Sei sulla pagina 1di 11

DI

Gennaro Sacco
ANNO 2021/2022

Copia-Thurii
Tesina in Urbanistica del Mondo antico
1. STORIA E FONTI SULLA COLONIA

Rispetto ad altre ktiseis, la fondazione di Thurii è stata meno avara di informazioni, al punto che
possiamo dire che si tratta di uno dei racconti di fondazione più ricchi di notizie di tutta la storia della
colonizzazione greca. Distrutta Sibari nel 510 a. C.da parte della rivale Crotone, quanti dei cittadini
profughi nelle vicinanze della distrutta città e più volte tentarono di farla risorgere dalle rovine e
questi tentativi si oppose sempre Crotone. Attorno il 450 poco dopo i discendenti degli antichi Sibariti
ottennero l'aiuto di Pericle e fu decisa la ricostruzione di Sibari come colonia panellenica, con
l'intervento cioè di coloni di varie parti della Grecia (446-5 a. C.). Presto fra i vecchi Sibariti e i nuovi
coloni però nacquero dissapori, che resero in breve impossibile la loro convivenza. I Sibariti, cacciati
a forza dalla loro non ancor risorta città, andarono a fondare, non molto lontano di lì, Sibari sul
Traente; e anche i nuovi coloni cercarono un luogo più adatto al sorgere della loro città, che fu fondata
appunto a sei chilometri di distanza, presso una sorgente chiamata Thuria (oggi Fonte del Fico), dalla
quale ebbe nome la colonia.1

Col passar del tempo però anche questi scomparvero per opera degli ateniesi e degli altri greci i
quali, venuti qui per abitare con loro, non li tennero in alcun conto, ma li fecero loro schiavi e
trasferirono la città in un'altro luogo lì vicino, chiamandola Turi dalla fonte omonima.
Strabone (VI, l, 13-14 = C 241).

Durante la seconda guerra punica, Thurii è segnalata come una delle città che si ribellarono ai
Cartaginesi all'indomani della battaglia di Canne. Lo storico romano Tito Livio colloca la sua rivolta
nell'anno 212 a.C. e Nel 194 a.C. la città divenne colonia latina col nome di Copia e divenne
municipium, in tale azione di rifondazione Strabone (VI, l, 13 = C 263)
Coglie nell' oligandria in cui versava Thurii al termine del conflitto la motivazione di comodo
sì, ma realistica al tempo stesso, che aveva dato ufficialmente spunto all'intervento di deduzione
coloniale.2
Nel 72 a.C., durante la terza guerra servile, la città fu presa e saccheggiata da Spartaco Allo scoppio
delle guerre civili, Giulio Cesare stanziò nella città una guarnigione di cavalieri gallici e ispanici, e
fu qui che Marco Celio Rufo fu messo a morte dopo un vano tentativo di suscitare un'insurrezione
dei Bruzi Nel 40 a.C. fu attaccata anche da Sesto Pompeo che ne devastò il territorio ma non riuscì a

1
Giulio Gannelli - enciclopedia italiana 1937
2
Maurizio Paoletti - Copia Thurii problemi di storia urbana in MAGNA GRAECIA RASSEGNA DI ARCHEOLOGIA - STORIA
- ARTE - ATTUÀLITÀ 1992
superare le mura cittadine. le fonti letterarie contemporanee al centro romano di Thurii sono sì
relativamente numerose, ma ridotte spesso a semplici menzioni toponomastiche. Le fonti si
riferiscono esclusivamente al primo periodo di vita repubblicana di Copia Thurii, limitandosi a
scandire soltanto i passaggi storici significativi (naturalmente la fondazione della colonia nel 193
a.C.), oppure i momenti in qualche misura critici per la città (ad esempio, le turbolenze occorse nel I
sec. a.C.). Tacciono invece, e in modo completo, del suo sviluppo durante l'intera età imperiale fino
alle numerose menzioni che vedranno la città nel VI sec. d.C. nella guerra gotiche di Procopio.3

