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di Paolo Galiano ©
Tra le principali associazioni della prima metà del XX secolo che hanno rivestito un ruolo di
particolare importanza nella diffusione della storia e della metastoria della Saturnia Tellus1 e di
Roma si annovera l’Unione Storia ed Arte2 (il cui nome originario era Unione Storia ed Arte fra
Conferenzieri), società probabilmente non di soli studi archeologici, fondata il 21 aprile 1908 da
Romolo Artioli (1879-1958), archeologo e collaboratore di Giacomo Boni (lo scopritore del Lapis
Niger e di altri luoghi sacri della Roma arcaica), a seguito di una scissione della Associazione
Archeologica Romana creata il 21 Aprile 1902 da Nispi-Landi, discepolo di Ravioli e il primo tra
gli autori ad affermare con autorevolezza il ruolo di Roma come centro originario della “prisca
sapienza italica”.
Alla Unione Storia ed Arte si associarono esponenti del mondo esoterico romano, tra cui nel 1910
Camilla Mongenet3, esponente dell’Accademia Vergiliana myriamica, e tra i conferenzieri che
ebbero parte nelle attività della Unione va annoverato Guido Di Nardo4, “Regio Ispettore onorario
ai Monumenti per il Lazio”, come si firma nel suo La Roma preistorica sul Palatino, e tra i
principali assertori di un significato esoterico (o come egli preferiva dire “misteriosofico”) del mito
della Saturnia Tellus, interesse che lo accomunava all’amico Evelino Leonardi, altro importante
1
Con il termine Saturnia Tellus si indica una corrente di pensiero che afferma la precedenza della civiltà degli antichi
popoli italici rispetto a quelle del bacino del Mediterraneo, civiltà a cui questi scrittori dettero il nome di Saturnia Tellus
o Terra di Saturno, rifacendosi alla mitica Età dell’Oro di Saturno, di cui gli scrittori classici, sia latini che greci,
avevano parlato nelle loro opere. Per uno studio sull’argomento e sugli autori che ne trattarono tra il XVIII e il XX
secolo rimandiamo a GALIANO Roma prima di Roma, metastoria della Tradizione italica
2
Secondo la PISANI SARTORIO Il viaggio dell’Unione Storia ed Arte in Romania nel 1921 lo statuto
dell’Associazione venne approvato il 6 febbraio 1927 e pubblicato nel Bollettino dell’Unione Storia ed Arte dello stesso
anno. Attualmente l’Associazione non è più esistente ma è tutt’ora attivo il Bollettino dell’Unione Storia ed Arte, la cui
testata è stata acquisita nel 2006 dal Gruppo Archeologico Latino-Colli Albani “Bruno Martellotta” con sede a
Grottaferrata, di cui è direttore Paolo Dalmiglio e direttore responsabile dal 1997 Giuseppina Pisani Sartorio.
3
GIORGIO Roma Renovata Resurgat vol. I p. 208.
4
AA VV L’Unione Storia ed Arte nel XXV anniversario della fondazione p. 87 (d’ora in poi citato come Fondazione).
1
scrittore della Saturnia Tellus, con il quale condivise le conoscenze sapienziali sul Monte Circeo5,
anche se si dichiarò in altro suo scritto non completamente d’accordo con i risultati dei suoi lavori6.
Interessanti anche i rapporti di collaborazione che intercorsero tra l’Unione Storia ed Arte e
l’Associazione culturale Aborigeni d’Italia fondata il 21 Aprile 1951 da Giuseppe Brex 7, come
attestano le manifestazioni tenute al Teatro romano del Tuscolo nell’Estate 1956 (12 e 26 Agosto),
organizzate congiuntamente da Brex e da Artioli, il quale scrisse l’introduzione al libro Saturnia
Tellus di Brex, il che fa supporre che vi fossero legami di personale amicizia. Anche fra Di Nardo e
Brex intercorsero rapporti, forse solo epistolari, come sappiamo da una cartolina postale scritta da
Di Nardo a Brex il 6 Luglio 1946, con timbro postale dell’8 Luglio dell’Ufficio di Lanuvio, nella
quale si inviano per suo tramite i saluti ad Artioli “e agli amici della S. e A.”8.
