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ESTRATTO
dal n. _1 2 / O 6
La Collezione aksumita canonico-liturgica·
di
Alessandro Bausi
* Ricerca svolta nel quadro del progetto "Testi e tradizione della più antica lingua e letteratura ge'ez
(etiopico antico): analisi fùologica e linguistica», finanziato con fondi per la ricerca scientifica
d'Ateneo 2003, 2004 e 2005 dell'Università di Napoli "L'Orientale", e del progetto PRlN 2005
"Catene di trasmissione linguistica e culturale nell'Oriente Cristiano e filologia critico-testuale. Le
problematiche dei testi etiopici: testi aksumiti, testi sull'età aksumita, testi agiografici di traduzione»,
cofinanziato con fondi MIUR. - Abbreviazioni: BNF = Bibliothèque Nationale de France, Paris;
BOTTE = B. BOTTE, Hippo/yte de Rome. La Tradition apostolique d'après les anciennes lIersions (SC lI b.),
Paris 1984'; BRADSH. = P.F. BRADSHAW - M.E. JOHNSON - L.E. PHILLIPS, The apostoUc tradition: a
commentary (Hermeneia), Minneapolis/MN 2002; COQUIN = R.-G. COQUIN, Le «corpus canonum»
copte: un noulleau complément: le ms. IFA. 0., Copte 6, Or. n.s. 50 (1981) 40-86; CPG = M. GEERARD,
Clallis Patrum Graecorum, 4 volI. (CCG), Turnhout 1974-83; CPL = E. DEKKERS, Clallis Patrum
Latinorum (CCL) , Steenbrugis 1995 3; DUENS. = H. DUENSING, Der aethiopische Text der
Kirchenordnung des Hippo/yt, Gottingen 1946; EMML = Ethiopian manuscripts microfllmed for the
Ethiopian Manuscript Microfilm Ubrary, Addis Ababa and for the Hill Monastic Manuscript
Library, St John's Abbey and University, Collegeville/MN; HORN. = G. HORNER, The Statutes ojthe
Apostles or Canones Ecclesiastici, London 1904; LAUCHERT = FR. LAUCHERT, Die Kanones der
wichtiflten altkirchlichen Concilien nebst den Apostolischen Kanones, Frankfurt am Main [rist.] 1961;
METZGER = M. METZGER, Les Constitutions apostoliques, 3 voI!. (SC 320, 329, 336), Paris 1985-1987;
PERIER = J. PERIER - A. PERIER, Les '1.27 Canons des Apotres" (PO 8/4l39J), Paris 1912 [rist. Turnhout
1971]; TURNER = C.H. TURNER, Ecclesiae Occidentalis Monumenta Iuris Antiquissima, Oxonii 1899
([T. I) Fase. I Pars I), 1904 ([T. Il Fase. I Pars II), 1907 (T. II Pars I), 1913 (T. I Fase. II Pars I), 1913 (T.
I! Pars II), 1930 (T. I Fase. II Pars III), 1939 (T. I Fase. II Pars II, T. I Fase. II Pars IV, T. II Pars III).
I La presentazione che segue riprende una nota redatta nel 1999 su incarico di Jacques Mercier,
ricercatore del CNRS e membro del Laboratoire d'éthnologie de l'Université Paris-X Nanterre, cui
si deve la scoperta del manoscrirro, nel quadro di un più ampio progetto di ricognizione del
patrimonio culturale etiopico. La progettata realizzazione del volume destinato a ospitare la nota (cf.
J. MERCIER, La peinture éthiopienne à l'époque axoumite et au XVIlI' siècle, CRAI [2000] 35-71, p. 36,
n. 6), nel contesto di una rratt~e di altre 'antichità' etiopiche (cf. J. MERCIER, Vierges d'Éthiopie,
Montpellier 2004; C. LEPAGE - J. MERCIER, Art éthiopien. Les églises historiques du Tigray. Ethiopian
Art. The Ancient Churches ojTigray, Paris 2005), è stata ritardata oltre le più pessimistiche previsioni
per motivi che non è il caso di ripercorrere qui in dettaglio. Nella speranza che la pubblicazione del
volume sia ormai imminente, anche in questa sede non saranno divulgati testi, immagini o
informazioni attinenti alla localizzazione e/o alle caratteristiche materiali del documento. In attesa
della precisa definizione della procedura di pubblicazione dei testi, mi sono limitato a dare qualche
segnalazione estremamente sintetica o parziale della collezione, qui inevitabilmente riecheggiata o
anche letteralmente ripresa, a partire dai testi già noti e testimoniati da altri manoscritti.
Nonostante la inconsueta novità 'filologica' della maggior parte dei testi emersi con la scoperta della
Collezione aksumita, ho potuto affrontarne lo studio in circostanze per più versi favorevoli: oltre a
essermi occupato in passato di testi etiopici canonico-liturgici, da una parte la pubblicazione della
versione etiopica della Epistola 70 di Cipriano (cf. A. BAUSI, L'Epistola 70 di Cipriano di Cartagine
in lIersione etiopica, Aethiopica l [19981 101-130), per la quale avevo supposto una Vorlage greca
ADAMANTIUS 12 (2006)
una collezione etiopica canonico-liturgica arcaica, la più antica nota in questa lingua, di
origine egiziana; esso è anche codex unicus della maggior parte dei testi contenutivi.
Intendendo riservare gli aspetti più strettamente codicologici, paleografìci e linguistici a uno
studio a pane, indicherò nel seguito il complesso di testi veicolati dal manoscritto, e in qualche
contesto anche il manoscritto stesso, in attesa di una definizione più appropriata, con il nome
di Collezione aksumita canonico-liturgica'. Quanto segue, pur riprendendo in più punti,
talvolta letteralmente, precedenti brevi e sporadiche segnalazionP, può considerarsi la prima
presentazione complessiva della collezione, della quale intende fornire una precisa, per quanto
estremamente sintetica, rassegna dei testi, brevemente descritti e identificati con un numero
progressivo, secondo l'ordine dell'ipotetica sequenza originale. Nella lettura di questo
contributo si tenga sempre presente che il manoscritto non ci è conservato integralmente, e che
una pane non esattamente determinabile della Collezione aksumita è andata irrimediabilmente
perduta.
Sicuro che la Co~ione aksumita sia destinata a suscitare interesse ben oltre il ristretto pubblico
degli etiopisti, mi sono sforzato di evidenziarne alcuni elementi di fondo, di portata più
generale, che restano, s'intende, comunque prime ipotesi. Le considerazioni sui testi
emergono da osservazioni immediate di prima lettura: diverse per estensione e impostazione
una dall'altra, tradiscono la loro natura di annotazioni 'a caldo'. Risultati duraturi e pienamente
attendibili restano demandati all'edizione e analisi approfondita e puntuale dei singoli testi.
anteriormente alla scoperta della Collezione aksumita, mi aveva convinto della necessità di
approfondire l'ipotesi che testi canonico-liturgici accolti in manoscritti del Sinodos, almeno alcuni di
tradizione minoritaria, potessero avere una storia diversa dal corpo maggiore della collezione;
dall'altra, analoghe ricerche condotte su testi agiografici della collezione del Gadla samd'tdt, «Atti dei
martiri>, (cf. A. BAUSI, La versione etiopica degli Acta Phileae nel Gadla sama'tat [AION Suppi. 92],
Napoli 2002), avevano posto all'attenzione la personalità del vescovo Filea, protagonista di alcune
delle vicende testimoniate nel frammen to storico della Collezione aksumita, e per i cui Atti etiopici
avevo ugualmente supposto una Vorlage greca: entrambe le direttrici di ricerca puntavano poi al
problema più generale della consistenza della eredità letteraria aksumita e della sua persistenza in
epoche successive. Sul versante dei problemi più propriamente storici, ho ritenuto a mia volta di
rivolgermi ad Alberto Camplani, che ha accettato con entusiasmo di progettare un comune e
parallelo percorso di ricerca, e alla sua competenza si deve l'apertura di ulteriori prospettive di
indagine.
2 Così intendendo che essa debba in ipotesi considerarsi un prodotto della civiltà del regno cristiano
di Aksum, nel suo periodo di massima fioritura (IV-VII sec.); su Aksum, cf. l'ottima presentazione di
H. BRAKMANN, Die Einwurzelung der Kirche im spatantiken Reich von Aksum, Bonn 1994; sintesi più
divulgativa in S. MUNRO-HAY, Aksum. An African Civilization 01 Late Antiquity, Edinburgh 1991;
quanto alla definizione di 'canonico-liturgica', si tratta di una consapevole ripresa della categoria
felicemente introdotta da A. FAIVRE, La documentation canonico-liturgique, in La documentation
patristique. Bilan et prospective, éds. J.-C. FREOOUILLE - R.-M. ROBERGE, U niversité Laval -
Université de Paris-Sorbonne 1995,3-41, e già in altri lavori precedenti ivi citati.
, C( A. BAUSI, New E!JIPtian texts in Ethiopia, Adamantius 8 (2002) 146-151; lo., San Clemente e le
tradizioni clementine nelLz letteratura etiopica canonico-liturgica, in Studi su Clemente romano. Atti
tkgti Incontri di Roma, 29 marzo e 22 novembre 200I, éd. PH. LUISIER, Roma 2003, 13-55, su cui cf.
J.H. EmOTT, CHR 90/3 (2004) 522-524> pp. 522 s.; A. BAUSI, The Aksumite background 01the Ethiopic
"Corpus canonum ", in Proceedings 01 the XII'. International Conforence 01 Ethiopian Studies in
Hambu~ 2I.-2512003, ed. S. UHLlG, Wiesbaden, in stampa; cf. anche C.M. [CHR. MARKSCHIES],
ZAC 51r (2001) 181 s., p. 182; lo., ibid., 61r (2002) 196-198, p. 197; cf. poi i lavori di A. CAMPLANI (nn. 6
e 13), di A. NrCOLOTTI (n. 25), e di G. LUSINI (n. 12).
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ALESSANDRO BAUSI - La collezione aksumita canonico-liturgica
Per lo stesso motivo mi sono trattenuto da ipotesi o conclusioni, a mio parere sufficientemente
fondate, ma troppo audaci per essere presentate in forma apodittica. Per quanto precede, la
riserva sempre implicita che il procedere dell'indagine comporterà revisioni minori o maggiori
vale in questo caso ben più di quanto normalmente accada per qualsiasi lavoro scientifico.
Ciononostante, data la natura e l'importanza del documento, ho ritenuto di non rinunciare alla
formulazione di alcuni punti di sintesi, che ho ritenuto dovessero precedere la presentazione di
dettaglio.
Aspetti generali
4 Il 686/87 è la data della traduzione siriaca della Epistola 70 di Cipriano di Cartagine, da cui la
versione etiopica (nr. 3) diverge per la conservazione di tratti del testo originale latino, che la
dimostrano anteriore alle innovazioni condivise dalla stessa versione siriaca e dall'intera tradizione
greca superstite, cf. dettagli in A. BAUSI, Note aggiuntive sull'Epistola 70 di Cipriano: versione
etiopica e versione siriaca, in Studi in onore di Giovanni M d'Erme, z voll., a c. M. BERNARDINI-
N. TORNESELLO, Napoli 2005, I, 99-109.
5 Si intenda, nel doppio significato che a questo criterio geografico si è dato sia in linguistica sia in
critica del testo, cf. S. TIMPANARO, La genesi del metodo del Lachmann. Con una Presentazione e una
Postilla di Elio Montanari, Torino 20034 [l'ed. Firenze 1963; Padova 1981' 1985']' 55-57, e cioè che
«tradizione genuina .. può essere conservata da testimoni a grande distanza l'uno dall'altro, ma anche
che la «provincia.. , cioè le aree più arretrate e conservatrici e perciò meno toccate dalle innovazioni,
più probabilmente conservano «fatti arcaici»: in tal senso, .i fatti attestati in una sola area marginale
hanno ... probabilità di essere più antichi... È evidente che mentre l'area latina può dirsi 'laterale'
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ADAMANTIUS 12 (2006)
L'origine egiziana della Collezione aksumita costituisce un dato storico-culturale significativo
anche per la storia etiopica. La precoce circolazione di testi canonico-liturgici di origine
egiziana dimostra una volta di più che radici e alimento culturale del cristianesimo etiopico
vanno ricercate, almeno principalmente, in Egitto, cui l'antica Etiopia cristiana risulta legata
da rapporti non-mediati, a differenza di quanto si constata per altre aree cristiane, in
particolare quella siriaca 7 •
solo nel primo senso, quella etiopica, una volta accertato che essa testimonia versioni dirette di testi
antichi, vale come 'area laterale' in entrambi i sensi.
