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EUGENIO GARI N
BIBLIOPOLIS
EUGENIO GARIN
BIBLIOPOLIS
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a Eugenio Garin
f~
Il
ISBN 88-7088-361-2
Copyright 1994
INDICE
Avvertenza
Per una nuova 'biblioteca'
I.
II. Nuovi testi e nuove traduzioni
III. Per una 'storia' della filosofia antica: Ie vite dei
filosofi
IV. La sapienza antichissima e I'ermetismo
V. Platonismo e aristotelismo: dalla comparatio
alia concordia
VI. Stoicismo, epicureismo e scetncisrno: verso
la nuova fondazione della scienza
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II
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79
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Appendice
105
AVVERTENZA
E.G.
I.
II
----_._--
2 Introduction
1950, p. 95.
a l'etude
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14
IS
7 Sulla questione della Poetiea nel Medioevo latino efr., dopo il saggio
di E. FRANCESCHINI, La Poetica di Aristotele nel secolo XIII, gia in Atti
del Reale Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, 95, 2, 1934-1935, pp.
523-548 (ed ora in E. FRANCESCHINI, Scritti di filologia latina medievale,
Padova, Antenore, 1976, vol. II, pp. 588-614), L. MINIO PALUELLO,
Guglielmo di Moerbeke traduttore della Poetica. di Anstotele (1278), Rivista di
Filosofia Neoscolastica, 39, 1947, pp. 1-19; rna v. anche W. F. BOGGESS,
Aristotle's 'Poetics' in the Fourteenth Century, Studies in Philology, 67, 1970,
pp. 278-94; G. DAHAN, Notes et textes sur la poitique au Moyen Age, AHDLMA,
1980-1981, pp. 171-239. La traduzione di Guglielmo fu pubblicata nel '53
nell'Aristoteles Latinus (XXXIII, De arte poetica, ed. E. Valgimigli, reviserunt
etc. Aetius Franceschini et L. Minio- Paluello, Bruges- Paris, Desclee de Brou
wer, 1953; nella seconda ed., Leiden 1968, Minio-Paluello ha aggiunto la
Translatio Hermanni). Giorgio Valla condurra la sua versione latina (I498) sul
cod ice Estense greco 100 del seeolo XV ehe gli apparteneva; Poliziano
possedeva il Laurenziano, pluto 60, 14, miscellaneo del sec. XV, di eui si
servi per il corso su l'Andria di Terenzio, in eui cito e tradusse luoghi
importanti aristoteliei (cfr. [A, PEROSA] Mostra del Potinano [...], Firenze,
Ist, Naz. Studi Rinase., 1955, pp. 72-73; A. POLIZIANO, La commedia antica
e l'Andria di Terenzio, a eura di R. Lattanzi Roselli, Firenze, 1973, p. 3 sgg.).
16
]7
18
19
20
12 Per le indicazioni date sopra efr. i volumi del Plato Latinus del
Klibansky (oltre il Menone gia citato, Phaedo, ed L. Minio Paluello, Londinii,
Warburg Inst., 1950; Parmenides [' .. J necnon Procli Commentarium, edd. R.
Klibansky et C. Labowsky, Ed. id., 1953; Timaeus a Calcidio translatus commen
tarioque instructus , ed. J. H. Waszink, Londinii et Leidae, Warburg Inst. - E. J.
Brill, 1962). In particolare a proposito del Parmenide, v. R. KLIBANSKY, The
Continuity of the Platonic Tradition. Plato's Parmenides in the Middle Ages, London,
Warburg Inst., 1981. Cfr. ora: PROCLUS, Commentaire sur le Parminide de
Platon. Traduction de Guillaume de Moerbeke, I, Livres I Ii IV, ed. critique par C.
Steel, Leuven Univ. Press 1982 (nella intr. 10 Steel sottolinea anch'egli la
scarsa incidenza medievale della versione di Guglielmo). Si aggiunga infine
che il Vat. lat. 11600, scritto intorno al 1480 in Italia, reca al margine,
aggiunta poco dopo, la versione del Parmenide del Ficino.
