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IL LIBER RITUALIS

della

MUMMIA DI ZAGABRIA
tradotto e commentato

PREMESSA

Il cosiddetto Liber della Mummia di Zagabria il testo pi lungo che possediamo della
lingua etrusca. Esso chiamato in questo modo perch risulta custodito nel Museo
Archeologico di Zagabria. detto Liber linteus libro di lino perch costituito da una
fascia di lino lunga circa 13 metri e larga circa 40 centimetri.
Fino al presente non si conosceva per nulla il modo e il motivo per i quali questa fascia
fosse nita in Egitto; si era parlato in termini molto generici di un probabile piccolo
stanziamento di individui di nazionalit etrusca nell'Egitto dei Tolomei, ma in realt non si
era fornita alcuna prova di ci. A giudizio dello scrivente esiste con grande probabilit una
ragione precisa della presenza del Liber in Egitto. Si deve premettere che gli aruspici
etruschi godevano di larga fama a Roma, no ad un'epoca molto avanzata. Si tramanda che
ancora nel 408, durante l'assedio di Roma, aruspici pronunciarono maledizioni in lingua
etrusca per lanciare fulmini sui Visigoti di Alarico. Essi erano consultati anche dai
comandati degli eserciti romani prima di prendere le loro decisioni importanti. Ebbene, a
giudizio dello scrivente il Liber molto probabilmente arriv in Egitto con qualche aruspice
che seguiva un esercito romano, ad iniziare da quando si insedi in Egitto Marco Antonio
nell'anno 52 a. C.
Deceduto l'aruspice e nita dunque la sua attivit di divinazione, la fascia di lino non fu pi
compresa nella sua natura e destinazione, per cui fu tagliata a strisce e adoperata, in
maniera impropria, per fasciare una mummia.
Col passare dei secoli la mummia fu acquistata in Egitto nel 1848 da un collezionista croato
e in seguito, nel 1867, fu acquisita dal Museo di Zagabria. Qui a un certo punto fu deciso di
svolgere le bende della mummia e si constat che esse contenevano un lungo testo, scritto
in inchiostro nero su 12 colonne di circa 35 righe, con una impaginatura di linee in
inchiostro rosso. Nel 1892 legittologo Jakob Krall, con una sua accurata pubblicazione,
dichiar e dimostr che il testo era scritto in alfabeto e lingua etruschi, col normale

andamento sinistrorso.
Nelle circa 200 righe conservate del Liber risultano scritti quasi 1.200 vocaboli, i quali
per, tolte le numerose ripetizioni, si riducono a essere poco pi di 500. Probabilmente il
Liber costituisce la trascrizione, effettuata nel I secolo a. C., di un testo originario del V
secolo, di area etrusca centro-settentrionale.
Comera ovvio, il Liber attir subito lattenzione di tutti i linguisti che avevano interesse
per la lingua etrusca e da allora esso diventato il testo classico di questa lingua, del quale
si sono interessati tutti i linguisti successivi. La bibliograa relativa a questo testo
immensa e praticamente si identica quasi del tutto con quella relativa alla lingua etrusca in
generale.
I risultati nora acquisiti dagli etruscologi intorno a questo importantissimo documento
sono in primo luogo di carattere generale e in secondo luogo di carattere molto particolare.
Si compreso abbastanza presto e abbastanza facilmente che il Liber un calendario
liturgico, il quale registra le cerimonie o i riti dellintero anno liturgico, con lindicazione
del mese e talvolta anche del giorno. Esso infatti composto di 12 colonne, tante quanti
sono i mesi, dei quali noi conosciamo, sia dal Liber stesso sia da glosse latine o greche, il
nome, escluso quello di febbraio: ANIAX gennaio, MARTI o Velcitanus marzo,
APIRE o Cabreas aprile, AMPILES maggio, ACALE/Aclus giugno, Traneus
Luglio, Ermius agosto; Caelius, Celius settembre, Xosfer ottobre, PACUSNAIE
novembre, MASN dicembre.
Le cerimonie o i riti risultano effettuati in onore di quasi tutte le divinit etrusche, maggiori
e minori, cio Tecum (= Tinia Protettore?), Giunone, Nettuno, Saturno, Cerere, Lucifera,
Lusa, Lustra, Maris, Terra, Tuchulcha, Veiove, Volta. E risultano pure indicate varie
preghiere, le offerte, le vittime dei sacrici, assieme con arredi dei vari riti e con gli atti
rituali. Tutto ci relativo a sacrici che un sacerdote, assieme coi suoi assistenti, effettua a
favore di una o pi citt, delle loro popolazioni, cittadine e contadine, e delle loro leghe o
federazioni.
I risultati di carattere particolare acquisiti dai linguisti no al presente consistevano nella
traduzione di poche e brevi frasi. Lo scarso numero e la brevit di queste frasi
effettivamente tradotte induceva ovviamente ad affermare che rispetto alla questione della
traduzione era ancora tutta in alto mare e che quanto un etruscologo poteva in effetti
affermare era semplicemente una interpretazione generale del documento. Era questo
infatti lesatto titolo di uno dei pi impegnati tentativi effettuato da uno dei pi autorevoli
etruscologi: Karl Olzscha, Interpretation der Agramer Mumienbinde (Leipzig 1939;
ristampa 1979).
Anche lautore della presente pubblicazione, quando pens di affrontare di petto il testo del
Liber, aveva deciso di intitolarne la pubblicazione in questo modo: Il Libro Etrusco della
Mummia di Zagabria interpretato e commentato. Quando per and costatando che i
risultati ottenuti nel suo studio andavano molto al di l delle sue pi rosee previsioni e
speranze, alla ne prese la decisione di intitolarla senzaltro in questaltro modo: Il Liber
Ritualis della Mummia di Zagabria tradotto e commentato.
Per giusticare questa intitolazione della mia presente opera, invito i lettori a considerare
questo solo e semplice dato: sui 500 vocaboli del testo non ne esiste alcuno sul quale io non
abbia prospettato almeno un signicato compatibile, ossia compatibile col contesto
logico, specico e generale, del documento. (Dal quale numero ovviamente vanno esclusi i
numerosi guasti e lacune del testo e inoltre i raggruppamenti graci che risultano non
segmentabili oppure illeggibili).
***
I risultati di questo mio non ho timore di dirlo - successo ermeneutico sono anche
leffetto di alcune circostanze favorevoli e convergenti:
I) Siccome io mi interesso della lingua etrusca da pi di 35 anni, ritengo di aver fatto

convergere nella mia presente opera tutti i risultati che no ad ora erano stati ottenuti dai
numerosi autori che si sono cimentati prima di me nellargomento. In maniera particolare
ritengo di essere debitore di numerosi suggerimenti soprattutto a due autori e alle rispettive
opere, una gi citata di Karl Olzscha, Interpretation der Agramer Mumienbinde (Leipzig
1939) e laltra di Ambros Jopsef Pfg, Studien zu den Agramer Mumienbinden Der
Etruskische Linteus, Wien 1963 [tedesco Agram = ital. Zagabria].
II) Ovviamente i 76 anni di differenza fra la interpretazione di K. Olzscha e i 52 anni fra
gli studi di A. J. Pfg da una parte e questa mia traduzione dallaltra, non sono passati
inutilmente: e ci non tanto e non soltanto per merito dellAutore della presente opera,
quanto per merito dei numerosi etruscologi che in epoca pi recente hanno rivolto il loro
studio a questo importante e cruciale documento della lingua etrusca. Inoltre indubitabile
che la conoscenza della lingua etrusca andata avanti abbastanza in questi ultimi decenni,
anche come effetto di numerosi nuovi rinvenimenti epigraci effettuati un po dappertutto.
III) Dato che ormai risultava accertato che il Liber era fondamentalmente un calendario
liturgico, implicante dunque precisi riferimenti a cerimonie religiose, a riti sacri, a
sacrici, a festivit religiose, ecc., io mi sono impegnato a studiare minutamente la
terminologia religiosa della lingua latina, dato che da sempre si sapeva che molte credenze
ed usanze religiose degli Etruschi erano diventate anche credenze ed usanze religiose dei
Romani. E ci ho fatto nella supposizione che nella terminologia religiosa dei Romani
fosse entrata anche la terminologia religiosa degli Etruschi. E i risultati di questo mio
impegno di studio hanno stupito anche me: per lappunto molti vocaboli di carattere
religioso della lingua latina trovano esatto riscontro in altrettanti vocaboli del Liber e per
ci stesso offrono la chiave di interpretazione e di traduzione dei corrispondenti vocaboli
etruschi. E per questo motivo debbo precisare che lo strumento o il metodo migliore, ossia
quello pi funzionale e pi fecondo, che mi servito per effettuare e prospettare la presente
traduzione del Liber stata per lappunto la comparazione tra la terminologia religiosa
latina e la terminologia religiosa etrusca.
Su questo stesso argomento ritengo importante segnalare pure che le corrispondenze tra la
liturgia del sacricio degli Etruschi con quella del sacricio o Messa dei Cristiani sono
evidenti, numerose e pure stringenti, per cui c da pensare a una fondamentale derivazione
della liturgia cristiana da quella etrusca, per per via indiretta, cio per il tramite di quella
romana. Pi esattamente i Cristiani hanno derivato molti elementi della loro liturgia
sacricale da quella dei Romani - ovviamente caricandoli di assai differenti contenuti
religiosi e dogmatici - e i Romani in precedenza li avevano derivati da quelli degli Etruschi.
Particolarmente importante e signicativa la continua presenza nel sacricio etrusco del
pane e della sua consumazione, del vino, dellacqua e dellincenso, della presenza di lumi
accesi, del calice doro e della sua elevazione, della patena, quasi esattamente come risulta
nel sacricio cristiano.
IV) cosa abbastanza nota che agli inizi della storia di Roma, in et monarchica, cera una
notevole mescolanza e fusione delle due comunit etniche, quella romana e quella etrusca.
La quale cosa si spiega abbastanza facilmente con due circostanze sicuramente accertate e
sostenute dalla storiograa recente. Innanzi tutto il ume Tevere allinizio non era al centro
del Latium, come sar in seguito, ma ne costituiva il conne settentrionale rispetto
allEtruria, ragione per cui Roma era una citt di conne tra le due etnie (non a caso lo
stesso nome di Roma molto probabilmente etrusco, uguale al vocabolo etrusco-latino
ruma mammella, seno, indicante la grande "insenatura" che il Tevere fa di fronte all'isola
Tiberina; e pure il nome del ume era quasi certamente etrusco). In secondo luogo
sappiamo che per pi di un secolo Roma fu governata da una dinastia etrusca, quella dei
Tarquini, in virt della quale si intravede che lelemento antropico etrusco in quel periodo
gioc un ruolo importante nella vita della citt laziale.
Pi in generale mi sono detto - siccome molto probabile e verosimile che siano stati

numerosi i vocaboli latini entrati nella lingua etrusca e viceversa, ai ni della


interpretazione dei singoli vocaboli etruschi del tutto lecito e anche funzionale ed utile
fare riferimento ad altrettanti vocaboli latini, i quali gi nella veste fonetica si presentino
come omoradicali o corradicali con quelli etruschi da interpretare; col risultato nale che il
valore semantico o signicato dei vocaboli latini molto probabilmente anche il valore
semantico o signicato dei corrispondenti vocaboli etruschi.
A questo proposito per ritengo necessario precisare che questo mio procedimento
ermeneutico od interpretativo ha avuto esclusivamente la direzione del confronto o della
comparazione, mentre ha deliberatamente lasciato da parte la direzione etimologica o
della derivazione: si tratta di vocaboli etruschi derivati da altrettanti vocaboli latini
oppure si tratta della derivazione opposta? A questa domanda saranno altri linguisti e altri
eventuali studi che cercheranno di dare una adeguata - ma nientaffatto facile - risposta.
In questo procedimento di semplice ed esclusivo confronto o comparazione tra
vocaboli etruschi e altrettanti latini, per questi ultimi spesso ho fatto notare che essi
risultano essere di origine ignota oppure di origine incerta; e con questa mia semplice
notazione ho voluto indicare che questi vocaboli latini molto probabilmente potrebbero
essere di origine etrusca. Ma sullargomento niente di pi ho detto n ho voluto dire.
Aggiungo che questa supposizione e questo procedimento ermeneutico di semplice ed
esclusivo confronto o comparazione ho seguito anche rispetto alla lingua greca, per
con risultati ovviamente assai pi limitati.
Ma parlando in termini generali, aggiungo che, andando contro la corrente assurda tesi della
inconfrontabilit dell'etrusco con alcun'altra lingua, tutto al contrario io ho adoperato
sistematicamente il metodo della comparazione o del confronto di tutto il materiale
linguistico etrusco con quello delle lingue dei popoli antichi che sono vissuti a contatto col
popolo etrusco. In via specica io ho confrontato l'intero patrimonio linguistico della lingua
etrusca conservatoci con l'intero patrimonio lessicale delle lingue latina e greca, il quale
supera le 300 mila (trecentomila!) voci: patrimonio lessicale latino e greco compatto ed
immenso, col quale pressoch assurdo ritenere che quello etrusco non avesse nessun
rapporto o di derivazione reciproca o di corradicalit, cio di comune origine. In realt
questo immenso patrimonio linguistico greco e latino di gran lunga il pi ricco che
possediamo per tutti i domini linguistici ed tale che con esso ha grandissimo interesse a
fare i conti qualunque linguista si metta a studiare una qualsiasi lingua di quelle parlate
attorno al bacino del Mediterraneo e pure in Europa, dai tempi pi antichi no al presente.
Inne tengo molto a precisare che ho sempre proceduto di volta in volta ad accertare e
vericare lipotizzato signicato prospettato per un certo vocabolo etrusco col ricorso al
cosiddetto metodo combinatorio, che si dovrebbe chiamare meglio metodo della verica
comparativa interna, ossia con la verica del signicato ipotizzato per un certo vocabolo
etrusco rispetto a quello conosciuto o ipotizzato dei vocaboli vicini e pure con quelli che
fanno parte del patrimonio lessicale etrusco gi interpretato e tradotto dai linguisti. In
maniera particolare ho sempre controllato e vericato che un ipotizzato signicato di un
vocabolo etrusco del Liber avesse il signicato uguale o similare o almeno afne in tutti gli
altri testi etruschi in cui esso compare.
La validit e la fecondit di questo mio lavoro di verica comparativa interna ha trovato
la sua spiegazione e motivazione di fondo nella circostanza che ho lavorato su tutto il
materiale lessicale dei pi grandi 13 testi della lingua etrusca, il quale raggiunge la notevole
somma complessiva di pi di 1.000 vocaboli.
***
Tra gli studiosi di lingue sconosciute oppure poco conosciute un fatto noto e accertato
che, almeno in linea generale e a parit di altre condizioni, una iscrizione quanto pi
lunga, tanto pi facilmente pu essere tradotta. Ci avviene perch in una iscrizione lunga
sono pi numerosi gli elementi che si possono analizzare, controllare e confrontare fra loro
e anche con elementi della medesima lingua e pure di altre lingue differenti.

Su questo piano il Liber poteva risultare un testo ideale di interpretazione e anche di


traduzione, visto che esso contiene la somma notevole di circa 1.200 vocaboli. Senonch
abbiamo gi visto che, tolte le numerose ripetizioni, i vocaboli presenti nel Liber si
riducono ad essere poco pi di 500. Che per pur sempre una buona somma di vocaboli,
la quale avrebbe dovuto consentire una facile interpretazione e traduzione dellintero
documento.
Perch questo non sia avvenuto sono intervenuti alcuni fatti negativi che qui elenco e
spiego brevemente.
1) Contrariamente a quanto si potrebbe di primo acchito pensare, il fatto che il testo del
Liber ci sia giunto non integro e pure guasto in non poche sue parti e inoltre il fatto che lo
scriba-copista abbia commesso non pochi errori di trascrizione, non sono questi i fattori
negativi che hanno nora reso difcile la interpretazione e la traduzione del prezioso
documento. Infatti, siccome il testo implica numerose ripetizioni di interi brani, in virt di
queste ripetizioni sia i vuoti del testo sia i suoi guasti sia inne gli errori dello scribacopista sono in buona misura eliminabili. Da questa opera di recupero e di ricostruzione va
esclusa la sola parte iniziale, la quale certamente aveva una sua particolare e importante
funzione, come mostrano anche alcuni vocaboli rimasti che non si ritrovano in nessunaltra
parte del documento, parte iniziale che per risulta per noi ormai perduta irrimediabilmente.
Invece avviene che proprio per il fatto che il testo contenga numerose ripetizioni di interi
brani, esso va avanti a spezzoni, quasi a singhiozzo, con la mancanza di un unico e
logico signicato globale. La interpretazione e la traduzione di ciascuno degli spezzoni
del testo pertanto non viene accertata n confortata da un unico e logico signicato globale,
dato che questo non esiste affatto.
A ci si aggiunge laltro fatto negativo, che questi spezzoni non sono determinabili con
esattezza, dato che manca la punteggiatura quale noi moderni concepiamo e adoperiamo,
cio come indicazione degli stacchi concettuali del discorso oppure delle pause del
parlato ( noto che invece gli Etruschi usavano la punteggiatura per indicare la divisione
dei vocaboli o anche delle semplici sillabe).
2) Una seconda circostanza che rende molto difcile lapproccio ermeneutico al Liber
consiste nella sua particolare caratteristica di documento linguistico: esso un documento
molto ellittico, il quale non descrive n narra i reali fatti liturgici o i gesti rituali, n riporta
il testo delle preghiere, bens si limita sempre ad accennare o suggerire quei fatti, quei gesti
e quelle preghiere, nendo col caratterizzarsi come una semplice traccia, molto ellittica e
molto schematica, di fatti e di atti. Detto in altro modo: il testo linguistico del Liber risulta
staccato, anche di parecchio, dalle cose, dai fatti e dai gesti ai quali esso fa riferimento.
In questa sua caratteristica di documento linguistico semplicemente suggestivo o
suggeritorio od allusivo, esso di certo era del tutto comprensibile per gli antichi lettori
etruschi, i quali quei fatti liturgici, quei gesti rituali e quelle preghiere conoscevano alla
perfezione, mentre riesce in larga misura incomprensibile per noi lettori moderni che quei
fatti liturgici, quei gesti rituali e quelle preghiere non conosciamo affatto.
Il carattere fondamentalmente suggestivo od allusivo del nostro documento dimostrato
anche dal fatto gi spiegato e sottolineato - che esso va avanti a spezzoni, senza cio
lesatta continuit di un discorso unico e unitario, dallinizio sino alla ne, e ci in
conseguenza diretta della diversit e della discontinuit delle varie operazioni rituali che si
susseguivano una dopo laltra, spesso molto differenti fra di loro.
Da tutto ci deriva che spesse volte noi lettori moderni abbiamo la certezza o la quasi
certezza che la nostra traduzione di una frase del testo etrusco sia esatta, ma ciononostante
non riusciamo neppure lontanamente a intravedere quale operazione rituale, quale gesto,
quale preghiera effettivamente essa volesse indicare e suggerire. E purtroppo questa una
difcolt interpretativa che neppure gli sviluppi futuri della ermeneutica della lingua
etrusca riusciranno mai a superare del tutto.