6 In particolare, nei Codd. Veron. LI (49), LV (53), LX (58). Impossibile fornire una bibliografla
bibliografia, di P. MARRASSINI, Ancora sul problema degli influssi siriaci in età aksumita, in Biblica et
Semitica. Studi in memoria di Francesco Vattioni, a c. L. CAGNI, Napoli 1999, 325-337, le cui
conclusioni sono ora pienamente accolte anche da S. MUNRO-HAY, Saintly Shadows. in Aktm der
Ersten Internationalen Littmann-Konferenz 2. bis S. Mai 2002 in Munchen, Hrsgg. W. RAUNIG -
S. WENIG, Wiesbaden 2005, 137-168; cf. anche A. BAUSI, La «Vita» e i «Miracoli» di Libanos, 2 volI.
(CSCO 595-596. Ae 105-106), Lovanii 2003, trad., XXXIII-XXXV; ID., «Quando verrà ... » (Mt 25,jI): su
un passo del Gadla Libanos, Aethiopica 6 (2003) 168-176; sulla scia di G. FIACCADORI, Teofilo Indiano,
Ravenna 1992, 84 ss., e altrove, posizioni più sfumate ha espresso G. LUSINI, Per una storia delle
tradizioni monastiche eritree: le genealogie spirituali dell'ordine di Ewosfdtiwos di Dabra !jardbi, in
JEgyptus Christiana. Mélanges d'hagiographie égyptienne et orientale dédiés à la mémoire du P. Paul Devos
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ALESSANDRO BAUSI - La collezione aksumita canonico-liturgica
La Collezione aksumita fu tradotta in etiopico con tutta probabilità direttamente dal greco: lo
lasciano ritenere elementi sia interni sia esterni, di carattere storico-culturale. Tra gli elementi
interni contano certamente quelli linguistici: l'etiopico della Collezione aksumita è
estremamente arduo, la sintassi calcata, il greco reso parola per parola, come è possibile
verificare in presenza del testo originale, senza il cui ausilio il testo risulta spesso pressoché
incomprensibile; i nomi propri denunciano esiti fonetici del tutto incompatibili con passaggi
attraverso l'arabo. Un'esatta valutazione linguistica della Collezione aksumita è d'altra parre
fortemente condizionata dalla tradizione manoscritta: il testimonio unico, manoscritto di
piena età medievale qualunque sia la sua età esatta, denuncia, oltre a particolarità paleografìche,
frequenti corruttele, ed è evidentemente il risultato di un lungo processo tradizionale. Seppure
testimonio autorevole e generalmente preferibile, esso non è certamente l'archetipo della
Collezione aksumita, come si evince dalla presenza di sicuri errori separativi in testi di
tradizione più ampia, dal confronto con gli altri testimoni recentiores. Nella letteratura etiopica
del periodo aksumita (IV-VII sec.) la Collezione aksumita ha uno status comparabile a quello del
QéreIJos per i testi patristico-teologici 8: è la collezione 'arcaica' per eccellenza, e contribuisce ad
accrescere in misura considerevole il numero di testi letterari etiopici attribuibili a tale
periodo. Reciprocamente, è assai probabile che le asprezze linguistiche della collezione, -
prezioso documento di lingua antica, anche se di lingua di traduzione, - possano spiegarne la
peculiare parabola tradizionale e in ultima analisi anche la sua sostanziale estinzione. La
comparazione filologica tra la Collezione aksumita e il Sinodos, la corrispondente collezione di
epoca successiva, tradotta dall'arabo, evidenzia che parte della collezione canonico-liturgica
'arcaica' è stata riutilizzata attraverso un processo complesso. Dalla scoperta della Collezione
aksumita la tradizione letteraria etiopica acquista in complessità; il problema della consistenza
bollandiste, éds. U. ZANETII - E. LUCCHESI, Genève 2004, 249-272, pp. 250 ss.; una raccolta di
elementi 'siri' o 'siriaci' non ben distinti secondo le categorie essenziali di 'origine' e 'provenienza' ha
fornito W. WITAKOWSKI, Syrian influences in Ethiopian culture, OrSuec 38-39 (1989-90 [1991]) 191-
202; cf. ipotesi tradizionale e sua revisione anche in P. SINISCALCO, La chiesa d'Etiopia, Le antiche
Chiese Orientali. Storia e letteratura, a c. ID., Roma 2005, n8-136, pp. 123 ss. e 126 s.
8Cf. una selezione della bibliografia più recente: M. RODINSON, L 'homélie sur la Foi et la Trinité de
Sévérien de Gabala, in Atti del Convegno Internazionale di Studi Etiopici (Roma 2-4 aprile 1959), Roma
1960, 387-396; B.M. WEISCHER, Die christologische Terminologie des Cyril von Alexandrien im
Athiopischen, in Der Drient in der Forschung. Festschrift for Otto Spies zum 5. ApriI 1966, Hrsg.
W. HOENERBACH, Wiesbaden 1967, 733-741; ID., Der Dialog 'Dass Christus Einer ist' des Cyrill von
Alexandrien, OrChr 51 (1967) 13°-185, 52 (1968) 92-137; ID., Die iithiopischen Psalmen- und Qerlos-
fragmente in Erevan/Armenien, OrChr 53 (1969) II3-158; ID., Historical and Philological Problems 01 the
Axumitic Dterature (especially in the Qérellos), JEtS 9/1 (1971) 83-94; ID., Qerellos l Der Prosphonetikos
'()ber tlen rechtm Glauben' des Kyrillos von Alexandrien an Theodosios II, Hamburg - Gluckstadt 1973;
ID., Die Glaubenssymbole des Epiphanios von Salamis und des Gregorios Thaumaturgos im Qere/Jos,
OrChr 61 (1977) 20-40; ID., Qere/Jos III' Der Dialog 'dass Christus einer ist' des Kyrillos von Alexandrien,
Wiesbaden 1977; ID., Qerellos IV I: Homilien und Brieft zum Konzil von Ephesos, Wiesbaden 1979; ID.,
Ein arabisches und iithiopisches Fragment der Schrift 'De XII gemmis' des Epiphanios von Salamis, OrChr
63 (1979) 1°3-107; ID., Qere/Jos IV 2: Traktat des Epiphanios von Zypern und des Proklos von Kyzikos,
Wiesbaden 1979; ID., Qerellos IV 3: Traktate des Severianos von Gabala, Gregorios Thaumaturgos und
Kyrillos von Alexandrien, Wiesbaden 1980; ID., Das christologische Florilegium im Qerellos II, arChr 64
(1980) 109-135; ID., Qerellos Il' Der Prosphonetikos 'Uber tlen rechten Glauben' des Kyrillos von
Alexandrien an Arkadia und Marina. Tei! I.: Einleitung mit christologischem Florilegium, Stuttgart
1991; G. COLIN, L 'Homélie sur la Foi en la Trinité de Sévérien tle Gabala, Aethiopica 6 (2003) 7o-no.
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ADAMANTIUS 12 (2006)
e persistenza della eredità letteraria aksumita, e/o della continuità e discontinuità culturale e
letteraria tra periodo aksumita e postaksumita viene riproposto in modo nuovo, più ricco e
articolato, e su un fondamento filologico insperat0 9 •
La Collezione aksumita, come tale, - si intende, come complesso di testi, indipendentemente
dall'occorrenza isolata e sporadica di alcuni di essi in altri manoscritti, - era finora ignota:
nessuna collezione egiziana comparabile ci è stata conservata in greco, copto o arabo'°. La
Collezione aksumita è radicalmente diversa dalla collezione canonica del Sinodos, attestata nei
mss. etiopici a partire dal XIV-XV sec. La presenza di incoerenze e ripetizioni non è di per sé
elemento probante a dimostrare che la collezione sia stata assemblata a partire da testi già
tradotti in etiopico, in età di molto successiva alla redazione dei singoli testi o sezioni e alla
loro traduzione; probabile d'altra parte che un numero, anche se minoritario, di testi sia stato
aggiunto al corpo principale della collezione; si tratta in ogni caso di un punto estremamente
delicato, che è necessario affrontare con la massima cautela, tanto più che indizi di carartere
linguistico fanno ritenere probabile che qualche testo abbia una storia tradizionale diversa
dagli altri.
Secondo una approssimativa classificazione di importanza, la Collezione aksumita contiene:
(a) una piccola ma importante minoranza di testi finora ignoti, neppure in altre versioni o
recensioni: Storia alessandrina (nr. 2), solo parzialmente noto; Epistola agli alessandrini di
Timoteo Eluro (nr. 31), diversa dall'epistola già nota; (b) testi finora ignoti nella versione
etiopica o ignoti nella diretta traduzione dal greco o non individuati come tali: Canoni
ecclesiastici (nr. I), Traditio apostolica (nr. 4), Sezione parallela a Constitutiones apostolorum VIII
(nr. 5), Canoni di Nicea (nr. 13), Epistola aDa chiesa alessandrina di Costantino (nr. 14), Epistola
suDa condanna di Ario di Costantino (nr. 15), Epistola a Epitteto di Atanasio (nr. 16), Canoni di
Serdica (nr. 19), Canoni di Neocesarea (nr. 20), Sinodo e canoni di Ancira (nr. 21), Canoni di
Neocesarea (bis) (nr. 22), Canoni di Gangra (nr. 24), Canoni di Antiochia (nr. 26), Sinodo e canoni
di Laodicea (nr. 27), Canoni di Calcedonia (nr. 28), Canoni di Costantinopoli (nr. 29), Epistola ai
costantinopolitani di Timoteo Eluro (nr. 32), XlI capitoli di Cirillo di Alessandria di Timoteo
Eluro (nr. 33), Confotazione di Calcedonia di Timoteo Eluro (nr. 34), Sull'incarnazione di Dio, il
Verbo e la fide di Gregorio di Nazianzo (nr. 35). Nel Sinodos sono presenti non pochi
corrispondenti di questi testi, ma in una recensione che è traduzione dall'arabo di epoca
successiva; (c) testi attestati sporadicamente in altri mss. del Sinodos: Epistola 70 di Cipriano di
Cartagine (nr. 3), Apostoli e discepoli (nr. 7), Nomi dei mesi (nr. 8), Sinodo di Gangra (nr. 23),
Canoni di Gangra (nr. 24), Sinodo di Antiochia (nr. 25), Responsa canonica di Pietro di
Alessandria (nr. 36); (d) testi accolti con poche modifiche nei mss. del Sinodos: Perì
9 Per qualche spunto in tal senso, cf. A. BAUSI, Alcune osmvazioni sul Gadla ~awaryat, AlON 60-61
(2000-2001 (2002)) 77-U4, pp. 78 s.; lo., San Clemente e le tradizioni clementine (n. 3), 15-18; lo., Il
testo, il supporto e la fonzione. Alcune osservazion i sul caso deU'Etiopia, in Studia Aethiopica in Honour oj
Siegbert Uhlig on the Occasion ojhis 65th Birthday, eds. V. BOLL et all., Wiesbaden 2004,7-22, pp. 15-
18; lo., Ancient foatures ojAncient Ethiopic, Aethiopica 8 (2005) 149-169, pp. 162 ss.
lO Le opere fondamentali rimangono W. RIEDEL, Die KirchenrechtsqueUen des Patriarchats
Alexandrien, Leipzig 1900; O. MEINARDUS, A Study on the Canon Law oj thl! Coptic Church, BSAC 16
(1961-62) 231-242; R.-G. COQUIN, Apostolic (Constitutions), Canon Law, Canom (Apostolic), Canom
(ecc!esiastic), Canons oj Clement, Canom of Epiphanius, Canons oj Gregory oj Nyssa, Canom of
Hippolytus, Canons oj Pseudo-Athanasius, Canom oj Saint Basi/, Canons ojfohn Chrysostom, Macarius
the Canonist, Nicaea (Arabic canons oj), Nomocanons (Copto-arabic), Octateuch oJ Clement, Synods
(Imer oj), in Thc Coptie Encyclopedia, 8 voll., ed. A.S. ATIYA, New York 1991, S.V.; ulteriori riferimenti
in BAUSI, San Clemente l! le tradizioni clementinl! (n. 3),27.
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ALESSANDRO BAUSI - La collezione aksumita canonico-liturgica
charismdton (nr. 6), Rituak battesimak (nr. 9), Eucolngio (nr. IO); (e) testi integrati tali e quali
nei rnss. del Sinodos: BI canoni (nr. II), inclusivo del canone 59 del Sinodo e canoni di Laodicea
(nr. 27); (f) testi non perfettamente identificati: Concilio di Nicea (nr. 12), SuU'unità (nr. 17).
Allusioni e citazioni della Collezione aksumita sono variamente rintracciabili nella tradizione
letteraria etiopica e, a dispetto del fatto che sia al momento nota da un testimonio unico, ne
confermano la presenza e influenza fino almeno al XV secolo. Lo attestano, in particolare,
citazioni in testi veicolati, talvolta non esclusivamente, dal ms. EMML 1763, del 1336/37 o
1339/40": j'Omeliasui sabati di Retu'a Hayminot, «l'Ortodosso», ne contiene tre: una citazione
del dodicesimo dei Responsa canonica di Pietro di Alessandria (nr. 36); una allusione al
ventinovesimo dei Canoni di Laodicea (nr. 27), nella recensione della Collezione aksumita, sulla
proibizione dell'osservanza del sabato; quasi certamente una citazione da un canone della
Sezione parallela a Comtitutiones apostolorum VIII (nr. 5), ancora sul sabato". Da altre citazioni
Il Sul ms. EMML 1763, cf. la bibliografia in BAUSI, La • Vita» e i «Miracoli» di Libanos (n. 7), trad.,
XXVII, n. 20; vi si aggiungano D.V. PROVERBIO, Un frammento copto deU'omelia cattedrale L di
Severo di Antiochia (ln Leontium II), Aug. 41 (2001) 517-520; G. LUSINI, Les Actes de Marc en
éthiopien: remarques philologiques et histoire de la tradition, Apocrypha 13 (2002) 123-134i O. RAlNERI-
TEDROS ABREHA, Filone di Carpasia: un 'omelia pasquale trasmessa in etiopico, in ErKOIMIA. Studi
miscellanei per il 7So di Vincenzo Poggi S.f, a c. V. RUGGERI - L. PIERAill, Soveria Mannelli 2003,
377-398; S. VOIeu, Filone di Carpasia e Pseudo Ippolito: di un'omelia pasquak tramandata in etiopico,
Aug. 44 (2004) 5-24.