21
" Per la questione del De vera sapientia cfr. la nota del Klibansky in
cake alia prefazione di L. Baur alia sua ed. critica del. vol. V delle opere
complete del Cusano (Nicolai de Cusa Opera omnia, ed. L. Baur, V, Lipsiae,
Meiner, 1937, pp. XXI-XXIV). Nella sua informatissima nota Klibansky
menziona, a proposito della singolare fortuna del testa, oltre alla citazione di
Schopenhauer nella prefazione del 1859 alia terza edizione del suo capola
voro, ie versioni italiane del primo libro che circolano nell'800 (Milano,
Silvestri, 1824 e 1833; Sonzogno, 1883). Va aggiunto che anche la citata
versione del primo libra omette alcuni brani per obbedire al criterio generale
di dare solo il ristoratore delle buone lettere e della filosofia. Avverte il
traduttore (p. 141): Non abbiamo tradotto che il primo Dialogo, come quello
che e dettato da una sana critica, e da una retta filosofia; intralasciando il
secondo, che essendo scritto can quelle maniere scolastiche, che ai tempi di
Messer Francesco tiranneggiavano gl'intelletti nelle scuole, non si potrebbe a'
nostri giorni leggere non solo con diletto, rna nemmeno con pazienza.
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25
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21
27
nostra [",J non illiterata), e non solo di codiei greci, rna anche
di traduzioni latine prima ignote (neque grecos tantum, sed in
latinum versos aliquot nunquam alias visos aspicient). Con gli antichi
padri latini, con Cicerone e Seneca, i Greci vengono e ver
ranno costantemente ricercati soprattutto come maestri di
filosofia ed esempi di saggezza, Petrarca, infatti, rimane fedele
al richiamo socratico della riflessione dal cielo alla terra,
perche diventi scuola di moralita ed educazione ai valori.
Proprio in Cicerone Petrarca trovava, a un tempo, gli stru
menti critici per una polemica antidogmatica e l'invito a una
filosofia dell'uomo e della vita, de virtute et vitiis, de bonis rebus et
malis, piuttosto che de natura et rebus occultis. La stessa antitesi
fra Platone e Aristotele poteva alla fine placarsi: rebus congruen
tes, nominibus differebant.
4. Non paganum philosophum, sed apostolum loqui pu
tes, esclarnera di Cicerone, con cui, nel quarto dei Rerum
memorandarum libri, confessera di essersi a tal punto familiariz
zato da esprimersi come lui, quasi fosse vissuto con lui:
v i xis s e secum michi v ide 0 r ex loquendi usu, de opi
nione eius non aliter certus [' .. J quam si que legi ex ore
narrantis accepissems P. Erano quasi le parole stesse che
Cicerone aveva adoperato per indicare il rapporto fra Platone
e Socrate, e l'avvicinamento voluto non e senza significato. La
presenza costante di Cicerone, COS! nel Petrarca come in tutto
l'umanesimo rinascimentale, non sempre e stata colta in tutto
il suo significato, soprattutto per quello che riguarda la filo
sofia. Senza dubbio appariva rilevante 10 scrittore, l'oratore,
l'uomo politico, rna sui terreno filosofico egli rappresentava
colui che aveva aperto ai latini i tesori del pensiero greco, che
22
28
saggi erano usciti nei vall. IV-XIII dell'Archiv fiir Geschichte der Philoso
phie fra il 1891 e il 1900; e nei Sitzungsberichte der K. Akad. d. Wissen
schaften di Berlino, 1904.
24 CHARLES B. SCHMITT, 'Cicero sceptieus', .4 Study of the Influence of
the 'Academica' in the Renaissance, The Hague, M. Nijhoff, 1972.
29
II.
NUOVI TESTI E NUOVE TRADUZIONI
t
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32
33
10
onore di Roberto Cessi, Roma, Edd. di Storia e Letteratura, 1958, vol. I, pp.