L’Unione Storia ed Arte aveva come attività principali9, a somiglianza di altre associazioni sorte
prima o dopo di essa, conferenze gratuite, tenute se possibile in luoghi aperti al pubblico come i
Mercati di Traiano, le Terme di Diocleziano o il Colosseo, gite turistiche in luoghi di particolare
importanza connessi non esclusivamente con Roma (tra le quali la più importante era considerata
quella a Gubbio per la Corsa dei Ceri, ripetuta annualmente), ma anche presentazioni poetiche,
comprendenti sia i lavori di nuovi poeti, in particolare romaneschi come Giulio Cesare Santini, che
fu anche grande amico di Brex e prese parte alle attività della Aborigeni d’Italia, sia la lettura di
opere di grandi autori, quali la lettura integrale della Divina Commedia tenuta al Colosseo. Una
particolare importanza ebbe il teatro all’aperto presso la Quercia del Tasso, che fu sede di molte
conferenze e di annuali omaggi allo scrittore. Va infine ricordata la visita in Romania nel Settembre
1921 organizzata da Artioli, descritta nel libro sul ventennale di fondazione dell’Unione e riportata
dalla Pisani Sartorio nell’articolo citato con ampia documentazione fotografica.
Una meno conosciuta attività di Artioli e della sua associazione fu la rievocazione della festività dei
Septem Pagi che venne chiamata con il nome di Settimontiale Sacrum, la cui origine è descritta nel
5
“Strada facendo egli mi raccontava la strana storia di come fu iniziato ai misteri del Circeo” (DI NARDO Una
esplorazione Geo-archeologica sul Circeo con Evelino Leonardi, “Il Nuovo Stato”, parte I nn. 10–11–12 anno VIII,
1939 e parte II nn. 4 -5 anno IX, 1940). In Il culto antroposofico dell’Io nell’antico Egitto (“Biblioteca dei Curiosi” n°
39 del luglio 1953) Di Nardo specifica che tale frequentazione sul Circeo ebbe luogo negli anni “1936 – 37 - 38,
quando il Leonardi attendeva nel Villino Blanc alla compilazione del suo libro sulla Crisi della Medicina”.
6
DI NARDO ne Il preistorico culto infero pag. 27 a proposito dei lavori di Leonardi scriveva: “Con molte riserve vedi
Le Origini dell’uomo e L’Unità della Natura di Evelino Leonardi” (sottolineatura nostra).
7
Una biografia di Brex si può trovare su www.academia.edu/14865610/BIOGRAFIA_DI_GIUSEPPE_BREX
(GALIANO Giuseppe Brex, L’ultima voce della Saturnia Tellus).
8
La cartolina, riportata in GALIANO Giuseppe Brex e la Saturnia Tellus su www.ereticamente.net/2015/07/giuseppe-
brex-e-la-saturnia-tellus.html, si trova in originale nel Fondo Brex e porta scritto in alto a sinistra: “Spedisce G. di
Nardo – Lanuvio” (con la d minuscola).
9
Le notizie sono tratte da Fondazione.
2
testo sul ventennale di fondazione dell’Unione: per poter comprendere il significato di questa
celebrazione è necessaria una digressione sulle scoperte archeologiche che hanno portato al parziale
ritrovamento dei Septem Pagi.
13
DALL’OSSO e NIZZO Da Carpi a Capri. Innocenzo Dall’Osso e Luigi Pigorini: origini, esiti e conseguenze di un
dissidio (1895-1908) in 150 anni di preistoria e protostoria in Italia (a cura di A. Guidi), Ist. Italiano di Preistoria e
Protostoria, Firenze 2014.