IZ Le citazioni dall'Omelia sui sabati di Retu'a Haymiinot: dodicesimo dei &sponsa canonica di Pietro
di Alessandria (or. 36), cf. G. LUSINI, Studi sul monachesimo eustaziano (secoli XIV-XV), Napoli 1993,
158""'; veminovesimo dei Canoni di Laodicea (nr. 27), cf. ibid., 164••.•8: il testo del passo non è stato
costituito secondo validi criteri fìlologici ed è da rivedere, cf. dettagli in BAuSI, The Aksumite
background (n. 3), n. 13; e lo., Alcune considerazioni sul .Senodos» etiopico, RSEt 34 (1990 [1992]) 5-73,
p. 39, per !'interpretazione del passo come indi2io dell'uso di una collezione canonica; infine, per il
canone della Sezione parallela a Constitutiones apostolorum VIII (nr. 5), cf. LUSINI, Studi sul monachesimo
(cf. sopra), 156'7"9. Quest'ultimo passo si presta a varie interpretazioni: LUSINI, ibid., 23 ss., ha sostenuto
che l'Ortodosso usa «un tipo di testo più vicino al canone greco-arabo che a quello etiopico», s'intende
del Sinodos, come riflesso di una concezione che è simile a quella tradizionale della chiesa copta, e ha
anche sottolineato il ruolo di .testi originali già circolanti in Etiopia prima della traduzione dei
"Canoni Apostolici" arabi» nella costituzione del Sinodos. A tal proposito si può osservare che il caso
dell'omelia è l'unico noto (cf. BAUSI, Au-une considerazioni [cito sopra], 37 ss., per dettagli e l'ipotesi
che la collezione canonica etiopica si sia formata per stratificazione di differenti apporti, credo
ancora valida nella sua dinamica, anche se da riformulare alla luce delle recenti scoperte, cf. lo., San
Clemente e le tradizioni clementine [n. 3], 35 ss.); la testimonianza poi della Collezione aksumita
dimostra che la forma del canone è 'neutra', 'non marcata', perché altro non è che la letterale
traduzione del testo greco: la concezione che esso esprime non può quindi essere attribuita ad
alcuna particolare intenzione dell'Ortodosso, né è il caso di abbandonarsi a sovrainterpretazioni
ideologizzanti; e il livello testuale emergente ci riporta evidentemente entro l'età aksumita, ben oltre
una vaga fase «greco-araba» o «copta» come affermato da LUSINI, Studi sul monachesimo (cf. sopra), 26.
Pertanto la ripetuta pretesa (Aethiopica 6 [2003] 222-229, p. 223; CrSt 2412 [2003] 367-370, p. 369;
Aethiopica 7 [2004] 245-250, p. 246) che la testimonianza della Collezione aksumita confermerebbe
49
ADAMANTIUS 12 (2006)
nel ms. EMML 1763 possiamo conoscere il nome sorto il quale la Collezione aksumita era nota,
sebbene non sia chiaro se tale nome sia stato attribuito dal redattore del testo originale, come è
più probabile, o dal traduttore etiopico. Una recensione degli Acta Petri Alexandrini contiene
quattro citazioni dalla Storia alessandrina (nr. 2), parzialmente preservata nella Collezione
aksumita; le citazioni sono attribuite alla medesima fonte, il "Sinodo della legge» (sanidos [!]
za-begg), probabilmente il nome che identifica la Collezione aksumitdJ•
Almeno parte della Collezione aksumita era nota a Giyorgis di Sagla, il più importante teologo
etiopico del pieno medioevo '4 • In un passo polemico del suo Libro del mistero (terminato nel
1424) egli elenca le sette sezioni che comporrebbero il "Sinodos degli Apostoli»'!, da
ipotesi del genere non ha fondamento, e può tutt'al più applicarsi alla datazione dell'omelia. Quanto
all' augurio che un Sinodos aksumita possa presto essere scoperto (cf. lo., L 'tglise tlXoumite et ses
traditions historiographiques (lV'- VIP siècle), in L 'Historiographie de l'tglise des premiers siècles, éds.
B. POUOERON - Y.-M. DUVAL, Paris 2001, 541-57, pp. 556 s.), o la sua ponderata presupposizione (cf.
lo., Philology and the Reconstruction 01 the Ethiopian Past, in Akten der Ersten Internationalen Littmann-
Konlerenz [n. 7], 91-106, pp. 93 s.), altro non sono che tacite profezie ex eventu, basate su una prima
stesura della mia inedita nota sulla Collezione aksumita, messa a disposizione per ragioni di amicizia e
opportunità scientifica (cf. già BAUSI, San Clemente e le tradizioni clementine [n. 3],32, n. 46); da ultimo,
meno inaccettabile, ma ancora inadeguata, la formulazione del problema in lo., Copisti e filologi
deU'Etiopia medievale. Lo Scriptorium di Dabra Mdrydm del Sard'e (Eritrea), ParPass 59/3 (336) (2004)
230-237, pp. 236 s.
13 Gli Acta Petri Al.exandrini sono probabilmente tradotti dal greco, come già ipotizzato da
GETATCHEW HAILE, The Marryrdom 01 St. Peter Archbishop 01 Alexandria (EMML 1763,.ff. 79'-80'),
AnBoll 98 (1980) 85-92; cf. anche lo. - W.F. MACOMBER, A catalogue 01 Ethiopian manuscripts
microfilmed for the Ethiopian Manuscript Microfilm Library, Addis Ababa and for the Hill Monastic
Manuscript Library, Collegeville V. Project Numbers 1501-2000, Collegeville/MN 1981, 220, nr. 18; la
stessa recensione quasi sicuramente anche nel ms. EMML 85°9, ff. 21'-22', cf. SERGEW HABLE
SEl.ASSlE, An Early Ethiopian Manuscript EMML 8509 (Ethiopian Manuscript Microfilm Library),
Quaderni di Studi Etiopici 8-9 (1987) 5-27 (= OstKSt 40 [1991] 64-80), 16, nr. 9; i passi in
GETATCHEW, The Martyrdom olSt. Peter (cit. sopra), 88"", 89 3'7, 89""', 89"-90'; per !'importanza di
questi passi cf. ora A. CAMpLANl, Atanasio di Alessandria: Lettere festali. Anonimo: Indice deUe lettere
festali, Milano 2003, 41 ss. e 51 SS.; lo., Momenti di interazione religiosa ad Alessandria e la nascita dell'élite
egiziana cristiana, in Orig. VIII, I, 32-42, p. 38 s.; lo., L autorappresentazione deU'episcopato di Alessandria
tra IV e V secolo: questioni di metodo, ASE 21 (2004) 147-185, pp. 154 ss. Molto probabilmente deriva da
questa stessa fonte, o da una affine, la recensione degli Acta Marci attestata anche dal ms. EMML 1763,
e certamente tradotta dal greco, come già ipotizzato da GETATCHEW HAILE, A new Ethiopic version 01
the Acts ofSt. Mark (EMML 1763,jf 224'-227), AnBoll99 (1981) 117-134, e come poi confermato da LUSINI,
Les Actes de Mare en éthiopien (n. Il); cf. anche GETATCHEW - MACOMBER, A catalogue 01 Ethiopian
manuscripts, V (cit. sopra), 228, nr. 70.
14 Su di lui cf. G. COLIN, Giyorgis 01 Siigla, in Encyclopaedia Aethiopica. Volume 2. D - Ha, ed.
S. UHLIG, Wiesbaden 2005, 812; M.-L. DERAT, La sainteté de Giyorgis de Siigla: une initiative royale?,
WST 1212 (1999) = Miscelumea Aethiopica Stanislao Kur, Warszawa 2000, 51-62; cf. anche YAQOB
BEYENE, La dottrina della Chiesa etiopica e il "Libro del mistero» di Giyorgis di Sagld, RSEt 33 (1989
[1991]) 35-88.
15 Il passo in YAQOB BEYENE, Giyorgis di Sagld. Il libro del mistero (Ma~l;1afa mes~ir), 4 voli. (CSCO 515-
516 e 532-533. Ae 89-90 e 97-98), Lovanii 1990-93, II, testo, 305 s., trad., 169 s.; già GETATCHEW HAILE,
Religious Controversies and the Growth 01Ethiopic Literature in the Fourteenth and Fifteenth Centuries,
OrChr 65 (1981) 102-136, pp. 103-1°9; lo., The Homily 01 Lul:1)'anos, Bishop 01 Axum, on the Holy
5°
ALESSANDRO BAUSI - La colkzione aksumita canonico-liturgica
identificarsi come segue: I) Sinodo alessandrino o 71 canoni (dal Sinodos); 2) Canoni di Simone
Cananeo (dal Sinodos); 3) una recensione dei Canoni apostolici (dal Sinodos); 4) Canoni dopo
l'Ascensione di nostro Signore (dal Sinodos); 5) Rituale battesimale (dalla Colkzione aksumita, nr.
9); 6) Sull'unità o Sul giudice unico (dalla Collezione aksumita, nr. 17); 7) Lettera di Pietro a
Clemente (dal Sinodos): nel suo elenco risultano quindi cinque testi dal Sinodos e due testi dalla
Colkzione aksumita. Non sappiamo se tale collezione canonico-liturgica sia mai realmente
esistitaJ6 , o se essa sia solo una astrazione di Giyorgis, elaborata per scopi polemici. Egli
certamente attesta che nella prima metà del XV sec. c'era ancora una qualche conoscenza, in
una configurazione di cui poi non si ha più notizia, di testi che parte finirono con l'essere
dimenticati (è il caso del trattato Sull'unità, nr. 17), parte furono integrati nel Sinodos (è il caso
del Rituale battesimale, nr. 9). Particolarmente notevole il fatto che Giyorgis sembri criticare un
certo YeslJaq del T egray, che è accusato di essere un «usurpatore della dignità episcopale come
Militis. La sua nomina episcopale viene dai Melchiti, ha una dottrina diversa dalla nostra
dottrina, e i suoi Libri [sono diversi] dai nostri Libri, perché li ha inventati dai falsi tesori e
tradotti con parole di falsità». Non è ancora possibile comprendere tutti i dettagli del passo di
Giyorgis, ma si deve porre attenzione in particolare ad alcuni punti: l) la Colkzione aksumita ha
presumibilmente avuto una circolazione preferenziale in Tegray; 2) la Storia alessandrina tratta
con dovizia dell'episodio storico generalmente noto come 'scisma meliziano'; 3) la Collezione
aksumita preserva i Canoni di Calcedonia, cioè del concilio che ha marcato l'inizio dello scisma
tra le chiese calcedoniana, cioè 'melchita' nella terminologia di Giyorgis, e monofisita. Sempre
in alcuni mss. dello stesso Libro del mistero di Giyorgis di Sagla appare la Silloge di Timoteo
Eluro (m. 477), che è parte della Colkzione aksumita; inoltre i mss. EMML 1831 e 6837 hanno
inserito la Confutazione di Calcedonia (nr. 28) entro l'opera, e nel rns. EMML 1831 la
Confutazione sostituisce addirittura il consueto trattato anticalcedoniano dello stesso Giyorgis.
La presenza nella Collezione aksumita di Canoni di Calcedonia (nr. 28), come del resto anche di
altri testi che dopo Calcedonia ottennero particolare favore (Epistola a Epitteto di Atanasio, nr.
16, e Canoni di Costantinopoli, nr. 29), pur se unita anche a una Confutazione di Calcedonia di
Timoteo Eluro (nr. 34) e altri fieramente anticalcedoniani (Epistola agli alessandrini, nr. 31;
Epistola ai costantinopolitani, nr. 32), cos1 come a testi allineati alle decisioni teologiche del
concilio di Efeso (XII capitoli di Cirillo di Alessandria, nr. 33), in seguito soggetti a essere
interpretati come confutazione del concilio di Calcedonia (come si ritiene sia awenuto per il
QèreUos) , non doveva costituire un buon viatico per la sua soprawivenza: nella successiva
collezione del Sinodos, tra le altre differenze, non vi è traccia di canoni del concilio di Calcedonia.
Questa compresenza dei canoni di Calcedonia e della confutazione dello stesso concilio può
essere interpretata come un tratto arcaico, il residuo di un'epoca in cui il semplice nome di
'Calcedonia' non era ancora sufficiente per deaetare la condanna di un testo, e canoni di varia
provenienza potevano probabilmente essere accettati in considerazione del loro contenuto
Fathm, AnBoll103 (1985) 385-391, p. }85, n. I; benché non ritenga oggi più sostenibile la mia stessa
ipotesi, per le varie interpretazioni del passo, cf. ancora BAUSI,Alcune considerazioni (n. 12), 62 sS.; lo.,
Qalementos. Il Qalimenfos etiopico. La riwillZion~ di Pietro a Clemmee. I libri 3-7, Napoli 1992, 36 ss.