8
Epistole, ed. Altamura, Leece, Centro Studi Salentini, pp. 105, 189.
Epistole, p. 108.
Epistole, p. 244.
34
349-356.
II SALUTATI, Epistolario ; ed. Novati, III, 131, Roma, Istituto Storico
Italiano, 1896.
35
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37
38
18 on. L.
LABOWSKY, Bessarion's Library and the Biblioteca .Hareiana,
Roma, Edd. di Storia e Letteratura, 1979; e. BIANCA, La formazione della
biblioteca latina del Bessarione , in Scnttura, biblioteche e siampa aRoma nel Quattro
cento, Citra del Vaticano 1980, pp. 103-165.
19 CHRISTIAN
BEC, De Petrarque
Machiauel:
propos d'un topes
humaniste. Le dialogue lecteur livre, Rinascimento, II" serie, XVI, 1976, pp.
3-17.
39
!~
smo in ltalia (Roma 18-20 aprile 1977), Roma, Ace. Naz. Lincei, 1978, pp.
121-242.
22 Lo seritto di FRANCESCO CAVALLI, De numero partium ac librorum
physicae doctrinae Aristotelis, che il Manuzio si proponeva di pubblicare lui
stesso (<<quem ipsi brevi excursum formis publicabimus - scrive nel gennaio
'97 nella dedica del terzo volume), usei in realta a Venezia presso Matteo
Codeca (secondo l'IGI, 2291, rna nell'integrazione del vol. VI, fra il '93 e il
'95, il che, tuttavia, non si accorda con Ie parole di Aldo). II Cavalli
ordinava COS! i libri fisici: doctrina physica quinque partes habet: prima est
de naturae principiis primis, et iis quae naturalia fere omnia communiter
consequuntur; et haec primo tradita est in libro de physico auditu. Alia pars est
de simplicibus motu locali motis, de coelo et elementis quatuor cum via qua
fit transitus ad caduca in quantum talia; de primis agitur in libro de coelo et
mundo; de secundis in libro de generatione et corruptione, cuius partis ordo
traditus est in principio tertii libri de coelo et mundo. Tertia pars est de
mixtis inanimatis, de qui bus agitur in libro metheorologicorum ['.. J. Quarta
est methodus de animalibus [' .. J. Quinto et ultimo est langor et sanitas quae
sunt operationes non naturae soli us, sed artis quoque [' .. J. Hae quinque
partes universali ordine in principio libri metheororum ordinatae sunt ab
Aristotele, Per un utile confronto con le Discussiones peripateticae del Patrizi
cfr. M. MUCILLO, La vita e le opere di Aristotele nelle Discussiones peripateticae
di Francesco Patrizi da Cherso ; Rinascimento, 2a serie, 21, 1981, pp. 97 e sgg.
Documenti molto notevoli sulle prime stampe di testi filosofici in greco e
in latino si trovano in Aldo Manueio editore. Dediche. Prefaeioni. Note ai testi
(introd. di Carlo Dionisotti; testi, traduzioni e note a cura di G. Orlandi),
Milano, II Polifilo, 1975, 2 volumi; G. A. Bussr, Prefazioni, a cura di M.
Miglio (con un'ampia e importante introduzione), ed. id., 1978.
23 Utili motivi e preziose indicazioni si possono trovare nella ricca
Miscellanea marciana di studi bessarionei, Padova, Antenore, 1976. Si veda, per
es., di S. BERNARDINELLO, Un autografo del Bessarione: 'Vindobonensis philoso
phicus Graecus 64, pp. 1-19, con le indicazioni, p. 19, di discussioni di casa
Bessarione attestate da glosse ai codici.
40
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of the
'Quattrocento',
43
27 Cfr. R.
1934, pp. 3-4.
WALZER,
44
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47
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f--
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49
35
e sgg.; rna cfr. anche A. SAMMUT, Unfredo Duca di Gloucester e gli umanisti
italiani, Padova, Antenore, 1980.
