.
critica: Peshitta Institute di Leida, dal 1966: The Old Testament in Syriac According to the Peshitta
Version (edizione diplomatica basata sul Codex Ambrosianus373), comprenderà 17 volumi, finora
(1993) ne sono stati pubblicati 12.
 Importanza testuale: “E' abbastanza fedele alla tradizione masoretica e contiene meno varianti
della LXX”374.
■ NT: mancano 2 e 3 Gv, 2 Pt, Gd, Ap; tipo testuale koiné; mss. più antichi V-VI sec.

 “Il termine 'Peshitta'... compare per la prima volta nel seguente passo dell'Hexaemeron di MOSE' BAR
KEPHA (+ 904):
Si deve sapere che nella nostra lingua siriaca ci sono due versioni dell'Antico Testamento: una, detta Peshitta –
quella che siamo soliti leggere – è stata tradotta dall'ebraico in siriaco; l'altra, quella dei LXX [cioè la siro-
esaplare], è stata tradotta dal greco. La Peshitta, tradotta dall'ebraico, lo fu al tempo di [re] Abgar, secondo
Giacomo di Edessa. Quest'ultimo dice che l'apostolo Addai e il devoto Abgar inviarono persone a Gerusalemme
e in Palestina per tradurre l'Antico Testamento dall'ebraico in siriaco. La versione siriaca dei LXX fu fatta da
PAOLO DI TELLA”375.

 Siro-palestinese (SyPal): in dialetto aramaico occidentale; AT influsso del testo esaplare; NT poche
testimonianze.
Solo AT

363
Il siriaco è una forma di aramaico Centro di irradiazione del siriaco fu la città di EDESSA, attuale Urfa, in Turchia.
364
“Secondo la pronunzia siriaca orientale; peshitto' in quella siro-occidentale” DIRKSEN PIET B., La Peshitta dell'Antico Testamento, Brescia,
1993, p. 21, nota 2 (= St. biblici, n. 103).
365
DIRKSEN, La Peshitta..., p. 22.
366
DIRKSEN, La Peshitta..., p. 22.
367
“Il più antico manoscritto datato (frammentario) della Peshitta è un palinsesto del 459/460 d. C., mentre il più antico manoscritto contenente tutti
i libri dell'Antico Testamento (eccetto Tobia) è il cosiddetto codex Ambrosianus, conservato a Milano e databile al VII secolo d. C.” MERLO, Il
testo..., p. 44. Per quanto ne sappiamo, il primo a usare la peshitta fu il siriano orientale AFRAATE, conosciuto come il “saggio persiano”, che
scrisse fra il 337 e il 345, cfr. DIRKSEN, La Peshitta..., p. 23.
368
. DIRKSEN, La Peshitta..., p. 103.
369
Cfr. MERLO, Il testo..., p. 43.
370
Questa era la posizione di ALFRED RAHLFS, il quale appunto divideva “il testo della Peshitta in un ramo occidentale e uno orientale... sulla
base di criteri confessionali” DIRKSEN, La Peshitta..., p. 93. Ma tale “distinzione tra un testo occidentale e uno orientale (…) è ora ben lungi
dall'essere data per scontata” . DIRKSEN, La Peshitta..., p. 94. Sembra più attendibile la distinzione fra manoscritti antichi (= compresi fra il V e
l'VIII secolo incluso) e manoscritti recenti = dal IX secolo in poi), in quanto questi ultimi “derivano in ultima analisi da una fonte comune” .
DIRKSEN, La Peshitta..., p. 95.
371
“Giacomo Baradeo, 'vescovo di Siria', (ca. 490 – 578)... fondò la chiesa sira monofisita, e dal suo nome, a partire dall'VIII secolo gli aderenti a
questa chiesa vennero detti 'giacobiti'” DIRKSEN, La Peshitta..., p. 16.
372
Il nome proviene dal monastero di san Giovanni Maron (morto nel 707), che “fornì a questa comunità [aderente al monotelismo], nella seconda
metà del VII secolo, una solida organizzazione indipendente sia dagli ortodossi (calcedoniani) sia dai monofisiti... Stabilita nel 1445 l'unione con
Roma, i maroniti accettarono pienamente l'autorità papale nel 1596, pur mantenendo il loro rito” DIRKSEN, La Peshitta..., pp. 17-18.
373
“Questo criterio editoriale fu però modificato a partire dal volume II,4 contenente i libri dei Re, che apparve nel 1976, come terzo volume in
ordine di pubblicazione. Il testo di 7a1 [= codice ambrosianus] viene ora emendato se non trova conferma in due altri manoscritti compresi quelli
fino al X secolo” DIRKSEN, La Peshitta..., pp. 88-89.
374
DIRKSEN, La Peshitta..., p. 44.
375
DIRKSEN, La Peshitta... p. 21.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 37/67
 Siro-esaplare (Syh): per uniformare la Bibbia ai LXX (Siriani melchiti e Giacobiti); attribuita a PAOLO,
Vescovo di Tella (Mesop. Sett.); = traduzione della quinta colonna di Origene; ms. più importante
Ambrosianus C 313, VIII-IX sec.
 Revisione di Giacomo di Edessa; intorno al 705; commistione fra Peshitta, siro-esaplare e LXX; 5 mss, inizi
VIII sec.
NT
 DIATESSARON di TAZIANO (II sec.); = armonia dei vangeli; in greco (fr. del 254; fr. del 220 a Dura
Europos) o in siriaco; citato da Efrem Siro.
 Vetus syra (Sys, Syc): SyS, fine IV sec., ms rinvenuto da Agnes Smith Lewis nel 1892 presso il monastero di
S. Caterina (Sinai); SyC , V sec., ms rinvenuto da William Cureton nel deserto di Nitria (Egitto) e pubblicato
nel 1858; testimoni della stessa versione, forse SyC = revisione di SyS.
 Filosseniana (SyPh): attribuita a Policarpo, corepiscopo (= vescovo di chiese periferiche rispetto alla sede
vescovile centrale) di Mabbug (antica Hierapolis, vicino alla moderna Aleppo) per incarico di Filosseno,
Vescovo di Mabbug dal 485; eseguita fra 507 e 508; versione perduta.
 Harclense (Syh): opera di TOMMASO DI HARQEL (=Eraclea – Bitinia - ), nel 616 revisionò la versione
filosseniana, confrontandola con 3 mss. greci per i Vangeli e 1 per Atti e Lettere; tipo testuale koiné;
apparato e segni diacritici.

5.2.3 Copte
¨ Sahidica (dialetto parlato nel Sud Egitto [Alto])
¨ Bohairica (dialetto parlato nel Nord Egitto [Basso]; sopravvive come lingua liturgica).
Sono le due versioni principali e più antiche del NT; affinità con il tipo testuale alessandrino.

5.2.4 Armena
¨ Discusso da quale lingua fu tradotta nel V sec.: greco o siriaco.
¨ AT: 30 mss.; i più antichi sono del XIII sec.
¨ NT: il più attestato, come numero di mss., dopo la Vulgata; più antico: tetravangelo dell’887.

5.2.5 Georgiana
¨ Discusso da quale lingua fu tradotta nel V sec.: greco o siriaco o armeno.
¨ NT: nella prima metà del V; dalla prima versione armena.
¨ Mss più antichi X sec.; tra cui un Salterio proveniente da S. Caterina Sinai).

5.2.6 Etiopica (Ge’ez)


¨ V sec.; dal greco; Mss. più antichi XIII sec.; canone: + Libro di Enoch, Giubilei, 4 Esdra.
¨ NT: IV o VI-VII sec.; da greco o siriaco; At e Ep. Catt. Dal greco; Paolo spesso concorda con P46 (intorno al
200; tipo di testo alessandrino); Ap dal greco; mss più antichi: XIII-XIV sec.; tipo misto, vicino al tipo
testuale koiné.

5.2.7 Gotica
AT: solo frammenti di Neh (cc. 5-7) in palinsesto del VI sec.; da originale greco.
NT: attribuita al Vescovo Wulfila, a partire dal 341; cod. Argenteus + 7 mss bilingui; traduzione
letterale dal greco di tipo occidentale.

5.2.8 Arabe
AT: più nota la versione dall’ebraico della Torah di SA’ADYA GAON (892-942). Ma la prima
traduzione in lingua araba di un testo dell'AT a noi giunto è un frammento bilingue in greco e arabo dei Salmi
78,20-31.51-61 (VIII sec.)376.
NT: da varie traduzioni e da mss. greci; mss IX sec.
376
CAMILLA ADANG, MEIRA POLLIACK, SABINE SCHMIDTKE, L'onere della traduzione, in OASIS, IX (2013), n. 17, p. 93 "La prima
traduzione esistente a noi nota è un frammento bilingue in greco e arabo del Salmo 78,20-31 e 51-61 che gli studiosi fanno risalire all’VIII secolo".
FILOLOGIA BIBLICA – p. 38/67
5.2.9 Paleoslave (paleoslavo o slavo ecclesiastico antico)377
 AT: solo Salmi in caratteri glagolitici (inventati da Cirillo e Metodio), IX sec.; dal greco; ed.
completa manoscritta o Bibbia di Gennadio378: in caratteri cirillici, 1499; ed. definitiva: 1751-
1756, in seguito a revisione sui LXX.; mss. più antichi XI sec. (Salteri).
 NT: iniziata nel IX sec.; Cirillo e Metodio usarono i caratteri glagolitici 379 e la lingua paleoslava;
tipo testuale bizantino.
 “… dal fatto che la prima Bibbia a stampa in slavo ecclesiastico sia stata realizzata nel 1581
proprio in territorio ucraino, a Ostrog, località della regione storica della Volinia380…
Protagonista di questa impresa editoriale era stato Ivan Fedorov, il primo tipografo di Russia ai
tempi di Ivan IV Groznyj [1530-1584]… Per la carta Ivan Fedorov aveva fatto ricorso per buona
parte alla ottima produzione polacca e ucraina. Anche la tiratura per l’epoca era importante. Si
ritiene che si aggirasse sulle 1000-2000 copie… La Bibbia di Ostrog fu anche l’ultimo libro
stampato da Ivan Fedorov. Dopo aver lasciato Ostrog nel 1582, morì un anno dopo di ritorno da
un viaggio a Vienna”381