16 Per tale ipotesi cf. YAQOB, 1/ libro JJ mistero (n. 15), II, trad., 170, n. 30. Sui divesi testi: per il
Sinodo alessandrino o 7I canoni, cf. oltre; per i Canoni di Simone Cananeo, cf. A. BAUSI, Il Sinodos
etiopico. Canoni pSeu4oapostolici: Canoni dopo l'Ascensione. Canoni di Simone Cananeo, Canoni
Apostolici, Lettera di Pietro, 2 voll. (CSCO 552-553. Ae 101-102), Lovanii 1995. testo, 41-71 e 72-115; per i
Canoni apostolici, cf. ibid, testo, 180-233 e 234-83; sui Canoni dopo l'Ascensione, cf. ibid., testo, 9-40;
sulla Lettera di Pietro a Clemente, cf. ibid., testo, 284-306; ulteriore bibliografia in BAUSI, Alcune
considerazioni (n. 12), 25-29.
ADAMANTIUS 12 (2006)
disciplinare. Resta vero che nessun testo 'calcedoniano', in qualsiasi accezione, aVIebbe mai
potuto, in epoche successive, essere accolto e tollerato in una raccolta canonica etiopica, e anzi,
come forse è accaduto per la Collezione aksumita, poteva decretarne la sicura estinzione.
Infine, in attesa di ulteriori tracce della Collezione aksumita, che sicuramente emergeranno, anche
nei primi fogli di un ms. dd Salterio di provenienza ignota, si ritrova la Epistola sulla condanna di
Ario di Costantino (nr. 15)'7, e probabilmente anche r incipitdei Canoni di Nicea (nr. 13), che sono
anch' essi parte della Collezione aksumita.
Current Trends in Ethiopian Studies: Philology, in Proceedings of the X1;'h International Conftrence of
Ethiopian Studies (n. 3); lo., Alcune osservazioni sul Gadla J:.!awaryat (n. 9); lo., The manuscript
tradition of the Ethiopic Qalementos. A short note, in Studies in Honour of Pro! Johanna Mantel-
Nieéko, eds. E. BAUCKA-WITAKOWSKA - L. tYKOWSKA - W. WITAKOWSKI, Warsaw, in stampa;
LUSINI, Copisti e filologi (n. 12).
lO Cf. gli articoli cii S. UHLlG, R. ZUURMOND, M.A. KNrBB, S. WENINGER, s.v. Bible, in Encyclopaedia
Aethiopica. Volume Io A - C, ed. S. UHLlG, Wiesbaden 2003, 563-571; tra le opere recenti più
significative, cf. MA. KNIBB, Translating!he Bible. The Ethiopic Version of the Old Testament, Oxford
1999; lo., The Ethiopic Translation of the Psa/ms, in Der Septuaginta-Psalter und seine
Tochternbersetzungen. Symposium in Gò"ttingen 1997, Hrsg. A. AEJMElAEUS - U. QUAST, Gottingen
2000, 107-122; lo., Two Notes on the Ethiopie Text of Ezechiel, in Semitie Studies in Honour of Edward
Ullendorff, ed. G. KHAN, Leiden - Boston 2005, 236-244; R. ZUURMONO, Novum Testamentum
Aethiopice: The !Jnoptic gospeLs. Genera! introduction. Edition of the Gospel of Mark, Stuttgart 1989;
J. HOFMANN - S. UHUG, Novum Testamentum aethiopiee: Die katholischen Briejè, Stuttgart 1993;
S. UHLlG - H. MAEHLUM, Novum Testamentum Aethiopice: Die Gefongemchaftsbriefe, Stuttgart 1993;
R. ZUURMOND, The Textual Background ofthe GospelofMatthew in Ge'ez, Aethiopica 4 (2001) 32-41; lo.,
Novum Testamentum Aethiopice. The Gospel of St. Matthew, Wiesbaden 2001; TWROS ABRAHA, La
52
ALESSANDRO BAUSI - La collezione aksumita canonico-liturgica
(a) esistenza di doppie traduzioni dello stesso testo intero, la prima di epoca aksumita, dal
greco, e la seconda di epoca postaksumita, dall'arabo: è quanto è accaduto per Canoni
ecclesiastici (ne. I), Traditio apostolica (ne. 4), Sezione parallela a Constitutiones apostolorum VIII
(ne. 5), Canoni di Nicea (ne. 13), Epistola a Epitteto di Atanasio (ne. 16), Canoni di Serdica (ne. 19),
Canoni di Neocesarea (ne. 20), Sinodo e canoni di Ancira (ne. 21), Canoni di Gangra (ne. 24),
Canoni di Antiochia (ne. 26), Sinodo e canoni di Laodicea (ne. 27), tutti testi le cui versioni
dall' arabo sono conservate nel Sinodos, con la sola eccezione della Epistola a Epitteto di Atanasio
(ne. 16), che è conservata nel Haymanota abaw, «Fede dei padri»'°.
(b) Revisione, ridistribuzione o riutilizzazione di un testo appartenente a una fase recensionale
anteriore, di epoca aksumita, in un testo appartenente a una fase recensionale posteriore, di epoca
postaksumita: è il caso di Perì charismaton (ne. 6), Rituale battesimale (ne. 9), Eucologio (ne. IO): è
proprio a questo fenomeno che si devono le incertezze degli studiosi sulla valutazione di testi
presenti in mss. del Sinodos, come il Sinodo alessandrino o II canoni: alcune parti dei II canoni
presentano caratteristiche ed errori imputabili a una traduzione dall' arabo, mentre altre sono cosi
prossime alla lettera di antichissimi testi greci, da ipotizzarne una derivazione diretta: ciò si
spiega con il riutilizzo e/o la preservazione di testi tradotti dal greco in epoca aksumita all'interno
di testi ritradotti dall'arabo in epoca postaksumita.
(c) Se la Collezione aksumita non è un caso unico o isolato (ciò che non può essere escluso del
tutto, anche se la sua storia tradizionale richiama quella della Bibbia etiopica, che tuttava è stata
solo rivista, e non tradotta nuovamente), si può ritenere probabile che lo scarso numero di testi
aksumiti conservatici sia dovuto anche a un processo di sostituzione delle antiche traduzioni dal
greco, con le loro peculiarità linguistiche e storico-culturali, con nuove traduzioni dall'arabo, che
però non sempre hanno rimpiazzato del tutto le precedenti; talvolta le hanno parzialmente
recuperate, come dimostra il confronto tra Collezione aksumita e Sinodos, con un procedimento
difficile da ipotizzare in mancanza di elementi positivi: in una certa fase la produzione letteraria
etiopica più antica è stata sottoposta ad un processo di 'copto-arabizzazione', cui si deve la
scomparsa di un numero imprecisabile di testi antichi, parte dei quali sarebbe stata accolta,
rivista o riadattata entro i nuovi testi.
(d) Diversi elementi suggeriscono che il processo di revisione non ebbe inizio prima del XIII
sec. Un ruolo non secondario vi avrà probabilmente svolto il potente monastero di Dabra
f:layq Esçiìanos, nel Wallo, che avrà mediato tra preservazione della antica eredità ricevuta dai
monasteri settentrionali, ed elaborazione di una nuova cultura, nel contesto del rinnovato
legame con il patriarcato di Alessandria e di una forte spinta espansiva verso meridione. Nel
suo scriptorium si continuarono a tramandare testi antichi di età aksumita, o si produssero loro
adattamenti e riduzioni, ma si copiarono anche più recenti traduzioni dall'arabo (diversi
inventari ci informano dell'introduzione di queste traduzioni a partire dalla seconda metà del
XIII sec. in poi). Lo attestano almeno due mss. conservati a Dabra I::layq Estifànos che
lettera ai Romani. Testo e commrntari della versione Etiopica, Wiesbaden 1001; ID., The Ethiopic Version
ofthe Letter to the Hebrews, Città del Vaticano 2004-
20 Altri testi sono naturalmente noti in recensioni doppie, perché pervenuti tramite differenti
catene tradizionali: l'Ancoratus di Epifania, cf. D.V. PROVERBIO, Introduzione alle versioni orirntali
dell'Ancoratus di Epifanio, Miscellanea Marciana 12 (1998) = Scritti in memoria di Emi/io Teza, a c.
ID., Venezia 1998, 67-91; gli Acta Marci, cf. LUSINI, Les Actes de Marc en éthiopien (n. li), e già
GETATCHEW, A new Ethiopic version (n. 13); forse anche la Dottrina dei 318 niceni sulla retta fede e
la vita monastica, cf. A. BAUSI, La versione etiopica della Didascalia dei 318 niceni sulla retta fede e la
vita monastica, in /Egyptus Christiana (n. 7), 125-248; e ce ne saranno certamente molti altri non
ancora esaminati.
53
ADAi,fANTIUS 12 (2006)
1
conservano tracce della Collezioneaksumita, EMML 1763, d~1336/37 o 1339/40, e EMML 1843,
databile al XlVrxv sec.": essi documentano l'attività di scriptoria ove ecclesiastici, copisti e
scrittori etiopici si trovarono all'incrocio tra una antica eredità greca, nuove traduzioni
dall'arabo, e un'incipiente produzione originale.
(e) Resta poi da vedere, - e mi pare questo uno degli aspetti più affascinanti della storia
culturale e letteraria etiopica, per quanto vi si possa qui solo rapidamente accennare - se la
sostituzione di testi ormai sorpassati con testi nuovi, più aggiornati, non sia tendenzialmente,
o almeno in parte, avvenuta secondo un meccanismo di 'replicazione genetica', per cui la
ricezione ed elaborazione di testi in epoche successive sarebbe stata determinata da premesse
assai antiche e straordinariamente tenaci, tali da rendere la riaffermara dipendenza
istituzionale dal patriarcato di Alessandria in epoche successive un fattore non sempre
necessariamente primario; il cristianesimo etiopico non è, o non è soltanto, un cristianesimo
egiziano di secondo grado, perché si è evoluto anche secondo premesse antiche saldamente
interiorizzate e preservate.
I testi
Lo stato di conservazione del manoscritto della Collezione aksumita non permetre di ricostruire
un ordine cerro di successione dei resti. Sono comunque individuabili quattro sicure sequenze
continue (qui indicate come a, b, c, d), il cui ordine relativo è invece solo probabile: (a) Canoni
ecclesiastici (nr. I), Storia alessandrina (nr. 2) Il (b) Epistoid 70 di Cipriano di Cartagine (nr. 3),
Traditio Apostolica (nr. 4), Sezione para!leid a Constitutiones Apostolorum VIII (nr. 5), Perì
charismdton (nr.6) Il (c) Apostoli e discepoli (nr. 7), Nomi dei mesi (nr. 8), Rituale battesimale (nr.
9), Eucologio (nr. IO) \I (d) 81 Canoni (nr. II), Concilio di Nicea (nr. 12), Canoni di Nicea (nr. 13),
Epistola aDa chiesa alessandrina di Costantino (nr. 14), Epistola suDa condanna di Ario di
Costantino (nr. 15), Epistola a Epitteto di Atanasio (nr. 16), Sull'unità (nr. 17), Sinodo di Serdica
(nr. 18), Canoni di Serdica (nr. 19), Canoni di Neocesarea (nr. 20), Sinodo e canoni di Ancira (nr.
21), Canoni di Neocesarea (bis) (nr. 22), Sinodo di Gangra (nr. 23), Canoni di Gangra (nr. 24),
Sinodo di Antiochia (nr. 25), Canoni di Antiochia (nr. 26), Sinodo e canoni di Laodicea (nr. 27),
Canoni di Ca!cedonia (nr. 28), Canoni di Costantinopoli (nr. 29), Concilio di Efeso (nr. 30), Silloge
di Timoteo Efuro (nrr. 31-35), Responsa canonica di Pietro di Alessandria (nr. 36).
21 Per il ms. EMML 1763, un omcliario arcaico, cf. sopra; quanto al ms. EMML 1843, un Sinodos, esso
presenta il Perì charismdton (nr. 6) nella stessa recensione della Collezione aksumita, ma oltre a questa
recensione arcaica, esso contiene anche la recensione rivista dello stesso testo come si trova nel Sinodos:
lo stesso rns. attesta sia la vecchia che la nuova recensione del Perì charismaton, cf. già BAUSI, La vmione
etiopica degli Acta Phileae (n. I), 18, n. 71; lo., San Clemente e le tradizioni clementinl! (n. 3), 30 s.
54
ALESSANDRO BAUSI - La colkzione aksumita canonico-liturgica
aksumita, ibid., 3 4 -10 4 ; il ms. su cui è fondata l'ed. HORN. divide i Canoni ecclesiastici in 21
canoni, contro la migliore tradizione manoscritta".