3) Il testo, secondo le comuni modalit prescrittive delle cerimonie sacre ed anche di quelle
civili, presenta numerosi verbi di modo imperativo, ridotti come capita in molte altre
lingue alla sola sillaba radicale: AR, IN, EC, TUL, UN, URX, vocaboli per i quali
molto difcile, se non impossibile, sul piano comparativo, fare accostamenti effettivi e
soprattutto consistenti con altri vocaboli etruschi o anche di altre lingue.
4) Lo scriba-copista del I secolo a. C., che ha effettuato la trascrizione del testo originale
del V secolo, stato scorretto parecchie volte, tanto che non pu non provare anche stizza
lodierno lettore ed interprete di fronte alle scorrettezze che incontra passo passo. Questo
avviene, anche se come ho gi detto in virt delle numerose ripetizioni del testo, molte
volte riusciamo a recuperare il testo esatto del documento originario.
Sono particolarmente numerose le ripetizioni di varianti dei vocaboli: AIS ed EIS, AISER
ed EISER, AISERA ed EISERA, AISNA ed EISNA, CANIS e CATNIS, CITZ e CIZ,
ZAMIC e ZAMTIC, ZULEVE e ZUSLEVE, HAEC e HATEC, ACL e ACLI,
UNT e TUNT, IC e IX, MULAC e MULAX, NEUNL e NEUNSL, RAC e
RAX, TUR, TURA; TURE, TURI, ecc.
Si pu tentare di spiegare e di giusticare codesto modo trasandato di scrivere del copista,
pensando che al suo tempo la lingua etrusca stesse subendo un notevole processo di
trasformazione fonologica soprattutto a causa dellimpatto con la lingua latina, cio con
quella dei conquistatori e dominatori.
Una possibile spiegazione dellalternanza delle vocali A/E nei vocaboli potrebbe forse
essere quella per cui in realt quelle vocali fossero pronunziate indistinte, cio // : AIS ed
EIS, AISER ed EISER, AISNA ed EISNA, ZULEVA e ZULEVE, HALXZA e
HALXZE, HILARUNA e HILARUNE, HUSLNA e HUSLNE, MACVA e
MACVE, MULA e MULE.
Molto varia e perno capricciosa la maniera in cui si presentano le terminazioni di
parecchi vocaboli, con lovvia e grave conseguenza che spesse volte non si riesce a
determinare il loro esatto valore morfo-sintattico. E da questo grave difetto deriva
limpossibilit di ricostruire un esatto sistema morfologico della lingua etrusca facendo
precipuo riferimento a questo che pure il pi lungo testo etrusco. Dal testo del Liber si
evince in maniera quasi certa che i casi fondamentali della declinazione etrusca erano il
genitivo, il dativo e, coi pronomi, laccusativo, e forse qualche altro (al singolare e al
plurale), ma non si evince per nulla come i molto pi numerosi complementi si
assiepassero in ciascuno dei casi. E proprio per questa grossa difcolt nella mia
traduzione ho tenuto molto pi in considerazione il contesto logico dei singoli vocaboli che
non i casi da cui sembrerebbero marcati.
Qualche volta sembra pure che lo scriba-copista non avesse afferrato il signicato esatto di
una frase, dato che ha tralasciato del tutto la punteggiatura oppure ha sbagliato in maniera
vistosa nellinserirla tra una sillaba e l'altra.
Altre volte lo scriba-copista, che di solito scrive in maniera molto chiara, ha scritto qualche
vocabolo in maniera molto confusa, dando limpressione al lettore ed interprete moderno
che in realt egli non riuscisse a leggere bene il vocabolo nel testo che aveva di fronte e
doveva ricopiare e pertanto decidesse di trascriverlo in maniera confusa, con limplicito
invito al lettore di arrangiarsi lui...
* * *
Ai ni della mia presente interpretazione e traduzione del Liber stato per me di capitale
importanza laver compreso e scoperto i seguenti fatti linguistici fondamentali:
1) Il Liber, in virt del suo carattere di calendario liturgico, anche un cerimoniale o
rituale religioso, il quale contiene numerosi verbi con corrispondenti precetti o
prescrizioni nel modo verbale dellimperativo.

2) I verbi allimperativo sono in misura prevalente al singolare, in misura limitata al


plurale a seconda che si rivolgano al solo sacerdote oppure anche ai suoi assistenti e pure
ai fedeli presenti alla cerimonia. Si ha anche limpressione che talvolta il singolare e il
plurale di tali imperativi siano stati confusi, intesi male e sbagliati.
3) Sempre in virt del suo carattere di cerimoniale o rituale religioso il Liber contiene
numerosi sostantivi nella forma della invocazione, cio nel caso del vocativo. Ed
forse questa la pi importante e funzionale scoperta che mi sembra di avere effettuato sul
piano morfo-sintattico, cio il riconoscimento che il nome delle divinit e pure quello
dellofciante o celebrante sono quasi sempre al vocativo (per il quale per bene
precisarlo - in etrusco non esiste il relativo caso e morfema). Questa circostanza adesso si
comprende facilmente in un testo di carattere religioso, nel quale ovviamente le
invocazioni alle divinit e gli inviti e le esortazioni ai sacerdoti e ai fedeli non
potevano non essere molto frequenti.
4) Nel Liber l'appellativo VACL, col signicato di rito, secondo il rito, quello che
compare con frequenza maggiore, ben 23 volte, e gi soltanto questa circostanza doveva
spingere ma di fatto non avvenuto a ritenere che il nostro documento in realt non
altro che uno dei Libri Rituales, di cui era conosciuta l'esistenza nell'antica Roma per
tradizione storica (Cicerone, Div. 1.72; Ammiano Marcellino 29.1.29) e di cui c' un
duplice accenno nell'altro lungo testo etrusco che la Tabula di Capua (TCap 12, 14):
RINAITA il rituale, il Libro Rituale. Ebbene, proprio per questa ragione ho deciso di
denominare il nostro testo non pi Liber linteus, bens Liber Ritualis.
***
Espongo adesso quelle che sono o vorrebbero essere le caratteristiche fondamentali di
questa mia nuova interpretazione e traduzione del Liber Ritualis della Mummia di Zagabria.
1) In primo luogo preciso che per il testo ho fatto riferimento a quello presentato da
Francesco Roncalli nellopera Scrivere Etrusco (Milano, ediz. Electa), pubblicata in
occasione del II Congresso Internazionale Etrusco del 1985. Si tratta di unopera
importantissima, costituita, come , da un chiarissimo e utilissimo apparato iconograco,
compreso lapografo, relativo al Liber e anche ad altri due fondamentali testi etruschi, la
Tavola di Capua e il Cippo di Perugia. Per questa sua opera il Roncalli degno del
massimo elogio; anche perch ha dimostrato che il Liber, anche se era un volumen (in
assoluto lunico che ci sia pervenuto dellintera epoca classica), era conservato non
avvolto o arrotolato, bens disposto a sarmonica o a sofetto, cio a zig-zag.
Ho studiato con la massima attenzione il testo presentato dal Roncalli ottenendo come
primo risultato quello di constatare e di assicurare che la lettura che questo studioso ha fatto
del testo originale costituisce sicuramente un notevole progresso rispetto alla lettura che in
precedenza ne avevano fatto altri pur benemeriti studiosi. Per ho ottenuto anche un altro
importante risultato: quello di correggere la lettura fatta dal Roncalli in un discreto numero
di casi, come la divisione dei vocaboli, linserimento di lettere mancanti, la espunzione di
lettere errate, lo scambio fra il sigma e il sade (o san). Inoltre ho constatato che egli ha
tralasciato la riga 20 della colonna X, col conseguente scalo della numerazione successiva,
che ovviamente io ho corretto e integrato.
Ho pure tenuto sempre presente il testo del Liber come compare nellopera di Massimo
Pallottino, Testimonia Linguae Etruscae (II ediz., Firenze 1968), traendone anche la
conclusione che la lettura e trascrizione del testo risulta fatta molto bene ed anch'essa
degna di grande lode.
Nel seguire passo passo il testo del Liber presentato dal Roncalli, ho effettuato anche il suo
controllo col testo quale compare, voce per voce, nel ThLE (Thesaurus Linguae Etruscae, I
Indice lessicale, Pisa Roma 2009, 2 edizione curata da Enrico Benelli e in maniera
particolare da Valentina Belore).

Inne ho tenuto presente anche la nuova lettura che del Liber ha presentato Helmut Rix
nella sua opera Etruskische Texte, Editio Minor, I Einleitung, Konkordanz, Indices; II Texte
(Tbingen 1991). Ma, come ho avuto gi modo di fare per questopera del Rix parlandone
in generale in altra sede, anche facendo riferimento alla nuova lettura del Liber il mio
giudizio sostanzialmente negativo: a parte la stravagante decisione dell'Autore di
trascrivere le due sibilanti sigma e sade niente meno che con otto nuovi grafemi, molte sue
letture e ricostruzioni del testo sono da denirsi almeno avventurose; e tanto pi lo sono
in quanto non risulta che egli abbia mai mostrato particolare interesse per il Liber. Un
nuovo interprete e traduttore del Liber, se non vuole correre rischi di errori e di equivoci, ha
interesse a consultare con la massima cautela il testo presentato dal Rix e dai suoi
collaboratori, forse troppo numerosi (quattro und vielen anderen [sic!]).
2) Questa mia interpretazione e traduzione del Liber presenta una lettura pi certa del testo,
conseguente al fatto che ho proceduto a correggere errori di lettura fatti anche dalle pi
recenti edizioni del testo stesso.
3) In particolare presenta una lettura lologica pi esatta, relativa alla segmentazione o
separazione dei vocaboli, alla interpretazione di gruppi graci, allinserimento o
allespunzione di lettere oppure del punto di separazione (procedimenti di cui in genere
presento la giusticazione nel commento dei singoli vocaboli).
4) Presenta una ricostruzione pi ampia dei brani guasti del testo, da me effettuata con un
procedimento analogico, ossia in base alla circostanza che, come abbiamo gi visto,
intere frasi vengono ripetute in diversi punti del documento. E preciso che in questa
operazione della ricostruzione sono stato aiutato enormemente dalluso del computer.
5) In linea generale mi sembra chiaro e certo che la mia traduzione mostra di essere sempre
in perfetta congruenza col carattere di calendario liturgico rituale, che da subito era stato
riconosciuto al Liber. Essa, comunque, di certo va molto al di l delle semplici
interpretazioni che studiosi precedenti avevano dato di questo importante e cruciale
documento della lingua etrusca, non fosse altro perch investe il testo nella sua interezza,
non lasciando vuoti di interpretazione e di traduzione, esclusi ovviamente quelli derivanti
dalle lacune e dai guasti del testo.
Daltra parte pure certo ed evidente che ci sono anche passi della mia traduzione nei quali
si incontrano effettivi intoppi per la esatta interpretazione del passo. A mio avviso questi
intoppi sono leffetto di alcune circostanze negative: a) Caratteristica di testo
semplicemente suggestivo od allusivo che come ho spiegato prima esso ha rispetto a noi
lettori moderni; b) Lacune e guasti del testo; c) Errori di trascrizione commessi dallo scribacopista; d) Inne ovviamente - errori del traduttore moderno, che sono io. Ed ovviamente
su questi previsti e prevedibili errori dellAutore che si dovranno fare avanti altri studiosi
per eliminarli del tutto o almeno per ridurli di numero.

Liber Ritualis di Zagabria


Testo Etrusco
e traduzione interlineare

1 --------------------------------------------------------------2 --------------------------------------------------------------3 --------------------------------------------------------------4 --------------------------------------------------------------5 --------------------------------------------------------------6 --------------------------------------------------------------7 --------------------------------------------------------------8 --------------------------------------------------------------9 --------------------------------------------------------------10 --------------------------------------------------------------11 --------------------------------------------------------------12 --------------------------------------------------------------13 --------------------------------------------------------------14 --------------------------------------------------------------15 --------------------------------------------------------------16 --------------------------------------------------------------17 --------------------------------------------------------------18 ----------------------------------------[ZI]XRI EPA FIRA
------------------------------------- da segnare per la pira
19 ------------------------------------ VERSUM SPANZA
---------------------------------------- e fuoco patena
20 ----------------------------------------------- ETRAA
------------------------------------------ avendo celebrato
21 ------------------------------------- ZIXRI CN UNT
------------------------------ da segnare questo una volta
22 ------------------------------------------------- UXTIUR
------------------------------------------------------- (-?-)
23 --------------------------------------------------------------24 --------------------------------------------------------------25 --------------------------------------------------------------26 --------------------------------------------------------------27 --------------------------------------------------------------28 --------------------------------------------------------------29 --------------------------------------------------------------30 --------------------------------------------------------------31 --------------------------------------------------------------32 --------------------------------------------------------------33 --------------------------------------------------------------34 ---------------------------------------------------------------

II

1 -------------------------------------- [ A]CNIC[TRE]

1 -------------------------------------- [ A]CNIC[TRE]
------------------------------------ dell'insieme dei sacrici
2 [ CIL PURETRE ENA] ERSE TINI
di culto della lega delle citt nostre per la celebrazione nel giorno
3 TIURIM AVIL XI CISU]M PUTE TUL ANSUR
e nel mese di ogni anno e tre volte il calice eleva, o celebrante,
4 [ HARI REPINIC ACN]ICLERI CILL
nell'atrio (del tempio) e nella fossa per i sacrici di culto
5 [ PURERI MELUMERIC E]NA [---------xxxx]
per le citt e le citt-stato nostre
6 ------------------------------------------------------------------------7 ------------------------------------------------------------------------8 ------------------------------------------------------------------------9 ------------------------------------------------------------------------10 -----------------------------------------------------------------------11 (-------------) [ EC]N ZE[RI L]E[C]I[N I]N[C ZEC]
------------------- questa serie (di atti) effettua e taglia
12 [ FLER EZINCE ACNICSTRE] CIL
la vittima e immola(la) per i sacrici di culto
13 [ PURETRE ENA S]VEL[T]REC SVEC AN
per la lega delle citt nostre e per le greggi e tutto ci (sia)
14 [ C M]ENE UTI[NCE ZIXN]E [ETI]LUNEC ERSE
per questa donazione e usa il paramento e il seggio per la celebrazione
15 [ TIN]I TIURIM AVIL XI CIS[UM P]UTE TUL
nel giorno e nel mese di ogni anno tre volte il calice eleva,
16 [ AN]SUR HARI REPINIC ACNI[CL]ERI
o celebrante, nell'atrio (del tempio) e nella fossa per i sacrici
17 [ CIL]L PURERI MELUMERIC EN[A] [SVEL]ERIC
di culto per le citt e le citt-stato nostre e per le bestie
18 SVEC AN C MENE UTINCE ZIXNE ETILUNEC
e tutto ci (sia) per questa donazione e usa il paramento e il seggio
19 RAX TURA NUNEN CLETRAM RENXVE
a destra l'incenso, prega!, la lettiga adorna!
20 TEI FAEI ZARFNE ZULE NUNEN
per questo pane nella decade la preghiera pronunzia,
21 FARAN AISERA EU CLETRAM RENCVE
(offri) pane azzimo agli di superni, la lettiga adorna!
22 [ RAX] TURA NUNEN TEI FAEI NUNEN
a destra l'incenso, prega per questo pane, prega!

23 ------------------------------------------------------------
24 -----------------------------------------------------------25 -----------------------------------------------------------26 -----------------------------------------------------------27 -----------------------------------------------------------28 -----------------------------------------------------------29 -----------------------------------------------------------30 -----------------------------------------------------------31 -----------------------------------------------------------32 -----------------------------------------------------------33 -----------------------------------------------------------34 ------------------------------------------------------------

III

1 -----------------------------------------------------------2 MULAC I(--------) [HU]RSI PURUN EPRIS


e farina (--------) dal granaio quella depurata per utilit
3 HILARE A[CIL ] (-------------) MULAX ZULEVA
personale () dovere (-------------) e farina, preghiere
4 MAC CAV[E REUXZINA] (--------------) [ VIN]UM HUSLNA
il (giorno) cinque nel cavo vaso (-----------------------) vino novello
5 LAETIM H(--------------------------) [CLUCTRA] CAPERI
e per la fecondit ----------------------------- dai boccali-coppe
6 [ZAMIC ] (-----------------------------------------)
auree (-------------------------------------------------)
7 -----------------------------------------------------------8 -----------------------------------------------------------9 -----------------------------------------------------------10 ----------------------------------------------------------11 -----------------------------------------------------------12 [FLE]R ETNAM TESIM E[T]NAM C[ELUCN]
e la vittima poi per il precetto, quello celeste poi
13 CLETRAM RENXVE TRIN EZINE XIM FLER
la lettiga adorna! spruzza, immola ogni vittima
14 TARC MUTINUM ANANC E[I] NAC CAL TARC
e dona(la) e tieni(la) e (fa') lo stesso ugualmente, dopo proclama
e dona!
15 EZI VACL AN CANINCE SAUCSA PERSIN
per l'immolazione secondo il rito e solleva(lo) nell'uccisione il persillo
16 CLETRAM RENXVE IX CANINCE CIZ VACL

la lettiga adorna! e cos solleva(la) tre volte secondo il rito


17 ARA NUNENE AA NAXVE HEXZ MULE
fa di pregare per le coltivazioni, sui peli (d. capo d. ovini) spargi farina salata,
18 VINUM USI TRIN FLERE IN CRAPTI
vino attingi, spruzzate quella vittima nel vaso
19 UN MLAX NUNEN ACLI ARIE CIAL[XU]
(compi l'offerta!) nell'uccisione prega sulla scure il trenta,
20 HUSLNE VINUM EI SESE RAMUE RACUE
vino novello ugualmente da seduto mesci sulla cima
21 FAEI PURETRES ENA ERE TINI
del pane della lega delle citt nostre per la celebrazione nel giorno
22 TIURIM AVIL XI CISUM PUTE TUL ANS
e nel mese di ogni anno e tre volte il calice eleva, o celebrante,
23 HA<N>TEC REPINEC PURERI MELUMERIC [ ENA]
e in alto e in basso per le citt e le citt-stato nostre
24 ------------------------------------------------------------25 ------------------------------------------------------------26 ------------------------------------------------------------27 ------------------------------------------------------------28 ------------------------------------------------------------29 ------------------------------------------------------------30 ------------------------------------------------------------31 ------------------------------------------------------------32 ------------------------------------------------------------33 ------------------------------------------------------------34 ------------------------------------------------------------IV
1 ------------------------------------------------------------2 ERSE TINI TIURIM AVIL XI EC[N ZERI LECIN]
per la celebrazione nel giorno e nel mese di ogni anno questa serie (di atti) effettua
3 INC ZEC FLER EZINCE CISUM PUTE T[UL ANS ]
e tgliala la vittima e immlala e tre volte il calice eleva, o celebrante,
4 HATEC REPINEC MELERI SVELERIC SV[EC AN]
e in alto e in basso per le propriet e per le bestie e tutto ci
5 C MELE UN MUTINCE EZINE RUZ[E ]
per ciascuna propriet e tieni e immola il porco
6 [NUZLXNE ] PURERI MELUMERIC ENA
espiatorio per le citt e le citt-stato nostre
7 [TEI FAEI ] ZARFNE ZULEVE NUNEN

per questo pane nella decade le preghiere pronunzia!