Le concise indicazioni topografiche delle fonti antiche inducevano a credere che Thurii non occupasse
lo stesso luogo che era stato di Sibari. Pertanto, le proposte di localizzazione, durante gli ultimi tre
secoli della ricerca, sono state numerose: tutte si appoggiavano su ritrovamenti di tombe di IV-III sec.
a.C. Quando esplorò la Piana del Crati nel 1932, Umberto Zanotti-Bianco era mosso esclusivamente
dalla volontà di individuare Sibari. l'interesse per Thurii e per Copia era posto in secondo piano e
rimaneva sullo sfondo: il loro riconoscimento sul terreno era un passaggio eventualmente obbligato
o meglio determinante, essenziale per localizzare la precedente città achea. Zanotti-Bianco indirizzò
la sua attenzione alla zona paludosa prossima agli ultimi meandri del Crati. Qui, nei terreni
acquitrinosi del Parco del Cavallo, proprio il tronco di colonna ancora in situ, che era stato messo in
luce da E. Galli poco tempo innanzi, impresse una decisiva svolta alle ricerche: tuttavia, lo scavo fu
interrotto per il tragico periodo del secondo conflitto bellico. Ma quella colonna nel Parco del Cavallo,
nuovamente nascosta dalla vegetazione e semisommersa dalle acque stagnanti fino al 1960,
rappresenta bene l'imprevisto avvio della definitiva localizzazione di Copia: un risultato inatteso il
cui valore, almeno sul momento, non poteva essere compreso in tutta la sua portata.4

Solo alla fine degli anni Sessanta del Novecento si riuscì a varare un programma sistematico di
scavi a Sibari e fra il 1969 e il 1974 vennero condotte regolari campagne di scavo, con saggi nelle
località di Parco del Cavallo, Stombi, Prolungamento strada e Casa Bianca.

Esse misero in luce, oltre ai noti resti di età romana, strutture risalenti all'età arcaica e classica,
riferibili pertanto sia alla Sibari arcaica che ai successivi insediamenti fino a Thurii. I materiali, in
massima parte soggetti a processi di fluitazione e dilavamento, corrispondevano a queste fasi
cronologiche ma permettevano anche di risalire all'ultimo quarto dell'VIII secolo a.C. e, quindi,
all'epoca della presunta fondazione di Sibari, ovvero, 720 a.C.5

3
Maurizio Paoletti - Copia Thurii problemi di storia urbana
4
ivi
5
Emanuele Greco Mario Torelli,Storia dell'urbanistica Il mondo greco Editori Laterza, 1983
2. L’URBANISTICA TURINA E DI COPIAE

Come sappiamo dalle fonti, lo schema di Thurii deve i suoi natali all’opera di Ippodamo di Mileto, il
grande urbanista del V secolo a cui si devono anche il progetto di Mileto, di Rodi e del Pireo.
Base di partenza di qualsiasi discorso sull’urbanistica turina è ovviamente la descrizione di Diodoro
Siculo XII, 10. Di carattere eccezionale dato che sembrerebbe abbastanza raro, all’interno del
racconto di fondazione di una città antica, una descrizione così puntuale dell’impianto urbano,
compresi i nomi delle strade. Circostanza che, unitamente al riscontro sul terreno, rende la
testimonianza diodorea, almeno per questo aspetto, abbastanza credibile. Lo storico afferma che
furono tracciate quattro plateiai in un senso e tre nell'altro; ciascuna di queste grandi strade ebbe un
nome: Herakleia, Aphrodisia, Olympia, Dionysias le prime quattro, Heroa, Thuria e Thurina le altre
tre. I nomi imposti a queste arterie, se da un lato rivelano le importanti componenti religiose che
presiedono all'atto della spartizione, dall'altro contengono elementi ' laici ' nei nomi delle tre ultime
strade, e non è un caso, pare, che i due aspetti siano distribuiti in due gruppi distinti. Diodoro ci
informa inoltre che una serie di stenopoi (strade più strette) determinavano una ulteriore suddivisione
che veniva riempiendosi di case, «di modo che la città appariva ben apparecchiata».6

2.1 La rete viaria

Confrontando la fonte diodorea e le rilevanze archeologiche quello che appare essere lo schema della
colonia panellenica risulta essere un impianto insolito rispetto alle altre città ippodamee, perché le
grandi plateiai formano un reticolo primario che è tipico delle colonie arcaiche. Si è pensato che esso
ricalchi la rete primaria dell’antica Sibari. La novità di Ippodamo starebbe nell’infittimento della
maglia, perché mentre in età arcaica dentro ciascuno di questi grandi rettangoli avremmo trovato
sicuramente degli isolati molto allungati suddivisi da stenopoi paralleli, qui abbiamo invece dei
reticoli con rettangoli più corti che sono determinati da stenopoi disposti nelle due direzioni.7
Al termine dei grandi scavi diretti da P. Guzzo, conosciamo tre plateiai:
Una grande via orientata N-S (A), larga m 13, parzialmente scavata nei cantieri di Parco del Cavallo
e la “Porta Nord”. In quest'ultimo, la grande via si riduce a metà della larghezza a N della linea di
sovrapposizione delle mura di epoca romana “Il lungo muro”. Una seconda via N-S (C) è nota a E