22 Per il testo copto, cf. A.P. OE lAGARDE, Aegyptiaca, Gottingae 1883 [rist. Osnabriick 1972], 239'-248",
la porzione corrispondente al testo etiopico superstite della Collezione aksumita, ibid., 2415-248"; sul
testo, cf. anche A. FANRE, Apostolicité et pSeuM-apostolicité d4ns la Constitution ecclésiastique des
apòtres. L'art de foire parh les origin~, RevSR 66 (1992) 19-67; sul Sinodo Alessandrino, cf. B. STEIMER,
Vertt'X Traditi onis. Die Gattung der altchristlichm Kirchmordnungen, Berlin - N ew York 1992, 134-14°; cf.
inoltre BAUSI, San Clemente e le tradizioni clementine (n. 3), 24 ss.; per mss. e bibliografia sui 71 canoni
etiopici, ovverosia la versione etiopica del Sinodo akssandrino, cf. ID., Alcune considerazioni (n. 12), 23 s.;
10.,1/ Senodos etiopico (n. 16), trad., XXI s.
23 Cf. T. ORlANO!, Ricerche su una storia ecclesiastica alessandrina del IV sec., VetChr II (1974) 269-312;
R. WILLIAMS, Arius and the Melitian Schism, JThS n.s. 37 (1986) 35-52; A. MARTIN, Les relations mire
Arius et Melitios dans la Iradition alexandrine: une histoire p olémique, JThS n.s. 40 (1989) 4°1-413; cf.
inoltre i lavori di EAo. (n. 6), e ora soprattutto di A. CAMPLANI (nn. 6 e 13). La versione latina di CPG
ne. 1667,1678 e 1641, già edd. da F.H. KETTLER, Der melitianische Streit in Agypten, ZNW 35 (1936)
159-163; e, postuma, da TuRNER T. II Fase. II Pars IV, 634-636, è in via di dedizione a c. di
A. Camplani, tenuto conto della versione etiopica ed. a mia cura. La Storia alessandrina non va
ovviamente confusa con la copto-araba Storia dei patriarchi di Alessandria, che quasi niente riferisce
sui primi vescovi alessandrini, e sulla quale cf. i riferimenti generali di J. OFN HEIJER, Mawhuh ibn
Man5ur ibn Muforrig et l'historiographie copto-arabe (CSCO 513. Sub 83), Louvain 1989; ID., History of
the Patriarchs ofAlexandria. in The Coplic Encyclopedia (n. IO), IV, 1238-1242.
55
ADAMANTIUS 12 (2006)
citazioni nella versione etiopica degli Acta Petri Alexandrini, che indicano tale fonte come il
"Sinodo della legge».
24 Cf. BAUSI, L'Epistola 70 di Cipriano (n. I), ed. critica e trad. del testo etiopico, e confronto con la
tradizione greca; ID., Note aggiuntive sul/Epistola 70 di Cipriano (n. 4), integrazioni e confronto con
la tradizione siriaca; cf. anche H.]. DRI]VERS, The Testament oj Our Lord: Jacob ojEdessa 's Response to
lslam, ARAM 6 (1994) 104-II4, pp. 108 ss.
25 Sulla Traditio apostolica, cf. amplissima bibliografia e trad. commentata di tutti i testimoni noti in
BRADSH.; complementi in A. NICOLOTTI, Che cos'è la Traditio apostolica di lppolito? In margine ad
una recente pubblicazione, Rivista di storia del cristianesimo 2 (2005) 219-237; alcuni dei testimoni
fondamentali sono edd. in HORN.; DUENS.; PÉRIER; TIDNER, Didascaliae Apostolorum (n. 6); per
l'apporto della versione etiopica nella storia degli srudi, cf. BAUSI, San Clemente e le tradizioni
clementine (n. 3), 22 SS. e 29 ss.
26Cf. CPG ne. 1742, Canones Hippolyti; H. BRAKMANN,Alexandreia und die Kanones des Hippolyt, JAC
22 (1979) 139-149; P.F. BRADSHAW - C. BEBAWI, The Canons ojHippolytur, Nottingham 1987.
56
ALESSANDRO BAUSI - La collezione aksumita canonico-liturgica
BOTIE: Introduzione: § I BRADSH. (= § 30B BRADSH.) = HORN. 291.17 (§ 40) = DUENS. 78"-
806 (§ 39). Cap. I: § 2 BRADSH. /I HORN. IOI.1I (§ 22) = DUENS. 161.1I (§ 21); § 3 BRADSH. /I
HORN. IO"-U9 (§ 22) = DUENS. 1611-201 (§ 21) (ma Collezioneaksumita = HORN. II ' ·9 = DUENS.
1811-20). [Omette § 4 BRADSH. = HORN. 119_1216 (§ 22) = DUENS. 20'-24' (§ 21). §§ 5-6
BRADSH. cf. oltre]. Cap. 2: § 7,1 BRADSH./I HORN. 1411.11 (§ 23) =DUENS. 308.9 (§ 22). [Omette
§ 7,2-5 BRADSH. = HORN. 1412-'8 (§ 23) = DUENS. 30'°-326 (§ 22)]. Cap. 3: § 8,1-8 BRADSH. 1/
18
HORN. 14'9_15 (§ 24) = DUENS. 327-347 (§ 23). [Omette § 8,9-12 BRADSH. = HORN. 1519_16' (§
24) = DUENS. 348.18 (§ 23); omette § 12 BRADSH. = HORN. 177.8 (§ 27) = DUENS. 3813.11 (§ 26)].
Cap. 4: § 13 BRADSH. Il HORN. 178.10 (§ 27) = DUENS. 381S.17 (§ 26). Cap. 5: § II BRADSH. /I
HORN. 1r-7 (§ 27) = DUENS. 3811·11 (§ 26). Cap. 6: § IO BRADSH. Il HORN. 1622-li (§ 26) =
DUENS. 381.10 (§ 25). Cap. 7: § 9 BRADSH. Il HORN. 164-18 (§ 25) = DUENS. 36'.17 (§ 24). Cap. 8:
§ 5 BRADSH. Il HORN. 1216", (§ 22) = DUENS. 24' ·9 (§ 21). Cap. 9: § 6 BRADSH./I om. HORN. e
DUENS. [§ 14 BRADSH. cf. oltre]. Cap. IO: § 15 BRADSH. Il HORN. 1]'4-181 (§ 28) = DUENS.
40'-4210 (§ 27). Cap. II: § 14 BRADSH. Il HORN. lio.ll (§ 27) = DUENS. 3817_401 (§ 26). Cap.
12: § 16 BRADSH. Il HORN. 18'-198 (§§ 28-30) = DUENS. 4211-46'1 (§§ 27-29). Cap. 13: § 17
BRADSH./I HORN. 199.11 (§ 31) = DUENS. 4611.16 (§ 30). Cap. 14: § 18 BRADSH./1 HORN. 1914•11
(§ 32) = DUENS. 4617_489 (§ 31). Cap. 15: § 19 BRADSH. Il HORN. 191'_206 (§ 33) = DUENS.
4810.17 (§ 32). Cap. 16: § 20 BRADSH. Il HORN. 20 6_21 4 (§ 34) = DUENS. 48Il1-525 (§ 33). Capp.
17-18: § 21 BRADSH. Il HORN. 215_24,8 (§ 35) = DUENS. 52'-647 (§ 34). Cap. 18: § 22 BRADSH.
Il HORN. 24'8_25 5 (§ 35) = DUENS. 647.13 (§ 34). Cap. 19: § 23,1-3 BRADSH. Il HORN. 256•14 (§
36) = DUENS. 66 ,·IO (§ 35). [Omette § 2M BRADSH. = HORN. 2514- 18 (§ 36) = DUENS. 66'°,'4 (§
35)]. Capp. 20-21: § 29B BRADSH. (= § 24 BOTIE) = HORN. 27'·9 (§ 37) = DUENS. 72"'4 (§ 36).
Cap. 22: § 29C,I-9 BRADSH. (= § 25 BOTIE) = HORN. 2t·
16 (§ 37) = DUENS. 74w5 (§ 36).
57
ADAMANTIUS 12 (2006)
HORN. 105_4829 = 21-47 ed. DUENS. 16'-14612 (i! ms. su cui è basata l'ed. HORN. numera i
canoni 22-48, contro la migliore tradizione manoscritta). La fine della Traditio apostolica della
CoUezione aksumita consiste di una sezione che si ritrova anche nel Sinodos, ma con diversa
distribuzione: si tratta della cosiddetta 'interpolazione' e della 'chiusa"7. 'Interpolazione' e
'chiusa', pure assenti dai 7I canoni o Sinodo alessandrino arabo, nel Sinodos etiopico seguono la
sezione Perì charismdton, inserita entro i! canone 51 (ma HORN. § 52) dei 71 canoni, e sono
seguite dalla conclusione del canone 51 (HORN. 57" 025); inoltre, una 'chiusa' pressoché identica a
quella che si trova al termine dell"interpolazione' (HORN. 5790ll) si ritrova alla fine della
Traditio apostolica nello stesso Sinodos, fine del canone 47 (ma HORN. § 48) dei 71 canoni
(HORN. 4826029; cf. ibid., XXVI s.). La prosecuzione del canone 51 (HORN. 57" 025) dopo
'interpolazione' e 'chiusa' si articola in due parti (queste due parti si trovano nel Sinodos
arabo): (a) ripresa del senso lasciato sospeso dalla inserzione della 'interpolazione' e dalla
'chiusa' (HORN. 57"0'6 = Constitutiones apostowrum VIII 3,1): l'etiopico condivide una lezione
erronea con l'arabo, contro copto e greco delle Constitutiones apostowrum28 ; (b) 'preambolo' o
'formula di passaggio', che è da confrontare con l'inizio della Traditio apostolica (HORN. 57'6 1 5 0
= Constitutiones apostowrum VIII 3,2). Oltre ai testi menzionati, nel Sinodos è presente la
'introduzione' tale e quale nella CoUezione aksumita (HORN. 29 5017 = DUENs. 7812-806, collocata
però all'inizio del Rituale battesimale, nr. 9): ma mentre nella CoUezione aksumita si trova
esattamente all'inizio del testo, come nella versione latina e nel testo ricostruito (BRADSH. § 1=
§ 30B), nei 71 canoni del Sinodos essa è dislocata al principio del canone 39 (ma HORN. § 40),
per un evidente errore di archetipo della intera tradizione del Sinodos. Reciprocamente, la
recensione della Traditio apostolica nel Sinodos contiene, in ordine diverso, ma nella stessa
recensione (a differenza di quanto avviene per i! testo della Traditio apostolica), i! Rituale
battesimale (nr. 9), che nella CoUezione aksumita costituisce un testo a sé. Nel Sinodos i! Perì
charismdton, 'interpolazione' e 'chiusa' seguono direttamente la Traditio apostolica (che è nella
recensione propria del Sinodos, diversa da quella presente nella CoUezione aksumita) e la sua
'chiusa'. Mentre la recensione del Perì charismdton e del Decreto degli apostoli della CoUezione
aksumita è probabilmente stata rivista e inserita nel Sinodos, minori sembrano le differenze tra
le due recensioni per i! frammento dalla Didaché e dalla Didascalia apostowrum. La ripetizione
della chiusa (la chiusa occorre due volte) nei 71 canoni nel Sinodos e l'assenza dal Sinodos arabo
27 Cf. anche Perì charismdton, nr. 6. 'Interpolazione': Decreto degli Apostoli = At 15,20 e Gv 19.36 =
HORN. 54'8>0; frammento della Didaché, CPG nr. 1735, Didache XI,J-5-7-I2, XII,I-5, XIII,Q-7, VIII,I-2
= HORN. 54>0-55 '9; e della Didascalia, CPG nr. 1738, Didascalia apostolorum XII = Costituzioni
apostoliche, CPG nr. 1730, Comtitutiones apostolorum II 57,2-58,6 = HORN. 55'9_579; 'chiusa': HORN.
5ton • La Didascalia apostolorum XII corrisponde anche nel Sinodos a HORN. 55'9_ 579; diversamente da
quanto segnalato da j.M. HANSSENS, La Liturgie d'Hippolyte. Ses documents - Son titulaire - Ses origines
et son caractère. Ouvrage publié avec le concours de la fondation universitaire de Belgique [Deuxième
édition photographique}, Roma 1959, 1965\ 43, che indica HORN. 55'9_ r7'6.
28 Il greco, Constitutiones apostolorum VIII 3,1, ed. METZGER, III, 138; il copto, ed. DE LAGARDE (n. 22),
273", trad. in HORN. 3404 «gifrs»; l'arabo ed. PflRIER 632', n. 7, trad. 6324 «[dons]», per congettura,
mentre il testo ha nisd', «donne»; l'etiopico, ed. HORN. 5i" trad. 196" «gifrs», per congettura, n. 2
«Lit. 'women'", dato che il testo ha anest, .donne»: forse per una confusione da posrulare nel copto
(per es., tra hioome, "donne», e hmoot, «grazie»), meno probabilmente per il coptismo individuato da
U. ZANETTI, Y rot-il des diaconesses en Égypte? VetChr 27 (1990) 369-373. Per altri fraintendimenti nel
Sinodo alessandrino etiopico spiegabili con l'arabo, cf. I. GUIDI, Bess. s. 2, 8 (9) (1905) 341-343 (ree. di
HORN.); anche B. BOTTE, La Tradition apostolique de Saint Hippo/yte. Essai de reconstitution, Miinster
Wesrfalen 1963, XXXIX-XLI; cf. già BAUSI, San Clemente e le tradizioni clementine (n. 3), 31, n. 45.
