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Docente: Paolo

BUFFO
PALEOGRAFIA E
DIPLOMATICA
ANNO 2016-2017

Josiane Peano
LEZIONE 1
19.09.2016
-Sul frontespizio di un vocabolario trovo questa mia registrazione fatta con
bella scrittura e qualche ornato: Oggi, 2 Febbraio 1886, passo dagli studi di
legge a quelli di chimica. Ultima sigaretta!!
Una volta, allorch da studente cambiai di alloggio, dovetti far tappezzare a
mie spese le pareti della stanza perch le avevo coperte di date. Le date sulle
pareti della mia stanza erano impresse coi colori pi vari ed anche ad olio. Il
proponimento, rifatto con la fede pi ingenua, trovava adeguata espressione
nella forza del colore che doveva far impallidire quello dedicato al
proponimento anterioreDalla coscienza di Zeno.
Questa parole danno unidea di quello che sia ci che si studia in questo corso cio la
scrittura. La scrittura, come Svevo spiega bene, un qualcosa che permette di
oggettivare il pensiero, di tirare fuori dalla proprio testa quello che si pensa, di
metterlo su un foglio in maniera tale da poterlo comunicare ad altre persone, magari
lontane nello spazio e nel tempo, ma anche di comunicarlo a se stessi. Alla fine Zeno
nullaltro fa che scriversi questi buoni propositi rivolti a se stesso sui frontespizi dei
libri e addirittura sulle pareti, cercando di costringersi a fumare lultima sigaretta
che poi, come sappiamo, non mai lultima.
La paleografia lo studio di questo strumento formidabile che nelle mani delluomo
per esprimere il proprio pensiero.
La paleografia importante perch insegna per le epoche del passato,
prevalentemente, ma se vogliamo anche per il presente, a ricostruire i
rapporti fra che cosa scrivo, come lo scrivo e dove lo scrivo. Questa una
definizione molto veloce per inquadrare il corso ma ci sono molte definizioni tecniche
di paleografia.
Partiamo dalla definizione di paleografia tradizionale, quella storica, antica che fu
data nel 1935 da un grande paleografo che si chiamava Luigi Schiapparelli: la
paleografia la scienza delle antiche scritture. In seguito aggiunse: delle
antiche scritture limitatamente a quelle dei testi di carattere non
monumentale ovvero le epigrafi, le lapidi, le scritture incise che si trovano sui
monumenti; queste scritture sono invece studiate da unaltra disciplina che
lepigrafia.
Nel nostro corso studieremo la paleografia latina e cio studieremo quelle scritture
che sono state scritte usando lalfabeto latino e che quindi possono essere testi scritti
in latino oppure scritti nella maggior parte delle lingue dellEuropa occidentale e
quindi litaliano che sfruttano, con vari adattamenti, lalfabeto latino. Essendo la
paleografia scienza delle scritture antiche esiste una branchia della paleografia per
ogni tipo di alfabeto quindi esiste una paleografia greca che studier le scritture
fatte con lalfabeto greco, esiste una paleografia araba, una cinese ecc.

Per capire come si evoluto lo studio della paleografia e perch diventato sempre
pi importante e probabilmente meno noioso nel corso degli anni bisogna cercare di
capire quali sono le domande che un paleografo si pone, vedendo un foglio con un
testo scritto a mano o in altra maniera; in pratica quali siano gli strumenti e i metodi
della paleografia.
Allepoca di Schiapparelli, cio nella prima met del 900, il paleografo quando
vedeva un testo scritto pi o meno bene, pi o meno bello si poneva tre domande:
Che cosa? Che cosa contiene il testo scritto e che cosa significa. Questo
principalmente lo scopo per cui la paleografia nasce. I paleografi sono quelli
che guardando un testo lo capiscono, lo trascrivono in maniera che lo si riesca
a leggere da parte di tutti e a volte ne fanno unedizione critica ovvero non si
limitano a trascrivere il testo ma ne fanno anche il commento critico, spiegano
dove si trova, come fatto e com scritto. Questa domanda stato il motore
che ha fatto nascere la paleografia: il bisogno di capire questi testi.
2. Dove?
3. Quando?
Le altre due domande poi vengono da s, permettono di datare e di localizzare i
documenti scritti. La risposta a queste domande importantissima, per esempio per i
codici medievali che possono essere cos localizzati e datati.
Ma a partire dagli anni 50 del 900 la paleografia, incominciando dalla Francia, molto
davanguardia in questo settore, ha cominciato a recepire delle innovazioni, dei nuovi
interessi, delle nuove sensibilit che provenivano dal mondo della storia. In primo
luogo la storia politica, la storia degli eventi militari incominciarono ad interessare
un po di meno, persero il loro primato negli interessi degli storici e cominciarono ad
essere affiancati da altri interessi per esempio gli interessi per le ricadute sociali,
economiche e culturali dei fatti storici. La paleografia recep questa nuova sensibilit
incominciando a interrogarsi sugli usi sociali della scritture, sulle implicazioni della
scrittura a livello sociale. In una societ la distinzione fra quelli che sanno scrivere e
gli analfabeti non soltanto una distinzione legata a capacit tecniche, anche una
distinzione sociale, politica ed economica; laccesso alla scrittura non mai un fatto
neutro, vuole sempre dire qualcosa, ha sempre dei significati politici dietro.
In secondo luogo un altro interesse che la paleografia inizi a recepire negli anni 50
fu un interesse per quella che allepoca era definita la cultura materiale cio
linteresse per gli aspetti materiale, per le tecniche, per i saperi pratici; sono gli anni
in cui si incomincia a studiare la storia economica, delle monete, dellarato,
dellagricoltura, dei mulini ed eccetera. La paleografia incominci ad interrogarsi
sulle tecniche con cui si scriveva. In questa maniera a partire dalla seconda met del
900 la paleografia si consacra definitivamente come una scienza autonoma perch,
prima di questa evoluzione dinteresse, il paleografo era quello a cui lo storico si
rivolgeva perch non riusciva a leggere un documento e il paleografo gli diceva cosa
cera scritto e in che zona era stato scritto e poi lo storico scriveva le proprie
considerazioni e l finiva il compito del paleografo. Ora invece non pi cos, la
paleografia ha espanso i propri interessi diventando una storia della cultura
scritta cio una storia del rapporto fra la scrittura e la societ che lo produce
e lo usa.
A questo punto per le domande si moltiplicano perch ne arrivano altre tre:
1. Come si scrive?
2. Chi scrive?
3. Perch si scrive?
1. Come si scrive? Quali sono le tecniche di esecuzione della scrittura.

La scrittura, sempre, non solo quella a mano, lesito dellincontro fra due
oggetti. Lo strumento scrittorio (matita, gessetto, timbro) ovvero quello che
si usa per scrivere e il supporto scrittorio (la carta, il muro). Levoluzione di
questi due oggetti strettamente collegata allevoluzione della grafia, della
forma delle lettere, quindi essenziale comprendere quali siano i principali
strumenti e supporti che si sono evoluti nel tempo.
Si pu scrivere con qualsiasi oggetto e su qualsiasi cosa: si pu scrivere su un
pezzo di coccio con un punteruolo, si pu scrivere su una parete col sangue e
nella storia si trova ogni tipo possibile di scrittura eseguita su ogni tipo
possibile di supporto; questo vale specialmente per le societ antiche, quelle in
cui non era facile procurarsi un foglietto di carta e una biro per scrivere.
Incominciamo dallet romana in cui nasce la scrittura latina; nellet romana i
supporti scrittori sono i pi vari. Per lo pi si tratta di supporti duri sui quali la
scrittura doveva essere incisa, poteva avvenire per incisione vera e propria,
come le epigrafi (le lapidi romani) la cui scrittura veniva applicata tramite uno
scalpellino; le epigrafi non sono fatte solo sulla pietra ma anche sul bronzo con
lo stesso sistema. Si poteva anche scrivere a sgraffio: anzich picchiare sulla
superficie fino a creare un solco si poteva graffiarla con uno strumento
appuntito, acuminato. Spesso il carattere molto andante di questa scrittura si
rifletteva sul carattere molto frivolo del testo, molte volte sono testi osceni o
fatti per ridere o denigrare qualcuno; in realt sui muri si poteva scrivere in
maniera un po pi fine con un pennello intinto nel rosso e si creavano delle
scritture un po pi eleganti, tecnica usata per esempio durante le campagne
elettorali. Oltre che sui muri, sulla pietra e sul bronzo si poteva scrivere anche
su qualsiasi supporto, anche su supporti di fortuna come ad esempio lettere
scritte su una corteccia di betulla, dal momento che le cortecce dalbero sono
uno dei supporti pi utilizzati con questi fini, maggiormente quelle di betulla
perch facili da staccare dagli alberi, oppure tavolette di legno ritrovate in
Inghilterra durante il Medioevo, oppure su tavolette di ardesia, una pietra che
si pu scindere in tavolette nere molto sottili sulle quali si poteva scrivere,
graffiando con un punteruolo.

Tavolette cerate.
Il supporto scrittorio pi usato e diffuso non soltanto nellantichit ma anche
durante buona parte del medioevo sono le tavolette cerate, piccole tavole fatte
di legno o di avorio; erano sempre rilegate come una specie di fascicoletto e
sulle due facce avevano una forma concava tale da poter essere riempite con
della cera che non era bianca come nelle candele perch senn altrimenti
graffiandole sopra non si sarebbe visto niente ma che era scura, il pi delle
volte nera. Era un supporto molto economico perch dopo averci scritto sopra,
quando si finiva e il testo non serviva pi si spaccava la cera e se ne poteva
mettere dellaltra oppure si poteva rifondere la stessa cera allinfinito. Per
scrivere sulle tavolette di cera si usava lo stilo ovvero una punta o bacchetta
lunga che poteva essere di metallo oppure di osso o avorio che aveva su una
estremit una punta per scrivere e incidere e dallaltra parte aveva una piccola
spatola che serviva per grattare via la superficie della cera quando si sbagliava
o il testo non serviva pi e si voleva riscriverci sopra. Per il suo carattere molto
economico ma anche per la sua deperibilit le tavolette di cera furono usate sia
nellantichit, sia nel Medioevo per scrivere dei testi di valore non grande; ci
troviamo per esempio scritti degli appunti, dei calcoli, dei conti di natura

economica, le bozze di opere letterarie scritte poi su altri supporti pi


prestigiosi. Tuttavia poteva anche capitare, specialmente in epoca romana, che
le tavolette cerate fossero utilizzate come supporto per scrivere documenti di
estrema importanza; lo sappiamo grazie agli scavi di Pompei perch a Pompei
in una casa che apparteneva ad un banchiere, un usuraio, stata ritrovata una
grandissima quantit, nel I secolo d.C., di tavolette cerate su cui sono scritti
dei contratti, degli atti pubblici (ora atti notarili); siccome si trattava di un
banchiere erano tutti atti di prestito o mutuo e quindi atti di una certa
importanza in quanto avevano un valore legale tanto vero che si scriveva il
contratto sulle due parti interne dopodich le due facce venivano richiuse e poi
legate e chiuse con i sigilli delle persone che avevano stipulato il contratto in
maniera tale che per aprire il contratto si sarebbe dovuto rompere i sigilli. Pi
di mille anni dopo, nel XIII-XIV secolo, nel Basso Medioevo, troviamo un altro
uso delle tavolette cerate, per esempio alla corte dei re di Francia dove cerano
dei funzionari contabili di corte che scrivevano i conti della finanza di corte
sopra delle enormi tavolette cerate.
Il papiro.
Un supporto un po pi elevato a costi e quindi a destinazione, uso e finalit era
per esempio il papiro, et romana. Il papiro si produce con delle fibre vegetali,
una pianta acquatica che si coltiv per quasi tutta let romana, sulle sponde
del Nilo e che a partire dal VI secolo d.C. si cominci a coltivare anche in
Sicilia, pi precisamente a Siracusa da dove provengono tutti i papiri utilizzati
in et bizantina e dove c ancora adesso una produzione di papiri a fini
turistici. Gli steli del papiro hanno la caratteristica di potersi dividere in
striscioline che poi venivano poggiate su un piano, erano messe
perpendicolarmente le une sulle altre, poi pressate, fatte essiccare finch alla
fine si formava un foglio molto sottile e molto liscio che i latini chiamavano
plagula; una ventina circa di plagulae cucite le une con le altre formavano un
lungo rotolo che si poteva avvolgere e svolgere e che proprio per questa
funzione era chiamato volumen con due bacchette alle estremit, una da una
parte e una dallaltra, per facilitare la chiusura e lapertura a seconda del
punto da cui si voleva leggere. Il volumen era un supporto scrittorio
estremamente dispersivo perch innanzitutto sul papiro si pu scrivere solo da
un lato ovvero su quella parte dove le fibre del giunco durante la preparazione
sono rimaste orizzontali poich nella parte posteriore sono verticali ed era
scritto in modo tale che aprendo il papiro orizzontalmente apparissero tante
piccole colonnine, le uno di fianco alle altre. Il volumen era corto, solo una
ventina di fogli di papiro che conteneva quindi poco testo, per fare un esempio
le opere classiche che a noi appaiono divise in libri, quello che per noi una
sorta di divisione in capitoli con un nome un po pi particolare, per loro era
una realt concreta essendo che i poemi omerici erano veramente scritti su
tanti titoli, su tanti volumina di papiro. Luso del papiro and per la maggior per
quasi tutta let romana, sul finire dellimpero Romano il papiro fu scalzato da
un altro supporto ovvero la pergamena. Non solo, anche il volumen fu prima
affiancato e poi soppiantato dal codex, il codice, che il libro come noi lo
intendiamo ancora oggi, con le pagine rilegato da una parte.
Perch questo passaggio di supporto scrittorio? Erano tanti i motivi; il
primo era senzaltro che lImpero Romano stava finendo e lEuropa era divisa
tra tanti regni barbarici e che a partire dal VII secolo la parte meridionale del
Mediterraneo era in mano agli arabi e quindi approvvigionarsi di papiro dalle
sponde del Nilo divenne sempre pi difficile e costoso e la piccola produzione

che cera a Siracusa non era sufficiente a sopperire a tutte le necessit e quindi
si usavano degli altri supporti scrittori ma il papiro rimase comunque e
continu a essere usato in poche occasioni come supporto di scrittura
particolarmente prestigioso; per esempio sono scritti su papiro fino allVIII
secolo, (fino al periodo di Carlo Magno), gli atti solenni di diplomi, di
documenti solenni dei re dei Franchi che avevano la cancelleria che scriveva
degli atti solenni su papiro anche se il papiro era costosissimo e difficilissimo
da recuperare quindi scrivevano su papiro proprio per dare prestigio alla loro
scrittura. Fino allXI secolo, fino allanno 1000, il papiro fu usato nella maggior
parte dei documenti scritti dalla cancelleria dei Papi; i documenti pontifici,
documenti particolarmente solenni scritti con grafie particolari, con le loro
bolle e i loro simboli speciali furono scritti su papiro. Il solo posto dove, fino al
Medioevo, fino al VII-VIII secolo, si continu a scrivere normalmente su papiro,
anche documenti privati, fu in Italia, nella zona di Ravenna perch era un luogo
fortemente legato allImpero Bizantino (rest un possedimento bizantino anche
dopo che lItalia in gran parte fu conquistata dai Longobardi) e quindi era
facilitata nei suoi traffici con lOriente del Mediterraneo e che quindi aveva
meno difficolt ad approvvigionarsi di papiro.
La pergamena.
La pergamena il supporto scrittorio pi diffuso nel Medioevo ma ha una
storia molto pi lunga; ce lavevano gi gli Antichi Egizi anche se poi
scrivevano prevalentemente su papiro. Scritture su pergamene sono state
trovate negli scavi archeologici delle civilt precolombiane e quindi esistevano
gi in America prima dellarrivo degli Europei. La pergamena di origine
animale, sono pelli di animali; pu essere fatta con qualsiasi tipo di pelle,
prevalentemente sono pelli di pecora, di capra o di mucca; un tipo di
pergamena costosissima e ritenuta pregiatissima nel Medioevo era la
cosiddetta pergamena virginea prodotta con la pelle dei feti dei vitelli e degli
agnelli, pregiata perch era completamente bianca.
La produzione della pergamena era un processo lunghissimo e questo la
rendeva estremamente costosa. Perch? Perch lanimale si macellava, si
toglieva la pelle che poi veniva fatta macerare per giorni e giorni in un bagno
di calce in maniera tale che i peli andassero via ben bene e che cominciasse a
sbiancare un po. Dopodich la si prendeva, la si raschiava varie volte per
eliminare tutti i residui di impurit, dapprima con delle specie di pettini e poi
con degli strumenti via via pi sottili finch si passava con una piuma di uccello
per togliere lultima polverina e per farla diventare veramente liscia. La si
prendeva e la si montava sopra dei telai, la si assicurava con delle corde per
fare in modo che la pergamena si distendesse e si espandesse il pi possibile
per risparmiare nel senso che pi la pergamena era larga pi pagine si
potevano produrre con un solo foglio di pergamena. Questo spiega anche come
molte pergamene hanno dei buchi ovali che sono i classici buchi da stiramento
nel senso che questa pergamena stata talmente tirata che alla fine al centro
ha cominciato a bucherellarsi. Dopodich la si tagliava in fogli pi o meno
regolari di varie misure; la si rigava in maniera tale che chi ci scriveva sapesse
come orientare la scrittura e potesse scrivere in maniera pi o meno allineata e
poi quindi era pronta per la scrittura. Il contesto duso pi frequente della
pergamena a partire dalla fine dellet romana fu appunto il codice.
Il codice.
Esistevano dei libri, dei codici, non dei volumina, ma dei libri rilegati gi dalle
lettere di San Paolo, quindi siamo nel I secolo d.C. ma in realt il codice

incomincia ad affermarsi dal IV-V secolo d.C., proprio con il declino dellImpero
Romano; inizialmente esistevano dei codici scritti ancora su papiro ma poi visto
che il papiro era troppo sottile e delicato per un tipo di rilegatura cos si adott
la pergamena che divenne il supporto normale per scrivere nel Medioevo,
insieme con altri supporti di minor valore. La pergamena ha molte
caratteristiche e chi scriveva nel Medioevo lo sapeva; la pergamena ha due
facce diverse, come il papiro, perch chiaramente delle due facce di un foglio
di pergamena, una stava fuori dallanimale e laltra dentro, i cosiddetti lato
carne e lato pelo; il punto che il lato carne e il lato pelo hanno due colori
diversi; il lato pelo, durante la vita dellanimale stato esposto alle intemperie,
e poi aveva i follicoli dei peli che uscivano, ed quindi un po pi scuro e un po
pi irregolare, il lato carne invece bianco e molto pi liscio. Prova ne il fatto
che alcuni codici medievali di grande pregio sono stati rilegati in modo tale che
aprendo le pagine si trovi sempre o due lati carne o due lati pelo che sono
scritti solo sui lati carne che sono quelli pi bianchi e pi belli. Salendo nella
scala del lusso troviamo i codici purpurei cio codici le cui pagine, prima di
essere state scritte, erano state bagnate nella porpora che il colore degli
imperatori e degli dei, durante let pagana. La porpora era una tintura
costosissima ricavata da una conchiglietta che veniva pescata in certe zone del
mediterraneo e i libri scritti sulla porpora erano ancora pi costosi perch per
scrivere sulla porpora che era violacea non si poteva utilizzare linchiostro nero
di seppia ma si doveva scrivere o con inchiostro doro o con inchiostro
dargento quindi i codici purpurei sono per gente che non bada a spese tanto
vero che il codice nella figura [vedi slide] che il Codes purpureus di Rossano
Calabro entrato a far parte del patrimonio dellumanit dellUnesco ed un
codice bizantino conservato tuttora in Calabria.
I palinsesti.
Come si poteva non badare a spese usando la pergamena per fare i codici cos
cerano delle soluzioni un po pi economiche e alla mano come per esempio i
palinsesti ovvero quando non si hanno soldi per scrivere un codice o non si
vogliono spendere soldi per comprare cento pergamene si prende un codice
vecchio dove sono scritte cose che non interessano pi, si mette a bagno nella
calce finch non si pulisce e ci si riscrive sopra. I palinsesti sono
importantissimi perch per quanto si possa cercare di fare andare via la
scrittura precedente, essa rimane sempre e grazie a questa oggi si conoscono
molte opere dellantichit: le lettere ai familiari di Cicerone per esempio. Ci
sono stati degli studiosi a partire dal Rinascimento e dall800 che usando
reagenti chimici sono riusciti a leggere sotto la scrittura moderna la scrittura
antica di questi codici.
Strumenti scrittori.
Non cambia solo il supporto scrittorio ma anche lo strumento scrittorio perch
sul papiro non si poteva certo scrivere con un pezzo di coccio o con lo stilo; ci
si scriveva con il cosiddetto calamo che una cannuccia di origine vegetale, lo
stelo di unerba, che alla sua estremit era tagliata in modo da renderla aguzza
e questa punta aveva un ulteriore taglio simile a quello di un pennino moderno
per raccogliere linchiostro.
Sulla pergamena, molto presto, gi a partire dalla fine dellet romana, si
incomincia a scrivere con uno strumento scrittorio che sarebbe diventato molto
importante e sarebbe diventato lunico strumento scrittorio per tutto il
medioevo e per buona parte dellet moderna e cio con una penna di
uccello, prevalentemente doca. Larrivo della penna di animale fu una

rivoluzione nella scrittura perch diversamente dal calamo, che un pezzo di


legno, e diversamente dallo stilo, che un pezzo di ferro, la penna flessibile e
quindi permette di disegnare molto meglio le varie parti delle lettere, permette
di fare dei bei tondi e svolazzi e quindi permette di scrivere in maniera pi
calligrafica.
La carta.
Lultimo tipo di supporto scrittorio la carta. Fu inventata dai cinesi, fu
prodotta dagli arabi a partire dallVIII secolo d.C. e grazie agli arabi la carta si
diffonde in Europa a partire da quelle regioni sottoposte al dominio degli arabi
cio a partire dalla Spagna, penisola iberica, dove troviamo i primi documenti
scritti su carta tra il X e lXI secolo. A quei tempi la carta era prodotta con degli
stracci o con delle fibre vegetali fatte macerare o con un insieme delle due
cose. LItalia cominci in ritardo a produrre carta ma gi nel XIII secolo
divenne una sorta di impero per la produzione di carta, in particolare sono
famosissime le cartiere di Fabriano, nate nel 200; non solo Fabriano, anche
qui, nella nostra zona, a partire dal 200-300 cera una produzione di carta
particolarmente abbondante, per esempio a Chieri e a Moncalieri. Una delle
principali caratteristiche della carta italiana fu che fu la prima ad avere la
filigrana, che una sorta di disegnino che si vede in controluce, fatto
immergendo nel bagno in cui si produceva la carta un disegnino fatto con
unasticella di metallo. La filigrana era il marchio di fabbrica della cartiera che
produceva la carta stessa, ce ne sono molti tipi ed uno strumento molto
importante per i paleografi in quanto se si mette un foglio di carta in
controluce e si vede un certo tipo di filigrana si riesce a capire da dove quel
foglio di carta arriva, per esempio le cartiere di Torino hanno il toro rampante,
quelle francesi il giglio ed eccetera. Lintroduzione della carta come strumento
scrittorio fu estremamente vantaggioso perch la carta rispetto alla pergamena
era molto pi economica, a buon mercato quindi aumentarono le possibilit di
accesso alla scrittura, siamo nel 200-300, molte pi persone scrivono rispetto
ai secoli precedenti. Aumentano i tipi di testo perch c meno scrupolo nello
scrivere, non si sta pi sporcando una costosissima pergamena, ma solo un
pezzo di carta per cui cominciano ad arrivare diari, libri di famiglia, conti,
appunti in quantit molto pi grandi rispetto al passato. C uno sviluppo
enorme dellamministrazione pubblica, quando si pensa al 200, allo sviluppo
dei comuni in Italia, bisogna pensare che lo sviluppo delle citt comunali in
Italia e poi il periodo delle signorie e il periodo rinascimentale, si bas in gran
parte sul fatto che in queste citt cera un gruppo di burocrati che poteva
scrivere delle scritture amministrative (registri catastali, di conti, lettere) su
carta.
Cosa bisogna trattenere di questo discorso sui supporti e strumenti scrittori?
Due cose:
1) Il dato della loro compresenza: in tutte le epoche storiche non si scrive mai su
una sola cosa ma si pu scrivere su tante cose. Nel 200 io potevo scegliere di
scrivere sulla pergamena, o sulla carta o sulle tavolette di cera o potevo sempre
prendere un mattone e scrivere sul muro.
2) Carattere non neutro: il fatto che qualcuno abbia scelto di scrivere su un
supporto scrittorio o su un altro ci d uninformazione. Per esempio si poteva
scegliere di scrivere su un supporto scrittorio molto raro e ricercato per esprimere il
proprio prestigio, come faceva la cancelleria dei Papi che si comprava a prezzo
elevatissimo due fogliettini di papiro che venivano dallaltro mondo. Ma molto pi

banalmente lo facevano anche i monasteri medievali che decidevano di farsi una


Bibbia da 200 fogli di pergamena. Ma si pu scegliere anche un supporto scrittorio
perch molto facile da produrre oppure sulla base del gusto o della moda.

2. Chi scrive?
La scrittura una delle espressioni pi tiranniche e meno egualitarie
delluomo, essa divide. Non esiste alcuna societ n mai esister in cui tutti
quanti sappiano scrivere e tanto meno una in cui tutti quanti sappiano
scrivere allo stesso modo. Scrivere pu essere lappannaggio di alcune
categorie; nei secoli centrali del Medioevo, nel VII-VIII-IX secolo, in tutta
lEuropa ci saranno state dieci donne in grado di scrivere, tutti quelli che
scrivevano erano maschi; oppure pu essere lappannaggio di un ceto:
sempre nel Medioevo, quasi tutti quelli che sapevano scrivere erano preti e
suore, erano monaci e religiosi. Scrivere pu essere una distinzione sociale
sia in positivo che in negativo. Per esempio presso le societ vicino al Medio
Oriente e la Mesopotamia, presso gli Assiri e i Babilonesi, lo scriba un
personaggio aristocratico, nobile. Ma pu anche essere che chi scrive
considerato un pezzente nel senso che scrivere un lavoro manuale e in
alcune societ che disprezzavano il lavoro manuale perch lo consideravano
un lavoro non abbastanza aristocratico, scrivere era una prerogativa dei
servi e da subalterni come per i Greci o per i Romani; Cicerone non scriveva
di suo pugno, aveva i servi o i liberti a cui dettava le sue opere, in
particolare un certo liberto di nome Tirone che famoso perch la
tradizione gli attribuisce linvenzione di alcune particolarit grafiche; quindi
nella societ greca e romana c un regime che i paleografi chiamano di
delega di scrittura che ritroviamo nella societ moderna dei secoli passati
quando le persone incolte andavano dallo scrivano e gli dettavano la lettera
o se la facevano leggere. Petrucci si posto il problema di stilare una
classificazione dei vari individui che compongono una societ sulla base
delle loro capacit di scrittura e lettura che va da quelli che sanno leggere e
scrivere benissimo agli analfabeti:
Gruppo dei colti: persone che scrivono senza difficolt, capiscono
perfettamente quello che stanno scrivendo e non hanno problemi a leggere,
scrivono molto di frequente e soprattutto sanno adoperare la maggior parte
delle grafie in uso nella loro societ. Esempio: Francesco Petrarca; nei suoi
scritti, gi solo nellaspetto, come lallineamento e limpaginazione del testo
siano cos curati, rivela come Petrarca avesse una piena consapevolezza, una
piena padronanza dello strumento grafico.
Alfabeti professionali: individui che sanno usare solo alcuni tipi di scritture
in uso nella loro societ, e li usano per ragioni professionali perch il loro
mestiere quello di scrivere delle cose. Esempio: copista medievale che sa
riprodurre perfettamente un codice in quanto conosce molto bene le grafie con
cui sono scritti i codici, le sa a memoria. Ma (1) non sa riprodurre altre grafie
per cui fuori dal territorio abituale non sa muoversi. Ma (2) il copista un
bravo scrivente ma non bravo a leggere, motivo dei molti errori di copiatura
che ci sono nei codici medievali. In pratica si limita alla riproduzione dei segni
e non riguarda la comprensione di quello che c scritto.
Alfabeti delluso: persone che sanno scrivere abbastanza bene e quando lo
fanno non per mestiere ma perch ne hanno bisogno magari perch un
mercante che deve tenere un libro dei conti o un politico che deve scrivere
delle lettere per mantenere i contatti con altre figure. Esempio: San Francesco

sa scrivere, scrive quando ne ha bisogno, ma non benissimo, quel tanto che


basta, ad esempio possiamo prendere come spunto alcune sue lettere
allinterno delle quali troviamo errori, ripensamenti e si nota che non ha la
capacit n di allineare bene le lettere e i righi luno allaltro in maniera sicura
n la capacit di rendersi conto che sta arrivando alla fine del foglio quindi si
ritrova a scrivere le lettere tutte appiccicate.
Semi-alfabeti funzionali: individui con limitate competenze grafiche che
scrivono poco, saltuariamente, proprio quando ce n assoluto bisogno.
Scrivono soltanto nella loro lingua madre e solo testi molto brevi. Esempio: i
testimoni che nel Medioevo sottoscrivono i documenti medievali o dei contratti
al fondo in modo da far capire che il contratto stato stipulato in presenza di
testimoni. Nel medioevo non cera nessuno che sapesse scrivere bene quindi
sapevano scrivere giusto quelle due cose, con tentennamenti e errori. Sanno
leggere perch hanno avuto unistruzione elementare ma non lo fanno quasi
mai. Sono della popolazione che sa scrivere.
Semi-alfabeti grafici: hanno delle capacit di scrittura estremamente ridotte.
Sanno scrivere il proprio nome, una parte di esso o addirittura solo liniziale
del proprio nome. Esempio: Adelaide di Susa, cugina di Matilde di Canossa,
che aveva una capacit di scrivere molto ridotta, in quanto donna e laica,
sebbene per lepoca fosse una conoscenza stupefacente.
Analfabeti: coloro che non sanno scrivere. Sono una fascia oggigiorno
estremamente ridotta ma in tempi remoti molto molto vasta.

Di per s, questa una griglia opinabile, ci serve per capire che le persone che
scrivono non sono tutte uguali, hanno capacit di scrivere diverse e soprattutto
finalit diverse nel momento in cui scrivono. Non tutti scrivono la stessa cosa con
lo stesso scopo e questo ci porta allultima domanda importante che la paleografia
si pone.
3. Perch si scrive? Perch certe persone scrivono in una certa maniera
e altre in unaltra?
Perch variano i rapporti funzionali tra lo scrivente, inteso come una
persona calata in una societ con una sua cultura, con un suo
retroterra sociale, economico e culturale, la scrittura il cui aspetto
visivo dipende sempre dai limiti delle competenze scrittorie che lo
scrivente ha e dalle scelte che fa e il pubblico: bisogna sempre tenere
conto del fatto che io quando scrivo, scrivo a qualcuno e questo qualcuno
pu cambiare. Se io devo scrivere un appunto a mio fratello che sto uscendo
e gli ho lasciato le chiavi lo posso anche scrivere su un pezzo di scottex, se
invece io devo mandare una richiesta di grazia al ministro Mattarella non la
scrivo certo su un pezzo di scottex.
Tutti questi condizionamenti sociali, economici, politici si riflettono poi
sullaspetto della scrittura che non mai neutro. Esempio: i grandi
documenti pubblici, solenni come quella della cancelleria dei Papi che gi
usa dei supporti scrittori che sono frutti di scelte: le bolle papali furono
scritte con delle grafie che cambiavano molto ma sempre caratterizzate dal
fatto che erano incomprensibili in quanto estremamente artificiose, piene di
svolazzi, abbreviazioni ed eccetera. Dal punto di vista della immediatezza
della comunicazione questa scelta una scelta perdente dal momento che
porta a una perdita di tempo nella lettura che non sarebbe subentrata in
altre situazioni, anche perch una scrittura non necessariamente rende

ufficiale un testo, ma permette comunque di individuare una certa


importanza allinterno del testo e rende il destinatario cosciente del mittente
e di s stesso.
Alla luce di quanto si detto, possiamo aggiornare la definizione di paleografia, pi
moderna e vasta, che sar importante per delimitare ci che andremo a studiare:
storia dei processi e delle tecniche di produzione e di uso dei testi scritti e
delle loro funzioni rispetto alla societ in cui si collocano.
Chiaramente si riferisce a tutta la produzione scritta, comprendendo anche le
epigrafi che in precedenza erano state eliminate da Schiapparelli nella prima met
del secolo XIX.

LEZIONE 2
20.09.2016
La paleografia, come tutte le scienze e le discipline, ha una terminologia sua, ha un
gergo tecnico che va imparato.
Dal momento che la paleografia studia lettere scritte domandiamoci:
Come facciamo a descrivere una lettera?
In base alla sua forma ovvero il suo aspetto esteriore ma anche in base al suo
modulo che la sua grandezza rispetto alle altre lettere se prendete un libro
sul frontespizio il modulo delle lettere sar diverso rispetto a quello che c
allinterno del libro e anche tra di loro avranno dei moduli diversi; questo non
un fatto neutro ma dipende dal fatto che le varie scritte e moduli
corrispondono a vari livelli di importanza delle lettere-.
Un altro elemento utile il ductus (andamento) che pu essere pi o meno
rapido, da ci dipender la forma della lettera. Il ductus di una lettera pu
essere posato o corsivo: una scrittura posata una scrittura lenta, fatta piano,
facendo attenzione a mantenere una grande uniformit nel disegnare le varie
parti delle lettere, una scrittura sorvegliata; quando una scrittura molto
sorvegliata si dice calligrafica. [Calligrafia e grafia sono due cose molto
diverse nella paleografia: la calligrafia lo scrivere bello]. Una scrittura
corsiva una scrittura tracciata velocemente preoccupandosi di scrivere il pi
veloce possibile e non preoccupandosi dellestetica: si riducono il pi possibile
gli stacchi della mano dal foglio; vuol dire che le varie parti della lettera noi le
troveremo, in una scrittura corsiva, unite, si possono trovare intere sezioni di
lettere eseguite senza mai staccare la mano. In una scrittura corsiva sono stati
eliminati gran parte degli elementi decorativi.
Un altro elemento utile il tratteggio, molto importante per la paleografia.
Per capire come una lettera si evolve nel tempo bisogna conoscerne il
tratteggio, per esempio sapere che la lettera K e composta da una sequenza di
tre movimenti, con la mano inclinata in maniera diversa, che disegnano quel
risultato finale.

Ultimo elemento il peso: una lettera ha dei tratti pi pesanti e dei tratti pi
leggeri, ovvero tratti pi marcati e pi sottili.
Possiamo anche classificare i tipi di scrittura partendo dalla grande bipartizione tra
scrittura maiuscola e scrittura minuscola:
Scrittura maiuscola: una scrittura bi-lineare, ovvero che si pu inserire
allinterno di due linee parallele: inizio in basso e la fine in alto arriveranno
sempre sulla stessa linea.
Scrittura minuscola: una scrittura quadri-lineare, ovvero lo specchio di
scrittura potr essere inquadrato in quattro rette parallele che contengono
tutti gli elementi di questa particolare tipologia scrittoria.
Inoltre, riferito alle varie particolarit individuali, si pu parlare di:
Scrittura normale: unastrazione, un modello ideale di un tipo di scrittura
che serve per la didattica, per capire come quella scrittura era fatta.
Scrittura usuale: la scrittura personale di ciascuno di noi. Ognuno tende a
scrivere bene o male alla stessa maniera.
Scrittura elementare di base: la scrittura che si impara a scuola o dai suoi
surrogati della scuola che ci sono stati nelle varie epoche. Perch
importante? Perch quella scrittura che tutti quanti impariamo uguale. Da
questa noi poi sviluppiamo la nostra scrittura usuale.
Scrittura canonizzata: una scrittura che si formalizzata. Con il passare
del tempo si diffusa e affermata tanto da arrivare a un suo modello ideale di
scrittura e quindi tutti quelli che la usano tenderanno a seguirla.

Ultimi due termini che non riguardano le lettere in s ma due fenomeni che sono
molto frequenti:
Nesso: costituito da un insieme di due lettere che sono sovrapposte in maniera
tale da avere un tratto in comune.
Legatura: molto pi frequente e comune. Quando si scrivono due lettere senza
staccare la mano dal foglio nel passaggio dalluna allaltra. (Tipiche della
scrittura corsiva)

Storia della scrittura latina.


Nella periodizzazione che in uso presso i paleografi ci sono varie fasi dello sviluppo
della scrittura latina. La prima grande importante fase che si lincontra il
cosiddetto periodo dellunit scrittoria romana ovvero il periodo in cui in tutti i
paesi di lingua latina (lImpero Romano) tutti quanti scrivono allo stesso modo, usano
le stesse grafie scrittorie.
Ma bisogna partire un po prima di questo periodo, ovvero dalla nascita dellalfabeto
latino che al suo atto di nascita molto differente da come lo conosciamo noi. Per la
scrittura usata dai latini nei primi secoli della loro storia, quindi fra let dei re di
Roma e gli inizi dellet repubblicana questa scrittura si chiama scrittura latina
arcaica, proprio per distinguerla da ci che verr dopo.