8 [ETNAM EISNA F]LERE IN CRAPTI CLETRAM
poi la liturgia della vittima, ci nel vaso, la lettiga
9 [RENXV]E RAX TURA HEX VINUM
adorna! a destra l'incenso, vrsati vino,
10 [NUNEN CL]ETRAM RENXVE RAX SU
prega!, la lettiga adorna! a destra metti(la)!
11 [ZARFNE ] ZULEVE NUNEN ESTREI
nella decade preghiere pronunzia sulle interiora
12 ALAZEI CLETRAM RENCVE EIM TUL VAR
con l'orzo, la lettiga adorna! non elevare affatto
13 RAX TUR NUNEN FAI CNT<R>[N]AM EI TUL
a destra l'incenso, prega per questo pane poi non elevar(lo)
14 VAR CELI SU HEX VIN[U]M TRIN FLERE
affatto al cielo, posa(lo), vrsati vino, spruzza la vittima
15 IN CRAPTI UN MLAX NUNEN XI ESVIC
nel vaso (compi l'offerta!) prega per ogni consacratore
16 FAEI CISUM PUTE TUL ANS HATEC REPINEC
del pane e tre volte il calice eleva, o celebrante, e in alto e in basso
17 MELERI SVELERIC SVEC AN C MELE UN
per le propriet e per le bestie e tutto quanto di ci per ciascuna propriet
18 MUTINCE []EZINE RUZE NUZLXNEC PURERI
tieni e immola il porco espiatorio per le citt
19 MELUMERIC ENA IN FLERE IN CRAPTI
e le citt-stato nostre accetta la vittima nel vaso
20 XI ESVIC FAE IN AISER FAE IN
da ogni consacratore del pane, accettate o di il pane, accetta(lo)
21 AI CEMNAC FAEI RAX SUTANA CELI
anche ogni dio, col pane a destra elevando(lo) al cielo
22 SU EISNA PEVAX VINUM TRAU PRUX
poni la liturgia libatoria e vino versato dalla brocca
23 ------------------------------------------------------------24 ------------------------------------------------------------25 ------------------------------------------------------------26 ------------------------------------------------------------27 ------------------------------------------------------------28 ------------------------------------------------------------29 ------------------------------------------------------------30 ------------------------------------------------------------31 -------------------------------------------------------------

32 ------------------------------------------------------------33 ------------------------------------------------------------34 -------------------------------------------------------------

1 VIN[UM ](-----------------) VINUM [ ] (--------------------)


vino (------------------------) vino (--------------------------)
2 ECN ZERI LECIN INC ZEC FASLE HEMSINCE
questa serie (di atti) effettua e tglialo il panino e ffrilo
3 ACNICSTRE CIL PURETREC
per i sacrici e per il culto della lega delle citt
4 ENA ERSE TINI TIURIM AVIL XI
nostre per la celebrazione nel giorno e nel mese di ogni anno
5 CISUM PUTE TUL ANSUR HARI REPINIC
e tre volte il calice eleva, o celebrante, nell'atrio (del tempio) e nella fossa
6 ACNICLERI CILL PURERI MELUMERIC
per i sacrici di culto per le citt e le citt-stato
7 ENA RAX SU NUNEN ETNAM FARAN
nostre a destra metti(lo), prega poi per il pane azzimo
8 AISERA EU CLETRAM RENCVE RAC
per gli di superni, la lettiga adorna! a destra
9 SU NUNEN ESTREI ALAZEI EIM TUL
metti(la)!, prega per le interiora, per l'orzo e non elevar(lo)
10 VAR CELI SU NUNEN EISER IC EUC
affatto al cielo, posa(lo), prega gli di e inferi e superni!
11 UNUM MLAX NUNEN XI ESVIC FAEI
(e compi l'offerta!), prega per ogni consacratore del pane
12 CISUM PUTE TUL ANSUR HARI REPINIC
e tre volte il calice eleva, o celebrante, nell'atrio e nella fossa
13 ACNICLERI CILL PURERI MELUMERI
per i sacrici di culto per le citt (e) le repubbilche
14 ENA IN EISER IC EUC XI ESVIC
nostre, accettate o di e inferi e superni da ogni consacratore
15 FAE IN EISER FAEI RAX SUTANA
del pane, accettate o di, col pane a destra elevando(lo)
16 CELI SU VACL ESNIN RAX CRESVERAE

al cielo poni(lo) secondo il rito al mattino a destra per Lucifera


17 HECTAI TRU CELI EPC UCE CITZ TRINUM
in posizione e guarda verso il cielo e posa e tre volte spruzza
18 HETRN ACLX<A>[N] AIS CEMNAC TRUT RAX RINU
la confraternita quella presente e ogni dio, guardate a destra all'agnello
19 CITZ VACL NUNEN ESAN TIN ESAN
tre volte secondo il rito prega la mattina, il giorno la mattina
20 EISERA EU UNUM MLAX NUNEN EIVITI
agli di superni (e compi l'offerta!) prega nell'altare
21 FAVITIC FAEI CISUM ESANE USLANEC
e nella favissa per il pane e tre volte al mattino e a mezzogiorno
22 MLAXE LURI ZERIC ZEC AELI ACNICLA
in offerta lalloro e la serie (di atti) taglia del non (ancora) compiuto sacricio
23 CILL PURAL MELUMEC ENA CLA ESAN
di culto della citt e della citt-stato nostra di questa mattina
24 ------------------------------------------------------------25 ------------------------------------------------------------26 ------------------------------------------------------------27 ------------------------------------------------------------28 ------------------------------------------------------------29 ------------------------------------------------------------30 ------------------------------------------------------------31 ------------------------------------------------------------32 ------------------------------------------------------------33 ------------------------------------------------------------34 -------------------------------------------------------------

VI
1 T SAL (---)ACEVA NUIU ANI[A]XEIS
Di questi due (-?-) il settimo giorno a gennaio
2 NUIU URX EI CEU ANIAX URX HILXVETRA
il settimo giorno stimola, o Dio preposto a gennaio (Giano), stimola i proprietari
3 HAME LEIVE TURI UI STRETE FACE
del campo della messe con l'incenso adesso vlgici la accola
4 APNIM ANIAX APNIM URX PEERENI NUIU
e pioggia! a gennaio e pioggia! stimola(la) col boccaletto il settimo giorno
5 HAMEI ETNAM LAETI ANC AXIN
nel campo poi per la fecondit e dispnile
6 EUSNUA CAPERC HECI NAXVA T[R]INAA
le statue degli di e posa la coppa, i peli (d. capo d. ovini) avendo spruzzato
7 ETNAM VELINAL ETNAM AISUNAL UNXER

7 ETNAM VELINAL ETNAM AISUNAL UNXER


poi per le umane poi per le divine leggi
8 IX ACNICLA
come per quel(l'altro) sacricio.
9 ZARUMSNE LUSA FLER HAMISCA EZERI
il ventesimo (giorno) la vittima a Lusa quella della campagna () da immolare
10 LAIVISCA LUSTRA FLER VACLTNAM
quella della messe a Lustra la vittima secondo il rito poi
11 EZERI (---)V(----------)RA(----)
() da immolare (----------------------------------------)
12 ETNAM EISNA IX FLERE CRAPTI
poi liturgia come (quella) della vittima nel vaso
13 UNNA UN FLER[E]
il primo giorno per ciascuna vittima
14 -----------------------------------------------------------15 -----------------------------------------------------------16 -----------------------------------------------------------17 ESLEM ZARUMI ACALE TIN IN ARLE
il giorno diciotto in giugno quello nella festa decadale
18 LUTI RAX TURE ACIL CATICA LU CELIM
a destra con l'incenso, () dovere proprio come la festa in settembre
19 XIM SCUXIE ACIL HUPNI PAINIEM
e ogni esequie () dovere per il sonno (eterno) e per la pena
20 ANC MARTI SULAL
e ci in marzo (effettua) per la (dea) Terra.
21 -----------------------------------------------------------22 -----------------------------------------------------------23 -----------------------------------------------------------24 -------------------------------------) [HUPNIT[I] (--- ----------------------------------) nel sonno (eterno)-25 -----------------------------------------------------------26 -----------------------------------------------------------27 -----------------------------------------------------------28 -----------------------------------------------------------29 -----------------------------------------------------------30 -----------------------------------------------------------31 -----------------------------------------------------------32 -----------------------------------------------------------33 -----------------------------------------------------------34 ------------------------------------------------------------

VII

1 [CE]IA[](--------------------------------) [MALE ]
la fossa sacricale (-------------------------) guarda!
2 CEIA HIA ETNAM CIZ VACL TRIN VELRE
poi la fossa adesso tre volte secondo il rito spruzza il (pileo di) feltro
3 MALE CEIA HIA ETNAM CIZ VACL AISVALE
poi guarda la fossa adesso tre volte secondo il rito sacro
4 MALE CEIA HIA TRIN ETNAM CIZ ALE
guarda la fossa adesso, spruzzate!, poi tre volte dona!
5 MALE CEIA HIA ETNAM CIZ VACL VILE VALE
guarda la fossa ora poi tre volte secondo il rito, o Iolao salve!
6 STAILE STAILE HIA CIZ TRINAA ACNITN
chiama(lo) chiama(lo) ora tre volte avendo spruzzato il sacricio,
7 AN CIL CEXANE SAL UCIVA FIRIN AR
per il culto legale due grani di profumo brucia, fate
8 VAXR CEU CILCVAL SVEM CEPEN TUTIN
voto per ciascuno dei culti e tutto quanto, o sacerdote, esamina
9 RENXZUA ETNAM CEPEN CEREN UCIC FIRIN
i reni poi, o sacerdote, cura e brucia profumo
10 TESIM ETNAM CELUC<UM>[N] CAITIM CAPERXVA
e secondo il precetto poi, quello celeste e con queste coppe
11 HECI<A> AISNA CLEVANA XIM ENAC USIL
poni la liturgia, ogni cosa opera! poi a mezzogiorno
12 CERINE TENA[S ] CNTNAM ESAN MASN
tenendo cura, questa mattina poi in dicembre
13 ZELVA MUR ETNAM ACAC USLI NEXSE
poi fronde nel canestro e uccisione in connessione col mezzogiorno
14 ACIL AME ETNAM CILCVETI HILARE ACIL
dovere poi nei culti personali, () dovere
15 VACL CEPEN AURX CE[R]ENE ACIL ETNAM
secondo il rito, o sacerdote, cura l'atto funebre () dovere poi
16 IC CLEVANA UCIX FIRIVENE ACIL ETNAM
cos opera! e profumo inammabile () dovere poi
17 TESIM ETNAM CELUCN VACL ARA UNI
e secondo il precetto poi, quello celeste secondo il rito fa' da solo
18 ACNICLERI CILL CEPEN CILCVA CEPEN
per i sacrici di culto, o sacerdote, i culti, o sacerdote,
19 CNTICN IN CEREN CEPAR NAC AMCE ETNAM
cura proprio questi cippi (connari) come sono stati, poi
20 UCI FIRIN ETNAM VELITE ETNAM AISVALE

20 UCI FIRIN ETNAM VELITE ETNAM AISVALE


profumo brucia poi o abitante della terra poi secondo il sacro
21 VACL AR PAR CUNUERI CEREN CEPEN
rito rendi pari alle grazie (degli di), cura poi o sacerdote,
22 AURX ETNAM IX MATAM UCIC FIRIN
lufcio funebre come prima e profumo brucia!
23 CERE[N EN]A ARA UNI ETNAM CEREN
cura le nostre cose fa' da solo poi cura!
24 -----------------------------------------------------------25 -----------------------------------------------------------26 -----------------------------------------------------------27 -----------------------------------------------------------28 -----------------------------------------------------------29 -----------------------------------------------------------30 -----------------------------------------------------------31 -----------------------------------------------------------32 -----------------------------------------------------------33 -----------------------------------------------------------34 ------------------------------------------------------------

VIII
1 ----------------------------------------------------------- 2 ----------------------------------------------------------- 3 -----------------------------------------------------------
4 UCTE CI ARI ESVITA VACLTNAM
conducete il tredici la consacrazione secondo il rito poi
5 CULCVA SPETRI ETNAM IC ESVITLE AMPELI
per custodire le porte poi come per la consacrazione in maggio
6 ------------------------------------------------------------ 7 ------------------------------------------------------------ 8 ------------------------------------------------------------ 9 CELI HUI ZARUMI FLERXVA NEUNSL
a settembre il ventiquattro le vittime di Nettuno (sono)
10 UCRI EZERIC SCARA PRIA RAX TEI
da profumare e da immolare su questo braciere del riscatto a destra
11 MENA CLTRAL MULAX HUSLNA VINUM
e donando a questi (fedeli presenti) farina salata e vino novello
12 LAIVEISM ACIL AME RANEM SCARE
per la messe in dovere, e aspergi il braciere
13 REUXZINA CAVE ZULEVAC MAC RAMURI
nel vaso cavo e cinque preghiere nelle mescite

14 REUXZINETI RAMUE VINUM ACIL AME


col vaso mescete vino, in dovere,
15 MULA HURSI PURUN VACL USI CLUCRA
farina dal granaio quella depurata secondo il rito, attingi dai boccali-coppe
16 CAPERI ZAMIC VACL AR FLERERI SACNISA
auree secondo il rito, opera sulle vittime avendole consacrate
17 SACNICLERI TRIN FLERE NEUNSL UNE
per i sacrici spruzza la vittima di Nettuno (compi la
18 MLAX PUS ACL ARTEI ZIVA FLER
offerta del bacile!) nell'uccisione con la scure della vittima viva
19 EZINE RUZE NUZLXNE ZATI ZATLXNE
immola il porco espiatorio ingrassato, o aiutante
20 ACNICTRE CIL PURETRE ENA
dei sacrici di culto della lega delle citt nostre
21 ERSE TINI TIURIM AVIL XI HETRN
per la celebrazione nel giorno e nel mese di ogni anno la confraternita
22 ACLXN AI CEMNAX EZIN FLER VACL
quella presente e ogni dio, immola la vittima secondo il rito
23 ETNAM TESIM ETNAM CELUCN TRIN ALC
secondo il precetto poi, quello celeste, spruzza e dona
24 -----------------------------------------------------------25 -----------------------------------------------------------26 -----------------------------------------------------------27 -----------------------------------------------------------28 -----------------------------------------------------------29 ---------------------------- NAXVA ARA NUNENE
------------- i peli (del capo degli ovini) fa di pregare
30 [AA NAXVE HEXZ MU]LE HUSLNET
per le coltivazioni, sui peli (d. capo d. ovini) spargi farina salata (e vino)
31 [TRIN FLERE NEUNS]L UN MLAX NUNEN
di quello novello spruzza la vittima di Nettuno (compi l'offerta!) prega
32 [ACL ARIE CIALXU ] HUSLNE VINUM EI
nell'uccisione sulla scure il trenta, vino novello ugualmente
33 [SESE RAMUE RACUE ] FAEIC ACNICTRE
e da seduto mesci sulla cima del pane dei sacrici
34 [CIL PURETRE ENA ERSE] TINI
di culto della lega delle citt nostre per la celebrazione nel giorno
35 [TIURIM AVIL XI CISUM PUTE TUL ANSUR]
e nel mese di ogni anno e tre volte il calice eleva, o celebrante,

IX
1 ZULEVE ZARVE ECN ZER[I] LECIN IN ZEC
Come preghiere decadali questa serie (di atti) effettua, tgliala
2 FLER EZINCE ACNICSTRE CIL
la vittima e immlala per i sacrici di culto
3 PURETRE ENA ERSE TINI TIURIM
della lega delle citt nostre per la celebrazione nel giorno e nel mese
4 AVIL XI CISUM PUTE TUL ANS HAE
di ogni anno e tre volte il calice eleva, o celebrante, in alto
5 REPINEC ACNICLERI CI[L]L PURERI
in basso per i sacrici di culto per le citt
6 MELUMERIC ENA RAX TUR HEX
e le citt-stato nostre a destra l'incenso, vrsati
7 VINUM TRIN FLERE NEUNL UN MLAX
vino, spruzza la vittima di Nettuno (compi l'offerta!)
8 NUNEN ZULEVE ZARVE FA[]EIC ECN ZERI
e pronunzia le preghiere decadali per il pane questa serie (di atti)
9 LECIN IN ZEC FLER EZINC[E ]ACNICTRE
effettua, tgliala la vittima e immlala per i sacrici
10 CIL PURESTRE ENA [ E]RSE TINI
di culto della lega delle citt nostre per la celebrazione nel giorno
11 TIURIM AVIL XI CISU[M] PUT[E T]UL ANS
e nel mese di ogni anno e tre volte il calice eleva, o celebrante,
12 HAEC REPINEC ACNICLERI CILL PURERI
e in alto e in basso per i sacrici di culto per le citt
13 MELUMERIC ENA RAX SU NUNEN
e le citt-stato nostre a destra metti(lo) e pronunzia
14 ZUSLEVE FAEIC FARAN FLEREI NEUNL
preghiere per il pane azzimo, per la vittima di Nettuno
15 RAX CLETRAM RENXVE NUNEN
a destra la lettiga adorna!, pronunzia
16 ESTREI ALAZEI ZUSLEVE RAX EIM TUL VAR
preghiere per le interiora, per l'orzo a destra e non togliere affatto,
17 NUNEN ESTREI ALAZEI [ T]EI FAI EIM
prega per le interiora, per l'orzo, per il pane, e non
18 TUL VAR CELI SU NUNEN FLERE NEUNSL

elevar(lo) affatto al cielo, posa(lo), prega per la vittima di Nettuno


19 UN MLAX NUNEN XI ESVIC FAEI
(compi l'offerta!) prega per ogni consacratore del pane
20 CISUM PUTE TUL ANS HAEC REPINEC
e tre volte il calice eleva, o celebrante, e in alto e in basso
21 ACNICLERI CILL PURERI MELUMERIC
per i sacrici di culto per le citt e le citt-stato
22 ENA IN VINUM FLERE NEUNSL XI
nostre accetta il vino, vittima di Nettuno di ogni
23 ----------------------------------------------------24 ----------------------------------------------------25 ----------------------------------------------------26 ----------------------------------------------------27 ----------------------------------------------------28 ----------------------------------------------------29 NACUM AISNA HINU VINUM TRAU PRUCUNA
e dopo la liturgia funebre, vino versato dalla grande brocca
30 -------------------------------------------------------31 -------------------------------------------------------32 -------------------------------------------------------33 CIEM CEALXU LAUXUMNETI EISNA AXERI
il ventisette nella lucumonia la liturgia () da disporre
34 TUR (-------------------------------------------------- incenso (--------------------------------------------------

X
1 ---------------------------------------------------------- 2 TUL PEERENI CIEM CEALXUZ CAPENI
eleva il boccaletto il ventisette nella cappella
3 MAREM ZAX AME NACUM CEPEN FLANAX
e il sei per (il dio) Maris e dopo, o sacerdote aminale,
4 VACL AR RATUM XURU PEERENI UCU
secondo il rito rendi raticato il coro, il boccaletto (sia) portato
5 ARU AME ACNESEM IPA SEUMATI SIMLXA
sul fegato e sulla semola quella lasciata nella settimana
6 UI XURVE ACIL HAME LAE[VE] SULUI
adesso () dovere in giro per il campo della messe sul terreno,
7 UNI ERUE ACIL IPEI UTA CNL XARI
() dovere, per la sola Cerere, della cui protezione su queste cose da implorare;
8 HEXZ SUL SCVETU CANIS CANIN VELA

8 HEXZ SUL SCVETU CANIS CANIN VELA


versa solo sull'offerto catino, innalza(lo) per Volta,
9 IPE IPA MACVA AMA TRINUM HETRN ACLXN
quali che siano le piante e spruzza la confraternita quella presente
10 EIS CEMNAC IX VELA ETNAM TESIM ETNAM
e ogni dio come (si fatto) per Volta e secondo il precetto poi,
11 CELUCN HININ XIM ANANC EI VACL
quello celeste proprio gi e (fa') lo stesso ugualmente secondo il rito
12 CANIN [] (----------------------------MI --)M(--------- innalza ------------------------------------------------------13 UMITLE CANA IMEL FACI UMITLE UNU
la bacinella del timo, (volgi) in basso la accola del timo nel compimento,
14 HUTERI IPA UCU PETNA AMA NAC CAL
il quarto (giorno) sia portata la patena, dopo proclama
15 HINU HEXZ VELE MACVE NUIN
(l' ufcio) funebre, spargi (farina salata) a Volta, le piante osserva
16 ARNAU TEI TURA CANAL UIUM
nella decade con questo incenso della bacinella e adesso
17 XURU CEPEN SULXVA MACVAC PRUSERI
il coro, o sacerdote, i solchi e le piante per i prodigi
18 VACL ARA UI USETI CEPEN CAINUM
secondo il rito operando adesso attngiti, o sacerdote, dal catino,
19 ZANE VUVCNIC PLUTIM TEI MUTTI CEASIN
e la squillante tromba nel letto in mantenimento posa
20 ARA RATUM AISNA LEITRUM ZUEVA ZAL
e rendi(la) raticata la liturgia sui sepolcri, o sacerdote, due
21 EIC CI HALXZA U[I] EIC ZAL MULA SANTIC
e ugualmente tre vasetti di rame adesso e ugualmente due e farina gialla
22 APNA APNZAC LENA ETERA EC PEISNA
patera e pateretta, la toga, o confratello, metti, auspicio
23 HAUSTI FANUE NERI AVE EPA UI NERI
di favorevole consacrazione dellacqua; per salute adesso lacqua
24 -----------------------------------------------------------25 -----------------------------------------------------------26 -----------------------------------------------------------27 -----------------------------------------------------------28 -----------------------------------------------------------29 SANTIC VINUM UI APNAC APNZAC MUCUM
e vino giallo (cio birra) adesso e patera e pateretta e al fondo

30 HALXZE UI I VACL CESASIN UMSA CILVA


nel vasetto di rame qui e adesso secondo il rito poni il primo giorno acqua
31 NERI CANVA CARSI PUTNAM U[I] CALATNAM
melata, il tabernacolo in marmo e la caraffa adesso, poi proclama
32 TEI LENA HAUSTI ENAC EI CATNIS HECI
con la toga di ufcio fausto poi ugualmente col catino, posa
33 SPURTA SULSLE NAPTI UI LAI[VI]SCLA HEXZ NERI
la sporta sul suolo, nella tovaglia adesso, di quella della messe versa acqua
34 (---------------------------------) UNE MLAX PUS
---------------------------------- (compi l'offerta del bacile!)