14
Giuseppe Sergi (Messina 1841 – Roma 1936) distinse nella popolazione italiana due differenti razze, l’una
brachicefala presente nel Nord, che riteneva derivata dalla commistione degli autoctoni con i brachicefali del nordest
europeo, cioè gli “ariani” dei germanisti, e l’altra dolicocefala tipica del Sud e rimasta più pura rispetto alla precedente.
Fino ad allora, scrive la PIZZATO in Per una storia antropologica della nazione, “gli studiosi italiani avevano cercato
di fondere la tradizione romana con l’ideale ariano. Sergi al contrario si oppose ad ogni ipotesi che avvicinasse tra
loro la civiltà romana ed ariana”.
15
BREX Saturnia Tellus p. 16.
16
VISTOLI Tra Veio e Roma.
17
VISTOLI Insediamento etrusco della Collina INA p. 147.
18
VISTOLI Insediamento etrusco della Collina INA p. 150.
19
VISTOLI Insediamento etrusco della Collina INA p. 153.
20
VISTOLI Emergenze storico-archeologiche; COARELLI Septem pagi, in Lexicon Topographicum p. 60.
4
quindi entrata fin dalla prima età regia21 nel possesso della tribù Romilia 22; di essi già ne danno
notizia gli Autori classici, Dionigi di Alicarnasso23, Livio24 e Plutarco25, e gli studi recenti ne
confermano l’alta antichità, risalente almeno al X sec. a.C.
21
CARANDINI La leggenda di Roma, vol. IV pp. 317-318.
22
FESTO De verb signif XVI sub voce: “Tribù Romulia: venne chiamata così perché risiedente nel territorio che
Romolo aveva conquistato ai Veienti”.
23
DIONIGI DI ALICARNASSO II, 55, 5: “Questo fu il terzo trionfo riportato da Romolo, di gran lunga più splendido
dei precedenti. Quando non molto tempo dopo arrivò un'ambasceria dei Veienti per trattare la fine della guerra e
chiedere perdono degli errori, Romolo pose loro queste condizioni: cedessero ai Romani il territorio vicino al Tevere, i
cosiddetti Sette Villaggi, lasciassero le saline presso la foce del fiume e dessero cinquanta ostaggi per garantire che si
sarebbero astenuti da nuove rivolte”; V, 31, 4: “Quanto a lui (= Porsenna), gli ambasciatori avrebbero dovuto
chiedere, in cambio del suo metter fine alla guerra, i cosiddetti Sette Villaggi: anticamente questo territorio era
appartenuto ai Tirreni, ma i Romani con una guerra se n'erano impossessati e l'avevano occupato”.
24
LIVIO Hist II, 13, 4, ma non cita il nome del luogo che i Romani avrebbero dovuto restituire a Porsenna.
25
PLUTARCO riferisce in Rom XXV, 4 la stessa storia di Dionigi.
26
Fondazione pp. 51-53; riportiamo parte del testo dell’articolo così come scritto nell’originale.
27
PIGANIOL Le conquiste dei Romani, ed. Il Saggiatore, Milano 1971 p. 573.
5
gallico, si era spenta la memoria o si era confuso col Settimontium della Cinta Serviana. Dalle
stesse ricerche risultò che i sette pagi del Gianicolo furono le prime sedi degli aborigeni Quiriti, il
primo e il più numeroso dei due gruppi etnici, che costituirono il popolo romano, ricordati nella
formula ‘Populus Romanus et Quirites’. È quindi indubitato che la festa dei Septimontes, ossia dei
sette pagi (pagi equivale a monti, secondo Dionisio), precedette di qualche secolo quella del Natale
di Roma”.