Da dove arriva lalfabeto latino? Ci sono due teorie contrapposte. Roma al


momento della sua fondazione e allinizio della sua esperienza politica una piccola
realt politica che schiacciata fra due super-potenze dellepoca ovvero: a Nord gli
Etruschi, con la cultura forte e florida che cercano di esercitare un egemonia su
Roma stessa; e a Sud la Magna Grecia con la cultura molto pi sviluppata, ricca e
antica rispetto a quella romana e allora ci si posti la domanda: lalfabeto latino
arriva dallalfabeto etrusco o da quello greco? difficile a dirsi. Un tempo si
propendeva per lipotesi greca, si riteneva che attraverso le colonie della Magna
Grecia pi settentrionali e quindi pi vicine a Roma, sotto limpulso di una serie
molto lunga di scambi commerciali ci fosse stato un acculturamento tale per cui i
latini avesse incominciato ad adottare un alfabeto loro derivato da quello greco. Oggi
si tende a credere un po di pi che invece la genesi dellalfabeto latino abbia
piuttosto a che vedere con lalfabeto etrusco; una delle argomentazioni pi forti a
sostegno di questa teoria il fatto che lalfabeto latino arcaico, allo stesso modo di
quello etrusco, un alfabeto sinistrorso cio che non va da sinistra verso destra
ma da destra verso sinistra quindi in direzione opposta rispetto allalfabeto latino
classico.
molto difficile studiare lalfabeto latino arcaico perch si parla di un periodo che va
dal VII secolo a.C. al III secolo a.C., tutti i pochi ritrovamenti di testi scritti in
alfabeto latino arcaico sono ritrovamenti archeologici: frammenti, pezzi di lapidi,
piccoli oggetti, molto distanti sia nel tempo che nello spazio fra di loro e quindi
molto difficile riuscire a metterli in relazione e capire come si sia evoluta la scrittura
che noi ci troviamo sopra. Uno dei primi esempi di uso dellalfabeto latino arcaico
risale al VII secolo a.C. ed la Fibula Praenestina e si ritiene, dato il nome, che
venga dallantica Praeneste, vicino a Roma, ed era un oggetto di abbigliamento;
questa fibula realizzata in oro porta sulla parte pi lunga e piatta unincisione (erano
tutte scritture incise le scritture che riportano lalfabeto latino arcaico) in cui
lartefice che ha realizzato questo lavoro di oreficeria, un certo Manios, che dedica la
spilla al committente della fibula stessa; [nella slide: si consideri che la scrittura
una scrittura sinistrorsa che va da destra verso sinistra e non il contrario quindi si
pu chiaramente leggere il nome Manios inciso sulla spilla]; la sua autenticit
comunque stata pi volte contestata, affermando che questa fibula sia un falso,
realizzato nell800.
Invece la lapis niger, una lapide fatta a forma di parallelepipedo piantata nella terra
e scritta sulle quattro facce verticali autentica; si trova a Roma, nella parte pi
antica dei fori romani, risale allet dei re di Roma. uniscrizione di cui non si
riesce a capirne bene il significato in quanto frammentaria ma si pu dire che sia di
carattere liturgico e il suo testo era letto durante le processioni liturgiche. La sua
particolarit che la sua scrittura non n destrorsa n sinistrorsa ma bustrofedica
(dal greco: movimento che fanno i buoi quando arano il campo) e quindi una
struttura che va una riga da destra a sinistra, la riga sotto da sinistra a destra e via
dicendo. Tutti i ritrovamenti di scritture arcaiche sono scritture o sinistrorse o
bustrofediche, nessuna destrorsa.
[Nella slide: alfabeto arcaico. Sopra eseguito con una scrittura normale da un
disegnatore per far capire come sono tutte le lettere in ordine alfabetico e sotto c
un calco di uniscrizione fatta effettivamente in alfabeto latino arcaico.]

Caratteristiche dellalfabeto latino arcaico. [Vedi slide]

A: abbastanza simile alla nostra A ma fatta con la traversa obliqua che parte dal
basso.
H: fatta come una specie di 8 chiusa sopra e sotto.
M e N: fatte a bandiera. Con unasta verticale e un zig zag pi o meno corto.
P e R: sono molto simili. La r molto simile a (rho greca) e non ha il trattino
obliquo finale.
V: sembra una Y.
X: effettivamente una X, non obliqua ma diritta come una specie di croce.
Mancano delle lettere come per esempio la G che arriva soltanto nel III secolo a.C.
(secolo in cui Roma si espande nel Mediterraneo e comincia a venire a contatto con il
mondo greco in maniera pi potente e fondante). una latinizzazione della greca
che arriva dopo. In seguito arriveranno altre lettere, in particolare, nel I secolo a.C.,
quando ormai loccidente latino sar ampiamente ellenizzato arriveranno due lettere
che prima facevano parte soltanto dellalfabeto greco ovvero la Y e la Z; non sono
lettere che fanno parte dellalfabeto latino, si trovano solo in parole che derivano dal
greco e sono le ultime lettere dellalfabeto latino ad aggiungersi ad esso.
Siamo nel III secolo a.C. e qualcosa sta cambiando, ci sono state e sono in corso le
Guerre Puniche, Roma si espande verso Oriente, entra ancora pi in contatto con la
Grecia; ha consolidato il proprio predominio in Italia. Incomincia uno sviluppo
culturale molto forte, aumenta lalfabetizzazione (testimonianza data dalle commedie
di Plauto) e la scrittura diventa qualcosa di quotidiano. Questa estensione sociale
delluso della scrittura non pu che provocare unevoluzione nella scrittura stessa;
questo tipo di alfabeto qui subisce una serie di trasformazione fino a giungere a una
forma canonizzata che quella che noi chiamiamo alfabeto capitale, molto pi
simile allalfabeto attuale, antenato delle nostre lettere maiuscole.
La scrittura maiuscola usata a Roma a partire dal III secolo a.C. si chiama scrittura
capitale. Ci sono vari tipi di capitale, un po diversi gli uni dagli altri che variano a
seconda dei contesti in cui si trova. Si parla di: capitale epigrafica, per scrivere le
epigrafi; capitale libraria, per scrivere libri, volumina e codex; capitale corsiva,
per scrivere a sgraffio quindi tavolette, muri. Lalfabeto capitale uno solo, per se si
prova a scrivere una stessa lettera scalpellandola in una parete oppure disegnandola
con un pennino su un foglio laspetto sar molto diverso. Ecco perch la scrittura
capitale si divide in queste tre branchie, a seconda del supporto e dello strumento
scrittorio.

Capitale
epigrafica
(monumentale):
subisce
un
processo
di
normalizzazione, canonizzazione a partire dal III secolo a.C. su influsso
dellepigrafia greca come possiamo vedere se messa a confronto con alcune
epigrafi greche precedenti, diventando sempre pi uniforme, elegante ed
equilibrata e che possiamo trovare su molti monumenti funebri. In et
imperiale, tra il I e il II secolo d.C. si ha la massima eleganza e precisione
nellesecuzione della capitale epigrafica come si pu vedere per esempio
nelliscrizione della Colonna traiana (sec. II d.C.). Un altro momento di gloria
della scrittura capitale epigrafica si avr alla fine del IV secolo d.C., alla fine
dellimpero Romano, in un periodo di intensa cristianizzazione delloccidente
latino, il Cristianesimo oramai non era pi avversato e molto presto diventer
religione di Stato dellImpero e fra gli anni 60 e 80 del IV secolo d.C. a Roma
c un pontefice di nome Damaso il quale famoso per aver fatto restaurare

quasi tutte le basiliche romane sorte sui luoghi dei martiri, per pubblicizzarsi
un po decide di fare scrivere delle grandiose epigrafi commemorative sui
luoghi da lui fatti restaurare; per farlo assolda dei calligrafi che realizzeranno
per lui un particolarissimo alfabeto capitale, molto elegante e regolare, con dei
tratti ornamentali particolarmente sviluppati; queste epigrafi sono le epigrafi
damasiane. Caratteristiche della capitale epigrafica sono anzitutto
unimmediata leggibilit, la sua perfetta delineabilit, luso molto frequente dei
chiaro scuri ovvero parti del tratteggio con un diverso peso [Nella slide: come
nella C e nella A], infine ha una serie di piedi ornamentali, i vari tratti delle
lettere non finiscono mai nel vuoto ma sono chiusi da un piedino, da una
piccola grazia.
Capitale libraria (rustica): viene anche detta capitale rustica perch i
paleografi di un tempo la chiamavano per distinguerla dalla capitale epigrafica;
rustica vuol dire un po meno bella ed elegante. Ha molti aspetti in comune con
la capitale epigrafica: ha bene o male lo stesso tratteggio, una scrittura molto
posata, disegnata e morbida, fatta molto piano. C un uso abbondante di
chiaro-scuri e anche qui c una assoluta bi-linearit della scrittura e
unassoluta uniformit del modulo. Tutte le lettere sono attentamente separate
a differenza delle parole; nei codici e rotoli scritti in capitale rustica c un
regime che si chiama in latino di scriptio continua. Ci non faceva alcuna
differenza perch la lettura, in particolare per le classi privilegiate, non era
personale ma fatta da qualcun'altro. Ma anche per un altro motivo:
nellantichit si imparava a leggere pronunciando quello che si scriveva, non
esisteva la lettura mentale; anche chi leggeva da solo leggeva comunque
bisbigliando quindi la lettura non era un processo che riguardava solo locchio
e il cervello, si leggeva e si capiva ci che cera scritto ascoltando ci che si
stava bisbigliando; ecco perch non era importante dividere le parole, perch
se anche uno mentre parla non stacca le parole luna dallaltra si capisce lo
stesso che cosa stia dicendo.
Le sue caratteristiche rispetto alla capitale epigrafica sono evidenti: molto
pi morbida, invece di essere battuta con uno scalpello, fatta con calamo su
un papiro o pergamena e sono anche molto pi forti i chiaro-scuri. Il risultato
per esempio il codice virgiliano [vedi slide].
Verso la fine dellImpero Romano ci sono delle innovazioni importanti nella
struttura della capitale rustica e alcuni calligrafi si inventano un tipo di
capitale molto pi pesante e quadrato che detto capitale elegante. La
capitale rustica rimane la sola capitale libraria fino a tutto III secolo d.C.: tutti i
libri sono scritti cos; sul finire dellImpero Romano, verso il IV secolo d.C., le si
affiancheranno altre scritture romane.
Capitale corsiva: per quanto gi alla fine dellet repubblicana esistessero
importanti biblioteche pubbliche e private e ci fosse unampia produzione da
parte di botteghe librarie che vendevano a privati, un libro a Roma rimaneva
comunque un prodotto costoso, non accessibile a tutti quanti; a maggior
ragione era costosa unepigrafe. In tutti i casi in cui la scrittura era utilizzata in
contesti quotidiani per scopi pi semplici cambia il supporto, non si scrive n
sulla pietra n su papiro ma si scrive invece a sgraffio sui supporti pi comuni,
in particolare sulle tavolette. Cambia il materiale e la grafia: il tratteggio
rimane simile ma c un grosso cambiamento. Qui fa la sua comparsa la
capitale corsiva che rielabora il modello normale della capitale e lo adatta a
due esigenze: quella di scrivere velocemente (si eliminano gli elementi
ornamentali e si riducono il pi possibile gli stacchi della mano dal foglio) e la

seconda dettata dal tipo di supporto scrittorio: su una tavoletta di cera


bisogna evitare di fare dei cerchi e dei tratti orizzontali che si incrocino con
quelli verticali perch la cera si ritaglia e casca. Motivo per cui la capitale
corsiva una scrittura i cui segni sono il pi possibile verticali piuttosto che
orizzontali o rotondi; oltretutto molto pi facile fare con una penna doca una
curva rispetto ad un punteruolo sulla cera per cui si cerca di evitare le
rotondit. Il risultato una scrittura che ha perso la bi-linearit, pur rimanendo
sempre una capitale.
A: ha un triangolino chiuso ma non si pu fare perch senn la cera si
stacca per cui io prendo la traversa della A e lo rendo verticale, in tal
modo non c intersezione tra i tratti. Ma visto che non c solo lobiettivo di
non far cadere la cera ma anche quello di scrivere velocemente e di staccare
il meno possibile la mano dal supporto su cui sto scrivendo succede che il
primo trattino obliquo e la traversa della A si fondano in un unico tratto
ondulato, cos si passa da una A fatta in tre movimenti a una fatta in due
movimenti soltanto.
B: un procedimento simile alla A. una lettera che metteva in crisi in
quanto ha due pance. Nella capitale rustica si faceva in quattro tratti ma,
per rispettare le due esigenze della corsiva, essi diventano due: le due
pance della B diventano un unico lungo serpentone mentre il tratto
verticale e quello orizzontale diventano una piccola pancetta sotto. Il
problema si pone nel momento in cui la pancia da destra si sposta a sinistra,
differentemente da come la conosciamo noi e questo rende difficile leggerla.
D: si fa in tre tratti, tratto verticale, pancia, tratto orizzontale che chiude
sotto. Si uniscono il tratto verticale e quello orizzontale e poi tracciando un
tratto obliquo che chiude al posto della lunga pancia della rustica. La D
non ha un aspetto diversissimo dalla nostra minuscola; i paleografi la
chiamano una lettera pre-minuscola (pre in quanto i latini ancora non
sapevano scrivere in minuscolo)
E/F: la lettera E ha tre tratti orizzontali che se fatti sulla cera essa si
rompe quindi si trasformano in tratti verticali, allineandoli uno sotto laltro e
per economizzare gli stacchi di mano dalla tavoletta di cera si uniscono
ottenendo cos una lettera eseguita con due soli tratti verticali paralleli.
Stessa cosa accade con la F con la sola differenza che il secondo tratto
leggermente pi corto.
H: un altro esempio di pre-minuscola. Per i due soliti motivi viene
mantenuto il primo tratto ma il secondo orizzontale e il terzo verticale
vengono uniti in un unico tratto che va a definire una lettera praticamente
uguale alla nostra H minuscola.
L: non cambia tantissimo ma un poco s. Cera il solito problema di un tratto
verticale che si intersecava con un tratto orizzontale. Quindi o il tratto
orizzontale della L fatto pi piccolo e obliquo oppure si uniscono i due
tratti, il piede basso della L diventa un uncino. Altra pre-minuscola.
M: fa problema perch ci sono pi intersezioni fra tratti che vengono
semplicemente staccati e messi verticalmente luno accanto allaltro.
O: diventa un becco di papera. Dal momento che difficile tracciare una
curva decente su una tavoletta di cera con uno scalpello quindi i due tratti
che componevano la O capitale vengono trasformate in qualcosa di pi
spigoloso.

P: nessun problema per il tratto verticale, quando invece alla pancia diventa
un uno speculare.
Q: era la O capitale con un trattino in uscita quindi si fa lo stesso discorso
della O quindi si fa un tratto un po pi spigoloso mentre il secondo tratto
semplicemente allungato per rendere lidea del trattino che la distingue
dalla O.
R: come la P ma il secondo tratto diventa un serpentone.
Le scritture dunque si evolvono proprio in base alle necessit, in questo caso lo
scrivere nel modo pi veloce possibile.
[Vedi Slide: Tavoletta cerata pompeiana (secolo I d.C.)]
Quae pecunia in stipulatum L(uci) Caecili Iucundi venit ob auctionem Umbriciae
Ianuariae
Questi soldi sono passati da Lucio C. Giocondo a Umbrice Ianuarie.
Abbiamo visto le tre forme capitali e il fatto che dipendono da come si scrive, su
cosa scrive e anche dallintenzione con cui si scrive: se una scrittura libraria
solenne e bella la scriver in una certa maniera, se il mio appunto personale lo
scriver in altra maniere e su altro supporto.
Queste tre grafie sono accumunate da un aspetto ovvero che sono maiuscole. La
scrittura minuscola nellalfabeto latino arriver molto pi tardi, sar la pi
grande rivoluzione della storia della scrittura latina perch da quel momento ci
saranno due modi per scrivere paralleli, uno maiuscolo e uno minuscolo ma avr
una vita molto travagliata, impiegher molti secoli ad avere una sua
canonizzazione, prima che nascano delle scritture minuscole belle e usate da tutti
passer molto tempo. Il cosiddetto processo di minuscolizzazione ovvero il
processo che porter allemergere della minuscola avr luogo tra il II e il III
secolo d.C. quando gli altri tipi di scrittura maiuscola si erano affermati da tanto
tempo.
La scrittura minuscola arriva da questo tipo di scritture della pratica; sar una
scrittura per testi poco importanti in cui si bada poco alleleganza, dalle scritture
comuni, di tutti giorni: gi nella capitale corsiva ci sono delle lettere che vanno
verso lalfabeto minuscolo. Viene dalla scritture poco nobili e risponde a delle
esigenze di velocit di esecuzione del tratto. Fra il II e il III secolo d.C. cominciano
a svilupparsi per ciascuna lettera capitale delle varianti plebee minuscole e a
partire dal II secolo si cominciano a trovare alcuni libri di pregio piuttosto basso
che sono scritti in capitale rustica, come tutti i libri di allora, che ha alcune lettere
che cominciano ad evolversi in senso minuscolo come per esempio nel De bellis
Macedonicis, unopera storica; tutti i primi testi scritti in alfabeto minuscolo o con
delle lettere minuscole sono testi di basso valore, come testi scolastici, glossari o
comunque testi rivolti alla consultazione per studenti.
[Vedi slide] Nel frammento di De bellis Macedonicis, scritto su papiro, presenta
solo alcune lettere minuscole, per esempio in alto c una D e poco sotto una
lettera Q e una lettera H.
Questo tipo di minuscola, del II-III secolo d.C. chiamata dai paleografi
minuscola primitiva, ha la caratteristica che non mai canonizzata, si trova
ogni tanto nei libri ma poich la scrittura libraria rimarr a lungo la scrittura
maiuscola per essere un bel libro, questo tipo di scrittura con alcune lettere in
minuscolo sar solo contenuta nei libracci. Solo nel V secolo d.C. si trover una
scrittura minuscola canonizzata.

Molto importante la diffusione delle scritture minuscole in un altro tipo di testo


scritto: i documenti. Roma era un grande impero, aveva un sacco di funzionari che
operavano nella varie province e che comunicavano tra loro producendo una
grande quantit di documenti. Il III secolo d.C. caratterizzato da una fase di
acutissima crisi, a partire dalla prima met del III secolo si crea una situazione di
perenne instabilit militare; il senato, lorgano che sarebbe stato preposto al
governo dellimpero, non controlla pi in alcun modo lelezione imperiale e ci si
trova ad avere pi imperatori che durano pochissimo, che sono eletti anche
contemporaneamente acclamati dalle diverse regioni dellImpero. LItalia e Roma
perdono la loro centralit politica, economica e culturale nellambito dellImpero e
alla fine del III secolo d.C. lItalia che aveva sempre goduto di un istituto
amministrativo speciale diventer una provincia come tutte le altre allinterno
dellImpero. C una crisi fiscale sempre pi elevata, una crisi inflazionaria quindi
un generale impoverimento dellImpero; la crisi economica e la crisi politica si
accompagnano a una crisi di tipo religioso cio il III secolo il periodo in cui
dallOriente si diffondono nuove religioni, non ultima il Cristianesimo. La
diffusione del Cristianesimo avr un ruolo non secondario nello sviluppo delle
grafie usate nella tarda romanit.
Roma conta sempre di meno e verso linizio del IV secolo sar costruita
Costantinopoli; un Impero che governato dalle province ovvero diventano
molto pi importanti di un tempo le amministrazioni provinciali che sono fatte,
come qualsiasi amministrazione pubblica, di un gruppo molto nutrito di burocrati
che amministrano le finanze, la giustizia tramite i documenti scritti su papiro;
devono scrivere molto velocemente, dando poca importanza alla calligrafia, ai
piedini e agli ornamenti e per questo si doteranno di un nuovo tipo di scrittura
corsiva documentaria e minuscola che da espressione a tutti gli elementi della
scrittura usuale, di tutti i giorni e che diventer ben presto la grafia per
eccellenza di tutti i giorni, dapprima soltanto del gruppo degli amministratori
pubblici e poi di tutti quanti. [Vedi slide] Questa scrittura si chiama minuscola
corsiva o corsiva nuova, che tutta minuscola ed estremamente corsiva.

Lezione 3
21.09.2016
La corsiva nuova completamente diversa rispetto alle grafie viste finora in quanto,
oltre ad essere minuscola, mentre la capitale corsiva era formata da tante aste e
tanti segni che non si toccavano mai e non vi erano mai intersezioni per evitare che
la cera cascasse, nella corsiva nuova si stacca molto raramente la mano dal foglio
quindi estremamente veloce ma anche estremamente difficile da leggere perch vi
sono delle legature tra una lettera e laltra che deformano le lettere stesse.
Caratteristiche della corsiva nuova. [Vedi slide]
A: si trasforma gi nella capitale corsiva. Invece di fare i due movimenti si fa
un primo segno e senza staccare la mano risalgo su e faccio il secondo segno.
B: si fa in un unico tratto. Si pu trovare con la pancia a destra o a sinistra a
seconda di come viene allo scrivente al momento.
C: non ha particolari variazioni. Un trattino sotto a cunetta e uno pi lungo che
va a chiuderlo.
D: non cambia pi di tanto. La mano non si stacca mai dal foglio e la pancia
della D rimane aperta.
E: nella capitale si fa in quattro tratti, unasta verticale e tre trattini orizzontali.
In questa invece, per fare economia di spazio, due tratti diventa una specie di
C sopra e altri due tratti diventano una curvetta sotto. Si va verso la nostra
E minuscola.
F: i due trattini orizzontali diventano una piccola C che sta sopra e il tratto
verticale rimane invariato. Se proprio si vuole economizzare il tempo si va gi a
disegnare lasta poi, senza staccare la mani, si fa una specie di occhiello e si
risale su a fare la parte superiore. Somiglia anche questa alla minuscola
attuale.
G: si eseguiva in quattro tratti, un grosso tratto laterale, uno sopra, sotto e una
sbarretta. Nella corsiva nuova rimane in alto solo il trattino della G maiuscola,
le altre parti sono fatte velocemente come un serpentone che scende in basso,
a volte figura solo quello.
M: facile, praticamente uguale alla nostra minuscola.
N: come la M, ma si pu ancora trovare maiuscola.
O: non presenta grossi cambiamenti salvo che, per non staccare la mano dal
foglio, diventa una specie di goccia.
P: non cambia molto, diventa uguale alla P minuscola attuale.
Q: come nella capitale corsiva solo che presenta un raddrizzamento del
secondo tratto ed uguale alla minuscola attuale.
R: un po pi complicata. Nella capitale corsiva si semplificava con un tratto
verticale e gli altri due tratti diventava un unico tratto obliquo sinuoso. Qui
invece va verso la R minuscola attuale; ci pu essere sia un raddrizzamento
dei due tratti, quindi si mantiene il tratto verticale e poi il trattino orizzontale
ondulato ma per economizzare lalzata di mano dal foglio la si pu anche fare
in un unico tratto cio andando gi nel tratto verticale e poi risalendo su,
facendo il tratto ondulato sopra, senza staccare la mano dal foglio.

S: totalmente diversa da quella attuale e sar la forma che manterr per tutto
il Medioevo e anche dopo. Nella capitale si eseguiva con tre segni ovvero un
segno obliquo e due semicerchi, uno sotto e uno sopra. In questo caso il segno
obliquo e il semicerchio di sotto vengono fusi in un trattino in basso obliquo e il
semicerchio di sopra diventa una grande e slanciata linea curva. C la variante
fatta senza staccare la mano dal foglio.
FALSI AMICI: la R e la S sono praticamente uguali salvo che la R ha il
trattino di uscita ondulato ed in basso mentre la S ha questa grossa parabola
sopra ed sbilanciata verso lalto. La A e la U si confondono facilmente
perch la A aperta in alto; la loro differenza sta nel fatto che la U nella
maggior parte dei casi praticamente non si vede perch talmente facile da
eseguire senza staccare la mano dal foglio che spesso si fa semplicemente un
avvallamento fra due lettere.
Proprio allinizio del IV secolo che levoluzione della corsiva nuova, oramai molto
diffusa, la fa approdare ad una forma molto canonizzata ovvero tutto lImpero
Romano, dallAfrica alla Siria, la usano per scrivere e nello stesso modo. La corsiva
nuova estremamente importante, non tanto per la grafia in s ma per la storia delle
grafie perch? Innanzitutto una delle poche grafie nella storia che abbia avuto una
diffusione omogenea su tutti i territori in cui si parlava latino ma soprattutto la
corsiva nuova sopravvivr allImpero Romano. (Alla fine dellImpero Romano, quando
i territori si dividono in regni romani barbarici, nei vari territori le scritture si
differenzieranno e si evolveranno in maniera separata ma tutte quante a partire da
questa base qui quindi la corsiva nuova la madre di tutte, o quasi, le scritture
alto-medievali).
Lettera di Vitale ad Achillio (inizio secolo IV) [vedi slide]
Fu scritta da un funzionario imperiale di nome Vitale il quale scrive ad un suo collega
Achillio che governatore della Siria o di quelle zone e gli scrive per chiedergli una
raccomandazione, per presentargli un suo pupillo che deve fare un viaggio nella
provincia amministrata da questo Achillio e gli chiede di avere un atteggiamento di
riguardo nei suoi confronti. Risale al 317 d.C.
Questa lettera caratterizzata da una particolarit: la parte essenziale formata da
un paio di righe mentre il resto sono elogi o ringraziamenti.
La prima parte dice a chi rivolta la lettera:
Domino suo Achillio,
Vitalis
Cum in omnibus bonis benignitas tua sit praedita tum etsiam scholasticos et maxime qui a me
cultore tuo honorificentiae tuae traduntur quod honeste respicere velit non dubito domine
praedicabilis. Quapropter Theofanen oriundum ex civitate Hermupolitanorum provinciae
Thebaidos qui ex suggestione domini mei fratris nostri Philippi usque ad officium domini mei
Dyscoli vexationem itineris quodammodo sine ratione sustinere videtur inimitabili religioni
tuae trado.
Al suo signore Achillio,
Vitale

Poich in ogni bene tu sei prodigo di favori allora sii prodigo anche verso coloro che
studiano e soprattutto a quelli che da me, cultore tuo, sono trasmessi alla tua
benevolenza e non dubito che vorrai accordare il tuo favore alla mia domanda,
signore mio. Ti mando questo Teofane, originario della citt di Ermopoli, nella
provincia della Tebaide che sta arrivando per suggerimento del mio maestro e nostro
fratello Filippo e sta andando nellufficio del mio signore Discolo e il quale non voglio
che sostenga senza nessuna ragione le fatiche di un viaggio troppo difficoltoso quindi
io lo affido al tuo inimitabile affetto.

Non una scrittura libraria ma documentaria. Le scritture dei libri devono


soddisfare delle esigenze di eleganza, le scritture documentarie servono per altri
scopi, non necessitano di una loro estetica.
Siamo nel III-IV secolo d.C. e mentre i documenti, le scritture private e personali si
scrivono o con la corsiva nuova per quanto riguarda i papiri e la capitale corsiva per
quanto riguarda le tavolette, i libri hanno per ora una sola scrittura, sono per lo pi
scritti in capitale rustica ma questa situazione non dura a lungo: a partire dal II
secolo circa iniziano a circolare alcuni libri con delle lettere minuscole e allinizio
rimane limitata ai libri di basso pregio. Per di mezzo c la crisi del III secolo, c un
grosso cambiamento culturale, lImpero comincia a cristianizzarsi e anche il primato
dei libri della capitale rustica comincia a venire meno in quanto la corsiva nuova si
gi pienamente affermata e quindi la scrittura di tutti i giorni cos e tutti quanti
sono abituati a scrivere in minuscolo; la capitale rustica ormai troppo distante da
come la gente normalmente scrive e quindi inizia a piacere un po di meno. Si
comincia a sentire il desiderio di vedere delle forme alfabetiche un po pi simili alla
scrittura di tutti i giorni anche nei libri di pregio per al contempo rimane forte il
fatto che un libro di pregio debba essere scritto in maiuscola ragion per cui i
calligrafi, cio i maestri di scrittura dellepoca (siamo intorno al IV secolo d.C.) si
ingegnano per inventarsi una scrittura in cui alcune lettere dellalfabeto minuscolo
possano stare dentro un sistema di due linee, bi-lineare, caratteristica di una
scrittura maiuscola; nasce una nuova scrittura elegante per i libri di pregio che pian
piano inizia ad affiancarsi alla capitale rustica e che a partire dal V secolo d.C., sullo
scorcio dellImpero Romano, la soppianter del tutto. Questa nuova scrittura libraria
elegante chiamata dai paleografi scrittura onciale; continua ad essere maiuscola,
si possono fare ancora due linee parallele in alto e in basso e le lettere continueranno
ad essere comprese in queste due linee per questa scrittura diversa rispetto alla
capitale rustica, come un esempio di codice una volta conservato allinterno della
Biblioteca Nazionale di Torino prima che essa bruciasse attorno agli inizi del 900.
La prima impressione che si ha della scrittura onciale di una grande morbidezza,
senza spigoli, molto tonda. Perch si afferma questa scrittura a scapito delle capitale
rustica? Si afferma per una serie di motivi, sia culturali che tecnici che politici:
o Motivi di gusto: non piace pi la scrittura maiuscola, la gente ormai scrive solo
in minuscolo quindi c il bisogno di ingegnarsi per far entrare in una certa
maniera delle lettere minuscole in un sistema maiuscolo.
o Cristianizzazione dellImpero: una religione orientale dove si parlava greco, i
Vangeli e le lettere degli Apostoli sono scritte in greco, questo significa che
man mano che lOccidente del Mediterraneo si cristianizza dallOriente
incominciano ad arrivare molti codici e molti rotoli scritti in greco con i testi
delle sacre scritture. In quel periodo i codici greci di maggior pregio erano
scritti con una scrittura di grande modulo (grossa), molto rotonda, tutta

maiuscola, dai toni molto forti, questa scrittura, tipica delle sacre scritture, si
chiama maiuscola biblica. Tutti questi codici scritti in greco che affluiscono
dallOriente allOccidente influenzano anche gli scribi che lavorano nelle
botteghe librarie per produrre dei libri scritti in latino e quindi nasce un nuovo
tipo di scrittura che lonciale.
o Cambio dello strumento di scrittura: non si scrive pi con il calamo, cannuccia
vegetale dura con taglietto in punta, per scrivere con la penna di volatile,
molto flessibile, motivo per cui si evoluta.
Lonciale segue un principio molto semplice, si prendono alcune lettere
dellalfabeto minuscolo e si rendono della dimensione corretta affinch
stiano allinterno di due linee orizzontali, che caratterizzano il maiuscolo.

LEZIONE 4
26.09.2016
Nel IV secolo d.C. LImpero Romano esce molto trasformato da un periodo di grande
crisi e di trasformazioni sia sul piano sociale e culturale (cristianizzazione e religioni
orientali) sia sul piano politico: lItalia da cuore dellImpero diventa una delle tante
province dellImpero stesso, lImpero a sua volta sta per dividersi in due, lImpero
Romano dOccidente e quello dOriente; c un quadro politico, sociale, culturale
diverso da quello dellet imperiale.
Nascono nuove scritture: una scrittura corsiva minuscola che usata da tutti coloro
che nellimpero si occupano di amministrazione pubblica per comunicare fra loro la
corsiva nuova che ben presto viene adottata da tutti coloro che scrivono per le loro

scritture di tutti i giorni (scrittura documentaria); la sua nascita si accompagna, ad


un parallelo cronologico, nella nascita di una scrittura libraria: lonciale.
Fino al IV secolo d.C. si erano scritti tutti i libri in capitale rustica, ovvero una
scrittura tutta maiuscola, salvo pochi libri di scarsissimo pregio scritti in minuscola
non formalizzata, detta minuscola primitiva. Nel IV secolo la situazione cambia
perch ormai tutti quanti scrivono in corsiva nuova, scrittura minuscola, e quindi la
scrittura tutta maiuscola e bilineare dei libri scritti in capitale maiuscola non piace
pi e quindi da una parte rimane la necessit di mantenere una scrittura maiuscola,
perch la scrittura dei libri belli deve essere maiuscola e bilineare, ma dallaltra
nasce lintenzione di farci entrare alcuni elementi della minuscola che provengono
dalla scrittura di tutti i giorni. Nasce cos lonciale che una versione riveduta e
corretta della capitale rustica.
Lonciale.
Come si forma lonciale? Lonciale si forma prendendo la capitale rustica e
cambiandone alcune lettere. In particolare ci sono quattro lettere che sono introdotte
per loccasione:
A: non pi la A capitale, due linee oblique con la traversa orizzontale bens
una A fatta in due tempi soltanto, come nelle scritture corsive - una pancia a
sinistra e un tratto obliquo verso destra -.
D: inventata di sana pianta. Riprende la D minuscola con lasta alta e il
pancino a sinistra che si visto nelle scritture minuscole. Questa lettera deve
essere pigiata per farla stare in un sistema bilineare maiuscolo quindi si taglia
lasta e la si inclina schiacciandola sul rigo in maniera tale che lasta della D,
sporgendo di poco, non increspi troppo la bilinearit della scrittura maiuscola.
E: diventa pi simile alle lettere della minuscola e della corsiva. Diventa un
semicerchio con un trattino che le interseca; una ripresa di quel tipo di E
della corsiva nuova.
M: forma una specie di cuore ed una M risistemata, resa pi dolce e
rotonda, ripresa anchessa dalle scritture minuscole e corsive quotidianamente
in uso nellImpero.
Oltre a queste vi sono quattro lettere che non sono modificate per loccasione ma
sono prese di peso dallalfabeto minuscolo: H, P-Q (con le aste sotto il rigo ma
non troppo per non spezzare la bilinearit della scrittura), U/V.
Tutte le altre lettere, come la R, S, T, L, rimangono quelle della capitale rustica,
maiuscole, senza subire variazioni quindi un miscuglio di lettere maiuscole e lettere
in origine minuscole che vengono in qualche maniera maiuscolizzate. Tutto questo
pi tondo, pi morbido sia perch si era imparato a scrivere con la penna doca che
permetteva di fare dei grossi giri e dei grossi tondi senza particolari rigidit sia
perch con la cristianizzazione dallOriente dellImpero erano giunti una serie di
codici greci che erano scritti con una grafia di grosso modulo, molto tonda che era
detta maiuscola biblica e che influenz lonciale dellalfabeto latino.
Lonciale ha una lunga storia, una scrittura molto importante. Nasce verso il IV
secolo presso due importanti province dellImpero, fra lItalia e lAfrica (provincia
dellImpero Romano incentrata su Cartagine che corrisponde allodierna Tunisia).
Fra il IV e il VI secolo si diffonde a tutto lImpero dOccidente e continuer ad
esistere fino al IX secolo, quindi attraverser tutto lAlto Medioevo. un fatto molto
importante perch mentre molte delle altre scritture dellImpero Romano, dopo la
fine dellImpero Romano stesso, spariranno e verranno soppiantate nei vari regni

barbarici da scritture locali, diverse le une dalle altre, la scrittura onciale rimarr
per molti secoli un linguaggio grafico comune a tutti i territori che erano stati
dellImpero Romano; la troveremo fino allet Carolingia quindi VIII IX secolo.
Quindi lonciale ha una sopravvivenza molto lunga ma durante tutti questi secoli di
sopravvivenza subisce delle importanti modifiche che sono importanti non tanto per
la storia della scrittura in s ma per luso sociale che questo tipo di scrittura era fatto
quando parliamo di onciale parliamo di scrittura bella per libri belli, di pregio
Succede che lonciale quando nasce, nel IV-V secolo, nasce in un contesto
caratterizzato dall abbondante produzione libraria, ci sono molte botteghe che
producono libri e che alimentano un importante mercato di consumatori privati; c
molta gente che sa leggere e che quindi compra i libri, per di pi ci sono molte
biblioteche pubbliche; quando nasce lonciale, quindi, una scrittura di uso comune,
usata molto spesso, certo in una fascia alta della produzione libraria. I paleografi,
specie quelli anglosassoni, parlano dellonciale delle origini (quello usato per i libri
del IV-V secolo) con lespressione di onciale old-style [vedi dispense]. Lonciale tra il
VI e il VIII-IX secolo viene definito dai paleografi onciale new-style.
Accade che a partire dal VI secolo lalfabetizzazione si contrare, il mercato librario
viene meno, non ci sono pi privati che acquistano libri, non ci sono pi botteghe
librarie che producono libri e la produzione e il consumo di libri diventano
appannaggio di una grande minoranza della popolazione, in particolare di religiosi: i
libri sono prodotti e consumati allinterno di monasteri o di chiese, cattedrali. La
scrittura onciale diventa una scrittura solenne, una scrittura di apparato limitata a
pochi libri molto importanti e preziosi prodotti da chiese, cattedrali e monasteri.
Perde quindi il suo carattere pi vitale, fluido e originale e diventa una scrittura
sempre pi rigida e morta.
Lonciale new-style pi calligrafica, si cerca maggiormente la bellezza estetica, la
bellezza del tratto; si perde la bilinearit. Lonciale ha una diffusione molto vasta
corrispondente a tutto lImpero Romano o a tutte le regioni che componevano
lImpero Romano ma ci sono alcune zone in particolare in cui sono prodotti codici in
onciale di particolare pregio. Uno dei luoghi di produzione pi intensa di importanti
codici scritti in onciale Roma; lItalia una delle culle dellonciale ma in particolare
a Roma, tra la fine del VI secolo e linizio del VII secolo si ha il pontificato di un Papa
molto importante che Gregorio Magno il quale fa diverse cose e tra queste cose vi
il fatto di promuovere presso la Basilica Laterana, residenza dei Papi, un
importante scriptorium, un importante centro dei codici di carattere religioso che
servono per le esigenze liturgiche del clero romano e che servono anche per essere
inviati presso altre diocesi per sopperire alle esigenze liturgiche o di predicazione di
quelle diocesi stesse. Questo scriptorium si chiama scriptorium lateranense ed
famoso per la produzione di codici scritti in una onciale raffinatissima e
perfettamente bilineare che si chiama onciale romana.
I codici prodotti per conto di Gregorio Magno, presso lo scriptorium lateranense,
sono codici che viaggiano moltissimo, che solcano lEuropa perch Gregorio Magno
fra le altre cose anche il fautore di una campagna di ri-evangelizzazione delle Isole
Britanniche che erano il territorio dellEuropa Occidentale meno romanizzato ai
tempi dellImpero; i Romani conquistano la Britannia (attuale Inghilterra), la
controllano per poco tempo ed la prima zona che esce dal controllo dellImpero
Romano dOccidente; nel periodo della dominazione romana le Isole Britanniche si
cristianizzano ma poi questi territori vengono conquistati dagli Angli e dai Sassoni,
subiscono linvasione dei popoli barbari e pur rimanendo cristiani rimangono isolati
rispetto allEuropa Occidentale. Gregorio Magno, sul finire del VI secolo d.C. decide

di promuovere unopera di ri-evangelizzazione di questi territori, dal momento che