XI
1 ACALx[ ] E(--------------)N(-----)L(---------------------- a giugno ---------------------------------------------------------------2 VACL VINUM ANTIT CELI PEN TRUTUM
secondo il rito vino di quello giallo e guarda verso il cielo
3 I APNET TRUTANAA HANIN CELI
adesso con la patera avendo guardato in avanti al cielo
4 TUR HETUM VINUM IC VACL HEXZ ETNAM
e incenso sull'agnello e sul vino e adesso secondo il rito spargi(lo) poi
5 IX MATAM CNTICN CEPEN TEAMITN
come prima proprio questo, o sacerdote, secondo il precetto
6 MURCE I NUNEN ETNAM I TRU ETNAM
e adesso frmati poi prega adesso poi guarda
7 HANIN ETNAM CELUCN ETNAM AUMITN
in avanti poi il Signore quello celeste (Urano)
8 PEERENI ESLEM ZARUM MUR IN VELINE
col boccaletto il diciotto frmalo per lumano
9 CIL VACL ARA UI USETI CATNETI SLAPIXUN
culto, secondo il rito agisci adesso, attngiti nel catino, la benedizione
10 SLAPINA FAVIN UFLI SPURTA EISNA HINU
benedicendo, propizia la sporta per la pasta!, liturgia funebre
11 CLA ESNS
di questa mattina
12 ------------------------------------------------------------13 ------------------------------------------------------------14 -------------------------------------------------------------

15 ESLEM CEALXUS ETNAM AISNA [ HINU]


il ventotto poi liturgia funebre
16 TUXLCA ERI SUNTNAM CEXA
a Tuchulcha, celebra poi conforme la norma.
17 CNTNAM ESAN FLER VEIVE EZERI
Questa mattina poi la vittima di Veiove () da immolare
18 ETNAM AISN[A FLERE IX ] HUI ZARUMI
poi liturgia della vittima come il ventiquattro
19 FLERXVET[I] [---] NEUNL CN UNT EI TUL VAR
per le vittime di Nettuno non una volta sollvale affatto
20 ------------------------------------------------------------21 ------------------------------------------------------------22 UNEM [CIA]LX[U ET]NAM IX ESLEM CIALXU
il ventinove poi come il ventotto
23 A[P]NAL (-------------------) CNTNAM ESAN
della patera (--------------------) questa mattina poi
24 ------------------------------------------------------------25 ------------------------------------------------------------26 ------------------------------------------------------------27 ------------------------------------------------------------28 ---------------------------------------------[ CEPEN ]
--------------------------------------------- o sacerdote
29 FLANAC FARSI (--------------) [ CEPEN ] FLANAC FARSI
aminale al farro (---------------) sacerdote aminale al farro
30 TUNT ENAC ETNAM AUMICA LUPCVA
una volta quindi, poi il Signore infernale
31 CEUM TEI LANTI ININC EI TEI XIM
e il preposto alla macellazione e lo stesso ugualmente (preposto) a ci per ogni
32 STRETA SATRS ENA [ ]UCU HAMEI RINU
giro di Saturno (astro) nostro con l'agnello campestre condotto
33 UI ARA MUCUM ANIAXE RASNA HILAR
adesso operando e alla ne di gennaio il popolo privato
34 [ETN]AM CATRUA HAMES LEIVE (----------)TES
poi la massa del campo della messe (---------)

XII
1 R(-----------------)E(-----------)L [] ETNAM
-------------------------------------------- poi
2 AISNA IX NAC REUCE AISERA EU

liturgia cos come anche per il colpevole per gli di superni


3 UNXULEM MU HILARUNE ETERTIC
e proteggi il singolo proprietario anche (quello) in societ
4 CARE XIM ENAX UNXVA MELUM PUTS
purica ogni cosa, poi le offerte del bacile dovute dalla citt-stato,
5 MU HILARUNA TECUM ETRINI MU
proteggi il proprietario, o Tecum, nel celebrare proteggi!
6 NAC UC UNXVA HETUM HILARUNA EN
dopo porta le offerte dovute e l'agnello, il proprietario proteggi!
7 [MULAC] HURSIC CAPL<U>[I] CEXAM ENAC EISNA HINU
e farina dal granaio nel pelo (del capo) e per norma poi la liturgia funebre
8 HETUM HILARUNA ETERTIC CARA
e l'agnello, il proprietario anche (quello) in societ, purica
9 ETNAM AISNA IX MATAM ||| ||| VACLTNAM
poi liturgia come prima secondo il rito poi
10 UNEM CIALXU MASN UNIALTI URSMNAL
il ventinove dicembre nella festivit di Giunone Orsminnia
11 ARE ACIL AN ACNICN CIL CEXA SAL
nel tempio () dovere quel sacricio in vista del culto due volte
12 CUS CLUCE CAPERI ZAMTIC SVEM UMSA
da questo boccale-coppa aurea e tutto (fa') come il primo giorno
13 MATAN CLUCTRA HILAR
davanti ai boccali personali
14 -------------------------------------------------------------15 -------------------------------------------------------------16 -------------------------------------------------------------17 -------------------------------------------------------------18 -------------------------------------------------------------19 -------------------------------------------------------------20 -------------------------------------------------------------21 -------------------------------------------------------------22 -------------------------------------------------------------23 -------------------------------------------------------------24 -------------------------------------------------------------25 -------------------------------------------------------------26 -------------------------------------------------------------27 -------------------------------------------------------------28 -------------------------------------------------------------29 -------------------------------------------------------------30 -------------------------------------------------------------31 -------------------------------------------------------------32 -------------------------------------------------------------33 --------------------------------------------------------------

34 --------------------------------------------------------------

LESSICO E COMMENTO
ACALE (VI 17), ACALx (XI 1) signicato certo giugno, da confrontare con la glossa
latino-etrusca Aclus giugno (ThLE 415).
ACIL (VI 18, 19; VII 14/2, 15, 16; X 6, 7; XII 11) signicato quasi certo fatto, cosa fatta,
oggetto, atto, azione, opera, operazione, dovere (opera anche con valore di "marchio di
fabbrica"). ACIL AME = lat. opus est dovere, doveroso, opportuno, necessario
(DETR). Vedi ACIL, ACLXN, ACILUNE.
ACIL (ACIL-) (VIII 12, 14) (in locativo). ACIL AME in dovere.
ACLA quasi certamente errato per ACLN (V 18).
ACLXN (ACL-XN) (V 18; VIII 22; X 9) probabilmente quello-a operante, presente, col
dimostrativo-articolo enclitico in accusativo. TRINUM HETRN ACLXN e spruzza la
confraternita quella presente. Vedi ACIL, AKLXIS.
ACNESEM (ACNESE-M) (X 5) probabilmente e al lasciato-a (in dativo sigmatico).
Vedi ACNAICE, ACNANAS, ACNANASA, ACNASVERS, ACNINA (DETR).
AISER (IV 20) signicato certo di, plur. di AI (qui al vocativo o di) (LEGL 69), da
confrontare con l'antico germanico norreno SIR di (indeur.). Vedi EISER.
AISERA (AISER-A) (II 12; V 8; XII 2) signicato certo degli, agli di, in genitivo
plur., anche di donazione o dedicazione. Vedi EISERA.
AI, AIS (IV 21; V 18; VIII 12) signicato certo Dio, divinit (anche al vocativo). Vedi
EIS, AISER, AISECE, AISIU, AISVALE.
AISNA (VII 11; X 20; XI 12, 15; XII 2, 9) signicato certo divino (aggett.), liturgia
(sost.) (LEGL 47, 89, 143); AISNA HINU liturgia funebre. Vedi EISNA.
AISUNAL (VI 7) signicato probabile dei divini (in genitivo). Vedi AI, AISNA.
AISVALE (VII 3, 20) quasi certamente divino-a, aggettivo derivato da AIS dio.
ALC (AL-C) (VIII 23) signicato quasi certo e da'!, e dona!, imperativo forte sing. Vedi
ALXU.
ALE (VII 4) signicato quasi certo da'!, dona!, imperativo debole sing.
ALAZEI (IV 12; V 9; IX 16, 17) signicato compatibile a/per orzo (probabilmente in
dativo), da confrontare col greco lphiton orzo, farina o pane d'orzo. Vedi ELFA (TCap
15).
AMA (X 9, 14; Cippus 5, 39) probabilmente sia, siano, in congiuntivo presente 3
pers. sing. e plur. Vedi AMCE, AME.
AMCE (VII 19) (Pulenas 9) signicato quasi certo fu(rono); stato, sono stati, preterito
debole del verbo copulativo. Vedi AMUCE.

AME (VII 14; VIII 6, 8; X 3, 5) (TCort 15, 19) (Cippus 2) signicato certo , (essi)
sono, copula sing. e plur. allindicativo e probabilmente congiuntivo sia!. Vedi AMA,
AMCE.
AMPxERI (VIII 5) probabilmente da leggere AMPELI maggio, da confrontare con la
glossa latino-etrusca AMILES, AMPILES maggio (ThLE 415) (TETC 805; DICLE s.
v. pampinus).
AN (II 4, 9; III 15; IV 4, 17; VII 7; X 12; XII 11) (L. Pulenas 3) signicato certo egli, ella,
esso-a (stesso-a); lui, lei; lo, la; ci, pronome pers. (DETR). SVEC AN e tutto ci, e tutto
quanto. Vedi ANA, ANC, ANANC.
ANANC (ANAN-C) (III 14, X 11) forse e lo stesso-a, = AN egli, ella rafforzato (?).
Vedi ININC.
ANC (AN-C) (VI 5, 20) signicato probabile e questo-a, ed esso-a, e lo/la; e ci. Vedi
AN.
ANIAX (VI 2, 4) signicato probabile gennaio, a gennaio, da ANI Giano, da
confrontare coi lat. Ianuarius, Ianus (dio dellingresso) di probabile origine etrusca
(DICLE). EI CEU ANIAX Dio preposto a gennaio (Giano). Per la caduta della
semivocale iniziale cfr. UNI. Vedi IANE (TCap 6).
ANI[A]XEIS (ANI[A]X-EIS) (VI 1) signicato probabile e a gennaio (in ablativo).
ANIAXE (ANIAX-E) (XI 33) di gennaio, genitivo di ANIAX.
APNIM ... APNIM (APNI-M) (VI 4/2) forse e acqua ... e acqua, e pioggia ... e pioggia,
da confrontare con lantroponimo etr. AMNI, lat. Amnius e col lat. amnis acqua, ume
(sinora di origine incerta; DELL) (DICLE 29) (?).
AR (VII 21; VIII 10; X 4) (AV 4.1; Fa 0.4) probabilmente fa', fai!, agisci!, opera!
rendi! (imperativo forte sing.). (AR/ARA fa', fai! da confrontare con gli ital. da!/dai!,
fa!/fai!, sta!/stai!, ti!/tieni!). Vedi ARA, ARA(A), ARCE, AR.
ARA (III 17; VII 17, 23; VIII 29; X 20; XI 9) (ET, Ta 8.3) probabilmente fa', fai!,
agisci!, opera!, imperativo debole sing. (TCap 13) EI ISUM UNIAL ARA nella
festivit di Giunone non fare la stessa cosa (imperativo negativo). Vedi AR, ARA(A),
ARCE, AR. In subordine = lat. ara ara, altare (di origine incerta; DELL, DELI).
ARA (X 18, XI 33) (Cippus 6) probabilmente facendo, agendo, operando (in gerundio
presente) (LEGL 123). In subordine dellara, dellaltare. Vedi AR(A), AR.
AR (VII 7) (AR-) fate! (probabilmente imperativo plur.). Vedi AR(A), ARA; cfr.
HEX, RAMUE, STRETE, TRIN, TRUT.
ARU (ARU-) (X 5) forse del fegato (in genitivo), da connettere col lat. (h)aruspex
[(h)aru-spex] aruspice e con lassiro har- fegato ( nota la somiglianza tra laruspicina
etrusca e quella mesopotamica) (DELL); in subordine forse del seminato, da confrontare
col lat. arvum/s terreno arativo, campo arato, seminato (DICLE) (?); ancora in subordine
del fatto, da connettere con AR(A) fa'!, agisci!, opera! rendi!.
AELI (V 22) forse non (ancora) nito, non (ancora) compiuto, derivato dal greco
atels (?).
ARE (XII 11) signicato quasi certo atrio, tempio, da confrontare col lat. atrium,

adrium atrio, casa, tempio, glossa latino-etrusca (ThLE 415); atrium appellatum ab
Atriatibus Tuscis (Varrone, L.L., V, 161; ovviamente il collegamento fra atrium (adrium) e
Atria, (H)Adria Adria (citt) va rovesciato: sar stata la citt, per la forma di ingresso,
imboccatura oppure di bacino del suo porto, simile appunto a un atrio, a prendere la sua
denominazione da atrium e non viceversa) (DETR, DICLE).
AUMICA (AUMI-CA) (XI 30) probabilmente il Signore (letteralmente quel
Signore, forse da confrontare col lat. dominus (DETR 35). AUMICA LUPCVA il
Signore infernale, cio UPLA, UFLA Tupulta/Tufulta. Vedi AUMITN.
AUMITN (AUMI-TN) (XI 7) signicato probabile il Signore (letteralmente quel
Signore (Tinia o Urano o Tufulta?), in accusativo articolato; LEGL 106). Vedi
AUMICA.
AVE (X 23) se la lettura esatta, pu signicare ave!, salve!, da confrontare col noto
saluto lat. ave, che nora di origine incerta (DELL, DELL). AVE EPA per salute.
AVIL (AVIL-) (II 6; III 22; IV 2; V 4; VIII 15; IX 4, 11) signicato certo di/dellanno,
in genitivo (LEGL 73; DETR).
CAITIM (CAI-TI-M) (VII 10) probabilmente e in questi-e (pronome dimostrativo al
plur. e in locativo) (DETR). CAITIM CAPERXVA e in queste coppe.
CAL (III 14; X 14) signicato compatibile chiama!, proclama!, convoca!, imperativo
forte sing., da connettere con letr. KALATUR(-US) banditore, araldo e da confrontare
coi lat. calare, kalare chiamare, proclamare, convocare, di ambito ed uso religioso e
calator, kalator,-oris banditore, araldo, inserviente del pontece e del amine (CIL VI
32445) (DICLE). Vedi CALATNAM.
CALATNAM (CALA-TNAM) (X 31) probabilmente poi chiama!, poi proclama! poi
convoca!, imperativo debole sing. Vedi CAL.
CANVA (X 31) signicato compatibile tabernacolo, sacello, da confrontare col tardo lat.
canaba tabernacolo, sacello, che di origine ignota (DELL).
CAPENI (X 2) probabilmente al/nella cappella (in dativo), da confrontare con la citt
etrusca Capena e con l'ital. cabina, franc. cabine stanzetta (in etrusco lo scambio dei
sufssi -EN-/IN- frequente (LLE, Norme 5).
CAPERC (CAPER-C) (VI 6) probabilmente e coppa, e vaso, da confrontare col lat.
caprunculum: vas ctile (Paolo-Festo 34 pg. 42) (DETR 89). Vedi CAPRA,
CRAPISCES.
CAPERI (III 5; VIII 16; XII 12) probabilmente al/dalla coppa (K. Olzscha, A. J. Pfg),
dativo di CAPER (LEGL 80). CAPERI ZAMIC dalla coppa aurea.
CAPERXVA (CAPER-XVA) (VII 10) probabilmente le coppe, plur. articolato di
CAPER; letteralmente quelle coppe.
CAPLI (CAPL-I) (XII 7) (emendato su CAPLU) probabilmente nel pelo (del
capo), letteralmente nel capello (in locativo), da confrontare col lat. capillus/m
capello, che nora di origine incerta (DELL, DELI, Etim). Sui peli del capo della
vittima da sacricare si spargeva farina di grano abbrustolito e salato (Cicerone, Div. 2.37;
Virgilio, Ecl. 8.82; Paolo-Festo). Cfr. MULA, NAXVA/E.
CARSI (X 31) signicato compatibile a/in pietra, marmo (in dativo), da confrontare con

la base mediterranea karsa roccia e col topon. ital. Carso (AEI 68, 484; LIOE 87).
CAINUM (X 18) (CAIN-UM) e catino, variante di CANIS.
CANA (X 13) signicato probabile catinella, bacinella, scodella, vaschetta, variante di
CANI catino, bacile (vedi), per indicare una differente forma di recipiente (DICLE).
Oppure catena, legame, da confrontare col lat. catena (gi prospettato come di origine
etrusca; EPhIL 28, DELL, DEI, DELI).
CANAL (X 16) signicato probabile della catinella, bacinella, genitivo di CANA.
CANIS, CATNIS (CANI-S) (X 8, 32) (TCap 9, [22, 23, 61]) signicato probabile del
catino, del bacile, del vaso (in genitivo), da confrontare col lat. catinus/m catino,
scodella, di probabile origine etrusca (DICLE). Vedi CAINUM, CATNETI.
CARA, CARE (XII 4, 8) signicato compatibile purica! (imperativo debole sing.),
da confrontare col greco katharhs puro (nora di origine ignota; DELG).
CATICA (VI 18) probabilmente CATI-CA proprio come (avverbio di modo
rafforzato). Vedi CNTI-CN.
CATNETI (CATNE-TI) (XI 9) signicato probabile nel catino (in locativo). Vedi
CANIS.
CATRUA (XI 34) probabilmente massa, folla, da confrontare col lat. caterva caterva,
massa, mucchio, gruppo (A. Trombetti) (nora di etimologia incerta; DELL, DELI), ma
quasi certamente di origine etrusca in virt delluscita in L/RVA (DICLE).
CAVE (CAVE-) (VIII 13) signicato compatibile nel cavo (in locativo). REUXZINA
CAVE nel vaso cavo.
-CE e, ed, congiunzione enclitica, variante di CA, da confrontare con quella lat. que.
Cfr. HEMSINCE, MURCE, MUTINCE, EZINCE, REUCE, CANINCE, UCE,
UTINCE.
CEALXU, CEALXUZ, CEALXUS (IX 33; X 2; XI 15) signicato certo il (giorno)
trenta (LEGL 97). Vedi CIALXU.
CEIA (VII 2, 3, 4, 5) signicato compatibile fossa, fossa sacricale, da confrontare col
(proto)sardo cheja fossa e col greco chei buco/a, cavit (nora di origine ignota;
GEW, DELG).
CELI (IV 14, 21; V 10, 16, 17; IX 18; XI 2, 3) signicato quasi certo al cielo (in dativo)
(DETR 78), da confrontare col lat. caelum, coelum, celum cielo (di origine ignota; DELL,
DELI). Vedi CELIM, CELUCN, CELUTULE (TCap 13).
CELI (VIII 9) signicato quasi certo a settembre, mese dedicato al Cielo o Urano, da
confrontare con la glossa lat.-etr. Celius, Caelius settembre (LEGL 99; DETR); CELI
HUI ZARUMI FLERXVA NEUNSL UCRI EZERIC a settembre il
ventiquattro le vittime a Nettuno sono da profumare e da immolare.
CELIM (CEL-I-M) (VI 18) signicato quasi sicuro e in settembre,
CELUCN (III 12; VII 10, 17; VIII 23; X 11; XI 7) probabilmente quello Celeste (Urano).
TESIM ETNAM CELUCN e secondo il precetto poi, quello celeste.

CELUCUM (VII 10) quasi certamente da emendare in CELUCN (vedi).