Il significato della festa viene visto nella sua valenza di rito in onore degli Antenati collegato al
Solstizio d’Inverno: “Ciò che accresce l'importanza di detta festa, è che, come sappiamo da Festo,
cadeva all'11 dicembre (III idus Dec.), giorno dei solstizio d'inverno, e si celebrava specialmente
con sacrifici ai morti ed alle divinità catactoniche. Il che significa che con essa si solennizzava,
insieme alla fondazione dei sette pagi, anche il trapasso dalla stagione estiva a quella invernale,
ossia la morte della vegetazione nell'inverno e il suo risveglio nella primavera, la discesa di
Persefone nel regno di Aedes [sic] ed il suo ritorno sulla terra. Epperò questa alterna vicenda della
vita e della morte fu solennizzata fin dalla più remota antichità, con le feste Cabiriche dei primitivi
Pelasgi, trasformatesi, nell’epoca greca, nelle feste Eleusine, riprese poi dai Romani coi
Baccanali, degenerati in ultimo in turpi orgie private, epperò soppressi con decreto del Senato”28.
Il Settimontiale Sacrum venne ricordato con una conferenza dello stesso Dall’Osso: “La bella ed
interessante rievocazione ebbe luogo il 30 Dicembre 1921, con una conferenza del Prof. Dott. Cav.
Innocenzo Dall'Osso, che illustrò la festa del Settimontiale Sacrum”.
Secondo il Dall’Osso29 i Septem Pagi dovevano essere identificati in sette villaggi disposti sulla
dorsale delle colline del Gianicolo, così chiamato in quanto Giano era il principale Dio degli
Aborigeni, primi abitatori del Gianicolo i quali a lui avevano dedicato il colle, di cui cinque erano
individuabili o mediante deduzioni dai testi degli autori classici o grazie ai ritrovamenti fatti: essi si
trovavano in un punto imprecisato del Gianicolo (considerata la presenza di un importante tempio
alla Fortuna costruito da Servio Tullio che doveva essere connesso all’esistenza di una precedente
popolazione delle pendici del colle), alle falde di Monteverde (presso quello che allora si chiamava
Ospedale della Vittoria, poi Ospedale del Littorio, dal 1945 Ospedale San Camillo), nella piana del
Colle Vaticano (il cui nome Vaticanus Dall’Osso riteneva essere in realtà derivato da ϝater-Janus,
28
Riferimento al senatus consultum de Bacchanalibus del 186 a.C., il cui testo è contenuto in un’epigrafe ritrovata nel
XVII sec. a Tiriolo presso Catanzaro.
29
DALL’OSSO Una nuova visione di Roma primitiva, in “Nuova Antologia” anno LVIII n° 1242, Dicembre 1923 pp.
350-370. Come il Dall’Osso riportava nella nota iniziale, l’articolo era il “riassunto di una conferenza tenuta nello
scorso marzo all’Associazione tra i Romani, per iniziativa della Unione Storia ed Arte ”, per la quale in precedenza era
stata tenuta quella che lui definisce “la nota conferenza” (p. 370).
6
scritto col digamma), sul Colle Sant’Agata a Monte Mario e allo sbocco dell’Acqua Traversa nel
Tevere, dove egli aveva effettuato gli scavi; gli ultimi due ancora non erano stati identificati.
Questi pagi erano di origine non etrusca ma pre-etrusca, per Dall’Osso costruiti dagli Aborigeni,
popolazione di ceppo greco venuta in Italia prima dell’arrivo degli Elleni in Grecia, che, dopo
essere stati cacciati dal Gianicolo sulla sponda opposta del Tevere ad opera degli Etruschi, popolo
di origine nordica, abitarono col nome di Quiriti il colle che da loro prese nome di Quirinale; qui
essi furono in guerra con un altro popolo di origine nordica, quello degli Albani stanziati sul
Palatino (Dall’Osso è contrario a identificare gli abitanti del Quirinale con i Sabini, ritenuta da lui
una tribù di poco conto). In queste affermazioni del Dall’Osso si ritrova la lotta tra la teoria indo-
germanica, allora in voga, e la teoria mediterranea che andava sviluppandosi grazie all’opera
dell’antropologo Sergi, la quale opponeva alla civilizzazione dell’Italia da parte di genti venute
dall’area “germanica” quella dovuta a stirpi italiche, che nel caso di Roma, come Dall’Osso
scriveva, si identificava con “i prisci Latini, popolo misto di Aborigeni e di Albani, che si riannoda
agli antichi Pelasgi, popolo di origine mediterranea, i cui velieri già nel secondo millennio av. C.
solcavano il mare, diffondendo nelle più remote contrade la loro civiltà” (p. 370 – però a p. 360
aveva definito gli Albani “di origine nordica!), tesi già avanzata nell’800 da Mazzoldi30.