sono cristiani ma hanno una liturgia degli usi religiosi propria che deve essere
ricondotta al cattolicesimo romano ed cos che Gregorio invia nelle Isole
Britanniche una grande quantit di missionari, ciascuno dei quali ha sotto braccio un
codice scritto in onciale nello scriptorium lateranense che serve appunto per
levangelizzazione delle popolazioni britanniche.
Questo grande afflusso di codici scritti in onciale verso le Isole Britanniche far s
che questo territorio che sta ai margini dellEuropa diventi uno dei pi importanti
centri di produzione dei codici in onciale perch chiaramente negli enti religiosi
britannici affluiranno molti codici in onciale da Roma e si incomincer a produrne l
sul posto, di nuovi, imitando quella grafia; nasce cos una variante particolare
dellonciale detta onciale insulare. Questo fatto importante perch, a parte che
alcuni codici scritti con quella scrittura sono dei capolavori, la campagna di rievangelizzazione voluta da Gregorio Magno nei territori britannici avr talmente
successo che nei secoli successivi, quando si tratter di predicare fra le popolazioni
dellEuropa Continentale, nelle quali Francia e Germania, i Pontefici chiameranno a
predicare in queste zone dei religiosi che provenivano dalle isole britanniche e
costoro, a loro volta, esporteranno nuovamente sul continente dei codici scritti in
onciale insulare e prodotti nelle isole britanniche. Un esempio di come le scritture
viaggiano il codex amiatinus che era conservato in Toscana, nel monastero del
monte Amiata da cui prende il nome; era un codice scritto in onciale insulare, ricco
di miniature che il suo proprietario stava trasportando verso Roma quando mor e il
codice rimase in questo monastero. La sua produzione richiese vari anni di lavoro,
siamo alla fine del VII secolo, contiene la Bibbia ed composta da mille fogli e pesa
34 chili, furono necessarie per farlo le penne di pi di 200 animali. *Nel medioevo i
libri venivano messi di piatto perch essendo fatti di pergamena avevano un peso
considerevole e quindi se si mettevano in piedi si rischiava la sfaldatura della
rilegatura*
Oltre a Roma e alle Isole Britanniche un altro centro importante di produzione di
codici in onciale Bisanzio, Costantinopoli, dove fino al VI secolo, perch dal VII
secolo la lingua ufficiale di tutto lOriente diviene il greco, le importanti raccolte di
leggi e i testi giuridici prodotti dai giuristi al servizio dellImpero furono redatti in
imponenti codici scritti in onciale. Lonciale in uso a Costantinopoli detta, dalle sue
lettere caratteristiche, onciale B-R. La R si distingue perch lultimo tratto che
dovrebbe essere obliquo e andare allingi di fatto orizzontale; da queste piccole
malizie i paleografi capiscono dove un codice in onciale stato scritto; fu lultima
scrittura che fu prodotta ancora nel periodo dellunit scrittoria romana, prima che i
modi di scrivere si frammentassero nei vari angoli dellex Impero.
In effetti rimanendo nellambito della produzione libraria abbiamo visto che lonciale
fu una scrittura, s molto diffusa, ma limitata a quei codici che erano di maggior
pregio ma cosa succedeva ai codici di minor pregio, per il consumo di tutti i giorni?
Si visto che proprio nei codici di basso livello, testi scolastici, lessici, glossari,
edizioni scolastiche di Virgilio, le sintesi storiche, a partire dal II secolo d.C., era in
atto un processo di minuscolizzazione, a partire dalla minuscola primitiva. Il fatto che
questi libri in cui cerano delle lettere minuscole fossero di pregio cos basso fece s
che la minuscola primitiva non si canonizzasse per lungo tempo; mentre lonciale
nasce e diventa subito una scrittura canonizzata e formalizzata che tutti quanti
riproducono uguale, la minuscola primitiva per molto tempo continu ad essere usata
in maniera molto libera con delle forme molto varie perch appunto la si trovava
soltanto in libracci di basso pregio. Questa situazione cambia tra il V e il VI secolo,

proprio a cavallo del 476, data convenzionale della fine dellImpero Romano quando
finalmente dopo secoli dalla minuscola primitiva nasce una scrittura minuscola
libraria canonizzata che si ritrova uguale in tanti libri: scrittura semi-onciale (non
centra assolutamente niente con lonciale); una scrittura minuscola per i libri di
scarso pregio realizzata normalizzando, rendendo pi eleganti, i caratteri della
minuscola primitiva, quadrilineare.
Caratteristiche rispetto allonciale:
1) tutta minuscola mentre lonciale prettamente maiuscola con qualche lettera
presa dallalfabeto minuscolo.
2) tutta dritta, fatto non secondario. Se si pensa alle prime scritture minuscole,
per esempio la corsiva nuova, la grafia andava tutta a destra, assecondava
landamento della mano, con la semi-onciale, invece, per renderla un po pi
elegante, la si addomestica e la si rende tutta dritta, tutte le aste in fila, una parallela
allaltra.
3) una scrittura tonda, merito anche in questo delluso della penna doca che
permette di farlo.
4) Estrapola dalla scritture corsive di uso comune e quotidiano delle lettere e le
rende pi eleganti per farle stare su un libro senza sfigurare. Per esempio:
A: nella corsiva nuova era fatta con un solo tratto, simile alla nostra A
scritta a mano, un tratto discendente, risalgo, faccio un occhiello e chiudo.
La A della semi-onciale una ripresa di quella per molto pi elegante,
posata, con dei chiaroscuri molto pi addomesticati. Viene meno tutta la
corsivit, la rapidit di esecuzione. Diventa una specie di C seguita da una
I.
R: nella corsiva nuova il tratto andava gi e poi un tratto ondulato sopra.
Nella semi-onciale viene resa in maniera pi posata, senza sbavature, senza
scendere o salire troppo sopra il rigo.
G e S: stesso principio della R.
Anche la semi-onciale ha una vita piuttosto lunga, nasce tra il V e il VI secolo ed la
prima scrittura che nasce in un contesto gi mutato di meccanismi della produzione
libraria ovvero quando nasce il semi-onciale non ci sono gi pi tutte le botteghe
librarie che alimentano un mercato laico ma la scrittura ormai gi monopolizzata
dagli enti religiosi; una scrittura che nasce gi per i monasteri, per le cattedrali.
Come lonciale sopravvivr alla caduta dellImpero Romano dOccidente, continuer
ad essere usata un po in tutta Europa, anchessa irrigidendosi sempre di pi fino
allEt Carolingia, nellVIII-IX secolo, come lonciale. Esattamente come lonciale, i
suoi territori dorigine sono LItalia e LAfrica tant che per lonciale e il semi-onciale
si parlava anticamente di littere africane.
La scelta fra onciale e semi-onciale non una scelta neutra ma dipendono dal tipo di
testo che si voleva scrivere e anche dalla spesa che ci si poteva sobbarcare, anche
visto che a quei tempi produrre un libro era estremamente costoso dato che era fatto
con le pergamene.

Il 476 d.C., al giorno doggi, una data molto importante perch vi fu la caduta
dellImpero Romano dOccidente, mentre allora nessuno parve accorgersene. Nella
prima met del VI secolo quindi nel 500 o gi di l quando per noi lImpero Romano
era gi caduto, in Italia cera una situazione di fortissima continuit rispetto al

passato imperiale; era dominata dagli Ostrogoti, da Teodorico il quale fece di tutto
per enfatizzare la continuit del suo regno rispetto allImpero Romano dOccidente.
Limpero non era finito, semplicemente restava un unico imperatore che era quello
dOriente e Teodorico pretendeva di governare lItalia a nome di quellimperatore.
Teodorico non pose fine a tutte le magistrature della Roma imperiale, continuavano
ad esserci, nella prima met del VI secolo il senato, le varie magistrature romane, i
consoli e continuava ad esserci il cursus honorum cio quella successione di cariche
che i membri dellaristocrazia percorrevano per arrivare sempre pi su
nellorganigramma del potere romano. Il predecessore di Teodorico, Odoacre, come
prima cosa quando era arrivato a Roma e aveva destituito lultimo imperatore aveva
fatto il gesto plateale di sborsare una grossa somma per restaurare i banchi dei
senatori al Colosseo, questo per dire che non cambiava niente e che Roma
continuava ad esistere come sempre era esistita. I re ostrogoti e soprattutto
Teodorico sono inizialmente riconosciuti e sostenuti dallimpero dellOriente e
Teodorico aggiunge al proprio nome il cognome di Flavio per richiamarsi ai Flavi,
una delle pi importanti gentes dellaristocrazia romana che aveva espresso molti
imperatori. Ma soprattutto Teodorico scelse come capo della sua amministrazione,
come magister officiorum cio come capo responsabile di tutti gli uffici pubblici
allinterno del suo regno, un intellettuale che apparteneva alllite della vecchia
aristocrazia senatoria latina: Cassiodoro.
Cassiodoro in particolare scrive le lettere di Teodorico agli altri sovrani dellepoca,
soprattutto le lettere inviate da Teodorico allimperatore dOriente; sono testi molto
colti, retorici e importanti dal punto di vista dei messaggi, anche ideologici, che sono
trasmessi. In queste lettere, scritte da Cassiodoro, Teodorico si propone come il
garante di quello che secondo Cassiodoro era lideale principale della romanit e
cio la civilitas. Per Cassiodoro la civilitas era la convivenza pacifica di molte genti
sotto la legge romana, che si fosse Galli, Goti, Latini, Ispanici; prima di tutto si era
Romani e Teodorico era colui che anche se non cera pi un imperatore dOccidente
avrebbe garantito la continuit di questi ideali. Cassiodoro continua a svolgere la
propria funzione anche dopo la morte di Teodorico, per i suoi successori, ma con il
passare del tempo si crea una spaccatura politica sempre pi forte fra lImpero degli
Ostrogoti e lImpero dOriente che non riconosce pi gli Ostrogoti in Italia e che
vuole re-impadronirsi della penisola; questa spaccatura sfocia in una lunga e
sanguinosa guerra che viene detta guerra gotica o greco-gotica che dura ventanni,
dal 535 al 553, in cui Bisanzio tenta di riprendersi il controllo dellItalia ma per farlo
la distrugge completamente, tutto il tessuto sociale italiano che si era bene o male
mantenuto fino ad allora viene smantellato, laristocrazia senatoria non c pi, i
senatori in parte vengono uccisi e in parte scappano in Oriente; la grande propriet,
il latifondo romano incentrato sulla villa viene meno, devastato dalle guerre e questa
guerra alla fine fa s che lItalia torni effettivamente sotto il dominio di Bisanzio ma fa
anche s che LItalia venga distrutta tanto vero che appena quindici anni dopo, nel
568, arrivano i Longobardi e con estrema facilit conquistano tutta lItalia, salvo dei
pezzettini.
Al divampare di questa guerra Cassiodoro capisce che il suo progetto politico basato
sulla civilitas, sulla convivenza pacifica fra Goti e Romani non finisce molto bene e
prende atto del suo fallimento e se ne va; torna nella sua regione dorigine, la
Calabria, e fa quello che pu fare un intellettuale cristiano e fonda un monastero, nel
544, che si chiama Vivarium perch Cassiodoro capisce che la chiave della
convivenza pacifica, del mantenimento della serenit sociale e politica non la

convivenza fra vari popoli quanto la coesistenza tra la vecchia cultura della Roma
classica, la cultura pagana di Cicerone, Seneca ed eccetera e la nuova cultura, la
cultura cristiana. Il monastero fondato da Cassiodoro anche uno scriptorium, dove
si producono libri; i monaci che soggiornano l hanno come scopo principale quello di
studiare, trascrivere, copiare e produrre codici, tanto di autori classici pagani quanto
cristiani, patristici, teologici ed eccetera. Cuore pulsante del monastero la
biblioteca, la cui struttura e la cui composizione sono state concepite da Cassiodoro
stesso il quale passa tutto il resto della sua vita a dare istruzioni molto severe ai suoi
monaci sul come organizzarla e gestirla. Alla fine della sua vita, a 92 anni,
Cassiodoro comporr una delle sue ultime opere che si intitoler De Ortografia che
contrariamente al titolo non unopera riguardo lortografia ma un opera sul come
copiare i testi perch questa doveva essere la principale attivit dei monaci
allinterno di Vivarium. Non quella di tutti i monaci perch Cassiodoro insiste sul
fatto che soltanto i monaci pi esperti, quelli pi avanti con let, e non degli irruenti
e incolti giovani, copino i libri.
Perch importante la storia di Cassiodoro? Perch emblematica del passaggio fra
due epoche: fra unepoca in cui il centro della produzione di testi sono i laici, gli
uffici pubblici, lamministrazione di quello che resta dellImpero, in cui uno dei
veicoli della cultura scritta pi importante la lettera, a unepoca in cui la cultura
scritta diventa statica, si chiude in dei fortini come sono per esempio i monasteri che
avevano delle finestre sul mondo, comunicavano tra loro ma innanzitutto sono un
luogo dove conservare, custodire, perpetuare la cultura libraria antica e dove farla
incontrare con quella moderna. Dalla lettera si passa al libro che prodotto e
conservato in loco senza farlo uscire.
Un altro esempio ancora pi forte e paradossale del passaggio da una cultura di
movimento ad una ferma questo: nel 544 a Roma c un grande fermento perch
sta per essere ultimata unimportante opera poetica, scritta da un chierico (anche
qui il monopolio della produzione scritta si sposta dai laici ai religiosi) che era un
prete romano e si chiama Aratore, lopera che scrisse una versione poetica degli
atti degli apostoli; questopera per i Romani era di grande importanza poich allora
Roma era una citt abituata a essere attraversata da barbari, saccheggi e con i Goti
alle porte. La versione poetica degli atti degli Apostoli fatta da Aratore era unopera
che parlava di attualit, raccontava le gesta di quelli che sarebbero diventati i due
santi patroni di Roma, Paolo e Pietro, e che quindi forniva una sorta di consolazione,
richiamava le antiche glorie di Roma e ricordava ai Romani di essere sottoposti ai
due santi patroni romani che li avrebbero tutelati dai pericoli della guerra, delle
invasioni e del saccheggio quindi cera una forte attesa rispetto a questo libro.
Nel 544 Aratore detta lultima parola della sua opera e dispone che questa sua opera
molto importante sia redatta allinterno di un solo libro. La fa scrivere in un libro
scritto in onciale, proprio per la sua grande importanza, e ne fa luso che ogni prete
farebbe ovvero lo regala al Papa: si fa una grande cerimonia nella Basilica Laterana
in cui Aratore arriva con questo libro, lo depone ai piedi del Papa e il Papa tratta
questo libro, unico in assoluto, come un oggetto prezioso qualsiasi ovvero lo fa
riporre insieme a tutti gli altri oggetti preziosi, nello scrineum, il tesoro pontificio
dove ci stavano tutti gli ori e gli oggetti darte; questo un esempio di
tesaurizzazione dello scritto se non che limportanza per la collettivit romana di
questo libro era tale che i presenti a questa cerimonia chiedono a gran voce che il
testo prima di essere messo via in una cassaforte sia letto con una lettura pubblica e
il Papa ne concede quattro dopodich il libro viene messo sotto chiave.

Qual limportanza di questo? Che indicativo che qualcosa sta cambiando, specie
nella cultura scritta. Ci sono sempre meno persone che sanno leggere e scrivere, i
testi scritti contengono cose diverse, sono prodotti non pi da botteghe librarie
laiche ma da religiosi e hanno una circolazione minore che comunque molto
diversa: sono destinati ad essere conservati solo in un posto; sono poi ovviamente
spostati da un monastero allaltro ma quella fiorente circolazione di testi scritti di un
tempo ora non c pi. Si chiudono sempre di pi i circuiti della circolazione libraria
anche perch c sempre meno gente che sa leggere e scrivere.
Questa situazione lesito di unaltra situazione cio di una situazione politica e
militare perch siamo pur sempre nel VI secolo d.C., lImpero Romano non esiste pi,
vero che gli Ostrogoti avevano tentato di mantenere la continuit dellImpero
Romano per quello che resta dellImpero dOccidente diviso fra tanti regni
barbarici (romano-barbarici) e quindi una forte frammentazione politica a cui
corrisponde la frammentazione delle scritture: nelle varie regioni dellImpero si
scrive in modo diverso, finito il periodo dellunit scrittoria romana in cui in tutto
lImpero si scriveva in modo uguale, arriva un altro periodo che durer alcuni secoli,
durer fino allVIII-IX secolo che si chiama: periodo del particolarismo grafico.
Perch si scrive in maniera diversa? Perch con la fine dellImpero Romano era
anche venuta meno quellistituzione che fino ad allora aveva fatto s che dappertutto,
nella penisola iberica fino in Britannia e in Italia si scrivesse tutti alla stessa maniera
e cio il sistema scolastico.
Fra il VI e il VII secolo, poco dopo la fine dellImpero, il sistema scolastico un po in
tutte le regioni viene meno e si apre la strada a culture grafiche locali. Le varie
grafie che si diffondono nelle varie aree dellex Impero erano un tempo chiamate
scritture nazionali per unidea molto nazionalista che i Franchi fossero gli antenati
della nazione francese, i Visigoti fossero gli antenati della nazione spagnola ed
eccetera. Questa definizione molto anacronista non piace pi e si chiamano
semplicemente scritture del particolarismo grafico.
Le conseguenze del particolarismo grafico sono anche altre: non c soltanto una
separazione su base geografica per cui in Italia si scrive in una maniera e in Francia
in unaltra ma c anche una frammentazione dei modi di scrivere su base sociale
ovvero allinterno dello stesso territorio persone che appartengono a gruppo sociali o
a gruppi professionali diversi scriveranno in maniera diversa. Ci sono dei monaci che
lavorano nelle scriptoria delle cattedrali o dei monasteri che padroneggiano
perfettamente le scritture librarie ma non ne sanno niente delle scritture
documentarie, viceversa ci saranno dei notai che scrivono documenti e contratti fra
privati che padroneggeranno perfettamente la loro scrittura documentaria ma che
non saranno in grado di usare le scritture librarie dei codici. Il punto limite
addirittura lincomprensibilit reciproca fra queste due scritture ovvero coloro che
sanno leggerne e capirne una non sanno leggere e capire laltra e viceversa.
Il periodo del particolarismo grafico che aveva avuto inizio con la divisione
dellImpero Romano terminer con la riunificazione della maggior parte dellEuropa
occidentale sotto lImpero Carolingio, sotto Carlo Magno. Siamo fra lVIII e il IX
secolo e insieme con questa riunificazione di gran parte dellEuropa si affermer
anche un nuovo linguaggio grafico comune usato in quasi tutta lEuropa occidentale
che sar la cosiddetta minuscola carolina.
La frammentazione delle grafie, durante let del particolarismo grafico, molto
forte, in molte zone anche piccole ci sono scritture proprie. Incominceremo con:

Il regno dei Franchi: compreso fra lattuale Francia, lattuale Germania e gli
attuali Paesi Bassi (e lItalia settentrionale dopo il 776). In questi territori si
diffonder un tipo di scrittura detto merovingica dal nome dei Merovingi,
della dinastia che prima dei Carolingi controlla i domini dei Franchi.
Le isole britanniche: Gran Bretagna e Irlanda. Si affermano le scritture
insulari, che convivranno con lonciale insulare.
La penisola iberica: si affermer la scrittura visigotica. Dal nome dei Visigoti
che controllarono la regione prima dellavvento degli Arabi.
La penisola italiana: caratterizzata dal particolarismo grafico pi accentuato
quindi sar divisa da una pluralit di grafie.
Tutte le scritture hanno un funzionamento comune, funzionano tutte allo stesso
modo. C un regno barbarico che ha una cancelleria, un ufficio con delle persone
che scrivono dei documenti solenni per conto del re (diplomi). La scrittura di questi
documenti, scrittura documentaria, riprende molto da vicino la corsiva nuova
soprattutto
perch
c
un
tentativo
di
riallacciarsi
alla
tradizione
dellamministrazione pubblica dellImpero Romano per cui si adotta per le scritture
documentarie di questi re qualcosa che molto simile alla scrittura che cera
nellImpero Romano fino allaltro ieri.
I vari scriptoria che erano collegati ai pi importanti monasteri della regione fanno
unoperazione di adattamento di queste scritture documentarie ad un uso librario
ovvero prendono questo insieme di scrittura dei documenti preso dalla corsiva nuova
e provano ad addomesticarlo, a formalizzarlo e a renderlo un po pi calligrafico in
maniera tale che possa essere usata per scrivere dei libri che devono avere una
scrittura ordinata e un po pi leggibile. I veri motori dello sviluppo delle scritture
durante let del particolarismo grafico sono quindi due:
1) Da un lato le cancellerie dei sovrani quindi scrittura documentaria
2) Dallaltro lato per quanto attiene alle scritture librarie, gli scriptoria delle
cattedrali e dei monasteri.

Grafia merovingica.
Siamo nel regno dei Franchi. I Franchi a partire dal V secolo incominciano, quando
ancora lImpero Romano esiste a Occidente, a infiltrarsi dapprima dal Belgio e poi
dalla Francia settentrionale allinterno dei confini dellImpero Romano e poi man
mano che il tempo passa, nel corso del VI-VII secolo, si espanderanno sempre di pi
fino a controllare tutta la regione compresa tutta la Francia e la Germania. I Franchi
sono un popolo di successo perch sono quelli che meglio riescono a integrarsi con
laristocrazia latina locale.
Quando arrivano i Galli i Franchi decidono di convertirsi al cattolicesimo, i primi a
convertirsi in maniera diretta, senza passare attraverso larianesimo, come invece
hanno fatto tutti gli altri popoli. *larianesimo una variante del Cristianesimo che
disconosceva la natura divina di Cristo*.
In un territorio in cui caduto lImpero, gli ultimi poteri pubblici a tenere banco erano
i vescovi, che erano di fatto il primo potere politico delle citt, il fatto di adottare la
stessa religione delle popolazioni locali era un fortissimo fattore di integrazione e
infatti i Franchi sono quella popolazione che fra tutti meglio si lega e si integra
perfettamente.

Tale facilit di integrazione alla base della continuit di utilizzo della corsiva nuova
e in seguito si continua ad usare una scrittura che in qualche modo non tanto
distante dalla corsiva nuova.
Caratteristiche della scrittura merovingica: una corsiva nuova un po
addomesticata, resa pi dritta e compressa lateralmente. estremamente slanciata,
si crea un fenomeno che i paleografi chiamano: compressione laterale delle
lettere, che prevede uno schiacciamento eccessivo delle lettere, soprattutto quelle
presenti nella prima linea dei diplomi, le cosiddette litterae elongatae. [Vedi slide]
A: nella corsiva nuova era fatta in un unico tratto, tratto discendente che senza
staccare la mano si trasformava in un tratto ascendente e faceva un occhiello e
ridiscendeva. Nella merovingica si conserva la A aperta in alto ma si fa in due
tempi come due piccole c messe una accanto allaltra.
B: non cambia di molto ma per il fenomeno di compressione diventa
particolarmente svettante e alta.
C: nella corsiva nuova era fatta con due tratti, uno piccolo sotto e uno pi
ampio, a proboscide, sopra. Nella merovingica si mantiene lo stesso tratteggio
ma il tratto che chiudeva la C di sopra diventa una piccola crestina
attorcigliata. Per questo si chiama C crestata.
E: si riprende la forma della corsiva nuova fatta con tre tratti. Il tratto pi alto
diventa un occhiello, come lattuale E minuscola.
G: nella corsiva nuova per fare la G si faceva un tratto orizzontale e poi un
serpentone sotto. Nel caso della merovingica dopo aver fatto il tratto
orizzontale e il serpentone sotto senza staccare la mano si risale a chiudere le
due pance.
O: non cambia per niente rispetto alla corsiva nuova dove era una specie di
gocciolina che si faceva senza staccare la mano dal foglio dopo aver tracciato
la lettera precedente e non si staccava la mano continuando con il tracciare la
lettera successiva.
T: si caratterizza per il fatto che c un tratto verticale e uno orizzontale sopra
che non sono particolarmente problematici, se non che il tratto orizzontale
continua e fa una specie di pancia che continua gi piegandosi formando una
pancia dietro alla T.
Ci sono altre due caratteristiche:
1) Una che propria di tutte le scritture del particolarismo grafico ovvero sono tutte
scritture corsive ed piena di legature, cos come la corsiva nuova; in questa
scrittura le lettere sono fatte spesso e volentieri senza staccare la mano nel
passaggio fra una lettera e laltra.
2) Ha dei segnetti di abbreviazione che solo in questa scritture diventano talmente
pronunciati da assumere un valore ornamentale, diventando dei veri e proprio giochi
calligrafici.
Carolus gratia dei Rex Francorum et Langobardorum (Carlo, per grazia di Dio, re
dei Franchi e dei Longobardi; grafia merovingica).

LEZIONE 5
27.09.2016

In ambito librario non c un cambiamento totale, in quanto scritture librarie nate in


et romana come lonciale e la semi-onciale continuano ad esistere quindi per tutto
lAlto Medioevo si continuano a trovare codici di grande pregio in onciale e codici di
pregio inferiore in semi-onciale. Ma accanto a questi codici si trovano anche dei
codici con delle grafie minuscole, molto varie che sono dei tentativi di adattamento
della merovingica documentaria. Queste scritture sono state inventate e poi
canonizzate in quelli che sono i principali motori delle trasformazioni grafiche ovvero
gli scriptoria dei monasteri e delle cattedrali.
[Vedi slide]
Vi la merovingica di Luxeuil che trae il nome dal monastero presso il quale fu
elaborata e poi canonizzata. Rispetto alla corsiva documentaria, nella merovingica
documentaria si conservano nella sua variante libraria gran parte delle legature che
deformano le lettere sebbene addomesticate e un po pi abbellite.
Altro tipo di merovingica la merovingica a-z di Laon, in Francia, il cui nome
dato dalle sue due lettere caratteristiche. La A sempre aperta come nellaltra ma
fatta in maniera pi spigolosa come due virgolette attaccate luna allaltra e la Z
fatta con unesuberante linea spezzata, molto caratteristica. Anche in questa si
ritrovano riprese dalla corsiva documentaria le legature che deformano le lettere.
Ultimo tipo di merovingica la merovingica di Corbie che prende il nome dalla sede
dellente religioso che lha creata; chiamata dai paleografi merovingica a-b di
Corbie perch la a e la b sono le sue due lettere pi caratteristiche. La a
formata da una specie di i seguita da una sorta di c; di nuovo aperta come una
u. La b si caratterizza per avere una lineetta sullasta che non si sa bene da dove
arrivi. Anche in questa si ritrovano le legature che funzionano come le altre.
Ci sono dunque diversi tentativi di addomesticamento, abbellimento per rendere un
po pi bella e calligrafica la corsiva dei documenti con degli esiti molto diversi.
Lesito che avr pi fortuna sar quello della merovingica di Corbie che
caratterizzato da una grande rotondit delle lettere, da una certa attenzione perla
loro separazione, le legature sono molto poche. Questo tipo di scrittura un preludio
di quello che sar laspetto di unaltra e molto pi importante scrittura che nascer
nel regno dei Franchi e che poi si diffonder in tutta lEuropa che sar la minuscola
carolina che sar caratterizzata dal fatto di avere tutte le lettere staccate fra di loro
senza pi nessuna legatura e un aspetto particolarmente tondeggiante ed elegante
delle singole lettere.
Un discorso praticamente analogo si pu fare per un altro importante territorio
dellEuropa occidentale, un tempo sottoposto allImpero Romano ovvero la penisola
iberica. Al pari della Gallia conquistata dai Franchi era un territorio, alla fine
dellImpero Romano, fortemente romanizzato; i Romani lo aveva conquistato molto
presto e la popolazione era dunque latinizzata del tutto. La Spagna fu oggetto di
conquista da parte dei Visigoti, ecco perch la scrittura che si diffonder dopo la
caduta dellImpero Romano, nelle regioni dellattuale Spagna e Portogallo, detta
scrittura visigotica. I Visigoti in Spagna ebbero molti pi problemi di integrazione
rispetto ai Franchi nel loro regno fra Francia, Germania e Paesi bassi; questo perch
diversamente dai Franchi che si erano immediatamente convertiti, gi nel V secolo,
dalla loro religione pagana originaria al cattolicesimo romano, i Visigoti, come la
maggior parte degli altri popoli barbari che vivono nellEuropa occidentale, ebbero in
una prima fase una conversione allarianesimo, conversione che imped per molto
tempo unosmosi fra llite dellaristocrazia barbara ariana e laristocrazia locale

latina di religione cattolica il fattore religioso era importantissimo, considerando


che i quadri pubblici dellImpero erano venuti meno e le varie citt erano controllate
in sostanza dai vari vescovi che erano anche una guida politica della civitas .
Questo avvicinamento lento fra le due aristocrazie ebbe uno sbocco alla fine del VI
secolo quando finalmente i monarchi visigoti si convertirono al cattolicesimo romano,
vi fu quindi un periodo di maggiori spinte allintegrazione fra le due componenti
etniche della societ iberiche che per termin abbastanza presto perch gi
allinizio dellVIII secolo, nel 711, la penisola iberica fu oggetto della conquista da
parte degli Arabi.
Malgrado la lentezza dellintegrazione fra le due componenti etniche sotto i Visigoti
la Spagna e tutta la penisola iberica ebbero una certa fioritura culturale, artistica ed
intellettuale. Per esempio cera unalfabetizzazione relativamente forte; lo dimostra il
ritrovamento di una cinquantina di tavolette di ardesia, risalenti al VI o al VII secolo
su cui sono scritte varie lettere fra privati con una grafia che molto simile alla
corsiva nuova quindi cera stata anche nella penisola iberica una continuit fra le
grafie di tutti i giorni dellImpero Romano e le grafie di tutti i giorni usate sotto il
dominio dei barbari. Vi fu anche, come nel regno dei Franchi, una relativa continuit
fra la corsiva nuova, usata dalla vecchia amministrazione pubblica dellImpero e le
grafie corsive usate per i documenti dei re visigoti. Questa grafia la grafia
visigotica [esempio nella slide].
Nonostante la conquista degli arabi in questi territori si continua a scrivere e a
parlare latino o le lingue romanze che stanno nascendo, specie in quelle regioni che
non sono cadute sotto il dominio arabo in cui c una produzione di documenti
pubblici, solenni scritti con questa grafia.
La grafia visigotica, al pari della merovingia, una grafia molto ingarbugliata e molto
corsiva, piena di svolazzi e piena di legature fra le varie lettere. La scelta da parte
delle cancellerie e degli uffici pubblici di usare delle grafie particolarmente
svolazzanti e artificiose da una parte una scelta perdente dal punto di vista della
comprensione immediata di quello che si scrive ma serve a far capire che quel
documento un documento solenne importante.
Caratteristiche della scrittura visigotica: non c molto di nuovo dal momento che
una scrittura che deriva tutta dalla corsiva nuova.
A: come sempre ovvero due specie di c luna attaccata allaltra.
E: nella capitale maiuscola si formava con quattro tratti, uno verticale e tre
orizzontali mentre nella corsiva nuova, nella merovingica e nelle altre scritture
minuscole corsive questi quattro tratti si fondono a due a due e formano delle
specie di c una sopra laltra.
G: rimane come nellonciale, come una g maiuscola, senza alcun svolazzo
come nella merovingica.
T: come nella merovingica, con solo la pancia dietro un po pi pronunciata.
La scrittura visigotica ha delle altre caratteristiche legate proprio alla sua corsivit.
Per esempio con la lettera A pu succedere che nella scrittura visigotica per velocit
di esecuzione si leghi alle lettere successive e che si deformi a tal punto da diventar
obliqua.
Altra lettera caratteristica la lettera T che sempre per necessit di tempo e di
corsivit pu essere fatta con un unico tratto, una specie di svolazzo formando un
occhiello dove la penna cambia direzione.

Nel 711 dunque la penisola iberica viene conquistata dagli Arabi ma continua a
parlare e a scrivere in latino e a usare la sua visigotica ma linflusso culturale e
artistico arabo si fa sentire anche sulla grafia dellalfabeto latino, della corsiva
visigotica, per esempio sar elaborato a partire dallVIII secolo uno speciale alfabeto
maiuscolo [vedi slide] che con grande evidenza sensibile al gusto e allo stile
dellarte e della calligrafia araba e che proprio per questo si chiama alfabeto
mozarabico. Caratteristiche di questo alfabeto maiuscolo sono la o che sembra un
cuore e la u/v che fatta con una traversa nel mezzo e quindi sembra una a
rovesciata. Anche nellalfabeto mozarabico la t continua ad avere la sua pancetta a
sinistra, un po pi piccola e un po pi bella.
Altre influenze della grafia araba su quella visigota si vedono nei tratti fatti da destra
verso sinistra ad imitazione dellandamento della scrittura araba la scrittura araba
va da destra verso sinistra .
Incominceranno anche a comparire, sempre a partire dallVIII secolo, delle
abbreviazioni particolari a partire dal Medioevo molte parole sono abbreviate .
Nella visigotica, per influsso della scrittura araba incominciano ad essere presenti
delle abbreviazioni fatte omettendo delle vocali (come nella scrittura araba).
A partire dalle grafie corsive dei documenti ci sono alcuni monasteri e alcune
cattedrali che si inventano delle grafie librarie, un po pi belle ed educate. Anche
qui accanto a queste nuove grafie inventate a partire dalla grafia dei documenti
continueranno ad essere prodotti dei codici scritti o in onciale o in semi-onciale che
rimangono.
Tutte queste grafie, queste tipizzazioni librarie della scrittura in origine
documentaria della visigotica, arrivano ad una loro piena formalizzazione,
canonizzazione fra il IX e il X secolo, in un periodo in cui nella maggior parte
dellEuropa si usava gi la minuscola carolina. La penisola iberica, isolata
politicamente dal resto dellEuropa occidentale per il fatto di essere sottoposta in
gran parte al dominio arabo, continua fino al nuovo millennio ad usare delle grafie
proprie.
La visigotica libraria cos come la merovingica libraria aveva tante tipizzazioni,
ciascuna delle quali si lega ad un particolare luogo cos i paleografi parlano per
esempio di visigotica andalusa, di visigotica toledana, da Toledo che era la
capitale principale dei Visigoti, visigotica leonese, visigotica castigliana ed
eccetera. Insomma ogni monastero, cattedrale aveva uno stile proprio e questo fatto
importantissimo perch conoscendo questi stili quando ci trova fra le mani un
codice non datato, senza nome dellautore o dello scriba o luogo di produzione si
riesce a capire da dove viene.
Problema di tutte queste grafie librarie. lo stesso della merovingica ovvero nel
passaggio tra la visigotica documentaria a quella libraria rimangono tantissime
legature.
La tradizione storiografica, che non si sa se sia veritiera o meno, sostiene che
nellanno 1091, molto tardi quando ormai la visigotica prosperava gi da tanto
tempo, si tenne nella citt di Burgos un Concilio ecclesiastico dei vescovi iberici il
quale decise di vietare luso della scrittura visigotica nei libri che contenevano opere
teologiche e simili e di passare alla minuscola carolina questo perch la visigotica
era talmente piena di legature che deformavano laspetto delle lettere tanto da
pregiudicare la comprensione di quello che si stava leggendo. Non si sa se sia vero

ma a partire dal XII secolo la visigotica incomincia a scomparire, gli ultimi libri in
visigotica si trovano nel 200 e poi scompare del tutto. Si passa prima alla minuscola
carolina, gi usata ampiamente nel resto dellEuropa, e poi si passer ad unaltra
scrittura ancora che si affermer in tutta lEuropa, la scrittura gotica.

Nelle isole Britanniche si affermano due scritture caratteristiche dette scritture


insulari. Le isole erano i territori meno romanizzati e latinizzati dai Romani, con una
superficiale cristianizzazione della popolazione. Dopodich era arrivata linvasione
degli Angli e dei Sassoni; la popolazione era rimasta cristiana ma lorganizzazione
ecclesiastica e la liturgia seguita in queste zone erano completamente diverse
rispetto a quella romana. Tanto vero che fra il VI e il VII secolo, un pontefice,
Gregorio Magno stabil di inviare una grande quantit di missionari sulle due isole
per ristabilire losservanza del cattolicesimo romano; questa campagna di rievangelizzazione ebbe una importante funzione ai fini dello sviluppo delle scritture in
queste zone poich i missionari arrivavano carichi di codici scritti in onciale da Roma
e questo arrivo di questi codici comport da un lato il fatto che anche l si
cominciassero a scrivere libri in onciale, e dallaltro lato comport il fatto che anche
le grafie locali subissero le influenze della scrittura onciale.
Fra Inghilterra e Irlanda furono prodotti, a partire dal VI secolo d.C. e fino al IX
secolo codici scritti con delle grafie librarie autoctone, le scritture insulari che sono
due e si chiamano: maiuscola insulare e minuscola insulare. I paleografi si sono
interrogati sulla zona di origine di queste scritture; originariamente si pensava che lo
sviluppo di queste scritture autoctone avesse avuto luogo in Irlanda, una zona
caratterizzata da una ricchissimo fenomeno monastico, dalla presenza di
importantissimi monasteri tanto vero che soltanto in Irlanda lorganizzazione
ecclesiastica non era incentrata sulle chiese cattedrali urbane, come dappertutto nel
resto del mondo, dove cerano le diocesi centrate sulle cattedrali delle citt bens sui
monasteri che erano il cardine dellorganizzazione ecclesiastica dellIrlanda; oggi si
pensa invece che le scritture insulari abbiano avuto origine non in Irlanda bens nella
zona Nord dellInghilterra dove allepoca esisteva un potente e florido regno, il regno
di Northumbria che diede i natali al principale intellettuale dellEuropa carolingia e
cio Arquinio York, braccio destro di Carlo Magno.
Come al solito luso della maiuscola insulare, piuttosto che la minuscola insulare, non
una scelta neutra. Troviamo la maiuscola o la minuscola insulare in codici di pregio
e con funzioni diverse. Nei codici di maggior pregio si user la maiuscola insulare,
che molto simile a quella onciale: tentativo di bi-linearit, si cerca il pi possibile di
non sforare rispetto alle due linee parallele che dovrebbero delimitare un testo
scritto in maiuscolo, lettere di grande modulo e dai tratti molto pesanti; alcune
lettere hanno addirittura la stessa forma che nellonciale come per esempio la D che
minuscola ma stata adattata per stare fra due linee parallele, lasta stata
accorciata e schiacciata a ridosso della pancia. Altra caratteristica della maiuscola
insulare quella di avere queste caratteristiche terminazioni verso laltro fatte a
triangolo che si chiamano a dente di lupo; leffetto generale un effetto di grande
posatezza ed eleganza che di solito si accompagna al fatto che di solito i codici in cui
troviamo la maiuscola insulare sono codici riccamente miniati; al pari dellonciale
sono codici per cui non si badato a spese: poche lettere, margini ampi, interlineo
molto ampio, sono codici di pregio che di solito contengono o la Bibbia o il Vangelo

che sono testi molto preziosi, spesso caratterizzati dalla presenza di bellissime
miniature.
Caratteristiche della maiuscola insulare: non si d importanza al risparmio dello
spazio quindi si aboliscono quasi del tutto le legature tranne una che talmente
frequente e banale ovvero quella fra la e e la t per formare la congiunzione et. La
maiuscola insulare la si trova anche nei documenti.
La minuscola insulare si trova in codici un po meno importanti, un po meno di
pregio in cui si cerca pi che altro di risparmiare spazio. Differenze principali
rispetto alla maiuscola insulare: la minuscola essendo una scrittura minuscola
appunto non presenta alcun problema nel farla stare tra due linee ma una scrittura
tranquillamente quadrilineare con le aste che vanno su e gi; diversamente che nella
maiuscola insulare le legature ci sono, si ritorna allo stesso funzionamento di tutte le
altre scritture altomedievali [vedi slide].
Caratteristica generale del ductus, dellandamento della minuscola insulare il fatto
di presentare delle lettere particolarmente aguzze, nelle terminazioni superiori delle
lettere ci sono i denti di lupo, nella parte inferiore ci sono delle terminazioni
particolarmente aguzze, simili ad artigli.
Ultima caratteristica: nei codici di maggior pregio, di altissimo pregio le parti iniziali,
gli incipit dei vari libri o dei vari capitoli dei libri sono scritti con il ricorso ad una
grafia molto calligrafia, dalla forte preoccupazione estetica che ha un aspetto molto
diverso sia dalla maiuscola insulare che dalla minuscola insulare; una grafia
maiuscola che deriva il proprio tratteggio dallinfluenza della scrittura runica e,
perci, molto ben differenziata dalla tipologia di scrittura presente nel resto
dellEuropa occidentale [vedi slide].