7
Emanuele Greco SULLO ΣΧHΜΑ DI THURII: VENTI ANNI DI RICERCHE in ANNUARIO DELLA SCUOLA ARCHEOLOGICA DI ATENE
E DELLE MISSIONI ITALIANE IN ORIENTE VOLUME XCII SERIE III, 14 2014
della prima, nel cantiere di Prolungamento Strada, con una larghezza di 6,50 m; i due assi mediani
distano fra loro 295m (1000 piedi). Delle vie orientate E-O (B), una sola è nota con sicurezza nei
cantieri di Parco del Cavallo, Prolungamento Strada e Casa Bianca. La sua larghezza è di 6,50 m;
termina a E, verso l'antica linea di spiaggia, in una struttura piana di forma quadrata, a fondo basolato
dotata agli angoli esterni di due costruzioni circolari. Castagnoli ipotizzò la presenza di un’ulteriore
via E-O si avesse in corrispondenza della riduzione della larghezza di A, proprio nel luogo in cui
sorge la Porta Nord, a una distanza di circa 370 m a Ν della parallela B.8 Ricerche condotte da E.
Greco hanno portato al riconoscimento che il “Lungo muro di età romana” ricopriva una plateia E-
W ortogonale alla A che attraversava la porta. In effetti l’osservazione del Castagnoli era molto
pertinente, perché in questo tratto il muro di cinta è perfettamente ortogonale alla plateia A, ciò che
non doveva essere frutto di casualità. Lo scavo provò che: il muro di cinta era fondato sul marciapiede
S della plateia ortogonale ad a riconosciuta quindi come D. Chiaramente la strada era la sede ideale
per installarvi il muro al contrario degli isolati con le case, operazione quest’ultima che avrebbe
comportato faticosi lavori di demolizione. Il sistema viario è completato da vie minori, con larghezza
tra m 3 e m 3,50, orientate in direzione E-O e poste a intervalli reciproci oscillanti tra 35 m e 42 m. 9

2.2 COPIAE

Durante gli scavi diretti da Piero Guzzo tra il 1970 ed il 1974, già a quel tempo, non sfuggì al
Castagnoli la possibilità, poi rivelatasi una corretta interpretazione, che la città che si stava mettendo
in luce era, si, la Copia romana come si presentava al momento del suo abbandono (VI-VII secolo
d.C.) ma, contestualmente, non poteva non essere evidente che la forma urbana di Copia conservava
in gran parte quella di Thurii. L’apertura di nuovi saggi nella cosiddetta area Oasi a nord-est rispetto
ai cantieri di Parco del Cavallo e Casabianca, ha avuto come scopo la verifica della reale consistenza
dell’impianto urbano di età classica a nord della linea del “Lungo Muro” d’età romana che aveva
ridotto notevolmente l’estensione della città, pur rispettandone l’organizzazione spaziale interna. I
saggi hanno portato alla messa in luce della plateia E perpendicolare alla plateia D provando la
regolarità della scansione del reticolato viario.
Possiamo quindi affermare su base archeologica che lo schema di Thurii è stato in gran parte
ricostruito in epoca romana. Vi è, infatti, un’insopprimibile difficoltà a tener distinti tra loro l'abitato
di Copia Thurii, già in qualche misura percettibile nella sua fase repubblicana di II sec. a.C. Una
riduzione dell'area cittadina occupata stabilmente a partire dagli inizi del II sec. a.C. sembra provata
dal 'Lungo muro' che è stato individuato per varie centinaia di metri nei settori Nord e NordEst

8 P.G. Guzzo – Enciclopedia dell’Arte Antica, 1997


9
Emanuele Greco SULLO ΣΧHΜΑ DI THURII
dell'abitato. Date le massicce caratteristiche strutturali visibili nei brevi tratti in cui è stato messo in
luce all'interno dei cantieri di Casa Bianca e di Incrocio, la sua funzione non si presta ad equivoci: si
tratta di un'opera che fu senz'altro realizzata per delimitare (e difendere) una città meno ampia e con
una popolazione più ridotta della precedente.10 Questa soluzione non può meravigliare fu effetto
immediato del numero non particolarmente elevato di coloni dedotti. Nonostante l'apporto della
Copia di recente fondazione, l'antica Thurii non era dunque in grado di riassorbire rapidamente, nei
primi decenni post-bellici, tale stato di crisi economica e demografica che veniva ad incidere nel vivo
del processo di conservazione del suo tessuto urbano, ricordiamo ancora il pretesto che qui diventa
ancor più verosimile dell’oligandria ricordata da Strabone.11 Il persistente e rigoroso piano urbanistico
è così confermato, sebbene ridotto nella sua estensione complessiva, tuttavia la costruzione di una
basilica civile e la rifunzionalizzazione dell’emiciclo nonché le strutture del Macellum e delle terme
hanno riadattato il paesaggio urbano secondo i modi e costumi romani restituendoci oggi una città
romana, organizzata e ridimensionata rispetto lo schema urbano di V sec. a.C.