5.2.10 Italiane382
 Le prime traduzioni italiane, manoscritte, compaiono nella seconda metà del Trecento e proseguono nel
Quattrocento e nel Cinquecento.
 La prima Bibbia completa in lingua italiana, stampata, appare a Venezia presso la tipografia di Vindelino da
Spira nel 1471 (1° agosto) a cura del monaco camaldolese NICOLO' MALERBI [o MALERMI] (1420-
1482?)383.
 Il Concilio di Trento e più ancora l'Inquisizione Romana sul finire del Cinquecento limitarono la lettura
della Scrittura, subordinandola a una specifica autorizzazione della Sede apostolica 384. La situazione fu
sbloccata da Benedetto XIV, che nel 1757 affidò al sacerdote toscano ANTONIO MARTINI (1720-1809) -
377
I santi Cirillo e Metodio nel sec. IX, adattato l'alfabeto greco alle necessità della lingua slava che allora si parlava nelle terre confinanti con
l'impero bizantino, tradussero in essa i Vangeli e alcuni testi liturgici. A tale lingua si dà per convenzione il nome di “ slavo ecclesiastico antico”, o
“Paleoslavo” o “antico bulgaro”. Uno stadio ulteriore, meno arcaico, della lingua, che è detto “slavo ecclesiastico” e nel quale si differenziano
coloriture bulgare (fase del medio-bulgaro), serbe, croate, russe, ceche, si mantenne fin verso il sec. XVIII come lingua letteraria presso gli slavi
ortodossi, ed è rimasto sino ai giorni nostri come lingua liturgica, ma in una forma modernizzata. I testi in paleoslavo sono scritti in tre alfabeti
diversi: il glagolitico bulgaro, dalle forme tondeggianti; il glagolitico croato, dai caratteri a spigoli acuti; il cirillico, dal quale sono derivati per
semplificazione (cioè eliminando una quindicina di segni) gli attuali alfabeti russo, bielorusso, ucraino, serbo, bulgaro, macedone cfr. GIACOMO
PRAMPOLINI, s. v. Paleoslava, lingua e letteratura, Nova Ipertext, Utet S.P.A. , 2001.
378
GANNADIO (1410-1505), Arcivescovo di Novgorod (città della Russia europea non lontana da San Pietroburgo).
379
UMBERTO CALDORA; s. v. Glagolitica, scrittura, Nova Ipertext, Utet S.P.A., 2001 “La parola G. ha origine da glagol, che è il nome della
quarta lettera (g) dell'alfabeto cirillico; secondo altri forse da glagola (dixit, inquit), che s'incontra spesso nei testi paleoslavi e nella celebrazione
degli uffici divini.”.
380
Regione storica dell’Ucraina, di cui costituisce la porzione nord-occidentale.
381
COCO LUCIO, La Bibbia di Ostrog cemento della fratellanza slava, in L’OSSERVATORE ROMANO, 25 aprile 2022, p. 7.
382
Per una esposizione più completa cfr. LOGOS, I, pp. 367-369.
383
GIANNI, Il grande..., p. 138 “Il primo agosto 1471 uscì a Venezia, dalla tipografia di Vindelino da Spira, l'editio princeps della Bibbia, poiché
prima esistevano già versioni in toscano dei sacri testi, ma solo di singoli libri biblici. La traduzione di Malerbi fu condotta a partire dal manoscritto
di una traduzione precedente, riveduto attraverso il confronto con la Vulgata latina di Girolamo: ne risultò una nuova versione, nella quale i termini
di area veneta sono predominanti. Malerbi impiegò in parte i volgarizzamenti biblici trecenteschi ma l'opera, realizzata nel corso di otto mesi (come
egli stesso dichiara) risulta di notevole importanza. Nell'impresa lo assistettero il francescano Lorenzo da Venezia, con il compito di revisore
teologico, e Gerolamo Squarzafico, umanista di Alessandria, in quegli anni collaboratore di diversi tipografi veneziani.
Nell' editio princeps si trova uno scritto di Malerbi, in forma di lettera rivolta al francescano Lorenzo, in sostanza una apologia della volgarizzazione
della Bibbia, con la quale sono esplicitate le ragioni e il metodo del lavoro compiuto (forse una delle più acute riflessioni, per quegli anni, intorno
alle traduzioni di tema religioso). Dopo una dichiarazione circa la fondamentale rilevanza della Bibbia all'interno del progetto salvifico divino,
Malerbi spiega di aver proceduto «da parola a parola» alla sua volgarizzazione non solo ad maiorem Dei gloriam, ma anche all'utilità del lettore.
In definitiva, consentendo «satisfamento et maior consolazione dei legenti», l'autore si propone di offrire il testo sacro a «tutti universalmente,
senza alcuna differentia de maschio o de femina o de età». L'opera incontrò grande favore e conobbe almeno dieci ristampe nei trent' anni
successivi (alcune corredate da un ampio apparato iconografico), fino all'edizione del 1567, l'ultima approvata dall'Inquisizione. Dopodiché ricadde
nelle proibizioni ecclesiastiche, anche a causa di revisioni di influsso protestante”.
384
COSTA EUGENIO, Perché tradurre la Bibbia? , in LA VOCE DEL POPOLO, 130 (2005), n. 28, 17/07/2005, p. 3. “In ambito protestante
GIOVANNI DIODATI (1576-1649), ebraista ed esperto di lingue antiche, nel 1607 fece stampare a Ginevra la traduzione in italiano dell’intra
Bibbia dai tti originali” BIANCHI ENZO, Le traduzioni italiane della Bibbia, http://www.monasterodibose.it/fondatore/articoli/articoli-su-riviste/
11830-le-traduzioni-italiane-della-bibbia (02/03/2018); articolo pubblicato su CREDERE, 03/09/2017. Tra il 1921 e il 1930 il pastore valdese
GIOVANNI LUZZI curò una nuova traduzione in lingua italiana dela Bibbia, cfr. BIANCHI, Le traduzioni…
FILOLOGIA BIBLICA – p. 39/67
futuro arcivescovo di Firenze - l'incarico di tradurre nuovamente la Bibbia in italiano. Egli concluse il suo
lavoro, realizzato a partire dalla Vulgata, nel 1781385. Egli aveva iniziato negli anni in cui egli era rettore
della neonata Accademia ecclesiastica di Superga386.
 La prima traduzione italiana realizzata a partire dai testi originali fu iniziata dal P. ALBERTO VACCARI,
P.I.B, nel 1923 e terminata nel 1958.
 Dopo il Concilio Vaticano II la CEI, per realizzare il Lezionario destinato all'uso liturgico, affidò a una
commissione di esperti (biblisti, letterati, musicisti, pastori) l'incarico di realizzare una nuova versione dei
testi biblici a partire da quella edita dalla Casa editrice UTET nel 1963 a opera di ENRICO GALBIATI,
ANGELO PENNA e PIERO ROSSANO. La BIBBIA CEI vide la luce nel dicembre 1971 e, in edizione
riveduta “secondo le correzioni richieste dalla Santa Sede per alcuni testi utilizzati nella Liturgia” 387,
nell'aprile 1974388.
 Dopo la pubblicazione della NEO-VULGATA (19791; 19862) la CEI nel maggio 1988 promosse una
ulteriore revisione della traduzione italiana389, che la stessa CEI approvò il 23 maggio 2002390. “Il testo è
stato inviato alla Congregazione per il Culto, per ricevere la “recognitio” prevista per l’uso liturgico del
testo. Per volontà del Santo Padre Benedetto XVI, la Congregazione ha esaminato tutto il testo della Bibbia
e non solo le pericopi che vengono attualmente utilizzate nella liturgia. La “recognitio”, per quanto
concerne i Lezionari liturgici è stata ratificata in data 12 luglio 2006; il 28 maggio 2007 per i testi biblici
presenti nella Liturgia delle ore. La Presidenza della CEI, a cui spetta formalmente l’approvazione della
versione italiana dei libri della Sacra Scrittura,4 ha infine dato la sua definitiva approvazione nella riunione
del 17 settembre 2007. Tre giorni dopo la Congregazione ha concesso la “recognitio” alla Bibbia nella sua
globalità”391.
 L'editio princeps della nuova traduzione italiana della Bibbia a cura della C.E.I è apparsa nel 2008; la
presentazione a firma del Segretario generale della C.E.I., mons. GIUSEPPE BETORI, reca la data del 29
aprile 2008.
 “L'umanità parla oggi circa 6.500 lingue”392. L’intera Bibbia oggi è tradotta in 414 lingue; il Nuovo
Testamento è stato tradotto in 1.086 e almeno un libro della Bibbia in 2.355 lingue393.
 Secondo dati del 2004 forniti dall'Alleanza Biblica Universale la Bibbia è stata tradotta per intero o
parzialmente in 2.355 394 lingue. Le lingue principali del mondo sono 3.000, ma se ne contano fino a 6.700.