In Italia il particolarismo grafico fu molto pi accentuato; mentre in altre zone


dellEuropa si riesce, malgrado le varie tipizzazioni locali, ad individuare una grafia
usata da tutti e descriverla, in Italia dovremo parlare di tante grafie diverse,
partendo dal Sud ma tralasciando la Sicilia che in mano agli Arabi.
LItalia, dopo la guerra greco-gotica, talmente sfibrata sul piano sociale, economico
e politico che un quindicennio dopo che Bisanzio ha riconquistato lItalia, lItalia
conquistata la propria volta dai Longobardi. Siamo del 568 e nasce il Regno
Longobardo in Italia. La dominazione dei Longobardi estremamente frammentaria,
sia perch ci sono dei vasti territori con importanti citt che continuano ad essere
controllate da Bisanzio, sia perch al suo interno il Regno Longobardo composto da
vari ducati che sono fortemente autonomi rispetto al potere dei re longobardi; questo
vale soprattutto per i due grandi ducati meridionali di Spoleto e di Benevento questo fatto avr una grande importanza per lo sviluppo delle grafie
Nel 774-776 c la conquista da parte dei Franchi dellItalia centro-settentrionale,
Carlo Magno pone fine allesperienza dellImpero Longobardo e conquista il Centro e
il Nord dellItalia e si fa incoronare il re dei Franchi e dei Longobardi. La sola
dominazione longobarda autonoma in Italia rimane a Sud, quello che anticamente
era il Ducato di Benevento, zona non conquistata dai Franchi e che persiste per vari
secoli della sua autonomia, anche se quello che un tempo era il ducato ben presto si
frantuma in molti Principati autonomi. In questo territorio che corrisponde alla parte
continentale del Meridione italiano, tutto il Sud Italia tranne la Sicilia, si afferma, a

partire dallVIII secolo una grafia molto particolare che avr una grande importanza
nella storia della scrittura in Italia e che si chiama: scrittura beneventana.
Nel periodo della tarda antichit, cio fra il V e il VI secolo d.C., lItalia meridionale
era stata un luogo di grande produzione di codici (Cassiodoro). Altri centri
importanti di produzione di codici, alla fine dellImpero Romano e durante il Regno
dei Goti, nellItalia meridionale erano Napoli, Capua e altre citt della costa
tirrenica.
Problema: per il periodo che va dal VI secolo allinizio dellVIII secolo non sono
sopravvissuti libri prodotti con sicurezza nellItalia meridionale e quindi noi non
sappiamo che cosa sia successo.
A partire invece da met dellVIII secolo incominciano ad essere conservati dei codici
provenienti sicuramente dallItalia meridionale, codici che sono scritti tutti quanti
con grafie simili, ancorch in parte diverse perch non canonizzate; grafie che per il
momento sono ancora molto corsive, incerte sia nellallineamento dei caratteri, sia
nel loro modulo, molto ricche di legature dunque vicine alla scrittura documentaria,
ma che si possono gi definire nel loro complesso come grafie di tipo beneventano.
Queste grafie subiranno un processo di canonizzazione e diventeranno ununica
grafia, appunto la beneventana, fra il IX e il X secolo. Arriveranno al loro apogeo, al
loro massimo splendore nellXI secolo e continueranno ad esistere fino al XIII secolo;
la scrittura beneventana una scrittura che corrisponde ad una cultura ovvero la
cultura dei Longobardi del Sud; cio di quei territori longobardi, appartenuti un
tempo al Ducato di Benevento, che non sono conquistati dai Franchi. Una scrittura
che sar usata sia per scrivere libri, sia per scrivere documenti e che sar, tra LVIII
e il XIII secolo la scrittura comune di tutti coloro che sanno scrivere e leggere
nellItalia meridionale.
La scrittura beneventana ebbe tra i suoi principali centri di produzione nei centri
culturali pi vivi dellItalia meridionale del Medioevo: la citt di Benevento, capitale
del Ducato e sede della pi importante fioritura culturale grazie ai vescovi e ai
principi che risiedettero nella citt, unimportantissima e antichissima fondazione
monastica degli Appennini, lAbbazia di Monte Cassino, le citt della costa campana
(Salerno dove sul finire del periodo della beneventana sarebbe nata la scuola medica,
il monastero di il monastero di Cava dei Tirreni e poi sulle coste adriatiche, la Puglia
e la costa dellAbbruzzo, fino in Dalmazia, dallaltra parte dellAdriatico).
una scrittura molto particolare. Affascinati dalle forme molto eleganti della
beneventana e della sua grande risonanza culturale, i paleografi hanno cercato di
tutti i modi di capirne le origini. Alcuni dissero che la beneventana era nata nel pi
importante monastero dellItalia centro-meridionale, Monte Cassino, da cui proviene
un considerevole numero di codici scritti in beneventana ma non cos: Monte
Cassino prima del 1000 non era nelle migliori condizioni, prima fu distrutta dai
Longobardi, poi distrutta dai Saraceni, rest disabitata per una cinquantina danni
dopo la distruzione saracena e intorno al 1000 ricominciava appena a risollevarsi
quindi era impossibile che in quel periodo Monte Cassino fosse abbastanza fiorente e
vivo da imporre a tutto il resto del Meridione italiano la sua scrittura. Poi si
supposto che la scrittura beneventana arrivi dallItalia del Nord, scritture del genere
in effetti si trovavano anche nella biblioteca di un importantissimo monastero
longobardo dellItalia settentrionale che il monastero di Nonantola ma poi stato
dimostrato che i codici di Nonantola in beneventana sono pi recenti rispetto a quelli
meridionali.

Alla fine lorigine della beneventana va molto probabilmente ricercata a Benevento,


ovvero in una delle citt pi importanti, sia sul piano politico che su quello culturale,
dellItalia meridionale in quel periodo e che proprio grazie ai suoi vescovi e ai suoi
principi riusc a imporre la proprio influenza culturale anche sui territori circostanti.
Caratteristiche della beneventana: una scrittura minuscola, diversamente
dallonciale e dalla maiuscola insulare non c nessun tentativo di farla diventare una
scrittura maiuscola comprimendo le minuscole. una scrittura tranquillamente
minuscola. Per presenta delle particolarit rispetto alle altre scritture. Prima di
tutto caratterizzata da una grandissima rotondit, pesantezza, spessore del tratto
che fa s che le lettere quasi si sovrappongano le une alle altre. Altra caratteristica
tipica della beneventana il fatto che i tratti delle lettere siano come spezzati cio
siano come formati da tanti piccoli rombi messi uno di fianco agli altri. Ha anchessa
delle lettere caratteristiche:
A: diversamente dalle altre scritture altomedievali chiusa, non pi aperta
verso lalto e sembra una o seguita da una c.
D: che riprende quella onciale.
E: si caratterizza perch ha una specie di occhiello molto alto che sporge sopra
il livello delle pance delle altre lettere.
G: facilmente leggibile
R: caratterizzata dal fatto di avere lasta che va sotto il rigo.
T: fatta come nelle altre scritture altomedievali ovvero c il tratto che va gi,
il tratto che chiude orizzontalmente sopra e poi la pancia dietro. Estremamente
simile alla A.
Anche nella beneventana si trovano le legature [vedi slide]. La sillaba <ti> ha due
legature diverse a seconda del modo in cui la si pronuncia:|ti| o |zi|.
Altre caratteristiche sono: ci sono dei segni abbreviativi molto particolari (per
esempio: nelle parole che finiscono con m, la m non viene scritta per interno nella
sua forma sul rigo ma diventa una specie di 3).
Per idem quoque tempus dum quadam die sanctissimus pater Benedictus in cella consisteret.
Placidus puer sancti viri et monachus filius Tertulli patricii (scrittura in beneventano)

LEZIONE 6
28.09.2016
Intorno allXI secolo d.C. la scrittura beneventana si tipizza in due variet diverse,
entrambe molto importanti perch ciascuna di esse corrisponde ad un diverso ambito
culturale e politico. Le due tipizzazioni di beneventana sono: beneventana
cassinese e beneventana barese, luna prende il nome da Monte Cassino e laltra
da Bari.
Beneventana cassinese. Fu elaborata e si formalizz e venne impiegata per la
scrittura di svariate centinaia di codici nellAbbazia di Monte Cassino per poi
diffondersi a tutto il versante tirrenico del Meridione, la parte occidentale.
Monte Cassino era unabbazia benedettina molto antica che nellAlto Medioevo
aveva subito una serie di situazioni abbastanza gravi perch era stata prima
saccheggiata dai Longobardi, poi nel IX secolo era stata saccheggiata dai
Saraceni, nel corso del X secolo c un periodo in cui lAbbazia disabitata e

nessuno ci vive ma a partire dalla seconda met del X secolo c una ripresa
che la porta poi nellXI secolo, dopo il 1000, ad avere il suo periodo di massimo
splendore culturale e artistico. Questa fase di grande prestigio del monastero
si leg soprattutto alla figura di un grande abate di nome Desiderio che fu
abate dellAbbazia dal 1058 al 1086 dopodich pass di ruolo e divenne Papa
quindi fu una persona molto importante anche per la politica dellepoca.
Desiderio promosse la rinascita culturale dellabbazia, fece rifare
completamente la chiesa abbaziale, con mosaici ed opere darte eseguite da
artisti che venivano direttamente da Bisanzio; fece dellabbazia un luogo di
accoglienza e di ritrovo di intellettuali ed artisti, personaggi legati alla cultura
importante per lepoca soprattutto avvi unintensa opera di copia, e quindi di
produzione di codici; con Desiderio, nella seconda met dellXI secolo, Monte
Cassino divenne un importante scriptorium con unimportante biblioteca.
Limportanza dellattivit di scrittura e di produzione di codici dellabbazia
[vedi slide] che per Desiderio e Monte Cassino le due cose pi importanti da
fare erano costruire chiese e produrre libri.
Caratteristiche della beneventana cassinese: fatta tutta con delle specie di
piccoli rombi, la beneventana in generale caratterizzata da linee ondulate,
spezzate e ricurve. In particolare nella cassinese questo andamento ondulato
della scrittura potenziato al massimo, trasformando le varie linee in una
successione di rombi messi obliquamente per ottenere questo effetto estetico.
Le lettere che hanno un tratteggio molto pesante e spesso, tendono a essere
appiccicate le une alle altre tanto che i loro tratti a forma di rombo tendono
quasi a formare una trama, delle linee intermedie spesse che corrono da parola
a parola. una scrittura molto calligrafica che bada tantissimo alleffetto
estetico. Ci vuole uno strumento apposito per una scrittura del genere: la
penna doca, o di uccello in generale, ma che ha subito un taglio particolare:
stata mozzata lateralmente e quindi pu eseguire dei tratti molto spessi e dei
tratti molto sottili.
Beneventana barese. legata ad una serie di fattori, sia politici che tecnici. Si
diffonde nella zona adriatica, orientale del Meridione e la sua diffusione
interessa anche i territori che stanno dallaltra parte dellAdriatico, citt come
Zara e la Dalmazia. A partire dal X secolo, questi territori orientali come la
Puglia e la Calabria, sono interessati da una riconquista bizantina, lImpero
DOriente comincia una riconquista di questi territori. Ovviamente questa
riconquista porta anche ad un avvicinamento culturale di questa parte del
Mezzogiorno della penisola ai modelli bizantini tanto vero che qui adottata
per scrivere un altro strumento che non pi la penna della cassinese con un
taglio mozzo e con tratti sia spessi sia sottili, ma una sorta di stilo, un
pennino a punta sottile e rigida; questo pennino a punta rigida non permette
pi di fare dei tratti molto spessi contrapposti a dei tratti molto sottili ma
permette di disegnare delle lettere molto leggere, con un tratteggio sottile e
molte ariose, ha una perfetta manovrabilit e permette di eseguire questo tipo
di scrittura, molto pi vaporoso e meno congestionato. Questa scrittura ha lo
stesso tratteggio della cassinese, ma ha unesecuzione pi leggera e grossa. La
beneventana barese ha la sua pi alta espressione nei cosiddetti rotoli
dellExultet che una preghiera, un poema liturgico che si legge durante la
celebrazione della veglia Pasquale e nei territori bizantini dellItalia
meridionale questa preghiera era scritta sopra dei lunghi rotoli di pergamena
che il sacerdote officiante leggeva e srotolava man mano che li leggeva verso i
fedeli che stavano nella chiesa; questo spiega perch questi rotoli, riccamente

miniati, hanno le miniature capovolte rispetto al testo perch mentre il prete


leggeva il testo da una parte, il rotolo di srotolava e le persone che stavano
dallaltra parte, di fronte, dovevano vedere dritte le miniature che quindi sono
disegnate dalla porta opposta.
Nonostante nella beneventana barese le lettere siano addomesticate e posate
non viene meno il discorso delle legature.
Problema. La beneventana era una scrittura usata sempre, da tutti coloro che
scrivevano per qualsiasi scopo per i territori della Langobardia Minor. In effetti i
paleografi hanno parlato della beneventana come una scrittura completa e totale
proprio per dire che nei territori e nellepoca in cui era usata chiunque scrivesse si
servisse della beneventana quindi sia per i libri sia per i testi documentari, sia per i
testi usuali (lettere, annotazioni, calcoli). In effetti se si guardano i documenti
prodotti nellItalia meridionale nei secoli centrali del Medioevo ci si accorge che la
grafia usata in questi documenti chiaramente pi corsiva, meno ordinata e pi
frettolosa rispetto a quella dei libri ma segue esattamente lo stesso tratteggio tipico
della beneventana, proprio per questo per la scrittura dei documenti del Meridione
di questo periodo si parla di corsiva beneventana documentaria. Non c il
processo di canonizzazione per cui tutti quanti scrivono alla stessa maniera, tutti
scrivono come sanno, tenendo conto anche delle esigenza di velocit di esecuzione.
[Vedi slide] Ego Iohannes testis sum (io Giovanni sono testimone). Esempio di impiego
della beneventana in uno scritto usuale.
[Vedi slide] Impiego della beneventana come scrittura documentaria, da parte di
una persona che scrive per mestiere ma che non un amanuense in uno scriptorium,
bens un notaio che sta scrivendo dei documenti per privati. Siamo a Capua, nella
seconda met del X secolo e qui si nota che il notaio cerca di riprodurre
quellandamento ondulato delle lettere e quei tipi di legature tipici della scrittura
libraria beneventana ufficiale canonizzata.
In qua erant scripte terre [] (nella quale erano scritte le terre) [Placito di Capua,
Marzo 960)
Questo documento importante perch appartiene a uno dei vari documenti scritti in
latino ma in cui contenuta quella forma di giuramento a cui si fanno risalire delle
prime attestazioni del volgare italiano (placidi di Cassino). Alcune fra le prime
attestazioni del volgare italiano sono scritte proprio con la beneventana e quindi, con
grandi forzature, potremmo dire che la prima grafia del volgare italiano.
Scrittura che corrisponde ad un cultura la cultura localistica dei Longobardi del
Sud che conservano il loro senso di appartenenza politica a qualcosa che differente
rispetto al grande Impero dei Franchi che si espanso a loro spese. Non stupisce che
questa scrittura venga meno nel momento in cui viene meno la cultura a cui
corrisponde; in effetti si smette di scrivere in beneventana a cominciare dal XII
secolo quando nellItalia meridionale tutte le piccole dominazioni longobardi
smettono di esistere e confluiscono allinterno della dominazione dei Normanni a
partire dagli anni 50 del XII secolo.
Le cause della decadenza della scrittura beneventana (totale nel XIII secolo, nel
200):
1) Vengono meno le ragioni politiche per cui continuare a usare una scrittura che
contraddistingueva una cultura.

2) I Normanni provengono dallaltra parte dellEuropa dove piano piano si sta gi


affermando un nuovo linguaggio grafico che diventer il linguaggio scrittorio
comune di tutta lEuropa occidentale, la scrittura gotica.
3) La crisi del monachesimo benedettino - alcuni dei principali centri di produzione
di codici in beneventana erano le abbazie benedettine, in special modo quella di
Monte Cassino per cui i monasteri benedettini fra il XII e il XIII secolo
incominciano a chiudere i battenti e si affermano nuovi ordini, in particolare i
cistercensi che saranno grandi produttori di libri ma li scriveranno anche loro in
gotica i cistercensi sono un ordine che proviene dalla Francia, quindi
dallEuropa settentrionale, si installano in importantissime abbazie nel meridione
e incominciano a produrre libri -; uno dei pi importanti scriptoria cistercense del
Meridione italiano, a partire dal XII secolo, lAbbazia di Fiore, che oggi si trova a
San Giovanni in Fiore, in Calabria, di cui sar abate Gioachino da Fiore, il pi
importante intellettuale di quei tempi, che produrr molti codici scritti nella
nuova grafia e non in beneventana.
Nel 568, in seguito allinvasione longobarda, vi un gruppetto di territori con una
tradizione politica e culturale in comune che non erano stati conquistati; i
Longobardi non sono un grande esercito, sono pochi numericamente e si insinuano in
Italia evitando le citt pi forti, controllate da Bisanzio, che cos rimangono
sottomesse a Bisanzio ma poi piano piano diventano autonome e cominciano a
controllarsi e a regolarsi da sole e il potere principale che controlla quelle citt
diventer il vescovo.
Le citt sono: Roma, territorio bizantino dove emerge ben presto il potere temporale
dei pontefici, Ravenna e tutta una serie di citt e cittadine costiere della zona della
Campania: Napoli, Amanti, Sorrento, Gaeta (in Lazio). In tutti questi territori la
continuit rispetto al passato romano totale persino in Francia e in Spagna era
rimasto un uso delle grafie dellImpero Romano quindi si continua ad usare la
corsiva nuova. Anche qui per la corsiva nuova fatta proprio dalle cancellerie dei
principali poteri pubblici, dalle cancellerie dei Papi, dei vescovi di Ravenna, dei
vescovi delle varie citt di tradizione bizantina; cancellerie che usano la corsiva
nuova in una variante modificata, molto pi artificiosa, piena di artifici cancellereschi
per produrre i documenti solenni emanati dai vari vescovi.
Tutte queste scritture elaborate dalle cancellerie dei vescovi a partire dalla corsiva
nuova nelle varie citt rimaste bizantine prendono il nome di scritture curiali; si
chiamano cos perch in latino i curiales erano gli scribi pubblici di tradizione
romana. Queste scritture sono per certi versi esattamente allopposto della
beneventana perch la beneventana era una scrittura totale, tutti scrivevano in
beneventana. In questo caso la situazione era opposta perch queste grafie curiali
estremamente artificiose, piene di svolazzi e artifici praticamente incomprensibili ai
profani, diventano appannaggio degli scribi delle cancellerie dei vescovi e di alcuni
gruppi di altri scribi mentre la gente comune per scrivere i proprio documenti e le
proprie scritture usuali e quotidiane user delle altre grafie pi semplici ovvero le
grafie elementari di base ovvero quelle che si imparano a scuola.
[Vedi slide] Ravenna, seconda met del X secolo, due documenti a confronto.
Questa scollatura fra la grande massa degli scriventi non professionisti che scrivono
nella grafia pi facile che ci sia e una minoranza di scribi professionisti, di cancellieri
che scrivono documenti molto importanti, pubblici con queste grafie curiali
estremamente difficili fece s che a un certo punto il potere politico decidesse di
vietare il ricorso a questi tipi di grafie (come era successo con i Visigoti), specie in

quelle citt che stanno nel Meridione, Amalfi, Sorrento, perch queste citt erano
sottoposte, a partire dal XII secolo ai Normanni dove quindi cera un potere
monarchico che aveva un maggiore potere su quello che gli scribi locali facevano.
Prima Federico II, gi con gli Svevi nel 1220, proib ai notai di Napoli di usare queste
scritture qui; i notai di Napoli non rispettarono la proibizione e ne arriv una nuova
con Carlo dAngi nel 300.
Fra le cancellerie dei territori di origine bizantina quella che pi intensamente lavor
sul modello della corsiva nuova per prodursi una sua scrittura curiale, pomposa,
artificiosa e illeggibile, fu la cancelleria dei Papi, che a partire dallVIII secolo, si
inventa e comincia ad impiegare la cosiddetta scrittura curiale romana.
Fino al X secolo questo tipo di scrittura, variante illeggibile della corsiva nuova, fu
praticata soltanto dai membri della cancelleria dei Papi; nel X secolo avvenne un
fatto che rese la cancelleria dei Papi molto pi popolare: i documenti privati, non pi
i documenti solenni di cancelleria, non furono pi redatti dai cosiddetti tabelliones
cio da notai laici, bens dai cosiddetti scriniarii che erano notai preti che sono molto
pi vicini agli ambienti della curia romana, sanno perfettamente usare la curiale
romana e fu cos che la curiale romana, da scrittura soltanto della cancelleria per i
documenti solenni diventa scrittura documentaria anche per i documenti privati e
quindi ha una grossa diffusione.
Caratteristiche della curiale romana: non che ci sia molto da dire dal momento che
prende spunto dalla corsiva nuova quindi:
A: aperta e fatta con due linee ondulate, una accanto allaltra.
E: molto grossa con un piccolo occhiello sopra.
Q: totalmente sproporzionata, con un grosso cerchio aperto e un trattino
obliquo sotto che esce.
T: fatta con un unico tratto senza staccare la mano dal foglio, andando gi per
fare il tratto verticale della T, risalendo facendo un occhiello e chiudendo
sopra in orizzontale quindi anche qui con una piccola pancetta a sinistra.
E poi tantissime legature eseguite in maniera molto artificiosa e quindi, per chi le
usava, molto pregiate.
Cose importanti da sapere:
1) Sono accomunati da un fattore politico ovvero rimangono sotto i Bizantini poi
diventano indipendenti sotto il controllo dei vescovi.
2) Ci sono delle cancellerie di vescovi che prendono la corsiva nuova e la
trasformano in qualcosa di pi complicato e meno facilmente leggibile.
3) In alcuni casi, come nel caso romano, questa grafia che assolutamente estranea
alla maggior parte degli scriventi, ha per una limitata diffusione grazie al fatto
che la usano anche i notai.
4) Questa grafia a un certo punto viene abbandonata per la sua illeggibilit.
LItalia centro-settentrionale, quella parte che era stata conquistata prima dai
Longobardi e poi entr a far parte, nel 474-476, del dominio di Carlo Magno, la
zona in cui il particolarismo grafico fu pi accentuato. Non si riesce ad individuare in
questa zona una grafia che si possa definire con un nome unico (come con la
beneventana e con le curiali). Si trova una grafia caratteristica per tutti quanti i
centri di produzione di libri di questo territorio, centri che sono tutti o cattedrali o
monasteri. Importanti cattedrali presso le quali installato uno scriptorium sono, per
lAlto Medioevo italiano, Verona, Vercelli e Lucca (centro importantissimo dei

Longobardi). Importanti monasteri in cui si producono codici furono il monastero di


San Colombano di Bobbio, si trova vicino a Piacenza e fu uno di quei monasteri
fondati da monaci irlandesi nella loro predicazione sul continente (rievangelizzazione di Gregorio Magno), monastero di Nonantola, in Emilia Romagna e
un altro importante monastero produttore di moltissimi codici nel periodo Alto
Medievale che si trova in Piemonte, il monastero di Novalesa che a differenza degli
altri due non apparteneva al regno dei Longobardi in quanto la Val di Susa come la
Valle dAosta, facevano parte del regno dei Franchi.
In tutti questi scriptoria si producono libri con le grafie pi diverse. Si hanno ancora
dei posti con dei libri scritti in onciale o semi-onciale oppure ci sono delle scritture
minuscole corsive che questi scriptoria riprendono bene o male dalle scritture
documentarie e cercano di renderle un po pi carine quel tanto che basta per essere
usate nei libri. In pratica non c un indirizzo grafico comune, tutte le scritture
dellAlto Medioevo dellItalia centro-settentrionale sono state definite dai paleografi
come scritture pre-caroline perch tutte o quasi le scritture del particolarismo
grafico sarebbero state spazzate via dallarrivo della minuscola carolina che tutti
quanti in Europa useranno.
Oggigiorno per si cambiata definizione perch i paleografi si sono accorti che non
molto fine definire qualcosa sulla base di quello che verr dopo e allora si chiamano
banalmente scritture alto medievali italiane.
Un esempio molto particolare viene da Lucca. La biblioteca capitolare di Lucca
contiene questo codice, il codice 490, che stato scritto tra il 796 e l816, quindi
pochissimo dopo larrivo di Carlo Magno. Questo codice una biblioteca portatile
cio la persona che se l fatto fare, o che lha fatto, evidentemente doveva viaggiare
e spostarsi e aveva bisogno per le sue necessit di lettura e di predicazione di
portarsi dietro una certa quantit di piccoli testi e non ha saputo fare di meglio che
raccogliere una quarantina di libricini, scritti in tempi diversi da una quarantina di
mani diverse, di rilegarli con una rilegatura unica e di portarseli dietro quindi in
questo codice ci sono parti scritte da quaranta persone diverse. Perch importante?
Perch il fatto che queste quaranta grafie siano tutte diverse fa capire quale sia il
livello della frammentazione grafica a cui si era arrivati nellItalia alto medievale. Si
hanno delle parti scritte in una specie di capitale epigrafica, altre scritte in onciale e
anche in semi-onciale quindi con delle grafie di tradizione romana che nellAlto
Medioevo erano sopravvissute. Poi si hanno le grafie di origine documentaria che la
persona che scrive cerca di rendere un po pi belle per metterle nel libro ma ci sono
anche delle grafie molto pi difficili e meno regolari in cui non stato fatto alcun
aggiustamento nella trasposizione dal documento alla scrittura del libro,
semplicemente sono leggermente abbellite.
Ci furono in realt pochi centri, anche nellItalia centro-settentrionale che tentarono
di sviluppare delle loro grafie proprie. Il principale lAbbazia di Nonantola che
svilupp effettivamente un tipo di scrittura molto pi posato e molto pi facilmente
leggibile ma comunque pieno di legature, come praticamente tutte le scritture alto
medievali; questo tipo di scrittura chiamato: scrittura di Nonantola.
Tutto ci sta per finire, alla fine degli ultimi decenni del VIII secolo o nei primi
decenni del IX secolo la maggior parte di queste grafie sar spazzata via dallarrivo
della minuscola carolina che arriver sulla scia di grandi trasformazioni non soltanto
culturali ma anche politiche: sta nascendo lImpero dei Carolingi, un impero con una
vocazione universalistica che ambisce a rinnovare, a sostituirsi allImpero Romano

anche attraverso una politica culturale e anche attraverso una riforma della lingua,
della scrittura e del libro.
LE ABBREVIAZIONI.
Il sistema abbreviativo romano e poi medievale piuttosto complesso. Il sistema
abbreviativo dei documenti medievali, cio il sistema che porta a omettere alcune
lettere nelle parole e a sostituirle con dei segnetti o dei simbolini, ha origine dal
sistema abbreviativo romano; le abbreviazioni nella Roma Antica si facevano in
quattro maniera diverse.
Abbreviazione per troncamento: molto banale perch si fa ancora adesso. Di
una parola di scrive solo liniziale o comunque si scrivono le prime lettere e poi
si mette un punto dopo. Nel periodo romano questa abbreviazione si usa per
prenomi o titoli di cariche pubbliche ma si possono trovare anche e spesso in
altre parole che sono parole molto frequenti e in cui dunque non ci sono
particolari problemi a capirne il significato. Come per esempio labbreviazione
di atque o di quae, molto utilizzate nella Roma Antica.
Tachigrafia: a partire circa dal I secolo a.C. lantenata della stenografia
ovvero invece di scrivere per intero le lettere o gruppi di lettere li sostituisco
con dei simbolini convenzionali che quindi posso tracciare pi velocemente e se
sono in grado di leggerli poi sono anche in grado di ritradurli in un testo
comprensibile a tutti. I simbolini che sono usati nella tachigrafia romana sono
detti note tironiane perch Tirone era il famoso segretario di Cicerone al quale
la tradizione medievale attribu linvenzione dei simbolini usati nella
tachigrafia. (Tirone era un liberto)
Sistema delle note iuris: I II secolo d.C. Roma Imperiale. Sistema dal quale
discende maggiormente il sistema abbreviativo medievale. Si chiama cos
perch impiegato maggiormente nella scrittura di testi di tipo giuridico. Sono
un insieme di accorgimenti utili a scrivere le parole in maniera abbreviata e pi
veloce. Fanno parte di questo gruppo le abbreviazioni per troncamento, simboli
tachigrafici ma in pi ci sono delle contrazioni che sono delle abbreviazioni che
si fanno prendendo una parola, togliendo le lettere in mezzo e lasciando
soltanto la prima e lultima oppure la prima e lultima e qualche lettera nel
mezzo. Nelle contrazioni possono ancora esserci in alcuni titoli (professoressaprof.ssa). Le contrazioni si dividono a loro volta in due gruppi:
Contrazioni pure: fatta mettendo soltanto la prima e lultima
lettera di una parola.
(causa -> ca)
Contrazioni impure: fatta prendendo la prima e lultima
lettera ma tenendo in mezzo almeno una parte della parola.
(anima -> aia)
Ennesimo caso di scrittura troppo complicata che venne ben presto soppressa,
a causa della scarsa comprensione dei testi per lelevato numero di parole
compresse. Nel Medioevo scompaiono e si trovano solo in zone molto
periferiche dellEuropa tipo nei codici irlandesi.
Nomina sacra: lultimo metodo usato, in ordine cronologico perch si rif al
Cristianesimo. Sono i nomi o gli attributi delle divinit. Dominus, deus, sanctus,
ed eccetera. Presentano contrazioni pure e contrazioni impure, a seconda delle
parole che vengono contratte.

Il sistema abbreviativo usato nel Medioevo la fusione di questi quattro abbreviativi


romani. Nel periodo del particolarismo grafico avremo anche una sostanziale
frammentazione delluso delle abbreviazioni ma, a partire circa del IX secolo, periodo
in cui si incominceranno a leggere i documenti, le abbreviazioni sono fatte tutte
quante nella stessa maniera.

Il modo principale per capire come questa parola deve essere sciolta innanzitutto
guardare la forma del segno di abbreviazione:
Segno diritto o a cupoletta: prende il nome di titulus, che prevede due casi:
o Presenza di una contrazione;
o Mancanza di una lettera nasale, ovvero una M o una N. (in)
Segno ondulata: prende il nome di tilde, che viene messa per segnalare la
mancanza di una R oppure di una E e di una R assieme;
Note tironiane tachigrafiche: fondamentalmente due:
o A forma di 7 o di 2, che indica la presenza di un et;
o A forma di 9, che indica la presenza di cum o con; messo in alto, sopra
una parola, indica la desinenza -us.
Lettera soprascritta: lettera presente al di sopra di unaltra prevede la lettura
della lettera sotto, R e la lettera soprascritta.
Ci sono tre modi per abbreviare la P e la Q:
P con un tratto orizzontale posto perpendicolarmente la stanga verticale
significa per;
P con un tratto orizzontale posto al di sopra della lettera significa pre;
P con un tratto obliquo posto con lincrocio della stanga verticale significa pro;
Q con un tratto orizzontale posto perpendicolarmente la stanga verticale
significa qui;
Q con un tratto orizzontale posto al di sopra della lettera significa que;
Q con un tratto obliquo posto allincrocio con la stanga verticale significa quod.

LEZIONE 7
3.10.2016
Minuscola carolina. una scrittura importantissima non soltanto perch dura
tantissimo e si diffonde in tutta Europa, ma anche perch indirettamente lantenata
delle scritture odierne. Nasce tra la fine dellVIII secolo e linizio del IX, negli anni in
cui nasce lImpero Carolingio a cui deve il suo nome. Nasce allimprovviso con delle
caratteristiche che sono diametralmente allopposto di tutte le altre scritture del
particolarismo grafico dellAlto Medioevo, che sono tutte molto corsive e con molte
legature che derivavano tutte dalla corsiva nuova; la minuscola carolina invece non
pi corsiva ma molto posata, eseguita lentamente e staccando molte volte la
mano dal foglio, ci sono pochissime legature, in cui quindi le lettere sono sempre
separate fra loro e non cambiano mai forma. una scrittura, almeno allinizio,
estremamente tondeggiante e morbida; diversamente dalle scritture alto medievali
precedenti, non deriva dalla corsiva nuova ma si forma a partire dalla scrittura
elementare di base ed molto simile alla minuscola primitiva.

Le lettere caratteristiche sono:


A: unevoluzione della A onciale.
E: diventa pi piccola e si allinea con le pance delle altre lettere, diventando la
E che si usa tuttoggi.
G: si avvicina anchessa alla lettera G odierna; ha una pancia in alto e presto
avr anche una pancia in basso.
Le legature sono molto poche, si hanno soltanto quando c la parola et che
talmente frequente da essere fatta legata. Unaltra legatura la legatura a ponte fra
la lettera S e la lettera T.
La carolina nasce per rispondere ad una esigenza di piena leggibilit del testo, nasce
quindi come reazione alla scarsa comprensibilit delle scritture precedenti, piene di
legature.
I paleografi si sono interrogati a lungo per capire da dove nascesse la minuscola
carolina, le varie teorie nate riguardo la sua nascita, data la sua importanza, sono
teorie un po politicizzate in quanto erano legate al nazionalismo per cui i paleografi
italiani pensavano fosse nata nei territori vicini alla Corte dei Papi, quindi a Roma, in
Italia; i paleografi francesi invece pensavano che fosse in alcuni importanti monasteri
della Francia, a cominciare dal pi importante monastero dellepoca: il monastero di
San Martino di Tours; i paleografi tedeschi affermano invece, teoria che ancora
adesso viene tenuta in considerazione, anche se in gran parte confutata, che la
minuscola carolina sia stata ideata presso la scuola palatina di Aquisgrana, quella
cerchia di intellettuali che gravitava intorno a Carlo Magno nel suo palazzo di
Aquisgrana. A questo scontro fra teorie pose fine, nel 1926, Luigi Schiapparelli che
formul una teoria che tuttoggi suona pi convincente della nascita della carolina: la
teoria poligenetica; non si deve cercare una sola sede dove la carolina pu essere
stata inventata ma vi fu un periodo, verso la fine dellVIII secolo, in cui molti
scriptoria sparsi nellEuropa occidentale, cominciarono a sperimentare delle varianti
grafiche simili fra loro e tutte pi o meno simili a quelle che sarebbero diventate le
caratteristiche grafiche della carolina che sarebbe nata nel secolo successivo, nel IX
secolo, proprio dal convergere di tutti questi esperimenti verso un modello grafico
comune.
Questa teoria ha confutato delle idee che fino ad allora erano molto forti, per
esempio quella che la nascita della carolina fosse strettamente legata ad una
decisione politica della corte di Carlo Magno, o che la carolina fosse stata inventata
da Carlo Magno stesso, cosa improbabile in quanto Carlo Magno era analfabeta o
semi-analfabeta, senza alcuna competenza grafica. Per il nome della carolina ha un
suo significato in quanto, partendo dal concetto di scrittura che corrisponde ad una
cultura (parlando della beneventana), la carolina corrisponde alla cultura
universalistica dellimpero costruito da Carlo Magno. Si diffonde in quasi tutta
LEuropa Occidentale sulla scia dellespansione politica del dominio dei Franchi, un
dominio che ambisce ad essere un impero universale che si estende per buona parte
dellEuropa Occidentale i cui nodi principali restano sempre monasteri e cattedrali
che sono anche le sedi presso cui si producono e si consumano libri cos come
nellAlto Medioevo continuano ad esserci, nellet di Carlo Magno, un monopolio dei
religiosi sulla scrittura e sulla lettura. Quindi la diffusione della minuscola carolina fu
favorita in gran parte dal fatto che quasi tutta lEuropa fosse sotto un dominio
unitario, sotto un unico imperatore.