50
39 Per
Ja ripresentazione delle traduzioni umanistico-rinaseimentali
nell' edizione di Aristotele del Bekker, cfr. Aristotelis / opera / edidit / Acade
mia Regia Borussica. / Volumen tertium. / AristoteLes Latinus interpretibus oariis. /
Berolini / Apud Georgium Reimerum. / A. 1831 / ex officina Academica.
L'Organon e dato nella traduzione di Giulio Paci; la Physica e il De caelo
nella versione dell'Argiropulo; i Meteorologica in quella del Bude; il De anima e
an cora dell' Argiropulo; la Metaphysica e del Bessarione. Molte Ie traduzioni
del Gaza e di Nicolo Leonico Tomeo, per non dire del Filelfo, del Calcagnini
e di Francesco Patrizi da Cherso.
51
Medieval Latin Aristotle Commentaries (<<Traditio", dal vol. 23 del 1967); Renais
sance Latin Aristotle Commentaries (in "Studies in the Renaissance, dal vol. 31
del 1974). [Per una ulteriore analisi delle prime traduzioni platoniche del
Bruni, cfr. ora, di E. BERTI, 1l Critone latino di Leonardo Bruni e di Rinuccio
Aretino, Firenze, Olschki, 1983.]
52
III.
PER UNA 'STORIA' DELLA FILOSOFIA ANTICA:
LE VITE DEI FILOSOFI
53
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55
56
57
58
59
Essais, II, 4.
60
61
C. A.
GORDON,
A Bibliography
rif Lucretius,
1962.
London, R. Hart-Davis,
62
63
64
delle science di Angelo Polieiano, Rinascimento, serie 2', XX, 1980, pp.
65
IV.
LA SAPIENZA ANTICHISSIMA E L'ERMETlSMO
67
68
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70
71
72
!lEv yaQ trhv oUQuv(wv ~EWV bti yf) xUtEAEU<JEtUL, oUQuvou tOV oQov
II
UAAU rtUvtU aXQL~w !lUV~UVEL, XUL to rtUVtWV !lE[~OV, oubE ti]v yijv
XUtUALrtWV avw y(VEtUL' rooourov to !lEYE~6 E<JtLV UUtOU tf) ExtU<JEW'
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bE OUQUVLOV ~EOV a~uvutov uV~QWrtov' bL6rtEQ bLa tOUtWV to. rtUvtu tWV
Mo, xoouou XUL aV~Qwrtou' imo bE tOU EVO to. nrivtu.
73
I
~
3 Sui Liher Alcidi efr. quanto ho seritto in Studi sui platonismo medievale,
Firenze, Le Monnier, 1958, pp. 89-151.
74
75
Hammadi Library in English, Leiden, Brill, 1977, pp. 300-307); ne meno interes
sante e osservare Ia costante presenza di 'autorita' in ogni raccolta gnostica,
alla cui struttura sembra intrinseca una tonalita 'platonizzante'.
5 Per tutto il problema della prisca theologia e ora da vedere D. P.
WALKER, The Ancient Theology. Studies in Christian Platonism from the Fifteenth to
the Eighteenth Century, London, Duckworth, 1972. Sulle molte dipendenze di
Ficino da Gemisto e da vedere sempre F. MASAI, Plithon et le platonisme de
Mistra, Paris, Les Belles Lettres, 1956 (rna anche B. KIESZItOWSIU, Studi
sui plutonismo del Rinascimento, Firenze, Sansoni, 1936). I testi del Pletone, oltre
che nella Patrologia greca del Migne, 160, nell'ed. di testi a cura di C.
Alexandre, PLETHON, Trait, des Lois, Paris, Didot, 1858. A proposito degli
Oracoli caldaici, cfr. l' ed. Des Places, Paris, Les Belles Lettres, 1971; e H.
LEWY, Chaldaean Oracles and Theurgy. Mysticism Magic and Platonism in the Later
Roman Empire, Nouvelle ed, par M. Tardieu, Paris, Etudes Augustiniennes,
1978.
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77
V.