2.3 TOPOGRAFIA DEI CANTIERI

Parco del Cavallo


Senza dubbio è il cantiere più significativo del sito di questo fanno parte:
strutture monumentali della città romana, sono visibili resti del muro di cinta e di una delle porte di
accesso (Porta Nord), il Teatro, una grande domus, l'edificio termale. Sono riconoscibili anche
alcuni quartieri di edifici privati e le tabernae. In un piccolo saggio all'interno di un vano della
grande domus romana, sono visibili i muri di un'abitazione di Thurii.

Porta Nord: Accesso principale alla città di Copia la porta immette su una delle plateiai principali.
In tale punto va riconosciuto l'accesso Nord alla città di Copia inserita nella fortificazione costituita
dal lungo muro che cingeva la città realizzato con due cortine accostate sulla plateia D.
L'ingresso Nord doveva presentarsi imponente, probabilmente con un fornice ad arco a tutto sesto.

Le Plateiai A e B: Le due plateiai, messe in luce nell'area di Parco del Cavallo, sono fiancheggiate
dalle strutture più imponenti dell’area.
All'incrocio tra le plateiai A e B si percepiste l’impulso alle ristrutturazioni edilizie che si ebbe in
epoca ‘augustea' e nei primi decenni del I sec. d.C. A questo periodo risalgono il rifacimento

10
Emanuele Greco SULLO ΣΧHΜΑ DI THURII
11
Ivi.
dell'emiciclo-teatro, la costruzione del tempio, l'impianto di grandi fontane, la ristrutturazione del
muro di cinta e la costruzione dell'edificio termale.12

L'emiciclo-teatro: È il principale edificio pubblico messo in luce e una delle strutture meglio
conservate. La fase più antica risale alla metà del I sec. a.C. ed è relativa ad un edificio a pianta
semicircolare. Non è ben chiara la funzione di questo primo edificio, il cui assetto originario ha
subìto notevoli modifiche: è probabile che si trattasse di un luogo per riunioni o di mercato. Questo
emiciclo porticato con grosse colonne a fusto liscio con capitelli a foglie (alcune delle quali rimesse
in opera), era preceduto da un altro portico rettilineo colonnato sul lato Sud.
La copertura dell'intera struttura era realizzata con tegole e coppi prodotti verosimilmente in loco.
Dopo circa un secolo, verso la metà del I d.C., l'edificio viene profondamente trasformato e
riadattato come teatro. La costruzione dell'emiciclo prima e del teatro poi, denota che tra la metà del
I sec. a.C. e il I sec. d.C. vi fu un notevole fervore edilizio. Dinanzi al teatro viene sistemato il
foro.13

Il Foro/ Agorà: L'organizzazione urbana della città di Thurii rimane ancora per la maggior parte
sconosciuta: quasi nulla si sa della disposizione degli edifici e degli spazi pubblici. E' certo però che
la sovrapposizione della città di Copia per molti aspetti ricalca l'impianto turino. I saggi di scavo
degli ultimi anni hanno permesso di identificare un'area a destinazione pubblica risalente al periodo
ellenistico, forse una delle agorà della città greca.
L'area pubblica, probabilmente già prevista in fase di pianificazione dall' impianto ippodameo,
venne risistemata in epoca romana e trasformata nel Foro di Copia. Il Foro oggi appare visibile
come un ampio slargo di forma rettangolare, libero da strutture, di fronte al teatro e prospiciente la
plateia “B”.

Le terme: Nel I sec. d.C. vi è la costruzione di un edificio termale in una zona della città dove
erano già presenti il teatro e il foro. Le terme, visibili alla fine della plateia A risultano sovrapposte
ad essa, in pratica la chiudono all'altezza dell'incrocio con la plateia B.