Let di Carlo Magno fu caratterizzata da un aumento delluso sociale della scrittura;


lalfabetizzazione cresce e il numero delle scuole cresce, anche se appunto lettura e
scrittura restano in gran parte appannaggio del clero.
Lalfabetizzazione, che aveva subito una fortissima riduzione nei primi secoli del
Medioevo, dopo la caduta dellImpero Romano, ora comincia di nuovo a rialzarsi,
senza per raggiungere i livelli dellImpero Romano.
Allaumento dellalfabetizzazione, nellImpero Carolingio, corrisponde un amento
nella produzione di libri, che non soltanto quantitativo ma anche un aumento
qualitativo.
Questa nuova sensibilit per la comprensibilit della scrittura e per il miglioramento
del latino era una sensibilit che era perfettamente avvertibile anche per le leggi
emanate da Carlo Magno e dai suoi successori. I motivi di questa nuova sensibilit
erano innanzitutto dettati da una questione di prestigio culturale, se gli scriptoria dei
monasteri e delle cattedrali producono dei libri belli, scritti con una ortografia giusta
e con un carattere prestigioso aumenta anche il prestigio dellImpero che
benefattorio di questi monasteri e di queste cattedrali quindi come promotore della
cultura. Ma in secondo luogo cera proprio, da parte di Carlo Magno e della sua
corte, una rinnovata preoccupazione per la comprensione dei testi che, considerando
che tutti quelli che scrivevano e leggevano erano preti e monaci, erano testi sacri.
Perch a Carlo Magno interessava che i testi sacri fossero scritti in maniera leggibile
e comprensibile? Perch la dinastia carolingia era una dinastia strettamente legata al
Papato, con una sorta di patto dacciaio nel senso che la Chiesa Romana aveva
legittimato la presa di potere da parte dei Carolingi, a scapito della precedente
dinastia dei re dei Franchi e quella dei Merovingi; in cambio di questo appoggio
politico Carlo Magno e i suoi successori si fecero promotori di un ambizioso
programma di restaurazione religiosa dei territori dellImpero promosso dai Papi.
Durante il periodo dei Carolingi c un nuovo tentativo di ri-evangelizzazione della
maggior parte della popolazione dellEuropa che ha il suo principale fautore in Carlo
Magno. Allinterno di questo stretto legame politico fra lImpero e la Chiesa Romana
si colloca appunto la riforma dei testi religiosi, la ripulitura nel tentativo di riportarli
ad un latino corretto; unimpresa difficile in quanto quando era caduto lImpero
Romano non solo erano cambiate le grafie e il quadro politico, era cambiata anche la
lingua, la gente comune ormai non parlava pi latino, da alcuni secoli si parlavano,
nelle regioni che un tempo erano appartenute allImpero, delle lingue che erano gi
simili alle varie lingue romanze che si sarebbero poi affermate nei secoli successivi
che quindi avevano un misto di latino modificato e di alcune componenti degli idiomi
dei barbari che erano arrivati nellOccidente dellImpero. In altri territori dellImpero
Carolingio, come quelli attualmente tedeschi, dove lImpero praticamente non era
mai arrivato si parlava qualcosa che era simile a quello che poi sarebbe diventato il
tedesco quindi il latino ormai non pi la lingua di tutti, sono in pochi a saperlo e
sono in pochissimi a saperlo scrivere bene. Sono scomparsi per esempio i dittonghi
del latino classico, nel latino medievale si semplificano. I monaci che copiavano nei
vari scriptoria non erano dei fini conoscitori del latino, commettevano molti errori e
di copia in copia i vari testi si corrompevano sempre di pi. Un testo importante per
capire questo problema e per capire come Carlo magno si pose rispetto a questo
problema una lettera scritta in teoria da Carlo Magno ma in pratica scritta da
Tarquinio, che era il suo intellettuale di corte di riferimento, tra il 784 e 785; questa
lettera stata chiamata dai suoi editori: epistola de letteris colendis cio: lettera
sullo studio delle lettere, inteso come discipline letterarie. Un abate di nome

Baugulfo, abate di Fulda, uno dei pi importanti monasteri in Germania, aveva


regalato a Carlo Magno dei codici prodotti dal suo scriptorium allora Carlo Magno fa
redigere da Tarquinio una lettera di ringraziamento per il dono e in questa lettera si
viene fatta notare la discrepanza fra quelli che lui che chiama sensus erecti (buone
intenzioni) e sermones inculti (modo di scrivere scorretto) e la lettera finisce con una
esortazione da parte del re verso questo abate di istituire presso il suo monastero
una scuola dove si insegni a scrivere correttamente in latino. A qualche anno pi
tardi risale un altro testo legislativo di Carlo Magno ed era la cosiddetta admonitio
generalis: istruzioni generali, del 689 che un insieme di norme e leggi tra cui dei
provvedimenti che riguardano la redazione di codici sacri negli scriptoria dei
monasteri e cattedrali; si dice che i testi sacri non debbano essere redatti dai monaci
e dai chierici pi giovani, perch fino a quel momento questi si erano sempre trovati
questincombenza in quanto scrivere codici era un attivit molto faticosa per i pi
anziani, ma il problema si presentava nel momento in cui i giovani non avevano
ancora le competenze sufficienti per redigere questi codici, competenze che invece i
pi anziani, anche per la maggiore esperienza, potevano avere; inoltre i codici
dovevano essere scritti nel modo pi corretto possibile. Tutto ci fece s che si
affermasse maggiormente la minuscola carolina in quanto scrittura facilmente
leggibile e comprensibile che durer fino al XI-XII secolo per poi trasformarsi in
unaltra cosa e si diffonder ben presto nella maggior parte dellEuropa latina, entro
il XI secolo diffusa a tutti i territori dellimpero e, successivamente, anche al di
fuori dellimpero costruito da Carlo Magno, per esempio a partire dalla fine dellXI
secolo, incomincer a diffondersi nella penisola iberica, prendendo il posto della
visigota; si diffonder molto presto anche allinterno delle isole britanniche,
soppiantando, entro la fine del millennio, le vecchie scritture insulari; lunico
territorio dove neanche la carolina avr un attecchimento non diffondendosi
nellItalia meridionale dove la beneventana regger fino al XII secolo per essere poi
soppiantata direttamente dalla gotica. La riforma del latino voluta da Carlo Magno
ebbe il suo principale artefice in Tarquinio a cui anche attribuita una versione
corretta e redatta in latino giusto della Bibbia, perch la riforma della scrittura e la
riforma del latino per quei tempi avevano come oggetto principalmente la Bibbia che
era il testo di riferimento, non solo perch erano tutti cristiani ma anche perch sui
versetti della Bibbia si basava ogni tipo di istruzione, nelle varie scole, edifici
deputati allistruzione dei chierici, si imparava a leggere e scrivere dei pezzi della
Bibbia quindi la Bibbia era il testo di riferimento per chi imparava a leggere e
scrivere se la Bibbia non scritta in modo corretto dal punto di vista della
lingua e se non comprensibile dal punto di vista della lettura non pu
esserci uneducazione corretta -. La riforma culturale e religiosa di Carlo Magno
una riforma della Bibbia, ecco perch il pi splendido e il pi abbondante prodotto
librario dellet carolingia sono delle grandi e sontuose Bibbie.
Nel periodo che va dalla fine dellVIII secolo e linizio del IX secolo presso gli
scriptoria di alcune chiese e di alcuni monasteri particolarmente legati alla corte
imperiale, sia dal punto di vista politico che dal punto di culturale, prodotta una
grande quantit di Bibbie molto lussuose e uniformi per caratteristiche testuali
(stesso tipo di testo), grafiche (scritte con le stesse scritture) ed estetiche che sono
pienamente in sintonia con il programma di riforma espresso dallImpero; non ci
sono solo Bibbie ma ci sono anche i fratelli minori delle Bibbie che sono i Evangeliari
che contengono soltanto i 4 vangeli. Le caratteristiche principali di questi due gruppi
di Bibbie che sono un centinaio circa ed un numero per noi basso ma in verit per
lepoca molto alto. Le caratteristiche comuni e principali di queste Bibbie sono tre:

Sono scritte tutte in perfetto latino ed era lo stesso identico testo per tutte.
La grafia principale adottata da queste Bibbie la minuscola carolina
particolarmente posata.
Alcune parti di queste Bibbie, le pi importanti, sono scritte come delle grafie
molto pi antiche che sono riprese dalla Roma Imperiale: rinascenza grafica
carolingia.

Non era solo un fatto di gusto, quello della rinascenza grafica carolingia, ma era
anche una scelta politica in quanto lImpero di Carlo Magno un impero che si
richiama allImpero Romano, pretende di essere lerede dellImpero di Occidente che
era andato perdendosi alcuni secoli prima; larte, la cultura, la letteratura e quindi
anche le grafie usate dagli scriptoria vicini allImpero cercavano di riportare in auge
il passato romano per far capire come lImpero di Carlo Magno si richiamasse a
questo passato. La maggior parte delle Bibbie sono prodotte nel monastero di San
Martino di Tours, dove si producono quasi quaranta Bibbie e diciotto Evangeliari
entro la met del IX secolo, limitatamente soltanto a quelli che si sono conservati
quindi probabilmente erano molte di pi. Ci comport un enorme dispendio
economico dietro il quale cera un enorme investimento culturale e politico. Allepoca
erano considerate le Bibbie perfette, sia per grafia sia per bellezza
dellornamentazione.
Il problema delle grafie.
[Vedi slide]. Abbiamo sotto gli occhi lincipit di un vangelo, che ci permette di
comprendere la molteplice presenza di grafie differenti: capitale epigrafica per
lincipit vero e proprio; per le prime tre righe scritte in nero troviamo lonciale,
utilizzata anche per scrivere le prime righe dei vari capitoli; tutto il resto della
pagina scritto in semi-onciale, mentre il resto del testo scritto in minuscola
carolina.
La scelta delle varie grafie da usare nelle varie parti dei libri non casuale ma
corrisponde alla variet delle funzioni delle diverse parti, dal momento che a parti
specifiche corrispondono grafie specifiche che hanno anche tra loro una gerarchia
dovuta allimportanza pi o meno elevata del testo:
La scrittura pi prestigiosa di tutte la capitale epigrafica, utilizzata per gli
incipit, possiamo trovarla impiegata sia per la parte iniziale del testo sia in
grandi e sontuosi incipit a piena pagina, su sfondi di oro o di argento, non
badando a spese, con spesso anche unaggiunta di decorazioni in porpora.
La capitale rustica, usata anticamente nei libri (scomparsa da dopo il V secolo
e qui portata in auge, ma meno importante rispetto alla capitale epigrafica),
utilizzata allinterno degli explicit, nelle parti finali dove veniva indicato dove
finiva il libro o il capitolo, e nei titoletti correnti, per indicare a quale livello del
volume si fosse arrivati e, ancora, i poemi, posti abitualmente allinterno dei
codici che contenevano le Bibbie, composti sul momento in alcuni casi, di fondo
porpora e scritti in oro;
Lonciale usata di solito per le prime righe o pagine di ciascuno capitolo o di
ciascun libro della Bibbia (si tratta dellonciale new style) a parte per alcuni
particolari
libri
che,
essendo
particolarmente
pregiati,
vengono
prevalentemente scritti in onciale, per richiamarsi ai libri di pregio
dellantichit;
La semi-onciale che, al contrario delle due capitali, ha continuato a
vivacchiare durante il periodo alto medievale con lonciale, venendo utilizzata

assieme allonciale solamente pi in questoccasione. La semi-onciale, dato il


suo pregio intermedio tra lonciale e la carolina, la si trova nelle parti
intermedie, dopo le parti in onciale, a met delle prime pagine, indicando
quelle parti un po pi importanti dei testi scritti ma non tanto da meritarsi
luso della capitale epigrafica o dellonciale;
La scrittura principale per la composizione della maggior parte dei testi la
minuscola carolina che, sebbene distanziasse le singole lettere, non si
staccavano le parole, continua dunque ad esserci la scriptio continua (le parole
stavano tutte attaccate perch le modalit di lettura dei libri continuano ad
essere sempre le stesse: non si legge nella propria mente, ma si bisbigliavano
sempre le parole che si stavano leggendo e la comprensione della parole scritte
passava attraverso lascolto delle parole bisbigliate);
La scelta delle grafie non casuale, ma corrisponde ad una necessit di visibilit, di
individuazione immediata di varie componenti del testo (a diversi componenti del
testo corrispondono varie grafie); altro elemento importante limpaginazione del
testo, organizzata tramite limpostazione allinterno delle pagine di una griglia; la
collocazione e la grafia delle scritture poste allinterno di questa griglia migliora la
fruibilit del testo stesso. Questa griglia formata sia da righe che da colonne che
servono a contenere delle particolarit del testo, come vediamo allinizio di un
paragrafo di un vangelo e la sua struttura concepita per facilitarne lo studio;
lindividuazione dellinizio del paragrafo facilitata dal fatto che la prima riga del
paragrafo scritta in onciale e non in carolina minuscola e la prima lettera del
paragrafo scritta in rosso, cos come sono inserite nella colonna laterale in un
carattere pi grosso le iniziali di ogni versetto del paragrafo.
Collocazione nello spazio, scritture e colori servono per capire meglio come
organizzato il testo.
Nella colonna di sinistra ci sono dei numerini, quello pi in alto serve ad indicare il
numero di paragrafo, quelli in basso e pi piccoli rimandano alle concordanze - tre
dei quattro vangeli sono detti sinottici nel senso che raccontano pi o meno le stesse
cose e sono organizzati pi o meno allo stesso modo e quindi si possono collegare fra
loro i racconti scritti nei vari vangeli -; questi numerini in pratica indicano in quali
vangeli si possono trovare o meno le stesse parole o gli stessi argomenti. Alla fine del
libro ci saranno delle grosse tabelle riassuntive, tavole delle concordanze, disegnate
come se fossero una specie di monumento che permettono di capire i testi fra le
varie parti dei diversi Vangeli; non solo ma un altro strumento approntato allinterno
dei diversi libri per facilitarne lo studio la costruzione allinizio dei libri stessi di
questi grandi incipit che ci dicono che cosa si racconta nei diversi libri. Quindi, pur
essendo libri di pregio e costosi, sono innanzitutto dei libri per lo studio e per
imparare.
Unaltra caratteristica che non ci si preoccupa di spendere tanto, sono libri fatti
con i margini molto ampi dunque lo specchio di scrittura ridotto perch non lo si
vuole mettere a rischio (se piove i libri rischiano di ammuffire sui bordi);
Le varie scansioni tra i libri della Bibbia sono enfatizzate grazie a questi incipit
monumentali, ogni sezione della Bibbia si apre con queste immagini a tutta pagina
che sono di grande prestigio, che sfruttano loro e largento e la porpora. Un ultimo
strumento usato per individuare le varie parti dei libri separarle con delle grosse
miniature a tutta pagina, in particolare il passaggio dallantico testamento al nuovo
testamento (dalla Bibbia ai Vangeli) di solito sottolineato inserendo una miniatura:

Cristo che siede sul trono con il libro chiuso e i quattro evangelisti, con i rispettivi
simboli intenti a scrivere i loro Vangeli, ai quattro lati.
Caratteristica principale di questi libri, per quanto riguarda la loro ornamentazione
il fatto che immagine e testo sono nettamente separate: su una pagina, a tutta
pagina, sta limmagine, sulle altre pagine a tutta pagina sta il testo. Un conto la
bellezza estetica dellimmagine, un conto la finalit del testo che serve a studiare e
non a guardare i disegni belli.
Lornamentazione.
I codici della rinascenza grafica carolingia sono i codici monumentali, sono concepiti
come dei monumenti infatti hanno un prezzo molto pi elevato rispetto ai monumenti
stessi; sono monumentali sia per laspetto sia per la bellezza e limponenza di quello
che ci sta dentro; si usano delle scritture di grande pregio, si usano delle illustrazioni
belle e sontuose.
[Vedi slide] Certi libri, di estremo pregio, 50x45, hanno delle coperte di legno a cui
sono state sovrapposte una patina doro tempestata di pietre preziose, molto spesso
staccate da gioielli di et romana, e che possono contenere al centro un emblema in
avorio. Sono libri che vogliono trasmettere, gi visti dallesterno, unidea di
grandissimo pregio; se si aprono si nota che questo pregio continua anche allinterno
perch per la loro decorazione sono stati usati dei materiali pregiatissimi, intere
pagine sono scritte sulla porpora, la scrittura eseguita in gran parte in oro e in
argento; infine ci sono importanti miniature a piena pagina che enfatizzano le
scansioni principali dei vari libri. Protagonista assoluto di queste miniature il libro
stesso, molte delle miniature dei codici carolingi raffigurano libri o azioni fatte con
dei libri. In questa miniatura c seduto in trono con laureola San Girolamo, autore
della Vulgata cio la traduzione in latino dallebraico della Bibbia, circondato da
monaci, i vari scribi che hanno redatto i vari libri della Bibbia, che gli stanno
offrendo i libri su cui la Bibbia scritta che poi vengono riposti in quelle due casse a
destra e a sinistra del suo trono.
Altra immagine molto significativa quella in cui ci sono tre signori, in basso a
sinistra, che stanno offrendo il libro, raffigurazione del codice stesso, allImperatore
Ludovico il Pio, il quale seduto su un trono e con un gesto di benedizione fa latto di
prenderlo. Da questa miniatura si vedono quali erano le dimensioni dei libri e che
erano sorretti in maniera particolare ovvero senza toccarlo (o su un panno o con i
lembi dei mantelli): era il trattamento destinato agli oggetti sacri ci che sacro
non si tocca per non contaminarlo -.
Altra cosa curiosa come vengono rappresentati i libri: in una miniatura oltre ai
codici, viene rappresentato uno scriba che scrive su un rotolo; i libri arrotolati non
esistevano pi da tantissimo tempo, dal periodo degli imperatori romani, dunque
questa lennesima ripresa del passato della tradizione romana usata per
promuovere lidea che lImpero di Carlo Magno non sia altro che un erede
dellImpero Romano.
DIPLOMATICA.
Il documento come il tempo per SantAgostino, tutti sanno che cosa sia un
documento ma se vien chiesto di definire un documento nessuno sa farlo con
precisione, ognuno dar una definizione diversa. Non esiste una definizione unica di
documento, pu variare a seconda delle discipline.
Per la diplomatica, per chi studia i documenti antichi, per documento si intende
qualcosa di molto preciso. Un documento qualcosa che trae la proprio validit,

credibilit, spendibilit e la propria funzione dallessere scritto in un certo modo e


dallavere un certo tipo di segni (es. timbro del proprio comune).
La diplomatica studia le maniere in cui chi scrive dei documenti (atti, contratti)
cerca di darle credibilit. La definizione tecnica di documento dalla diplomatica
stata formulata alla fine dell800 da Cesare Pauli che ha definito un documento
come una testimonianza scritta di un qualsiasi fatto di natura giuridica
redatta osservando certe forme che sono destinate a darle forza di prova.
I documenti sono una parte importante della produzione scritta delle varie et
storiche. La paleografia insegna a leggere i documenti mentre la diplomatica a
capirli.
Quando si parla di documenti si parla di tre grandi categorie:
Documenti pubblici (prima) cancellereschi (ora): emanati da autorit
pubbliche e prodotti dalla loro cancelleria. Esempi: un diploma papale, un
diploma imperiale.
Documenti privati (prima) notarili (ora): attestano delle azioni che si
compiono fra privati e che sono redatti da notai.
Documenti semipubblici o ibridi: prodotti per conto di un potere locale,
non lImpero, non il Papato, ma un vescovo o un signore territoriale i quali
vorrebbero tanto avere una loro cancelleria ma non ce lhanno e si fanno
scrivere i documenti dai notai per con le caratteristiche dei documenti
pubblici. In pratica documenti pubblici finti prodotti da poteri minori.

LEZIONE 8
4.10.2016
La diplomatica come scienza nasce alla fine del XVII secolo, alla fine del 600, con lo
scopo di attestare e riconoscere se i documenti fossero autentici o se fossero
falsificati; quindi nasce come scienza che sulla base del riconoscimento dei caratteri
principali dei documenti stabilisce se sono veri o falsi.
Perch a fine 600 si avverte questa necessit? Perch si sviluppa una polemica fra
dotti intorno alla verit o alla falsit dei numerosi diplomi degli Imperatori e dei Re
(specie di quelli di Francia) che le Abbazie, i Monasteri, le Chiese e le varie
Cattedrali dellEuropa conservavano nei loro archivi che attestavano tutta una serie
di diritti e di propriet concessi dai sovrani a questi enti religiosi e di alcuni dei quali
si ritenevano in realt fossero dei falsi creati dai beneficiari stessi per avvalersi di
diritti che in realt non spettavano loro.
Nel corso dei secoli la diplomatica si poi arricchita di nuove questioni ed poi
diventata una scienza a tutto tondo che non si preoccupa pi soltanto di determinare
se u documento vero o falso ma che studia in generale che cos un documento,
come funzione e quali sono le sue caratteristiche.
Lanalisi del documento si basa sullindividuazione allinterno del documento stesso di
una serie di aspetti caratteristici; i caratteri di un documento che interessano i
diplomatisti e che sono oggetto delle analisi possono essere raggruppati in due
gruppi di caratteristiche. Da un lato ci sono i caratteri estrinseci, dallaltro i caratteri
intrinseci al testo.
Caratteri estrinseci: tutti quei caratteri di un testo documentario che non
hanno a che vedere con il contenuto ma che si riferiscono alla forma materiale,
allaspetto, del documento.

Il supporto scrittorio: su quale materiale (carta, papiro, etc.) viene


redatto;
La forma: se si tratta di un supporto scrittorio sparso oppure rilegato;
La scrittura: che permette di comprendere limportanza del documento in
questione;
Un segno: molti testi documentari sono caratterizzati dalla presenza di
segni:
Monogramma: marchiato al di sopra del supporto scrittorio con
lobiettivo di identificare la cancelleria che ha avuto modo di produrre
quel determinato documento;
Rota: in calce, croce iscritta dentro una ciambella, nei segni pontifici. E
Benevalete: formula di saluto con cui si concludevano i documenti
pontifici.
Segni convenzionali presenti anche allinterno dei documenti notarili,
come pu essere il segno convenzionale conosciuto come il signum
tabellionis, tipico dei notai medievali, che possedevano un proprio
segno, simbolo distintivo che permetteva di riconoscere quale notaio
avesse redatto quel particolare documento. Erano disegni di fantasia,
molto spesso delle croci o dei giochi grafici con il nome del notaio.
Il sigillo: uno dei pi importanti elementi materiali che saltano alla vista
immediatamente nel momento in cui si vede un documento dunque il
primo che deve essere analizzato. un importante strumento usato per
tutto il Medioevo e nellet moderna da parte delle cancellerie e dei
poteri pubblici per attestare la validit, il vigore di un documento
pubblico. Era unimpronta di un oggetto di varie forme e misure e colori
prodotto schiacciando insieme due matrici incise. Li usano un po tutti,
per esempio il sigillo papale, detto bolla, da cui il nome del tipo di
documento, fatta di piombo (elemento distintivo che ci permette di
capire che quel documento arriva dalla cancelleria dei Papi). Oppure ci
possono essere dei sigilli di cera, come quello dei Savoia, o altri sigilli
fatti in altri materiali come per esempio in oro, come quelli degli
imperatori bizantini. Inoltre i sigilli possono essere sia appesi che
impressi. I sigilli dei vescovi ed ecclesiastico hanno una forma
particolare, detta a navetta che ovale, a mandorla.

Caratteri intrinseci: tutti i documenti hanno una struttura standard che


oggetto della diplomatica. Tutti i tipi di documento, sia quelli pubblici che
quelli privati, hanno una struttura tripartita: protocollo, testo ed escatocollo. Il
protocollo e lescatocollo contengono linsieme delle informazioni relative a chi
ha prodotto, a chi ha emanato il documento, quando e dove stato scritto, in
presenza di quali testimoni; tutte quelle informazioni che non hanno a che
vedere tanto con il contenuto dei documenti in s ma che sono degli elementi
importanti per farci capire il contesto del documento. Il testo la parte
sostanziale in cui lazione o la situazione giuridica contenuta nel testo
scritta_
Il protocollo: redatto secondo lo stile epistolare indirizzato dal mittente
al destinatario. Il modello epistolare seguito il modello classico, per
esempio quello delle lettere di Cicerone dove veniva inserito allinizio il
nome del mittente, il nome del destinatario e la formula di saluto; lo
stesso vale per i documenti pubblici, si inizia con il nome del potere che

emana quel documento. Spesso si utilizzano anche dei caratteri speciali,


normalmente le litterae elongatae, ed forse la parte pi importante del
documento perch il nome del pontefice che lo emana.
Invocatione: la parte iniziale del documento, ove si fa
uninvocazione a Dio che pu essere sia verbale (scritta per intero),
sia simbolica ovvero si disegna per esempio una croce, oppure
inserendo il Crismon, monogramma di Cristo (assente nei
documenti redatti dal papa);
Intitulatio: dove si trova il nome del mittente.
Inscriptio: dove si trova il nome del destinatario.
Salutatio: pu essere di varie tipologie, essendo redatto il testo in
latino (nei documenti dei pontefici, la formula di saluto utilizzata
il in perpetuum o feliciter).
Il testo: dice che cosa sta succedendo, il perch del documento.
composta da un insieme di elementi la cui presenza o assenza pu
variare da documento a documento. suddiviso anchesso in delle parti:
Renga: frase fatta retorica che apre il testo dando una motivazione
solenne allazione che scritta nel documento stesso.
Narratio: pu essere pi o meno lunga. un sintetico racconto di
tutti gli eventi preliminari che hanno portato alla stipula di quel
documento.
Dispositio: la parte centrale, dove si dispone quello che deve
accadere o lazione da compiere. Pu avere pi o meno clausole
che precisano i modi specifici in cui quello che si disposto.
Minatio o Sanctio: minaccia o sanzione. La pena a cui dovranno
sostanziare tutti coloro che non rispettano quello che previsto dal
documento. Pu essere di due tipi: materiale o spirituale; o
entrambe. La materiale quella in cui si prescrive che si dovr
pagare tale somma di denaro, quella spirituale quella in cui si
dice che se non si rispetta quello che c scritto nel documento si
va allinferno; la sanctio spirituale pu anche avere una
prosecuzione in positivo.
Corroboratio: la parte in cui il potere pubblico che emana il
documento preannuncia lapposizione al documento stesso del
sigillo. la chiave della validit del documento stesso.
Lescatocollo: allinterno del quale ci sono degli elementi che non
possono mai mancare:
Sottoscrizione: uno dei pi importanti fattori di validit del
documento, dal momento che viene convalidato dalla presenza di
testimoni che confermano di essere stati presenti nel momento in
cui il documento stato redatto. Sono di due tipi:
Autografe: sono state veramente fatte dai testimoni.
Non autografe: lo scriba del documento che sottoscrive lui
per i testimoni. Per vari motivi: per non far fare al testimone
la sottoscrizione perch il testimone non sa scrivere; in
questo caso si fa fare al suddetto testimone il signum manus
ovvero il segno manuale che di solito una croce. Un altro
motivo per cui le sottoscrizione possono essere non
autografe il fatto che andando avanti con il tempo le
sottoscrizioni scompaiono: il valore probatorio dei testimoni
diventa sempre meno importante mentre diventa sempre pi

importante il valore del notaio e allora il notaio fa che


scrivere lui le sottoscrizioni.
Lorganizzazione delle sottoscrizioni in un documento
pontificio non mai casuale n nei documenti prodotti per i
pontefici, addirittura codificato, sono sempre fatte con lo
stesso ordine. I documenti pontifici possono essere
sottoscritti solo dai cardinali e dal Papa e lo si fa sempre
nello stesso ordine: nella colonna centrale, quella pi
importante separata dalle altre, c la sottoscrizione del
Papa, seguita dalle sottoscrizioni a sinistra dei cardinali preti
e a destra quelle dei cardinali diaconi.
Datatio: le date. Nelle grandi cancellerie, in quella papale e
imperiale, cera un personaggio che era preposto alla datatio, il
datarius. La data in genere di due tipi:
Cronica: quando siamo.
Topica: dove siamo.
Lindicazione della data presenta non pochi problemi in quanto i
sistemi di datazione usati nel Medioevo per datare le cose sono
estremamente complessi. Solitamente la datazione dei documenti
era eseguita incrociando diverse modalit di datazione; proprio
perch non si era sicuri del fatto che tutti luoghi comprendessero
bene la datazione in uso in una determinata cancelleria, se ne
usavano tanti. Si potevano usare come riferimento cronologico per
esempio, molto comune nei documenti pontifici e in generale nei
documenti dellAlto Medioevo, prima del 1000, gli anni del Regno
del re che governava quel territorio, gli anni di pontificato del
Papa quindi a partire dallincoronazione di ciascun re; in altri casi,
si poteva anche utilizzare in quale anno si fosse, sebbene
questultima datazione sia la pi complessa, poich i calendari non
erano paralleli, iniziando da periodi diversi (25 dicembre, quando
nacque il Cristo, oppure come in Toscana, il 25 marzo, quando
venne concepito Cristo); un altro modo molto frequente per datare
era la cosiddetta indizione, che nellAntica Roma erano dei cicli di
quindici anni usati per il prelievo delle casse. Spesso vengono
usati tutti e tre questi metodi.
[Analisi documento, vedi slide, 1:12]
ATTI NOTARILI o PRIVATI.
Possono essere normalmente, ma non sempre, divisi in protocollo, testo ed
escatocollo, e queste tre parti possono cambiare di posto molto frequentemente. La
struttura degli atti notarili cambia molto e subisce varie variazioni nel corso del
tempo, che rispecchiano il fatto che cambia molto nel corso dei secoli la funzione di
chi scrive i documenti ovvero il notaio; il notaio passa dal non contare quasi niente,
ovvero essere soltanto qualcuno che sa scrivere abbastanza bene, allessere, pi
tardi, il garante della validit del documento. Man mano che la funzione del notaio
diventa importante i documenti notarili cambiano daspetto.
NellAlto Medioevo, nel periodo dei Longobardi e dei Carolingi, per quanto riguarda
il nostro territorio, il notaio un professionista della scrittura, uno di coloro che
sanno scrivere e che padroneggiano delle grafie di tipo documentario; anche un
professionista del diritto, conosce le formule notarili, i vari negoti giuridici, come

devono essere stipulati, proprio per questo molti notai erano anche giudici; ma la
funzione del notaio nel medioevo era tutta l, ci che rende un documento valido non
il notaio ma sono i testimoni.
Nel periodo alto medievale esistono due tipi di documenti notarili:
Breve: ha un valore memoriale. Serve a ricordare qualcosa nel passato; un
racconto di unazione giuridica avvenuta nel passato. Scritta con i verbi al
passato e in terza persona.
Carta: ha un valore dispositivo. Serve per cambiare le cose nel presente.
Scritta in prima persona e al presente.
Questa situazione cambia tra lXI e il XIV secolo, nel periodo della rinascita del
diritto, quando nellUniversit di Bologna si riscopre il diritto romano e nascono i
Comuni; un periodo di grande fervore politico, culturale ed economico per lItalia.
Il notaio si trasforma e di conseguenza anche il suo modo di lavorare, non pi un
semplice scriba che registra degli atti che traggono la loro validit dai testimoni ma
diventa un ufficiale pubblico, il depositario della pubblica fides (la credibilit
pubblica). Si diffonde un nuovo tipo di documento che dato dalla fusione tra carta e
breve ed lodierno atto notarile che per in latino : instrumentum pubblicum;
scritto in terza persona e al passato come il breve ma ha della carta il valore
dispositivo ovvero crea un diritto. Lazione giuridica che scritta nel documento ha
efficacia dal momento in cui il notaio la scrive inizialmente tutta italiana, per poi
diffondersi nel resto dellEuropa.
Il Basso Medioevo per lItalia trabocca di scritture notarili; il notaio una persona
cos importante per lepoca che c una densit di notai nei comuni italiani che oggi
sarebbe impossibile, un 4/5% della popolazione che fa il notaio in certi comuni
medievali. Si usano gli atti notarili per fare tutto.
Con larrivo dellinstrumentum si afferma anche un sistema di produzione dellatto
notarile, ovvero la triplice redazione, lavorando nella seguente maniera, tenendo
conto che il notaio non aveva un proprio ufficio, si dirigeva sul posto stesso; egli
redigeva una minuta su un supporto scrittorio, una sorta di appunto, senza alcun
valore legale; dopodich il notaio tornava nella sua dimora e redigeva latto in
maniera pi estesa con alcune formule allinterno di un registro notarile, conosciuto
come protocollo o registro di imbreviature, questo perch nel suo registro notarile il
notaio riportava tutti i suoi atti, in ordine cronologico, in breve poich non venivano
riportate tutte le formule ed eccetera. Normalmente gi questi atti scritti in breve
avevano un valore legale in epoca medievale, fatto che poteva anche portare al non
procedere oltre perch il passaggio dalla registrazione in breve, con tutte le
abbreviazioni nel registro notarile, al documento notarile singolo scritto su
pergamena aveva un costo piuttosto elevato. Il mundum, ovvero il documento redatto
in bella, normalmente veniva richiesto da quelle persone pi importanti e con la
possibilit di permetterselo.
LEZIONE 9
5/10/2016
Il testo in questione un atto di donazione a un monastero che, come abbiamo
accennato, risale all814 d.C.:
protocollo: la prima cosa che si nota una croce, intesa come invocazione
simbolica (presente in tutti gli atti, tranne che in quelli pontifici),
accompagnata da uninvocazione verbale: In nomine domini dei nostri Iesu Christi

(parole abbreviate), seguita da una parte della datazione e, nello specifico,


della data cronica, imperante domno nostro Hlodovico serentissimo imperatore anno primo et
regnante domno Bernhardo glorioso rege anno tercio indictione septima1, accompagnata dalla
formula di buon augurio feliciter, seguendo di nuovo uninvocazione in dei
nomine2.
Il testo inizia con larenga perpetrandum est unicuique quod evangelica vox terrebiliter
admonet dicens: dies domini sicut fur in nocte veniet et vos estote parati.3 Questa parte viene
seguita dalla narratio: Qua ammonicio ne vel exoracione commutus, ego Hildemmanus
gastaldius ex civitatem Verona talis mihi decrevit voluntas ad aliqua vennerabilia loca pro remedio
anime mee vel Heresindi coniuge mee offere deveremus quod ita nunc fieri decrevimus. 4; dalla
narratio si passa alla dispositio, allinterno della quale si descrive una
transazione: et ideo ego qui supra Hildemannus gastaldius trado adque offero ad monasterium
beate semperque virginis dei genetricis Mariae sito ad Organo ubi nunc Ariperte abba esse videtur
campo meo in Luxino qui mihi ex comperacione da heredes quondam Anbrosio advenet5;
infine si giunge allescatocollo, dove la scrittura risulta essere ben peggiore
rispetto a quella che possiamo vedere nelle prime righe e nelle prime pagine,
perch si perde lallineamento e il modulo per le lettere e le parole, con
unaccentuazione di un latino sempre pi volgare; inizia ancora con la datatio
che si riferisce al luogo dove stato redatto il documento achto Verona ad
suprascripto monasterio septimo diem mense madio felicitier6 seguito dalle sottoscrizioni,
in questo documento sono in parte autografe e in parte redatte da notaio, il
quale fa apporre una croce o un segno affianco al nome, come nel caso dello
stesso Ildemanno signum manus Hildemanni gastaldio qui hanc paginam offersioni fieri
rogavet7 affiancato dai segni di altre testimonianze come signum manum Agiverto
franco testi (segno della mano di Agiverto il franco, testimone) oppure signum
manus Ermengario franco testi; signum manus Ermualdo de fondis test; signum manus de Fonti
testi che sono tutte sottoscrizioni fatte dal notaio. Nellultima riga vi la
sottoscrizione del notaio che ha avuto modo di redigere il documento,
preceduta dalle sottoscrizioni dei testimoni, scritte con una scrittura
elementare: + ego Ragiberte rogatus ad Eldemannotestis subscripsi (su richiesta di ho
sottoscritto come testimone) + ego Babo rocatus ad Ildemanno testis subscripsi e, infine + ego
1

durante il primo anno dellimpero del nostro signore Ludovico, serenissimo


imperatore, durante il terzo anno del regno del signore Bernardo e nella settima
indizione (814 d.C.) felicemente
2
nel nome di Dio
3
Bisogna far sapere a tutti che la voce del Vangelo ammonisce terribilmente dicendo
che il giorno del Signore arriver come un ladro della notte (allimprovviso) e voi
stiate pronti
4
Spinto da questammonizione, io Ildemanno il gastaldo (amministratore del
patrimonio regio) ( un latino estremamente corrotto, gi un latino volgare) dalla
citt di Verona di mia volont ho cos stabilito ad alcuni luoghi religiosi per la
salvezza della mia anima e di quella di mia moglie Eresindi dovessimo offrire, cosa
che abbiamo deciso di fare adesso.
5
E io di cui sopra, Ildemanno il gastaldio, cedo e offro al monastero della beata e
sempre vergine Maria a Organo (esiste ancora adesso) ove adesso Ariperto abate un
mio campo nel Lussino che giunto a me avendolo comperato dagli eredi del fu
Ambrosio.
6
Questo atto stato redatto a Verona nel monastero soprascritto nel settimo giorno
del mese di maggio
7
Segno di Ildemanno il gastaldo che aveva chiesto di redigere questa carta di
donazione.

Garioald notarius rogatius ad Ildemannio gastaldio me pro teste subscripsi, per poi avere la
sottoscrizione del notaio + ego qui supra Audiberte, clericus notarius hanc paginam offersionis
scripsi et conplevi.
[Vedi slide.] un documento notarile che appartiene alla tipologia carta, scritto al
presente e in prima persona, proviene da Verona e risale allanno 814 sta arrivando
la minuscola carolina e ben presto anche i documenti si abbandoneranno alle
scritture altomedievali piene di legature-; presenta ancora una scrittura di tipo alto
medievale, con legature e con le lettere che si deformano per tutto sommato c gi
una preoccupazione per la separazione della maggior parte delle lettere, per
lomogeneit del modulo e per la regolarit dellallineamento che la rende pi chiara.
Anche il documento notarile, come quello pubblico, suddiviso in protocollo, testo ed
escatocollo; allinterno di queste sezioni per ci sono degli elementi che viaggiano e
che sono molto pi vari.
I principali caratteri estrinseci in questo documento sono: un documento scritto in
pergamenaceo e scritto con una grafia di tipo altomedievale; ci sono molti pochi dei
segni grafici caratteristici.
Altro documento preso in esame un breve, ovvero uno di quei documenti notarili
scritto in terza persona e al passato, per indicare un qualcosa accaduto
precedentemente. scritto in maniera molto pi facile. Siamo pi o meno negli stessi
anni, nell814, ma un po pi a Nord dove si ormai diffusa la carolina; questo
documento viene da unimportante monastero della Svizzera, il monastero di San
Gallo, un documento di permuta che riguarda sempre unabbazia ma c un privato
che scambia delle propriet con labate dellabbazia di San Gallo.