PLATONISMO E ARISTOTELISMO:
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I1
I\
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85
COSl
rios, l'ed. del JUGIE nelle Oeuvres completes (Paris 1928-1936), IV, pp. 1-116;
della risposta del Pletone l'ed. W. GASS, Gennadius und Pletho [...], Bre
slau 1844, vol. II, pp. 54-116. Appartiene a una certa tardiva fortuna cinque
centesca del De differentiis (oltre I'edizione veneta del testo del 1540, riprodotta
nel '41 a Parigi, e oltre la parafrasi latina del veronese Bernardino Donato
del '40, in forma di dialogo, e la nuova traduzione di Giorgio Chariander
uscita nel '74 a Basilea dal Perna) la traduzione latina di Giulio Angeli da
Barga, conservata nel manoscritto 234, ff. 90r-99v, della U niversitaria di
Pisa, dove I' Angeli insegno logica e medieina fra il 1563 e il 1592.
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caro, i: dagli I tali ani piu dotti e dagli Ebrei, che abbiamo imparato
Ie teorie di Averroe sull'anima umana; e quello che dice, e come 10
dice, noi 10 sappiamo, non come te, che chiaramente non ne sai
nulla, sia che tu abbia ascoltato degli ignoranti, sia che tu non abbia
compreso quello che hai sentito; il linguaggio di Averroe, infatti, ha
in proposito delle finezze che 10 rendono difficile a uno spirito
grossolano.
Ma Averroe, gli Ebrei, e i vari maestri di pieta 0 di
ernpieta, ritornano di continuo nelle accuse che i due avver
sari si scambiano. In un testa in cui 10 Scholarios accusa
duramente il Pletone, e che e conservato autografo ne! mano
scritto XXII, I, della Biblioteca dei Gerolamini di Napoli,
non solo la genesi degli 'errori' di Gemisto, rna tutta la sua
storia intellettuale e presentata con ricchezza di particolari, in
genere confermati dalle fonti.
Questi, prima di avere raggiunto Ia maturita della ragione, dell'edu
cazione e del giudizio (JtQiv 'tEAELwtlfiVaL 'tep AOYI{> xai tfl JtaL()ElJOEL
xai tfl tOU xQ(VELV 1:0. tounrt ()vvu!tEL), anzi prima an cora di
esservisi appressato, fu a tal punto preso dalle opinioni elleniche (twv
EAAl]VLXWV ()Oswv), che si curo ben poco di apprendere il cristiane
simo dei padri (rov Jt(ltQLOV autep XQwtLavw!tov), salvo quello che
a tutti ne e palese. Non fu infatti per I'ellenismo della lingua, come
fanno tutti i cristiani, che lesse e studio i libri degli Elleni, e innanzi
tutto dei poeti, poi anche dei filosofi, rna per seguirne Ie opinioni, E
percio Ii segui. E questo noi sappiamo con precisione (axQL~w<;)
[avendolo appreso] da molti che I'avevano conosciuto bene in
gioventu, Cosi essendo predisposto, e del tutto norma Ie che, per
difetto di grazia divina, da parte dei demoni a cui si era congiunto
gli derivasse un'inclinazione ad aderire costantemente all' errore,
come accadde anche a Giuliano e a molti altri apostati. II massimo
(to ... XElpUAaLOV) dell'apostasia fu raggiunto da lui per I'influenza di
un Ebreo, che egli frequcnto per la competenza che aveva nell'inter
pretazione di Aristotele. Era costui un seguace di Averroe e degli
altri commentatori persiani e arabi dei libri aristotelici, che gli Ebrei
hanno reso nella propria lingua. Di Mose, e delle cose che gli Ebrei
credono e praticano per il suo insegnamento, costui non si curava
afTatto. Fu lui che gli espose Ie teorie di Zoroastro e degli altri.
Quest'uomo in apparenza ebreo, in realta ellenico, non solo fre
88
6 Per il testo, esumato dal Lambros nel 1924, cfr. MASAI, Plithon, p.
58. Qui e dato secondo I' edizione del J ugie, nella citata edizione delle opere
dello Scholarios, vol. IV, p. 152.