CEMNAC, CEMNAX (IV 21; V 18; VIII 22; X 10) (CEMNA-C/) probabilmente e
ogni, forse da confrontare col lat. omnis, nora di origine molto incerta (DELL).
CEPAR (VII 19) probabilmente cippi, cippi connari (plur.), da confrontare col lat.
cippus (nora di origine ignota; DELL, DELI). IN CEREN CEPAR NAC AMCE cura (di
tenere) i cippi (connari) come sono stati ( cosa nota che per gli Etruschi i cippi connari
erano sacri e dunque inamovibili, perch la loro tutela era afdata a Tinia).
CEPEN (VII 8, 9, 15, 21; X 3, 17, 18; XI 5) signicato quasi certo sacerdote (spesso al
vocativo), da confrontare col lat. cupencus sacerdote di Ercole (LEGL 45, 126; DICLE).
Cfr. CIPEN della Tabula Capuana.
CEREN (VII 9, 19, 21, 23) probabilmente cura! (imperativo sing.), da confrontare col lat.
curare, courare, coirare, coerare curare, procurare, (far) costruire (di origine ignota;
DELL; ESL 472) (TETC 51; LEGL 115, 120; DETR 103). Vedi CARESRI (San Manno).
CE[R]ENE (VII 15) cura! (imperativo sing.), variante debole di CEREN.
CERINE (VII 12) probabilmente cura (sost.). CERINE TENA[S] tenendo cura. Vedi
CEREN.
CEASIN, CESASIN (X 19, 30) probabilmente posa!, (de)poni! (imperativo sing.), da
connettere con CEU posto, deposto, depositato. Vedi CISASIN (TCap).
CEU, CEUM (CEU-M) (VI 2; XI 31) signicato certo (e) posto, deposto, preposto-a,
participio passivo.
CEU (VII 8) signicato probabile di ciascuno, di ognuno-a, in genitivo. CEU
CILCVAL per ciascuno dei culti.
CEXA, CEXAM (CEXA-M) (XI 16; XII 7, 11) (Cippus 45) signicato quasi certo (e)
legge, norma, diritto, causa, atto giuridico, sentenza. Anche preposizione posposta a
favore di, in onore di..., in vista di.... CIL CEXA in vista del culto.
CEXANE (VII 7) signicato quasi certo legale, normativo, giuridico-a (aggett.), atto
giuridico, ufcio (sost.) derivato da CEXA (LEGL 89).
CI (X 21) (TCap 3, 11, 16/2) (Cippus 24) signicato certo tre (LEGL 93; TCL capo V).
Vedi CIAL, CI, CITZ, CIZ.
CIALXU (III 19; XII 10) signicato certo del (giorno) trenta (in genitivo), variante di
CEALXU (LEGL 97). UNEM CIALXU MASN del ventinove dicembre. Vedi
CIAL[XU].
CIEM (CI-EM) (IX 33; X 2) signicato certo tre (sottratto) da.... CIEM CEALXU del
ventisette (LEGL 94-95). Vedi XIEM; cfr. ESLEM, UNEM.
CIL (VII 7; IX 5; XII 11) probabilmente culto, da confrontare col lat. cultus (prestito
dal lat. oppure vocabolo omoradicale?); (in via molto subordinata popolo, patrono,
protettore, santuario, tempio).
CILCVAL (CIL-CV-AL) (VII 8) probabilmente dei culti, genitivo plur. articolato di
CIL (LEGL 85). CEU CILCVAL per ciascuno dei culti.

CILCVETI (CIL-CVE-TI) (VII 14) probabilmente nei culti, in locativo plur.


articolato (LEGL 82, 85). Vedi CIL.
CILL (II 4; V 6, 13, 23; IX 12, 21) probabilmente di/del culto, genitivo sing. di CIL.

CIL (II 12; V 3; VIII 20; IX 2, 10; XI 9) signicato probabile per il culto (ablativo
sing. di CIL).
CILVA NERI (X 30) signicato probabile idromele (bevanda votiva), da confrontare col
lat. gilvus giallo, giallo miele (nora di origine oscura; DELL) (suff. etr. VU-, VA-;
LLE, Norme 15). Vedi NERI.
CI (CI-) (VIII 4) signicato quasi certo di tre, genitivo del numerale CI (vedi). CI
ARI di tredici (LEGL 53, 94, 96). Vedi CI TAR.
CISUM (CIS-UM) (III 22; IV 3, 16; V 5, 12, 21; IX 4, 20) signicato quasi certo e tre
volte, da CI tre. Vedi CITZ, CIZ.
CITZ (V 17, 19) signicato quasi certo tre volte (LEGL 48, 98). Vedi CIZ.
CIZ (VII 2, 6; X 18) signicato quasi certo tre volte (LEGL 97). Vedi CI, CI, CISUM,
CITZ.
CLA (V 23; XI 11) (Cippus 42-43) signicato quasi certo di questo-a, genitivo del
pronome CA (LEGL 102; DETR 110).
CLETRAM (II 19, 21; III 13, 16; IV 8, 10, 12; V 8; IX 15; VIII 11) signicato quasi certo
lettiga, carrello per le offerte, da confrontare con l'umbro kletram lecticam (in
accusativo) (DELL 128). CLETRAM SRENXVE la lettiga adorna! per il lectisternium.
Vedi CLTRAL.
CLEVANA (VII 11, 16) signicato compatibile col contesto opera! (imperativo sing.)
probabilmente derivato da CLEVA offerta, lavoro, opera, ofcio, che da confrontare
col lat. gleba, gleva gleba, terra (su cui versare liquidi sacricali, sangue, vino, acqua),
zolletta o granello (di minerali sacricali, sale, incenso, mirra; ThLL) (LELN 159-160).
CLTRAL (VIII 11) probabilmente di/a questi (fedeli presenti) genitivo plur. del pronome
CA questo/quello-a, col sufsso collettivo -tra.
CLUCE (XII 12) probabilmente boccale, coppa, da confrontare col greco klix,-kos
boccale, coppa. Vedi CLUCRA.
CLUCRA, CLUCTRA (CLUCRA-) (VIII 15; XII 13) signicato compatibile dai
boccali, propriamente dall'insieme dei boccali (sufsso collettivo). Vedi CLUCE.
CN (I 21; XI 19) (Pulenas 3) signicato certo questo/quello-a, accusativo del pronome
CA, da confrontare col lat. hunc, hanc (LEGL 49, 102). Vedi ECN, CNTNAM,
CNTICN.
CNL (X 7) (Cippus 19, 24) probabilmente con questo e questi-e (ablativo o accusativo
plur.) del pronome CA questo/quello-a (LEGL 49, 102; DETR 116).
CNTICN (CN-TI-CN-) (VII 19; XI 5) forse CNTI-CN proprio questo-i (pronome
in accusativo rafforzato) (?). Vedi CATICA, CNTNAM.

CNTNAM (CN-TNAM) (IV 13; VII 12; XI 17) signicato quasi certo questo-a poi,
pronome in accusativo con la congiunzione ETNAM enclitica (LEGL 132). CNTNAM
ESAN questa mattina poi. Vedi CN, CNTICN, ETNAM.
CNTRAM (IV 13) quasi certamente da emendare in CNTNAM.
CRAPTI (CRAP-TI) (III 18; IV 8, 15, 19; VI 12) probabilmente nel vaso (in locativo);
conosciuto anche nelle varianti capra e caper, tutte da confrontare col lat. caprunculum:
vas ctile (Paolo-Festo, num. 34 pg. 42). Vedi CRAPISCES.
CRESVERAE (V 16) forse a/per Lucifera (= stella di Venere) (in dativo), letteralmente
Apportatrice del domani (A. Trombetti 174), da confrontare col lat. cras, che nora di
origine ignota (DELL) e pertanto potrebbe derivare proprio dall'etrusco (?).
C (II 14, 18; IV 5, 17; TCort 7) signicato quasi certo di questo-a, di ci, genitivo del
pronome CA questo-a (LEGL 102). Vedi CUS.
CULCVA (VIII 5) signicato quasi certo le porte, plur. articolato di *CUL porta,
letteralmente quelle porte. Cfr. il dio CULSANS Giano bifronte (che corrispondeva al
lat. Ianus dio delle porte) e anche la dea CULSU custode della porta degli Inferi (LEGL
69; DETR 121). Vedi CULSL (Pulenas 6).
CUS (XII 12) signicato quasi certo di questo-a, genitivo del pronome CA, variante di
C (vedi).
ECN (IV 2; V 2; IX. 1, 8) signicato certo questo-a, accusativo del pronome ECA
questo-a e variante di CN (vedi) (LEGL).
EI (IV 13; XI 19) (TCap 4, 13) signicato certo non (LEGL 122, 129). EI ISUM
UNIAL ARA nella festivit di Giunone non fare la stessa cosa. Vedi EIM.
EIM (EI-M) (VI 12; V 9; IX 16, 17) signicato quasi certo = lat. neque, nec e non, n.
EIM TUL VAR e non elevare affatto.
EISER (V 10, 14, 15) signicato certo di, plur. di EIS dio (qui anche al vocativo)
(LEGL, DETR). Vedi AISER.
EISERA (V 20) signicato certo degli, agli di, in genitivo plur. anche di donazione o
dedicazione. Vedi AISERA.
EI, EIS (VI 2; X 10) signicato certo Dio (qui anche al vocativo o Dio). Vedi AI,
EISER.
EISNA (IV 8, 22; VI 12; IX 33; XI 10; XII 7) signicato certo divino-a (aggettivo),
liturgia (sostantivo) (LEGL 47, 89). EISNA HINU liturgia funebre. Vedi AISNA.
ENAC, ENAX (VII 11; X 32; XII 4, 7) signicato quasi certo poi, dopo, quindi, allora.
ENA (III 21; IV 6, 19; V 4, 7, 14, 23; VII 23; VIII 20; IX 3, 6, 10, 13, 22) signicato
quasi certo nostro-a/i-e. Vedi ENESCI.
EPA (I 1, X 23) forse preposizione per, verso, anche posposta, da confrontare con
quella greca ep (?) (DETR 135). AVE EPA per salute.
EPC (EP-C) (V 17) forse e per, e verso. Vedi EP(A) (DETR 135).

EPRIS (EPRI-S) (III 2) probabilmente EPRI-S di/per utilit/uso o convenienza (in


genitivo). MULA HURSI PURUN EPRIS HILARE farina dal granaio depurata per
utilit personale; forse da confrontare non derivare - col lat. prosum (?) (signicato
compatibile col contesto). Vedi EPRU di convenienza, di accordo (TCort. 14).
EI, EIC (EI-C) (III 20; VIII 32; X 11, 21/2, 32; XI 31) probabilmente (e) ugualmente,
parimenti, da confrontare col greco sos, isos uguale.
ESLEM (ESL-EM) (VI 17; XI 8, 15, 22) = lat. duo de ... due da .... ESLEM ZARUM
diciotto, ESLEM CEALXUS del ventotto, letteralmente venti meno due, del trenta
meno due. Cfr. (E)SAL due, UNEM, CIEM, XIEM (LEGL 93, 95).
ESTREI (IV 11; V 9; IX 16, 17) (EST-RE-I) signicato quasi certo alle interiora
(esaminate nell'aruspicina) (in dativo plur.), da confrontare col lat. exta,-orum (nora di
origine incerta; DELI).
ESVIC (ESVI--C) (IV 15, 20; V 11, 14; IX 19, 23) probabilmente e consacratore, da
confrontare con EIS dio, EISNA divino. Vedi ESVITA.
ESVITA (ESVI-TA) (VIII 4) probabilmente la consacrazione, letteralmente quella
consacrazione. Vedi ESVIC, ESVITLE.
ESVITLE (ESV-ITLE) (VIII 5) probabilmente per la consacrazione, pertinentivo
articolato di ESVITA. Vedi ESVIC, ESVITA, (TCap) IVEITULE.
ETERA (X 22) signicato quasi certo amico, compagno, confratello, socio, sodale, da
confrontare col greco etarhos amico, compagno, socio (DELG). Vedi ETERTIC.
ETERTIC (XII 3, 8) (ETER-TI-C) signicato compatibile e in societ oppure nella
confraternita (in locativo con la congiunzione enclitica). Vedi ETERA.
ERI (XI 16) probabilmente celebra! (imperativo debole sing.), forse da confrontare col
lat. iterum e con lumbro etram-a (?). Cfr. ERSE, ETRAA, ETRINI.
ERSE (II 2, 14; III 21; IV 2; V 4; VIII 21; IX 3, 10) signicato probabile al/per la
celebrazione (in dativo sigmatico). Vedi ERI, ETRAA, ETRINI.
ETNAM (passim) signicato certo poi, anche, ancora, probabilmente da confrontare coi
lat. nam, etenim. ETNAM ETNAM e e.
ETRAA (I 20) probabilmentee avendo celebrato (gerundio passato). Vedi ERI,
ERSE, ETRINI.
ETRINI (ETRIN-I) (XII 5) signicato compatibile nel celebrare (in locativo). Vedi
ERI, ERSE, ETRAA.
FACE (VI 3) probabilmente accola, torcia, da confrontare col lat. fax, facis.
FACI (X 13) probabilmente al/per la torcia, dativo di FACE.
FANUE (X 23) signicato probabile consacrazione, benedizione, da connettere con
FANU tempietto, cappella, sacrario e da confrontare coi lat. fanum (di origine incerta),
fanare consacrare (Varrone, Lat. 6.54) (TETC 619; LELN 132; DETR 189, 442; DICLE).
Vedi FANUSEI.
FARSI (XI 29/2) probabilmente FARS-I al/per il farro (in dativo), da confrontare con
l'umbro farsio farro. Vedi FAE.

l'umbro farsio farro. Vedi FAE.


FARAN (II 21; V 7; IX 14) signicato probabile vergine, da confrontare col greco
parthnos vergine (nora di origine ignota; GEW, DELG, LELN) (DETR 443). (FAEIC)
FARAN probabilmente (e a/per il) pane azzimo, senza lievito.
FAE (IV 20/2; V 11, 15; IX 17) probabilmente pane (di farro), da confrontare con
l'umbro fasiu, farsio e col lat. far, farris (DELL s. v.) (Pfg) (in nominativo). Vedi FAEI,
FAEI, FASLE.
FAEI, FAEIC (FAEI-C) (II 20, 22; IV 13, 16; V 21; VIII 33; IX 8, 14, 19)
probabilmente (e) al/per il pane (in dativo).
FAEI (III 21; IV 21; V 15) probabilmente col pane (in ablativo).
FAI (IV 13) probabilmente da ricostruire in FA[E]I.
FASLE (V 2) probabilmente panino, diminutivo di FAE.
FAVIN (XI 10) signicato compatibile favorisci!, propizia! (imperativo sing.), da
confrontare col lat. favere favorire, essere favorevole, propizio (nora di origine incerta;
DELL, DELI) (LELN 136, LEGL 120).
FAVITIC (FAVI-TI-C) (V 21) probabilmente e nella favissa (in locativo con la
congiunzione enclitica), da confrontare con la glossa lat.-etr. favissa, favisa cella, cripta,
sotterraneo, pozzo, cisterna dei templi (quasi unanimemente ritenuto prestito dalletrusco;
DELL, DEI, THLL, ESL 416, ecc.), probabilmente connesso con favus favo (LELN 137) e
fovea fossa. Per il suff. -s(s)a cfr. lat.-etr. carissa, cerussa, cimussa, mantissa, obrussa.
FIRA (I 18) signicato probabile pira in cui si bruciavano i profumi e le vittime, da
confrontare col greco pyrh (interpretazione confermata dal vocabolo VERSUM e fuoco
della riga seguente). Vedi FIRIVENE, FIRIN.
FIRIN (VII 7, 9, 20, 22) probabilmente brucia! (imperativo sing.). UCIC FIRIN e
brucia profumo!. Vedi FIRA.
FIRIVENE (VII 16) signicato compatibile che brucia, inammabile, aggettivo (LEGL
89).
FLANAC, FLANAX (X 3; XI 29) signicato quasi certo aminale (aggettivo),
propriamente da intendersi come *amnac, da confrontare col lat. amen,-inis amine
(sinora di origine incerta; DELL).
FLER (III 13; IV 3; VI 9, 10; VIII 18, 22; IX 2, 9; XI 17) signicato certo vittima,
probabilmente da connettere coi lat. ere, plorare piangere, nora di origine ignota (da
respingersi lorigine espressiva prospettata dal DELL); in etrusco gli scambi f/p ed e/u(/o)
sono conosciuti (LLE Norme). Per la connessione semantica si ricordi lital. fare la vittima
lamentarsi, piangere).
FLERE (III 18; IV 14, 19; VIII 17, IX 7, 18, 22) vittima, variante di FLER. Vedi
FLERE(I//RI), FLERXVA, FLERXVET[I].
FLEREI (IX 14) signicato quasi certo al/per la vittima (in dativo).
FLERERI (VIII 16) signicato quasi certo alle/sulle vittime, dativo plur. di FLER (LEGL
80).
FLERE (IV 8; VI 12) signicato quasi certo della vittima (in genitivo), da FLER(E).

FLERE (IV 8; VI 12) signicato quasi certo della vittima (in genitivo), da FLER(E).
FLER (VI 13) probabilmente da emendare in FLER[E] della vittima.
FLERXVA (VIII 9) signicato quasi certo le vittime, plur. articolato di FLER,
letteralmente quelle vittime.
FLERXVET[I] (FLER-XVE-T[I]) (XI 19) ricostruzione e signicato probabile nelle
vittime (in locativo).
HALXZA, HALXZE (HALX-ZA/E) (X 21, 30) signicato compatibile vasetto di rame o
bronzo, diminutivo di HALX (vaso di)rame o bronzo, da confrontare col greco chalks
rame, bronzo (nora di origine incerta; DELG).
HAME (VI 3, X 6, XI 34) signicato quasi certo del campo, della campagna (in
genitivo), da confrontare col lat. campus, nora di etimologia ignota (DELL) e quindi di
probabile origine etrusca.
HAMEI (HAME-I) (VI 5) signicato quasi certo nel campo, in campagna (in
locativo) (LEGL 82).
HAMEI (HAMEI-) (XI 32) signicato probabile del campestre, contadino,
rustico (in genitivo). HAMEI RINU dell'agnello campestre.
HAMISCA (HAMIS-CA) (VI 9) signicato quasi certo quello-a del campo, della
campagna (LEGL 103, 130).
HANIN (XI 3, 7) signicato probabile in avanti (avverbio di luogo), da confrontare col
lat. ante.
HAE, HAEC, HATEC (HAE-C) (III 23; IV 4, 16; IX 4, 12, 20) probabilmente (e) in
alto. HAEC REPINEC e in alto e in basso.
HARI (HAR-I) (II 16; V 5, 12) probabilmente nel tempio (in locativo), da
confrontare col l'etr.-lat. atrium, hatrium atrio, tempio (LIOE 20, 77). CISUM PUTE
TUL ANSUR HARI REPINIC e tre volte il calice eleva, o celebrante, nell'atrio
(del tempio) e nella fossa.
HAUSTI (X 23) signicato probabile fausto-a, favorevole, da confrontare coi lat. faustus,
favere (nora di origine incerta e quindi di probabile origine etrusca) (DICLE).
HAUSTI (HAUSTI-) (X 32) del (lufcio) fausto (in genitivo).
HECI (VI 6; X 32) signicato probabile metti! poni! posa! (A. J. Pfg) (imperativo
sing.). Vedi HECIA, HECZRI
HECIA (VII 11) probabilmente da emendare in HECI (vedi).
HECTAI (V 17) forse HEC-TAI alla/nella (de)posizione, in dativo articolato (?)
(signicato compatibile col contesto).
HEMSINCE (HEMSIN-CE) (V 2) probabilmentee e offri! (K. Olzscha) (imperativo sing.
con congiunzione enclitica).
HETRN (V 18, VIII 21; X 9) probabilmente eteria, confraternita, da confrontare col
greco hetairhian eteria (in accusativo, il caso pi frequente).

HETUM (HETU-M) (XI 4; XII 6, 8) probabilmente e agnello, da confrontare con letr.