Tornando al discorso della minuscola carolina che inizia a diffondersi nel IX secolo, a
partire dal X-XI secolo si diffonde anche in altri territori. NellXI secolo inizia a
diffondersi nella Penisola Iberica, dove la visigotica comincia ad essere abbandonata;
poi si diffonde anche nelle Isole Britanniche, a scapito delle scritture insulari, un po
per linfluenza culturale dellImpero Carolingio ma un po anche perch cambiato il
quadro politico nel 1666 lInghilterra stata conquistata dai Normanni che portano
l la scrittura che gi da secoli era impiegata nellodierna Francia -. Molto tardi e con
scarsissima efficacia nei territori in cui continua ad essere usata la beneventana. La
minuscola carolina, essendo una scrittura che dura molti secoli, ovviamente non
rimane statica ma tende ad evolversi e cambiare, passando da una situazione di
piccole letterine tutte uguali ben staccate fra loro a qualcosa di diverso. Il modulo
progressivamente scresce, le lettere diventano pi grosse e spigolose, meno rotonde.
La carolina riceve varie tipizzazioni locali: il caso di Roma dove, essendoci una
corte papale, vi era una produzione di testi intensissima, per soddisfare le esigenze
liturgiche del papato; lo scriptorium dei Papi elabora una forma particolare della
carolina che detta minuscola romanesca che caratterizzata dal grande modulo.
In minuscola romanesca sono scritte le Bibbie Atlantiche che sono un insieme di
grossi codici della Bibbia, grandissimi, prodotti dallo scriptorium papale nellXI
secolo.
Nel corso dellXI secolo, nel periodo della sua massima espansione, la minuscola
carolina inizia a trasformarsi in qualcosa che non sar pi carolina ma unaltra
scrittura (cambia completamente aspetto); il tratteggio diventa sempre pi brusco e
spezzato, laddove cerano delle curve e dei tondi arrivano delle linee spezzate;

questa trasformazione porta, tra la fine dellXI secolo e linizio del XII, alla nascita di
un nuovo sistema grafico che prender il posto della carolina: la scrittura gotica.
La scrittura gotica ha due ordini di cause: cause di tipo tecnico (cambiano gli
strumenti scrittori) e cause di tipo sociale, culturale, economico.
Cause di tipo tecnico: si introduce un nuovo tipo di strumento scrittorio, un
nuovo tipo di penna; si passa dalla penna doca a punta dritta, simmetrica a
una penna dalla punta mozza. (Esisteva qualcosa di simile per la penna usata
per scrivere la beneventana). Si diffonde questa penna che, per la sua punta
mozzata, permetteva di fare sia dei tratti molto spessi che dei tratti molto
sottili (come gli evidenziatori). Questo tipo di penna comincia a diffondersi
sulle due sponde della Manica, tra la Francia settentrionale e lInghilterra
meridionale, sono le due zone che erano state appena unificate dalla conquista
normanna, e proprio in questi territori nascono i due codici scritti in scrittura
beneventana.
Cause di tipo culturale e sociale: cambiano i centri della produzione
libraria. Per tutto LAlto Medioevo i centri della produzione libraria erano i
monasteri e le cattedrali, vi era un monopolio religioso dei chierici sulla
produzione e uso dei codici. NellXI e XII secolo, riprende la produzione per
una clientela laica; in particolare, limpulso per la produzione libraria dato
dalla nascita, a Bologna e poi altrove in Italia, poi a Parigi e in Inghilterra, delle
Universit. Larrivo dellUniversit cambier radicalmente il modo di scrivere e
il rapporto della scrittura.

LEZIONE 10
10/10/2016
La gotica nasce con un forte legame con le esigenze di studio, non pi meditazione
nei chiostri, ma lo studio dinamico dellUniversit. Gli universitari hanno bisogno di
libri diversi da quelli di cui si potevano accontentare i monaci; il libro universitario
ha una forma e delle funzioni profondamente diverse rispetto a quelle dei libri
precedenti. un libro concepito per lo studio e ha questa struttura di grande
formato, le cui pagine sono composte nella parte interna da uno specchio di scrittura
principale distribuito su due colonne, circondato da una cornice che a sua volta
riempito di testo scritto con caratteri pi piccoli; nello specchio principale ci sar il
testo principale, mentre le scritte in cornice sono le glosse, ovvero le note.
Lesigenza di coprire del tutto la pagina, che traspare da questa cornice che corre
intorno al testo, nasce dal fatto che il codice universitario non viene prodotto da un
monastero che pieno di soldi ma deve produrselo uno studente universitario che
non sempre dispone di grandi risorse per acquistare libri. Il libro universitario, che
nasce con la scrittura gotica, un libro che risponde ad esigenze innanzitutto di
risparmio economico e poi di velocit di produzione.
Problema principale: dal momento che gli universitari non possono spendere molto i
produttori di libri cercano di far stare in una sola pagina il maggior numero di
parole, in che modo? (1) Si schiacciano fra loro le lettere. La scrittura gotica dunque
si caratterizza per il fatto che le lettere sono tra loro molto ravvicinate. (2) Si riduce
anche lo spazio fra le righe, linterlinea. (3) Un grande utilizzo delle abbreviazioni.
In questo modo, per leggere chiaramente un testo redatto in questa maniera, bisogna
introdurre una distinzione chiara fra le parole ovvero bisogna capire dove le parole
iniziano e dove finiscono. Questo cambiamento epocale che in qualche maniera
condiziona ancora oggi la scrittura. Allinizio per separare le parole si ricorreva ad

uno spazietto ma poi la gotica fa due invenzioni tuttora in uso: (1) sviluppare due
varianti grafiche per fare la S (la lettera con cui finiscono la maggior parte delle
parole latine), una da mettere allinizio e nel corpo delle parole e una da mettere alla
fine. (2) Trattino o due trattini che marcano landata a capo; quando si spezza una
parola per andare a capo si inseriscono i due trattini a fine riga.
Gotica il nome con cui la denominiamo oggi, i contemporanei al tempo la
chiamavano in altra maniera; il pi delle volte la gotica nel Basso Medioevo
chiamata littera moderna (la scrittura moderna, attuale) e si contrapponeva alla
carolina che era detta littera antiqua. Specialmente nellEuropa del Nord, dove il
tratteggio della gotica era molto pi aguzzo ed ardito, la gotica si trova anche
denominata littera textualis (deriva da textura, tessitura/trama perch se si guarda
da lontano una pagina scritta con una gotica particolarmente aguzza sembra una
tessitura).
Si comincia a parlare di scrittura gotica con lUmanesimo, nel 400, con unaccezione
negativa in quanto gotica stava per barbarica/brutta rispetto ai canoni di equilibrio
e di grazia che si diffondo tra Umanesimo e Rinascimento.
Originariamente, nel 400, la definizione di scrittura gotica era applicata alle
scritture altomedievali, a quelle del particolarismo grafico, a quelle del periodo in cui
cerano effettivamente i Goti: la merovingica, la visigotica ed eccetera. Si incomincia
a definire questa scrittura di cui stiamo parlando come scrittura gotica nel 500
quando nascono i trattati di calligrafia.
La scrittura gotica assume dei connotati molto diversi a seconda delle varie aree
geografiche. Non si pu parlare di una sola scrittura gotica, ma di uno stile gotico, di
una sostanziale omogeneit di gusti e di andamenti che per localmente si declinano
in maniera molto diversa. Malgrado questa variet entro il XII secolo, nel corso di un
secolo in cui fa le sue prime apparizioni, un po dappertutto la scrittura gotica si
canonizza.
Caratteristiche della scrittura gotica:
Tratteggio spezzato: le curve diventano spigoli.
Le lettere tendono a schiacciarsi e sovrapporsi fra loro: genera molti
problemi di comprensione.
Le aste, sia sopra che sotto, sono molto corte: per ridurre il pi possibile
linterlineo.
Le aste che poggiano sul rigo terminano con unondulazione.

Le tre regole della gotica, individuate da Mayer:


1) La R si trasforma quando dietro ha una pancia: quando la R si trova dopo
unaltra lettera che ha la pancia a destra, come una O o P o B, la R diventa
una specie di 2.
2) Quando c un incontro fra una lettera che ha la pancia sulla destra e unaltra
lettera con la pancia a sinistra, quando due pance si toccano, le due lettere si
fondono e creano un nesso.
3) Quando la lettera D incontra una lettera con la pancia rivolta verso sinistra
lasta verticale della D minuscola si piega e la D diventa una D onciale.
I codici scritti in gotica usano per gli incipit, i capilettera, le lettere iniziali
particolarmente grandi, un alfabeto alternativo che non quello della gotica ma un

alfabeto derivato dallonciale. importante in quanto un alfabeto che si trover


sempre usato nelle epigrafi.
La gotica una scrittura che, diversamente dalla carolina che aveva lasciato molte
isole dove non si era affermata o si era affermata molto tardi, ha un grandissimo
successo e si afferma ovunque, con dei tempi per differenti. Inizialmente si afferma
nellEuropa del Nord, in Italia incomincia ad arrivare nel XII secolo con tempi
differenziati fra Nord, Centro e Sud perch al Centro-Nord i primi centri in cui si
scrive in gotica sono quelli urbani in cui ci sono le universit: Bologna e Padova. Al
Centro-Sud invece larrivo della gotica molto pi graduale perch pi forti erano le
scritture tradizionalmente usate in quei territori; sopravvivevano le scritture curiali
come i centri come Roma e Ravenna o Napoli e soprattutto sopravviveva nel
Mezzogiorno peninsulare la beneventana che poi verr spazzata via da una serie di
fattori sia politici che culturali: la fine della dominazione longobarda e larrivo
dallEuropa del Nord dei Normanni, a met XII secolo, il declino degli enti religiosi
benedettini e larrivo dei cistercensi.
Malgrado questa gradualit nella sua diffusione, a partire dallinizio del 200, nel XIII
secolo, soprattutto nellItalia centrale, quindi Roma, Firenze, Bologna, ma in
generale un po in tutta Italia, la gotica acquisisce in Italia una canonizzazione
caratteristica, si crea un tipo di gotica italiano diverso da quello del Nord Europa,
detto gotica rotunda.
Il paragone che solitamente si fa quello con levoluzione degli stili artistici e
architettonici perch, cos come larchitettura gotica non raggiunge quei livelli di
svolazzo e guglie particolarmente arditi ed elevati che ci sono nellEuropa del Nord
ma forme pi composte, rotonde e morbide, lo stesso vale per la scrittura.
Nel XII secolo nasce un nuovo tipo di mercato librario che quello legato alle
universit: Bologna, Padova in Italia; a partire dal 200 anche Napoli, Salerno con la
scuola medica, in Francia Parigi dove si insegnava teologia e filosofia soprattutto, in
Inghilterra Oxford. Gli studenti universitari hanno bisogno di testi molto diversi da
quelli impiegati nei monasteri e delle cattedrali; hanno bisogno di testi che non siano
di argomento strettamente religioso, di risparmiare soldi ma anche di avere i loro
libri molto rapidamente e infine avevano necessit di un'altra cosa: il testo dei libri
non doveva subire alcuna corruzione. Per tutte queste necessit verso il XII-XIII
secolo presso le principali sedi universitarie si afferm un particolare sistema di
produzione del libro, molto diverso da quello usato nellAlto Medioevo, e che si
chiama: sistema della pecia; la pecia in latino il fascicolo, insieme di quattro o
cinque fogli che insieme ad altri fascicoli era rilegato allinterno del libro. Il sistema
della pecia funzionava cos: prima dellinizio del corso il professore si procurava una
sua versione del testo di studio, exemplar, e lo consegnava ad una bottega libraria
convenzionata alluniversit; lexemplar non era rilegato e quindi poteva essere
diviso in tanti fascicoli e gi questo abbatteva i costi di produzione la bottega aveva
tanti dipendenti, ciascuno prendeva un fascicolo e si copiava il tutto
simultaneamente -. Unalternativa era che lo studente si affittasse da solo per un
periodo limitato di giorni un fascicolo e se lo copiasse da solo e questo abbassava
ulteriormente i tempi e i costi.
Il fatto che intorno alle principali sedi universitarie si producessero moltissimi libri,
poich gli studenti ne avevano bisogno, fece s che dove cerano grandi universit
nelle botteghe librarie emergessero con il tempo dei tipi di grafie particolari per cui
ogni citt che aveva una sede universitaria importante sviluppasse una sua propria
declinazione locale della gotica. Queste scritture locali sono chiamate: litterae

scholasticae. I due tipi pi importanti di litterae scholasticae sono quelli che


nascono nel XIII secolo intorno alle universit di Bologna e di Parigi. A Bologna nasce
la cosiddetta littera bononiensis che si caratterizza per essere una rielaborazione
della gotica rotunda ma con le lettere ancora pi schiacciate. Mentre a Parigi si
svilupper la littera parisiensis con le lettere ancora pi schiacciate per venire
incontro alle esigenze di tutti gli studenti.
Ci sono altri due tipi di litterae scholasticae che sono meno formalizzate; nascono
una intorno allUniversit di Napoli, fondata da Federico II, che si chiama littera
neapolitana e unaltra intorno allUniversit inglese di Oxford detta littera
oxoniensis.
Testo tratto dal Milione di Marco Polo:
Camul una provincia che fo za (la Z graficamente rappresentata come una C con la
cidiglia) regname persie in la quale cita e castelle asai la mastra citta dita Camul. La
provincia verso maestro dentro dui deserti. Da luno lato logran deserto del quale ditode
sopra dalaltro lato uno deserto che dura tre zornate la gente de la contrada adora le idole et
ae (sta per ha, III persona singolare) lenguazo persie e viveno de fruito de tera. Illi hanno
grande habundacia de vituaria (vettovaglie, mercanzia) et asai ne vendeno aliviandanti che
pasano per quella contrada. Illi eno homini de grande solazo: illi no atendeno ad altro se no
asonare instrumenti et a cartare et a balare et a solazare.
Se uno forastero che passi per la contrada vada a caxa (casa) de alcuno homo per albergare in
caxa soa, ello lo receve volentera e lo signore de caxa comanda a la muiere che ella sia
ubbidiente a quello forastero in tuto soe (ci) che ello vor comandare e va di soi fati i vila et
altro la ove ello volle la dona tene colui cos como esso foseso marito. Tuti quilli de questa
provincia recevono vergogna de soe mulieri ma sel tenono in dexenore, le femene de quella
contrada erano molto belle. In lo tempo che regnava Mongut Kaam (Kahn) lo quale fo signore
de tuti li tartari li homini de kamul li fono (gli furono) denunciati de questa descunza cosa che
illi feano e lo re li mand che illi no dovesero albergare neguo forastero plue
Esempio di come funzioni la variante maiuscola della scrittura gotica, nelle varie
epigrafi medievali nel periodo comunale e delle signorie italiane, unepigrafe che
celebra la costruzione di una fontana risalente al 1342 a Bergamo, importante per la
funzione delle abbreviazioni e per comprendere i nessi tra le lettere, essendo una
scrittura molto calligrafica, con le lettere che si fondono tra di loro.
Come tutti i testi medievali, il 90% del testo composto da sproloqui mentre il 10%
da cose sostanziali. Non un documento ma si apre comunque con una invocazione
simbolica infatti allinizio si vede una croce e poi continua con la datazione:
+ anno (ano con segno abbr.) domini (segno abbr.) curente milletrecentoquarantadue
(MCCCXLII) indictione Xa et tempore dominationis dominorum Iohannis dei gracia Archipiscopi
Mediolanensis et Iuchino fratrum Vicecomitum de Mediolano Mediolani Pergami etcetera, dominorum
generalium epigrafi molto calligrafiche che giocano sui nessi e sulle sovrapposizioni
delle lettere, con molte abbreviazioni.

La diffusione della minuscola carolina, nata come grafia per scrivere libri, spazza via,
fra lVIII e il IX secolo molte delle grafie altomedievali, sia librarie sia documentarie.
Nel giro di un paio di secoli la maggior parte di quelle scritture documentarie corsive
piene di legature in cui le lettere si intersecano luna nellaltra e diventano sempre
pi difficili gradualmente scompaiono e sono soppiantate da qualcosa di simile alla
carolina.
La prima a sparire, per prossimit geografiche e culturale, la merovingica che
ancora usata da Carolingi nei loro diplomi, resistono di pi ma scompaiono le varie
scritture curiali, per esempio nella cancelleria papale si smette di scrivere in curiale
romana entro lXI secolo. C quindi un graduale abbandono della corsivit, passando
ad una scrittura molto pi posata, meno corsiva e con le lettere pi staccate; questa
scrittura si chiama minuscola diplomatica ed la scrittura che un po tutte le
cancellerie adottano, abbandonando le vecchie scritture alto medievali. Questo
abbandono della corsivit si trasmette anche ai livelli inferiori della documentazione,
incominciano a usare delle scritture simili alla minuscola carolina anche i notai che
scrivono documenti e ancora pi velocemente luso di una scrittura simile alla
minuscola carolina si afferma nelle scritture di tipo personale, ad uso individuale.
Ladozione della carolina dai libri alle scritture documentarie fa s che per la prima
volta vi sia una forte somiglianza fra le scritture librarie e le scritture documentarie.
Questo sostanziale parallelismo fra scrittura libraria e scrittura documentaria
cambier, almeno per lItalia, allinizio del 200 quando si creeranno i presupposti
per la nascita di una nuova scrittura documentaria corsiva, e quindi veloce, e diversa
da quella dei libri; questa scrittura si chiamer: minuscola cancelleresca che sar
una scrittura estremamente importante per lo sviluppo della cultura scritta in
italiano perch sar la grafia del volgare italiano fra 200-300.

LEZIONE 11
11/10/2016
Il tema delle scritture femminili un tema poco conosciuto. Nel Medioevo
lalfabetizzazione riguardava prevalentemente gli uomini; le donne fino a tempi
relativamente recenti sono state una minoranza rispetto alla popolazione
alfabetizzata per una questione di discriminazioni di generi e per tutti i motivi che
sappiamo. Nel periodo dellAlto Medioevo cera per un certo numero di donne che
praticavano abitualmente la scrittura ed erano le monache che nei monasteri
femminili si occupavano della scrittura dei libri che poi servivano per le esigenze
liturgiche o di studio dei monasteri stessi.
Problema: molto raro che si sappia chi ha scritto un codice medievale, non lautore
ma lo scriba che ha materialmente scritto quel codice perch nel Medioevo e
specialmente negli scriptoria monastici scrivere era considerato, al pari di altri
lavori, un lavoro fatto al servizio di Dio e il monaco per umilt e per non vantarsi di
questo servizio di solito evitava di scrivere il proprio nome, ragion per cui nella
maggior parte dei codici, tranne in alcuni rari casi, non si sa se siano stati scritti da
un uomo o da una donna. Il maschilismo imperante ha portato per molto tempo i
paleografi a dire che in realt quasi tutti i codici medievali sono stati scritti da
uomini.
Casi come quello di Gouta dicono che invece vi era una produzione, legata ai
monasteri e ai conventi femminili, di libri scritti da donne. Gouta in particolare
famosa perch ha scritto un lungo e calligrafico colophon (sono quelle parti in cui lo

scriba scrive, alla fine del libro, dichiarando di aver scritto il libro e aggiungendo
preghiere ed eccetera).
La scrittura cancelleresca.
A partire dalla diffusione della carolina, non era cambiata solamente la grafia dei
libri, ma anche quella documentaria che aveva adottato quella carolina, portando ad
ununiformit delle scritture in quasi tutti gli ambiti, da quello cancelleresco a quello
dei libri a quello dei documenti.
Questa situazione cambia a partire dallinizio del 200 quando si creano in tutta
Europa i presupposti per la nascita e per la diffusione di una nuova scrittura
documentaria corsiva ovvero nasce un nuovo modo di scrivere i documenti, non pi
imitando le grafie dei libri ma in maniera corsiva, veloce, con molte legature.
Quali sono le condizioni per la nascita in tutta Europa di una scrittura corsiva per i
documenti?
Ormai da molto tempo in Europa cera un sistema grafico comune. Un po in
tutta lEuropa Occidentale si scriveva nella stessa maniera; prima la carolina,
poi la gotica che si era diffusa ancora di pi.
Il rafforzarsi del sistema scolastico e laumento dellalfabetismo. Il
Medioevo finito, c una rinascita commerciale e culturale che parte dallXI
secolo e poi si rafforza nel XII e nel XIII, sempre pi persone sanno scrivere e
leggere, non pi soltanto i religiosi e gli aristocratici ma anche una fascia
media della popolazione. Le scuole dove si insegna a leggere e scrivere non
sono pi soltanto le scholae dei monasteri dove va laristocrazia, nascono delle
scuole pubbliche. Dunque c una componente molto pi forte della
popolazione che sa leggere e scrivere e che normalmente legge e scrive e
quindi c una maggiore dimestichezza con la scrittura che ormai si sta
volgendo verso il volgare che si sta affermando, affiancando il latino.
Si moltiplicano gli apparati amministrativi e i funzionari comunali che
compilano registri che sono utili allamministrazione del territorio.
Fattore tecnico: si introduce un nuovo strumento scrittorio: una penna dalla
punta centrale, simmetrica che impedisce di fare i chiaro scuri ma permette di
disegnare dei tratti molto pi facilmente.
Tutti questi fattori hanno leffetto di incoraggiare la diffusione di una scrittura
corsiva per i documenti. Questa scrittura corsiva si chiama, per il momento, littera
minuta corsiva e si afferma anzitutto nelle cancellerie. Fra lXI e il XII secolo le
cancellerie scrivevano documenti con la minuscola diplomatica (che non altro che
una imitazione della minuscola carolina che stava nei codici). Adesso invece si passa
nelle cancellerie ad una scrittura un po diversa, allinizio del 200.
Caratteristiche:
Grande abbondanza delle legature.
Contrasto forte tra le piccole dimensioni del corpo centrale delle lettere (delle
pance) e la grande esuberanza delle aste che tendono a fare dei grandi giochi
calligrafici piegandosi sinuosamente.
Si tratta di una scrittura corsiva in senso tecnico perch se noi intendiamo scrittura
corsiva come scrittura veloce non di certo questo il caso; in senso tecnico in
quanto fatta con le legature, con dei tratti che proseguono senza staccare la mano
dal foglio.
La littera minuta corsiva nasce nella cancellerie; da queste elaborazioni
cancelleresche per si ha, tra la fine del 200 e linizio del 300 in Italia un
particolare sviluppo. Chi in Italia scrive documenti, quindi innanzitutto i notai, si

ispira alla littera minuta per creare una pi semplice e veloce scrittura corsiva
documentaria che serva per tutti i giorni (non pi soltanto per i documenti di
cancelleria). Poich questa nuova scrittura deriva dalle scritture delle cancelleria si
chiama appunto: minuscola cancelleresca.
La scrittura cancelleresca molto importante, ha una lunga vita, e tra fine 200 e per
tutto il 300 tutti quanti la usano in Italia; la usano tutti i notai, le persone qualunque
per scrivere le proprie scritture quotidiane e sar usata anche in molti libri,
diventando anche una scrittura libraria; anche questo fatto molto importante
poich molti dei libri che si trovano scritti in cancelleresca sono scritti in volgare: la
cancelleresca la grafia usata nella prima grande diffusione letteraria del volgare
italiano.
Si diffonde in tutta Italia ma c da fare una precisazione che riguarda il Piemonte
che era una regione di frontiera controllata in gran parte dai Savoia e che quindi
cera una grande permeabilit fra le tradizioni grafiche italiane e quelle transalpine
sul territorio piemontese. In Piemonte la cancelleresca esiste ma accanto a questa
scrittura si trova unaltra grafia di origine francese che detta bastarda. La
bastarda la grafia di tutta la documentazione dei Savoia, fra 300 e 400.
Caratteristiche:
Grande chiaroscuro.
Grande corsivit.
Grande inclinazione verso destra.
A parte il Piemonte dunque, in tutta Italia si trova la cancelleresca.
Caratteristiche della cancelleresca:
Sostanziale rotondit delle lettere.
Scrittura corsiva con tante legature che aumentano con laumentare
della velocit di scrittura.
Ci sono molti svolazzi, soprattutto nei casi pi calligrafici e pi belli, in
particolare caratterizzata da elementi detti a bandiera soprattutto
se si prende in considerazione la lettera L minuscola corsiva, con un
occhiello nella parte superiore, conosciuto come elemento a bandiera,
che si diffonde anche ad altre lettere.
Le lettere M ed N, le due nasali, hanno una terminazione particolare
per il tratto finale, facendo una sorta di disegno, andamento ondulato,
come una piccola proboscide.
Lusare delle lettere maiuscole, soprattutto la B e la R, di grande
impatto e scritte in maniera particolare.
La cancelleresca la grafia per eccellenza del volgare, di cui si sono serviti sia
Petrarca che Boccaccio per scrivere le bozze delle loro opere, molto probabilmente
lha usata anche Dante ma si posseggono solo gli autografi di Petrarca e Boccaccio e
non di Dante quindi non si sa con sicurezza.
la grafia con cui sono scritti la maggior parte dei libri nei quali si trovano queste
opere ma non tutti i codici sono scritti in cancelleresca; i codici scritti in italiano
della prima letteratura italiana sono per la maggior parte scritti in cancelleresca e
appartengono ad una fascia media ma poi ci sono anche una fascia alta e meno
numerosa di codici volgari che si trovano scritti nella grafia solenne e libraria per
eccellenza dellepoca ovvero in gotica. Invece per quanto riguarda i codici meno
pregiati si trova una fascia inferiori di codici scritti in unaltra grafia che una grafia
propria delle fasce sociali medie che si chiama mercantesca che una scrittura
semplicemente corsiva e veloce che non ha nessuna ambizione estetica.

Il volgare.
In Italia si sviluppa molto tardi, rispetto ad altri Paesi, quando sia in Francia (la
chanon de Roland) sia in Spagna (poema del Cid) esisteva una vera e propria
letteratura in volgare gi dallXI-XII secolo. In Italia la lingua e la letteratura volgare
si sviluppano tardi perch anzitutto linfluenza dei popoli barbari che avevano
conquistato lItalia sulla lingua parlata in Italia fu nulla; lItalia fu conquistata dai
Longobardi che si misero nel giro di poche generazioni a parlare in latino,
dimenticandosi la propria lingua madre, come ci dimostrano alcuni testi giunti fino a
noi, come lHistoria Langobardorum di Paolo Diacono; questo fece s che la lingua
parlata in Italia, a differenza della Spagna dei Visigoti e della Francia dei Franchi, si
mantenesse molto aderente al latino. Nei secoli centrali del Medioevo ci sono i primi
centrati tentativi di rendere per iscritto la lingua volgare, per esempio i Placiti di
Monte Cassino scritti in beneventana.
I primi componenti poetici risalgono circa al 1200 (Cantico delle Creature). Ma
ancora non si pu parlare di una letteratura italiana perch di letteratura vera e
propria si pu parlare nel momento in cui si passa da una situazione di esperimenti
isolati a una situazione in cui invece c proprio una produzione pi o meno costante
di libri scritti in lingua volgare, libri che hanno un mercato e che quindi circolano; c
un legame tra letteratura e forme di produzione e trasmissione del testo letterario. In
Italia girano codici scritti in volgare ma vengono dagli altri Paesi come per esempio i
poemi cavallereschi e i romanzi cortesi, scritti in francese, le liriche dei trovatori,
scritte in provenzale spesso nel purgatorio di Dante compaiono personaggi e
citazioni di liriche provenzali o francesi -.
Per il volgare italiano una vera produzione libraria si ha soltanto verso la fine del
200 e linizio del 300 (gli anni in cui scritta la Commedia). LItalia si porta in pari
piuttosto velocemente perch la produzione di libri in volgare da subito molto
intensa e questi libri sono scritti prevalentemente in cancelleresca.
La scelta della cancelleresca per scrivere questi libri una scelta non neutra, si
sceglie la cancelleresca e non la gotica, perch questi libri si indirizzavano s ad un
pubblico colto, per si rivolgono ad un pubblico un po pi vasto e un po pi esteso e
con ambizioni culturali un po inferiori rispetto a quello dei libri in latino. Il pubblico
della letteratura in volgare sono le fasce alte della popolazione dellItalia comunale,
le cosiddette borghesie cittadine. Le opere in volgare si collocano ad un livello di
dignit inferiore a quello del latino (che rimarr sempre la lingua dei dotti, per tutto
il Medioevo, malgrado Dante si sforzi di dimostrare come invece si possa benissimo
fare letteratura scrivendo in volgare italiano). Il latino rimarr la sola lingua usata
per tutto il Medioevo per scrivere i documenti.
Mettere per iscritto una lingua che fino a poco prima era solamente parlare, aveva
un uso esclusivamente orale, non affatto facile; quando, a partire dalla fine del XII
secolo e dallinizio del XIII, si inizia a voler scrivere in italiano si pongono almeno tre
gravissimi problemi:
1) Resa dei suoni: litaliano ha una serie di suoni che in latino non esistono (gl,
gn, cuore.). Non ci sono ancora dizionari e manuali di lingua e ortografia
italiana e non ci saranno fino allinizio del 500.
2) Difficolt di separazione delle parole: come per esempio la troncatura delle
parole, come negli articoli quando si fa cadere una vocale e si mette un
apostrofo; questa era una novit per il latino.
3) Sistema di abbreviazioni: la lingua latina si basa principalmente su questo. In
italiano ladattamento del sistema abbreviativo latino comporter tantissimi
problemi.

[Vedi slide] Testo del 1355 di un codice. Non un testo letterario ma un testo
documentario, contiene gli statuti in volgare del comune di Firenze. La maggior
parte dei testi ufficiali dei comuni era scritta in latino essendo la lingua dei notai e
degli ufficiai per eccellenza. Problema: la comprensione che si aveva allora del latino
era piuttosto scarsa e vaga, di conseguenza i notai e gli ufficiai scrivevano in latino
ma di fronte alle parti contraenti del contratto scritto in latino spiegavano in italiano
il testo. Lo stesso valeva per gli statuti, scritti in latino ma poi proclamati in italiano,
volgarizzandolo. Il comune di Firenze vede redigere gli statuti in latino ma poi fece
redigere anche la versione degli stessi in volgare in modo da non dover ogni volta
spiegare e volgarizzare il testo.
introdotto da una rubrica (titoletto)
documentazione che si riferisce ai banditi.

in

rosso

che

riguarda

tutta

una

Del oficio del notaio posto sopra li libri degli sbanditi.


Laltro notaio de predetti 33 notari sia sopra li libri de condannati overo i sbanditi del detto comune per
malefici et sia tenut di faer copia delle condannagioni et isbandimenti predetti a tutti che adomandassero et
di lasciare exemplare se domandato sarae (sar). Sia ancora tenuto di scrivere li atti de i piati che fossero
dinanzi a messer la podestade o suo assessore collaterale si come li altri notari di messer la podestate et
delli assessori predetti. Et che la podestade tutti et ciascuni che al tempo del suo regimento condanner per
contumacia sia tenuto di fare leggere et pubblicare et disbandire per sua sentencia infra XV die conpitando
dl die della fatta condannagione nel generale consiglo et specificare
La mercantesca.
una scrittura tipicamente italiana e trova il proprio terreno di fioritura nella societ
cittadina, specialmente Toscana (o comunque dellItalia centrale) fra il XIII e il XIV
secolo (200-300) che sono dei secoli di fioritura di attivit imprenditoriali di ogni
tipo: crescono i traffici mercantili, si sviluppano numerose attivit di tipo bancario,
nascono compagnie di banchieri e mercanti su basi familiari che sono attive
sullintero territorio europeo.
Chi aveva a che fare con attivit mercantili e bancarie si ritrovava nella necessit di
scrivere molto e nella necessit di scrivere in maniera molto diversificata, in molti
tipi diversi di scritture; bisognava scrivere lettere di corrispondenza, tenere registri
di conto, nascono in quel periodo scritture di tipo finanziario nuove: non soltanto
occorreva saper scrivere bene, quindi che ci fosse unalfabetizzazione molto forte,
ma occorrevano anche delle buone conoscenze di ragioneria (saper fare di conto ed
eccetera). Per queste necessit sorgono in Italia centrale e in seguito in quella
settentrionale e meridionale, nel 200 delle scuole apposite (oggi si chiamerebbero
tecniche) dette scuole di abaco e di algoritmo; erano scuole che insegnavano la
ragioneria, e quindi a far di conto, ma che davano uninfarinatura di competenze
grafiche, insegnavano a scrivere, a leggere. Nellambito di queste scuole ha origine
anche una grafia distinta e corsiva, a fine 200, che la mercantesca. Non ha
nessuna ambizione estetica, si sviluppa a partire dalle scritture usuali; questa
scrittura sar usata per scrivere in volgare, dal momento che non c alcuna
necessit di ufficialit.
Caratteristiche della mercantesca:
una scrittura estremamente corsiva.
caratterizzata da una tendenza allallungamento sulla riga delle lettere.
Ci sono tantissime legature.

G ad alambicco.
A: proprio perch la mano molto veloce e le lettere tendono a spalmarsi
sulla riga, il tratto finale della lettera A non pi un chiaro tratto verticale
ma tender a diventare quasi orizzontale facendola somigliare ad una O.
E: sembra una lettere V in quanto segue, come la A, la tendenza a
spalmarsi sulla riga.
La mercantesca una scrittura che trova il suo contesto di impiego per eccellenza in
tutti quei testi che hanno a che vedere con le professioni dei banchieri, dei mercanti,
degli artigiani ed eccetera. La si trova impiegata nei registri di conto, nei cambiali,
nelle lettere scambiate fra le compagnie commerciali; la si trova anche in molte
scritture private - fra 300 e 400 incominciavano a fiorire i libri delle ricordanze
ovvero quelle specie di diari di famiglia o personali tenuti da banchieri e da mercanti
che annotano quello che succede alla famiglia o alla compagnia -.
Ma si trovano scritti in mercantesca anche una serie di libri: molti sono i libri che
circolavano allinterno delle scuole di abaco ed algoritmo quindi la mercantesca la si
trova prevalentemente in trattati di calcolo, architettura, commercio ed eccetera. Ma
si trovano anche dei testi letterari (come la Divina Commedia) scritti in mercantesca;
di solito questi libri sono quei libri copiati per uso personale e non atti per la
circolazione di un mercato; danno unimmagine piuttosto fedele di quali potessero
essere gli interessi di questa classe media, delle famiglie non troppo colte di
mercanti e di banchieri.
La scrittura mercantesca ha una vita molto lunga, durer fino al 500. La sua vita
lunga deriva proprio dal fatto di essere usata in queste cerchie abbastanza
circoscritte di mercanti e di banchieri che quindi tendono un pochino a conservarsi.
Sar spazzata via dalla grafia che si porter via, a inizio 500, tutte le grafie
medievali: la grafia italica.

LEZIONE 12
12/10/2016
Oggi leggeremo due testi scritti in mercantesca, in volgare. Il primo testo scritto in
una mercantesca particolarmente posata, relativamente facile da leggere; ha degli
elementi misti con la cancelleresca. una copia della Divina Commedia, redatta
nella prima met del 300; una pagina del X canto dellInferno dunque del girone
degli eretici, in particolare degli epicurei coloro che negavano che esistesse la vita
dopo la morte e che per contrappasso sono costretti a stare, nellInferno, dentro a
delle tombe che dentro sono infuocate. In questo canto Dante e Virgilio incontrano
un Farinata degli Uberti.
I capilettera scandiscono linizio delle terzine.
Ellanimose mani del ducha e pronte
mi pinser tralle sepolture allui
diciendo le parole tue sian conte.
Chomio al pie della sua tonba fui
ghuardomi un pocho epo(i) quasi sdengnioso
mi dimando chiffuor (chi furono) gli magior tuoi.
Io chera dubidir disideroso
nonlli (non li) cielai mattutto (ma tutto) li laperssi (lapersi)
onde levo (lev) le ciglia un poco suso.
Poi disse: Fieramente furo averssi
ame (a me) et a mie primi et a mia parte
sicche (sicch) per due fiate li disperssi
Seffuor (se furono) chacciati ettornar (ei tornar) dongni (dogni) parte

rispuosi lui luna (luna) e laltra (laltra) fiata


ma i vostri non apreser ben quellarte (quellarte)
Allor surse alla vista scoperchiata
unobra (unombra) lungho questa infinalmento
credo chessera in ginocchia levata.
Dintorno mi ghuardo come talento
avesse di veder saltrera mecho
e poi che l sospichar fututto spento.
Piangiendo disse Se per questo cieco
charciere vai per alteza dingengnio (dingegno)
mio figlio ove (ov) et percche non e ei teco
Et io allui: Da me stesso non vengnio
e colui chattende (cattende) la perqui mi mena
forsse cholui Ghuido vostro ebe a disdengnio
Le sue parole et l modo della pena
mavea (mavea) gia di costui eletto l nome
pero fu la risposta chosi piena
Di subito dirizato grido (grid): Chome
diciesti elli ebe non vivelli (vivelli) ancora
non fiere li occhi fino il dolce lume (a significare
che probabilmente era morto)

Caso abbastanza facile di scrittura mercantesca, perch lautore di questa copia si


era impegnato affinch fosse una scrittura posata e senza inserire lettere diverse fra
loro, ma scritte tutte nello stesso modo.
Laltro testo che leggiamo un testo librario, redatto con la sua scrittura usuale
dellautore stesso solo per avere un testo da leggere, una mercantesca senza pretese
che propone un volgarizzamento dei Vangeli o, meglio, della loro spiegazione in
volgare, sebbene stacchi il titolo del paragrafo dal resto del testo, lasciando uno
spazio bianco dove inserire un capolettera in un colore diverso e con caratteri pi
grandi; il testo presenta molte legature e una corsivit maggiore, caratteristiche
della mercantesca, assieme anche alla particolarit di un allungamento verso destra
sul rigo, in aggiunta ai problemi che si possono osservare anche nel testo tratto da
Dante. Il testo risale al secolo XV:
Chomincia il vangielo chome langielo Ghabriello a nunzio a Zacheria lavenimento di santo Giovanni
Battista ratio una.
Nel tempo dErode (dErode) re de Giudea fue uno sacierdote chavea (chavea) nome Zacheria della
schiatta (della progenie) dAbia (dAbia) et avea per moglie una delle figliuole dAron (dAronne) la quale
avea nome Elisabetta et erano amendue (entrambi) giusti dinanzi daddio (a Dio) osservando tutti gli
chomandamenti et giustificazioni di Dio sanza ramaricamento e non aveano figluolo imperoche Lisabetta
era sterile et amendue erano di tempo (entrambi erano anziani). Adivenne che chon cio fosse chosa chegli
nellordine della sua vicienda usasse luficio del sacierdozio dinanzi a Dio sechondo lusanza sacierdotale.
Vennegli in parte (gli tocc) dinciensare (dincensare) et poi che fue entrato nel tempio di Dio et tutta la
moltitudine del popolo stava di fuori innorazione (a pregare). Nellora (nellora) dello incienso aparvegli
langielo di Dio il quale stava nella diritta parte dello altare dello incienso e Zacheria veggiendolo fue
turbato et ebbe timore. Allora allora gli disse langielo: Non temere Zacheria inpercioche (perch) l tuo
priego (preghiera) e asaudito ella tua moglie Elisabetta partorira uno figlio e apellerai il nome suo
Giovanni!.
Abbiamo avuto modo di analizzare diverse scritture, dalla gotica alla cancelleresca,
fino ad arrivare alla mercantesca; nellItalia fra fine 200, per tutto il 300, fino al
400 queste scritture coesistono, fatto molto importante perch ne consegue che la
scelta della scrittura da utilizzare corrisponde a una diversa funzione che vogliamo
dare al testo e corrisponde anche alla fisionomia sociale di chi scrive (la mercantesca
per esempio gi di per s una scrittura che individua da subito il ruolo sociale di
chi scrive); dal tipo di scrittura si pu gi capire chi lha scritto e con quali scopi.
Tutte e tre le scritture, gotica, cancelleresca e mercantesca possono essere utilizzate come
scritture di libri. Il loro uso corrisponde ad un differente pregio, sia del libro come
prodotto fisico, sia del testo che veniva scritto (tutti gli alfabetizzati sapevano
leggere pi o meno tutte le tre scritture); la cancelleresca, a met fra la colta gotica
e la vile mercantesca, era usata per scrivere dei testi che si collocavano su un livello
medio, fra le opere veramente colte (in latino) e le scritture di tutti i giorni.
Queste tre scritture dureranno a lungo, fino a tutto il 400 ma mentre prosperano
luna accanto allaltra, durante il 300 vi furono alcuni segnali di una tendenza al
ritorno allantico, tendenza che si constata anche nellambito artistico, propria
degli ambienti colti che si stanno raccogliendo attorno a un nuovo importante
soggetto politico, ovvero le corti dei sovrani e dei principi. Una cultura cortese
aristocratica esclusiva che si contrappone alla cultura universalistica delle chiese e
delle universit (cultura che aveva la sua bandiera, almeno dal punto di vista grafico,

nella scrittura gotica). Questi ambienti di corte sono, dal punto di vista culturale,
particolarmente raffinati che possiamo trovare attorno alla corte papale di Avignone,
assieme alle varie corti signorili italiane che iniziavano a sorgere attorno alla fine del
200, per esempio nellItalia nord orientale agli Scaligeri, agli Este, ai Visconti e cos
via e che dal punto di vista colto tentavano un ritorno allantico e che possono essere
ritrovati anche allinterno del sistema politico di Firenze. In questo ambiente la
gotica non andr pi bene e questo discorso non riguarda solo la grafia ma anche la
scultura dove si ha una ripresa dei modelli classici che sono fusi con i modelli gotici.
Uno dei maggiori esponenti di questo nuovo mondo Francesco Petrarca che nei
decenni centrali del 300 lintellettuale cortese per eccellenza.
Testo in carolina di un documento notarile (carta al presente e in prima persona,
breve al passato e in terza persona) che in questo caso un testo notarile breve,
scritto nello stesso anno della carta veronese sebbene al contrario di questa sia
scritto con una scrittura carolina molto pi chiara; viene dal monastero svizzero di
San Gallo e si riferisce a uno scambio di beni tra il monastero di San Gallo e un
privato:
Testo (arenga):
Omne namque quod inter partes diversas sanis moribus bonisque consilis fuerit diffinitum necesse est
propter futura iurgia precavenda conscriptioni tradere. (Ogni cosa che fra due parti diverse sia
stabilita secondo delle buone abitudini e delle buone intenzioni necessario per
evitare future liti affidare a un documento scritto.)
Testo:
Complacuit itaque Totpoldo et advocato eius Lantfrido quoddam con cambium facere cum hartmoto
abbate coenobi Sancti Galli et quod fecerunt. ( stato stabilito perci di fare un certo scambio
fra Tiotpoldo e il suo avvocato Lantfrido e Hartmodo abate dellabbazia di San Gallio
e cos hanno fatto.)