385
Così LOGOS, p. 368; COSTA, Perché…, reca "1791".
386
Il Martini nacque a Prato il 20 aprile 1720; e morì a Firenze il 31 dicembre 1809.
387
BETORI GIUSEPPE, La bellezza della Parola nel nostro tempo: la nuova traduzione della Bibbia a cura della CEI, Torino, Fiera del Libro, 8
maggio 2008, par. 4.
388
“Da questa seconda edizione sono tratti i testi delle pericopi bibliche dei Lezionari liturgici e della Liturgia delle ore che sono stati fino ad
oggi in uso” BETORI, La bellezza..., par. 4.
389
In questo lavoro “la traduzione esistente è stata rivista in base ai testi originali (ebraici, aramaici e greci), secondo le migliori edizioni critiche
oggi disponibili, dalle quali è stata tradotta anche la Nova Vulgata, e secondo i principi classici della critica testuale e dell’esegesi. Nei casi di
lezioni testuali dubbie o discusse, ci si è riferiti in primo luogo alla versione della Settanta, per l’Antico Testamento, e poi alla Vulgata, tenendo
conto delle scelte compiute dalla Nova Vulgata” ID. Nella nota n. 3 dello stesso paragrafo si precisa: “Si è fatto riferimento per l’Antico Testamento
alla Biblia Hebraica Stuttgartensia (a cura di K. Elliger e W. Rudolph, 5a ed. a cura di A. Schenker, 1997) e alla Septuaginta (a cura di A.Rahlfs, 9ª
ed., 1971; per ciò che concerne il Siracide ci si è però affidati al testo curato da J. Ziegler, Sapientiae Iesu Filii Sirach, 2ª ed., 1980); per il
Nuovo Testamento ci si è basati sul testo della 27ª ed. rivista del Novum Testamentum Graece (Nestle-Aland, 1993) e del Greek New Testament
(curato da B. Aland, K. Aland, J. Karavidopoulos, C.M. Martini, B.M. Metzger, 4a ed., 1993) ....la traduzione della Bibbia C.E.I. del 1971 e
1974 presuppone infatti per l’Antico Testamento la Biblia Hebraica di R. Kittel (3a ed.) e per il Nuovo Testamento in generale il Novum
Testamentum graece et latine di A. Merk” ID. Nel 1997 è uscita la terza edizione del NT.
390
Con 202 voti favorevoli su 203 votanti (cfr. BETORI, La bellezza..., par. 4).
391
BETORI, La bellezza..., par. 4.
392
RAVASI GIANFRANCO, Riscrivendo la parola di Dio, in IL SOLE 24 ORE, n. 178, 29/06/2008, p. 39.
393
L'Arcivescovo ETEROVIC NIKOLA, segretario generale del Sinodo, nella conferenza del 12 giugno 2008 , in cui ha presentato l'Instrumentum
laboris del XII Sinodo ordinario dei Vescovi, ha dichiarato che la Bibbia [o forse qualche libro] è tradotta in 2.454 lingue, mentre nel mondo ve ne
sono fino a 6.700, 3.000 delle quali ritenute principali.
394
2440 secondo FERRARIO F., Editoriale, in IL MONDO DELLA BIBBIA, XXII (2011), n. 2, marzo-maggio, p. 1.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 40/67
APPENDICE I: ESEMPI DI CRITICA TEXTUS
.1. AT
 Ger 10,25 (PISANO, p. 73; correzione di un testo)
‫ ְׁש ֹ֣פ ְך ֲח ָמ ְת ָ֗ך ַע ל־ַה ּגֹוִי ֙ם ֲאֶׁ֣שר ֹֽל א־ְי ָד ֔ע ּוָך ְו ַע ֙ל ִמ ְׁש ָּפ ֔ח ֹות ֲאֶׁ֥שר ְּב ִׁש ְמ ָ֖ך ֹ֣ל א ָק ָ֑ראּו ִּֽכ י־ָא ְכ ֣ל ּו‬25
‫ֶֽא ת־ַיֲעֹ֗ק ב ַוֲאָכ ֻ֙ל הּ֙ו ַוְי ַכ ֻּ֔ל הּו ְו ֶא ת־ָנֵ֖והּו ֵה ַֽׁש ּמּו׃‬
25
ἔκχεον τὸν θυμόν σου ἐπὶ ἔθνη τὰ μὴ εἰδότα σε καὶ ἐπὶ γενεὰς αἳ τὸ ὄνομά σου οὐκ
ἐπεκαλέσαντο ὅτι κατέφαγον τὸν Ιακωβ καὶ ἐξανήλωσαν αὐτὸν καὶ τὴν νομὴν αὐτοῦ
ἠρήμωσαν

 Nm 12,15 (JOOSTEN, p. 31; correzione: pl. tardivo);


TM ‫ְו ָה ָע ֙ם ֹ֣ל א ָנַ֔ס ע‬

Sam w‫נסע‬

 2 Sm 2-4 ‫( ִ֥א יׁש·ֹּ֙ב ֶׁש ת‬2,8.10 e in generale nel TM; cod. 93 [tradizione più antica] della rec
Lucianea ha Eisbaal; ambiamenti teologici; PISANO, p. 73)

 Dt 9,24 (JOOSTENS, p. 31; cambiamento teologico)


‫ ַמ ְמ ִ֥ר ים ֱה ִי יֶ֖ת ם ִע ם־ְי הָ֑וה ִמ ּ֖יֹום ַּד ְע ִּ֥ת י ֶא ְת ֶֽכ ם׃‬TM
Sam legge ‫ =( ַּד ְע ּ֥ת ו‬suo conoscere) supponendo un tempo in cui YHWH non conosceva Israele
(testo più antico).

 Es 32,34 (PISANO, p. 69; lectio difficilior)


34
‫ְו ַע ָּ֞ת ה ֵ֣לְך׀ ְנ ֵ֣חה ֶא ת־ָה ָ֗ע ם ֶ֤אל ֲאֶׁש ר־ִּד ַּ֙בְר ִּת ֙י ָ֔ל ְך ִה ֵּ֥נה ַמ ְל ָא ִ֖כ י ֵיֵ֣לְך ְל ָפ ֶ֑ניָך ּוְב ֣יֹום‬
‫ָּפ ְק ִ֔ד י ּוָפ ַק ְד ִּ֥ת י ֲעֵל יֶ֖ה ם ַח ָּט אָֽת ם׃‬
34
νυνὶ δὲ βάδιζε κατάβηθι καὶ ὁδήγησον τὸν λαὸν τοῦτον εἰς τὸν τόπον ὃν εἶπά σοι ἰδοὺ ὁ
ἄγγελός μου προπορεύεται πρὸ προσώπου σου ᾗ δ᾽ ἂν ἡμέρᾳ ἐπισκέπτωμαι ἐπάξω ἐπ᾽ αὐτοὺς
τὴν ἁμαρτίαν αὐτῶν

 1 Sm 5,5 (PISANO, p. 69; lectio brevior)


5
‫ַע ל־ֵּ֡כ ן ֹֽל א־ִי ְד ְר כּ֩ו ֹכ ֲה ֵ֙ני ָד ֜ג ֹון ְו ָֽכ ל־ַה ָּב ִ֧א ים ֵּב ית־ָּד ֛גֹון ַע ל־ִמ ְפ ַּ֥ת ן ָּד ֖גֹון ְּב ַא ְׁש ּ֑ד ֹוד ַ֖עד‬
‫ַה ּ֥יֹום ַה ֶּֽזה׃ ס‬

FILOLOGIA BIBLICA – p. 41/67


5
διὰ τοῦτο οὐκ ἐπιβαίνουσιν οἱ ἱερεῖς Δαγων καὶ πᾶς ὁ εἰσπορευόμενος εἰς οἶκον Δαγων ἐπὶ
βαθμὸν οἴκου Δαγων ἐν Ἀζώτῳ ἕως τῆς ἡμέρας ταύτης ὅτι ὑπερβαίνοντες
ὑπερβαίνουσιν(sarebbe considerato un atto oltraggioso).

 2 Sm 7,7 (PISANO, p. 69; lectio difformis; i LXX hanno invece unificato)


7
‫ְּב ֹ֥כ ל ֲאֶֽׁש ר־ִה ְת ַה ַּל ְכ ִּת ֘י ְּב ָכ ל־ְּב ֵ֣ני ִי ְׂש ָר ֵא ֒ל ֲה ָד ָ֣בר ִּד ַּ֗ב ְר ִּת י ֶא ת־ַא ַח ֙ד ִׁש ְב ֵ֣טי ִי ְׂש ָר ֵ֔א ל‬
‫ֲאֶׁ֣שר ִצ ִּ֗ויִת י ִל ְר ֛ע ֹות ֶא ת־ַע ִּ֥מ י ֶא ת־ִי ְׂש ָר ֵ֖א ל ֵל אֹ֑מ ר ָ֛לָּמ ה ֹֽל א־ְב ִנ יֶ֥ת ם ִ֖ל י ֵּ֥בית ֲאָר ִֽזים׃‬
7
ἐν πᾶσιν οἷς διῆλθον ἐν παντὶ Ισραηλ εἰ λαλῶν ἐλάλησα πρὸς μίαν φυλὴν τοῦ Ισραηλ ᾧ
ἐνετειλάμην ποιμαίνειν τὸν λαόν μου Ισραηλ λέγων τί ὅτι οὐκ ᾠκοδομήκατέ μοι οἶκον
κέδρινον
1 Cr 17,6
‫ ְּב ֹ֥כ ל ֲאֶֽׁש ר־ִה ְת ַה ַּל ְכ ִּת ֘י ְּב ָכ ל־ִי ְׂש ָר ֵא ֒ל ֲה ָד ָ֣בר ִּד ַּ֗ב ְר ִּת י ֶא ת־ַא ַח ֙ד ֹׁשְפ ֵ֣טי ִי ְׂש ָר ֵ֔א ל ֲאֶׁ֥שר‬6
‫ִצ ִּ֛ויִת י ִל ְר ֥ע ֹות ֶא ת־ַע ִּ֖מ י ֵל אֹ֑מ ר ָ֛לָּמ ה ֹלא־ְב ִנ יֶ֥ת ם ִ֖ל י ֵּ֥בית ֲאָר ִֽזים׃‬
1 Cr 17,6
6
ἐν πᾶσιν οἷς διῆλθον ἐν παντὶ Ισραηλ εἰ λαλῶν ἐλάλησα πρὸς μίαν φυλὴν Ισραηλ τοῦ
ποιμαίνειν τὸν λαόν μου λέγων ὅτι οὐκ ᾠκοδομήκατέ μοι οἶκον κέδρινον

 2 Sm 9,11 (PISANO, pp. 69-70; quella che spiega l’origine delle altre è preferibile; cfr. vv.
7.10)
11
‫ַוֹּ֤יאֶמ ר ִצ יָב ֙א ֶא ל־ַה ֶּ֔מ ֶל ְך ְּכ ֹכ ֩ל ֲאֶׁ֙שר ְי ַצ ֶּ֜ו ה ֲאֹד ִ֤ני ַה ֶּ֙מֶל ְ֙ך ֶא ת־ַע ְב ּ֔ד ֹו ֵּ֖כן ַיֲעֶׂ֣שה ַע ְב ֶּ֑דָך‬
‫ּוְמ ִפ יֹ֗ב ֶׁש ת ֹא ֵכ ֙ל ַע ל־ֻׁש ְל ָח ִ֔ני ְּכ ַא ַ֖ח ד ִמ ְּב ֵ֥ני ַה ֶּֽמ ֶל ְך׃‬ 
11
καὶ εἶπεν Σιβα πρὸς τὸν βασιλέα κατὰ πάντα ὅσα ἐντέταλται ὁ κύριός μου ὁ βασιλεὺς τῷ
δούλῳ αὐτοῦ οὕτως ποιήσει ὁ δοῦλός σου καὶ Μεμφιβοσθε ἤσθιεν ἐπὶ τῆς τραπέζης Δαυιδ
καθὼς εἷς τῶν υἱῶν τοῦ βασιλέως
11
dixitque Siba ad regem sicut iussisti domine mi rex servo tuo sic faciet servus tuus et Mifiboseth
comedet super mensam tuam quasi unus de filiis regis
 Is 21,8 (MANNUCCI-MAZZINGHI, p. 165; confusione di lettere)
8
‫ַוִּי ְק ָ֖ר א ַא ְר ֵ֑יה ַע ל־ִמ ְצ ֶּ֣פה׀ ֲאֹד ָ֗ני ָא ֹנִ֞כ י ֹע ֵ֤מד ָּת ִמ י֙ד יֹוָ֔מ ם ְו ַע ל־ִ֙מְׁש ַמ ְר ִּ֔ת י ָא ֹנִ֥כ י ִנ ָּ֖צ ב‬
‫ָּכ ל־ַה ֵּל יֽל ֹות׃‬
8
καὶ κάλεσον Ουριαν εἰς τὴν σκοπιὰν κυρίου καὶ εἶπεν ἔστην διὰ παντὸς
ἡμέρας καὶ ἐπὶ τῆς παρεμβολῆς ἔστην ὅλην τὴν νύκτα
8
et clamavit leo super specula Domini ego sum stans iugiter per diem et super custodiam meam ego sum stans totis
noctibus

1Qs in luogo di ‫ =( ַא ְר ֵ֑יה‬leone) legge haeroh; (= il veggente); la ‫ ה‬è scambiata con la ‫א‬.