58
ALESSANDRO BAUSI - La collezione aksumita canonico-liturgica
dell' 'interpolazione' e della 'chiusa' a essa seguente potrebbero indicare che la sequenza nei 71
canoni è il risultato di una cucitura di più testi: per ipotesi, che nei 71 canoni del SinoMs,
tradotti dall'arabo, la propria recensione della Traditio apostolica, che ha la chiusa come
nell'arabo (HORN. 4826_'9 = PÉRIER 6221_2 = [72r-'), sia stata ampiamente integrata con testi
della Collezione aksumita (inizio del testo, altri brevi passi, Rituale battesimale, ne. 9, cf. anche
l'Eucologio, ne. IO); e che il Perì charismdton sia stato incluso nel SinoMs in una versione rivista,
ma sempre tolta dalla Collezione aksumita, con l'aggiunta della 'interpolazione' e della 'chiusa'
dalla Traditio apostolica della Collezione aksumita.
29 Ed. TURNER [T. Il Fase. I Pars I, 32'-32""; già SPAGNOLO - TURNER, Latin Lists 01 the Canonical
Books (n. 6); TURNER, A primitive edition olthe Apostolica! Constitutions (n. 6); cf. METZGER I, 72-74,
e quanto ivi detto della versione latina, "Ce fragment latin est d'une importance eapilale pour
l'édition des 85 Canons apostoliques», potrebbe valere anche per la versione etiopica.
59
ADAMANTIUS 12 (2006)
(IO) Eucologio
Versione etiopica di un Eucologio greco. Buona parte del testo, con diversa disposizione, si
ritrova nel Sinodos, parte al termine dei 7I canoni e parte all'interno della Traditio apostolica;
alcune preghiere non hanno corrispondenza entro il Sinodos, ma si ritrovano invece nel
30 Cf. già BAUSI, Alcune osservazioni sul Gadla I)awaryat (n. 9), 79, con qualche ulteriore elemento
bibliografico; la versione latina in TuRNER, A primitive edition of the Apostolical Constitutions (n. 6);
CPG nrr. 19II, 1912, 1913 e altre liste ancora sono edd. in TH. SCHERMANN, Prophetarum Vitae
Fabulosae Indices Apostolorum Discipulorumque Domini Dorotheo Epiphanio Hippo/yto Aliisque
Vindicata, Lipsiae 1907.
31 Cf. trad. e tentativo di analisi di A. SAl1.ES, Trois antiques rituels du bapteme (Se 59), Paris 1958, che
(II) BI canoni
Versione etiopica di CPG or. 1740, Canones apostolorum (s. V- VV. Il testo, articolato in 81
canoni, oltre a differenze minori di numerazione, è privo, come tutte le altre recensioni dei
Canoni apostolici etiopici, dei canoni battesimali di Constitutiones apostolorum VIII 47, 49 e
50, quest'ultimo caratterizzato da una lunga formula dogmatica, che si ritiene sia stata espulsa
o ridotta nella tradizione delle Constitutiones apostoloru71f4• n
testo si trova anche in una
versione latina mutila contenuta nel Cod. Veron. LI (49), testimone di una recensione con i
32 Cf. la ricostruzione di SALLES, Trois antiques ritut!/s (n. 3I), prevalentemente basata sul Rituale
battesimak (nr. 9), ma che integra anche parti dell'Eucologio (DUENS. 826 55. e 1021' 55.); come per il
Rituale battesimale, cf. BRAKMANN, Die EinwurulMng dn- Kircht! (n. 2), 161 s.; lo., Zwischen Pharos unti
WUru (n. 31); lo., Zwischen Pharos und WUrtt! (n. 31); lo., Nt!Ut! Funde und Forschungen (n. 31); per
edizioni del Ma~~alagenzat e del Ma?~fa qeddiisi, cf. V. SJX,Aethiopische Hand.schriften vom famvee.
Teil3. Nebst einem Nachtrag zum Kata/og dn- iiJhiopischen Hand.schriften deutscher Bibliotheken und
Museen, Stuttgart 1999,32.
33 Cf. I. GUIDI, Due antiche preghine del Ritullk abissino dei Defonti, OrChe Il (19Il) 20-25, p. 20; sul
rituale funebre cf. anche lo., Il Ma$l;afo Gmut, in Misulklnea Ceriani. Raccolta di scritti originali
per onorare kl memoria di M'Antonio MIIria Coiani prefetto delkl Biblioteca Ambrosiana, Milano
1910, 633-639; F.E. DOBBERAHN, Der iithiopische Rifus; Der iithiopische Begriibnisritus; Weiure
Formuklre zum iithiopischen Begriibnisritus; Das Gedenken an dic Verstorbenen im iithiopischen
Begriibnisritus, in Liturgie im Angesicht dt!s Todes. Judentum und Ostkirchen, 2 voli., Hrsgg.
H. BECKER - H. DHLEIN, Erzabtei St. Ottilien 1997, I, 137-316, 657-684, e II, 859-1036, 1397-1432, 1469-
1486; GETATCHEW HAILE, The M~Q.afa Ganzat as a Historical Source Regarding the Theology 01 the
Ethìopian Orthodox Church, Scrinium l (2005) = Varia Aethiopica. In Memory 01 Sevir B. Chernetsov
(I943-2005), ed. D. NOSNITSIN et all, Saint Petersburg 2005, 58-76.
34 Sulla priorità della recensione lunga, cf. METZGER, III, IO 55.; assai in dettaglio, cf. già
C.H. TURNER, Notes on the Aposrolic Constitutions. Il The Apostolic Canoni, JThS 16 (1915) 523-547;
E. SCHWARTZ, Oberdie pseudoapostolischen Kirchenordnungen, Stras5burg 1910 [ri5t. in lo., Gesammelte
Schriften, 5 voli., Berlin 1938-1963, V, 192-273), 12 SS.
6r
ADAMANTIUS 12 (2006)
canoni 47, 49 e 50, e la formula dogmatica lunga. - Il testo è entrato tale e quale a far parte del
Sinodos, dove una parte della tradizione manoscritta vi ha aggiunto il canone 59 ('canone
biblico') dei Canoni di Laodicea (ne. 27) nella recensione propria della Collezione aksumitd 5•
(I;) Canoni di Nicea (;25 d.C.) (17 canoni; conservati con lacune I, 5-17 e i titoli)
Versione etiopica di una recensione dei Canoni di Nicea in 17 canoni, finora ignota. - Nel
Sinodos è presente una recensione del tutto diversa in 20 canoni, cf. CPG nr' 8524, Versio
aethiopica (I) Canones XX, e la versione dei cosiddetti canoni pseudo-niceni in 84 canoni, cf.
CPG ne. 8524, Versio aethiopica (2) Canones LXXXIV. Come già segnalato, l'inciPit della
recensione nella Collezione aksumita è probabilmente attestato in un ms. del Sa/terio.
35 Gli 8I canoni sono edd. in BAUSI, Il Senodos etiopico (n. 16), testo, 148-179 (ma in più punti il testo
della Collezione aksumita offre lezioni superiori a quelle messe a testo nella edizione), le altre
recensioni dei Canoni apostolici, che sono versioni dall'arabo, ibid., n6-147 e 180-283; sulle diverse
recensioni dei Canoni apostolici etiopici, cf. anche lo., Alcune considerazioni (n. Il), 24 S., e 69 s. una
tabella di corrispondenza; lo., Il Senodos etiopico (n. 16), trad., 20; e sulla tradizione del 'canone
biblico', cf. ibid., testo, 177 s., trad. 70 S. Contrariamente a quanto supposto, gli 81 canoni sono
quindi da attribuire a una fase anteriore al Sinodos medievale: per una prima necessaria revisione
dell'ipotesi sulla storia del Sinodos, che io stesso ho formulato, alla luce dell'evidenza della Collezione
aksumita, cf. lo., San Clemente e le tradizioni clementine (n. 3), 35 ss.
36 H. GELZER - H. HILGENFELD - O. CUNTZ, Patrum nicaenorum nomina latine graece coptice
syriace arabice armeniace, Lipsiae 1898; oltre alla abbondante bibliografia segnalata in CPG nr. 8516,
cf. H. KAUFHOLD, Gritehisch-syrische Viitalisten der friihen griechischen Synoden, OrChr 77 (1993) 1-96;
lo., Semper varium et mutabile! Zu zwei lateinischen Listen der Konzilsvater von Nicaea, in Grundlagen
des Rechts. Festschrift for Peter Landau zum. 65. Geburtstag, Hrsgg. R.H. HEIMHOL TZ et all, Paderborn -
Miinchen - Wien - Ziirich 2000, 3-23.
37 La indicazione "CPG II 8517» nell'importante studio di H. KAUFHOLD, Die syrische Obersetzung des
Briefes der Synode von Nikaia an die Kirche von Alexandreia, in Garten des Lebens. Festschrift for Winftid
Cramer, Hrsgg. M.-B. VON STRITZKY - C. UHRIG, Altenberge 1999, Il9-137, p. 119, n. 3, è una svista
veniale per "CPG IV 8515», di cui l'autore studia e pubblica la versione siriaca, fino allora non
segnalata.
62
ALESSANDRO BAUSI - La collezione aksumita canonico-liturgica
(15) Epistold sulld condanna di Ano di Costantino
Versione etiopica della Epistola sulla condanna di Ario di Costantino, CPG m. 2°41 = 8519, Lex
lata Constantini Augusti de Arii damnatione. Finora ignota nella versione etiopica, essa è
attestata in più versioni latine, di cui una nel Cod. Veron. LX. - Il testo non è attestato in mss.
del Sinodos. Come già segnalato, ne esiste un secondo testimonio etiopico in un ms. del
Saltmo.
(d Sull'unità
Trattato SuU'unità, oppure Sul giudice unico. Tra i più lunghi della Collezione aksumita, non è
ancora identificabile. IndiZI linguistici potrebbero indicarne una diversa origine rispetto agli
altri testi. - Il testo non è attestato in mss. del Sinodos. Come già segnalato, il trattato SuU'unità
o Sul giudice unico è menzionato da Giyorgis di Sagla in un passo polemico del suo Libro del
mistero.
" Cf. O. LÙFGREN, Katalog uber die iithiopischen Handschriften in der Universitiitsbibliothek Uppsala
Sowie Anhiinge uber iithiopische Handschriften in anderen Bibliotheken und in Privatbesitz in Schweden,
Uppsala 1974, II8; testo etiopico e trad. amarica in Hdymdnota abaw tagatma falesdya untu ma~/.Iafo
Hdymanota abaw bafimata Pdtrydrkennahu labetj.u' waqeddus abuna Pdwlos patrydrk re'esa liqana
ptipdsdt za1tyoPJd, Addis Ababii 1986 calo et. = 1993/94 [l'ed. 1955 cal. et. = 1963]. 90-106.
39 Cf. TURNER T. I Fase. II Pars III, 545-560, e T. I. Fase. II Parso IV, 658 s., dal Cod. Veron. LX; per le
fonti extra-canoniche, cf. la esauriente rassegna presso MARTIN, Athanase d'Alexandrie et l'Église
d'Égypte (n. 6),423 s., n. 158.
ADAMANTIUS 12 (2006)
Neocesarea (nr. 22), e Sinodo e canoni di Ancira (nr. 21). - N e! Sinodos è presente una recensione
de! tutto diversa, non dal greco ma dall'arabo, in 14 canoni, cf. CPC nr. 8504, Versio aethiopica.