89
C'e una cosa, fra molte altre, che ti sfugge: non e per difetto di
conoscenza che Platone non ha scritto nulla sulle scienze: e perche
lui stesso, e prima di lui i pitagorici, ritenevano opportuno non
scrivere su tali questioni, rna trasmetterle a viva voce ai loro disce
poli, nella convinzione che sarebbero stati pili sapienti se avessera
avuto tali conoscenze dentro di se, e non nei libri. Infatti, poco ci si
cura di un possesso duraturo nell'anima, quando si immagina di
possedere la scienza nei libri. Ma siccome, secondo Ie circostanze, la
buona e la cattiva fortuna introducono nella nostra attivita scienti
fica interruzioni numerase, e talora lunghe, e utile scrivere, perche in
tal modo si olfre una sorta di memoria a colora che non possono
dedicarsi aile scienze senza interruzione. Per questo Platone mede
simo ha lasciato delle note, rna solo sui principi della logica, della
90
In
Cit. in
MASAI,
91
9 Per Bessarione, i suoi testi e quelli della sua cerchia, mi servo dei tre
volumi di L. MOHLER, Kardinal Bessarion als Theologe, Humanist und Staats
mann, Paderborn 1923-1942 (che adopero nell'ed. anastatica, Aalen, Scientia
Verlag, 1967). Della Comparatio usa I'unica ed. veneta del 1523.
92
93
94
95
VI.
STOICISMO, EPICUREISMO E SCETTICISMO:
DELLA SCIENZA
97
98
99
100
101
GNONI,
102
103
Appendice
Journal of the Warburg and Courtauld Institutes, IX, 1946. pp. 60-73.
Cfr. p.o.
KRISTELLER,
OLIVIERI,
neolatina. FilosoJia e ricerca dell'Aristotele greco tra i secoli XIII e XIV, Padova, Ante
nore, 1988, pp. 18-19.
Le pagine che seguono intendono integrare e precisare quanto scrivevo
nel saggio Gli umanisti e la scienza, Rivista di filosofia -. 52, 1961, pp. 259-278,
e nella relazione Fonti italiane per la storia della scienza. Note per un programma, in
Atti del primo congresso internazionale di ricognizione delle fonti della
scienza italiana: i secoli XIV-XVI, Firenze, 1967, pp. 279-296 (poi in L'eta
105
106
R.
KLEIN,
107
ROSE,
108
per tutte alia introduzione preziosa e ricchissima di Giovanni Pozzi alia sua
edizione delle Castigationes Plinianae et in Pomponium Melam, vol. 1, Padova, An
tenore, 1973, pp. XV-CLXVIlI. Uno strumento indispensabile per seguire Ie
vicende culturali, appena accennate nel testo, e l'edizione a cura di V. Branca
delle epistole del Barbaro: Epistolae, Orationes et Carmine; vall. 2, Firenze, Bi
bliopolis [OlsckhiJ, 1943.
109
soni, 1955, vol. I, pp. 219-253. Barbaro come Poliziano, come innanzitutto
Giovanni Pico, erano esperti di Aristotele, e dell'aristotelismo tardo-scola
stico; potevano dirsi anche loro, su certi punti, 'aristotelici '. Solo che il loro
capira che cosa fu I'Aristotele a cui pensava Galileo quando diceva che anche
lui era' aristotelico '.
110
III
10
innanzitutto quanto scrive Branca nel Poliziano, cit., pp. 1-36. Per quanto si ri
ferisce a Sesto Empirico cfr. L. CESARINI MARTINELLI, Sesto Empirico e una di
piu riprese fa Vittore Branca nel suo Poliziano e l'umanesimo della parola, To
De choreis Musarum presenta una sua articolata classificazione delle varic disci
pline di cui tenta un profilo.