FILOLOGIA BIBLICA – p. 42/67


.2. .NT
 Ef 1,1 Παῦλος ἀπόστολος Χριστοῦ Ἰησοῦ διὰ θελήματος θεοῦ τοῖς ἁγίοις τοῖς οὖσιν [ἐν Ἐφέσῳ] καὶ
πιστοῖς ἐν Χριστῷ Ἰησοῦ, (WEGNER, pp. 310-314)

 Rm 15,7 Διὸ προσλαμβάνεσθε ἀλλήλους, καθὼς καὶ ὁ Χριστὸς προσελάβετο ὑμᾶς εἰς δόξαν τοῦ θεοῦ.
(WEGNER, pp. 314-316)

 Mt 1,7-8 Σολομὼν δὲ ἐγέννησεν τὸν Ῥοβοάμ, Ῥοβοὰμ δὲ ἐγέννησεν τὸν Ἀβιά, Ἀβιὰ δὲ ἐγέννησεν τὸν
Ἀσάφ, 8 Ἀσὰφ δὲ ἐγέννησεν τὸν Ἰωσαφάτ, Ἰωσαφὰτ δὲ ἐγέννησεν τὸν Ἰωράμ, Ἰωρὰμ δὲ ἐγέννησεν τὸν
Ὀζίαν (WEGNER, p. 298)

 Mc 1,2 Καθὼς γέγραπται ἐν τῷ Ἠσαΐᾳ τῷ προφήτῃ· ἰδοὺ ἀποστέλλω τὸν ἄγγελόν μου πρὸ προσώπου
σου, ὃς κατασκευάσει τὴν ὁδόν σου· (WEGNER, p. 307)

 Mt 5,22 ἐγὼ δὲ λέγω ὑμῖν ὅτι πᾶς ὁ ὀργιζόμενος τῷ ἀδελφῷ αὐτοῦ [+] ἔνοχος ἔσται τῇ κρίσει·(WEGNER, p.
307)

 Mt 7,13 καὶ μὴ εἰσενέγκῃς ἡμᾶς εἰς πειρασμόν, ἀλλὰ ῥῦσαι ἡμᾶς ἀπὸ τοῦ πονηροῦ [+]

 Lc 10,42 ἑνὸς δέ ἐστιν χρεία·MANNUCCI-MAZZINGHI, p. 166 "'... ma di una cosa sola c'è bisogno'
sembra preferibile, perché spiega l'origine delle altre e ha il vantaggio di dare all'episodio di Marta e Maria
il suo epilogo profondo: la parola di Gesù passa innanzi ad ogni occupazione di ordine materiale (cfr. Lc
12,31 e At 6,2)".

FILOLOGIA BIBLICA – p. 43/67


APPENDICE II: CODICE DI ALEPPO
(Gn 27 e Dt 32,50b-33,29[‫)]ַא ְׁש ֶ֙ריָך‬

FILOLOGIA BIBLICA – p. 44/67


APPENDICE III: CODICE B: BREVE STORIA IN RELAZIONE all'AT E
ALCUNE CARATTERISTICHE IN RELAZIONE AL NT
“L'edizione facsimile dell'antico e prezioso codice vaticano B (Vat. Gr. 1209) [è offerta] a S. S.
Giovanni Paolo II... in occasione del grande Giubileo dell'anno 2000”395.

“Bibliotechae Apostolicae Vaticanae exemplaris perillustris editio quam simillime phototypice expressa
Rei Publicae Italicae officina typographica et argentaria Romae anno MIM arte exprimendi haud usitata charta
officinarum chartariarum Miliani-Fabriano comparata.

Rei Publicae Italicae officina typographica et argentaria testatur editionem quadragentis quinquaginta
exemplaribus ab 001/450 ad 450/450 numeratis necnon quanquaginta exemplaribus ab I/L usque ad L/L
numeratis sancto Patri Ioanni Paulo II oblatis constare.

Editio Prolegomenis instructa


395
Dall'introduzione al volume contenente il codice B (pagine non numerate).
FILOLOGIA BIBLICA – p. 45/67
Exemplar 040/450”396.

Cfr. CANART PAUL397, Notice paléographique et codicologique, in “Exemplum quam simillime


phototypice expressum codicis vaticani B (Vat. gr. 1209) praestantis humanitatis operis Rei Publicae Italicae
officina typographica et argentaria sumptibus suis comparavit. Prolegomena”, 25 dicembre 1999, pp. 1-6.
“Le moine qui a repassé le texte a fait preuve d'une habilité étonnante... Son écriture peut être datée de
la deuxième moitié du XII siècle” (p. 5).

Cfr. BOGAERT PIERRE-MAURICE, Le texte de l'Ancien Testament, 1999, pp. 7-26

¨ “La segnatura attuale (Vat. gr. 1209) gli fu data intorno al 1612. Nella critica testuale viene citato
comunemente, a partire da Wetstein398 (1751), con la sigla ‘B’”399.
¨ B conta oggi 1536 pagine numerate, cioè 768 fogli. Le pagine recano 42 linee di circa 16-18 lettere
ciascuna. E' in pergamena. L'originale si trova nelle pagine 41-694 e 707-1518. Le parti mancanti,
corrispondenti a Gn 1,1-46,28 (31 fogli); Sal 105,27 – Sal 137,6 (20 fogli); da Eb 9,14400 fino alla fine e Ap,
sono state integrate nella prima metà del XV sec.401 con grafia minuscola402. Il testo onciale è stato
interamente corretto e ripassato, secondo Fabiani e Cozza, nel XV secolo dal monaco Clemente403 (qui
saeculo XV ineunte floruisse videtur)404.
¨ “Esiste anche un'antichissima numerazione dei fogli, forse contemporanea alla scrizione del codice, che
nota con lettere greche onciali ogni singolo foglio nel margine superiore esterno del verso. Da essa appare
che la lacuna all'inizio del codice è di 31 fogli numerati. In molte pagine tale numerazione è andata perduta
col taglio del margine nella legatura e col suo deteriorarsi, ma rimane ancora visibile, almeno in parte, in
altre (si veda per es. pp. 1280, 1282, 1296, 1356, 1438). Un mano assai più tarda ha apposto la
numerazione delle singole pagine con numeri arabici secondo l'uso moderno”405.
¨ “La scrittura è un bell'onciale diritto, caratteristico per la sua regolarità, sobrietà ed equilibrio, di
dimensioni più minute di quelle del Sinaitico, e di tocco più dolce. Le lettere, in genere 16 per ogni riga,
sono tutte di pari grandezza, eccetto R e U, che discendono sotto la linea di scrittura, e la F e la Y, che si
elevano di un poco al di sopra e al di sotto... I nomi sacri sono per lo più contratti secondo l'uso solito [cfr.