(21) Sinodo e canoni di Ancira (314 d.C.) (conservati 25 canoni numerati 21-45)
Versione etiopica di CPC nr. 8501, CanonesXXV; in 25 canoni, numerati 21-45. Come è chiaro
dalla numerazione, Sinodo e canoni di Ancira sono inseriti nella Collezione aksumita in una serie
continua che doveva comprendere, nell'ordine, oltre a brevi testi intercalati, i Canoni di
Neocesarea (bis) (nr. 22, canoni 46-59), i Canoni di Cangra (nr. 24, canoni 60-79), i Canoni di
Antiochia (nr. 26, canoni 80-I04) e i Canoni di lAodicea (nr. 27, canoni 105-163). Una tale
raccolta, caratterizzata proprio dalla numerazione continua dei canoni, e con identica
scansione è ben nota come Col/ectio antiochena: pressoché perduta nella originale forma greca,
tradotta in siriaco una prima volta, e una seconda con l'aggiunta dei Canoni di Costantinopoli e
dei Canoni di Calcedonia (Collectio antiochena adaucta), essa è nota anche in diverse traduzioni
latine40 • I canoni sono preceduti da una lista di vescovi partecipanti al concilio, gravemente
corrotta dalla tradizione manoscritta nella disposizione dei nomi, ma nella quale è ancora
possibile distinguere chiaramente due sottoliste: I) quella dei vescovi elencati per il sinodo di
Ancira; e 2) quella dei vescovi elencati per il sinodo di Cesarea, esplicitamente indicato con
tale nome; che la lista non possa essere considerata relativa a un unico sinodo lo dimostra la
doppia ricorrenza di nomi di vescovi nella pane I) e nella pane 2), che sono gli stessi noti da
altre versioni. Sul problema della interpretazione di questa lista ci sono due opinioni diverse:
E. Schwartz riteneva che la lista si riferisse ai concili di ,<Ancira e di Neocesarea», considerati
in origine unitariamente; tale unità, comunque anicolata in una apposita titolatura (perduta),
sarebbe stata favorita da un errore di omissione (ArKYPAC [KAI NEOjKAICAPEIAC) che
avrebbe introdotto la lezione di sinodo di "Ancira e Cesarea», passata poi a indicare il semplice
sinodo di Ancira; la giusta lezione "di N eocesarea» sarebbe stata reintrodotta da un correttore
che avrebbe distinto i canoni dei rispettivi sinodi (di "Ancira» o ,<Ancira e Cesarea» e
"Neocesarea»); la lezione «Ancira e Cesarea» la si ritroverebbe, sempre come conseguenza di
errore, nelle premesse rispettivamente ai canoni di Ancira e di N eocesarea, in tutte le versioni:
latine e siriache, ma anche armene, e ora anche nella Collezione aksumita etiopica. S. Parvis
ritiene invece (riprendendo una tesi precedente di J. Lebon), sulla base di fonti armene
soprattutto, che il sinodo di Cesarea ci fu. Nonostante gli argomenti addotti, se l'enore
postulato da Schwartz è «uralt», la tesi di Lebon e Parvis può essere messa in dubbio, e la
testimonianza dell'etiopico non sposta i termini del problema4'. - Nel Sinodos è presente una
40 Cf. E. SCHWARTZ, Die Kanonessamm/ungen der a/ten Reiehskirehe, ZSRG.K 25 (1936) I-I14 [rist. in
Gesamme/te Schriften (n. 34), IV, 159-275]; PIERRE (L'HUILUER), Origines et déve/oppement de /'aneienne
eolleefion eanonique greeque, MEPR 24 (93-96) (1976) 53-65; W. SELB, Die Kanonessammlungen der
orientalisehen Kirehen und dm grieehische Corpus der Reiehskirche, in Speculum Iuris et Ecelesiarum. Festschrift
for W.M PIOchl zum 60. Geburtstag, Wien 1967, 371-383 (non vidi); J. GAUDEMET, Les saurees du droit de
l'Eglise en Oecident du II' au VII' si~ck, Paris 1985, 75 sS.; cf. anche H. KAUFHOLD, Welche
Kirchenreehtsquellen kannte Patriarch Severos von Antiocheia (SI2-SI8j?, in 1m canonicum in Oriente et
Occidente. Festsehrift for Cari Gerold Furst zum 70. Geburtstag, Hrsgg. H. ZApp - A. WEIS - S. KORTA,
Frankurt am Main 2003, 259-274> pp. 264-266.
4\ Cf. SCHWARTZ, Die Kanonessammlungen (n. 40), pp. 16-18; J. LEBON, Sur un Conei!e de Césarée,
Muséon 51 (1938) 89-132, p. II7; S. PARVIS, The Canoni 01 Ancyra and Caesarea (P4): Lebon s thesis
revisited, JThS 52 (2001) 625-636, con ulteriore bibliografia, pp. 629 S.; Lebon e Parvis non discutono,
e sembrano anzi ignorare, la tesi di Schwartz (l), per cui faccio seguire qualche altro dettaglio: la
64
ALESSANDRO BAUSI - La coUezione aksumita canonico-liturgica
recensione del tutto diversa, non dal greco ma dall'arabo, in 24 canoni, cf. CPG nr. 8501, Versio
aethiopica.
(22) Canoni di Neocesarea (bis) (314/319 d.C.) (mutilo; conservati 3 canoni numerati 46-48)
Versione etiopica di CPG nr. 8504, Canones xv.
Il testo, mutilo, preserva 3 canoni numerati
46-48. La seconda occorrenza di uno stesso testo, cf. Canoni di Neocesarea (nr. 20), potrebbe
indicare che la Collezione aksumita è il risultato di una conflazione tra collezioni, o pezzi di
collezioni diverse. D'altra parte, se la brevità del testo conservato può bastare a spiegare come
risultato di convergenza indipendente la identità formale delle due occorrenze, le rispettive
brevissime introduzioni sono diverse, e solo la seconda fa esplicito riferimento a canoni di
Cesarea. - Nel Sinodos è presente una recensione del tutto diversa, non dal greco ma dall'arabo,
in 14 canoni, cf. CPG nr. 8504, Versio aethiopica.
documentazione pertinente è chiaramente indicata da SCHWARTZ (cit. sopra), 16 s., e LEBON (cit.
sopra), u6 ss. (soprattutto TURNER T. II Pars I): a) le versioni latine antiche (Isidoriana [antiqua e
vu~ata], Dionysiana I e Dionysiana Il) prepongono ai canoni di Neocesarea una notizia che
menziona esplicitamente la città di Cesarea; b) la versione siriaca edita da F. SCHULTHESS, Die
syrischen Kanones der Synoden von Nicaea bis Chalcedon, Goningen - Berlin 1908, 45 dà la stessa
notizia, sempre in testa ai canoni di Neocesarea; c) vi sono notizie analoghe nei canoni armeni, per
cui Lebon conclude per l'esistenza sicura di un sinodo di Cesarea; d) si può aggiungere che
l'etiopico, Canoni di Neocesarea (bis) (nr. 22), si comporta esattamente come il siriaco; LEBON (cit.
sopra), 120 5S., espone altri elementi: e) 2II vescovi elencati nel ms. armeno Vindob. 8ro, ff.36·b-39",
sono attribuiti a Nicea, cui segue una lista di «coloro che si riunirono a Cesarea», 20 nomi, che
servirebbero a rimpolpare il numero, per raggiungere la mitica cifra di 3r8; f) i 20 nomi della lista
armena sono gli stessi dei membri del sinodo di Neocesarea nelle antiche tradd. latine (TURNER T.
II, Pars I, 32: Prisca, e ibid., 52: lsidori vu~ata), dove fanno seguito alle liste dei membri del sinodo di
Ancira; g) la versione siriaca, d'altro canto, nella introduzione ai canoni di Ancira, fa seguire a una
lista dei vescovi del sinodo di Ancira immediatamente una seconda di quelli di Cesarea, cf.
SCHULTHESS (cit. sopra), 30 s., che è ancora la stessa dell'armeno; h) anche in questo caso l'etiopico
si comporta esattamente come il siriaco, cf. il testo in oggetto, Canoni di Neocesarea (bis) (nr. 22);
i) venendo alla collezione Isidoriana (antiqua e vu~ata, cf. TURNER T. II Pars I, 48), introduzione ai
canoni di Ancira: il testo cita Ancira e Cesarea, ma parla di un solo concilio: per Lebon queste notizie
rafforzano !'ipotesi di un sinodo unico di Ancira e Cesarea, già emersa dalle notizie premesse in testa
ai canoni di Neocesarea; cf. tutta la tesi ben riassunta in LEBON (cit. sopra), 129 s., che conclude poi,
ibid., 130-132, con la rivalutazione della tradizione armena, il cui merito essenziale sarebbe quello di
aver conservato l'antica distinzione tra canoni di Ancira e canoni di Cesarea. L'ipotesi opposta di
Schwartz può articolarsi come segue: a) esistenza di una titolatura, precedente i canoni di Ancira,
comune ad Ancira e Neocesarea, che si corrompe (ArKYPAC [KAI NEOjKAICAPEIAC) in «Ancira
Cesarea»: da notare che questa titolatura non è comunque attestata in siriaco ed etiopico, lo è invece
in alcune versioni latine; b) la lista dei vescovi, che elenca prima quelli di Ancira e poi quelli di
Neocesarea, subisce l'influenza della corruttela, ed elenca quelli di Ancira e poi quelli di Cesarea;
c) la introduzione ai canoni del sinodo di Neocesarea, in seguito alla corruttela, dichiara di far
seguito ai precedenti sinodi di "Ancira e Cesarea»: sempre per effetto della corruttela nella
titolatura, Ancira sarebbe indicato come «Ancira (e) Cesarea».
ADAMANTIUS 12 (2006)
mss. del SinodlJS ne conservano il testo: Addis Abeba, National Library 239, pp. 184c-186<; BNF
d'Abbadie 65, ff. 124r-125r; BNF Éthiopien 181, ff. 122rb-123ra; EMML 3515, ff. 9Iv-92v;
Staatsbibliothek zu Berlin, Preussischer Kulturbesitz, Orientabteilung, Or. 398, ff.184r-185r.
(27) Sinodo e canoni di Laodicea (fine IV sec. d.C.) (59 canoni numerati 105-163)
Versione etiopica di CPG nr. 8607, Canones LlX, in 25 canoni, numerati 105-163. Su una
importante versione copta, non segnalata in CPG nr. 8607, cf. COQUIN 51-60 e 67-78, ove però
il canone 59 è sprovvisto del cosiddetto 'canone biblico', cf. ibid, 78, n. 139. - Nel Sinodos è
presente una recensione del tutto diversa, non dal greco ma dall'arabo, in 59 canoni, cf. CPG nr.
8607, Versio aethiopica. Come già segnalato, una parte dei mss. del Sinodos ha aggiunto il
canone 59 ('canone biblico') dei Canoni di Laodicea nella recensione propria della Collezione
aksumita entro il canone biblico degli SI canoni (nr. II); e del canone 29 (~ 133 nella
numerazione continua) si ha una citazione nella Omelia sui sabati di Retu'a Haymanot,
«l'Ortodosso».
42 L'esistenza di una versione etiopica in 4 canoni asserita da CPG nr. 8600, Versio aethiopica, sulla
testimonianza di LOFGREN, Katalog uber die iithiopischen Handschriften (n. 38), II3, dà importanza a
un indice del Sinodos, l"Indice melchita', ed. BAUSI, IISenodos etiopico (n_ 16), testo, 5, trad., XVI e 2,
66
ALESSANDRO BAUSI - La collezione aksumita canonico-liturgica
(30) Concilio di Efeso (431 d.C.)
Versione etiopica dell'explicit di CPC nr. 8744, Cesta M episcopis Cypriis, probabilmente lo
stesso testo che «Ephèse, décret SUI Chypre», inedito, segnalato in versione copta, cf. COQUIN
43, e 44, n. 1343 •
che solo imperfettamente riflette la reale composizione del Sinodos, cf. dettagli sulla questione in lo.,
Alcune considerazioni (n. Il), 32 55.
43Il testo etiopico corrisponde esattamente a ACO I, I, 7: Concilium Universale Ephesinum. Volumen
Primum, Acta Graeca, Pars Septima. Colleetio Seguierana. Col/eetio Atheniensis. Col/ectiones minons,
ed. E. SCHWARTZ, Berolini - Lipsiae 1929, 122"".
44 Su Timoteo Eluro nella letteratura etiopica, cf. GETATCHEW HAILE, An Ethiopic Letter 01 Ti m othy
1101Alexandria Concerning the Death 0IChildren, JThS n.s. 38 (1987) 34-57. ed. e trad. di una epistola
consolatoria non altrimenti nota, dal ms. EMML 6307, ff. 46'-47" e 49'-54", e ibid., 34 n. I,
l'interessante indicazione che il Sinassario etiopico contiene notizie utili per la biografia di Timoteo;
cf. inoltre A BAUSI, OIChrP 68 (2002) 477-483, pp. 481 55., qui di seguito ripreso.
45 SU I) BNF Éthiopien 113, cf. H. ZOTENBERG, Cara/ogl« des manuscrits éthiopiens (gheez et
amharique) de la Bibliothèque Nationale, s.I. [Parisl 1877,127-131; su 2) EMML 1831, cf. GETATCHEW -
MACOMBER, A catalogl« 01 Ethiopian manuscripts V (n. 13), 286-292; su 3) e 4) EMML 2426 e 2429, cf.
GETATCHEW HAILE, A catalogue 01 Ethiopian manuscripts microfilmed for the Ethiopian Manuscript
Microfilm libraI], Addis Ababa andfor the Hill Monastic Manuscript Microfilm Library, Collegeville VI.
Project Numbers 200I-2500, Collegeville/MN 1982, 476-479 e 480-486; su 5) EMML 6837, cf. YAQOB, Il
libro del mistero (n. 15), I, testo, VI s.