LEZIONE 13
17/10/2016
Testo (dispositio):
Dedit itaque predictus Thitopold cum manu advocti sui Lantfridi subascripto abbati inter Zillislata et
Wilare et Aha et Hebenhova LV iugera de terra arativa et ad Witoltes Wilare partem silvule unius que sibi
hereditario iure pro venit et ad superiora iugera omnia confinia silvarum; supranominarus autem abbas
dedit prefato homini cum mano advocati fui Lantolti quicquid habuit in Chreinthotf e contra.
Testo (clausole):
Ea vide(li)cet (cio) ratione: ut utraque pars firma et stabilis in evum permaneat
Testo (escatocollo e sottoscrizioni):
Actum in loco qui dicitur Winterdura publice presentibus istis quorum hic signa continentur, signum
Theotpoldi et advocati eius Lanfridi qui hoc concambium fieri rogabant; signum et aliorum testium qui ibi
presentes aderant: signum Adaberti comitis + Hupold + Witpert + Wolvine + Horskine + Ruadpert + Immo
+ Perihker + Hotere + Verdo + Wetti + Wolfrand + Tioto + Heriprandt + Wolfrige + Pato + Puozzo. Ego
itaque Pero subdiaconus scripsi et subscripsi notavi die tertia feria secunda idus maias (15/05) annum
secundum Karoli imperatoris augusti Adalbertum comitem

A partire dal 300 circa incomincia ad emergere un nuovo gusto grafico che
corrisponde da un lato ad un atteggiamento di riscoperta dellantico, che vale anche
per larte e dallaltro corrisponde alle ambizioni culturali e ai gusti di piccole cerchie
di intellettuali che trovano il loro ambito di riferimento non pi nelle Universit,
luogo di promozione della scrittura gotica e del libro gotico, ma nelle Corti. C tutta
una cultura dlite e molto ristretta che a partire dal 300 ha un atteggiamento di
rifiuto nei confronti della cultura aperta e universalistica che propria
dellUniversit. Esponente di questo mondo Francesco Petrarca; un personaggio
molto importante per la storia delle scritture, lesempio per eccellenza della
categoria dei colti che padroneggiano perfettamente la maggior parte dei metodi di
scrittura e la maggior parte delle grafie, sanno variare tra una grafia e laltra.
Petrarca, nella seconda met del 300, era fortemente insoddisfatto nei confronti
della scrittura gotica, ma pi in generale del libro e della cultura gotici; ci si sa
grazie ad una lettera che lui scrive a Boccaccio, che era un suo discepolo, nel 1366,
nella quale si lamenta degli scribi che scrivono libri per le Universit in gotica,
affermando che questi scribi non sono tanto degli scriptores ma sono piuttosto dei
pictores la pagina gotica molto bella vista da lontana, sembra una trama, ma letta
da vicino si nota che composta da tanti segnetti affastellati, tutti attaccati gli uni
agli altri che sono molto difficili da leggere -. Petrarca dunque un detrattore della
gotica ma nutre molta ammirazione per una scrittura antecedente la gotica: la
minuscola carolina, molto pi chiara e leggibile della gotica, anche perch la carolina
era nata proprio con lobbiettivo di contrappore alle scritture corsive altomedievali il
massimo della sobriet e della leggibilit (rendere dunque le scritture pi facili da
leggere e comprendere).
La critica che Petrarca muove contro la gotica non riguarda solo la grafia ma tutto
lambiente culturale in cui la gotica era usata, come per esempio il sistema di
produzione dei libri universitari, un sistema che era diventato una sorta di sistema
industriale, perch sacrifica alle necessit di rapidit e di abbattimento dei costi la
correttezza di quello che viene scritto (molto spesso le persone che lavorano in
queste botteghe sono delle persone incolte pagate poco per lavorare molto); a questo
modo di produzione Petrarca ne contrappone un altro che al contempo pi sicuro
ma al tempo stesso pi elitario perch il suo ideale il cosiddetto libro dautore
ovvero lautore di un testo si deve scrivere da solo le copie del suo libro e farle
circolare allinterno della sua cerchia di amici; questo metodo aveva il pieno
vantaggio di assicurare una piena corrispondenza fra quello che lautore aveva nella
sua testa e quello che circolava nei libri, serviva anche per rinsaldare i legami di
amicizia e di dialogo fra studiosi ma aveva chiaramente il limite di essere molto
elitario perch si parlava di pochi libri che circolavano fra pochi intellettuali; questa
la cultura propria degli ambienti delle Corti medievali.
I libri prodotti non avranno pi la struttura del libro gotico (un libro gigante con
pagine composta da tanti livelli e tanti specchi di scrittura, si devono sacrificare
meno spazi per fare i margini), il libro che ha in mente Petrarca e che scrive lui
stesso pi volte per far circolare le sue opere fra i suoi corrispondenti il cosiddetto
libretto da mano, un libro di dimensioni molto pi contenute, fatto per circolare.
Nonostante le critiche e la sua palese disapprovazione per questo riguarda la gotica
e tutto ci che ne deriva, Petrarca non fa nulla di veramente concreto per superarla;
sostiene che la scrittura ideale sarebbe la minuscola carolina ma non si metter mai
a scrivere in carolina, far un altro esperimento molto interessante ovvero: scriver i
libri dautore che far circolare fra i suoi amici con una scrittura che una
rivisitazione della scrittura gotica rotunda italiana contaminata con degli elementi

che arrivano dalla carolina, questo tipo di scrittura detta dai paleografi, ma non da
Petrarca stesso: semi-gotica.
Caratteristiche della semigotica:
Attenua al massimo le spezzatura e ritorna allidea di morbidezza del tratto
propria della minuscola carolina.
Separa il pi possibile le lettere.
La semi-gotica viene usata da Petrarca solo per scrivere i libri definitivi, quello che fa
circolare; per tutte le altre cose che Petrarca scrive, per le lettere, gli appunti e le
bozze, con la grafia che tutti nel 300 usavano come grafia normale e personale
ovvero la cancelleresca.
Petrarca non va oltre la gotica per ha il merito di innescare un cambiamento di
gusti che si propagher come unonda fra tutti gli intellettuali della seconda met del
300 e del 400; molti altri intellettuali, specialmente in ambito fiorentino, che
avevano conosciuto Petrarca incominceranno anche loro a sperimentare delle
contaminazioni fra la gotica rotunda e la minuscola carolina, uno di questi sar
Boccaccio stesso; altro personaggio che riprende il modello della scrittura di
Petrarca e che ne elabora uno proprio Coluccio Salutati, molto importante
perch, a differenza di Petrarca e Boccaccio, un professionista della scrittura
ovvero scrive per guadagnarsi da vivere e in effetti fa il notaio daltissimi livelli
perch fra il 1375 e il 1406 cancelliere della Repubblica di Firenze quindi occupa
livelli pi alti della burocrazia della Repubblica fiorentina; ma al di fuori della sua
professione di cancelliere copia e scrive molti libri che poi fa circolare nella sua
versione, nella sua cerchia di sodali - molte delle persone che, fra la fine del 300 e
linizio del 400, scrivono libri sono anche notai, persone che sanno scrivere bene per
lavoro e arrotondano o come hobby hanno quello di scrivere o copiare libri -; Salutati
propone un'altra variante perch contamina la gotica rotunda con la cancelleresca,
detta pre-antiqua, ed una variante molto posata della cancelleresca dove per
sono scomparsi tutti i tratti pi svolazzanti e quindi stata resa adatta alla redazione
di libri, sempre tenendo presente la necessit di tenere separate le lettere quel tanto
che basta per renderle leggibili.
Quindi prima con Petrarca e poi con Boccaccio e Salutati nella seconda met del 300
si ha tutta una serie di tentativi di rinnovare la gotica inserendo degli elementi di
maggiore leggibilit provenienti da altre scritture, la carolina in particolare. Tuttavia
tutti questi personaggi, al pari di Petrarca, si mantengono comunque sempre
nellambito della scrittura gotica, non ne propongono labbandono a favore della
carolina che del resto era ormai una scrittura morta.
Le cose cambiarono allinizio del 400 con larrivo di una nuova generazione di scribi
(sempre in Toscana) che invece affermavano che bisognasse abbandonare
completamente la gotica e riprendere totalmente la carolina quindi incominciano a
produrre una serie di codici che sono codici di imitazione, che si ispirano a delle
copie di codici scritti in carolina che erano sopravvissuti nelle biblioteche; ne imitano
sia la scrittura, sia lornamentazione. Il primo importante protagonista di questa
nuova generazione di scribi un umanista che ha come base sempre Firenze che si
chiama Poggio Bracciolini non solo importante per levoluzione della scrittura ma
anche per lumanesimo, nella letteratura e nelle scienze in generale -; come Coluccio
Salutati che il suo mentore e lo indirizza per questa strada, fa il notaio e incomincia
dapprima a lavorare per le dipendenze di Colucci allinterno della cancelleria
fiorentina ma poi diventa segretario (notaio personale) di una vasta serie di
personalit del mondo ecclesiastico. Il fatto di essere segretario di importanti
ecclesiastici gli permette, a differenza di altri, di girare lEuropa, specie la Germania,

visitando le biblioteche degli antichi monasteri alla ricerca di due cose: (1) codici
scritti in minuscola carolina da imitare, (2) per vedere se in queste biblioteche
monastiche sono sopravvissuti in copia degli scritti ancora pi antichi, gli scritti degli
autori classici latini - alla fine del Medioevo, nel 400, si sapeva indirettamente
dellesistenza di una serie di opere di vari autori dellantichit classica di cui per
non era giusta sino ad allora copia -. Bracciolini girando per biblioteche trova in
copia un sacco di opere classiche per esempio il De oratore di Cicerone, 12
commedie di Plauto e anche il De Architettura di Vitruvio.
La scrittura che Poggio Bracciolini sviluppa imitando la minuscola carolina
chiamata in due modi:
(1)Minuscola umanistica (2) littera antiqua.
Poggio ha anche il merito di aver rinnovato lalfabeto maiuscolo i libri scritti in
gotica adottavano un alfabeto scritto in maiuscolo fatto con lettere di grande modulo
che derivavano dalla scrittura onciale; queste lettere onciali sono le stesse che
venivano usate per le iscrizioni del Basso Medioevo -. Poggio va a recuperare dai
codici scritti in carolina la capitale epigrafica e la riporta in auge come scrittura
maiuscola del libri. un tipo di capitale destinato ad una grande fortuna presso i
contemporanei. La carolina una scrittura al contempo nuova ed antica; la littera
antiqua si chiama cos perch si pone in un clima culturale di riscoperta dellantico
che proprio dellUmanesimo, recuperando il canone della minuscola carolina, per
al tempo stesso anche un modo nuovo di scrivere perch anche il ritorno in auge
della carolina, perch Poggio e i suoi successori non possono non tener conto che i
tempi rispetto al tempo di Carlo Magno sono cambiati, le esigenze ed il modo di
scrivere di chi scrive e legge sono cambiate; per esempio dopo secoli e secoli di
gotica, non si pensa pi di scrivere con la scriptio continua i codici scritti in
carolina erano scritti con le lettere separate ma con le parole tutte attaccate e che fu
proprio la gotica ad inserire la separazione netta fra le parole Poggio stacca le
parole perch sono ormai tre secoli che le parole sono sempre state redatte separate,
quindi nessuno si immagina di regredire in quel senso. Dallesperienza solitaria di
Poggio, lantiqua si diffonde dapprima allinterno dellambiente culturale fiorentino,
poi in tutto il terrario toscano e infine in tutta Italia, grazie alle reti di relazioni che
cerano fra i vari intellettuali dellUmanesimo e alle prestigiose committenze delle
Corti principesche che ben presto cominciano a farsi mandare da Firenze libri scritti
in umanistica. Firenze sarebbe rimasto il polo di produzione di codici in umanistica
almeno fino 1470 circa prima che i codici scritti in umanistica cominciassero ad
essere prodotti presso altri centri. Tutti i primi scribi che a Firenze elaborano il
canone dellumanistica appartengono alla categoria dei colti, che sono in gran parte
scribi di professione, o perch sono scribi di libri o perch sono notai, tra i quali
ricordiamo Niccol Niccoli, notaio al servizio dei Medici alla met del 400,
inventandosi una nuova specie di umanistica, ottenuta mischiando la carolina con
elementi pi corsivi della scrittura documentaria, derivandone una sorta di
umanistica corsiva, con un andamento molto corsivo tendente verso destra con
luso delle capitali epigrafiche al posto della scrittura di origine onciale, con altri
piccoli elementi di questa scrittura che sono normalizzati dalla grafia corsiva e
adattati per stare in un libro.
A met del 400 la minuscola umanistica, che prima era appannaggio di una stretta
cerchia di intellettuali, incomincia ad avere una diffusione un po pi ampia sotto
linflusso di Poggio, Bracciolini e Niccoli; si crea a Firenze un gruppo di scribi, che
molto spesso sono anzitutto notai e che soddisfano con la loro produzione libraria le

esigenze di un mercato che richiede sempre pi codici in umanistica, sebbene non


siano importanti quanto Petrarca. Ad esempio Antonio di Mario si inventa una sua
umanistica che si basa sulla imitazione della minuscola carolina tarda, dellXI-XII
secolo e che viene assoldato dai Medici per scrivere i codici della loro biblioteca; poi
abbiamo Gerardo del Ciriagio, un notaio che lavora per la Biblioteca dei Medici, che
si inventa una carolina di grosso modulo, molto posata e pesante e anche lui utilizza
la maiuscola capitale, con testi sempre pi decorati; a met del 400 la scrittura
fiorentina si diffonder in tutte le corti dEuropa. I principali committenti sono delle
piccole corti come quella di Federico da Montefeltro di Urbino; i conti di Malatesta
della Romagna che fondano a Cesena del 400 la Biblioteca Malatestiana; i Visconti e
gli Sforza a Milano, gli Este e i Gonzaga, la corte dei Papi a Roma e quella Aragonese
a Napoli.
Corte di Federico da Montefeltro, il quale si era costruito nei decenni
centrali del 400 una signoria sullAppennino Umbro Marchigiano che, dopo
aver consolidato il proprio dominio, cerca di darsi una impressione di principe
colto e mecenate e amante delle lettere, ragion per cui si fa rappresentare
armato di tutto punto ma con un libro in mano. Lazione principale che fa per
farsi conoscere come principe mecenate quello di farsi mandare da Firenze
una grossa Bibbia scritta in umanistica, commissionata a un librario fiorentino
tra il 1477 e il 1478, che si fece fare nel giro di un paio di anni, non avendo
problemi di soldi, con tutta una serie di particolarit:
o Scrittura umanistica molto posata, con le lettere e le parole ben separate
cos come le parole;
o Presenza di una poderosa ornamentazione, che tende a decorare ogni
spazio libero allinterno del foglio. Luso dellimmagine rispetto al testo
molto importante perch distante anni luce da quello delle Bibbie
carolinge nelle Bibbie di et carolingia cera una nettissima separazione
fa testo e miniatura, con le miniature messe in mezzo alle pagine per
individuare le varie parti del testo, mentre le pagine scritte erano pulite,
senza alcun tipo di ornamentazione In questo caso la situazione
opposta. Questa scelta tradisce una diversa funzione di questi libri,
perch a differenza dei codici carolingi, redatti con lambizione di usarle
anche come codici per lo studio, questi sono codici per i bibliofili, sono
fatti per essere ostentati allinterno delle biblioteche o delle cerimonie
pubbliche pi importanti;
o Uso delle lettere maiuscole scritte in capitale epigrafica tipiche della
scrittura umanistica, con il tentativo di ricreare quelle prestigiose pagine
in porpora con scritte in oro o argento che erano proprie dei codici
carolingi, con una totale invasione degli spazi non scritti
dellornamentazione;
o Rapporto molto basso tra la parte scritta e la totalit della pagina, visto
che non si bada a spese si possono concentrare poche parole in un
piccolo specchio di scrittura allinterno della pagina, allopposto dei
codici gotici che erano scritti ovunque, anche sui margini per condensare
il maggior numero di testo in ununica pagina.
Corte estense di Ferrara, dove fra il 1455 e il 1461 il principe Borso dEste
che, per le stesse ragioni di Federico da Montefeltro, si fa produrre una Bibbia,
punto di riferimento per i bibliofili. A met del 400 Ferrara uno dei centri pi
vitali dal punto di vista letterario ed artistico, la corte estense fa da
committente in vari ambiti (come i pittori che diedero vita al Rinascimento

ferrarese e gli architetti). Nella Bibbia di Borso dEste non vi sono articolari
differenze rispetto a quella Montefeltrana, tranne forse il fatto che:
o Realizzata da maestranze locali, quindi non con lumanistica, riprende
per alcuni spunti come lattenzione per la separazione e la leggibilit
delle lettere;
o La presenza di una capitale epigrafica, che niente ha a che fare con
lumanistica;
o Ornamentazione estremamente pervasiva che si mangia tutti i margini e
che non lascia spazio disponibile, tipica dei codici di bibliofili.
Corte di Napoli molto importante per la diffusione dei codici in umanistica,
diventa sede della monarchia aragonese, dopo che nel 1442, Alfonso V
dAragona, il Magnanimo unisce sotto il proprio controllo il regno di Sicilia che
gli apparteneva e lItalia continentale. Era un importante committente di libri
di pregio, scritti in antiqua umanistica, alcuni di essi facendoseli arrivare da
Firenze, come il caso di un codice della Divina Commedia, con delle
decorazioni spettacolari e scritto con unumanistica particolarmente
tondeggiante, grossa e panciuta, che ricorda la gotica rotunda ma con il
tratteggio della carolina; Alfonso il primo sovrano italiano che avvia una
produzione locale di codici in umanistica, stipendiando degli scribi locali che
producano volumi nella nuova scrittura, come ad esempio i codici di Giacomo
Curlo, con una scrittura molto posata ed elegante e di grande pregio, oppure di
una copia del Canzoniere della lirica spagnola prodotto per Alfonso V il
Magnanimo con la scrittura diffusa in Italia.
Corte dei papi, importantissimo centro di produzione dei codici perch oltre
al mecenatismo del Papa cerano tante cerchie colte, ciascuna legata ad un
cardinale. Proprio a Roma, e in misura minore Milano, labbondanza della
produzione dei libri in umanistica porter alla canonizzazione di una variante
particolare dellumanistica che avr grande importanza, ovvero lantiqua
tonda:
o Scrittura particolarmente calligrafica, tratteggio estremamente posato, le
lettere eseguite con estrema lentezza in modo da farle tutte uguali;
o Totale rotondit delle lettere;
o Grande abbondanza di tratti ornamentali;
o Estrema grandezza del modulo;
o Le lettere sono perfettamente staccate le une dalle altre.
Particolarmente importante perch la modularit delle lettere, perfettamente
staccate, render lantiqua tonda la scrittura ideale per la fabbricazione dei caratteri
a stampa diffusesi in Italia dalla seconda met del 400, che utilizzeranno questa
particolare scrittura per la trasposizione a stampa perch in ciascuno dei caratteri
tipografici in piombo ci sta una e una sola lettera. Caratteristica dellantiqua tonda
anche il fatto di utilizzare un alfabeto maiuscolo che al contempo simile e diverso
rispetto alla capitale epigrafica utilizzata nei codici scritti in antiqua o umanistica
che dir si voglia; una capitale che diversamente da quella epigrafica degli altri
codici umanistici non pi unimitazione di quella capitale che cera per esempio
negli incipit dei codici carolingi, ma una capitale epigrafica che una grafia
ispirata direttamente alle epigrafi latine, conosciuta come capitale lapidaria, altra
scrittura presa e imitata per la produzione tipografica (ad esempio, il Lezionario
Farnese, del cardinale Alessandro Farnese, nipote di Paolo III, risalente al secolo XVI,
con unampia ornamentazione, facendoci stare poche parole per pagina).

LEZIONE 14
18/10/2016
Importante. NellItalia del 400, tutti i modi di scrivere osservati nelle ultime lezioni
continuano a coesistere, continua ad esserci il grande libro universitario scritto in
gotica, continuano ad esserci i libri di scarso pregio redatti in mercantesca, pi viva
che mai, continua ad esserci in una versione un po modificata la scrittura
cancelleresca.
I codici scritti in umanistica pur essendo molto importanti per la storia della
scrittura, per tutto il 400 occuperanno un settore di nicchia della produzione
libraria, sia in Italia che in Toscana e a Firenze, poich sono pochissimi rispetto al
numero dei codici prodotto in quel periodo, per due ragioni:
Era una scrittura nuova, recentemente introdotta, che non tutti erano in
grado di riprodurre perch per riuscire ad scrivere un codice in antiqua
bisogna o avere vicino un codice scritto in minuscola carolina, del periodo
carolingio o post carolingio, oppure andare nelle botteghe e imparare a
scrivere da un maestro calligrafo che gi era in grado di scriverla. La carolina
non era come, per esempio, la mercantesca che si imparava in alcune scuole
tecniche, era una scrittura di nicchia per pochi calligrafi professionisti;
La scrittura umanistica si abbinava a un certo tipo di testo e di letteratura,
usata per scrivere soprattutto i codici degli autori classici, come faceva Poggio
Bracciolini nella sua ricerca di testi ciceroniani, di Plauto etc., quindi tutti i
testi scritti in latino e con un linguaggio e dei contenuti che non erano per
tutti. Io latino ormai non era una lingua molto conosciuta in Italia e certi testi
classici non erano certo semplici alla comprensione.
Per le scritture documentarie, continua a esistere la mercantesca e la cancelleresca,
ma nellambito delle scritture usuali e documentarie, qualcosa cambia: si ha (pi
tardi rispetto al periodo di Petrarca, gi nel 400 inoltrato) una progressiva
insoddisfazione nei confronti delle corsive documentarie che si erano utilizzate nel
300 e, maggiormente, nei confronti della cancelleresca, che nel 300 era la scrittura
normale, utilizzata da tutti per scrivere i propri testi; c un desiderio di imitare e
riprendere quella posatezza e separazione fra le lettere, con la conseguente grande
leggibilit, che si era imposta a livello librario dapprima con la semi-gotica e poi
quindi con lumanistica; anche allinterno dellistruzione scolastica dove si
incomincia a trasmettere una nuova idea di scrittura, appunto pi posata e con
lettere pi separate (discorso a parte varr per la mercantesca).
La scrittura documentaria ed usuale che deriva da questo ripensamento chiamata
dai paleografi ma non dai contemporanei con un nome particolare, ovvero semigotica delle carte: il funzionamento lo stesso della semi gotica di Petrarca (si
prende la scrittura di allora e la si rende pi posata e leggibile) ma non la si trova nei
libri ma nelle carte; la semi-gotica delle carte non tano importante in s per
levoluzione della scrittura ma importante perch un tipo di scrittura che si trova
spesso nei testi personali, specie nei testi epistolari. Lanalisi delle lettere
fondamentale (1) perch un approccio interessante ai funzionamenti della scrittura
e delle grafie (2) si trovano molto spesso allinterno degli archivi di stato per lo
studio di ricerche per la laurea o per tesine per gli esami.
[I testi che ci ritroveremo davanti saranno redatti da mano femminile, fatto che
risulta particolare perch solamente le monache avevano laccesso a questa

particolare conoscenza per ragioni legate alla necessit di disporre nel monastero di
libri per la preghiera e per la liturgia.]
Alla fine del Medioevo, a partire dal 2-300, almeno in Italia nelle citt comunali, la
situazione inizia a cambiare, perch vi un aumento dellalfabetizzazione che
comincia anche a riguardare i laici, quindi non pi soltanto in prevalenza i religiosi e
quindi comincia a riguardare sempre di pi anche le donne che, soprattutto quelle
dei ceti pi ampi, sanno in media leggere e scrivere, sebbene la differenziazione dei
ceti non venne mai totalmente superato perch il percorso scolastico era
differenziato, dal momento che le donne non potevano superare il livello di
conoscenza elementare, mentre i livelli successivi erano solamente accessibili per la
parte maschile della popolazione, che aveva pi libert di movimento allinterno della
struttura politica medievale in fatto di lavoro.
[Vedi slide.] una delle due lettere autografe conservate di San Francesco scritte
da alla fine del XII secolo; ci d unidea di come scrivesse, quotidianamente, una
persona di media cultura che aveva frequentato le scuole, che conosceva il latino e
che sapeva leggere e scrivere ma che non era uno scrivente di professione. Questa
lettera conservata e scritta sopra un ritaglio di pergamena; indirizzata a frate
Leone. La prima particolarit che si osserva lallineamento, la distribuzione del
testo, uninterlinea irregolare, con anche unincapacit di dosare bene linchiostro.
scritta in un latino semplice e ripetitivo:
F(rater) Leo f(rater) Francissco tuo salutem et pacem. Ita dico tibi fili mei sicut mater quia omnia verbam
que diximus in via breviter in hoc verbo dispono et consilio et non oportet propter consilium venire ad me
quia ita consilio tibi: in quocumque modo melius videtur (tibi) placere domino Deo et sequi vestigia et
palpertatem (paupertatem) suam faciatis cum beneditione domini Dei et mea obedientia.
[] Cos ti dico figlio mio come se fossi tua madre, tutte le parole che abbiamo detto
in strada in queste parole che ti sto scrivendo lo dispongo brevemente e lo consiglio
e non c bisogno di venire da me per ricevere consigli perch io ti consiglio cos: in
qualunque modo ti sembra che vada meglio a Dio e che segua maggiormente le sue
impronte e la sua povert []
Analisi di una lettera di una nobildonna italiana, una tal Clarice Orsini al marito
Lorenzo de Medici, che utilizza ancora una scrittura elementare di base, scritta in
italiano, salvo che il saluto iniziale e la firma finale, che invece sono in latino:
Magnifice consors recomendationes (ossequi) etcetera
ho recevuto lettere vostre et ultra quelle le cose mandate et bench tucte ad me siano state gratissima
sentendo che siete occupati alla giostra remango contenta ad tucto quel che sia un piacereet honore; vi
prego vi piaccia reconmadarme a vost(r)o pater ad madona vost(r)a madre et alla latri de vostri che
degnamemte me dego recommandar. Recordeteve de me.
Rome die XXVIII decembri 1468. Clarix de Ursinis consors vestra manu propria.
Lettera che tratta di un dramma familiare durante la fine del 400, pi precisamente
nel 1491, e indirizzata ad Amerigo Vespucci da Maddalena Morelli, zia dello stesso,
con una serie di scuse pretenziose e patetiche; scrittura pi sciolta e con maggiori
legature fra le lettere (pag.27):

+ Al nome diddio, add 3 di lulglo 1491


Charo quanto filgluolo etc, io ti priegho che tu non ne indugi pi addarmi questo duchato e, Amerigho non
mi vi fare pi mandare che io te ne priego rammento questo: che tu mi schrivesti che se io venivo alla
chordo (allaccordo) techo che quello che tu mi impromettevi volevi che fusseno charta; fa adunque che
chos sia e non mi fare tanto mandare per lamore di Gies. Tu sai quello che tu dicesti allorenzo Morelli e
anchora qui in tereno amme; io sono venuta a tutto quello tempo e in quel modo che tu ai voluto. Voti (ti
voglio) preghare che me lo osservi. Non altro per ora, Christo di male ti ghuardi per la tua zia Magdalena,
donna fu (vedova) dAnto(nio) Morelli.
Tra le grafie femminili vi sono sostanziali differenze tra le laiche e le religiose, le
quali scrivono con una sicurezza maggiore, come il testo a pag.26, dove abbiamo un
testo di una religiosa (legata alla famiglia dei Medici), suora Lucia, badessa/priora di
un convento di Firenze, San Giacomo di Brioli:
Spectabilis atque honorabilis in Christo Iesu salutem et humiles recommendationes etcetera
Questa alla vostra magnificentia et carita diriziamo perch ricordandoci della buona memoria del vostro
charo padre el quale a noi per sua carit era difensore con scudo in delle nostre tribulatione []
una grafia monumentaria, con una grande preoccupazione per leleganza,
leggibilit e posatezza.

LEZIONE 15
19/10/2016
Al presente ce scaduto umcaso el quale ve lo notificheremo in brieve bench ei sia lungho. Noi mettemo
drento nel munistero una fanciulla nipote duna nostra suora anthica che de manovegli, la qualestata che ci
fu alquanti d non ne voleva uscire et al tutto voleva essere monacha; el suo fratello gli disse: Io o andare
alla vernia et se quando io torner tu sarai in cotesto proposito io ti consoler. Lei aspectando questo
stava di buona veglia et tornato infestato dalla madre et daltri suoi parenti, lui ci venne con alquanti et al
tutto la rivolle. La fanciulla nand con molte strida et pianti et stata chella fu in chasa alquanti d, lei una
mattina si fugg di casa et ritorn qui pregandoci per Dio che la dovessimo tenere et chel el suo cuore al
tutto era disposto a servire addio con esso noi. E parenti della quale ci minacciono di farci schomunicare et
che ci mecteranno la famiglia degli Octo et che per forza ce la cavaranno et ogni d vengono qua a darci
tanta battaglia quanto possono. La fanciulla una volta non ne vuole ire. Questa fanciulla si fu figliuola di
Berto Manovegli et sorella di Piero Manovegli. Noi vi vogliam pregare che vi piaccia in questo darci
adiuto et difesa in modo che non mi sia messo el munistero a sacco peroch siamo sexantadue et onne
quaranta da trenta anni in gi. Noi vi prieghiamo humilmente porgiate laiuto vostro alle spose di Ies le
quale altro non possono fare per voi se non che nelle nostre oratione farem memoria della vostra
magnificentia che el Signore vi mantegha lungo tempo in felice stato.
Valete in Domino Iesu diu semper felix, suora Lucia, priora in munistero di sancto Iacopo di Ripoli

Lo studio del libro a stampa importante per vari motivi: 1) per la storia delle grafie
perch anche le grafie usate nel libro a stampa hanno una loro storia, si modificano e
furono elaborate a partire da grafie della scrittura a mano, come ovvio. 2) I
manoscritti stessi scritti a stampa, originariamente nelle prime fasi di vita della

stampa erano diversissimi da come intendiamo un libro a stampa oggi, ma poi si


trasformarono evolvendosi.
La stampa a caratteri mobili quel processo per cui si compone una pagina di un
libro al negativo, usando tanti piccoli caratteri di piombo o di metallo in cui sono
incisi al negativo per ciascuno un carattere da stampare, che sono poi inseriti
insieme ad un foglio di carta in un torchio imbevuti di inchiostro e questo torchio con
la pressione esercitata girando la leva del torchio imprime sulla pagina il testo. La
stampa a caratteri mobili nasce in Germania a met del 400 (intono al
1450), a Magonza, per opera di Gutenberg che realizz come primo volume una
Bibbia, considerato come libro per eccellenza, redatta su pergamena, cosa comune
allora perch pur essendo molto meno pratica e molto pi costosa rispetto la carta
(che si impose presto come supporto per i libri a stampa), continuava a essere
considerata un supporto scrittorio di pregio, fatto che spiega come mai il tedesco
avesse pubblicato la Bibbia proprio su quel supporto scrittorio; inoltre, la Bibbia di
Gutenberg e buona parte dei libri tedeschi venne stampata con dei caratteri che
imitavano la scrittura manuale allora utilizzata in Germania, ovvero la gotica,- in
Germania non cera stata tutta quella rivoluzione che era passata attraverso la
rinascita dellantiqua, allinvenzione della scrittura umanistica ed eccetera - fino agli
anni 50 del 900.
La stampa si diffuse molto presto anche fuori della Germania e molto presto arriva in
Italia che diventer uno dei pi importanti territori di produzione dei libri a stampa;
non un caso che tutte le tipografie che sorgono in Italia siano impiantate da
tipografi tedeschi che emigrano alla ricerca di fortuna quindi sono i tedeschi che al
momento possiedono la tecnologia e la tecnica necessario per stampare con i
caratteri mobili e quindi cominciano ad arrivare tipografi nella nostra penisola; i
primi ad arrivare sono due tipografi tedeschi che, negli anni 60 del 400, si installano
presso le strutture di un antico monastero, il monastero di Subiaco vicino Roma,
dando il nome alla prima tipografia nata in Italia: la tipografia Sublacense, la quale
per and ben presto in crisi a causa della scrittura che veniva utilizzata dai
tedeschi, la gotica, dal momento che in Italia era ormai diffusa e apprezzata
lumanistica e la gotica veniva considerata una grafia brutta (anche se ancora non
aveva preso il nome di gotica). In seguito a ci i due tipografi si trasferiscono a
Roma, dove approfittano del mecenatismo di alcuni cardinali romani, ricostituiscono
la tipografia Sublacense e incominciano a stampare libri scritti in unaltra grafia, una
grafia che imitava lantiqua tonda in uso a Roma; da questo momento il libro a
stampa inizi a diffondersi in tutta lItalia, giungendo anche a Venezia, che diventer
la capitale della pubblicazione dei volumi con caratteri mobili.
I primi libri a stampa sono assai diversi da come noi li concepiamo e seguivano molto
da vicino alcuni dei funzionamenti che erano tipici dei libri manoscritti. La prima
cosa che salta agli occhi nei volumi a incunabolo (libri stampati fino alla fine del 400,
quelli stampati nel 500 si chiamano cinquecentine, poi seicentine ed ecce.) che le
sole parti effettivamente realizzate a stampa sono quelle in inchiostro nero del corpo
del testo, mentre incipit, capilettera, disegni e ornamenti sono ancora tutti quanti
realizzati a mano, come anche le rubriche, i titoletti realizzati in inchiostro rosso ed
fatta a mano anche la decorazione a filigrana dei capilettera. Nei casi di libri
particolarmente sontuosi con una committenza particolarmente abbiente, i libri a
stampa tendono ad assumere le stesse caratteristiche, dal punto di vista codicologico
ed artistico, di quei grossi codici di pregio rinascimentali, carichi di decorazioni e di
miniature che ricoprivano la maggior parte dello spazio disponibile del foglio, come
accadeva in una versione della Bibbia di Federico di Montefeltro o di una commedia

di Aristotele. Cera il desiderio da parte di chi stampava i libri di creare dei prodotti
che fossero il pi possibili simili ai libri che erano allora in uso; la stampa cerca di
occupare tutte le nicchie di mercato, di riprodurre tutti i volumi redatti in stile
manoscritto, come nel caso dei volumi universitari o il libretto da mano, come nel
caso di uno degli estratti del Canzoniere di Petrarca, decorato con miniature.
Solamente sulla fine del XV secolo, la tecnica della stampa dei caratteri mobili si fuse
con la tecnica della xilografia, ovvero con la stampa di disegni eseguiti in negativo su
una tavola di legno o di altri materiali, che portarono alla realizzazione dei primi libri
illustrati a stampa e non a mano, con il pregio di costare molto meno di quelli
decorati a mano.
La distribuzione della tipografia nellEuropa del Nord ci fa comprendere quali
fossero i principali poli di produzione libraria:
Strasburgo e Magonza, la culla della tipografia che continuavano a produrre
tantissimi libri;
Citt universitarie importanti come Parigi dove vi era un grande richiesta di
libri essendo una capitale ed essendoci una grande universit;
In Italia, i centri delle corti pi importanti, come Roma e Napoli e la
Repubblica di Venezia, che alla fine del 400 si afferma come una delle capitali
europee del libro a stampa, che permise di aumentare la produzione economica
veneziana per tutto il 500, anche grazie a una vasta libert di stampa, proprio
perch era talmente importante dal punto di vista economico il settore della
produzione libraria che le autorit veneziane vedevano di cattivo occhio i
tentativi condotti da parti della Chiesa di limitare la stampa di certi libri
Venezia fu lultima citt in Italia in cui fu adottato lindice dei libri proibiti.Il fiorire della stampa a Venezia si lega ad un grande personaggio, tipografo,
intellettuale, autore che si chiamava Aldo Manuzio, fondatore delle famose Edizioni
Aldine alla fine del 400, importante casa editrice. Le Edizioni Aldine erano
importantissime per una serie molto vasta di motivi: i libri stampati da Manuzio
furono ritenuti dai contemporanei i libri stampati perfetti, dal momento che:
Associavano luso di caratteri tipografici perfettamente leggibili, eleganti,
tondi, distanziati, di grande modulo e che ricalcavano la scrittura antiqua
diffusasi nella tipografia;
Hanno una veste editoriale pregevole: hanno grossi margini e piccolo specchio
di scrittura, per rendere pi ordinati i volumi stampati;
Avviamento di tutta una serie di collane di classici latini, secondo i principi
dellUmanesimo, ma anche una collana di classici italiani (Petrarca, Boccaccio)
che diventano famosi e che si affiancano facilmente a quelli latini, assieme a
una collana di classici greci (Manuzio conosce il greco, conosce anche molti
intellettuali greci che erano fuggiti dopo il 1453 da Costantinopoli e promuove
la realizzazione di una serie di caratteri minuscoli per la stampa dellalfabeto
greco;
Causa che si lega al problema paleografico: linvenzione della scrittura a
stampa corsiva, che nasce attorno allanno 1500, quando venne stampato un
libercolo di valore non altissimo, ma dove venne stampata unimmagine
xilografa votiva di Santa Caterina di Siena molto importante, affiancata da un
cartiglio con una scritta che riprende lantiqua tonda ma al contempo, regge
nelle due mani un cuoricino e un libro redatti con caratteri molto diversi, che
sono una riproduzione il pi fedele possibile a stampa della scrittura corsiva
che alla fine del 400 si afferma in Italia: la cancelleresca italica, conosciuta

come corsiva a stampa (il corsivo a stampa venne conosciuto negli altri Paesi come
corsivo italico, proprio perch nato e tipico dellItalia).
Nel Cinquecento vi saranno ulteriori modifiche:
Introduzione allinterno dei libri del frontespizio, elemento innovativo perch
normalmente i volumi iniziavano con incipit e titoletti;
Lo sviluppo in Italia, specialmente ad un livello medio della produzione libraria,
luso come grafia normale dellantiqua alternativamente alluso, come grafia
corsiva, dellitalica, non implica che tuti i libri stampati da quel momento
abbiano gli stessi caratteri: in Germania, ad esempio, scrivevano in gotico,
mentre nella zona dellEuropa insulare (Gallia e Irlanda) si scriveva con
caratteri gaelici.
Al di sotto della fascia medio-alta di libri stampati in grafia antiqua o italica rimane la
cosiddetta fascia dei libri popolari: sono dei libri che di solito contengono opere
devozionali oppure dei libri di uso comune, stampati non in antiqua bens in una
scrittura inventata l per l dai tipografi e che riprende la semi-gotica delle carte,
senza formalizzarsi particolarmente; solo a partire dal 600 vi sar un appiattimento
sullalternanza fra antiqua e italica; nei libri attuali, le scritture derivano tutte quante
da una scrittura particolare elaborata a Parigi nel 500 per il re di Francia da un
tipografo di nome Garamont e dal quale derivano tutte le varianti da noi utilizzate
(lAdelphi scrive in Baskerville e non in Garamont, portando il nome del tipografo che
li ha inventati).
Lettera di una ragazza de Medici, molto colta e dotta nellarte della scrittura,
costretta a smettere di andare a scuola finita listruzione elementare di base,
seguendo molto bene i modelli dellantiqua e allineando in maniera differente la
prima lettera e/o parola del primo rigo (pag. 25):
Per Agniol Tani.
Taviso chome Piero a mandato parecchi maesstri a Fiesole per vedere se v rimedio a niuno a quel muro e
come ha inteso dicie faremvi mettere mano sanza te. Anno allogato insomma que(i) fondamenti per vedere
quello si pu fare. E Piero dicie vuole intendere molto bene innanti vi metta mano che dicie: Non si vuole
corre affuria in simile cose. E panni da Chareggi gli feci venire el d medesimo asato potuto isscrivere che
un verso di tuo mano avessi veduto. Chosimo e gli altri stanno tutti bene e Chosimino fuori di dubbio e di
me non ti dico nulla, che sto comi posso.
Ne altro per questa, Christo ti guardi.
Add tertio dagosto 1455
Ginevra
Altra lettera di Clarice Orsini (pag.24):
Magnifice consors recommendationes etcetera.
Francischino vostro ma pregata vedebeba scrivere de mia mano s per sadisfare a lui et anche a me
sperando ve debia essere grato. O facto queste poche parole dove non occorrendome altro da scrivere vi
prego me recoman(d)iate alla Maest del vostro et mio patre Piero et de madonna contisina et de madonna
Lucretia et a tucti vostri.
A Roma, a die quattro de iennaro 1469.
La vostra Clarice delli Orsini