396
Da una delle pagine finali non numerate del volume con il codice B. Il testo italiano appare nella pagina successiva: “Edizione in facsimile
dall'originale di proprietà della Biblioteca Apostolica Vaticana realizzata dall'officina Carte valori dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato in
Roma nell'anno 1999 con tecniche di riproduzione non convenzionali su carta fabbricata dalle Cartiere Miliani-Fabriano. L'Istituto Poligrafico e
Zecca dello Stato certifica che il facsimile è stato impresso in quattrocentocinquanta esemplari numerati da 001/450 a 450/450 e in cinquanta
esemplari numerati da I/L a L/L offerti al Santo Padre Giovanni Paolo II. Il facsimile è coordinato con il volume Prolegomena. Esemplare numero
040/450”.
397
Cfr. PASINI CESARE, Il bizantinista detective, in L'OSSERVATORE ROMANO, 17/09/2017, p. 4: Mons. PAUL CANART entrò nella
Biblioteca apostolica vaticana nel 1957, quand'era quasi trentenne, come scriptor [graecus], con l'incarico di catalogare i manoscritti greci. "Nel 1969
cominciò a insegnare paleografia greca alla Scuola vaticana di paleografia, diplomatica e archivistica... dal 1980 al 1984 fu direttore della Sezione
degli stampati della Vaticana... Nel 1984 Canart diventava direttore della sezione dei manoscritti, dove rimaneva sino al pensionamento nel 1999,
assumendo nel frattempo anche la carica di vice-prefetto dal 1994 al 1998". Come direttore della sezione manoscritti dovette organizzarne la
catalogazione, curarne la conservazione senza limitarne la consultazione, acquistarne altri, difenderli da possibili furti. E' deceduto il 14/09/2017.
398
ALAND KURT – ALAND BARBARA, Il testo del Nuovo Testamento, Genova, 1987 (or. ted. 1982), p. 15 “Johann Jacob Wettstein (1693-1754),
a sua volta, con l'edizione in due volumi del 1751-1752 [pubblicata ad Amsterdam] (...), oscurò la fama di quella di Bengel”.
399
MARTINI CARLO MARIA, Il problema della recensionalità del codice B alla luce del papiro Bodmer XIV, P.I.B., Roma, 1966, p. 2.
400
Esattamente dalla metà della parola kaqa//riei.
401
Non sono state aggiunte 1 Tm, 2 Tm, Tt, Fl. “Se il Codice Vaticano originariamente contenesse le Lettere Pastorali (1 e 2 Timoteo e Tito) o no è
ancora una questione aperta” PISANO STEPHEN, The texte of the New Testament, 1999, p. 27.
402
ALAND KURT – ALAND BARBARA, Il testo.., p. 120 precisa in questi termini: “Nel sec. XV fu cominciata un’integrazione di ciò che
mancava, a pp. 1519-1536 del cod. = minusc. 1957”.
403
Cfr. H. FABIANI – I. COZZA, Bibliorum Sacrorum Graecus codex Vaticanus, Tomus VI, Romae, 1881, pp. XVI-XXI. Il nome Clemente appare
alle pagine 238 e 624 del codice (difficilmente visibile e comprensibile).
404
MARTINI, Il problema..., p. 4 avverte che questa opinione non è accettata dai critici. Per esempio “C. Tischendorf ha distinto due correttori
principali. Il primo sarebbe il 'diortota' che ha rivisto l'opera al tempo della scrizione, il secondo sarebbe medievale e risulterebbe connesso col
restauro della scrittura” MARTINI, Il problema..., p. 4.
405
MARTINI, Il problema...., p. 5.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 46/67
per es.: Mc 1,1 p. 1277 IU XY QU con lineetta soprastante]”406. A p. 41 notare le righe pre-tracciate, per
agevolare la linearità della scrittura.
¨ “La prima mano non ha posto né accenti né spiriti, che sono stati aggiunti assai tardi, ma ha usato qualche
segno di interpunzione. Al tempo della scrizione primitiva sono da riportarsi alcune rasure, riscrizioni e
addizioni”407.
¨ “E' probabile che un solo scriba abbia trascritto tutto (o quasi tutto) il Nuovo Testamento. Ma la soluzione
del problema degli scribi, ancora discussa, è resa più difficile dal fatto che alcuni secoli dopo la scrizione
del codice (si pensa verso il secolo X-XI), un amanuense ha ripassato con inchiostro tutte le lettere,
eccetto quelle che riteneva erronee. E' osservando queste ultime che è possibile rendersi conto dello stile
della scrittura primitiva: si veda per es. p. 1479 col. 2 linee 33-36 [2 Cor 3,15 probabile dittografia].
L'inchiostro primitivo, benché assai impallidito, si presenta ancora visibile con un colore bruno ocra408.
L'inchiostro con cui furono ripassati i caratteri è di un bruno assai intenso”409.
¨ I libri dell’ AT sono divisi in tre grandi sezioni:
¨ Libri storici, che finiscono con 2 Esd (pag. 624, 1a colonna, che contiene solo le due linee finali del
testo e il titolo finale; il resto della pag. è vuoto). Sono: Gn, Es, Lv, Nm, Dt, Gs, Gd, Rut, 1 Regni, 2
Regni, 3 Regni, 4 Regni, 1 Par, 2 Par., 1 Esd (= III Esdras, apocrifo), 2 Esd (=Esdra e Nehemia, in un
sol libro). Questa disposizione rivela la tendenza cristiana a privilegiare la successione cronologica dei
libri storici.
¨ Mancano i libri dei Mac, come nella lettera festale di Atanasio (v. sotto).
¨ Libri sapienziali (che cominciano all'inizio della pag. 625). Sono: Sal, Pr, Eccl, Ct, Gb, Sap, Sir. Sono
disposti su due colonne. Sulla stessa pagina di Sir comincia Est, seguito da Gdt e Tb, che termina poco
prima della metà della seconda colonna della pag. 944 e Osea comincia a pag. 945. Est, Gdt, Tb sono
disposti su tre colonne.
¨ Il posto di Gb, che solitamente precede i Sapienziali, raramente li segue (come in S), corrisponde al
canone di Atanasio (v. sotto).
¨ Sap-Sir-Est-Gdt-Tb sono, secondo il canone atanasiano, i libri destinati ai catecumeni.
Collocandoli qui, B rivela la volontà di mantenere uniti i primi cinque libri sapienziali (Sal, Pr, Eccl,
Ct, Gb), ma mostra anche di conoscere le due particolarità del canone atanasiano: la posizione di
Gb410 e il blocco dei libri per catecumeni (che però Atanasio pone dopo Ap).
¨ Libri profetici. Da p. 945 a p. 1234 (inizio I colonna). Mt comincia a pag. 1235, I colonna. Sono: Os,
Am, Mic, Gl, Abd, Gio, Naum, Ab, Sof, Ag, Zac, Mal, Is, Ger con Baruc 1-5, Lam, Lettera di
Geremia (= Baruc 6 presso i Latini, dal XIII sec.), Ez, Dn (con Susanna; i sacerdoti di Bel; il Drago).
¨ Ecco i libri del NT: Mt, Mc, Lc, Gv, At, Gc, 1 Pt, 2 Pt, 1 Gv, 2 Gv, 3 Gv, Gd, Rm, 1 Cor, 2 Cor, Gal, Ef,
Fil, Col, 1 Ts, 2 Ts, Eb (mancano: I-II Tim, Tit, Flm).
¨ GUGLIEMO CAVALLO411 in base alle caratteristiche della scrittura data B al 350 (S 360).
¨ THEODORE C. SKEAT in un art. comparso in JTS, ott. 1999, pp. 583-625 sostiene che S e B sono stati
eseguiti a Cesarea di Palestina su richiesta dell'imperatore Costantino, che aveva commissionato 50 Bibbie
per le chiese di Costantinopoli (p. 6).
406
MARTINI, Il problema..., p. 3.
407
MARTINI, Il problema..., p. 4. Cfr. il saggio di GIURISATO GIORGIO – CARLINO GAETANO MASSIMO, I segni di divisione del Codex B
nei Vangeli, in LIBER ANNUUS, 60 (2010), pp. 137-154; presentazione in BOTTINI G. C., Le parole sono importanti ma vanno capite, in
L'OSSERVATORE ROMANO, CLI (2011), n. 104, 06/05/2011, p. 5 E' stato riconosciuto “un singolare sistema di divisioni proprio del codice
Vaticano: numerazione nel margine sinistro, spazi bianchi o vuoti all’interno delle singole linee del testo, sporgenza nel margine sinistro della prima
lettera indicante l’inizio di un paragrafo, lineetta sotto la prima lettera dell’ultima riga di un paragrafo o di un capitolo, punti collocati in alto, in
basso o in mezzo alle singole linee... [i due autori] difendono con seri argomenti l’antichità del sistema facendolo risalire all’amanuense e giungono a
indicare una gerarchia: «Prima viene la numerazione che — con o senza sporgenza — indica l’inizio di una sezione o pericope, poi la lineetta che
segna la fine di un paragrafo, infine gli spazi vuoti, in corrispondenza della lineetta o direttamente in funzione del testo. Una sezione o pericope
contiene in genere più paragrafi, delimitati dalla numerazione (all’inizio della sezione) e dalle lineette che indicano la fine dei singoli paragrafi.
All’interno dei paragrafi gli spazi vuoti segnano una ulteriore articolazione del testo, utile per una più precisa comprensione del suo significato» (p.
150)...Ulteriore risultato della ricerca è che i segni possono avere anche uno scopo liturgico, ma il sistema si spiega adeguatamente con il fine
esegetico, perché riflette ed è inteso alla comprensione del significato: «I segni di divisione formano un sistema articolato che sembra offrire più di
quanto la lettura liturgica esige: indicando la struttura di un testo, intendono favorirne l’interpretazione, svolgono una funzione ermeneutica» (p.
152)”.
408
Color giallo rossastro.
409
MARTINI, Il problema..., p. 3.
410
In S abbiamo: Sal, Pr, Eccl, Ct, Sap, Sir, Gb; in A abbiamo: Sal, Gb, Pr, Eccl, Ct, Sap, Sir.
411
Ricerche sulla maiuscola biblica, Firenze, 1967.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 47/67
¨ Comunemente è invece ammessa l'origine alessandrina di B (p. 7). Ciò per il rapporto di B con il canone
atanasiano contenuto nella lettera festale del 367 (PG 26,1176-1180; 1436-1440). Atanasio elenca i seguenti
libri dell’AT (22): Gn, Es, Lv, Nm, Dt, Gs, Gd, Rt, 1-4 Regni (= 2 libri), 1-2 Par (= 1 libro), 1-2 Esdr (= 1
libro solo), Sal, Pr, Qo, Ct, Gb, 12 profeti minori (=1 libro solo), Is, Gr-Bar-Lam-Lettera412, Ez, Dn;
seguono i libri del NT: Mt, Mc, Lc, Gv, At, Gc, 1-2 Pt, 1-3 Gv, Gd, Rm, 1-2 Cor, Gal, Ef, Fil, Col, 1-2 Ts,
Eb, 1-2 Tm, Tt, Flm, Ap; vi sono, oltre a questi, altri libri ouv kanonizo,mena, ma prescritti per la lettura
(tetupwme,na para. tw-n pate,rwn avnaginw,skesqai) dai Padri a quelli che or ora si avvicinano e vogliono
essere istruiti nella parola della pietà: Sap, Sir, Est, Gdt, Tob, Didaché detta degli Apostoli, il Pastore [di
Erma] (PG 26, 1177 C-D; 1437 C).
¨ Dalla disposizione dei libri – unica – e l'assenza dei libri dei Mac si deve concludere che "B è tributario
del canone alessandrino atanasiano", ma ne attenua la caratteristica principale, collocando i 5 libri per
catecumeni non dopo Ap, ma al fondo dei libri sapienziali (pp. 10.26). Inoltre nella Apologia a Costanzo
(scritta nel 353 e pubblicata nel 357) Atanasio dichiara di aver inviato circa 15 anni prima delle bibbie a
Costante I (morto nel 350).
¨ Probabilmente almeno dal 1475 B si trova presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, dalla quale si è
assentato solo per soggiornare forzatamente a Parigi413 dal 1797 al 1815 (p. 6) o al gennaio 1816 (p. 13).
Infatti nell'inventario del 1475414 si legge: "Biblia. Ex membr415. in rubeo416"; non c'è ragione di dubitare che
si tratti proprio di B, che nel 1481 è descritto così: "Biblia in tribus columnis, ex membranis in rubeo" (p. 6,
n. 24).
¨ La prima edizione integrale di B fu dovuta al card. ANGELO MAI (1782-1854). Stampata in 5 volumi dal
1828 al 1838, fu edita solo nel 1858 con un'introduzione del dotto barnabita CARLO VERCELLONE
(1814-1869)417. Titolo: Vetus et Novum testamentum ex antiquissimo Codice Vaticano edidit Angelus Maius
S.E.R. Card. (Romae 1857418).
¨ Una seconda edizione in 5 volumi pubblicati dal 1868 al 1872 a cura di CARLO VERCELLONE419 e
GIUSEPPE COZZA (1837-1905)420, più un volume d'introduzione, il 6°, curato da ENRICO FABIANI e
412
Ecco il testo: Ieremi,aj kai. su.n au`tw Barou.c, Qrh/noi, VEpistolh< kai. met'auvton,...
413
Cf. il timbro alle pp. 1.1536 ("Bibliothèque Nationale"). VIAN PAOLO, Roma-Parigi. Andata e ritorno, in L’OSSERVATORE ROMANO, n.
126, 2-3 giugno 2013, p. 4 “Piegato dalle clausole dell’armistizio di Bologna (23 giugno 1796) e del Trattato di Tolentino (19 febbraio 1797), Pio VI
dovette cedere nel 1797 ai francesi poco meno di cinquecento manoscritti (per la precisione 464) della Biblioteca Vaticana, ai quali l’anno dopo
si unirono preziosi incunaboli, medaglie e altri cinque manoscritti (fra i quali il celebre Codice b della Bibbia, Vat. gr. 1209, e il Virgilio
Palatino, Pal. lat. 1631), in assoluto fra i più preziosi della Vaticana, inizialmente sottratti alla rapacità transalpina... il 31 marzo 1814 le truppe
alleate entrarono a Parigi e il 19 aprile fu reso pubblico il decreto di restituzione alla Santa Sede degli archivi, dei manoscritti e degli altri
oggetti trafugati dai Francesi. Subito dopo incominciarono le spedizioni di ritorno, interrotte dalla parentesi dei Cento Giorni (20 marzo – 8 luglio
1815)... Ma il recupero dei manoscritti, degli archivi e degli oggetti rubati riprese e proseguì, fra l’ottobre 1815 e l’estate 1817”.
414
Successivo a quello realizzato nel 1455 dall’agostiniano COSIMO DI MONSERRAT per ordine di Callisto III, succeduto a Niccolò V (Tommaso
Parentuccelli), papa dal 1447 al 1455, considerato il fondatore della moderna Biblioteca apostolica vaticana, cfr. MANFREDI ANTONIO, La
nascita della Vaticana in età umanistica da Niccolò V a Sisto IV, in Storia della Bibioteca Apostolica Vaticana, vol. I: Le origini della Biblioteca
Vaticana tra umanesimo e rinascimento (1447-1534), Città del Vaticano, 2010, p. 181 dall’esame delle testimonianze e dei dati l’autore conclude:
“l’impresa [=la fondazione di una nuova biblioeca], forse voluta dal principio del ponticato, prese consistenza tra il 1449 e il 1451 e acquistò
solidità nell’anno giubilare [=1450]” e PIAZZONI AMBROGIO M, La Biblioteca apostolica vaticana, in CASSANELLI ROBERTO-PAOLUCCI
ANTONIO-PANTANELLA CRISTINA, Guida generale alla Città del Vaticano, Milano-Città del Vaticano, 2012, pp. 209-211. Tommaso
Parentuccelli, allora giovane teologo, aveva preso parte al concilio radunato a Ferrara e a Firenze nel 1438-39, per ristabilire l’unione con i
cristiani orientali: Greci Armeni… e ne aveva assorbito lo spirito di comunione. Per questo la Biblioteca Apostolica Vaticana fin dai suoi inizi fu
bilingue, aperta cioè al mondo greco e latino, scelta questa innovativa rispetto alle collezioni coeve con la sola eccezione della Biblioteca di San
Marco a Firenze, cfr. PASINI CESARE, Il ponte di Nicolò tra Roma e Costantinopoli, in L’OSSERVATORE ROMANO, 11/05/2022, p. 6.
L’inventario del 1455 – il primo della Biblioteca Vaticana e ora conservato in un manoscritto del Museu Episcopal di Vic (Barcellona) – elenca 824
manoscritti latini e 415 greci.
L’inventario del 1475 “descrive oltre 2.500 libri, anche in questo caso per un terzo greci. Fra di essi, uno dei codici più venerabili e importanti della
Biblioteca Vaticana, il Vat. Gr. 1209, il celeberrimo Codex Vaticanus o ‘Codice B’ (…). Realizzato nella prima metà del IV secolo
probabilmente a Cesarea di Palestina, faceva forse parte del gruppo di 50 Bibbie ordinate dall’imperatore Costantino a Eusebio di Cesarea per
farne dono alle chiese di Costatinopoli, attorno al 330, e che non furono mai realizzate. Non si sa con certezza quando arrivò in Occidente, ma
l’ipotesi più probabile è che sia stato portato in Italia dalla delegazione greca (di cui facevano parte anche Bessarione e Isidoro Ruteno) al Concilio di
Firenze del 1438-1439 per farne dono al pontefice Eugenio IV (1431-1447)”, PIAZZONI, Guida…, p. 211.
415
Si tratta di codice in pergamena.
416
Si tratta di codice la cui legatura risulta costituita da due tavole (o piatti) in legno rivestite in cuoio di colore rosso.
417
Cfr. p. 14.
418
“Benché datati 1857 i volumi non apparvero fino all'anno seguente”, p. 31.
419
C. VERCELLONE morì nel 1868, gli successe GAETANO SERGIO, il titolo dei voll. 1-2 è il seguente: Bibliorum Sacrorum Graecus Codex
Vaticanus....Carolum Vercellonem excepit Caietanus Sergio sodalis barnabites.
420
Il I volume pubblicato, il V dell'intera opera, contenente il NT, recava il seguente titolo: Bibliorum Sacrorum Graecus codex Vaticanus
FILOLOGIA BIBLICA – p. 48/67
GIUSEPPE COZZA, uscito nel 1881421. Titolo: Bibliorum Sacrorum Graecus Codex Vaticanus, auspice Pio
IX Pontifice Maximo, collatis studiis Caroli Vercellone sodalis Barnabitae et Josephi Cozza monachi
basiliani editus, Romae, typis et impensis S. Congregationis de Propaganda Fide, 1868-81422.
¨ Una terza edizione, questa volta fototipica (o fotografica), a cura di GIUSEPPE COZZA-LUZI, in 5
volumi, uscì nel 1889-1890.Titolo: Sacrorum Bibliorum Vetus et Novum Testamentum e codice Graeco
vaticano 1209, [Romae, Bibliotheca Vaticana, agente photographo Danesi,1889-90]423.
¨ La quarta edizione, anch'essa fototipica, fu curata da GIOVANNI MERCATI (1866-1957) in 4 volumi,
usciti dal 1904 al 1907: Bibliorum ss. graecorum codex vaticanus 1209 (cod B) denuo phototypice
expressus iussu et cura praesidum Bibliothecae Vaticanae. Mediolani, apud Ulricum Hoepli, 1904-1907.
Contenuto: Pars 1. t. 1-3. Testamentvm Vetvs. 1905-07. -- Pars 2. Testamentvm Novvm. 1904
¨ Una terza edizione fototipica del NT, preparata nel 1965 per richiesta del papa Paolo VI e presentata ai
Padri del Concilio Vaticano II (1962-1965), fu ristampata nel 1968 con una introduzione di CARLO M.
MARTINI. Titolo: Novum Testamentum e Codice Vaticano Graeco 1209 (Codex B) tertia vice phototypice
expressum, in Civitate Vaticana ex Bibliotheca Apostolica Vaticana 1968.
¨ BIBLIOTECAE APOSTOLICAE VATICANAE CODEX VATICANUS GRAECUS 1209, Istituto Poligrafico e
Zecca dello Stato, Roma, 1999 (quarta edizione fototipica o facsimile dell'intero codice).
¨ Circa il valore del testo si può dire che "fra i testimoni della LXX considerata globalmente, B è spesso il
meno riveduto, il più vicino alla forma originale" (p. 15).