FETIU feto, prole, glio (DETR 447, DICLE 85) e col lat. fetus feto, piccolo di bestia
e inoltre col neosardo fetu, fedu prole di bestia. Per l'alternanza H/F vedi LLE Norme 3).
Vedi HEIE.
HEX (HEX-) (IV 9, 14; IX 6) versate! (probabilmente imperativo plur.). Vedi
HEXZ; cfr. AR, RAMUE, STRETE, TRIN, TRUT.
HEXZ (III 17; X 8, 33; XI 4) probabilmente spargi! versa!, imperativo forte sing. (LEGL
121). Vedi HEX.
HIA (VII 2, 3, 4, 5, 6) signicato quasi certo ora, adesso, qua, qui. Cfr. HIA VIPI
VENU VIPINAL CLAN qui (c) Vibio Venonio glio di Vipinia (su coperchio di
ossuario; ET, Cl 1.403).
HILAR (XI 33; XII 13) signicato compatibile proprio, privato-a, personale, da HIL,
HILS (di) lui, di lei (DETR 200). RASNA HILAR popolo privato. Vedi HELU,
HILARE, HILARUNA.
HILARE (III 3; VII 14) probabilmente dativo di HILAR.
HILARUNA, HILARUNE (XII 3, 5, 6, 8) signicato compatibile proprietario
(DETR 200). Vedi HILAR, HILXVETRA.
HILXVETRA (VI 2) probabilmente HIL-XVE-TRA l'insieme dei proprietari privati, i
proprietari (con sufsso collettivo). Vedi HILAR, HILARUNA; cfr. FLERXVET[RA].
HININ (X 11) probabilmente HIN-IN da gi, da sotto, proprio gi (avverbio)
(LEGL 129). Vedi HINU.
HINU (IX 29; X 15; XI 10, 15; XII 7) signicato probabile sotterraneo, infero,
funebre, funerario-a, ufcio funebre, da confrontare tedesco unten gi, sotto (LEGL
90, 129; DETR 200, 201). AISNA HINU, EISNA HINU liturgia funebre. Vedi
HININ, HINA (Cippus), HINIU (San Manno).
HUPNI (VI 19) signicato probabile del sonno (eterno), personicato e divinizzato
(DELL pg.634) (in genitivo) da confrontare col greco hpnos (DETR 204).
[HUPNIT[I] (VI 24) nel sonno (eterno), in locativo di tempo.
HURSI, HURSIC (HURSI-C) (III 2; VIII 15; XII 7) probabilmente (e) dal granaio (in
dativo sigmatico), da confrontare col lat. horreum (nora di etimologia ignota e pertanto di
probabile origine etrusca; suff. -eu, LLE Note 14).
HUSLNA, HUSLNE (III 4, 20; VIII 11, 32) signicato probabile giovane, novello,
aggett. riferito sempre a VINUM = vino novello, da confrontare con HUSIUR ragazzi,
giovani (LEGL 89; DETR). Vedi HUI, HUSLNEST.
HUSLNET (HUSLNE-T) (VIII 30) signicato probabile del (vino) novello (in
genitivo articolato), letteralmente di quello novello (LEGL 105; DETR). Vedi
HUSLNA/E.
HUTERI (X 14) probabilmente il quarto (giorno), derivato da HUT quattro.
HUI (VIII 9; XI 18) signicato certo di quattro, genitivo di HU quattro. HUI
ZARUMI del ventiquattro (LEGL 96).

IC (VII 16; VIII 5) signicato certo cos, come, da confrontare col lat. sic. Variante
graca di IX (vedi).
IMEL (X 13) signicato compatibile in basso, da confrontare col lat. imus basso,
(pro)fondo, che di origine incerta (DELL). Vedi EMULM.
IN, INC (IN-C) (III 18; IV 3, 8, 15, 19; V 2; VI 17; VII 19; IX 1, 9; XI 8) signicato quasi
certo (e) lo, la; quel/lo-a, pronome di 3 pers. sing. e plur.
ININC (IN-IN-C) (XI 31) probabilmente e lo stesso = IN lo-la rafforzato. Vedi
ANANC.
IPA (X 5, 9, 14) (Cippus 5, 27) signicato quasi certo che, il/la quale, quale-i?, anche
plur.
IPE IPA ... AMA (X 9) signicato compatibile quali che siano, probabilmente da
confrontare col lat. quid quid sit.
IPEI (X 7) signicato compatibile (d)a cui, (d)al/per il cui, dativo sing. di IPA (LEGL
111).
IX (III 16; VI 8, 12; VII 22; X 10; XI 5, 22; XII 2, 9) (Cippus 44) (TCap 34) signicato
certo cos, cos come, da confrontare col lat. sic. (TCap 5) IX NAC = lat. ita ut cos
come (LEGL 129). Vedi IC.
LAE[VE] (LAEVE-) (X 6) signicato probabile della messe (in genitivo), da
confrontare col greco lion, laon messe, campo di grano (nora di origine incerta). Vedi
LAISCLA.
LAETI, LAETIM (LAE-TI-M) (III 5; VI 5) signicato compatibile (e) per la fecondit
(in dativo) da confrontare coi lat. laetus grasso, fertile, fecondo, di probabile origine
etrusca (DICLE 100, LIOE 47).
LAISCLA (LAIS-CLA) (X 33) da emendare in LAI[VI]SCLA di quello-a della messe
(vedi).
LAIVEISM (VIII 12) probabilmente LAIV-EIS-M e per la messe. Vedi LAIVISCA.
LAIVISCA (LAIV-IS-CA) (VI 10) signicato quasi certo quello-a della messe (in
genitivo articolato). Vedi LAISCLA, LAIVETSM.
LANTI (LAN-TI) (XI 31) forse nella macellazione (in locativo) (signicato compatibile
col contesto), da confrontare coi lat. laniena macelleria; lanio, lanista macellaio,
carnece, gladiatore, di sicura origine etrusca (ThLE 416; LEW, DELL, ThLL, ESL 239)
(LELN 175; DICLE) (?).
LAUXUMNETI (LAUXUMNE-TI) (IX 33) signicato quasi certo nella regia,
letteralmente nella reggia lucumonia (in locativo). Oppure, in subordine, nella (durante
la) lucumonia (LEGL 143).
LECIN (IV 2; V 2; IX 1, 9) probabilmente effettua! (imperativo sing.). ECN ZERI
LECIN questa serie (di atti) effettua!.
LEITRUM (X 20) forse sacerdote, da confrontare col greco litrhon sacerdote (in
accusativo) (DETR 254) (?). Vedi LEIRMERI (ET, Cr 8.1).

LENA (X 22, 32) signicato compatibile toga (veste rituale), da confrontare col lat. lena,
laena pallio, toga o mantello duplice, glossa latino-etrusca derivata dal greco chlana
mantello attraverso l'etrusco (Festo pg. 104: laena vestimenti genus habitu duplicis.
Quidam appellatam existimant Tusce, quidam Graece, quam chlanda dicunt) (LEW, DELL,
ESL 169, ThLE 416) (DICLE).
LURI (V 22) signicato compatibile alloro, corona d'alloro, da confrontare col lat.
laurus, lorus alloro (albero consacrato ad Apollo), tonimo di origine mediterranea
(DELL, NPRA).
LUSA (VI 9) signicato quasi certo di Lusa, divinit dei campi (in genitivo anche di
donazione) (K. Olzscha, A. J. Pfg).
LUSTRA (VI 10) probabilmente di/a Lustra, dea delle lustrazioni o puricazioni (in
genitivo anche di dedicazione), da confrontare col lat. Lustra (nora di origine incerta e
pertanto potrebbe derivare proprio dalletrusco (DICLE).
LU (VI 18) probabilmente festa, festivit religiosa, da confrontare col lat. ludus ludo,
gioco, festa, esercizio, occupazione; plur. LUCVA ludi religiosi; ludio,-onis, ludius
attore, ballerino (suff. -on-; LLE, Norme 7) (gi prospettati come di origine etrusca;
DELL, DELI, ESL 169) (LEGL 69; DICLE 108) e inoltre coi Ldioi, abitanti della Lidia
(patria di origine degli Etruschi), i quali si vantavano di avere inventato molti giochi
(Erodoto, I 94). Vedi LUCVA (L. Pulenas), LUTI.
LUTI (LU-TI) (VI 18) probabilmente nella festa religiosa (in locativo). Vedi LU.
MAC (III 4, VIII 13) signicato certo cinque (LEGL 93).
MALE (VII 1, 3, 4, 5) signicato compatibile guarda! (imperativo debole sing.); cfr.
MALENA, MALNA specchio (DETR). MALE CEIA HIA guarda la fossa (sacricale)
adesso. La rima e le assonanze che si riscontrano nelle righe 1-6 fanno intendere che esse
venivano cantate o recitate con cantilena.
MAREM (MARE-M) (X 3) signicato probabile e per Maris, dio probabilmente uguale
al greco Erhos Amore, Cupido (Fegato).
MARTI (MARTI-) (VI 20) signicato quasi certo in marzo, non costituendo
difcolt il fatto che una glossa latino-etrusca tramanda che il mese di marzo in etrusco si
chiamava anche Velcitanus (ThLE 417); oppure in subordine il marted, o inne nella
festivit di Marte (in locativo temporale; LEGL 143).
MASN (VII 12; XII 10) signicato quasi certo dicembre. Vedi MASAN (Pirgi II).
MATAM, MATAN (VII 22; XI 5; XII 9, 13) signicato probabile avanti, prima (A. J.
Pfg) (LEGL 49, 130). IX MATAM come (si fatto) avanti, prima.
MACVA(C), MACVE (MA-CVA-C) (X 9, 15, 17) probabilmente le piante, da
confrontare col (proto)sardo matha, mata, matta macchia, grande cespuglio, zona
cespugliata, pianta; mata 'e mndula pianta di mandorlo, mandorlo; probabilmente da
riportare al sostrato "mediterraneo" ( attestato anche in Iberia, in Italia e nell'Africa sett.)
(LISPR)
MELE (IV 5, 17) (L. Pulenas 6) signicato compatibile possedimento, possesso,
propriet.
MELERI (IV 4, 17) signicato compatibile ai/per i/le possedimenti/propriet, dativo plur.

di MELE (LEGL 70, 80).


MENA (VIII 11) probabilmente dando, donando (gerundio presente). Vedi MENA,
MENE.
MENE (II 14, 18) signicato compatibile dono, donazione. Vedi MENAXE, MENECE
don(arono), ha(nno) donato.
MELUMERI, MELUMERIC (MELUMERI-C) (II 17; III 23; IV 6, 19; V 6, 13; IX 6,
13, 21) signicato quasi certo (e) agli/per gli stati o citt-stato (dativo plur.).
ACNICLERI CILL PURERI MELUMERIC ENA per i sacrici di culto per le
citt e le citt-stato nostre (in dativo plur. e con la congiunzione enclitica).
MELUMEC (MELUM-E-C) (V 23) signicato quasi certo e dello stato, e della
citt-stato (in genitivo sing. e con la congiunzione enclitica).
MELUM (MELUM-) (XII 4) signicato quasi certo nello stato, nella citt-stato
(in locativo). MELUM (TLE, TETC 99) signicato quasi certo comunit, stato, cittstato, repubblica.
MLAX (III 19; IV 15; V 11, 20; VIII 18, 31; IX 7, 19; X 34) dono, dono votivo, offerta
votiva, ex voto, voto, promessa, richiesta (LEGL 53, 142; TCL capo 8; DETR). UN(E)
MLAX compi l'offerta! (intercalare che si pronunzia ogni volta che si cita un dio o gli
di). Vedi MLAXE.
MLAXE (V 22) per/in offerta, probabilmente in dativo.
MUCUM (MUC-UM) (X 29; XI 6, 33) forse e al fondo, e alla ne, da confrontare col
greco mychs fondo (?).
MULA, MULAC, MULAX (MULA-C/X) (III 2, 3; VIII 11, 15; X 21) quasi certamente
(e) farina salata, da confrontare col lat. mola salsa farina di grano abbrustolito e salato
che si spargeva sul capo della vittima da sacricare; Cicerone, Div. 2.37; Virgilio, Ecl. 8.82;
Paolo-Festo. Vedi MULE; cfr. CAPLI.
MULE (III 17) uguale a MULA farina (salata).
MUR (XI 8) signicato compatibile ferma!, trattieni!, imperativo forte sing., da
confrontare col lat. morari fermarsi, sostare, trattenersi e con letr. MURCE dimor
(DETR 288). MUR IN frmalo!.
MURCE (XI 6) (MUR-CE) e frmati!, e trattiniti!.
MUR (MUR-) (VII 13) signicato probabile del canestro (delle offerte) (in
genitivo) da confrontare col greco mrsos canestro, cesto (LEGL 69; DETR 289). Vedi
MURZUA (San Manno).
MU (XII 3, 5/2) signicato probabile tieni! sostieni! proteggi! (imperativo forte sing.)
(LEGL 121). MU HILARUNA TECUM proteggi il proprietario, o Tecum. Vedi
MUTINCE, MUTINUM, MUTTI.
MUTINCE (MUTIN-CE) (IV 5, 18) probabilmente e tieni! (imperativo sing. con
congiunzione enclitica). Vedi MU, MUTINUM.
MUTINUM (MUTIN-UM) (III 14) signicato compatibile e tieni! (imperativo sing. con
congiunzione enclitica). Vedi MU, MUTINCE, MUTTI.

MUTTI (MUT-TI) (X 19) probabilmente in tenuta, in mantenimmento (in locativo


gurato). Vedi MU, MUTINCE, MUTINUM.
NAC (III 14; VII 19; X 14; XII 2, 6) (TCap 5) signicato certo cos, come (avverbio), da
confrontare col lidio nak cos. IX NAC cos come.
NAC, NACUM (NAC-UM) (IX 29; X 3) (e) dopo (avverbio di tempo).
NAPTI (NAP-TI) (X 33) signicato compatibile nella tovaglia (dellaltare) (in locativo),
da confrontare con NAPE (ET, Vs 8.4) e col lat. nappa, mappa salvietta, tovagliolo,
fazzoletto, drappo (punico, secondo Quintiliano; DELL). Vedi NAPER (Cippus).
NAXVA (VI 6; VIII 29) probabilmente i peli del capo degli ovini da sacricare, da
confrontare col greco nk vello, pelle di montone, pecora o capra, nora di origine
incerta (DELG). Cfr. CAPLI.
NAXVE (III 17; VIII 30) probabilmente sui peli del capo degli ovini, dativo plur. di
NAXVA.
NERI (X 23, 31, 33) signicato quasi certo acqua, da confrontare col greco nerhn
acqua. CILVA NERI idromele, letteralmente acqua melata (vedi CILVA).
NERI (X 23) signicato quasi certo dell/dall'acqua, genitivo di NERI.
NEUNL, NEUNSL (VIII 9, 17; IX 7, 14, 18, 22) signicato certo di Nettuno, in
genitivo (LEGL 74).
NEXSE (VII 13) probabilmente in nesso, in connessione, da confrontare col lat. nexus.
NUNEN (II 20; III 19; IV 7, 11, 15; V 11, 19, 20; VIII 31; IX 8, 19; XI 6) probabilmente
annunzia!, pronunzia!, recita!, prega! (imperativo sing. forte), da confrontare col lat.
nuntiare annunziare, pronunziare, il quale, essendo di origine ignota, pu derivare
proprio da questo verbo etrusco. Vedi NUNENE, NUNEN.
NUNENE (III 17; VIII 29) probabilmente annunzia!, pronunzia!, recita!, prega!
(imperativo sing. debole). ARA NUNENE fa di pregare (in endiadi). Vedi NUNEN,
NUNEN.
NUNEN (II 19, 22; IV 13; V 7, 9, 10; IX 13) probabilmente pronnciavi! prgavi!
(sopra), imperativo sing. con desinenza locativa. Vedi NUNEN, NUNENE.
NUIN (X 15) probabilmente osserva! (imperativo sing.), da confrontare col lat. notare,
che, essendo di origine incerta (DELL, DELI), potrebbe derivare proprio da questo verbo
etrusco. Vedi NUE (TCor 23).
NUZLXNE, NUZLXNEC (IV 6, 18; VIII 19) forse (ed) espiatorio, da confrontare col
lat. noxa colpa, delitto, fallo, danno (?). EZINE RUZE NUZLXNE immola il porco
espiatorio!.
PAINIEM (PAINIE-M) (VI 19) signicato compatibile e pena, da confrontare coi lat.
poena, paenitet (nora di origine ignota e che pertanto potrebbe derivare dall'etrusco;
DELL).
PAR (VII 21) signicato compatibile pari, paritario, uguale, patrizio-a, compagno-a,
marito, moglie, da confrontare col lat. par, paris, nora di origine ignota, ma gi
prospettato come di origine etrusca (DELL, DELI). AR PAR fa, rendi pari!, pareggia!,

equipara!.
PEISNA (X 22) signicato compatibile insegna (sost.), da confrontare con lantroponimo
etr. PESNA (DETR 317) e col lat. penna, pesna penna, ala, auspicio, presagio (nora
di origine oscura; DELL) (signicato compatibile col contesto).
PEN (XI 2) forse in, presso, verso, preposizione o posposizione probabilmente da
confrontare col lat. penes in, presso (spesso posposto).
PERSIN (Liber III 15) persillo (paletta rituale per unzioni) da confrontare col lat.
persillum (nora di origine ignota e quindi di probabile origine etr.; ESL 372) (suff. -ill-;
LLE, Norme 2, 5). Cfr. PERSIE, PERZILE.
PEERENI (VI 4; X 2, 4; XI 8) probabilmente al/col boccaletto (diminutivo e in dativo
sing.), da connnettere con PUTERE (Vc 3.3) (TLE 914) boccale, orcio, idria e da
confrontare col greco potr,-rhos vaso da bere, coppa (per lo scambio E/U vedi LLE,
Norme 1).
PETNA (X 14) probabilmente patena, da confrontare col lat. patna, patna scodella,
piatto (per lo scambio A/E vedi LLE, Norme 1).
PEVAX (IV 22) signicato compatibile libatorio-a (aggettivo in AX); (bevanda,
pozione per A. Trombetti e A. J. Pfg). EISNA PEVAX liturgia libatoria.
PLUTIM (PLUTI-M) (X 19) probabilmente e nel letto (per il lettisternio) (in dativo), da
confrontare col lat. pluteus letto (nora di etimologia ignota, ma gi prospettato come di
origine etrusca; DELL, ESL 39) (uscita in -eu-; LLE, Norme 14).
PRIA (PRIA-) (VIII 10) signicato compatibile per riscatto, da confrontare col lat.
pretium (nora di origine incerta; DELL, DELI).
PRUCUNA (IX 29) signicato quasi certo brocca, grande brocca, accrescitivo di PRUX
brocca (vedi) (A. J. Pfg).
PRUSERI (X 17) probabilmente (PRUS-ER-I) ai prodigi, ai presagi o portenti, in
dativo asigmatico plur. (LEGL 80), da confrontare col lat. prodigium (nora di origine
ignota; DELL, DELI).
PRUX (PRUX-) (IV 22) probabilmente PRU[M], signicato certo della/dalla
brocca (A. J. Pfg), da confrontare col greco prchoos brocca. VINUM TRAU
PRUX vino versato dalla brocca. Vedi PRUCUNA.
PURUN (PURU-N) (III 2; VIII 15) probabilmente quello-a puricato, depurato-a (in
accusativo articolato; LEGL 106; DETR), da confrontare col lat. arcaico puratus
puricato. MULA HURSI PURUN EPRIS HILARE farina dal granaio quella
depurata per utilit pesonale.
PUTE (II 3; III 22; IV 3, 16; V 5, 12; IX 4, 11, 20) signicato probabile bicchiere, calice,
da confrontare col lat. pot(t)us vaso da bere (di probabile origine etrusca; DELL 529, ESL
377). CISUM PUTE TUL ANS HATEC REPINEC e tre volte il calice eleva, o
celebrante, e in alto e in basso. Oppure, in subordine, liba!, bevi!, imperativo debole
sing., da confrontare col lat. potus pozione, bevanda, bevuta. CISUM PUTE e tre volte
liba!. Vedi PUTINA, PUTIZA.
PUS, PUTS (VIII 18, X 34, XII 4) (L. Pulenas 6) probabilmente del bacile, genitivo di
PUTE.