~ Come e noto, strettissima fu, a un eerto momento, l'arnicizia fra Poli
ziano e Giovanni Pico, e ne restano tracce d'ogni genere, rna, in fondo, ancora
da mettere bene a fuoco. Da tenere presenti le penetranti osservazioni [he a
112
113
114
nae.
Purtroppo, a parte qualche saggio pregevole, nessuno ci
ha dato quella anaIisi esatta e completa di tutte le fonti, ci-
115
15
della Gardenal, Giorgio Valla e le scienze esatte, nel vol. cit. a cura del Branca. pp.
9-54, sono da tenere presenti, di P. Landucci Ruffo, i due attenti contributi:
Nole mila Physiologia di Giorgio Valla, Physis, Rivista internazionale di storia
della scienza -. XIII. 1971, pp. 13-20; Le fonti della Medicine nell'enciclopedia di
Giorgio Valla. nel vol. a cura del Branca, pp. 55-68. Sempre fondamentale J.L.
HEIBERG, Beitriige zur Geschichte Georg Vallas und seiner Bibliothek,
XVI Beiheft
<0
zum Centralblatt fur Bibliothekwesen , 1986, pp. 1-129 (rna da vedere anche
P.L. ROSE, Humanist Culture and Renaissance Mathematics: The Italian Libraries of
the Quattrocento, Studies in the Renaissance , XX, 1973, pp. 46-105). Osserva
0<
116
16
117
Nuovo non e solo il libro ignoto, non mai vis to; e anche il Ii
bro frainteso, mal tradotto, collocato in una luce non adatta,
con aspetti da scoprire. Materialmente, il Tolomeo che Co
pernico legge e segue e ancora una volta Tolomeo gia ben
nato al Medioevo latino e arabo; in realta diventa un altro li
bro, cosi come l'Aristotele che Argiropulo leggeva a Firenze
servendosi dei commentatori greci antichi, 0 come l'Aristo
tele che Pomponazzi illustrera a Bologna, ribelle e preliber
tino: un altro Aristotele, come l'Averroe mistico e un altro
Averroe. II neoaristotelismo che si viene delineando gia nel
Quattrocento, l'Aristotele etico-politico, I'Aristotele della Re
torica e della Poetica, e anche un certo Aristotele logico e fi
sico del Cinquecento, can I'Aristotele della Scolastica hanno
a volte in comune poco pill del nome. Cambiano gli scenari, i
parametri, i contesti; mutano i rapporti fra Ie 'discipline', fra
Ie arti - fra i dotti; cambiano, soprattutto, i linguaggi e i me
todi 19.
118
119
patologica nel Quattrocento fiorentino, sui testi di Antonio Beniuieni, Bernardo Torni,
Prospettiva
Istorica
Notomia
Teorica disegno
Aritmetica 20.
gun, natura della magia. Filosofi, streghe, riti nel Rinascimento, Milano, 11 Saggiatore
(A. Mondadori), 1991.
20 LORENZO GHIBERTI, 1 commentari, a cura di O. Morisani, Napoli, Ric
ciardi, 1947, pp. 2-3.
120
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'1
122
phiae. in polernica, pili assai che contro Boezio e Porfirio (0 10 stesso Aristo
tel e), contra i filosofi conternporanei (anche se Josse Bade aggiunge: non defore
tamen credam quae ab illis respondeantur).
123
25
Inglese 1962), Milano, Feltrinelli, 1973, pp. 17. 20-22, 24-25. Sull'opera di la
copo Angeli cfr. R. WEISS, [acopo Angeli da Scarperio (c. 1360-1410-11), in Me
dioeoo e Rinascimento. Studi in onore di B. Nardi cit., vol. II, pp. 801-827.
26 G. SARTON, Appreciation, p. 4. II testo e citato anche da E.L. EINSENSTEIN,
La rivoluzione inavvertita. La stampa come fattore di mutamento, trad. it. De Pan
zieri, Bologna, II Mulino, 1986, p. 228 (l'ed, Inglese e del '79). In compenso. a
p. 50, Sarton osservava: The medical Renaissance was essential philological
(not clinical or physiological)".
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