LISTA DI ERRORI PALESI RILEVATI NEL TESTO DEL VANGELO DI LC


RIPORTATO DAL CODICE B424
Per ogni passo è riportato il testo corretto seguito dalla lezione di B.
 Lc 6,29 tw/ tu,ptonti B twn tuptonti (addizione semplice)
 7,24 saleuo,menon B* saleuomen (omissione semplice:)
 8,28 basani,sh|j B banishj (omissione semplice)
 8,54 ceiro.j auvth/j B ceiroj auth (omissione semplice)
 9,26 gar B ar (omissione semplice)
 11,9 u`mi/n le,gw B umin le (dittografia)
 11,27 bastasasa B bastasa (aplografia)
 11,40 ouc B ouk (confusione di consonanti)
 13,11 eth [Bc] B* > (omissione semplice)
 13,14 en aij [Bc] B* > (omissione semplice)
 13,22a poreian [Bc] B* + poreian (dittografia)
 13,22b ierosoluma [Bc] B* erosoluma (omissione semplice)
C
 14,3 exestin [B ] B* exest (omissione semplice)
 14,10 anwteron [Bc] B* a (omissione semplice)
 14,18 anagkhn B anagkh (omissione semplice)
 14,27 ou1 B oun (addizione semplice)
 15,10 eni B ani (confusione di vocale)
 16,1a oikonomon B oikonomouj (plurale per singolare)
 16,1b uparconta autou Bc B* up (omissione semplice)
 17,23 ekei...... wde Bc B* wde wde (confusione di parole per influsso del contesto)
 18,9 exouqenountajB exouqenountej (confusione di vocale per influsso del contesto)
 22,19 eij B > (omissione semplice)
 22,40 eiselqein Bc B > (omeoteleuto)
 22,65 blasfhmountej Bc B* slafhmountej (confusione di consonante)
421
Titolo: Bibliorum Sacrorum Graecus Codex Vaticanus, auspice Leone XIII Pontifice Maximo, cum prolegomenis, commentariis et tabulis
Henrici canonici Fabiani et Iosephi Cozza abbatis Cryptaeferratae editus.
422
Si può visionare il testo del NT al seguente sito: http://archive.org/details/CodexVaticanusbFacSimile.
423
[voll. 1-4] He Palaia Diatheke. Vetus Testamentum juxta LXX interpretum versione e codice omnium antiquissimo Graeco vaticano 1209,
phototypice repraesentatum, auspice Leone XIII, pont. max., curante Iosepho Cozza-Luzi ... 1890. - [vol. 5] He Nea Diatheke Novum Testamentum
e codice vaticano 1209 nativi textus graeci primo omnium phototypice repraesentatum, auspice Leone XIII pont. max., curante Iosepho Cozza-
Luzi ... 1889.
424
Lista ripresa da MARTINI CARLO MARIA, Il problema della recensionalità del codice B alla luce del papiro Bodmer XIV, Roma, 1966, p. 169.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 49/67
 24,21 hlpizomen B3 B* hlpizamen (confusione di vocale)
 24,45 sunienai B suneinai (trasposizione di vocale).