PUTNAM (PUTNA-M) (X 31) signicato probabile e la caraffa, da confrontare col


greco pytne, bytne grossa bottiglia impagliata, damigiana (nora di origine ignota;
DELG). Vedi PUTINA (DETR 337, 338).
RAC (V 8) probabilmente a destra, variante di RAX (vedi).
RACUE (III 20, VIII 33) forse sulla cima, da confrontare col greco rhchis cima,
cresta (?).
RAMUE (III 20; VIII 33) signicato probabile mesci! (A. J. Pfg) (imperativo debole
sing.), forse letteralmente dirama!, da confrontare col lat. ramus ramo, che nora di
origine incerta (DELL, DELI). Vedi RAMUE, RAMURI.
RAMUE (VIII 14) mescete! (probabilmente imperativo plur.). REUXZINETI
RAMUE VINUM nel vaso mescete vino. Cfr. AR, HEX, STRETE, TRIN,
TRUT.
RAMURI (RAMU-R-I) (VIII 13) probabilmente nelle mescite, in locativo plur. Vedi
RAMUE, RAMUE.
RANEM (RANE-M) (VIII 12) signicato compatibile e aspergi! (imperativo sing.), da
confrontare col greco rhinein spruzzare, aspergere, bagnare, lavare (A. Trombetti)
(nora di origine incerta).
RANTEC (III 23) certamente da emendare in RATEC (vedi).
RASNA (XI 33) signicato quasi certo Rasennio, Etrusco, pubblico, statale (aggett.),
popolo della citt (sost.) distinto da CATRUA HAME --- massa della campagna;
da riportare al nome Rhasnna, con cui, secondo Dionisio di Alicarnasso (I 30,3) gli
Etruschi chiamavano se stessi (cfr. gentilizio lat. Rasennius; RNG). Vedi RANA (TCort
5).
RATUM (RATU-M) (TCap 26/27) (X 4, 20) signicato probabile (e) raticato,
legalizzato, secondo legge o norma, da confrontare col lat. ratus raticato, legalizzato
(TCL pg. 38). AR(A) RATUM rendi(lo) raticato, ratcalo-a. Vedi RATM (TCort 20).
RAX (V 16; VI 18; VIII 10) probabilmente a destra (con morfema zero).
RAX (V 18) probabilmente a destra, da confrontare col tedesco rechts (A.Torp). Vedi
RA.
RAX (II 5, 19, 22; IV 9, 10, 13, 21; V 7, 15; IX 6, 13, 15, 16) probabilmente a destra,
variante di RAX. Vedi RAC.
RATI (II 5) da emendare in RAX.
RENXZUA (REN-X-Z-UA) (VII 9) signicato quasi certo reni (plur. e diminutivo, da
confrontare col lat. renes, reniculi, renunculi reni, nora di origine ignota (DELL) e che
pertanto sar entrato nel latino attraverso la lingua degli aruspici etruschi.
REPINE, REPINEC (REPINE-C) (III 23; IV 4, 16; IX 5, 12, 20) signicato compatibile
(e) in basso, da confrontare col lat. repre strisciare. HAE/HATE REPINEC e in
alto e in basso.
REPINIC (REPIN-I-C) (II 16; V 5, 12) probabilmente e nel basso, nella fossa

sacricale. HARI REPINIC nell'atrio (del tempio) e nella fossa. Vedi REPINE.
REUCE (REU-CE) (XII 2) probabilmente e colpevole, da connettere col lat. reus
(nora di origine ignota; DELL, DELI). AISNA IX NAC REUCE AISERA EU
liturgia cos come anche per il colpevole per gli di superni, cio liturgia di
riparazione.
REUXZINA (VIII 13) signicato compatibile recipiente, vaso (A. J. Pfg),
probabilmente da confrontare col greco rhin scorrere. uire.
REUXZINETI (REUXZINE-TI) (VIII 14) signicato compatibile nel vaso, in locativo
(A. J. Pfg).
RINU (RINU-) (XI 32) signicato compatibile dell'agnello (in genitivo), da
confrontare col greco arhn, *rhn (accus. rhna) agnello.
RINU (RINU-) (V 18) signicato compatibile nell'agnello (in locativo).
RUZE (IV 5, 18; VIII 19) probabilmente porco, maiale (K.Olzscha).
SACNICLERI (SACNI-CL-ERI) (VIII 17) signicato quasi certo ai/per i sacrici (in
dativo plur. articolato) , probabilmente da confrontare col lat. sancire sancire, consacrare.
Vedi ACNICLERI, SACNISA.
SACNISA (VIII 16) signicato probabile avendo consacrato (gerundio passato). Vedi
SAVCNES (TCap 2, 6).
ACNICLA (ACNI-C-L-A) (V 22; VI 8) signicato quasi certo per quel(l'altro)
sacricio (in genitivo articolato, letteralmente di quel sacricio), probabilmente da
confrontare col lat. sancire sancire, consacrare (vocabolo sottolineato in rosso nel Liber).
ACNICLERI, SACNICLERI (ACNI-CL-ERI) (II 4, 16; V 6, 13; VIII 17; IX 5, 12, 21)
ai/per i sacrici, in dativo articolato plur.
ACNICN (ACNI-CN) (XII 11) signicato quasi certo il sacricio, la consacrazione, in
accusativo articolato sing. Vedi ACNITN.
ACNICSTRE, ACNICTRE (V 3; VIII 20, 33; IX 2, 9) signicato quasi certo dei
sacrici.
ACNITN (ACNI-TN) (VII 6) signicato quasi certo il sacricio, la consacrazione, in
accusativo articolato sing. (LEGL 106). Vedi ACNICN.
SAL (VI 1; VII 7; XII 11) (Pirgi I) signicato certo due, probabilmente due volte
(LEGL 93, 96). Vedi ZAL.
SANTIC (SANTI-C) (X 21, 29) probabilmente e giallo-a, da confrontare col greco
xanths giallo-a, nora di origine ignota, ma probabilmente pelasgica (DELG). SANTIC
VINUM e vino giallo, cio probabilmente birra. Vedi ANTIT.
ANTIT (ANTI-T) (XI 2) probabilmente del/di quello giallo, in genitivo
articolato (LEGL 106). VINUM ANTIT del vino giallo, cio probabilmente birra.
Vedi SANTIC.
ARI (AR-I) (VIII 4) signicato quasi certo di dieci, genitivo di AR dieci. CI
ARI di tredici (LEGL 94, 96).
ARLE (VI 17) probabilmente decadale, che cade nella decade, derivato da AR

ARLE (VI 17) probabilmente decadale, che cade nella decade, derivato da AR
dieci. Vedi ZARVE, ARNAU.
ARNAU (ARNAU-) (X 16) signicato compatibile del decimo (giorno), della
decade, in genitivo, derivato da AR dieci (A. J. Pfg). Vedi ARLE.
SATRS [SAT(U)R(NE)S] (XI 32) signicato probabile di Saturno (in genitivo). Vedi
SAT(U)R(N)ES (Fegato).
AA (AA-) (III 17) signicato compatibile per la coltivazione (in genitivo), da
confrontare col lat. sata,-orum coltivazione, seminato.
SAUCSA (III 15) probabilmente SAUC-SA nell'uccisione, da confrontare col lat.
sauciare ferire, colpire, fendere (sinora di origine ignota; DELL). Vedi SAVCNES.++
CANIN (X 8, 12) probabilmente innalza! (imperativo sing.), da confrontare non
derivare col lat. scandere.
CANINCE (III 5, 6) (CANIN-CE) probabilmente e innalza!. Vedi CANIN.
SCARA, SCARE (VIII 10, 12) signicato compatibile braciere, da confrontare col greco
eschrha ara, altare, braciere (nora di origine ignota).
CUNUERI (VII 21) signicato compatibile alle concessioni, alle grazie (in dativo
plur.). AR PAR CUNUERI rendi pari alle grazie, cio pareggia le grazie (ricevute
dagli di)!.
SCUXIE (VI 19) signicato compatibile col contesto esequiale, da confrontare col lat.
exequiae esequie, ma forse implica un errore di scrittura.
SCVETU (X 8) forse offerto (DETR 361). Vedi SCUNA offre (?).
ERUE (X 7) signicato compatibile Cerere (dea delle messi), da confrontare con
lumbro ere (A. Trombetti 228; LEW I 205 s. v. Ceres).
SESE (III 20; VIII 33) vocabolo di segmentazione incerta, forse da seduto, da
confrontare col lat. sessim (?)
ETILUNEC (ETILUNE-C) (nuova lettura) (II 14, 18) signicato compatibile e il
seggio(lone/lino) (con suff. accrescitivo oppure diminutivo), da confrontare col lat. sedile
sedile, seggio.
SEUMATI (X 5) (SEUMA-TI) probabilmente nella settimana. Vedi SEM sette,
SETUME, SEUMSALC.
EUC (EU-C) (V 10, 14) probabilmente e su, e sopra. EISER IC EUC di e inferi e
superni, letteralmente di e di sotto e di sopra; cfr. lat. Dei inferi et superi di inferi e
superni (o celesti) (LEGL 129, 132).
EU (EU-) (II 21; V 8, 20; XII 2) signicato quasi certo di sopra, in genitivo.
AISERA, EISERA EU degli di superni (LEGL 129, 132).
IC (I-C) (V 10, 14) signicato quasi certo e gi, e sotto (oppure e su, e sopra)
(LEGL 129, 132). Vedi EUC.
SIMLXA (X 5) signicato probabile semola, or di farina, da confrontare col lat.

similago,-inis (A. Trombetti), che, essendo ritenuto un prestito (DELL), potrebbe derivare
proprio da questo appellativo etrusco (DICLE).
IN (IV 19, 20/2; V 14, 15; IX 22) probabilmente accetta! accettate! (A. Trombetti, K.
Olzscha, A. J. Pfg) (imperativo sing. e plur.), probabilmente da confrontare col lat. sinere
permettere (nora di origine ignota; DELL). AISER FAE IN AI CEMNAC accettate
o di il pane, accetta anche ogni dio.
SLAPINA (XI 10) signicato probabile benedicendo (in gerundio presente). Vedi
SLAPIXUN.
SLAPIXUN (XI 9) signicato probabile benedizione. SLAPIXUN SLAPINA (la)
benedizione benedicendo, la benedizione formulando, formula di bonaugurio, chiaramente
contraria all'altra di malaugurio APICUN APINTAS (la) maledizione maledicendo
(Dexio; ET, Po 4.4).
NUIU (VI 1, 2, 4) signicato probabile settimo (giorno). Cfr. SNUIA (ET, Cr 4.5).
SPANZA (SPAN-ZA) (I 19) signicato quasi certo patena, piatto,-ino, diminutivo di
SPANTI (LEGL 88; DETR) (G. Colonna).
SPETRI (VIII 5) signicato compatibile da guardare, da custodire (in gerundivo), da
confrontare col lat. spectare guardare. CULCVA SPETRI le porte da custodire.
PURAL (V 23) signicato certo della citt (in genitivo), in senso generico, mentre la
citt-stato, quella che fa parte della lega o federazione della dodecapoli la MELUM .
Vedi PURERI, PURETRES.
PURERI (III 23; IV 6, 18; V 6, 13; IX 5, 12, 21) signicato quasi certo al/per le citt (in
dativo plur.).
PURETRES, PURETRE, PURETRESC (III 21; V 3; VIII 20; IX 3, 10)
(SPURETRE--C) signicato quasi certo (e) della lega o federazione delle citt nostre.
Esistevano tre federazioni di 12 citt etrusche o dodecapoli: quella dell'Etruria, quella della
Padania e quella della Campania; inoltre esistevano altre federazioni di citt etrusche,
quelle indicate da alcune monete (LELN 192; TETC, TLE 99). Vedi PURAL.
SPURTA (X 33; XI 10) signicato certo sporta, canestro, cesto/a (quella del pane), da
confrontare col lat. sporta, che deriva dal greco spyrhs,-dos paniere, cesto (in
accusativo), ma attraverso l'etrusco (DELL; DICLE).
RENCVE, RENXVE, SRENCVE, SRENXVE (II 19, 21; III 13, 16; IV 10, 12; V 8; IX
15) signicato probabile adorna! (imperativo sing.). CLETRAM SRENXVE lettiga
adorna! per il lectisternium. Vedi SREN (DETR).
STAILE (VII 6/2) signicato compatibile chiama! (imperativo debole sing.), forse da
confrontare col greco stllein chiamare, mandare a chiamare (A. Trombetti).
STRETA (XI 32) forse girata, giro, da confrontare col greco strepts piegato, curvo
(?). STRETA SATRS giro di Saturno (astro). Vedi STRETE.
STRETE (VI 3) forse volgete (imperativo plur.). STRETE FACE volgete la
accola! (?). Vedi STRETA; cfr. AR, HEX, RAMUE, TRIN, TRUT.
UCI, UCIC, UCIX (UCI-C/X) (VII 9, 16, 20, 22) signicato compatibile (e)
profumo, incenso, probabilmente da confrontare col lat. sucus, succus succo, sugo,

sapore, profumo, il quale, essendo nora di origine ignota (DELL), potrebbe derivare
proprio da questo appellativo etrusco (DICLE); sempre UCI(C) FIRIN (e) brucia
profumo!. Vedi UCIVA, UCRI.
UCIVA (VII 7) signicato compatibile profumi, grani di profumo, plur. di UCI (LEGL
69). SAL UCIVA FIRIN brucia due grani di profumo!.
UCRI (VIII 10) probabilmente da profumare, in gerundivo (LEGL 127). Vedi UCI.
SUL (X 8) signicato probabile solo, soltanto, da confrontare col lat. solum.
SULAL (VI 20) signicato probabile del/per la Terra (divinizzata?). VEDI SULUI.
SULSLE (X 33) signicato compatibile sul suolo, sulla terra, probabilmente in
pertinentivo. Vedi SULAL, SULUI.
SULUI (X 6) signicato compatibile al/sul suolo, terreno, alla/sulla terra (in dativo
sigmatico; LEGL 80), da confrontare col lat. solum suolo, terreno.
SULXVA (X 17) probabilmente SULX-VA i solchi (plur.), da confrontare col lat. sulcus.
Oppure SUL-XVA i suoli, i terreni. Vedi SULUI.
SUNTNAM (SUN-TNAM) (XI 16) signicato probabile e compatibile poi in consonanza,
conforme, secondo, da confrontare col lat. sonus suono; con la congiunzione enclitica TNAM poi (LEGL 132). SUNTNAM CEXA poi conforme la norma. Cfr. UNI (TCap
4).
SUTANA (IV 21; V 15) signicato compatibile col contesto elevando (in gerundio
presente).
SU (IV 10, 14, 22; V 7, 9, 10, 16; IX 13, 18) signicato quasi certo metti! poni! posa!,
imperativo forte (LEGL 121), probabilmente da confrontare col lat. situs. Vedi UCE.
UCE (U-CE) (V 17) signicato probabile e metti! e posa! (imperativo sing. con
congiunzione enclitica). Vedi SU.
SVEC (SVE-C) (II 13, 18; IV 17) probabilmente e tutto quanto, e ogni cosa (K.
Olzscha) oppure, in subordine, e parimenti, similmente = lat. itemque (A. J. Pfg).
SVEC AN e tutto ci, e tutto quanto. Vedi SVEM.
SVELERIC (SVELERI-C) (II 17; IV 4, 17) signicato quasi certo e ai/per i viventi o
animali, e al/per le bestie (M. Pallottino, A. J. Pfg), dativo plur. di SVAL (LEGL 70, 80,
85). Vedi [S]VELS[T]REC.
[S]VEL[T]REC (SVEL-TRE--C) (II 13) signicato compatibile e del gregge o
armento (A. J. Pfg) (suff. collettivo -TRE). Vedi SVELERI.
SVEM (SVE-M) (VII 8; XII 12) e tutto quanto, e ogni cosa (K. Olzscha) oppure, in
subordine, e parimenti, similmente = lat. itemque (A. J. Pfg). Vedi SVEC.
TARC (III 14/2) forse tar-c e da', e dona! (imperativo sing. forte), da confrontare col lat.
dare (?).
TARI (Liber X 7) probabilmente lettura errata al posto di ARI (vedi).
TECUM (XII 5) (TEC-UM) dio nora sconosciuto, ma che potrebbe essere un epiteto di

Tinia, Protettore, da connettere coi lat. tegere, tegumentum; nominato anche nel Fegato
di Piacenza come TECVM (TCL 57).
TEI (II 20, 22; VIII 10; IX 17; X 19, 32; XI 31/2) a/per/con questo-a, dativo del pronome
TA questo-a (M. Pallottino, A. J. Pfg) (DETR 397). Vedi TEI.
TEI (X 16) signicato probabile con/da/per questo-a, ablativo sing. e forse anche plur.
del pronome dimostrativo TA questo-a. Vedi TEI.
TENA (VII 12) (TCort 6) probabilmente da ricostruire in TENA[S] tenendo,
esercitando, svolgendo (gerundio presente). CERINE TENA[S] tenendo cura.
TEAMITN (TEAMI-TN) (XI 5) signicato probabile (secondo) il precetto (in
accusativo articolato) (LEGL 106). Vedi TESAMSA avendo comandato (DETR 400),
TEIAMEITALE, TESIM.
TESIM (TESI-M) (III 12; VII 10, 17; VIII 23; X 10) probabilmente e per/secondo il
precetto (in dativo). TESIM ETNAM CELUCN e secondo il precetto poi, quello
celeste. Vedi TEAMSA, TEAMITN, TESIN.
ACAC (ACA-C) (VII 13) probabilmente e tacca, e intacco, e (in)taglio, e uccisione,
da cui pu essere derivata l'ampia serie di voci ital. tacca, taccare, intaccare, tacco(ne), la
cui origine nora era piuttosto enigmatica. Vedi ACL(I).
ACL, ACLI (ACL-/I) (III 19; VIII 18) probabilmente nell'uccisione (in
locativo gurato; LEGL 82). Vedi ACAC.
A[P]NAL (Liber XI 23) probabilmente della patera.
ANS (III 22; IV 16; IX 4, 20) abbreviazione morfologica di ANSUR.
ANSUR (II 3, 16; IV 3; V 5, 12) signicato quasi certo attore, celebrante, ofciante, da
confrontare con ANASA, TANASAR (M. Pallottino) (DETR 208, 392).
APNA (X 22, 29) signicato certo patera, piatto sacricale, ciotola, calice, coppa
(LEGL 55, 88, 105). Vedi AFNA, AVHNA, TAFINA (DETR), APNET,
APNZAC.
APNET (APNE-T) (XI 3) signicato quasi certo della patera (in genitivo
articolato) letteralmente di quella patera (LEGL 105). Vedi APNA.
APNZAC (APNZA-C) (X 22, 29) signicato certo e patella o piccola patera,
diminutivo di APNA (vedi) (LEGL 88).
ARTEI (VIII 18) signicato compatibile con la scure (in dativo).
ARIE (III 19; VIII 32) probabilmente scure, da confrontare con l'ital. dardo,
dall'antico franc. dard e con l'antico alto tedesco tart lancia (indeur.). Vedi ARTEI.
AURX (VII 15, 22) probabilmente (ufcio) funebre, aggettivo sostantivato derivato da
AURA/E letto funebre, sepolcro, tomba, giaciglio e inoltre coi lat. Taurii ludi, Taurilia
(feste che si celebravano in onore degli di inferi), torus letto funebre, bara, giaciglio
(nora di origine ignota; DELL) (LEGL 45, 73, 90; DETR, DICLE). Vedi AURA/E.
AXERI (IX 33) signicato compatibile da ordinare, da disporre (in gerundivo), da
confrontare col greco txis ordinamento, disposizione (LEGL 127; DETR 211). Vedi
AXIN.

AXIN.
AXIN (VI 5) signicato compatibile disponi! (imperativo sing.). Vedi AXERI.
EC (X 22) signicato compatibile metti!, poni! (imperativo forte sing.) Vedi TECE ha
posto (delliscrizione dellArringatore).
EIVITI (EIVI-TI) (V 20) probabilmente nel tempio (in locativo), da confrontare col
lat. deus, deivos dio, divo.
EN (XII 6) (EN-) tieni! sostieni! (probabilmente imperativo sing.). Vedi TENA
(DETR); cfr. AR, HEX, RAMUE, STRETE, TRIN, TRUT.
ESAN (V 19/2, 23; VII 12; XI 17) signicato quasi certo al mattino, alla mattina)
(LEGL 75, 139, 144), con valore temporale e con morfema zero.
ESANE (V 21) signicato quasi certo al(la) mattino(-a), con valore e con morfema
temporale. Vedi ESAN.
ESNIN (V 16) signicato probabile allalba, al mattino, avverbio derivato da ESAN
alba, aurora, mattino,-a (Pallottino, Pfg) (LEGL 130). Vedi ESNS.
ESNS (XI 11) signicato probabile del/la mattino/a, genitivo di ESAN mattino/a
(LEGL 75). CLA ESNS di questa mattina. Vedi ESNIN.
EUSNUA (VI 6) signicato compatibile statue degli di (al plur.) (che erano poste su
una tavola), da confrontare col greco thes dio, statua di dio.
EZERI, EZERIC (EZERI-C) (VI 9, 11; VIII 10; XI 17) signicato quasi certo (e) da
immolare (Pfg) (in gerundivo) (LEGL 127). CNTNAM ESAN FLER VEIVE
EZERI questa mattina poi la vittima di Veiove () da immolare.
EZI (III 15) probabilmente immolazione.
EZIN (VIII 22) signicato quasi certo immola! (imperativo al sing.).
EZINCE (EZIN-CE) (IV 3; IX 2, 9) probabilmente e immola! (imperativo sing. con
congiunzione enclitica). Vedi EZINE.
EZINE (IV 5; VIII 19) probabilmente immola! (imperativo debole sing.). EZINE
RUZE NUZLXNE immola il porco espiatorio!.
I, IC (I-C) (X 30; XI 3, 4, 6) signicato quasi certo qua, qui ed anche ora, adesso
(avverbio di luogo e di tempo). Vedi UI.
LUPCVA (XI 30) signicato probabile infernale (aggettivo; LEGL 89-90), corradicale
con UPLA, UFLA Tupulta/Tufulta (dio infernale) (LEGL 69, 89; DETR 217,
219). Vedi TUXLAC.
UC (XII 6) probabilmente porta!, imperativo forte da confrontare con quello lat. duc.
Vedi UCU.
UCTE (UC-TE) (VIII 4) probabilmente portate! (imperativo plur.).
UCU (X 4, 14; XI 32) probabilmente portato-a, da confrontare col lat. ductus.