46 I) BNF Éthiopien 131 presenta i seguenti testi della Sii/oge della Collezione aksumita: le Epistole, con
nell'ordine i §§ 1-5, 7-26, 27 (i §§ successivi non determinabili con precisione da catalogo), 36-38; i
XlI capitoli di Cirillo di Alessandria; Sull'incarnazione di Dio, il Verbo e la fede di Gregorio di
Nazianw; aggiunge, non presente nella Collezione aksumita, la Interpretazione dei XII capitoli di
Cirillo di Akssandria; segue la Confutazione di Calcedonia. 2) EMML 1831 presenta: Confutazione di
Ca/cedonia (nel corpo del Libro del mistero di Giyorgis di Sagla); le Epistole con nell'ordine i §§ 1-4,8,
9-II (non specificato), 12, 14, 17, 21, 27; i XII capitoli di Ciri/Io di Alessandria; aggiunge la
Interpretazione dei XlI capitoli di Cirillo di Alessandria. 3) EMML 2426 presenta: le Epistole con
nell'ordine i §§ 1-9, 1I-I5, 17-22, 24, 27, 2, 28, 5-6, 3, 30-31, 9, 12-15, 36,38; i XlI capitoli di Cirillo di
Alessandria; Sull'incarnazione di Dio, il Verbo e la fede di Gregorio di Nazianw; aggiunge la
Interpretazione deiXlI capitoli di Cirillo di Alessandria; segue la Confutazione di Ca/cedonia; aggiunge
67
ADAMANTIUS 12 (2006)
Epistola agli alessandrini, prima delle testimonianze patristiche, ha suggerito che tra
testimonianze patristiche e testo della Epistola non vi fosse relazione, e che i diversi testi non
costituissero una vera collezione. In realtà l'esistenza di una Silloge è dimostrata da vari
elementi: nella Epistola agli alessandrini si trova un secondo congedo, più sviluppato del primo,
che indica la fine effettiva delIa Epistola; si trova poi anche il congedo della Epistola ai
costantinopolitani, dopo la seconda serie di testimonianze patristiche; nel titolo dei XII capitoli
di Cirillo di Alessandria la Collezione aksumita riporta esplicitamente la attribuzione anche a
Timoteo Eluro, cui parrebbe dovuta la estrapolazione del testo di Cirillo di Alessandria; infine
è di Timoteo anche la Confutazione di Caleedonia; l'appartenenza alla SiUoge degli estratti
SuU'incarnazione di Dio, il Verbo e la fede di Gregorio di Nazianzo non è comunque certa. - I
testi della Silloge etiopica discendono probabilmente da una raccolta, perduta nell' originale
greco, di cui già restava traccia nelle versioni siriaca e armena47 •
Epistola agli alessandrini (nr. 31) di Timoteo Eluro. Versione etiopica di una Epistola agli
alessandrini, scritta dall'esilio di Gangra, diversa dall'unica nota di Timoteo Eluro, in versione
siriaca, CPC nr. 5477, Epistula ad Alao.ndrinos (syriace)'8. Oltre alla prima parte del testo della
lettera (evidentemente il § I, anche se non numerato), in cui si fa riferimento a una precedente
epistola inviata all'imperatore tramite un certo Rustico (certamente non il Rustico ben noto
nel VI sec. d.c.) e che contiene un «credo», comprende «testimonianze patristiche" di
Atanasio (§ 2); Giulio papa di Roma (§ 3); Vitale papa di Roma (§ 4); Atanasio (§ 5); «del
medesimo» (§ 6); Gregorio Taumaturgo (§ 7); Ambrogio (§ 8); Basilio (§ 9); «del medesimo»
(§§ ID-U); Gregorio (§ 12); Gregorio di Nazianzo (§ 13); Giovanni (§ 14); «del medesimo» (§ 15;
ripetuto a § 16); Teofilo patriarca di Alessandria (§ 17); «del medesimo» (§ 18; ripetuto a § 19; §
20); Cirillo (§ 21); «del medesimo» (§ 22; ripetuto a § 23; § 24; § 25; § 26).
Epistola ai costantinopolitani (nr. 32) di Timoteo Eluro. Versione etiopica della Epistola ai
costantinopolitani di Timoteo Eluro, scritta dall'esilio di Gangra, nota in versione siriaca, CPC
nr. 5476, Epistula ad Constantinopolitanos (syriace). Rispetto alla versione siriaca, l'etiopico
porta in più un congedo, in cui Timoteo, dopo avere ricordato la concordia delle
testimonianze dei padri, parla di una sua precedente Epistola, scritta e inviata agIi alessandrini,
sulle stesse questioni agitate nelIa presente: si tratta forse di una allusione alla Epistola agli
ancora Tredici anatemi dei dodici vescovi. 4) EMML 2429 presenta: le Epistole con nell'ordine i §§ 1-3,
5-6, 8-9, II-I2, 14-15, 17, 20-22, 24, 27, 2, 28, 5-6, 3, 30-31, 9, 12-15, 36, 8, 38; i XII capitoli di Cirillo di
Alessandria; Sull'incarnazione di Dio, il Verbo e la fide di Gregorio di Nazianzo; aggiunge la
Interpretazione deiXII capitoli di Cirillo di Alessandria; segue la Co nfotazio ne di Calcedonia; aggiunge
ancora Tredici anatemi dei dodici vescovi. 5) EMML 6837 non è catalogato.
47 Si consideri in particolare la celebre collezione di scritti, in buona parte attribuiti a Timoteo Eluro,
nel ms. siriaco British Library, Addit. 12156; la bibliografìa al riguardo è imponente; per un primo
orientamento, oltre a CPG nrr. 5475-5489 (anche per le versioni armene), cf. D.B. SPANEL, Timothy II
Aelurur, in The Coptic Encyclopedia (n. IO), VIII, 2263-2268, pp. 2267 s., e almeno R.Y. EBIED-
L.R. WICKHAM, Timothy Aelurur: Against the Definition of the Council oj Chalcedon, in After
Chalcedon: Studies in Theo/.ogy and Church History Ojfered to Proft!SSor Albert Van Roey /or His Seventieth
Birthday, eds. C. lAGA - J.A. MUNffiZ - L VAN ROMPAY, Leuven 1985. II5-166; L ABRAMOWSKI, Zur
geplanten Ausgabe von Brit. Mus. add. I2I5O, in J. DUMMER et alL, Texte und Textkritik. Eine A'fftatzsammlung
(TU 133), Berlin 1987, 24-28.
4' Cf. R.Y. EBIED - LR. WICKHAM, A collection ofunpublished Syriac Letters of Timothy Aelurus, JThS n.s. 21
(1970) 321-369, trad. pp. 357-362; l'erronea identità con l'etiopico sostenuta ibid., 324 si basa su dati da
catalogo; per la versione delle due lettere nella Historia ecclesiastica di Zaccaria Scolastico, cf. CPG nr. 5476.
68
ALEsSANDRO BAUSI - La coUezione aksumita canonico-liturgica
alessandrini nella versione etiopica, e non alla Epistolaagli alessandrini nota nella versione siriaca, dato
che in quest'ultima, dedicata alla sromunica di Isaia e Teofilo, le testimonianze patristiche sono del
tutto assenti. Oltre alla prima patte del testo della lettera, indicata con «del medesimo» (§ 27),
comprende «testimonianze patristiche» rispettivamente «del medesimo» (§ 1.8; ripetuto a § 29; §
30); Gregorio Taumaturgo (§ 31); «dopo di questo» (§ 32); «del medesimo» (§ 33; ripetuto a § 34); «e
vi aggiunse» (§ 35); Atanasio (§ 36); Ambrogio (§ 37); «del medesimo di Cirillo» (§ 38)49. La
dislocazione e il numero delle testimonianze patristiche nella versione etiopica sono diversi rispetto
alla versione siriaca; nel confronto la differenza è accentuata dal fatto che il testo della CoUezione
aksumita omette la ripetizione delle testimonianze patristiche già riportate nella precedente Epistola
agli alessandrini, mentre ciò non avviene nella versione etiopica contenuta nel Libro ekl mistero di
Giyorgis di Sagla; conseguentemente, la attribuzione delle testimonianze patristiche con la formula
«del medesimo» è ingannevole, perché spesso è stata omessa la testimonianza patristica precedente
cui «lo stesso» doveva riferirsi: rosì per es. la «testimonianza patristica» al § 1.8 è di Atanasio, mentre
dalla sequenza nella CoUezwne aksumita essa sembrerebbe riferita allo stesso Timoteo.
XII capitoli di Ciri/W di Alessandria (nr. 33). Versione etiopica dei XII capitoli di Cirillo di
Alessandria; il testo grero si trova inserito in altre opere di Cirillo di Alessandria, cf. CPC nr. 522I,
Apologia XII apitulorum contra Orientaks, nr. 5222, Apologia XII anathematismorum contra Theodoretum,
nr. 5223, ExpImratio XII capitulorum.
Conjùt:azWne di Calcedonia (nr. 34) di Timoteo Eluro. Versione etiopica della Confotazione di
Caladonia di Timoteo Eluro, CPC nr. 5482, Refotatio synodi Chaladonmsis et tomi Leonis (syriace). TI
testo, perduto nell' originale grero, è noto nella versione siriaca della Sillog~o.
SuO'incarnazione di Dw, il Verbo e Iafoek (nr. 35) di Gregorio di Nazianzo. Versione etiopica di
estratti sull'incarnazione di Dio, il Verbo e la fede, attribuiti a Gregorio di Nazianw, la cui
appattenenza alla Silloge non è certa51 •
49 I §§ 27,2,28,5-6,3,7,9-12, 8, 18-19, 24, 13-15, rorrispondono alla versione siriaca rome segue: § 27 = EW.
(= EBIED - WICKHAM, A collection olunpublishedSynac utttn(n. 48]), 3511-352ll e 35234-3538; § 28 = EW. 35t
Il; § 5 = EW. 353'4-36; § 6 =EW. 3541-1; § 3 = EW. 354"->l; § 7 = EW. 354'7-1.9 (il paragrafo attribuito a Gregorio è
più sviluppato: EW. 354'Bry; §§ 9-II = EW. 355"'6; § 12 = EW. 35517-19; § 8 = EW. 355"'-'4; § 18 = EW.355'5->9;
§ 19 =EW. 355J'-356'; § 24 = EW. 35~l; § 13 =EW. 356'4-357'; § I4 =EW. 35t-1o; § 15 =EW. 351""·
>O Il testo etiopico corrisponde a quello siriaco di F. NAU, Documents pour servir à l'histoire de l'église
nestorienne. I. Quatre Homilies de saint fean Chrysostome. IL Textes monophysites: Homé/ies d'Érechtios;
Fragments divers; Extraits de Timothte A/!~, de Philoxène, de Bar Hébraeus. IIL Histoire de Nestorius,
d'après la /ettre à Cosme et l'humne de !jliba de Man~ourya. - Conjuration de Nestorius contre /es
migraines (pO 1312), Paris 1919, [1-216] = III-326, pp. 218-231; la Confotazione di Calcedonia ha potuto
essere valutata «un articolo che dal contenuto appare incontestabilmente di fede cattolica», come
riferisce YAQOB, Il libro del mistero (n. 15), I, testo, VI, ma in realtà i contenuti di fede cattolica sono
quelli delle tesi degli avversari, che Timoteo ha l'abitudine di riportare per esteso prima di
confutarli; lo stesso YAQOB, ibid., I, testo, VI, n. 5, ha riconosciuto che «il ge'ez in cui è redatta tale
parte [= Confotazione di Calcedonia] è diverso da quello del resto del MM [= Libro del mistero],
nebuloso piuttosto, e il contenuto di essa dà !'impressione di essere piuttosto una traduzione di un
testo straniero, neanche ben compreso nella sua espressione».
51 Cf. E. VAN DONZE!., Les «versions» éthiopiennes des Discours de Grégoire de Nazianze, in IL Symposium
Nazianzenum. Louvain-la-Neuve, 25-28 aout 1981, éd. J. MOSSAY, Paderborn - Miinchen - Wien-
Ziirich 1983, 127-I33, p. 132, che ha erroneamente attribuito gli estratti direttamente al Libro del
Misuro; cf. la giusta rettifica di W. WITAKOWKSI, Gregory 01 Nazianzos, in Encyclopaedia Aethiopica.
Volume 2 (n. 14), 891 s., che ha però omesso la segnalazione dei mss. EMML 2426 e 2429.
ADAMANTIUS 12 (2006)
(36) Responsa canonica di Pietro di Alessandria (14 risposte).
Versione etiopica di Responsa canonica di Timoteo di Alessandria (380-385), CPG nr. 2520, !?esponsa
canonica, attribuiti nella versione etiopica a Pietro di Alessandria, come avviene in una versione copta
inedita, cf. CoQUIN 44, n. 18. Nel testo originale greco le risposte sono 15, e così nella versione copta; la
versione etiopica ha omesso la domanda e la risposta VII, probabilmente per omoteleuto. - Sei ross. del
Sinodos ne conservano il testo: Addis Abeba, National Libr.uy 239, pp. 186c-189"; Vaticano BOl-gianO
etiopico 2, ff. I74v-176'; BNF d'Abbadie 65, ff. l4lv-143'; BNF Éthiopien 181, ff. I24v.t_~5vb;
Staatsbibliothek zu Berlin, Preussischer Kulturbesitz, Orientabteilung, Or. 398, ff. 187'-188"; Uppsala,
Universitatsbibliothek, O Etiop. 39, ff. 122'-123v. Come già segnalato, dei Responsa canonica si ha una
citazione nella Omelia sui sabati di Retu'a Haymanot, "l'Ortodosso», che li artribuisce esplicitamente a
Pietrd' .
Alessandro Bausi
Università di Napoli "L'Orientale", Dipartimento di studi e ricerche su Africa e Paesi Arabi,
Palazzo Corigliano, Piazza San Domenico Maggiore 12,
80134 Napoli
<albausi@unior.it>
52Per ed., trad. e ulteriori dertagli, cf. A. BAUSI, La versione etiopica delle Risposte canoniche di
Timoteo I attribuite a Pietro di Alessandria (ePG nr. 2520), Scrinium 2 (2005) = Mémorial Michel van
Esbroeck, S.], eds. B. LOURIÉ et ali., Saint Petersburg, in stampa.
7°