LEZIONE 16
24/10/2016
Tra fine 400 e inizio 500 la scrittura umanistica verr spazzata va dalla nascita di
un nuovo tipo di scrittura, che servir sia come scrittura documentaria sia come
scrittura libraria, conosciuta come scrittura cancelleresca italica o semplicemente
italica per non confondersi con la cancelleresca originale e verr usata e riprodotta
dai tipografi per creare il corsivo a stampa; il primo tipografo che fa ci il
veneziano Aldo Manuzio.
Litalica prende questo nome perch nasce in Italia e perch nasce come scrittura
documentaria nelle principali cancellerie principesche; ad un certo punto sul finire
del 400, negli uffici cancellereschi che producono documenti per i vari stati regionali
italiani si incomincia a scrivere un po dappertutto in una grafia che diversa sia
dallumanistica, sia dalle precedenti scritture documentarie (semi gotica delle carte,
la cancelleresca); si sviluppa a partire da una scrittura libraria, lumanistica corsiva
nella prima met del 400 alcuni umanisti, a cominciare da Niccol Niccoli, avevano
fatto questa variazione sul tema dellantiqua per creare una scrittura corsiva ma
comunque elegante per i libri da questa umanistica si sviluppa la cancelleresca
italica che ha delle caratteristiche facilmente individuabili:
Scrittura corsiva: diversamente dallantiqua ci sono delle legature fra le
lettere molto fini, senza essere pesanti, molto eleganti;
Ha uninclinazione verso destra, fatto che caratterizza molte scritture
corsive, dato dalla velocit del movimento della mano verso destra, in questo
caso molto curate e attente;
Ha molte di quelle grazie, cio i vari piedini, le varie terminazioni a piedini che
danno unimpressione di maggiore posatezza e che chiudono sia sopra che
sotto le varie aste e sono particolarmente evidenti nella lettera P, nella
lettera F, che nella parte inferiore si appoggia su di un supporto, e nella
lettera S;
Tranne che nella legatura a ponte, nellitalica vi un abbandono della S
alta, cosa invece presente allinterno delle precedenti scritture da noi
esaminate, con un uso pi concentrato con lettere ben posate;
Ultima caratteristica quella di avere elementi di eleganza ulteriore, ad
esempio negli attacchi della lettera T, con un segno elegante sulla sinistra
che assume una funzione prevalentemente ornamentale.
Litalica una scrittura importante perch nasce nelle cancellerie, ma a partire dagli
anni intorno al 1500 inizia a diffondersi in tutti gli ambiti della scrittura in due
direzioni ovvero sia nellambito della scrittura libraria (sebbene sia ben diffusa la
produzione di libri stampati), sia nellambito della scrittura documentaria (oltre alle
cancellerie incominciano ad adottarla anche i librai in una forma meno calligrafica),
sia alle scritture usuali, usate tutti i giorni dalle persone che non sono professioniste
della scrittura. La diffusione dellitalica e il suo successo sono talmente vasti che
entro linizio del XVI secolo, del 500, litalica spazza via tutte le scritture che
avevano tenuto banco tra 3-400, tra le varie semi-gotiche delle carte, la
mercantesca che era sopravvissuta perch faceva parte dei circoli e delle cerchie
ristrette dei mercanti e dei banchieri, la gotica stessa. Il motivo per questa sua
diffusione folgorante si lega al fatto che allinizio del 500 vi sia un processo di
normalizzazione, che da un lato riguarda la lingua italiana - nel 400 le scelte di
ortografia e grammatica erano tutte diverse perch allepoca non esisteva una
grammatica della lingua italiana n esisteva una vera e propria ortografia;

grammatica e ortografia dellitaliano nascono ad inizio del 500, nel 1525 escono le
prose della volgar lingua di Pietro Bembo che insegnano che c un solo modo di
esprimersi correttamente in Italia e che segue una certa grammatica che Bembo
stabilisce - parallelamente c una normalizzazione del modo di scrivere in italiano
che prevede ladeguamento di tutti gli scriventi che vogliono scrivere bene al
modello dellitalica, tale normalizzazione possibile perch proprio allinizio del 500
incominciano ad essere pubblicati dei trattati di calligrafia ovvero dei trattati sul
come si scrive bene (uno dei pi famosi quello pubblicato a met 500 a Roma da
un calligrafo e tipografo che si chiamava Palatino) e tutti questi trattati sono
concordi nel definire litalica lunico modo per scrivere bene.
Il problema che la grande diffusione dellitalica a tutti gli strati della popolazione
che sapeva scrivere (nel 500 c un grande aumento dellalfabetismo) fa s che ci sia
un tentativo, specie a livello basso, a livello dei notai di adeguare, di rendere pi
fluida, corsiva e veloce questa scrittura. Queste tensioni verso la semplificazione e
una maggiore fluidit del canone dellitalica portano alla fine del 500 allo sviluppo di
un tipo di scrittura che viene chiamata bastarda italica, molto pi corsiva, veloce e
morbida che, sul modello dellitalica si afferma in Italia a partire dalla fine del 1500 e
terra banco poi nel corso del 600. Caratteristiche della bastarda italica:
Inclinazione verso destra ancora pi accentuata;
Accentuazione delle legature;
Lenfasi ancora pi accennata per quanto riguarda le terminazioni delle lettere.
La grafia, nel corso del tempo, si sempre modificata, ma ci che veramente cambia
che finalmente, dopo un lungo periodo di divisione degli scriventi in varie grafie, si
sia ricreata, allinterno della penisola, una situazione di unit scrittoria,
interpretandola in maniera pi o meno bella e in maniera pi o meno veloce; da quel
momento la situazione andr avanti, si continuer a scrivere tutti quanti allo stesso
modo anche perch a partire dal 600 il sistema scolastico sar sempre pi pervasivo,
lalfabetizzazione sar sempre maggiore e quindi tutti quanti impareranno a scrivere
a scuola nella stessa maniera.
Al pari di altre scritture, per esempio la beneventana, litalica e ancora di pi la
bastarda italica sono delle scritture totali che tutti quanti quelli che scrivono
adoperano.
Lettera proveniente dagli archivi dei Medici, risalente al 1494 e scritta da Piero de
Medici, probabilmente figlio di Lorenzo il Magnifico (che mor nel 1492), scritta in
italica, sebbene non sia una scrittura prodotta da una cancelleria, con quei connotati
di eleganza e di sistematicit nel tratto propria delle cancellerie, ma una lettera
personale, scritta da una persona che non un professionista che interpreta il
canone dellitalica come pu e soprattutto non si preoccupa particolarmente
delleleganza della scrittura stessa (pag.28); la particolarit di questa lettera sta
nella presenza dellindirizzo e del ricevente della stessa, ovviamente redatta in
latino:

Magnifico patri meo honorabili Petro Filippo Pandulfino, Capitaneo et Commissario il


destinatario;
Magnifico Commissario. Lapportatore di questa sar Napoleone decto l Moro da Lugnano el
q(u)ale mi suto molto raccomandato da alcuni amici miei et io desidero servirlo ad ogni modo et
per questo vi priego molto strectamente che non havendo lui cavato il grano di quel di Pisa dopo il
bando che proibiva la tracta, siate contento averlo per raccomandato et non li fare altro per amore
mio, quando havessi (havesse) cavato dopo il bando et noi trovassi la verit lui contento li facciate

quelo che merita,8 ma non lo avendo tracto desidero vi sia raccomandato et tractato davoi come
amico mio di che mi farete piacere et gratia assai et io mi raccomando a voi. 9 Corpo centrale
del testo;
Florentiae, die XXIX (XXVIIII)10 Iulii (14)94 datazione finale.

Esempio di un registro di protocollo (allinterno del quale si annotano le lettere in


arrivo) del marchesato di Monferrato, redatto dalla cancelleria del Monferrato,
risalente al secolo XVI, scritto in una bastarda italica (pagina 30) e di un funzionario
alle dipendenze del Marchese di Monferrato, al quale comunica la sua scelta in
merito a una sua decisione in materia giuridica, in un italiano molto simile al nostro,
in un periodo in cui litaliano era ormai stato imbrigliato allinterno di regole
specifiche:
Sono andato molto circonspetto nel far la grazia ad Orlando Rainero di Sermide per limputatione
desser stato trovato a cacciare con una quaglia, si come far sempre in ogni altra gratia che mi
venga ricercata et particolarmente da quelli che dannificano le caccie a lei qui riservate et era di
mia intenzione che detto Rainero pagasse qualche cosa perch non andasse in tutto impunito et fusse
esempio ad altri, ma non mi constando chegli abbia cacciato ancorch fusse ritrovato con
instrumenti da quagliare, gionta (considerando) la povert sua grande, per la quale non ha mai
potuto ritrovar sigort duscir di prigione, per minima che si fusse et lintercessione del signore
conte Germanico che lo ha tolto presso di se nella cittadella mha mosso a gratiarlo, poich
lAltezza Vostra si compiaciuta di rimettere a me la totale deliberatione. Testo principale;
Baciandole perci con ogni affetto le mani saluto particolare;
Della gratia fatta a Orlando Rainero (importante da notare la differenza tra la
scrittura dei cancellieri, professionisti della scrittura, rispetto allannotazione a
margine realizzata con una scrittura usuale da un non-professionista della
stessa).
Esempio di testo scritto ancora in italica, ma in unitalica particolarmente corsiva, in
questo caso vidimato dalla cancelleria del Monferrato (pag. 29), risalente al 1564, si
tratta sempre di un documento amministrativo del Marchesato di Monferrato,
conosciuto come rota monferrina, allinterno della quale venivano segnato tre nomi
8

In pratica sta dicendo che se lui effettivamente avesse commerciato il suo grano dopo il bando e noi
scoprissimo che effettivamente ha commesso questo reato lui non si sottrarrebbe alla giustizia se si
venisse a sapere che colpevole.
9
Ma visto che non lo ha fatto desidero
10
29. I numeri romani ancora non funzionavano come li conosciamo ora. Il 4 non fatto IV ma si
facevano quattro sbarrette; lo stesso vale per il nove per cui si faceva un V con quattro sbarrette
davanti e lultima si fa leggermente pi lunga delle altre. un vecchio accorgimento che facevano
anche i notai a Roma per fare finire l il numero.

per la scelta del nuovo podest delle piccole cittadine allinterno di una ruota
(avevano una certa autonomia rispetto al potere dei marchesi quindi il podest non
veniva imposto dal marchese ma era il comune stesso che forniva una lista di tre
nomi a lui graditi che poi veniva mandata ai marchesi che ne sceglievano uno),
affinch non sembrasse di preferire un candidato invece che un altro davanti gli
occhi del Duca, che doveva scegliere quale dei tre nomi fosse il pi adatto a ricoprire
il ruolo di podest; la maggior parte del testo stato scritto nel comune di origine,
quando la lista stata stilata, e una parte stata scritta quando il testo arrivato
nella cancelleria del Monferrato ed stato archiviato, con indicazioni utili per
ritrovarlo:
Rotulus Fubinarum (Fubine era un comune sotto il ducato di Monferrato e oggi
nel Comune di Alessandria);
Illustrissimi et excellentissimi signori patroni osservandissimi, per osservanza de privilegii et
statuti et confirmati per excellentie alii homini di Fobine per nominar tre dil stato perho di
Monferratto in official desso loco secondo il solito, supplichiamo a vostre excellentie si degnino
confirmar uno di li tre infranotati quel parer/piacer pi atto a questo officio, con le pereminentie
et salario consueti conformi a detti privilegi et statuti et pregamo di continuo nostro signor Iddio
conservi longamente vestre excellentie in tranquillo et felice stato. il testo;
Da Fubine, all XII di febbraio, 1564 la datazione;
Messere Dominico Capella di Mombaruzzo; messer Bernardino Zabaldano di Altavilla; messer
Ansermo di Lombardo di Camagna (nominato fra i tre, la cancelleria dei Marchesi di
Monferrato annot che il XIX di februari ellectus era stato scelto) tre proposte
scritte nella rota per il ruolo di podest;
Di vostre ilustrissime et excellentissime signorie, fidelissimi subtiti li consuli et li consiglieri di
Fubine la parte finale.
Lettura di una lettera (fotocopia) della famiglia Medici, indirizzata da Lucrezia de
Medici a Lucrezia Tornabuoni, firmandosi Nannina, dai toni lacrimevoli e patetici;
una lettera scritta con una specie di mercantesca molto posata, a differenza di altri
testi in mercantesca, con lunico elemento tignoso nelle E, scritte come delle W,
mentre per il resto tutto abbastanza semplice; essendo mandata alla madre,
scritta in tono familiare, tenendo conto che Nannina ha unimportante cultura
grafica, sebbene non si preoccupi di inserire i simboli diacritici sopra le I:
Carissima madre, avvisovi chome Bernardo(h)a dato licenzia al maestro che nho grande dispiacere,
perch non so dovegli abbia andare che a Feghine (Figline) ondegli v la moria grande e n casa sua
proprio gli morto due frategli e ha il padre malatoe non (h)a uno grosso e segli avea nulla se lo ispese in
casa nostra in vestire
Bernardo ha licenziato il maestro ed una cosa che mi dispiace molto perch non sa
dove andare e nel posto da dove viene c la peste e proprio in casa sua gli son gi
morti due fratelli e ha preso la peste anche il padre e non ha nemmeno un soldo e li
aveva tutti quanti in vestiti in casa nostra

LEZIONE 17
25/10/2016
Sedi e conservazione dei documenti in Piemonte ed Italia.
Gli archivi, luoghi preposti alla conservazione e alla memoria documentaria di un
ente, di una famiglia o di un individuo, hanno una storia che parte dai secoli dellAlto

Medioevo; i primi soggetti a disporre e costruire degli archivi entro i quali


raccogliere la propria memoria documentaria sono gli enti religiosi - proprio i
religiosi nel corso degli anni dellAlto Medioevo hanno esercitato una sorta di
egemonia sulla scrittura, quelli che sapevano leggere e scrivere, consumavano libri e
conservavano i proprio documenti erano quasi tutti religiosi quindi gli archivi
monastici e religiosi sono, in ordine di comparsa, i pi antichi, con archivi di
cattedrali, abbazie e archivi degli enti religiosi pi piccoli come quelli degli ospedali;
tutti questi archivi compaiono gi prima dellanno 1000; allinterno dei complessi
architettonici che formavano gli antichi monasteri o le cattedrali cittadine larchivio
era un locale particolare - si tendeva a conservare i documenti che erano molto
importanti perch attestavano i diritti e le propriet dellente in luoghi il pi
possibile sicuri per difenderli da minacce quali fuoco, intemperie, topi ed eccetera -.
In molti monasteri la struttura architettonica deputata a contenere larchivio e quindi
i documenti su pergamena del monastero stesso era per esempio una torre, come per
esempio quello della Sacra di San Michele, non che sia sempre funzionato questo
metodo, per esempio i vescovi dAosta riposero il loro archivio, tutto in pergamena,
allinterno del campanile della cattedrale, ma durante il secolo XVI il campanile
venne colpito da un fulmine e bruci (la pergamena un materiale infiammabile
ancora pi della carta).
I religiosi non si limitano a conservare i documenti ma rielaborano la propria
memoria legata alle loro propriet e ai loro diritti, per esempio a cominciare dai
secoli centrali del Medioevo, iniziando a produrre dei cartulari, ovvero dei registri
in cui vengono copiati i documenti ritenuti pi importanti, di modo che se anche il
singolo documento venisse perso ci sarebbe comunque il registro che contiene le
copie di tutti; il cartulario un oggetto molto importante e proprio per questo molti
di essi venivano conservati attaccati con una catena ad un muro, per questo molti
vengono detti libro della catena. I monasteri e le cattedrali producono anche, per
tutto il Medioevo, delle cronache cartulario, racconti storici delle vicende dellente
allinterno dei quali le parti discorsive che raccontano la storia dellente sono
inframezzate da copie di documenti.
Tra i secoli XII-XIII in Italia centro-settentrionale emerge il potere politico
dei Comuni, grandissimi produttrici e consumatrici di documenti; i Comuni avviano
dei processi di sottomissione del territorio rurale circostante, il contado, e per
amministrarlo hanno bisogno di ricorrere ad un numero sempre pi elevato di
scritture; per questo motivo, i Comuni si affidarono per la loro produzione
documentaria ai notai - proprio tra a partire dallXI-XII secolo il notaio diventa un
ufficiale pubblico, diventa il garante della veridicit dei documenti e la sua presenza
ormai imprescindibile per scrivere qualsiasi tipo di atto -; a partire dalla fine del
secolo XII i Comuni hanno dei proprio archivi, e dagli anni intorno al 1200 la maggior
parte dei Comuni cittadini inizia ad imitare quello che da secoli facevano i monasteri
e le cattedrali con i cartulari ovvero, visto che in seguito ai vare maneggi politici ed
amministrativi i singoli documenti su fogli di pergamena rischiavano di andare
perduti, incominciano ad assoldare notai con il compito di copiare i documenti nei
registri, noti come Libri Iurium, perch gli Iura erano i diritti dellentit comunale.
Anche i Comuni, a partire dalla fine del XII secolo, iniziano a produrre proprie
cronache, che servono per riorganizzare la memoria documentaria in grandi
riassunti che presentano i principali snodi delle province politiche dei vari Comuni.
Verso la met del Duecento laumento delle incombenze di governo fa s che vi sia in
tutti i Comuni dellItalia centro-settentrionale ci che i diplomatisti hanno
chiamato rivoluzione documentaria, anche perch per amministrare il contado, le

finanze e la giustizia non si pu pi continuare a scrivere piccoli documenti sopra a


piccoli fogli di pergamena che costa tanto ma si deve iniziare a tenere grossi registri
di carta riversandoci molte informazioni.
Entro gli inizi del secolo XIV questa crescita esponenziale di documenti fa s che
nascano anche presso i Comuni dei veri e propri archivi, non pi soltanto dei luoghi
in cui stipare documenti ma proprio degli uffici con dipendenti; si iniziano a redigere
i primi inventari di questi archivi che aiutano a reperire i documenti allinterno della
mole di carte e si incominciano a emanare le prime leggi e i primi regolamenti sugli
archivi che prevedono come, a quali condizioni e da parte di chi i documenti possano
essere prelevati e usati. Inoltre, nella seconda met del 200 e allinizio del 300
nascono allinterno dei vari Comuni italiani i collegi notarili, ossia corporazioni di
notai che hanno una grande importanza nella conservazione di documenti, dal
momento che si occupano di conservare e di gestire i protocolli notarili (i registri
entro i quali i notai registravano in forma abbreviata registri di imbreviature - i
documenti).
Solo tra 3-400 compaiono anche gli archivi privati, gli archivi delle famiglie nobili,
che fino a quellepoca non si erano preoccupati di conservare i propri documenti
scritti, proprio solo quando non si doveva perdere qualche documento, allora lo si
affidava ad un archivio di un monastero o di una cattedrale.
Sempre tra 3-400 nasce un altro soggetto produttore e conservatore di documenti
(che diventer il soggetto pi importante di tutti) ovvero le burocrazie
principesche: gli archivi dei signori (che poi diventeranno gli archivi di stati nellEt
Moderna) contengono documentazioni di tipo pubblico - nellarchivio di corte dei
Savoia sono conservati un gran numero di documenti pubblici, tutti i diplomi e i
privilegi che sono stati concessi ai Savoia dai Papi o dagli Imperatori - molti
documenti notarili e molta documentazione di tipo amministrativo poich i piccoli
stati pre-unitari italiani hanno delle burocrazie che crescendo producono sempre pi
documenti, molto diversificati.

Gli archivi in Piemonte.


In Piemonte il pi importante archivio larchivio di Stato di Torino ne esiste
uno in ogni capoluogo di provincia che sono gestiti direttamente dallo Stato: altro
non che uno sviluppo di quelli che anticamente erano gli archivi di corte dei Savoia,
ai quali, con il passare del tempo, si sono aggiunti in numero elevato molto altri
archivi.
I Savoia esercitarono una dominazione di passo (si esercita sui due versanti dei
due valici che dividono il Piemonte e la Valle dAosta, dalla Savoia e dalla Svizzera),
dallXI secolo; a partire dal 1200 incominciano a preoccuparsi per la conservazione
dei propri documenti, prevalentemente solenni, che attestano le concessioni che gli
imperatori e i re fanno ai conti di Savoia, oppure i documenti notarili, che
stabiliscono i rapporti politici che i Savoia devono avere con i poteri sottomessi. Una
delle caratteristiche di questi archivi quella di essere mobili, ovvero di spostarsi
assieme alle corti itineranti degli stessi sovrani.
Durante il ducato di Amedeo VIII, che nel 1416 diventa duca di Savoia, egli
promuove una riorganizzazione del suo patrimonio archivistico, ripartendolo in due
grandi sezioni (la divisione tra questi due archivi esiste ancora oggi):
La sezione conosciuta come Tresor de Chartres, quellinsieme di documenti
che provano i diritti dei conti e duchi. conservato presso la corte dei Duchi;
Gli Archivi amministrativi, che contengono la documentazione prodotta dalla
burocrazia sabauda che documentazione corrente, serve per il governo del

territorio. Essi sono conservati da unistituzione, nata a met del 300


fondamentale per il governo dello Stato Sabaudo, la Camera dei Conti,
suprema magistratura finanziaria dello Stato Sabaudo.
La divisione fra archivi di corte e archivi della camera dei conti una divisione che
esiste ancora adesso.
Nascono in questepoca i primi grandi inventari, come ad esempio il Registro del
1420, scritto in bastarda: si tratta del registro sabaudo dove spiega ove sono
collocati i documenti piemontesi. Amedeo VIII promuove la creazione di un gruppo di
ufficiali con dei loro regolamenti deputati alla gestione dei suoi archivi. Nella fase
medievale degli archivi di corte dei Savoia ci sono tre gruppi di documenti principali
che sono importantissimi, sia per loro perch serviva per governare, sia per noi
perch sono delle fonti documentarie di straordinaria importanza:
Diplomi, documenti pubblici degli imperatori;
Protocolli notarili, dal 300 i vari rami di casa Savoia assumono notai per
scrivere la loro documentazione. Questi notai scrivono i loro atti dapprima
dentro i registri n forma abbreviata e poi eventualmente su pergamena sciolta
e questi registri si sono conservati a centinaia e formano una serie lunghissima
di volumi che contengono molte migliaia di atti di quello che i Savoia hanno
fatto, tra il 300 e il 500. Sono una fonte importantissima per capire per
esempio: ricostruire la storia politica ed economica del dominio, ricostruire le
vicende matrimoniali;
I Rotoli dei conti, le scritture di tipo contabile. Dalla seconda met del 200 i
vari funzionari dei Savoia, principalmente i castellani (coloro che governavano
le singole circoscrizioni dello Stato Sabaudo), si recavano nel luogo di
residenza dei conti e dei duchi (prima Chambery e poi Torino) per sottoporsi ad
una verifica contabile. Il verbale analitico di queste verifiche era un rotolo di
pergamena. I conti delle castellanie ingombrano a decine di migliaia larchivio
di Stato di Torino e sono delle fonti straordinarie per capire la storia
economica, politica ma anche la storia dellarte dei singoli luoghi a cui si
riferiscono perch vi sono registrate in maniera analitica, una per una, tutte le
singole entrate ed uscite compiute dai vari funzionari quindi se il castellano
sabaudo insediato presso una citt o un paese a un certo punto spende dei
soldi per fare costruire un ponte, per restaurare una chiesa, per far dipingere
una pittura allinterno del castello del paese quel tipo di spesa sar registrata
in maniera analitica nel conto; ecco perch alla fine del 700 tutti gli storici di
storia piemontese ed in generale di storia sabauda hanno consultato
ampiamente questi conti.
Nei secoli successivi, si ha una stabilizzazione degli archivi di corte per i quali nel
1731 Filippo Juvarra realizza un edificio che una manica del Palazzo Reale.
Il dominio sabaudo, espandendosi, ingloba altri territori e si appropria degli archivi
che appartenevano a chi occupava quei territori, per esempio dopo che nel XVI
secolo il marchesato di Saluzzo passa sotto il dominio dei Savoia anche gli archivi dei
marchesi di Saluzzo vengono presi e trasportati presso larchivio di corte, cos come
accadr anche per quelli del Monferrato.
Unaltra fase di espansione e inglobamento di altri archivi di corte si ebbe durante
lOttocento, con la crisi di molti ordini ed enti religiosi gi Napoleone sopprime
molti ordini religiosi e molti conventi, la loro documentazione presa e trasportata di
nuovo allarchivio di stato -; questo processo sar ancora pi forte quando, negli anni
50 dell800, con Cavour, lo Stato si appropria degli archivi degli enti religiosi, che

vennero inseriti nella sezione conventi soppressi. Sono documenti importanti


perch illustrano le prime fasi storiche dei luoghi da cui provengono.
La documentazione, nei secoli dellet moderna e poi contemporanea che cerano
allinterno degli archivi di corte crebbe perci in maniera esponenziale: la situazione
attuale dellArchivio di Stato di Torino si definisce allinizio del 900 stabilendosi l
dove sono ora, mentre gli Archivi della Camera dei Conti vanno a finire nellex
ospedale San Luigi, che vengono a formare le sezioni riunite; larchivio di Stato
apr poi al pubblico allinizio del 900.
Con la Seconda Guerra Mondiale, lItalia, nel trattato di pace stipulato con la
Francia, fu costretta a cederle tutti i documenti dellArchivio di Stato che
riguardassero dei territori francesi che erano tantissimi considerando la dominazione
dei Savoia si estendeva per met nella Savoia e per met nel Piemonte; dal punto di
vista archivistico si venne a rompere lunit che quei gruppi avevano sviluppato in
precedenza.
Per quanto riguarda gli Archivi degli enti religiosi, buona parte della documentazione
degli Archivi dei monasteri fu portata nell800 negli Archivi di Stato, ma sono rimasti
ovunque vivi e vitali gli archivi ecclesiastici. Presso ogni cattedrale esistevano 2 tipi
di archivio:
Vescovile, documenti che attestavano le prerogative del vescovo;
Capitolare, che attestavano le prerogative dei canonici.
Attualmente, gli archivi vescovile e capitolare sono spesso riuniti sotto un unico
archivio: larchivio diocesano e solito ci si messa insieme anche la biblioteca
diocesana formando un unico polo di conservazione dei libri e dei documenti antichi
delle varie diocesi.
La documentazione ecclesiastica la pi antica perch parte in molti casi dallAlto
Medioevo ma anche la pi fragile, ci sono delle diocesi, anche molto importanti, i
cui archivi conservano soltanto documenti recenti perch i pi antichi sono andati
perduti; il caso in parte degli archivi vescovili di Torino la cui documentazione
comincia con lXI secolo ma che, specialmente nel 900 stata saccheggiata da ladri
di ogni sorta e quindi stata quasi del tutto rubata.
Una situazione molto diversa riguarda per esempio larchivio diocesano storico di
Asti che conserva documenti altomedievali importanti dellVIII-IX secolo e che un
ente di conservazione importantissimo.
Alcuni archivi ecclesiastici presentano problemi di accesso nel senso che sono archivi
privati, non appartenendo allo Stato e le Chiese e diocesi hanno stipulato con lo
Stato una specie di accordo che obbligano le diocesi a far vedere con certi orari la
propria documentazione.
Per let medievale troviamo due tipi di documenti:
Serie di documenti, semipubblico o ibrido: documenti che i vescovi, tra X-XIXII secolo, quando esercitano anche un potere temporale, producono imitando i
documenti delle grandi cancellerie imperiale e papale poich il vescovo
ambisce ad esercitare un potere importante e prestigioso;
A partire dal 200 troviamo altri documenti, poich i vescovi non controllando
pi territori, si affidano ai notai, che sempre il ceto egemone nella
documentazione. A partire dalla met del 200 negli archivi diocesani degli
archivi piemontesi incominciano ad essere conservati importanti documenti
notarili.

Gli archivi diocesani sono importanti soprattutto per le fonti moderne, utilissime per
la storia dellarte: il registro delle visite pastorali ovvero verbali delle visite che il
vescovo compie nelle vari centri e paesi della sua diocesi per controllare la
situazione di queste parrocchie. importante perch (1) viene descritta ogni singola
azione compiuta dal vescovo (2) vengono descritte nel dettaglio le situazioni in cui si
trovano le varie parrocchie. Iniziano ad essere archiviate in maniera molto sporadica
allinizio del 300 e diventano regolari ed estese a partire dalla seconda met del
500.

Archivi comunali: contengono una quota molto importante di documenti


medievali, rilevanti in comuni minori come Moncalieri, Chieri, Pinerolo che
spesso sono pi forniti dellarchivio di Torino, per quanto riguarda i documenti
riguardanti i comuni in quanto Torino, essendo soggetta a frequenti saccheggi,
ha perso una parte consistente di quei documenti. I documenti comunali sono
la fonte principale per studiare la storia dei singoli comuni. Hanno una
quantit di fonti di tipo amministrativo su registro che partono dal medioevo
fino ai giorni nostri.
Catasti: introdotti a met del 200, il pi antico conservato quello di Chieri;
sono dei registri enormi in cui sono registrati lammontare delle propriet
immobiliari delle singole famiglie, a scopo fiscale. Sono una fonte importante
perch contengono una descrizione esatta degli appezzamenti di terreno e gli
edifici che compongono un comune ad un certo anno. (Si possono fare per
esempio le mappature);
Gli ordinati: registri delle delibere del consiglio comunale, ci che il consiglio
ordina e dispone. Sono conservati da inizio 300, che permettono di capire tutto
ci che decide il consiglio comunale;
Registri di protocollo: copiate o riassunte tutte le lettere in arrivo.
Registri contabili: per amministrare le loro finanze i comuni tengono registri
di contabilit.
Registri dei tribunali comunali
Archivi privati: esistono ancora, essi continuano ad appartenere ai loro
privati, come una famiglia nobile ancora in vita, ma quando son dinteresse
storico sono vincolati dallo Stato, ponendo dei vincoli alle famiglie che
detengono questi archivi, impedendo per esempio che li distruggano o li
spostino. In Piemonte ne esistono tanti ma ne spiccano due per ampiezza, per
vastit degli interessi e per facilit di fruizione:
o Il primo quello dellordine nobiliare Mauriziano, fondato dai Savoia,
che controll nel tempo grossi patrimoni il cui archivio si trova allinterno
dellospedale Mauriziano. Raccoglie i documenti relativi allordine come
le varie patenti di nobilt con cui i singoli esponenti dellordine potevano
documentare il loro pedigree, e poi i numerosi documenti relativi
allamministrazione dei numerosi beni appartenenti allordine per
esempio la Palazzina e il parco di Stupinigi che sono di propriet
dellordine Mauriziano, e infine tutti i documenti che appartengono ai
monasteri che sono stati sottoposti allamministrazione dellordine
Mauriziano, come lospizio del gran san Bernardo;
o Il secondo il Castello di Masino che appartenne fino agli anni 80 del
secolo XX alla famiglia omonima, che poi decisero di cederlo
allassociazione FAI, che oggi permette di consultare larchivio, il quale al
proprio interno contiene documentazione fin dallanno 1000, relativa non

solo alla famiglia Masino, una delle pi importanti del Piemonte ma


anche a tutte le famiglie che si imparentarono con essa come la famiglia
Borromeo.
Ci sono importanti fonti di documenti anche presso molte biblioteche, come per
esempio nella Biblioteca Reale dove sono conservati archivi di importanti famiglie
nobili come quella dei conti di Luserna o di Scarampi; i principali fondi librari in
Piemonte si trovano presso Ivrea, Vercelli, la Biblioteca Reale realizzata secondo i
canoni dellarchitettura dellepoca di Carlo Alberto, e la Biblioteca Nazionale di
Torino, la pi importante sede di libri antichi, nasce nellEt moderna come
biblioteca dellUniversit, sia arricchisce di codici che provengono da tutte le parti
anche se, purtroppo, molti di questi codici vengono distrutti nel 900 quando la
biblioteca Nazionale brucia e quelli che oggi sopravvivono sono conservati in una
apposita sala manoscritti dove adesso sono tenuti con cura.
LEZIONE 18
26/10/2016
Lettera famiglia Medici, indirizzata da Lucrezia de Medici a Lucrezia Tornabuoni.
Lettera scritta con una specie di mercantesca molto posata. Le E sono fatte come V.
Carissima madre Avisomi (vi avviso) chome Bernardo adato (ha dato) licenzia al maestro cheno (che ne
ho) grande dispiacere perch non so dove egli abbia anadare (non sicuro per via della linea sopra) che a
feghine ondeglie (ond egli ) ve lamoria grande encasa sua proprio glie morto due frategli e a il padre
malato e non a uno grosso e se glia avea nulla selo ispese in casa nostra in vestire. E ora labiano (abbiamo)
pagato di vatti condio che none potrei avere magiore dispiacere opure non si vole nacere (nascere) femina
chi vuole fare asuo modo (non dovevo nascere femmina) arei charo voi preghassi Lorenzo fusse chontento
non sendo gli (non essendogli) ischoncio (di problema) gli desse ricetto ove gli paresse dimeno brigha per
due o tre mesi tanto passase la moria (fin tanto che non passi la peste) non chredo fussi ricipiente (non
credo sarebbe adatto) ansegnare apiero (a insegnare a Piero) pure aque (quei) picini insegnerete e
ghuarderebbe non mipotresti fare magiore piacere perche paressi chio avesi chiche sia che tenessi conto di
me poi che non ne tene egli. Inquesto mezzo savessi bisogno di qualche danaio per vestirsi de(i) mia
loprovedessi (glielo darei io dai miei soldi) che mi pare molto male in arnese e quasu non glio (gli ho)
potuto darli nulla che non avevo danari Arei charo venendovi alemani qualche pocho di ventura (soldi) per
lui dun (dun) benefico l()aiutassi che non lo vorei paghare dinghratitudne. Siano tutti sani ecci sano per
tutto racomandomi a voi racomandatemi alorenzo baciate gulio (Giulio) per mia parte x (cristo) vi guardi
sapiatevi guardare.
In casentino a 7 diluglio 1479 vostra
Nannina

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