Edifici abitativi: Gli edifici abitativi di Parco del Cavallo presentano la planimetria tipica delle
case romane, con cortile quadrangolare sul quale si affacciano i diversi vani, alcuni con pareti
affrescate e pavimenti a mosaico. Una grande domus del I sec. a.C., è stata messa in luce nell'area

12
Maurizio Paoletti - Copia Thurii problemi di storia urbana
13
Ivi
immediatamente alle spalle del teatro-emiciclo di costruzione più recente. La domus fu abitata con
continui rifacimenti fino al V sec. d.C. Questa residenza occupava inizialmente quasi per intero la
superficie di un isolato del vecchio reticolo urbano di Thurii che continua ad essere usato in età
romana; la domus venne ridimensionata attorno al 50 a.C. per far posto alla costruzione
dell'emiciclo-teatro.

Prolungamento Strada
L’ area di Prolungamento Strada è il secondo grande cantiere sull'asse Est-Ovest della plateia B che
prosegue in direzione mare fino a Casabianca. Lo scavo dell'area, prosecuzione ideale di Parco del
Cavallo da cui è separato dal percorso della SS106, ha portato in luce diversi edifici privati collocati
lungo i lati della plateia B e un nuovo asse stradale ad essa ortogonale, la plateia C. Qui risultano
rispettate le misure regolari dell' impianto ippodameo, (distanza di 1000 piedi attici tra l'incrocio
delle plateiai A e B e quello tra la plateia B e la C).
Le strutture messe in luce sono tutte pertinenti alla fase romana anche se costruite rispettando
l'assetto urbano di Thurii

Casabianca (la nuova area pubblico/commerciale di Copiae)


L'area di Casabianca dista dal settore di Prolungamento Strada circa 500 metri. L'area costituisce il
limite Est fino ad oggi messo in luce. All'estremità Ovest è visibile il tratto terminale in terra battuta
della grande plateia B; qui la mancanza di rifinitura della carreggiata stradale, non è lastricata,
suggerisce che ci si trovi ai margini dell’impianto urbano di Thurii. La plateia B termina
immettendo su una grande area quadrangolare; ad Est di questa sono visibili i resti di una struttura a
pianta circolare. In questo settore è visibile un lungo tratto della cinta muraria della colonia romana,
indicato come Lungo muro.
La fortificazione presenta un grosso bastione a pianta quadrangolare che rafforzava il lato Nord di
una porta che si apriva permettendo l'accesso alla città dal lato mare. Ad Ovest dell'area basolata,
sono visibili i basamenti di alcune grandi strutture di epoca romana riferibili ad un campus: un
hospitium , un propylon ed una grande piscina; un lungo canale costeggia questi edifici piegando
Verso Nord a seguire il muro dell’hospitium.
L'ultima struttura visibile all'estremità Ovest è stata identificata come macellum.

Il cantiere di "Stombi" situato a circa due chilometri da Parco del Cavallo, a breve distanza
dall'antico corso del fiume Coscile, comprende una zona urbana riedificata solo parzialmente dopo
il 510 a.C.: si possono quindi vedere edifici e monumenti di età arcaica, come le fondazioni di un
modesto edificio, pozzi, fornaci. Non si è trovata traccia della regolarizzazione urbanistica
ippodamea: l'intera area finora scavata mostra di aver ospitato, dopo il 510 a.C., solamente una
piccola struttura, in vita dall'inizio del IV alla metà del III sec. a.C. Si deduce, pertanto, che l'area
occupata da Th. non ricopre esattamente quella che era stata di Sibari: e ciò sia per ragioni naturali
(si era guadagnata maggior estensione di terraferma verso E; era iniziato lo spostamento del fiume
Crati: Herodot., V, 45) sia per ragioni urbanistiche (Sibari si sviluppò progressivamente, mentre Th.
fu dotata fin dall'inizio di un piano regolatore)14.

14
Emanuele Greco, Su alcuni aspetti di una possibile storia archeologica di Sibari e Thurii
Figura 1 Ricostruzione dello schema di Thurii
Bibliografia
E.Greco. (2013). Su alcuni aspetti di una possibile storia archeologica di Sibari e Thurii in Vetustis novitatem
dare. Scorpione Editrice.

Greco, E. (2014). SULLO ΣΧHΜΑ DI THURII: VENTI ANNI DI RICERCHE, ANNUARIO DELLA SCUOLA
ARCHEOLOGICA DI ATENE E DELLE MISSIONI ITALIANE IN ORIENTE. Giorgio Bretschneider Editore.

Guzzo, P. G. (1997). THURII. Enciclopedia dell' Arte Antica.

Paoletti, M. (1992). Copiae Thurii Problemi di storia urbana in MAGNA GRAECIA RASSEGNA DI
ARCHEOLOGIA - STORIA - ARTE - ATTUÀLITÀ .

Torelli, E. G. (1983). Storia dell'urbanistica Il mondo greco. Editori Laterza.

Potrebbero piacerti anche