ESEMPI DI CORREZIONI CONTENUTE NEL TESTO


Si tratta di correzioni dovute all'amanuense che nel X-XI, cfr. sopra p. 47, (o XII, cfr. sopra p. 46, o
XV, cfr. sopra p. 46) secolo ripassò con nuovo inchiostro il testo. Egli “corresse liberamente, non ripassando
con inchiostro o addirittura mutando, tutte quelle grafie che non corrispondevano alla sua concezione della
scrittura e pronunzia delle parole... qualche esempio preso dalla pagina 1332 del codice (contenente Lc 14,5 –
29)”425:

 colonna I:
 linea 5 elegen (I mano) elege (testo corretto)
 linee 14-15 enteimoteroj entimoteroj
 linea 24 anapese anapesai
 linea 35 elegen elege
 linea 41 suggenij suggeneij
 colonna II:
 linee 1-2 antikaleswsin antikaleswsi
 linea 19 ekalesen ekalese
 linea 20 apesteilen apesteile
 linea 25 estin esti
 linea 27 eipen eipe

Cfr. anche:
 Mc 1,16 (p. 1278, col. 1, linea 30) Γαλeιλαίας* Γαλιλαίας2 (e non ripassata)
 Mc 1,10 (p. 1278, col. 1, linea 3) εἶδεν* εἶδε2 (ν non ripassata)
 Mt 5,43 (p. 1240, col. 2, linea 40) μeισήσεις* μισήσεις2 (e non ripassata)
 2 Cor 3,15-16 (p. 1479. col. 2, linee 36-39 [non ripassate]= 40-43 [ripassate]).

ALTRE CORREZIONI
¨Mc 9,30 επορεύοντο (B*) παρεπορεύοντο (B2 παρ aggiunto sopra
p. 1291, col. 2, linea 11)
¨Mc 10, 40 a;lloij (B*) ἀλλ᾽οἷς (B2) p. 1293, col. 3, linea 10

425
MARTINI, Il problema...., p. 89.
FILOLOGIA BIBLICA – p. 50/67
¨Mc 10,46 om Καὶ ἔρχονται εἰς Ἰεριχώ (B*) + a margine (B2) p. 1293, col. 3, linea,
34
¨Rm 5,1 e;cwmen (B*) e;comen (B2) p. 1449, col. 2, linea 4
¨Lc 2,14 euvdoki,aj (forse426 B*)427 euvdoki,a(B2) p. 1307, col. 2, linea 5

LEZIONI INTERESSANTI
¨Mt 6,13 B (p. 1241, col. 2, linea 9) ha la lectio brevior (var.: chiusa liturgica)
¨Mt 5,44 B (p. 1240, col. 3, linea 1) ha la lectio brevior428 (var.: // Lc 6,27-28;
molte varianti)
¨Mc 1,8 B (p. 1277, col. 3, linee 35-38) legge ἐγὼ ἐβάπτισα ὑμᾶς ὕδατι, αὐτὸς
δὲ βαπτίσει ὑμᾶς πνι (con lineetta soprastante) ἁγίῳ omettendo ἐν
davanti a ὕδατι e abbreviando πνεύματι
¨Mc 1,16 a , B (p. 1278, col. 1, linea 32) hanno Si,mwnoj; A reca tou/ Si,mwnoj;
D reca autou/; K reca auto/ tou/ Si,mwnoj
¨Mc 9,29 + kai. nhstei,a| a2, A, C, D (forse per l’importanza attribuita al digiuno
nella chiesa antica) omette a**}*, B (p. 1291, col. 2, linea 10)
¨Gv 5,2 B (p. 1355, col. 3, linea 1) legge Βηθσαϊδα; a Βηθζαθά
¨Gv 5,3b-4 omettono a, B (p. 1355, col. 3, linea 6), C*, D (var.: molte varianti,
lessico non giovanneo)
¨1 Gv 5,7-8 B (p. 1441, col. 3, linee 5-6) ha la lectio brevior (var.: scarsa
attestazione, no nei Padri greci, perché eliminarla? goffa)

426
Il sigma nella copia fotostatica del 2000 sopra citata non lo si vede.

427
Anche a * , A, D, VG ; lezione preferita perché difficilior.
* * St

428
Omette εὐλογεῖτε τοὺς καταρωμένους ὑμᾶς, καλῶς ποιεῖτε τοῖς μισοῦσιν ὑμᾶς (Lc 6,28a.27c).
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APPENDICE IV: PAGINA DEL CODICE L

FILOLOGIA BIBLICA – p. 52/67


APPENDICE V: FRONTESPIZIO BIBLIA HEBRAICA KITTEL 1905

FILOLOGIA BIBLICA – p. 53/67


APPENDICE VI: FRONTESPIZIO BIBLIA HEBRAICA KITTEL 1906

FILOLOGIA BIBLICA – p. 54/67


APPENDICE VII: BIBLIA POLIGLOTTA COMPLUTENSIA (Gn 50,17a-26; Es
1,1-14)

FILOLOGIA BIBLICA – p. 56/67


BIBLIA POLIGLOTTA COMPLUTENSIA (Ex 1,1-14)

FILOLOGIA BIBLICA – p. 57/67


APPENDICE VIII: UNA PAGINA DELLA HEBREW UNIVERSITY
BIBLE

FILOLOGIA BIBLICA – p. 58/67


APPENDICE IX: CODICE SINAITICO (a) At 7,55-8,25

FILOLOGIA BIBLICA – p. 59/67


APPENDICE X: GIAN BERNARDO DE ROSSI (1742-1831)
MEMORIE STORICHE SUGLI STUDJ E SULLE PRODUZIONI DEL
DOTTORE G. BERNARDO DE-ROSSI PROF. DI LING. ORIENT. DA LUI
DISTESE.
PARMA
DALLA STAMPERIA IMPERIALE
1809
"XL Impresa delle Varianti del sagro testo e loro Programma . Ma tutte queste non erano
che piccole digressioni. La mia mira principale e la principale mia occupazione era rivolta alla
grande impresa delle Varianti. Io ne avea già data nel Saggio del codice pontificio una
formale notizia al pubblico, e avea promesso ch'essa sarebbe stata più grandiosa, più piena,
più perfetta e più accurata di quella d'Inghilterra. Io vi avea altresì confutato un tratto di
patriotismo del suo autore che vantava quel regno in genere di mss. del sagro testo assai più
ricco di ogn'altro, quando l'Italia e un solo privato italiano, qual io era, ne possedeva un
numero di gran lunga superiore, e possedeva in fatto d'edizioni sino ai cinque esemplari
d'una edizione antica e molto rara, di cui l' Inghilterra si gloriava di possedere l'unico
esemplare superstite in Europa. Ma ritardando troppo la stampa di quel saggio, io non
credetti di differire più lungamente la pubblicazione del mio Programma, e lo pubblicai ai 3 di
gennajo del 1782.

XLI Piano dell'opera e copia immensa di codici impiegati. Il solo titolo, Variae lectiones
veteris Testamenti ex immensa mss. editorumque codicum congerie haustae, ad
vetustissimas versiones, ad accuratiores sacrae criticae fontes ac leges examinatae,
perpetuisque notis historico-criticis illustratae, spiegava bastantemente il vasto mio
piano. La copia de' codici mss. e stampati, ch'io impiegava, era veramente immensa, perché
oltrapassavano i mille e dugento. I miei soli mss. d'aggiunta erano da trecento cinquanta, e
più di cento le edizioni oltre ai codici esteri, e gli uni e gli altri sono poi stati in progresso
accresciuti di molto. Tutte quelle antiche versioni e quegli altri fonti e quelle perpetue note ed
illustrazioni , formavano anch'esse un prezioso corredo della nuova mia collazione che non
entrava in quella d'Inghilterra. La mia era limitata alle sole vere varianti e di qualche peso, e
scelta, ma portata ciò non ostante a un numero sterminato di molte migliaja, in ciascuna
delle quali si faceva uso dell'autorità di tutti que' fonti di sacra critica, e tra le quali ve n'avea
una quantità grandissima d'interessanti che nell'inglese mancavano, e oltre a questi aveva
parecchi altri vantaggi che accenno in quel Programma, ch'io terminava col raccomandar ai
principi, ai vescovi, ai dotti e agli uomini grandi, i quali nelle varie parti d'Europa mi
onoravano del loro carteggio e della loro amicizia, e soprattutto a Dio medesimo, un'opera
che tanto interessava la religione e la rivelazione.

XLII Apparato ebreo-biblico stampato. Questo non bastò. Volli far meglio conoscere e
specificare tutte le ricchezze letterarie che destinava a quest'opera, e lo feci nell'Apparato
ebreo-biblico che stampai pochi mesi dopo. Diligentemente descrissi in esso tutti i miei codici
mss. ebreo- biblici, i quali erano arrivati al numero di quattrocento tredici, e tutte le edizioni
che erano cento cinquanta nove, e accompagnai gli uni e le altre con alcune note storiche e
critiche, che ne fanno risaltare il pregio e la rarità. Io seguii l'ordine de' sagri libri e non del
mio catalogo, ma diedi la chiave e il confronto de' loro numeri , e in fine l'elenco delle opere
di sacra critica, e perché i critici potessero meglio ravvisare il pregio e la superiorità della mia
collazione sopra quella d'Inghilterra, anche nella sola autorità e copia de' mss., rapportai
nella prefazione molti esempj presi dal mio Saggio del codice pontificio, ne' quali i miei mss.
superavano di numero quelli di Kennicott.

XLIII Primo volume dell'opera, prolegomeni, chiave dei codici, primi libri del
Pentateuco. Il prospetto vantaggioso che presentava un'opera di tanta importanza, non
mancò d'impegnare i dotti d'ogni nazione, d'ogni condizione, d'ogni setta e religione, a dare
in gran numero i loro nomi, e per conseguenza io mi trovai ben presto in caso di cominciarne
FILOLOGIA BIBLICA – p. 60/67
la stampa. Nel 1784 comparve il primo volume che contiene i prolegomeni, la chiave de'
codici, e i primi tre libri del Pentateuco. I prolegomeni trattano de' fonti della sacra critica e
dei canoni generali che fissano la loro autorità, e la chiave offre la descrizione esatta di tutti i
codici collazionati, dei mss. della collazione d'Inghilterra, di quelli, i quali sono stati
nuovamente da me esaminati, dei miei, degli esteri, delle città e biblioteche che li
somministrano, delle mie edizioni, delle edizioni estere, de' codici samaritani, e finalmente
delle versioni e commenti mss. del mio gabinetto e delle altre biblioteche. Questo volume
porta in fronte la dedica al re di Sardegna Vittorio Amedeo III che mi onorò di una
ecclesiastica pensione e di una medaglia d'oro.