UI, U[I] (VI 3; X 6, 21, 33; XI 9, 31) signicato quasi certo qua, qui ed anche ora,
adesso (avverbio di luogo e di tempo insieme). Vedi I.
UIUM (UI-UM) (X 16) signicato probabile e qui, e adesso.
UMITLE (UMI-TLE) (X 13/2) signicato compatibile del timo (che si bruciava nei
sacrici), da confrontare col greco thmos timo; letteralmente di quel timo (in genitivo
articolato).
UMSA (X 30; XII 12) probabilmente variante di UNNA il primo (giorno) (vedi).
UN (IV 5, 17) signicato certo uno, uno solo, unico, ciascuno, ognuno-a, variante di
U (LEGL 93, 96). Vedi UNNA, UNXER, UNXULEM.
UNEM (UN-EM) (XII 10) signicato certo uno (sottratto) da..., = lat. un de ... uno
da ... (LEGL 95-96, 123). UNEM CIALXU MASN del ventinove dicembre. Cfr.
CIEM, XIEM, ESLEM.
UNI (VII 17, 23; X 7; XI 9; Ta 8.1) probabilmente UN-I ad/per uno, a uno solo, da
solo, dativo di U(N) uno, uno solo; oppure, in subordine, da emendare in UI qui,
qua.
UN (VI 13) di uno, di ciascuno, genitivo di UN uno, ciascuno, ognuno. Vedi
UNNA.
UNNA (VI 13) signicato probabile il primo, da UN uno (LEGL 90, 97). Vedi
UMSA.
UNT (UN-T) (I 21; XI 19) probabilmente una (sola) volta, oppure in uno,
insieme, locativo di UN uno (LEGL 55, 83). Vedi TUNT.
UNXER (VI 7) probabilmente degli accordi, delle leggi (in genitivo plur.), da UN
uno. ETNAM VELINAL ETNAM AISUNAL UNXER epoi per le umanepoi per
le divine leggi (A. J. Pfg).
UNXULEM (UNXULE-M) (XII 3) signicato compatibile e singolo, da UN
uno, probabilmente da confrontare col lat. singulus (DETR 219). Vedi UN.
UTA (X 7) (Cippus 23) signicato compatibile tutela, garanzia, protezione, patrocinio,
da confrontare col lat. tutela tutela, protezione, patrocinio (di origine incerta; DELL s. v.
tueor; DELI) (DETR 220, 415; DICLE). Vedi UTUII.
TIN (V 19; VI 17) (il) giorno, in caso temporale con morfema zero.
TINI (II 2, 15; III 21; IV 2; V 4; VIII 21, 34; IX 3, 10) signicato certo nel giorno (in
dativo temporale). TINI TIURIM AVIL XI nel giorno e nel mese (ssati) di ogni
anno.
TINAA (VI 6) probabilmente da emendare in T[R]INAA avendo spruzzato (vedi).
TIURIM (TIURI-M) (II 15; III 22; IV 2; V 4; VIII 21; IX 3, 11) e nel mese, in dativo
temporale di TIVR, TIUR luna, mese. TINI TIURIM AVIL XI nel giorno e nel
mese (ssati) di ogni anno (LEGL 98, 141).
TRAU (IV 22; IX 29) signicato probabile versato (A. Trombetti), participio passivo
(LEGL 125; DETR). VINUM TRAU PRUX vino versato dalla brocca. Vedi

TRAULAC.
TRIN (III 18; IV 14; VII 2; VIII 17, 23; 7) probabilmente spruzza! (con lacqua
benedetta o col vino), imperativo forte sing. TRIN FLERE NEUNSL spruzza la vittima
di Nettuno. Vedi TRIN, TRINASA, TRINUM.
TRIN (III 18, VII 4) spruzzate! (probabilmente imperativo plur.). Cfr. AR,
RAMUE, STRETE, TRUT.
TRINAA (VI 6; VII 6) probabilmente avendo spruzzato (in gerundio passato). Vedi
TINAA.
TRINUM (TRIN-UM) (V 17; X 9, 18) probabilmente e spruzza!. Vedi TRIN.
TRUTANAA (XI 3) signicato quasi certo avendo guardato (in gerundio passato)
(DETR 414). Vedi TRU, TRUT, TRUTUM.
TRU (V 17; XI 6) signicato quasi certo osserva!, guarda! (imperativo forte sing.).
Vedi TRUTANAA, TRUT, TRUTUM.
TRUT (V 18) osservate! guardate! (probabilmente imperativo plur.). Vedi TRU,
TRUTUM; cfr. AR, HE, RAMUE, STRETE, TRIN.
TRUTUM (TRUT-UM) (XI 2) probabilmente e osserva! e guarda!, imperativo forte sing.
Con congiunzione enclitica. Vedi TRU.
T (VI 1) di questo-a, genitivo del pronome dimostrativo TA.
TUL (II 3, 15; III 22; IV 12, 13, 16; V 5, 9, 12; IX 4, 16, 18, 20; X 2; XI 19) signicato
probabile togli! (sol)leva! eleva! (imperativo forte sing.) da confrontare col lat. tolle (A.
Trombetti). CISUM PUTE TUL e tre volte eleva il calice; EIM TUL VAR e non elevare
affatto.
TUNT (TUN-T) (XI 30) probabilmente una (sola) volta, oppure in uno, insieme,
locativo di UN uno (LEGL 55, 83). Variante di UNT (vedi).
TUR (IV 13; IX 6, 34; XI 4) probabilmente incenso, da confrontare col lat. tus, turis,
thus, thuris incenso e inoltre col greco thos incenso (DICLE 180). Cfr. (Vs 2.40 3/2,
su askos) TURIS MI UNE AME probabilmente io sono (l'askos) dellincenso per
Giunone (quasi certamente un turibolo di argilla, che ha due aperture superiori, di cui
una ha un diaframma forato per il tiraggio dellincenso acceso; NRIE 530, TLE 213). Vedi
TURA, TURE, TURI.
TURA (II 19, 22; IV 9, 13; VI 18; IX 6; X 16) variante di TUR incenso. Vedi TURE,
TURI.
TURI, TURE (VI 3, 18) forse con incenso (dativo di TUR/TURA).
TUTIN (VII 8) quasi certamente esamina! (imperativo sing.), da confrontare col lat. tueri
osservare (nora di origine incerta; DELL, DELI, Etim). TUTIN RENXZUA esamina i
reni! (dell'animale sacricato). Vedi UTA, UTUII, TUINA; cfr. CEREN, MUTIN,
NUIN.
TUXLCA (emendato su TUXLAC) (XI 16) signicato quasi certo Tuchulcha (dio
infernale); nel il vocabolo sottolineato in rosso, forse come invito al celebrante a fare il
segno apotropaico delle corna con le dita; gesto che fa una defunta rafgurata su un

sarcofago). Vedi UFULA, LUPCVA, UPITULA, TUULA.


UFLI (XI 10) signicato compatibile al/per la pasta (in dativo), da confrontare col lat.
offa, of(f)ella, olla, offula boccone, pezzo,-etto (di carne) (che gli uguri gettavano ai
polli per trarne auspici) oppure granello (di sale, incenso o profumo) o inne pasta
(nora di origine ignota e pertanto potrebbe derivare proprio da questo appellativo etrusco;
LELN 204; DICLE).
UN (III 19; IV 15; VIII 31; IX 7, 19) probabilmente compi!, imperativo forte (LEGL
122). UN MLAX compi l'offerta! (invito intercalare rivolto al celebrante e probabilmente
anche a ciascuno dei fedeli presenti al rito). Vedi UNE, UNU, UNUM.
UNE (V 11; VIII 17; X 34) probabilmente compi!, imperativo debole sing. (LEGL 122).
UN(E) MLAX compi l'offerta!.
UNIALTI (UNIAL-TI) (XII 10) signicato quasi certo nella festivit di Giunone (in
locativo temporale; LEGL 143) (anche in TCap 13, 13).
UNUM (UN-UM) (V 10, 20) probabilmente e compi!. UNUM MLAX e compi
l'offerta!. Vedi UN(E).
UNU (UNU-) (X 13) probabilmente nella cosa compiuta, nel compimento,
nell'esecuzione (in locativo gurato). Vedi UN(E), UNXVA.
UNXVA (XII 4, 6) probabilmente le cose da compiere, le offerte dovute, plur. articolato
di UNU(-) cosa compiuta.
URSMNAL (XII 10) signicato probabile della Orsminnia (in genitivo femm.), da
confrontare col gentilizio lat. Orsminnius (RNG). UNIALTI URSMNAL nella festivit di
Giunone Orsminnia (avr preso questo nome da una famiglia che ne gestiva il culto
oppure da una localit).
URX (VI 2/2, 4; X 2) probabilmente premi! Incalza! stimola! (imperativo forte sing.), da
confrontare col lat. urgere premere, incalzare, stimolare, che, essendo di origine incerta
(DELL, DELI), potrebbe derivare proprio da questo verbo etrusco.
USETI (USE-TI) (X 18, XI 9) signicato compatibile attngiti (in imperativo sing.
riessivo) oppure nell'attingere (in locativo. Vedi USI.
USI (III 18; VIII 15) signicato compatibile attingi! (K. Olzscha, A. J. Pfg)
(imperativo sing.), probabilmente da confrontare col lat. haurire, hausi, haustum
attingere (nora di origine incerta). Vedi USETI.
USIL (VII 11) signicato quasi certo sole (anche divinit), mezzogiorno, da
confrontare col sabino ausel, col lat. sol, solis e con la glossa greco-etrusca emendata
auslos aurora (ThLE 417; DETR 433). Vedi USLANEC, USLI.
USLANEC (USLANE-C) (V 21) signicato quasi certo e meridiano, solare, e a
mezzogiorno, aggettivo sostantivato con valore temporale, derivato da USIL sole.
CISUM ESANE USLANEC e tre volte al mattino e a mezzogiorno (LEGL 89). Vedi
USIL, USLI.
USLI (VII 13) signicati probabili a mezzogiorno, dativo di USIL sole. Vedi
USLANEC.
UTINCE (UTIN-CE) (II 14, 18) probabilmente e usa! (imperativo sing. con

congiunzione enclitica), da confrontare col lat. uti usare, adoperare (nora di origine
incerta; DELL, DELI). Vedi UTUE, UTUS.
UXTIUR (I 22) vocabolo di signicato ignoto e forse incompleto. Se fosse da ricostruire
come [L]UTIUR potrebbe signicare lottatore.
VACL (III 15, 16; V 16, 19; VII 2, 3, 5, 15, 17, 21; VIII 15, 16, 22; X 4, 11, 30; XI 2, 4, 9)
signicato certo rito, rito sacro, rituale, secondo il rito o il rituale. Vedi VACLTNAM.
VACLTNAM (VACL-TNAM) (VI 10; VIII 4; XII 9) signicato probabile secondo il rito
poi.
VALE (VII 3, 4, 5, 20) signicato probabile salve!, salute! = lat. vale. VILE VALE o
Iolao salve!.
VAR, EI.... VAR (IV 12, 14; V 10; IX 16, 18; XI 19) probabilmente (non) affatto, da
confrontare col lat. verum; EI(M) TUL VAR CELI (e) non elevare affatto al cielo.
VAXR (VII 8) (Cippus 2) signicato quasi certo promessa, compromesso, patto, accordo,
contratto, intesa (LEGL 73) (DETR). Vedi VARXTI (Pulenas 6).
VEIVE (VI 3; XI 17) signicato quasi certo di/per Veiove, antico dio romano della
vendetta (in genitivo anche di dedicazione) (DETR 145).
VELA (X 8, 10) signicato quasi certo Volta = lat. Volta demone della terra (Plinio,
Nat. Hist., II 53, 140) (A. Trombetti) (DETR). Vedi VELINAL, VELINE, VELITE.
VELE (X 15) probabilmente variante di VELA.
VELINAL (VI 7) signicato probabile del terrestre, dell'umano, aggettivo di VELA
Volta (vedi) (in genitivo sing. per la declinazione di gruppo) (A. J. Pfg). Vedi
VELINE, VELITE.
VELINE (XI 8) signicato probabile del terrestre, dellumano, aggettivo di VELA
(in genitivo sing.). Vedi VELINAL, VELITE.
VELITE (VEL-ITE) (VII 20) probabilmente terrestre, abitante della terra, umano,
uomo, oppure in terra, sul terreno (in locativo), derivato da VELA Volta, Terra (in
vocativo). Vedi VELA, VELINAL, VELINE.
VELRE (VII 2) probabilmente cappello di feltro, pileo sacerdotale (che era appunto di
feltro). TRIN VELRE spruzza il (pileo di) feltro (corrige DETR 150; TIOE 77-78).
VERSUM (VERS-UM) (I 19) signicato probabile e fuoco. Vedi VERSE (DETR 163).
VILE (VII 5) signicato probabile Iolao, compagno di Ercole (qui al vocativo) (DETR).
VILE o VILAE pi volte presente su specchi, in scene in cui Hercle gura tra gli di,
quale compagno quasi suo pari (I. Krauskopf).
VINUM, VIN[U]M (III, 18, 20; IV 9, 14, 22; V 1; VIII 11, 14, 32; IX 7, 29; X 29; XI 2, 4)
signicato certo vino, da confrontare col greco inon (in accusativo, cio nel caso pi
frequente; cfr. CLETRAM, CRISIA, HERAMVE, HETRN, LEITRUM, LEAM,
LETUMUZA, PRUUM, TALIA, TEVCRUN) e col lat. vinum (di origine
"mediterranea"; DELL, DELI), ma in veste latina (DICLE). Nel Liber una volta compare
intervallato con un punto VINUM per suggerire al sacerdote la sua pronunzia attenta e
lenta.
VUVCNIC (VUVCNI-C) (X 19) signicato compatibile di questa tromba (in genitivo

VUVCNIC (VUVCNI-C) (X 19) signicato compatibile di questa tromba (in genitivo


articolato; LEGL 105), da confrontare col lat. bucina tromba ricurva, che era in uso fra
gli Etruschi.
XARI (X 7) (probabilmente lettura errata TARI) forse da implorare (in gerundivo) (?).
XIM (III 15, VI 19; VII 11; XII 4) (Pulenas 6) signicato quasi certo ogni, ogni cosa,
qualunque, tutto-a (DETR).
XIM (XIM-) (X 11; XI 31) (Cippus 22) signicato probabile in ogni, in qualunque,
in, su tutto-a (in locativo).
XI (II 15; III 22; IV 2, 15, 20; V 4, 11, 14; VIII 21; IX 4, 11, 19, 22) signicato certo di/a
ogni (in genitivo). TINI TIURIM AVIL XI nel giorno e nel mese (ssati) di ogni
anno.
XURU (X 4; X 17) signicato compatibile coro, danza in cerchio, danza cantata, da
confrontare col greco chorhs (nora praticamente di origine ignota; GEW, DELG, LELN
106, 108, 122). UIUM XURU probabilmente e adesso il coro, cio (e ora intervenga il
coro).
XURVE (X 6) signicato compatibile in cerchio, in giro, attorno (avverbio), da
confrontare col lat. curvus (LELN 122, DICLE). Vedi XURVAR.
ZAL (X 20, 21) (TCap 24, 24, 36) (TCort 7) signicato certo due, variante di SAL
(LEGL 93; TCL capo V).
ZAMIC, ZAMTIC (III 6; VIII 16; XII 12) signicato probabile aureo-a (K. Olzscha),
aggettivo da confrontare col greco xanths giallo (nora di origine ignota; DELG).
CAPERI ZAMIC dalla coppa aurea. Vedi ZAMAI (DETR).
ZANE (ZANE-) (X 19) signicato compatibile squillante oppure lucente (in
genitivo), da confrontare col lat. sanus sano, che essendo di origine ignota (DELL,
DELI), potrebbe derivare proprio dall'etrusco.
ZARFNE (ZARFNE-) (II 20; IV 7) signicato compatibile nel decimo (giorno), nella
decade (in locativo temporale), da ZAR dieci. Vedi ZARVE, ARLE.
ZARVE (IX 1, 8) probabilmente decadale-i. ZULEVE ZARVE preghiere decadali,
cio fatte in occasione della decade. Vedi ZARUA in una sorte di piombo (ET, Cr 4.11).
Vedi ZARFNE, ARLE.
ZARUM (XI 8) signicato certo venti, numerale (LEGL 94). ESLEM ZARUM
diciotto. Vedi ZARUMSNE.
ZARUMI (VI 17; VIII 9; XI 18) signicato certo il venti, in complemento temporale.
HUI ZARUMI il ventiquattro (LEGL 94, 95, 96).
ZARUMSNE (VI 9) signicato certo ventesimo (giorno), da ZARUM (LEGL 90,
97).
ZATI (VIII 19) forse sazio, ingrassato, da confrontare col lat. *satius (REW 7619) (?).
ZATLXNE (VIII 19) probabilmente piccolo aiutante, camillo, da confrontare con
ZALA satellite, guardia del corpo, guardiano, accompagnatore, assistente (DETR).

ZAX (ZA-X) (X 3) forse e sei, e il sei (con valore temporale) (?).


ZEC (IV 3; V 2, 22; IX 1, 9) probabilmente taglia! spezza! (imperativo forte sing.), da
confrontare col lat. secare. INC ZEC FLER EZINCE e tgliala la vittima e immlala!.
ZELVA (VII 13) probabilmente selva, fronda, da confrontare col lat. silva. Cfr. Selva,
abbreviazione di Selvans (ET, Pa 4.2, Fegato) (ET, Um 4.3).
ZERI, ZERIC (ZERI-C) (IV 2; V 2, 22; IX 1, 8) probabilmente (e) serie, la, catena,
seguito, sortilegio, da confrontare col lat. series serie. ECN ZERI LECIN questa serie
(di atti) effettua!. Vedi SERIL; ZERI (Cippus 42).
ZIVA (VIII 18) vivendo, da vivo-a (in gerundio presente), da confrontare col greco zos
vivo, vivente (indeur.; DELG) (LEGL 123). ZIVA FLER della vittima (ancora) viva.
Vedi ZIA.
ZIXNE (II 14, 18) signicato quasi certo segno, segnale, insegna, da confrontare col lat.
signum segno (nora di origine incerta; DELL, DEI, DELI) e da connettere con gli etr.
ZIC scritto (sost.), libro, ZICU scrivano, ZICUC[E] ha(nno) segnato,
contrassegnato, scritto (TETC, TLE 27, 69, 131, 278, 282, 472, 601; DETR 183). UTINCE
ZIXNE probabilmente e usa il paramento (sacro)!. Vedi ZIXRI.
ZIXRI (I 18, 21) probabilmente da segnare, da contrassegnare, in gerundivo (LEGL 127).
Vedi ZIXNE.
ZULE (II 20) probabilmente preghiera (sing.).
ZULEVA, ZULEVAC (ZULE-VA-C) (III 3; VIII 13) probabilmente (e) preghiere
(plur. anche con congiunzione enclitica).
ZULEVE, ZUSLEVE (ZULE-VE) (IX 1, 8, 14, 16) probabilmente preghiere (plur.).
ZULEVE (ZULE-VE-) (IV 7, 11) probabilmente per le preghiere (genitivo plur.).
ZUEVA (X 20) probabilmente i sepolcri, plur. di SUI sepolcro, tomba. Oppure da
emendare in ZULEVA? ***
***Estratto migliorato dallopera di Massimo Pittau, I grandi testi della Lingua Etrusca tradotti e commentati, Sassari 2011, Carlo Delno editore.

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