L’antichità dei Septem Pagi affermata dal Dall’Osso, almeno per l’insediamento del Colle
Sant’Agata, è confermata ai nostri giorni dall’analisi della prima fase abitativa del sito, che viene
fatta risalire all’Età del Ferro (X sec. a.C.), quindi in epoca precedente la formazione della nazione
etrusca, con una successiva riattivazione nel periodo etrusco a metà del VII secolo31.
Dei sette pagi gianicolensi l’autore dell’articolo scrive che ”furono le prime sedi degli aborigeni
Quiriti, il primo e il più numeroso dei due gruppi etnici, che costituirono il popolo romano”, due,
cioè Albani e Quiriti-Aborigeni, e non tre come affermano gli scrittori classici, Latini (Ramni),
Sabini (Tizi) e forse Etruschi (Luceri).
37
VACCAI Le feste di Roma antica p. 31.
38
Riprodotto in Introduzione alla Magia, Roma 1971, vol. III pagg. 380-383.
9
BIBLIOGRAFIA
AA VV L’Unione Storia ed Arte nel XXV anniversario della fondazione, Tip. Istituto Pedagogico Forense,
Roma 1932
AA VV (a cura di F. Coarelli) Gli scavi di Roma 1878-1921, ed. Quasar, Roma 2004
BREX Saturnia Tellus (Terra dei Siculi), Tip. Regionale, Roma 1944
CARANDINI La leggenda di Roma, Fondazione Lorenzo Valla – Mondadori, Milano 2014 vol. IV
COARELLI Septem pagi, in Lexicon Topographicum Urbis Romae: Suburbium, vol. V, ed. Quasar, Roma
2008
DALL’OSSO Una nuova visione di Roma primitiva, in “Nuova Antologia” anno LVIII n° 1242, Dicembre
1923
DI NARDO La Roma preistorica sul Palatino, Tip. Sannibale, Albano Laziale 1934 (ristampa ed. Libreria
Aseq, Roma 2009)
DI NARDO Il preistorico culto infero del Vulcano laziale sul Campidoglio di Roma, Tip. Zampetti, Velletri
1942
GALIANO Roma prima di Roma, metastoria della Tradizione italica, ed. Simmetria, Roma 2011
GALIANO Giuseppe Brex, L’ultima voce della Saturnia Tellus, sul sito www.academia.edu (2015)
PISANI SARTORIO Il viaggio dell’Unione Storia ed Arte in Romania nel 1921, in “Bollettino di
Numismatica” n° 4 2014
PIZZATO Per una storia antropologica della nazione. Mito mediterraneo e costruzione nazionale in
Giuseppe Sergi (1880-1919), in “Storia del pensiero politico, Gennaio-Aprile 2015
VACCAI Le feste di Roma antica, ed. Fratelli Bocca, Milano 1902 (rist. ed. Mediterranee Roma 1986)
10
VISTOLI Roma (via Cassia loc. Acqua Traversa) – Insediamento etrusco sulla Collina INA, in “Notizie
degli scavi di antichità”, Serie IX vol. XIX-XX, 2008 pp. 143 - 184
VISTOLI Tra Veio e Roma. Contributo all’individuazione dei markers territoriali di due “comunità
cittadine organizzate”della bassa valle del fiume Tevere, Atti del Convegno Giovani Archeologi, Sassari
Settembre 2006, ed. Nuova Stampa Color, Muros 2009
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