XLIV Altri volumi e libri, appendice , somma de' codici collazionati. Gli altri tre volumi, i
quali comprendono gli altri libri sacri, uscirono nel 1786, 1787, 1788, e io ebbi la
soddisfazione di aver da me solo e colla sola mia energia ed attività terminata felicemente in
poco più di quattro anni soli un'impresa, che gl'inglesi in molti e cotanti sussidi avean tenuta
moltissimi anni. Ogni volume ha in principio un indice de' mss. nuovamente da me acquistati
per la collazione, e in fine quello de' soscrittori delle varie parti d'Europa. L'ultimo ha di più un
appendice di tutta l'opera, e una dissertazione preliminare, in cui esamino tutte le precedenti
collazioni fatte dagli ebrei e dai cristiani, e dimostro con efficaci esempi e ragioni
l'importanza, il pregio, l'utilità, l'uso, la superiorità sopra le altre e sopra l'inglese medesima di
quella che si pubblica. Io avea già toccati di volo questi vantaggi anche nel paragrafo XLII de'
prolegomeni. Qui osservo che i mss. miei aggiunti, i quali quando si cominciò l'opera, erano
quattrocento settantanove, erano ora arrivati a seicento diciassette, gli esteri a cento
trentaquattro, le mie edizioni a trecento dieci, e che uniti ai mss. 579 della collazione inglese,
i quali vengon sempre rapportati nella mia, ai sedici samaritani e alle quarantadue edizioni
delle estere biblioteche, formavano la totalità di mille seicento novant'otto codici che
entravano in questa nuova mia collazione, di puro testo, senza i codici delle versioni e di
commenti, e gli altri fonti che erano anch'essi in grandissimo numero. Una tavola che ho
messa in fine, mostra in un colpo d'occhio la totalità di que' codici e il numero di quelli che si
è collazionato in ciascun libro.

XLV Metodo tenuto nell'opera. Da questo ammasso immenso e sorprendente di codici ,


che comprende tutto quello che in questo genere si conosceva in Europa, son tirate e
rapportate per ordine di libri, di capi, di versetti le varianti più interessanti ch'essi
somministrano, lasciando da parte non solo gli errori de' copisti, ma anche le infinite minuzie
masoretiche, di cui ridonda la collazione d'Oxford , e portandone per altra parte un'infinità
d'altre che in essa non entrano. Prima di tutto si registra la lezione comune secondo il testo
della Bibbia Hoogtiana, il quale passa per essere il più corretto, e poi la variante, l'una e
l'altra tradotta, com'è tradotto ogn'altro testo di lingue esotiche. Ogni variante ha
immediatamente sotto i codici che la conservano, indicati per numeri arabi secondo le tre
classi, e in seguito per titoli le edizioni, le versioni e gli altri fonti che mancano nell'inglese.
Così è tolta quella confusione, la quale regna dovunque nelle note di Kennicott, ove son
rappresentate anche per numeri non solo le edizioni, ma anche le allegazioni estranee e
talvolta contrarie.

XLVI Dichiarazioni de' numeri, premure in altri fonti, varianti trattate a lungo. Ogni
numero indica un codice ms. del sagro testo, che è accennato nella chiave sotto quel
numero della classe, alla quale appartiene, e ogni citazione di numeri, anche pochissimi,
anche d'un solo, porta sempre seco l'improba fatica del confronto di tutti, o di più centinaja di
mss.. Da questo può ciascuno per se stesso arguire la fatica immensa che è costata
quest'opera, e il risultato o il frutto che ne comprende. Nelle versioni ben sovente si
paragonano i testi stampati coi mss. e cogl'inediti, e così negli altri fonti, e i giudizj dei critici
vengono bene spesso con ragioni confermati o contraddetti. Tutto è trattato con somma
precisione, ma non poche varianti più importanti sono trattate più a lungo, e alcune più
celebri con tanta estensione che le loro note sono altrettante dissertazioni. Tal è quella dei
due versetti di Giosuè, del salmo XXII 17, e del capo III 15 del Genesi nell'appendice .
Questo è in succinto il quadro di quest'opera, la quale ebbe il vanto di essere assai ben
ricevuta in tutta l'Europa"429.
429
Pp. 41-47.
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APPENDICE XI: FRONTESPIZIO DELLA BIBBIA TRADOTTA IN
TEDESCO DA LUTERO (1534)

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SOMMARIO
1 PALEOGRAFIA BIBLICA, LINGUE BIBLICHE, MANOSCRITTI BIBLICI (CFR. ANNA PASSONI
DELL'ACQUA, PP. 294-303)............................................................................................................................................1
1.1 MATERIALE SCRITTORIO.........................................................................................................................................1
1.1.1 Papiro...........................................................................................................................................................1
1.1.2 Pergamena....................................................................................................................................................2
1.1.3 Carta (ca,rthj-ou, 2 Gv 12)...........................................................................................................................3
1.2 FORMA....................................................................................................................................................................3
1.2.1 Volumen........................................................................................................................................................3
1.2.2 Codice...........................................................................................................................................................3
1.3 ALFABETI................................................................................................................................................................3
1.4 LINGUE BIBLICHE....................................................................................................................................................4
1.4.1 Ebraico.........................................................................................................................................................4
1.4.2 Aramaico......................................................................................................................................................4
1.4.3 Greco............................................................................................................................................................5
1.5 MANOSCRITTI BIBLICI (CARATTERISTICHE)............................................................................................................6
2 STORIA DEL TESTO DELL’AT (CFR. BRUNO CHIESA, PP. 305-317; PISANO STEPHEN, IL TESTO
DELL'ANTICO TESTAMENTO; JAN JOOSTEN, MANUALE DI ESEGESI DELL'ANTICO TESTAMENTO)....9
2.1 PREMESSE...............................................................................................................................................................9
2.2 TRADIZIONE DIRETTA...........................................................................................................................................10
2.2.1 Testo masoretico.........................................................................................................................................10
2.2.2 Testo samaritano........................................................................................................................................13
2.2.3 Testo di Qumran.........................................................................................................................................14
2.3 TRADIZIONE INDIRETTA........................................................................................................................................15
2.3.1 La versione greca dei LXX (vedi sotto “VERSIONI ANTICHE E MODERNE”)......................................15
2.3.2 Le versioni aramaiche o Targumim (ID.)...................................................................................................15
2.3.3 La “Peshitta” (ID.)....................................................................................................................................15
2.3.4 Le traduzioni latine e la Vulgata (ID.).......................................................................................................15
2.4 ORIGINE DEL TESTO EBRAICO...............................................................................................................................15
2.5 EDIZIONI A STAMPA..............................................................................................................................................16
3 STORIA DEL TESTO DEL NT (ANNA PASSONI DELL'ACQUA, PP. 319-346)........................................18
3.1 DALL’ORIGINALE AI MSS......................................................................................................................................18
3.1.1 Classificazione dei mss del NT...................................................................................................................18
3.1.2 Principali testimoni del NT (pp. 324-329).................................................................................................19
3.2 VERSO L’EDIZIONE CRITICA (PP. 329-334)...........................................................................................................23
4 CRITICA DEL TESTO (MARTINI C. M., IL TESTO BIBLICO, IN MARTINI C. M. – PACOMIO L., ED,
I LIBRI DI DIO. INTRODUZIONE GENERALE ALLA SACRA SCRITTURA, MARIETTI, TORINO, 1975, PP.
502-551; JOOSTEN J, LA CRITICA TESTUALE..., PP. 29-43; PISANO S., IL TESTO..., PP. 68-74; WEGNER P.
D., GUIDA ALLA CRITICA TESTUALE DELLA BIBBIA. STORIA, METODI E RISULTATI).............................25
5 VERSIONI ANTICHE E MODERNE.................................................................................................................28
5.1 DI ORIGINE GIUDAICA (AT)..................................................................................................................................28
5.1.1 Pentateuco samaritano...............................................................................................................................28
5.1.2 LXX.............................................................................................................................................................28
5.1.3 Altre versioni greche..................................................................................................................................32
5.1.4 Recensioni greche (II-IV d.C).....................................................................................................................32
5.1.5 Versioni aramaiche: Targumim.................................................................................................................32
5.2 VERSIONI DI ORIGINE CRISTIANA..........................................................................................................................33
5.2.1 Versioni latine............................................................................................................................................33
5.2.2 Versioni siriache.........................................................................................................................................36
5.2.3 Copte...........................................................................................................................................................37
5.2.4 Armena.......................................................................................................................................................37
5.2.5 Georgiana...................................................................................................................................................37
5.2.6 Etiopica (Ge’ez)..........................................................................................................................................37
5.2.7 Gotica.........................................................................................................................................................38
5.2.8 Arabe..........................................................................................................................................................38
5.2.9 Paleoslave (paleoslavo o slavo ecclesiastico antico).................................................................................38
5.2.10 Italiane...................................................................................................................................................38
APPENDICE I: ESEMPI DI CRITICA TEXTUS........................................................................................................40

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.1. AT........................................................................................................................................................................40
.2. .NT.......................................................................................................................................................................42
APPENDICE II: CODICE DI ALEPPO........................................................................................................................43
APPENDICE III: CODICE B: BREVE STORIA IN RELAZIONE ALL'AT E ALCUNE CARATTERISTICHE
IN RELAZIONE AL NT..................................................................................................................................................45
LISTA DI ERRORI PALESI RILEVATI NEL TESTO DEL VANGELO DI LC RIPORTATO DAL CODICE B. .49
ESEMPI DI CORREZIONI CONTENUTE NEL TESTO...........................................................................................50
ALTRE CORREZIONI.................................................................................................................................................51
LEZIONI INTERESSANTI..........................................................................................................................................51
APPENDICE IV: PAGINA DEL CODICE L...............................................................................................................52
APPENDICE V: FRONTESPIZIO BIBLIA HEBRAICA KITTEL 1905.................................................................53

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.......................................53
APPENDICE VI: FRONTESPIZIO BIBLIA HEBRAICA KITTEL 1906................................................................54

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................54
APPENDICE VII: BIBLIA POLIGLOTTA COMPLUTENSIA (GN 50,17A-26; ES 1,1-14).................................56
BIBLIA POLIGLOTTA COMPLUTENSIA (EX 1,1-14)............................................................................................57

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APPENDICE VIII: UNA PAGINA DELLA HEBREW UNIVERSITY BIBLE...................................................58
APPENDICE IX: CODICE SINAITICO (A) AT 7,55-8,25.........................................................................................59
APPENDICE X: GIAN BERNARDO DE ROSSI (1742-1831)....................................................................................60
APPENDICE XI: FRONTESPIZIO DELLA BIBBIA TRADOTTA IN TEDESCO DA LUTERO (1534)...........62
SOMMARIO.....................................................................................................................................................................63

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